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Invito alla meraviglia. Per un incontro ravvicinato con la scienza
Curiosità, originalità, ispirazione: parole chiave per ogni romanziere. Ma non meno importanti per chi si occupa di scienze esatte. L'autore di Sabato e Solar, La ballata di Adam Henry e Macchine come me esplora e celebra da tempo gli inediti punti di convergenza fra «due nobili e distinte forme di indagine sulla nostra condizione umana», la letteratura e la scienza. Questa volta ce li racconta in cinque saggi acuti e graffianti che ci invitano a trarre meraviglia e piacere anche dal fallimento, così da goderci il «sublime trionfo della creatività umana».Molti dei romanzi di Ian McEwan, da Sabato a Solar fino a Macchine come me, attingono a campi specialistici solitamente preclusi ai profani. Non vi è dunque da stupirsi se nei cinque saggi qui raccolti l'autore sceglie di sottolineare i punti di convergenza, anziché le discrepanze, fra due forme di indagine della realtà, la letteratura e la scienza, tradizionalmente ritenute distanti se non incompatibili. Se in L'originalità delle specie la connessione è individuata nel comune anelito alla priorità, in Una tradizione parallela si evidenzia la necessità condivisa di un canone di riferimento. E in Letteratura, scienza e natura umana è la relazione fra ciò che tutti gli esseri umani hanno in comune e ciò che li distingue, o più precisamente fra genetica e cultura, a fare da trait d'union fra i saperi. Il proliferare di credenze parascientifiche e parareligiose sul tempo dell'inizio e della fine, esplorate in Blues della fine del mondo, dimostrerebbe una pulsione di collettività nelle cose ultime, ma è in definitiva all'Io, con le sue infinite sfaccettature in ambito letterario e neuroscientifico, che tutto si riconduce. È la penna del grande romanziere a fare di una storia di scoperte scientifiche lunga due secoli, da Darwin a Dawkins, un «sublime trionfo della creatività umana». -
Troppo freddo per Settembre
Indomabile, bellissima, determinata e, a suo modo, inconsapevole: Mina Settembre è un altro grande personaggio femminile creato da Maurizio de Giovanni.Un anziano professore viene ritrovato senza vita una mattina d'inverno; nella sua morte c'è qualcosa di sospetto. Dormiva in una soffitta, nessuno si occupava di lui tranne la nipotina. I vecchi e i bambini. Chi li guarda i vecchi e i bambini?Cacciarsi nei guai, poi, quando tutto sembra perduto, risolvere la situazione con un colpo di genio e una buona dose di follia: non fa altro Gelsomina Settembre, detta Mina, tanto coscienziosa quanto incantevole – e suo malgrado provocante – assistente sociale presso il Consultorio Quartieri Spagnoli Ovest (per inciso, del Consultorio Est non c'è traccia). Sempre per una buona causa, però, per correre in aiuto di chi è stato meno fortunato di lei, cresciuta fra gli agi dell'alta borghesia, senza problemi a parte una madre e un fisico «ingombranti». Poco importa se, come accade in questo freddo gennaio, ciò significa mettersi contro una famiglia dal nome pesante, di quelle che nei vicoli della città vecchia decidono ogni cosa. Mina non si tira indietro, anzi, trascina con sé – in una missione di soccorso che corre parallela alle indagini della magistratura, condotte da una sua vecchia conoscenza – le amiche piú care. E due uomini resi temerari solo dall'adorazione che hanno per lei. -
I treni dell'accoglienza. Infanzia, povertà e solidarietà nell'Italia del dopoguerra 1945-1948
