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Chiaroscuro
Tagliente, comico, dirompente, tenero, l'esordio di Raven Leilani è il ritratto di una giovane donna afroamericana che cerca di dare un senso alla sua vita, ai suoi desideri e alle sue rabbie, in un'epoca di grandi cambiamenti e di nuove consapevolezze.«Così delizioso da sembrare illecito» – The New York Times Book Review«Micidiale» – Zadie Smith«Chiaroscuro è una rivelazione, ma non tanto per la misura della sua onestà, quanto per la voce dell'autrice, che riesce a farsi valere sia nella disciplina dello Sguardo Lucido sul Mondo che in quella, più complessa, della Scrittura Come Forma d'Arte» - Nicola H. Cosentino, la Lettura«Un affresco che incrocia il MeToo al Black Lives Matter» - Francesco Pacifico, RobinsonrnLa protagonista di questo romanzo di formazione, Edith, è una brillante ventitreenne afroamericana orfana di una famiglia disfunzionale. Condivide in subaffitto un appartamento a Bushwick, Brooklyn, timbra come impiegata in una casa editrice, unica ragazza di colore dell'ufficio, e fa scelte sbagliate in materia sentimentale. Nelle prime pagine la troviamo a chattare con Eric, un archivista digitale quarantenne in piena crisi di mezza età, di cui diventa l'amante. Eric ha un matrimonio aperto, e il sesso è così per Edith il campo dove verificare la distanza che la separa dagli altri mondi: lei è nera, giovanissima, non ha molto denaro; sente il peso delle parole altrui, cieche, irrispettose, che sanciscono l'impossibilità di superare le distanze. Le cose precipitano e diventano esplosive quando Edith perde il lavoro e, inaspettatamente, trova una strana alleata nella moglie di Eric, Rebecca, che la invita ad andare a stare nella loro casa in una periferia bianca ed elegante del New Jersey, anche per fare compagnia alla figlia Akila, una ragazzina afroamericana di dodici anni adottata dalla coppia. Sexy ed estremamente avvincente, Chiaroscuro è un romanzo di formazione, sui privilegi e le diseguaglianze di classe e di colore della pelle. -
Le balene mangiano da sole
Bicicletta, cuffie con la musica e via, verso la prossima consegna.rnCom’è la nostra vita, vista da chi ci consegna la cena?rnUn rider ventitreenne e un ragazzino.rnUn’amicizia un po’ improbabile.rnUn viaggio pieno di sorprese.rnrnNapoletano ventitreenne trapiantato a Milano, Gennaro Di Nola, detto Genny, di professione rider, ha l'abitudine di fare un gioco: indovinare il tipo di persona che gli aprirà la porta in base al cibo che ha ordinato. Quei pochi secondi in cui sbircia nella vita degli altri, fermo sulla soglia della loro casa, sono per lui una tentazione irresistibile, ed è difficile che sbagli a tracciare un profilo. Una sera però, contro ogni pronostico, incontra Luca, dodici anni, capelli a spazzola con un po' di crestina, maglia del Napoli e un secchio grande di pollo fritto di Crispy World da mangiare da solo. La madre è uscita, il padre non c'è mai stato: è in un posto lontano a nutrire le balene, o almeno così gli hanno detto fin da piccolo. Un'assenza che si riflette nei suoi occhi nerissimi e profondi, in cui Genny intuisce un dolore che in qualche modo li accomuna. Bastano poche battute perché il ragazzino riesca a convincerlo a entrare in casa per guardare la Champions League in tv. Di partita in partita, nasce così un'amicizia tenera e un po' surreale, inizialmente osteggiata dalla madre di Luca, restia a fidarsi di uno sconosciuto, e poi sempre più stretta. Finché Luca annuncia di voler andare a Napoli con Genny. Sarà insieme una grande avventura e un viaggio nel passato, per poi scoprire di essere a casa. -
Maschi e murmaski
Una libreria di Parigi molto originale. Un'appassionata libraia animalista. Un cliente misterioso che è il suo esatto opposto. Avventuroso, frizzante e sorprendente, un esordio irresistibile e ricco di colpi di scena.Alla libreria ""Claudine et les chats"""" – una grande vetrina che si affaccia sul canale Saint-Martin, due stanzoni luminosi e, ovunque, casse e cassette piene di libri, tutte rigorosamente eco-friendly – può e deve succedere di tutto perché «leggere non serve a niente, se non ci metti del tuo prima e dopo e non ti mette fame di vita». È la filosofia di madame Albertine, proprietaria del negozio e grande sacerdotessa del tout Paris alternativo da oltre sessant'anni. Ed è l'ideale e l'incubo di Babette, giovane libraia animalista e pasticciona, affascinata dalle stravaganze della titolare, ma intimorita dalla sua intraprendenza. Ogni terzo martedì del mese, alle cinque in punto, tutto dev'essere