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Karl Marx. Biografia intellettuale e politica (1857-1883)
Questo libro documenta, con grande scrupolosità, che Marx non si occupò solo del conflitto tra capitale e lavoro e ribalta il mito, in voga negli ultimi anni, di un autore economicista ed eurocentrico.rnrnMolti biografi hanno separato la narrazione dell'esistenza di Marx dalla sua elaborazione teorica. Gli studi accademici a lui dedicati hanno, invece, spesso ignorato i principali eventi della sua vita che, al contrario, influirono notevolmente sulla realizzazione dei suoi progetti. Inoltre, l'imponente mole di lavoro realizzata da Marx dopo la pubblicazione del Capitale e le idee innovative che ne derivarono non sono state esplorate con la dovuta attenzione. Sulla base delle nuove pubblicazioni della MEGA2, Musto dimostra che, nel periodo 1857-1883, Marx svolse con straordinaria intensità la critica dell'economica politica e ampliò il raggio delle sue ricerche a nuove discipline e aree geografiche. Egli studiò le forme della proprietà comune nelle società precapitaliste, intraprese indagini di antropologia e scienze naturali, analizzò lo sviluppo del capitalismo negli Stati Uniti e si interessò alle trasformazioni in atto in Russia a seguito dell'abolizione della servitù della gleba. Allo stesso modo fu acuto osservatore dei principali avvenimenti di politica internazionale della sua epoca e deciso sostenitore dell'indipendenza nazionale della Polonia, dell'abolizione della schiavitù durante la Guerra di Secessione Americana e della lotta per la liberazione dell'Irlanda. Al contempo, egli manifestò la più ferma opposizione al colonialismo. -
Leone
Un quartiere che si chiama il Bussolo e può essere ovunque, in qualsiasi città. Oggi, ai giorni nostri. Una madre e un figlio. Lei, Katia, una donna sola di trentasei anni, presa dal lavoro, separata dal marito, pochi soldi, poco tempo, sempre di corsa, appesa a sogni nebulosi che non osa sognare fino in fondo. Lui, Leone, un bambino di sei anni solitario e timido, sottile come un giunco. Un giorno, in mezzo a tutta la gente che passa, alle auto, sotto le luci intermittenti degli alberi di Natale, si mette a pregare. E la madre scopre, con stupore e vergogna, che lo fa spesso, un po' ovunque. Si apparta, s'inginocchia, e prega. Per strada, al cinema, in bagno. Prega quand'è preoccupato, quando gli manca la nonna e il gioco del comò. O quando vorrebbe un bacio. O quando desidera aiutare qualcuno. La voce circola in fretta. Leone diventa «il bambino che prega», lo scandalo della scuola, del quartiere intero. Molti lo deridono, ma molti, anche, iniziano a confessargli i loro desideri. Come fa la vita, Leone può esaudire le richieste o deluderle, avverare i sogni o lasciarli inesauditi. Paola Mastrocola ha scritto una storia realistica e allo stesso tempo magica, in cui tutti cambiano senza sapere perché. Un romanzo capace di sorprendere a ogni riga sul piano umano e letterario. Fino a un diluvio universale in minore, piccolo e gentile, che non distrugge niente ma rinnova e addolcisce il colore delle cose. -
La logica della lampara
Un caso scabroso che richiede la cautela e la pazienza dei pescatori alla luce della lampara: come loro, il vicequestore Guarrasi sa bene che per far venire a galla i pesci bisogna aspettare, senza stancarsi. Sono le quattro e trenta del mattino. Dalla loro barca il dottor Manfredi Monterreale e Sante Tammaro, giornalista di un quotidiano online, intravedono sulla costa un uomo che trascina a fatica una grossa valigia e la getta fra gli scogli. Poche ore dopo il vicequestore Vanina Guarrasi riceve una chiamata anonima: una voce femminile riferisce di aver assistito all'uccisione di una ragazza avvenuta quella notte in un villino sul mare. Due fatti che si scoprono legati e danno il via a un'indagine assai più delicata del previsto. -
L' arte di non essere governati. Una storia anarchica degli altopiani del Sud-est asiatico