Un'operazione esemplare di solidarietà per i bambini tra le macerie del dopoguerra. Ove entrano in gioco quattro questioni significative: la povertà, la questione meridionale, il protagonismo femminile e l'infanzia.rnDecine di migliaia di bambini appartenenti a famiglie povere sono trasferite, tra il 1945 e il 1948, dalle periferie di alcune grandi città industriali, ma principalmente dal Mezzogiorno, verso le regioni del Nord e in particolare verso l’Emilia-Romagna. L’obiettivo è garantirgli cibo, vestiti e assistenza per i mesi invernali. È il risultato di una complessa organizzazione guidata dall’Unione donne italiane e dal Partito comunista, nella convinzione che in uno Stato moderno la tradizionale beneficenza nei confronti dell’infanzia debba essere sostituita da politiche di assistenza. Ed è una forma di solidarietà e di accoglienza che ha una lunga storia alle spalle, dal trasferimento dei figli dei lavoratori in sciopero all’inizio del secolo a quello dei bambini viennesi dopo la Prima guerra mondiale. I treni che nel secondo dopoguerra attraversano l’Italia carichi di bambini diventano, cosí, la rappresentazione piú efficace della lotta contro la povertà e le disuguaglianze, in un Paese che inizia a porre le basi per la ricostruzione.Tra il 1945 e il 1948 l'Unione donne italiane e il Partito comunista organizzano un trasferimento di massa di decine di migliaia di bambini provenienti da famiglie povere di diverse parti d'Italia, prima da Milano e Torino, poi in gran parte dal Mezzogiorno, portandoli in zone dove le condizioni di vita sono relativamente migliori. L'Emilia-Romagna è l'area che ne accoglie il maggior numero, ma è coinvolta buona parte delle regioni italiane. L'operazione è pensata per consentire all'infanzia povera di affrontare i mesi invernali, i più difficili per le condizioni alimentari e climatiche. Spesso però i bambini si fermano per periodi più lunghi, a volte tornano negli anni successivi e alcuni decidono di restare con le famiglie che li hanno accolti. Questi treni, chiamati «treni della felicità», sono il simbolo di una complessa operazione di assistenza all'infanzia nella quale, nei primi anni del dopoguerra, è impegnato un gran numero di organizzazioni nazionali e internazionali, partiti, sindacati, enti pubblici e privati, laici e confessionali. È un crocevia nella storia di solidarismo dell'Italia novecentesca ma è al contempo il luogo in cui si intrecciano quattro significative questioni che segnano il secondo dopoguerra: la povertà come categoria economico-sociale; le politiche di assistenza per l'infanzia; il protagonismo femminile in una difficile lotta tra passato e presente; e le modalità con cui il Partito comunista traduce nella società il suo progetto di partito nuovo e nazionale. -
Una Cadillac rosso fuoco
Un rivenditore di auto usate con una vita da schifo. Una donna esasperata dal marito violento e sbevazzone. E un'unica, folle, via d'uscita.rn«Lansdale è un gigante del noir e del pulp». - la RepubblicarnEd Edwards lavora nel business delle auto di seconda mano. Un settore fatto di contachilometri truccati, catorci arrugginiti e l'idea che debba essere il cliente a non farsi fregare. Appesantito da una madre alcolizzata, che non perde occasione per farlo sentire un fallito, Ed aspetta soltanto la chance giusta per svoltare. Cosí, quando si ritrova a pignorare una Cadillac nuova di zecca che i proprietari hanno smesso di pagare, il suo momento sembra arrivato: la Caddy era di Frank Craig e del suo schianto di moglie Nancy, proprietari di un drive-in e un cimitero per animali. Stufa del marito ubriacone e desiderosa di rifarsi una vita, Nancy propone a Ed – con cui finisce a letto al secondo incontro – di uccidere Frank, riscuotere la loro assicurazione e gestire insieme gli affari. È un'offerta allettante, ma Ed avrà veramente il fegato di andare fino in fondo?– Stammi a sentire. Io voglio te e tu vuoi me. Potremmo farcela, se ci sbarazziamo di Frank. Tu, a differenza di lui, faresti ottimi affari. Avremmo il nostro impero in questa città, ci pensi? Una catena di drive-in, delle concessionarie, bei vestiti, belle auto, quattrini da spendere!– Senti. Mi è piaciuto vederti senza mutande. E mi sento davvero meglio, adesso. Ma con questa storia non voglio averci niente a che fare.– Pensaci, – disse Nancy.– Ci ho già pensato, e so già che non mi piace. -