impeccabile da Claudine: è il giorno della visita dell'Orco, un amico di madame Albertine così ribattezzato per la sua aria scorbutica e accigliata. Freddo e distante, lui. Appassionata e impulsiva, Babette. Elizabeth e Mr Darcy. È amore, finché l'Orco si rivela tale dichiarandosi favorevole alla sperimentazione sugli animali: il massimo affronto per Babette, che raccoglie firme anti-vivisezione e vive con un porcospino che dorme nel cassetto della biancheria. È l'inizio di una rocambolesca corsa a ostacoli dove, in pieno stile """"Claudine"""", succede davvero di tutto. Tra irruzioni in un allevamento abusivo, improbabili feste in costume e una notte in un castello isolato nella tempesta e circondato da urla disumane, Babette finirà per entrare in un giardino segreto dove scoprirà che Arsenio Lupin era molto più sexy di Sherlock Holmes, che anche i porcospini nel loro piccolo si incazzano e che il vero amore, come la vera via di Kafka, «passa per una corda che non è tesa in alto, ma appena al di sopra del suolo e sembra destinata a far inciampare più che a essere percorsa»."" -
Quest'ora sommersa
Emiliano Poddi – abilissimo nell'alternare voci e registri – costruisce un romanzo forte, in crescendo, che racconta il male gettando luce sul suo rapporto con l'arte e la sua presunta neutralità, scritto senza mai cedere al sentimentalismo eppure così emozionante.«Un romanzo ambizioso, ben scritto e molto ben costruito» - Wlodek Goldkorn, Robinson«Ballerina, attrice nei film di montagna, regista di Hitler, fotografa e infine subacquea. Ho raccolto in un album le tue cinque vite, e sai, mi sembra davvero incredibile che centinaia di immagini tra loro così diverse stiano dentro un solo album, in una sola esistenza.»A centouno anni Leni Riefenstahl nuota tranquilla a quindici metri di profondità, alle Maldive: è la sua ultima immersione, l'ultima volta in cui potrà catturare con i suoi scatti le creature della barriera corallina. Appena dietro di lei c'è Martha Krems, biologa marina trentanovenne, che ha il compito di scortarla sott'acqua. In effetti, Martha non è lì per caso: è da moltissimo tempo che segue Leni, sia pure a distanza. Per anni ha raccolto notizie sulla ""regista di Hitler"""" e le ha riordinate in schede divise per argomenti – citazioni, abitudini sessuali, incidenti... –, tutti disperati tentativi di classificazione cui quella donna enigmatica sembra regolarmente sfuggire. In particolare Martha è ossessionata da Tiefland, un film che Leni ha girato nel 1941 utilizzando come comparse alcuni internati – soprattutto bambini – di un campo per rom e sinti, destinati, finite le riprese, alla deportazione ad Auschwitz. E ora, finalmente, Martha ha l'occasione di studiare Leni da vicino, di tornare indietro, di starle addosso. Di scoprire, forse, perché nel '41 ha fatto quello che ha fatto alla sua famiglia. Quest'ora sommersa mette in scena il confronto fra due donne diverse per età, origini, indole e scelte etiche. Autoritaria, manipolatrice, pronta a sacrificare qualunque cosa all'estetica la prima; figura dolorosa la seconda, che sceglie la vita contro la morte, la biologia contro la storia: entrambe immerse in un mondo liquido dove il respiro e i movimenti seguono altre leggi, dove un'ora può dilatarsi fino ad abbracciare cento anni."" -
Il libro delle case
Finalista al Premio Strega 2021Finalista al Premio Campiello 2021Un romanzo costruito come un'appassionante partita di Cluedo: i segreti di un uomo e di un Paese raccontati dalle case che li hanno custoditi. In un'opera unica per architettura, poesia e visionarietà, Andrea Bajani traccia il grande affresco di un'educazione sentimentale a metri quadri.«Un romanzo dalla struttura originale che, attraversando un'esistenza - i rapporti con i genitori, le amicizie, la famiglia, le scelte, la solitudine - attraversa cinquant'anni della storia del nostro Paese» - Cristina Taglietti, la Letturarn«Andrea Bajani prende tutte le case di una vita, le disegna daccapo, ne definisce angoli e perimetri, in una lunga e ipnotica perizia sentimentale» - Claudia Durastantirn«Bajani dissocia il suo lavoro dalla semplice narrativa riportandolo alla cifra più alta della letteratura» - Massimo Recalcati, la Repubblicarn«Andrea Bajani scandaglia come nessuno aveva mai fatto prima il luogo del mondo dove più abbiamo scoperto e amato, più siamo stati feriti, dove infine siamo diventati noi stessi» - Sandro Veronesi«In questo splendido romanzo Andrea Bajani fa della casa, o meglio delle case in cui ha vissuto, i luoghi privilegiati della propria storia. È la