L'appassionante storia millenaria delle popolazioni di un'immensa regione del Sud-est asiatico, della loro lotta per l'autodeterminazione e delle loro strategie di rifiuto del potere statale. Un'odissea capace di eludere i confini geografici tradizionali e demolire i nostri luoghi comuni piú persistenti: cosa significa la parola «civiltà»? quando, invece che di progresso, essa diventa sinonimo di oppressione? cosa imparare dai popoli che vollero evitare il controllo dello Stato scegliendo di restare apolidi? quale la vera natura delle relazioni tra Stati, territori e popolazioni? Il capolavoro del grande antropologo americano, un modello di controstoria globale.rn«Un saggio ricco di umanità e profondità culturale… un libro che cambierà il modo di pensare alla storia dell’umanità e a se stessi… una delle opere di storia sociale e di teoria politica piú affascinanti e provocatorie che io abbia mai letto». - Robert W. Hefner, Boston UniversityrnrnPer duemila anni, fino a metà del secolo scorso, le comunità di una vasta regione montuosa del Sud-est asiatico hanno tenacemente resistito all’idea di integrarsi in una qualche forma di dominio da parte dello Stato. Zomia è il nome di quest’area d’insubordinazione che non appare su alcuna carta (una zona montagnosa grande come l’Europa, che attraversa cinque nazioni del Sud-est asiatico e quattro province della Cina), ed è il vasto altopiano dove trovarono rifugio circa cento milioni di persone unite dalla volontà di sfuggire al controllo dei governi delle pianure. Trattati come «barbari», questi popoli nomadi misero in atto strategie di resistenza a volte sorprendenti per evitare lo Stato, sinonimo di lavoro forzato, tasse, epidemie e leva militare obbligatoria. Favorirono pratiche agricole che incentivavano la mobilità residenziale, insieme a forme sociali egualitarie, fondate sull’eclettismo religioso e l’accoglienza. Alcuni popoli decisero persino di abbandonare la scrittura per evitare l’appropriazione della loro memoria e della loro identità, mentre l’oralità consentiva di riformulare continuamente la negoziazione degli accordi tra gruppi. Zomia ci rammenta che «civiltà» può essere sinonimo di oppressione e che il significato della storia non è cosí univoco come pensiamo. -
Un nuovo mondo inizia. La storia della Rivoluzione francese
Un nuovo e avvincente racconto dell'evento capitale che inaugura il mondo contemporaneo, definendone gli obiettivi e il vocabolario. Sintetizzando anni di studi, questo libro descrive i protagonisti, i comprimari, i drammi, i convulsi dibattiti, gli ideali, le ambiguità e i lasciti della Rivoluzione francese. Una ricostruzione esemplare, esente da ideologie e ricca di originali prospettive critiche.La Rivoluzione francese è forse l'episodio piú drammatico della storia, e fu il «big bang» da cui nacquero tutti gli elementi base della moderna politica e dei conflitti sociali. La democrazia, il populismo, il liberalismo, il conservatorismo, il socialismo, il nazionalismo, il femminismo, l'abolizionismo e l'imperialismo «illuminato» sono tutti eredi di quel decisivo sconvolgimento iniziato a Parigi nel 1789. I principî della Rivoluzione francese rimangono l'unica base possibile per dar vita a una società giusta – anche se, dopo oltre duecento anni, questi ideali non sono stati realizzati e vengono spesso contestati. Jeremy Popkin ci accompagna dall'assalto alla Bastiglia alla stesura della Dichiarazione dei diritti dell'uomo, e dall'avvento del regno del terrore all'ascesa di Napoleone. Il suo racconto segue passo dopo passo i rivoluzionari nel loro tentativo di realizzare l'assioma secondo cui «tutti gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti». Popkin dipinge vividi ritratti dei capi della Rivoluzione, tra cui Robespierre, Danton e Mirabeau, dando allo stesso tempo spazio a figure meno note. Un racconto magistrale che, tra l'altro, per primo mostra come le donne e le violenze nei possedimenti francesi d'oltremare abbiano influito sul corso della Rivoluzione. -
Salire in montagna. Prendere quota per sfuggire al riscaldamento globale