Pimpernel. Una storia d'amore
Da un manoscritto ritrovato in una scatola di biscotti, parte questo romanzo giocoso e singolare. E quando uno scrittore come Paolo Maurensig apre un baule misterioso, dalla polvere delle carte può uscire solo meraviglia.«Nascondendosi dietro svariati alter ego Maurensig immette nella storia l'amore, il mistero, l'arte, lo spiritismo; scrive un apocrifo con perfetto, controllato mimetismo, costellato di citazioni e riferimenti, omaggio alla figura emblematica del più grande scrittore-viaggiatore romantico di fine Ottocento. Ma lo fa portando la riflessione sull'oggi e sul mestiere di scrivere, in un mondo delle lettere che sembra quello contemporaneo, diviso tra successo e qualità, tra libri di consumo e alta letteratura» - Cristina Taglietti, la LetturarnrnrnPimpernel è il nome di un fiore selvatico. E Pimpernel è la protagonista indomita e temeraria del romanzo di Paul Temple, un giovane scrittore americano in visita a Venezia, che assomiglia molto a Henry James. Amarsi a Venezia, si sa, è uno struggimento senza tempo. E quando Mr Temple incontra Miss Annelien Bruins, dietro i suoi occhi palpitanti scorge subito l’ombra di un destino avverso. Ma la malia della città li spinge in un’avventurosa caccia al tesoro, per campielli e mercati rionali, tra oche infuriate e tinozze di anguille, sulle tracce di un dipinto che racchiuda in sé l’essenza della bellezza.rnrnPaul Temple è un giovane scrittore americano, riservato e ambizioso, in cerca dell’ispirazione per una nuova opera. E Venezia è una fonte inestinguibile per gli spiriti assetati di bellezza: le botteghe degli antiquari, la laguna, la luce magnificente, le vetrine con i liuti rinascimentali. In uno dei salotti cosmopoliti e artistici della città, Mr Temple incontra Miss Annelien Bruins, occhi azzurri e una spolverata di efelidi sulle guance, pare la musa di un preraffaellita. Tra passeggiate per le calli, dissertazioni sull’arte e persino una seduta spiritica, i due innamorati si mettono alla ricerca di un dipinto misterioso che custodisca la bellezza in sé e accenda la fantasia dello scrittore. Ma la bellezza, necessaria quanto la luce del sole, può accecare per sempre. Paul Temple decide di correre il rischio, del resto ha lasciato la patria subito dopo aver pubblicato il suo ultimo romanzo, Pimpernel, temendo un insuccesso. Annelien però ha un segreto, che rende lei infelice e il loro un amore impossibile. Il nuovo romanzo di Paolo Maurensig è una matrioska letteraria, un travolgente racconto di amore e morte che sembra scritto da Henry James. «Quasi sempre la nostra scelta ricalca la via piú comoda, il comportamento piú corretto, la strada lastricata piuttosto che l’impervio sentiero. Forse solo Pimpernel sarebbe in grado di imboccare quest’ultimo». -
Macchine come me