casa a definire la sua identità, in una sequenza di immagini intervallate nel tempo.» – Lella Baratelli per MaremossornLa vita che succede è soprattutto la vita nelle stanze.A quante parti di noi siamo disposti a rinunciare per continuare a essere noi stessi? E soprattutto: dove abbiamo lasciato ciò che non ci siamo portati dietro? Quali case lo custodiscono in segreto o lo tengono in ostaggio? Per raccontare la vita di un uomo, l'unica possibilità è setacciare le sue case, cercare gli indizi di quel piccolo inevitabile crimine che è dire ""io"""" sapendo che dietro c'è sempre qualche menzogna. Il libro delle case è la storia di un uomo – """"che per convenzione chiameremo Io"""" –, le amicizie, il matrimonio nel suo rifugio e nelle sue ferite, la scoperta del sesso e della poesia, il distacco da una famiglia esperta in autodistruzione. La storia di Io salta di casa in casa, su e giù nel tempo, ciascuna è la tessera di un puzzle che si compone tra l'ultimo quarto del millennio e il primo degli anni zero: è giovane amante di una donna sposata in una casa di provincia, infante che insegue una tartaruga in un appartamento di Roma mentre dalla tv si rovesciano le immagini di Aldo Moro sequestrato e del corpo di Pasolini rinvenuto all'Idroscalo; è marito in una casa borghese di Torino, bohémien in una mansarda di Parigi e adulto in carriera in un albergo londinese; ragazzo preso a pugni dal padre in una casa di vacanza, e studente universitario buttato sopra un materasso; poi semplicemente un uomo, che si tira dietro la porta di una casa vuota. Costruito come una partita di Cluedo o un poliziesco esistenziale, Il libro delle case è un viaggio attraverso i cambiamenti degli ultimi cinquant'anni, nelle sue geografie, nelle sue architetture reali così come in quelle interiori, i luoghi da cui veniamo e quelli in cui... -
A grandezza naturale
Usando il vocabolario come una macchina per attraversare il tempo, Erri De Luca ci racconta attraverso i secoli il nodo irrimediabile che lega genitori e figli, tessendo con queste storie un intimo dialogo personale.Da te, dovevo dirgli, da te ho preso e lasciato, restando figlio tuo, cranio da cranio, libri, vino e montagne.«In queste pagine unisco», chiarisce De Luca nell'introduzione, «storie estreme di genitori e figli». La narrazione si rinsalda nelle radici della storia tramandata: si inizia da Isacco, naturalmente, dalla mancanza di legittima difesa contro il padre – la legatura di Isacco, in ebraico così ci si riferisce a quello che noi di solito chiamiamo «il sacrificio», perché quel nodo stretto fra lui e Abramo è irreparabile. Nodo che sembra potersi sciogliere solamente diventando a propria volta genitori, «passaggio che fa scordare e slega dallo stato di figlio». Come succederà a Chagall, dopo aver dipinto il ritratto del padre – struggente il racconto dell'opera in queste pagine –, e come invece non potrà fare la figlia del vecchio nazista, nel tentativo estremo di mettersi al riparo dal torto del soldato scegliendo di non procreare. E come non succederà a chi racconta, rimasto figlio – nelle orecchie ancora il suono della camicia lacerata del padre come atto di dolore, rumore «amplificato a squarcio», reazione al suo allontanamento da casa. Tuttavia proprio per ciò egli è il narratore ideale di queste storie: «Ne sono estraneo a metà: senza essere padre, sono rimasto necessariamente figlio. Non ho sperimentato la responsabilità, la protezione, la prova di educare. Non cambio comportamento con un giovane o un anziano. Da figlio li considero alla pari, dei contemporanei. Da lettore e da scrittore lo divento delle storie che ho davanti». In A grandezza naturale Erri De Luca attraversa, «per esempi e dal basso», con il suo sguardo personale, con la sensibilità esperta e soprattutto con la prosa essenziale e stratificata, il rapporto cardinale alle origini dell'umanità e di ogni storia che si voglia raccontare. -
Fratellino