La montagna è una delle vie da percorrere per sfuggire al riscaldamento globale. Insieme alle tecnologie sostenibili, all'efficienza energetica e a una vita piú contemplativa e meno competitiva.rnPerché investire denaro ed energie nella ristrutturazione di una vecchia e scomoda baita nel cuore delle Alpi Cozie? Questo è il racconto di una migrazione verticale, con i suoi successi e i suoi ostacoli, per fuggire il riscaldamento globale che rende sempre piú roventi le estati nelle città. Le montagne, con la loro frescura, sono a due passi e offrono nuove possibilità di essere riabitate; e ciò attraverso il recupero di borgate abbandonate con tecniche di bioedilizia rispettose del paesaggio ma all’altezza delle necessità di agio e di connettività per poterci vivere e lavorare. Per salvarci dall’emergenza climatica e ridare spazio alla contemplazione di ciò che resta della natura. Mercalli affronta, con questo libro molto personale, il tema del riscaldamento climatico attraverso una narrazione in prima persona che racconta la propria esperienza del «salire in montagna»: il tentativo di persuadere della necessità di un cambiamento della nostra esistenza, attraverso una vicenda esemplare. -
Umano Inumano Postumano. Le sfide del presente
Oggi l'Umano subisce una doppia frattura: l'irruzione dell'Inumano e l'emergere del Postumano sono i due fronti di una sfida mortale.Il concetto di Umanità è antico e attraversa la storia dell’Occidente. Ma nel Novecento esso subisce una brusca torsione, per effetto del superamento di una doppia soglia: quella che separa Umano e Inumano, da una parte. E quella che divide Umano e Postumano, dall’altra. Due fratture che si sono consumate in rapida successione. Con Auschwitz si rompe la soglia tra Umano e Inumano. La Disumanità come In-umanità diventa la trama del nostro presente, nel momento in cui, per esempio, si chiudono i porti all’arrivo dei migranti, decidendo di non salvare altri esseri umani. Il superamento della seconda soglia è quella tra Umano e Postumano, laddove la tecnologia è costruita a somiglianza dell’essere umano, assumendo aspetti a volte salvifici, a volte inquietanti. -
Radical choc. Ascesa e caduta dei competenti
Funzionari, scienziati, intellettuali, manager... Chi sono gli esperti a cui abbiamo affidato la gestione delle nostre vite? Quando, come e perché ci siamo messi nelle loro mani? E cosa succede se i risultati del loro lavoro non sono all'altezza delle nostre aspettative?«Un affresco impietoso di una crisi di sistema che si allarga alla politica, all'economia e perfino alla democrazia» - Alessandro Trocino, la LetturaAffidando le nostre vite agli esperti, ne siamo anche diventati dipendenti. È una storia lunga, la storia di come l'umanità ha ridotto l'incertezza del mondo delegandone la comprensione e l'amministrazione a un'élite di individui considerati «migliori». Il Novecento ha segnato il trionfo di questi operatori specializzati, mostrando la loro eccezionale capacità di assicurare decenni di sicurezza e sviluppo, finché qualcosa si è inceppato. Di fronte ai competenti si ergono oggi i loro nemici autoproclamati: chiamiamoli populisti, perché oppongono alla retorica della minoranza istruita quella del «popolo», ai radical chic un radical choc. La domanda che pongono è urgente e merita di essere presa sul serio: a cosa servono gli esperti se non garantiscono piú gli stessi rendimenti del passato? Come i cicli economici richiedono talvolta, per ripartire, la sostituzione drastica di un parco tecnologico obsoleto con macchine di ultima generazione, anche i cicli culturali hanno bisogno periodicamente di essere resettati e riavviati. Al prezzo, va sottolineato, di un rischio colossale: perché se in rari casi questa strategia di «distruzione creatrice» permette l'inizio di una rinnovata fase di crescita, piú spesso porta invece alla catastrofe. E se fosse giunta anche per noi la fine di un ciclo? -
Democrazia! Elogio della società aperta