Con l'eredità che gli ha lasciato sua madre, Charlie Friend avrebbe potuto comprare casa in un quartiere elegante di Londra, sposare l'affascinante vicina del piano di sopra, Miranda, e coronare con lei il sogno di una tranquilla vita borghese. Ma molte cose, in questo 1982 alternativo, non sono andate com'era scritto. La guerra delle Falkland si è conclusa con la sconfitta dell'Inghilterra e i quattro Beatles hanno ripreso a calcare le scene. E con l'eredità Charlie ci ha comprato una macchina. Bellissima e potente, dotata di un nome e di un corpo, la macchina ha intelligenza e sentimenti e una coscienza propri: è l'androide Adam, creato dagli uomini a loro immagine e somiglianza. La sua stessa esistenza pone l'eterna domanda: in cosa consiste la natura umana? -
Miss Islanda
Nell'Islanda degli anni Sessanta una donna dovrebbe solo gestire la casa e occuparsi dei figli. O, al massimo, ambire al titolo di Miss Islanda. E questo vale anche per Hekla, la splendida ragazza che è appena arrivata a Reykjavík da un angolo remoto dell'isola. In tanti le suggeriscono di partecipare al prestigioso concorso di bellezza, ma i suoi sogni non prevedono fornelli, pannolini o coroncine: Hekla vuole diventare una scrittrice. Non basteranno un buon impiego, un gatto o l'amore di un poeta a farle cambiare idea. Hekla infatti porta il nome di un vulcano, ha un cuore inquieto e la forza di un fiume di lava incandescente. E ha il coraggio che serve a rifiutare una fascia da Miss o un destino imposto. Perché sa che solo attraverso la scrittura può essere libera, e trovare finalmente una «stanza tutta per sé». -
Il coltello
Harry Hole è di nuovo a terra. Ha ricominciato a bere, e da quando Rakel lo ha cacciato di casa abita in un buco a Sofies gate. Nell'appartamento ci sono soltanto un divano letto e bottiglie di whisky sparse ovunque. Ma Harry non è mai abbastanza sobrio da curarsene. La maledetta domenica in cui si sveglia da una sbornia colossale, non ha il minimo ricordo di cosa sia successo la notte precedente. Quel che è certo, però, è che ha le mani e i vestiti coperti di sangue. Forse, si convince, è diventato davvero un mostro. -
Elefante a sorpresa. Un'indagine di Hap e Leonard
Sotto le piogge tropicali dell'East-Texas, Hap e Leonard s'imbattono in una donna in fuga da una banda di malviventi dalla pistola facile. È albina, asiatica e ha la lingua mezza mozzata. Ma soprattutto, ha alle calcagna i sicari piú spietati della Dixie Mafia.Dopo anni trascorsi a combattere il crimine insieme, qualcosa tra Hap e Leonard è cambiato: Hap, fresco di nozze con Brett, è ora un uomo di famiglia e il peso delle violenze commesse in passato, anche se a fine di giustizia, si sta facendo insostenibile. Ma quando, durante una delle peggiori inondazioni della storia dell'East-Texas, i due soccorrono per caso una donna inseguita da un manipolo di delinquenti, l'antica sete di avventura sembra riaccendersi. La ragazza, in stato di shock, è sopravvissuta a un'esecuzione mafiosa e il boss e i suoi sgherri continuano a cercarla per impedirle di testimoniare contro di loro. Tra strade allagate, torrenti in piena e inseguimenti spericolati, Hap e Leonard dovranno mettere in salvo la ragazza e sbarazzarsi dei suoi nemici prima che i nemici catturino loro. Un ruggente caso da risolvere e una sfida che, una volta per tutte, metterà a durissima prova i due «eroi piú celebri» del noir. -
Pietro e Paolo
Prima erano inseparabili: Pietro figlio dei servi, Paolo dei padroni, un'adolescenza trascorsa in comunione con la natura, nel cuore vivo di una Sardegna selvaggia. I giochi, le parole pronunciate per conoscersi o per ferire, poi Lucia, «una giovane acacia selvatica»: sono tante le vie per scoprire chi sei, chi vuoi diventare, qual è la misura esatta del tuo potere. Quando Paolo viene chiamato alle armi, per una promessa che assomiglia a un patto di sangue si arruola anche Pietro, da volontario. Il suo compito è guardare a vista l'amico fragile, sorvegliarlo, proteggerlo. Le disparità nel loro rapporto ora