Scritto con voce pura, potentissima, Fratellino è la storia vera del viaggio di Ibrahima Balde, dalla Guinea ai Paesi Baschi. Un libro che ci porta in un altro mondo, con costumi, popoli, linguaggi e paesaggi diversi, che ci racconta una storia che pensiamo di conoscere ma che in realtà non riusciamo neanche a immaginare.rn«Amets Arzallus Antia è un bertsolari, ovvero un artista basco che improvvisa su un tema in rima e in metrica. Nel caso di Fratellino, titolo originario Miñán, il suo sforzo è stato quello di raccogliere una voce senza contaminarla: nessun artificio retorico, metafora, costruzione letteraria. Una voce nuda, che alterna parole in pulaar ( la lingua dell’etnia fula), in susu, in maninka, in francese… Parole senza traduzione perché ognuna appartiene a un mondo e tradurle significherebbe tradire. La fedeltà alla storia, alle lingue, alla voce interiore funziona così bene da intrappolarti: comprendi che dietro gli sbarchi non ci sono numeri, nomi, storie identiche una all’altra. Ci sono uomini e donne e bambini. E ci sei tu che leggi» - Stefania Parmeggiani, RobisonrnÈ alla ricerca del fratello piccolo, partito con l'intenzione di raggiungere l'Europa e mai arrivatoci, che Ibrahima Balde lascia la Guinea, il lavoro di apprendista camionista, per intraprendere un viaggio che non aveva intenzione di fare, ma che è comune a migliaia di africani. Il romanzo è la cronaca, lucida ed essenziale, della vita di Ibrahima Balde, da lui stesso raccontata, e trascritta dal poeta Amets Arzallus Antia. Una voce che ci fa conoscere, senza vittimismo ma in tutta la sua drammaticità, da chi l'ha vissuta in prima persona, cos'è la traversata del deserto, il traffico dei migranti, la prigionia, le torture, la polizia, il viaggio in mare, la morte. Una voce ferma, così chiara e profonda da diventare a tratti poetica, che ci racconta cosa significa conoscere la sete, la fame, la sofferenza. Esistono mille motivi e storie che portano una persona ad attraversare il Mediterraneo per cercare di raggiungere l'Europa. La disumanizzazione delle loro morti, espulsioni, vite illegali sembra necessaria per alimentare la nostra indifferenza. In realtà ognuna di queste vite è unica e pertanto universale e raccontarlo sottolinea proprio questo. -
Quello che possiedi
Un'antica villa sulle colline di Firenze. Dentro quelle stanze si è incagliata la vita di una donna che solo trovando il coraggio di rompere i legami con il passato può riscattare la propria esistenza e salvare quella della figlia.rnTroppa bellezza ammazza i luoghi e chi li abita.rnClotilde ha ottantadue anni e la malattia non l'ha cambiata troppo: è algida, elegante, impeccabile ed eccentrica come è sempre stata. Il tempo ha solo sbiadito i segni della sua bellezza. Olivia, sua figlia, è in piena crisi di mezza età: vegetariana, ossessionata dalla forma fisica, corre per non pensare al rapporto traballante con il marito e alla propria vita intrappolata in un vicolo cieco. Quando in una mattina di autunno Clotilde sparisce da Villa del Grifo, la dimora sulle colline di Firenze che appartiene da secoli alla famiglia, nessuno sa spiegarsi il perché. Anche da giovane amava partire a bordo della sua Lancia Aurelia in viaggi molto chiacchierati dagli avventori del bar tabacchi delle Tre Vie. Ma questa volta è diverso, tutti lo capiscono subito: questa fuga ha a che fare con la sua giovinezza. Nel suo passato è successo qualcosa di doloroso che ha sempre cercato di nascondere dietro le formalità e i rituali della vita altoborghese, tra mondanità e viaggi. Ora che la fine si avvicina, Clotilde deve fare i conti con i suoi demoni. E Olivia è inevitabilmente coinvolta nella ricerca della verità. Perché il passato della madre riguarda anche la figlia. Sua la scelta se continuare sulla strada delle menzogne e dei silenzi o prendere in mano il proprio destino, per dimostrare prima di tutto a sé stessa che ognuno è in grado di scrivere il proprio futuro e trovare la libertà. Caterina Soffici svela le ferite nascoste sotto una bellezza insidiosa per raccontare un'intensa storia di ribellione e riscatto al femminile. -
A fuoco lento
Ogni passione ha i suoi tempi. Continua la storia di Signoramia, tra consigli di cucina, esilaranti incidenti di percorso e colpi di scena.Fabio e Francesca si conoscono in un forum di cucina. Lui di Roma, lei di Milano. Lui single, lei sposata con figli. Lui ingegnere con una vita dinamica e senza vincoli, anche se a tratti solitaria; lei bibliotecaria con una vita congestionata dagli impegni e dalle responsabilità. Diversissimi, ma con una grande passione in comune: quella per i fornelli. Protetti dalle loro tastiere, si scambiano ricette, chiacchiere e infine confidenze. Gli ostacoli non mancano, primo tra tutti il fatto che Fabio, intimidito dalla prevalenza femminile nel forum, si sia inventato una falsa identità digitale e abbia finto di chiamarsi Maria. Ma dopo una scenata e un lungo digiuno epistolare, il rapporto sembra rientrare nei binari di una bella amicizia e complicità. Quando Francesca riceve un'offerta di lavoro che la porterebbe ad allontanarsi dalla famiglia e a passare tre giorni a settimana a Roma, gli equilibri faticosamente ritrovati iniziano a traballare. Fabio vuole aprire una trattoria e le propone di partecipare come guest chef in serate a tema, ma l'intesa in cucina vacilla ed emergono le differenze caratteriali. Un abbinamento ideale per uno, per l'altro è troppo osé. Una cottura al dente per uno, per l'altro è ancora cruda. E se fossero proprio i tempi a essere sbagliati? -