Un’appassionata chiamata alle armi contro l’autoritarismo, il nazionalismo e per la libertà.rnrnChe cosa significa difendere la democrazia oggi? Quali pericoli sta affrontando lo Stato di diritto? La visione che ci offre George Soros è quella, unica, di chi sa di essere il nemico pubblico per eccellenza dei sovranisti e populisti di tutto il mondo. Personaggio odiato e invidiato, è a capo di un impero finanziario colossale ma, allo stesso tempo, in prima linea per combattere le tendenze autoritarie a livello globale. Attraverso le sue fondazioni ha donato 14 miliardi di dollari per promuovere i diritti umani. Ed è diventato il bersaglio prediletto di movimenti antisemiti, complottisti, oltre che di Donald Trump, Viktor Orbán e Matteo Salvini. Oggi Soros vede a serio rischio anche le conquiste democratiche in Occidente. È tempo di reagire. Cosí, in queste pagine sferzanti, critica apertamente i suoi nemici, indaga una varietà di temi attualissimi – dall’uso delle nuove tecnologie come strumenti di controllo sociale, all’andamento dei mercati finanziari, al futuro dell’Unione europea – e ci consegna un distillato del suo pensiero a difesa dell’ideale di società aperta. -
Borgo Sud
Finalista al Premio Strega 2021Adriana è come un vento, irrompe sempre nella vita di sua sorella con la forza di una rivelazione. Sono state bambine riottose e complici, figlie di nessuna madre. Ora sono donne cariche di slanci e di sbagli, di delusioni e possibilità, con un'eredità di parole non dette e attenzioni intermittenti. Vivono due grandi amori, sacri e un po' storti, irreparabili come sono a volte gli amori incontrati da giovani. Ma per chi non conosce la lingua dell'affetto è molto difficile aprire il cuore. Con la sapienza e la naturalezza dei grandi scrittori, Donatella Di Pietrantonio ci regala in queste pagine un'emozione calda e sussurrata, che rimarrà con noi a lungo.«Un altro romanzo intenso, duro e tagliente come un rasoio» - Solange Savagnone, Tv Sorrisi e Canzonirn«Donatella Di Pietrantonio trova la via per continuare le vicende del suo romanzo di successo, articolandole in modo complesso. Legami e scontri sullo sfondo di un paesaggio che si fa personaggio e di un borgo di pescatori solidali» - la Lettura«Di Pietrantonio appartiene alla leva delle scrittrici che non hanno timore di guardare in faccia il dolore, di toccarlo con mano, di mostrarlo così com'è nella sua scrittura senza orpelli. Il suo timbro personale si può rintracciare nell'azzardo letterario non tanto di esorcizzarlo ma di accoglierlo. Forse per questo le pagine della scrittrice irrompono nella coscienza del lettore prima come spine conficcate in pieno petto e poi come indizi per una possibile salvezza» - Crocifisso Dentello, Il Fatto Quotidianorn«C'era qualcosa in me che chiamava gli abbandoni.»È il momento più buio della notte, quello che precede l'alba, quando Adriana tempesta alla porta con un neonato tra le braccia. Non si vedevano da un po', e sua sorella nemmeno sapeva che lei aspettasse un figlio. Ma da chi sta scappando? È davvero in pericolo? Adriana porta sempre uno scompiglio vitale, impudente, ma soprattutto una spinta risoluta a guardare in faccia la verità. Anche quella piú scomoda, o troppo amara. Cosí tutt'a un tratto le stanze si riempiono di voci, di dubbi, di domande. Entrando nell'appartamento della sorella e di suo marito, Adriana, arruffata e in fuga, apparente portatrice di disordine, indicherà la crepa su cui poggia quel ma-trimonio: le assenze di Piero, la sua tenerezza, la sua eleganza distaccata, assumono piano piano una valenza tutta diversa. Anni dopo, una telefonata improvvisa costringe la narratrice di questa storia a partire di corsa dalla città francese in cui ha deciso di vivere. Inizia una notte in-terminabile di viaggio – in cui mettere insieme i ricordi –, che la riporterà a Pescara, e precisamente a Borgo Sud, la zona marinara della città. È lí, in quel microcosmo cosí impenetrabile eppure cosí accogliente, con le sue leggi indiscutibili e la sua gente ospitale e rude, che potrà scoprire cos'è realmente successo, e forse fare pace col passato. Donatella Di Pietrantonio torna dopo L'Arminuta con un romanzo teso e intimo, intenso a ogni pagina, capace di tenere insieme emozione e profondità di sguardo.Proposto da Nadia Fusini al Premio... -