non è più possibile ignorarle, s'impongono come le regole di grammatica che Paolo un tempo spiegava a Pietro: ci sono dei verbi, gli ausiliari, che permettono a tutti gli altri di spostarsi nello spazio e nel tempo. «Non lasciarmi» chiede Paolo, e Pietro forse lo tradirà o forse rispetterà la promessa, ma da quei giorni di bombe e combattimenti le loro vite, e quelle delle loro famiglie in Sardegna, cambieranno per sempre. Sino a quel mattino di gennaio in cui, ormai uomini fatti, si troveranno di nuovo uno di fronte all'altro. In una resa dei conti dove tradirsi o salvarsi può essere paradossalmente lo stesso gesto. -
La versione di Fenoglio
Un manuale sull'arte dell'indagine nascosto in un romanzo avvincente, popolato da personaggi di straordinaria autenticità: voci da una penombra in cui si mescolano buoni e cattivi, miserabili e giusti.«C'è un'umanità dolente e imperfetta, che sbaglia, delinque, a volte uccide. Carofiglio la sdraia sul lettino con la tecnica inesorabile dell'analista, ma lo fa con tutta la pietas di cui ci sarebbe tanto bisogno in questo tempo cattivo» – Massimo Giannini, la RepubblicaIl mondo reale ha poco a che fare con le trame dei romanzi polizieschi o delle serie tv. Esiste davvero, ed è un posto pericoloso.Pietro Fenoglio, un vecchio carabiniere che ha visto di tutto, e Giulio, un ventenne intelligentissimo, sensibile, disorientato, diventano amici nella piú inattesa delle situazioni. I loro incontri si dipanano fra confidenze personali e il racconto di una formidabile esperienza investigativa, che a poco a poco si trasforma in riflessione sul metodo della conoscenza, sui concetti sfuggenti di verità e menzogna, sull'idea stessa del potere. La versione di Fenoglio è un manuale sull'arte dell'indagine nascosto in un romanzo avvincente, popolato da personaggi di straordinaria autenticità: voci da una penombra in cui si mescolano buoni e cattivi, miserabili e giusti. -
Bianco
Se c'è qualcosa con cui Bret Easton Ellis se l'è sempre presa, in tutti i suoi libri, è l'ipocrisia, questo grande lubrificante che permette alla società di funzionare. Ma se per più di trent'anni l'ha fatto utilizzando gli strumenti del romanzo, per la prima volta con questo libro Ellis l'affronta nel modo più diretto possibile: mettendosi a nudo direttamente.Sintesi di autobiografia e satira sociale, ""Bianco"""" è una critica tanto affilata quanto spassosa di alcune delle piaghe che affliggono il nuovo secolo: l'ipocrisia elevata a galateo, il moralismo che sostituisce il giudizio estetico, la paura di esprimere un'opinione perché si finirebbe impallinati dai «giustizieri» dei social. E se quelle di Ellis non fossero solo provocazioni (o il cahier de doléances di un «maschio bianco» inconsapevole dei suoi privilegi), ma un invito a essere più sinceri, più autentici, a pensare con la propria testa senza preoccuparsi costantemente dell'opinione degli altri? Ellis non si accontenta di interpretazioni superficiali solo perché politically correct: """"Bianco"""" è un'indagine senza sconti nel rimosso dello spirito del tempo."" -
Le strade di Laredo
Carico di azione, violenza, umorismo e malinconia, Le strade di Laredo non è la semplice storia di un'estenuante caccia all'uomo, ma racconta un mondo brutale, in rapido cambiamento, dove i valori tradizionali come l'amore, l'amicizia, la fedeltà e la solidarietà verranno rifondati alla luce della nuova era che sta per nascere.