Quella gente
Primo romanzo di Chico Buarque dopo la definitiva consacrazione letteraria, ottenuta a seguito dell’attribuzione del premio Camões, e la polemica che ne è seguita, perché Bolsonaro si è rifiutato di firmare il diploma, Quella gente racconta la parabola di un uomo, riflesso del collasso di un paese che si sfalda: il ritratto del Brasile di Bolsonaro, un Brasile cafone, abitato da nuovi ricchi colti nell’attimo esaltante in cui si ritraggono in un selfie accanto al cadavere sforacchiato di un ladruncolo disceso dalla favela.Duarte è uno scrittore alle prese con le ossessioni di una vita che si sta per concludere: i fantasmi familiari (una madre bellissima, libertina e malata, un padre suicida, irreprensibile servitore dello stato), i divorzi da due donne agli opposti (una, traduttrice, paradigma dell'intellettuale sensibile e competente, l'altra, designer arrivista e modaiola), un figlio difficile, una sessualità imprigionata nella fatale esitazione fra Eros e Thanatos e soprattutto la scrittura – e l'incapacità di ritrovare l'ispirazione – come metafora del declino. Lo sfondo della vicenda di quest'uomo malinconico e a suo modo irresistibile è una Rio de Janeiro contemporanea, a cavallo tra il 2018 e il 2019, descritta nei suoi contrasti più stridenti: il quartiere esclusivo del Leblon, dove vive il protagonista, le sue spiagge circondate dalla corona di favelas inerpicate sulle colline circostanti: bellezza e marginalità, aspirazioni e frustrazioni di un luogo ancora intrappolato nelle sue antiche piaghe. Intorno a lui, a mo' di disingannato contrappunto alla sua parabola discendente, quella gente: il Brasile di oggi, il potere di una classe dominante sfrenata, incolta, disinibita e terribilmente immorale. -
in Primavera
Un emozionante romanzo sulla famiglia, la vita quotidiana, le sue gioie e le sue difficoltà.«Innamorarsi del mondo, rimanere sensibili, starci dentro» – The New York Times«Se non avete ancora provato Knausgård, provate ""in Primavera"""", è toccante e bellissimo, e capirete perché alcuni di noi sono impazziti per lui» – Los Angeles Review of BooksMentre in Autunno e in Inverno sono caratterizzati da brevissimi saggi che riguardano le osservazioni e le riflessioni di Knausgård su oggetti, ambienti circostanti connessi alla natura e al mondo materiale, in Primavera ritorniamo invece alla narrazione di più ampio respiro che ruota sulla famiglia dello scrittore, e in particolare sulla malattia della moglie. La cornice narrativa non è casuale, si concentra sulla giornata che si conclude la sera con la """"Valborgsmesseaften"""", tra il 30 aprile e il 1° maggio, quando in Svezia si festeggia l'arrivo della primavera con canti e falò. Knausgård è a casa da solo con i tre figli più grandi, di nove, otto e sei anni, e la piccola appena nata di appena tre mesi. Tocca a lui accudire tutti perché la moglie Linda è ricoverata in una clinica psichiatrica dopo aver tentato il suicidio con i barbiturici mentre è incinta per la quarta volta. Dopo aver accompagnato i figli a scuola, Knausgård è diretto all'ospedale per far visita alla moglie e insieme a lui c'è ovviamente la piccola. Durante questo viaggio di andata e ritorno racconta alla figlia tutto quello che è accaduto in famiglia prima di quel tragico ricovero, in positivo e in negativo, di come è stata concepita e del perché, dei suoi fratelli e della depressione cronica e bipolare della madre. Knausgård riprende i temi a lui cari e che hanno contraddistinto """"la sua battaglia"""". Allo stesso tempo la sua è come una dichiarazione d'amore continua nei confronti della piccola e dei figli, dell'amore che, come sottolinea in più occasioni, è incondizionato, non finisce mai e chiede nulla in cambio."" -
Cosa faresti se