Sylvie e Bruno
«Un capolavoro che rivela tecniche completamente nuove rispetto ad ""Alice"""" e allo """"Specchio""""» – Gilles DeleuzeNel terzo e ultimo romanzo di Carroll ci sono due piani narrativi e si passa da uno all'altro quasi senza accorgersene. Nel primo tutto ruota intorno all'affascinante Lady Muriel, amata da un giovane intellettuale ma fidanzata a un militare. Nel secondo si svolgono le vicende di due bambini, Sylvie e il suo fratellino Bruno, in un mondo fantastico. Sylvie e Bruno entrano nel mondo della prima narrazione e poi scompaiono improvvisamente seguiti nel loro mondo dal narratore, che forse li sta solo sognando. Questo va e vieni tra i due mondi crea situazioni di ambiguità, di suggestioni metafisiche (e metanarrative), ma anche di grande comicità. Ci sono poi gli straordinari fuochi d'artificio linguistici di Carroll: la buffa parlata infantile di Bruno, le filastrocche, i giochi di parole: tutte cose che Chiara Lagani, forte dell'esperienza fatta con I libri di Oz, risolve in maniera brillante e godibilissima per il lettore.«Bruno è certamente il personaggio chiave: la sua lingua sgrammaticata è una sorta di brodo colturale primigenio di tutte le distorsioni del linguaggio e di un significato altamente instabile che si costruisce per sovrapposizioni, attraverso gli strafalcioni e gli scivolamenti tipici delle espressioni malferme dei bambini. Chi accusa di stucchevole leziosità la sua lingua infantile in via di definizione, manca uno degli appuntamenti fondamentali del romanzo. Gli infantilismi della piccola fata sono un vero laboratorio di pensiero per Carroll, l'officina di quel farsi e disfarsi del linguaggio che ossessiona tutta la sua opera. La lingua di Bruno è fatta di continui errori: usa oo per you, welly per very, wiss per wish, comfable per comfortable. Confonde were con was, am con are, do con does. Le sue frasi sono un susseguirsi di anfibologie, doppi sensi involontari o maliziosi, ma soprattutto di ossessive e perfino angoscianti letteralizzazioni di senso. Il livello metaforico pare non reggere piú in questo strano mondo rovesciato in cui profondità e superficie convivono e tutto intorno ogni cosa non fa che disfarsi, come il castello di carte di Alice.» (Dalla prefazione di Chiara Lagani)"" -
L' altra casa
Una villa del Settecento in mezzo alla pianura. E un quartetto di personaggi in crisi, ossessionati dal fallimento e dal bisogno di soldi. La casa li avvolge e li sconvolge, per metterli definitivamente di fronte al proprio destino. Simona Vinci, Premio Campiello 2016, si inserisce nella grande tradizione delle storie gotiche. Raccogliendo l'eredità di Henry James e di Shirley Jackson, scrive un romanzo vertiginoso e intemperante, che rivela innanzitutto una fiducia inesauribile nella letteratura.«Ho sempre pensato che le case avessero una personalità e dunque delle intenzioni e a un certo punto della mia conoscenza con quella casa particolare ho cominciato a chiedermi quali fossero le sue e perché ne ero da sempre così affascinata.» – Simona Vinci su Tuttolibri - La Stampa«Immaginò che da qualche parte potesse esserci l'ingresso di un tunnel segreto che conduceva alle viscere della Terra, in una caverna oscura che conteneva il cuore grasso e pulsante della casa. Un cuore enorme, un cuore tripartito come quello dei rettili e collegato alle vene e ai capillari vegetali che percorrevano muri e tetto.»A cosa siamo disposti a rinunciare per seguire le nostre passioni? E quanto delle nostre passioni siamo pronti a trasformare in merce, per il denaro e la posizione sociale? Maura ha rinunciato a quasi tutto per la musica, ma adesso non sa se riuscirà piú a cantare come prima: è un soprano piuttosto famoso che ha appena subito un intervento alla tiroide, e