«Lo scrittore che negli ultimi tempi ha inventato i western piú fantastici è Larry McMurtry» – Antonio D'OrricoTexas, ultimo scampolo dell'Ottocento. Gli infiniti spazi aperti su cui scorrazzavano le grandi mandrie del West sono ora solcati dai binari dei treni, e su quei treni viaggiano merci preziose che i banditi possono rubare. Per fermarne uno astuto e spietato come Joey Garza serve «il piú famoso Texas Ranger di tutti i tempi». Il capitano Woodrow Call è di nuovo in sella e, affiancato da compagni vecchi e nuovi, deve affrontare la piú insidiosa delle sfide: quella contro il tempo. Carico di azione, violenza, umorismo e malinconia, Le strade di Laredo non è la semplice storia di un'estenuante caccia all'uomo, ma racconta un mondo brutale, in rapido cambiamento, dove i valori tradizionali come l'amore, l'amicizia, la fedeltà e la solidarietà verranno rifondati alla luce della nuova era che sta per nascere. Una mirabile resa dei conti che, nello stile di Larry McMurtry, smonta qualsiasi stereotipo western. -
Leggenda privata
Non c'è scampo per chi scrive: anche se credevi di esserti già messo a nudo, il passato torna sempre. E stavolta chiede il conto. Un'«autobiografia horror» in cui l'autore sfida se stesso confrontandosi con il demone piú forte di tutti: la letteratura.L'Accademia dei Ciechi ha deliberato: Michele Mari deve scrivere la sua autobiografia. O, come gli ha intimato Quello che Gorgoglia, «isshgioman'zo con cui ti chonshgedi». Chiamando a raccolta tutti i suoi fantasmi e tutte le sue ossessioni (fra cui un numero non indifferente di ultracorpi), passa al microscopio i tasselli di un'intera esistenza: la propria. Un romanzo di formazione giocoso e serissimo che è anche un atto di coerenza verso le ragioni piú esose della letteratura. -
È quello che ti meriti
Finalista del Premio John Fante Opera Prima 2021Un romanzo potentissimo capace di ribaltare con forza tutti i luoghi comuni sull'amore. Puntando impietosamente la telecamera sulla ferocia che la delusione e l'offesa possono generare in una coppia.«Ha l’aria di uno di quei romanzi che hai una sola occasione nella vita per scrivere» - Grazia«Ma non ti viene mai voglia di mollarmi? In continuazione. E a te? In continuazione».Un matrimonio ferito e ostinato è una perfetta bomba a orologeria. È un duello in cui il cuore e la testa hanno sempre lo stesso peso, e l'intelligenza può perfino complicare le cose. Quali piccole e grandi crudeltà ci si può infliggere quando si sceglie di restare nonostante tutto, mentre la fede nuziale rotola nella tasca dei jeans e poi nel cassetto delle posate? La rabbia è una passione, e la violenza del tempo che Claudia e Antonio vivono insieme, anche quando si tratta di un tempo immobile, è capace di sconvolgere entrambi, trascinandoli verso un finale imprevedibile, quasi noir. Perché ci sono due misteri da risolvere, in questo libro. Uno è sentimentale: che cos'è questo amore? Qual è la sostanza che tiene legate due persone in bilico tra il bisogno reciproco e il desiderio di vendetta? Ma l'altro mistero riguarda una colpa che non può essere nascosta per sempre.Lui è in cima a una scala appoggiata a un albero del giardino. Improvvisamente la scala oscilla, lui cerca un appiglio tra i rami e non lo trova. Lei osserva quella schiena flettersi all'indietro, quelle braccia che ruotano nell'aria. Lui precipita a terra, non si rialza. I soccorritori lo legano alla barella, lo caricano sull'ambulanza e chiedono a lei di salire. Ma lei rientra in casa, si sfila il maglione e si mette a riordinare. È cosí che comincia questo potentissimo romanzo capace di ribaltare con forza tutti i luoghi comuni sull'amore. Puntando impietosamente la telecamera sulla ferocia che la delusione e l'offesa possono generare in una coppia. Quando lui, dopo l'infarto, torna dall'ospedale, tutti e due – come tenuti insieme da una colla invisibile – devono affrontare il dolore e i loro lati