Un romanzo corale, teso e coraggioso, che esplora gli interrogativi etici più urticanti, rendendoli accessibili nelle loro implicazioni a tutti i lettori. Pregio della scrittura sempre limpida di Gabriele Romagnoli.Avrebbero conservato verità differenti sulla decisione di quella notte, nessuna sarebbe sembrata loro innocente. Nessuno lo era.Cosa faresti se, nel tempo breve di una giornata o di un attimo, dovessi scegliere fra due alternative, ognuna critica, ognuna destinata a ridefinire l'idea di te stesso, a cambiare il destino tuo e altrui? Una scelta irresolubile eppure necessaria, come quella che si trovano costretti a prendere Laura e Raffaele, una coppia che desidera adottare un figlio e si ritrova a decidere in poche ore – una lunga, interminabile notte – se diventare genitori di una bambina gravemente malata. O come capita a Adriano, che un mattino si sveglia e scopre da un video sul cellulare che il figlio ha preso in prestito la sua auto e con essa ha investito una persona, uccidendola senza nemmeno fermarsi a prestare soccorso. Adriano, che da quando ha perso la moglie e il lavoro, è incapace di decidere qualsiasi cosa, esce di casa per cercare fuori da sé, un passo dopo l'altro, una risposta: denunciare il figlio o costituirsi al suo posto per salvarlo? Invece solo un istante è concesso a Giovanni, il tassista Urano 4, per prendere la risoluzione più importante... Seguendo quale ragionamento o intuizione, quale idea del mondo e di sé, Laura, Raffaele, Adriano, Giovanni e gli altri personaggi di questo romanzo – che il lettore scoprirà essere tutti sottilmente legati fra loro – potranno fare la loro scelta? Come arriveranno al catartico finale che li richiama in scena tutti insieme per scegliere ancora, giacché la vita è un percorso segnato da bivi etici? Nel divario fra essere autentici ed essere giusti temono di perdersi, perché ci sono nell'esistenza di ciascuno «deviazioni improvvise, circostanze inattese, scelte improbabili» davanti alle quali è impossibile quanto necessario farsi trovare pronti. Gabriele Romagnoli sonda con la consueta scrittura lucida e paziente la coscienza dei suoi personaggi, esponendola al lettore senza melodramma, senza esibita compassione, e proprio per questo con le loro storie ci interroga, risveglia domande complesse e sollecita i dilemmi morali che ci rendono umani. Cosa faresti se, ti ritrovi a chiederti... -
Il calamaro gigante
Fabio Genovesi racconta la vera storia del calamaro gigante e di chi lo ha cercato a dispetto di tutto, insieme a mille altre storie che come tentacoli si stendono dall'oceano a casa nostra. Ricordandoci che viviamo su un pianeta dove esistono ancora i dinosauri, come il celacanto, o animali come gli scorpioni che sono identici e perfetti da quattrocento milioni di anni, invitandoci così a credere nell'incredibile, e a inseguire i nostri sogni fino a territori inesplorati.Del mare non sappiamo nulla, però ci illudiamo del contrario: passiamo una giornata in spiaggia e pensiamo di guardare il mare, invece vediamo solo «la sua buccia, la sua pelle salata e luccicante». Forse perché appena sotto, e poi giù fino agli abissi, c'è una vita così diversa e strabiliante da sembrarci assurda, impossibile. Come per secoli è sembrata impossibile l'esistenza del calamaro gigante, il mostro marino che ha mosso alla sua ricerca gli esploratori più diversi. Come il sacerdote Francesco Negri, che nel 1663 a quarant'anni compiuti parte da Ravenna per la Scandinavia misteriosa, diventando il primo viaggiatore a raggiungere Capo Nord. O come il capitano Bouyer dell'Alecton (a cui si ispirerà Jules Verne per scrivere Ventimila leghe sotto i mari), che mentre naviga verso la Guyana nota all'orizzonte qualcosa di inaudito: è la prima testimonianza del calamaro gigante, dei suoi occhi enormi e intelligenti, dei tentacoli come terribili serpenti marini avvinghiati alla nave. Ma nessuno gli crederà. Sono pochi infatti gli scienziati che ascoltano le parole degli uomini di mare – naviganti, pescatori, indigeni... –, i più le credono bugie da marinai o allucinazioni collettive: quel che hanno visto contraddice tutte le teorie che abbiamo scritto finora, e quindi non l'hanno visto. Fabio Genovesi racconta la vera storia di questo impossibile, del calamaro gigante e di chi lo ha cercato a dispetto di tutto, insieme a mille altre storie che come tentacoli si stendono dall'oceano a casa nostra. Ricordandoci che viviamo su un pianeta dove esistono ancora i dinosauri, come il celacanto, o animali come gli scorpioni che sono identici e perfetti da quattrocento milioni di anni, invitandoci così a credere nell'incredibile, e a inseguire i nostri sogni fino a territori inesplorati. E lo fa mescolando le vite di questi esploratori stravaganti e scienziati irregolari – tra cui la pioniera Mary Anning, «colei che da sola ha cambiato la storia della Terra», e del suo cagnolino Tray –, alla storia privata di sua nonna Giuseppina, che a cena parlava con il marito morto da anni, della compagna delle medie che un giorno smette di camminare per non pestare le formiche, della bambina nata per un appuntamento mancato in gelateria. Ne emerge un pianeta che sembra una grande follia, ma se smettiamo di sfruttarlo e avvelenarlo, se smettiamo di considerarci un gradino sopra e capiamo di essere mescolati al tutto della Natura, ecco che diventiamo anche noi parte di questo clamoroso, smisurato prodigio, mentre su queste pagine navighiamo alla sorprendente, divertente, commovente scoperta delle meraviglie del mondo, e quindi di noi stessi. -