ha pure smesso di credere nel legame sentimentale con Fred, il suo agente. Tuttavia ha accettato lo stesso di partecipare all'evento culturale che lui e Marco stanno organizzando in una villa alle porte di Bologna, evento in cui lei dovrà interpretare i cavalli di battaglia di Giuseppina Pasqua, la cantante lirica amatissima da Verdi alla quale era appartenuta la casa assieme al suo misterioso giardino. Ad aiutarla a prepararsi sarà Ursula, la moglie di Marco: è nata in Russia e sarebbe diventata una pianista classica se la sua infanzia non fosse stata segnata dall'abbandono. Presto nella villa cominciano ad accadere fatti inquietanti e senza spiegazione, che trascinano prima le due donne poi anche gli uomini in una spirale di allucinato sospetto. Indagando in modo originale il rapporto tra passione e sacrificio, ma anche le ombre della maternità, la ferocia e l'urgenza delle relazioni umane, e l'affascinante mistero del tempo, Simona Vinci racconta il momento in cui, davanti a tutte le nostre mancanze, siamo costretti a decidere della nostra vita. E lo fa con una costruzione narrativa che ci incanta e imprigiona come la villa in cui è ambientata. -
La pattuglia dei bambini
In un'immensa città dell'India, piena di misteri, smog e contraddizioni, tre bambini indagano sulla scomparsa di alcuni coetanei. Quello che inizia come un gioco si rivelerà un appassionato, drammatico viaggio verso l'età adulta. Anappara racconta un mondo pericoloso e struggente attraverso gli occhi di un ragazzino che, a dispetto di tutto, non perde mai la speranza.«L’esordio di Anappara annuncia l’arrivo di una supernova letteraria». - The New York Timesrnrn«Uno dei libri piú attesi e promettenti dell’anno». - The Timesrnrn«Potente, unico, smagliante». - The GuardianJai ha nove anni, va pazzo per i dolci, ama i telefilm polizieschi e vive in un basti, lo slum di una megalopoli indiana. Nello stesso quartiere abitano anche i suoi due migliori amici: Pari e Faiz. I tre hanno imparato presto a cavarsela da soli, e quando un ragazzo della loro classe scompare, nel totale disinteresse della polizia, si improvvisano detective. Il basti, intanto, precipita nella paura, e subito riaffiorano le antiche divisioni tra indú e musulmani, con i politici pronti a soffiare sul fuoco. Cosí, mentre gli adulti si dimostrano, come spesso accade, irresponsabili, a cercare la verità rimangono solo Jai e i suoi compagni, che però dovranno spingersi ben oltre ciò che avevano immaginato. -
Facebook. L'inchiesta finale
Dopo il Watergate e lo scandalo Wikileaks, l'inchiesta che sta facendo tremare i vertici di Facebook. Oltre mille ore di interviste a piú di quattrocento persone fanno luce sulle decisioni, i meccanismi e i protagonisti che hanno trasformato il social network piú famoso al mondo in un monopolio pericolosissimo per la nostra privacy e la stessa democrazia.«Questa inchiesta conferma tutti i peggiori sospetti su Facebook». «È ancora possibile contenere e regolamentare lo strapotere e l'influenza di un'azienda come Facebook?»Nel novembre 2018, Sheera Frenkel e Cecilia Kang hanno pubblicato sul «New York Times» un reportage magistrale che ha svelato, attraverso inquietanti dettagli interni, come i vertici di Facebook – su tutti Mark Zuckerberg e Sheryl Sandberg – abbiano consentito, e successivamente tentato di negare, enormi violazioni della privacy e ingerenze da parte della Russia nelle elezioni americane del 2016. Ma quell'inchiesta era soltanto la punta dell'iceberg. Per piú di ventiquattro mesi, interpellando fonti esclusive e attingendo a email, relazioni e documenti ufficiali inediti, Frenkel e Kang hanno ricostruito la storia che ha spinto una delle società piú potenti al mondo a cercare di insabbiare una verità dannosa e inquietante: Facebook, negli ultimi anni, è diventato uno spregiudicato strumento di sfruttamento dei dati personali e un canale di disinformazione, odio e propaganda politica. -
La moda contemporanea. Vol. 2: Arte e stile dagli anni Sessanta alle ultime tendenze.