oscuri. L'unico linguaggio comune sembra essere fatto di poche parole fraintese e di molti gesti che nascono come carezze e finiscono per assomigliare a schiaffi. Un'escalation di crudeltà che lascia senza fiato. Barbara Frandino costruisce, scena dopo scena, un distillato d'intelligenza che arriva a toccare le nostre corde piú profonde grazie alla scelta di una voce femminile lucidissima e spietata, che procede per sottrazioni e smottamenti. È attraverso quella voce e attraverso gli occhi di Claudia che il lettore decritterà il doppio mistero del libro. E troverà qualcosa che lo riguarda da molto vicino. -
Il seminario. Libro XIX... o peggio. 1971-1972
Finora inedito in italiano, uno dei più celebri Seminari del grande psicoanalista.In questo Seminario Lacan tratta dell'uomo e della donna. Per essere precisi tratta del loro rapporto, a proposito del quale l'immaginazione ha da sempre alimentato piacevoli illusioni e struggenti passioni, e rispetto al quale la cultura ha prescritto, secondo i tempi, ciò che è bene e ciò che è male. In realtà sia la poesia, in modo suggestivo, sia la società, che accentua il disagio di questo rapporto, sono come dei veli che coprono un buco: un buco nel reale. Lacan propone un'inedita definizione: «Non c'è rapporto sessuale». Questo non vuole dire che non ci possano essere quei rapportini, cosí li chiama, che fanno la delizia e la croce del genere umano. Vuol dire invece che tra l'uomo e la donna non c'è, a priori, nessun accordo né armonia alcuna. Difetto che non dipende né dall'uno né dall'altra, poiché la chiave è da ritrovare soltanto in quello che Freud ha chiamato inconscio e che Lacan cerca di precisare sviluppando una nuova logica. È l'inconscio che rende impossibile che di due si arrivi a fare uno. Eppure l'uno-tutto-solo c'è. Al non c'è del rapporto sessuale si oppone il c'è dell'Uno, il quale è solo nel suo godimento, e questo vale per qualunque corpo parlante, che sia dell'uno o dell'altro sesso. Qui inizia l'ultimo insegnamento di Lacan. Sembra che Lacan ripercorra strade conosciute, e invece è tutto diverso: l'Altro non è quello che conoscevamo, e neppure il desiderio, addirittura neppure il godimento. L'inconscio stesso, che Lacan piú avanti chiamerà parlessere, si situa ormai sotto l'egida dell'Uno nella dimensione del Reale. -
I Viceré
Il formidabile esempio con cui si è misurato Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.Storia di tre generazioni della potente famiglia catanese degli Uzeda di Francalanza, di antica origine spagnola, pronta a tutto pur di conservare la supremazia anche nella nuova, contraddittoria Italia unita. Un'implacabile lezione di opportunismo politico. Eppure, a parte Capuana e Verga, Federico De Roberto ebbe pochi sostenitori e soprattutto un detrattore famoso, Benedetto Croce, che stroncò tutte le sue opere. La rivalutazione di De Roberto è cominciata solo dopo la Seconda guerra mondiale, con la pubblicazione di diversi saggi critici. -
Diario di un millennio che fugge
«Ogni pagina ci sorprende con la sua concentrazione ingegnosa, e con la ingegnosa invenzione di immagini e di figure» – Pietro Citati«Quando ha scritto Diario di un millennio che fugge, Lodoli doveva avere ventisei o ventisette anni: l'età, oggi, di un adolescente; e il libro ha la perfezione, l'assolutezza, la crudeltà, la disperazione dei libri degli adolescenti. Come loro, Lodoli ha chiesto tutto alla letteratura; e ha avuto tutto in dono da lei… Non voglio raccontare tutte le vicende, e comicissime, del libro: la fuga dalla casa, dal padre, dalla moglie, dalla realtà, dalla morte Ciò che importava, a Lodoli, era soprattutto inventare una voce a cui affidare il compito di dire io: voce sfacciata, proterva, disperata, furibonda, candida, metafisica. Questa voce è indimenticabile: la sua tensione non rallenta mai. Ogni pagina ci sorprende con la sua concentrazione ingegnosa, e con la ingegnosa invenzione di immagini e di figure.» (Pietro Citati) -