Alfredino, laggiù
A quarant'anni dalla caduta e dalla morte di Alfredino Rampi, Enrico Ianniello torna con un romanzo intessuto di commozione all'incidente che sconvolse il Paese. Lo seguiamo, sospesi tra la meraviglia e il disincanto, fra la dispendiosa fatica del presente e il misterioso serbatoio del passato.È fine maggio, Marco e Aurora compiono dieci anni. Durante la loro festa di compleanno, Marco cade su una recinzione procurandosi un taglio profondo alla gamba. «Papà, stai con me», sussurra all'orecchio di Andrea che corre a prenderlo tra le braccia. Poche parole che riportano bruscamente alla memoria di Andrea la vicenda di Alfredino Rampi, caduto in un pozzo a sei anni, nel 1981. A giugno la famiglia si trasferisce in collina, dove l'inquietudine di Andrea cresce: Alfredino diventa un'ossessione che non lo lascia più, il mondo di tutti i giorni gli appare incomprensibile. Finché il calendario segna il 10 giugno, data della caduta. Dopo una giornata difficile, Andrea finalmente va a dormire, spegnendo la luce con un clic. E lo ritroviamo imbragato, pronto per scendere a salvare Alfredino. Laggiù – o lassù che sia, perché le coordinate spaziotemporali non hanno più senso e l'unica guida è la stella Alfecca Meridiana, perfettamente al centro del buco ormai lontano – insieme al bimbo in canottiera a righe ritrova tanti personaggi legati alla propria vita: dal vecchio punk di paese senza un braccio alla giovane organista di cui era stato innamorato, che ora suona con le mani ricoperte di muschio; dal comico ipnotico e malinconico, piantato sul palcoscenico come un albero, alla squadra di calcio dell'oratorio fatta di ragazzini a cui ora crescono profumati gelsomini sotto le ascelle. Alfredino conduce Andrea in un viaggio che si sviluppa tra deserti notturni, sfavillanti centri commerciali desolati, parchi neoclassici ricoperti di neve e stradine di periferia dai profumi mediorientali, attraverso un paese interiore più ricco, brillante e pieno di riflessi della vita vera. -
Le furie
«Chi può stare nel giusto se non ha nulla da temere?»Le Furie, per gli antichi divinità della vendetta dai capelli di serpente, prendono la forma dei ricordi di una colpa antica che torna a tormentare il presente. Clementina è alla guida della sua auto in compagnia del figlio Matteo, quando scorge, dietro la vetrata di un ristorante, Leonardo. Sono trascorsi trent'anni dal loro ultimo incontro. Disorientata, manca un semaforo rosso e colpisce lo scooter di una ragazza per poi allontanarsi senza prestare soccorso. La visione di Leonardo riporta a galla in Clementina una relazione di abusi sessuali che non era mai stata in grado di definire violenza. Ma anche Leonardo riconosce Clementina, e nota quel ragazzo sul sedile del passeggero di cui non può che essere il padre. Matteo intanto, preoccupato per la ragazza investita nell'incidente, torna sulle sue tracce e inizia a frequentarla. Ironico e superficiale lui, impegnata in un centro antitratta lei: Matteo e Giulia, così diversi, si innamorano. Clementina non manca di deridere Giulia per le sue idee ""buoniste"""", eppure sarà proprio lo scontro fra le loro visioni del mondo a permetterle di definire e, forse, affrontare quella ferita rimossa… Sullo sfondo, con l'obiettivo di trovare l'assassino di una prostituta nigeriana, agiscono le Furie: un gruppo misterioso, che indaga nel passato degli uomini, accusati o condannati per violenze, e li punisce usando il metodo dantesco del contrappasso. Dopo Teorema dell'incompletezza, esordio molto apprezzato dalla critica, Valerio Callieri torna ad affondare nelle ferite irrisolte e dolorose della nostra società. Fra tensione, vendetta, poesia e ironia, un pulsante romanzo-contrappasso."" -
Il testimone chiave