Folle e spregiudicata, libera, nera o colorata, strappata, povera, o limpida e regale, la moda contemporanea è ammirata da molti e indifferente a pochi, ma sia i sostenitori piú entusiasti sia i detrattori piú sprezzanti non sono in genere disposti a riconoscere la forza di un'arte dalla prepotente intensità di ricerca e dagli indubbi toni di sperimentazione.Questo libro, analizzando un enorme numero di protagonisti, di collezioni e di poetiche e grazie a un ricchissimo apparato di immagini, racconta la storia della moda come una battaglia di stili, fra i designer devoti alla materia pulsante o alla purezza della geometria, e gli stilisti appassionati della storia, del passato, della memoria. Uno scontro che si consuma tra le due fazioni opposte dei frugali e dei citazionisti: i primi, oscuri e taglienti, immersi nella densità del presente, i secondi instancabili custodi del tempo e del museo. Accostandosi alla moda da una prospettiva del tutto originale, Fabbri esamina i cosmocorpi di Cardin, le acrobazie di Lagerfeld e Saint Laurent, le bombe tessili di Yamamoto, i barocchismi di Versace, la teatralità di Moschino e Gaultier, le forme dissolte di Lang, il non-finito di Marras, le creature robotiche di Ghesquière e i funambolismi di Michele, per finire con lo streetwear di Gvasalia e Abloh. Combinando inoltre musica, filosofia, letteratura e arte contemporanea, l'autore aziona una macchina narrativa dove le scorribande di Mary Quant incrociano le canzoni dei Beatles, gli abiti di Valentino lambiscono il pensiero di Derrida, le invenzioni di Raf Simons accolgono le parole dei Joy Division e le allucinazioni di McQueen stringono i brani dei Radiohead. -
La matematica è politica
Chiara Valerio tesse in un pamphlet polemico un parallelo tra matematica e democrazia, due aree che non subiscono la dittatura dell'urgenza.«Con esempi e racconti La matematica è politica ci ricorda ossessivamente l’impossibilità di vivere l’ambiente culturale come un eremitaggio inaccessibile. Allo stesso modo Chiara Valerio non si concede un linguaggio complesso o stratificato, ma offre un filtro comprensibile anche a chi la matematica – come me – ha smesso di studiarla al liceo.» - Paolo Perrotta per MaremossoLa matematica rivista come prassi politica, e non solo come teoria, è un formidabile esercizio di democrazia: come la democrazia si fonda su un sistema di regole, crea comunità e lavora sulle relazioni. Come la democrazia, la matematica amplia ma non nega. Studiando matematica si capiscono molte cose sulla verità. Per esempio che le verità sono partecipate e pertanto i principî di autorità non esistono; che le verità sono tutte assolute ma tutte transitorie perché dipendono dall'insieme di definizione e dalle condizioni al contorno. Svolgere un problema matematico è un esercizio di democrazia perché chi non accetta l'errore e non si esercita nell'intenzione di capire il mondo non riesce né a cambiarlo né a governarlo. Chiara Valerio tesse in un pamphlet polemico un parallelo tra matematica e democrazia, due aree che non subiscono la dittatura dell'urgenza. -
Siate materialisti!
«È sbagliato pensare alla nostra società digitale come immateriale ed eterea: da qualche parte la materia c'è. Ma se impariamo a rispettarla e non la trattiamo come scarto, allora parlerà alle nostre idee, risveglierà la nostra progettualità, inciderà sulla nostra scala di valori. Facciamo politica con la materia.»Siamo abituati a pensare alla nostra società digitale come eterea, senza sostanza, quasi avvolgesse il nostro pianeta senza impattarvi. Non è cosí. Il digitale è cannibale: un numero sempre maggiore di informazioni che consuma suolo, energia, risorse e rende necessario un ""sostrato"""" che produce """"scarti"""" in un altro luogo, in altri prodotti e infine torna a noi come un boomerang. Ingrid Paoletti ritiene che si possa progettare in equilibrio con le risorse, la natura, e la cultura materiale, ridando """"senso"""" alla materialità delle cose con cui interagiamo quotidianamente e sfumando le categorie di naturale e artificiale, fisico e digitale, uomo e ambiente. Scacco: non solo usiamo al meglio le informazioni che oggi possediamo, ma confrontandoci con la nostra comunità facciamo sbocciare una nuova forma di attivismo."" -
Sotto la cenere