Vita meravigliosa
Cosa non devo fare / per togliermi di torno / la mia nemica mente: / ostilità perenne / alla felice colpa di esser quel che sono, / il mio felice niente.Fosse vissuta sei o sette secoli fa, nelle terre umbre dov'è nata, Patrizia Cavalli sarebbe stata senz'altro una delle grandi mistiche di quel periodo. Le sue esatte visioni verbali avrebbero narrato i misteri più sensibili della divinità, e le sue estasi, i suoi terrori e le sue ebbrezze sarebbero stati registrati e trascritti con devozione dai fedeli amici intorno a lei. Nei nostri tempi, invece, Patrizia Cavalli si è proposta il compito, più arduo, di dare parola ai misteri profani di cui tutti facciamo esperienza: all'indicibile nostalgia di settembre, che ogni anno, regolarmente, ci trafigge; al pulsare frenetico della «nemica mente», quando insegue e controlla ogni lieve mutamento del corpo; alla felicità che scende, come rugiada dal cielo, se una certa luce pomeridiana si mostra all'improvviso. In ogni verso, il ragionare poetico di Patrizia Cavalli non cerca, ma trova. Il suo ardente, ostinato desiderio conoscitivo non chiede altro che arrendersi, infine, dinanzi allo stupore e all'evidenza dell'apparizione poetica. ""Vita meravigliosa"""" rappresenta una summa della poesia di Patrizia Cavalli, attraverso le ossessioni ricorrenti, i temi e i molteplici registri stilistici che la caratterizzano. Insieme ai molti fulminei epigrammi, comici o filosofici (spesso le due cose insieme), compaiono i monologhi ipocondriaci, quasi teatrali, oltre alle tante poesie d'amore, non prive di ferocia descrittiva, e un breve poemetto, """"Con Elsa in Paradiso"""", dove la promessa - o la minaccia? - della vita eterna apre al poeta la possibilità terrestre di «abolire, non dico la realtà / ma ogni traccia di verosimiglianza». Poco importa che il poeta dica sempre 'io': quell'io è talmente dilatato, talmente elastico da includere nella sua lingua ogni cosa, purché esista e viva."" -
Un uomo migliore. Le indagini del commissario Armand Gamache
Nel mezzo di una delle peggiori alluvioni della storia del Québec, una giovane donna scompare di casa. Con le piogge che infuriano le ricerche andrebbero interrotte ma Armand Gamache si ritrova attanagliato da una domanda: cosa faresti se l'assassino di tua figlia girasse a piede libero?rn«Un uomo migliore conferma, e rilancia, lo splendore di questa serie». - The Timesrnrn«Conosco il Québec e i suoi simpatici abitanti. Montréal dal punto di vista criminale è bella tosta. Penny con Armand Gamache rende questo mondo affascinante». - Massimo CarlottornrnMentre Three Pines è travolta da piogge e inondazioni senza precedenti, Armand Gamache, in procinto di tornare a capo della Sûreté du Québec dopo essere stato sospeso, deve gestire una duplice emergenza: quella meteorologica, con fiumi in piena e dighe che rischiano di cedere in tutta la zona; e quella legata all'improvvisa sparizione di una ragazza, Vivienne Godin. Ha venticinque anni, è incinta e tra i sospettati della sua scomparsa c'è il marito violento e alcolizzato. Ma con i media che attaccano Gamache per la gestione della calamità e lo stato di allerta nella provincia, le indagini procedono a rilento. Eppure Gamache, che ha una figlia della stessa età di Vivienne, non può fare a meno di immedesimarsi nel padre, soprattutto perché qualcosa lo porta a credere che si tratti di omicidio.