«Nell'isola di Ornö l'aria è fresca e umida, gli scogli sono immersi nel buio ma il cielo bluastro di giugno è ancora chiaro. Il profumo di mare e di alghe è intenso. Si mescola con l'altro odore, il puzzo dolciastro e nauseabondo della morte.»rn«Camilla Grebe mescola gli ingredienti del genere e ci consegna storie mai ovvie, piene di sentimenti e sempre coinvolgenti». - Frankfurter Allgemeine Zeitungrnrn«Un libro con una tensione altissima». - LIRErnrnSamuel Stenberg ha diciotto anni, vive con la madre, non ha un lavoro fisso e per una combinazione di ingenuità e pigrizia rimane coinvolto in un affare di droga andato storto. Con la polizia e i criminali sulle sue tracce, trova rifugio in una cittadina nell'arcipelago di Stoccolma, dove inizia a lavorare come assistente del figlio disabile di una famiglia benestante. Il padre non c'è mai e la madre, Rakel, sembra averlo preso in simpatia, finché Samuel non comincia a notare atteggiamenti inquietanti. Nel frattempo, dalle acque dell'isolotto emerge un cadavere, e a occuparsi del caso vengono chiamati Manfred Olsson e la sua collega Malin. Ma quando la corrente fa affiorare un altro corpo, l'indagine si fa ancora piú torbida e Manfred non ha altra scelta che rivolgersi alla criminologa Hanne Lagerlind-Schön. -
Tutta colpa di una canzone
Daniel era stato il primo a regalarle una compilation. Dentro ci aveva messo i Police, Jimi Hendrix, i Talking Heads, i Beatles, David Bowie. Ma Alison un giorno era sparita senza lasciare spiegazioni. Ora, dopo tutti questi anni, il nome di Dan le compare sul telefono insieme al link per una canzone. Perché le canzoni dei sedici anni non si dimenticano mai.«Adorabile, toccante, incantevole» – Daily Mail«Una storia d'amore e nostalgia, con una colonna sonora eccezionale» – Best Magazine«Un concentrato di malinconia e romanticismo» – Sunday Mirror«Cercò sul computer “Elvis Costello & the Attractions, 1978, Pump It Up”, e trovò subito il video che voleva. Uno sfondo di un bianco purissimo e la batteria perfetta di Pete Thomas, i magici riff della tastiera di Steve Nieve e la goffa eleganza di Elvis, che cantava e faceva smorfie, fletteva le ginocchia, ballonzolava su caviglie che sembravano di gomma. Dan lo guardò e riguardò piú volte: cazzo, un genio assoluto. Ed ecco il messaggio che quel brano avrebbe trasmesso ad Alison Connor: “Ricordi? Io non potrei mai dimenticare”. Copiò il link e glielo mandò. Niente parole, nessun messaggio. Solo la canzone a parlare per sé.» -
Sulla viltà. Anatomia e storia di un male comune
In questo libro, la riflessione etica e la ricerca storica e sociale si integrano in modo originale e spesso sorprendente, per raccontare, attingendo a esempi e figure chiave tratti dalla storia come dalle pagine di poeti e romanzieri, la viltà e il coraggio nelle loro diverse manifestazioni e nelle esperienze, anche emotive, che li muovono e accompagnano.A nessuno piace essere definito vigliacco, vile o codardo, parole cariche di disprezzo e di condanna, che stigmatizzano, con un marchio difficile da sopportare, il soldato che fugge in guerra come chi in un rapporto affettivo si sottrae alle proprie responsabilità, o coloro che colpiscono persone piú fragili, non in condizione di difendersi. Eppure, ha scritto Kierkegaard, «chiunque si sforzi di conoscere davvero se stesso dovrà ammettere di essersi non di rado colto a mostrarsi codardo». La viltà, male comune che tutti possiamo riconoscere dentro di noi e che incontriamo in ogni ambito del vivere, è uno dei piú subdoli veleni della vita collettiva: inquina le relazioni, compromette irreparabilmente la fiducia reciproca. In questo libro, la riflessione etica e la ricerca storica e sociale si integrano in modo originale e spesso sorprendente, per raccontare, attingendo a esempi e figure chiave tratti dalla storia come dalle pagine di poeti e romanzieri, la viltà e il coraggio nelle loro diverse manifestazioni e nelle esperienze, anche emotive, che li muovono e accompagnano. Per mostrare che l'essere vili o non esserlo, alla fine, è sempre frutto di una scelta. E per scoprire che questo male che attraversa l'umanità, presente in tutte le epoche e in culture diversissime, ha conosciuto una trasformazione nel tempo: se la «viltà degli antichi» toccava diversamente i nobili e i plebei, le donne e gli uomini, quella «dei moderni» si è spalmata sull'intera società, dando vita a inedite dinamiche di potere.