Un carlino si dà alla fuga dopo aver fiutato che i suoi nuovi padroni intendono castrarlo. Niente di sorprendente... se quel cane non fosse il testimone chiave di un suicidio che in verità è un omicidio.Anna, Cantoni e Tonino vengono ingaggiati dai figli di un anziano suicida, Luigi Barani, per investigare su una possibile truffa testamentaria. Barani, industriale vedovo molto benvoluto, ha disposto infatti un lascito in denaro a favore della collaboratrice domestica e i due figli sono convinti che la donna abbia manipolato il padre a suo favore. Grazie al suo talento molto speciale, Anna trova ben presto il modo di interrogare il cane di Barani – un carlino con l'idea fissa del sesso –, scoprendo che la domestica è innocente, ma soprattutto che qualcosa di ben più grave si annida in quella morte. La sera del presunto suicidio il vecchio industriale non era solo in casa: una persona lo ha raggiunto e i due hanno avuto una breve conversazione - poche parole, dopo le quali Barani si è impiccato come eseguendo un ordine. La polizia, però, decide di non riaprire il caso: Cantoni non può certo dire che il suo testimone chiave è un cane, in fondo il suicidio di un anziano solo non stupisce nessuno... L'Agenzia si ritrova a proseguire in solitaria le indagini su incarico della collaboratrice domestica, che non ha mai creduto all'ipotesi del suicidio, mentre il carlino, fiutando che i figli del suo ex padrone hanno intenzione di castrarlo, fugge prima di svelare ad Anna altre informazioni decisive per la risoluzione del caso. Oltre all'indagine e all'indaffarato trantran casalingo con il marito Alessandro, il piccolo Luca e il gatto Banzai, Anna deve fare i conti con il padre, che si ammala, ha bisogno di lei e con il quale c'è tutta una vita da trattare da capo, vecchie ferite da ricucire e nuove forme di comunicazione da costruire. Per fortuna però, sia nella vita privata sia sul lavoro, può avvalersi dello sguardo non convenzionale degli animali di sempre e di quelli incontrati lungo la risoluzione di questo difficile caso: il cane carlino erotomane, una gatta junghiana frustrata dalla convivenza con una psicologa freudiana, una lucertola che si interroga sull'evoluzione del genere umano, un gruppo di pipistrelli che passa da un rave all'altro... -
Le bugie del mare
Questo romanzo che si legge come un film di Miyazaki o si ascolta come una delle Gymnopédies di Erik Satie, vi porterà in un paradiso perduto, su un'isola a largo del Kyushu, in Giappone, dove la natura è un tempio e ogni pianta, sasso e animale è venerato come una divinità. Un invito alla calma, al silenzio, alla contemplazione: un vero romanzo zen.Anni trenta, Giappone meridionale. Akino, giovane studioso di geografia antropica di un'università del Kyosho, si reca nella piccola isola di Osojima per svolgere ricerche sul campo. Presto il suo viaggio di studio si trasforma in un pellegrinaggio alla ricerca di se stesso e in una profonda riflessione esistenziale, all'indomani di una grave e triplice perdita (fidanzata, genitori e professore/mentore). La natura incontaminata dell'isola, la sua flora subtropicale, i leoni marini, i capricorni giapponesi, le numerose specie di uccelli fanno da sfondo al ""pellegrinaggio"""" del protagonista, affiancato da alcuni emblematici abitanti del posto e dal passato storico locale legato allo sciamanesimo, al buddhismo esoterico e allo shintoismo. Nel finale, ambientato circa cinquant'anni dopo e denso di sorprese, Akino trarrà le conclusioni sulla propria vita, ancora una volta grazie a Osojima e alla sua magia. Le bugie del mare è una perla rara nel panorama letterario nipponico odierno: una vicenda intensa e complessa, con richiami importanti alla storia e alla religione locali e ai loro misteri; ma al contempo è un romanzo sul senso della vita e sulla riscoperta dei suoi valori fondamentali, in questa nostra epoca sempre più alla deriva."" -
L' autore si spiega
Il premio Nobel José Saramago racconta sé stesso, riflette sui propri libri e sul proprio percorso letterario. Un prezioso volumetto per capire l'uomo, lo scrittore e la sua opera, arricchito da splendide fotografie, dall'infanzia all'immortalità letteraria.L'autore si spiega riunisce alcuni testi importanti di José Saramago sulla propria traiettoria. Dall'inedito La statua e la pietra, scritto in occasione di un incontro all'Università di Torino nel 1998, dove la metafora scultorea definisce le due grandi fasi della sua produzione, qui presentato da Pilar del Rio e seguito da un testo di uno dei massimi esegeti dell'opera del Nobel portoghese, Cronobiografia di Fernando Gómez Aguilera, ai Discorsi di Stoccolma, pronunciati dall'autore al ricevimento del premio Nobel per la letteratura, e una Autobiografia dove torna sulla sua traiettoria letteraria, punteggiandola con episodi chiave della sua vita che risalgono all'infanzia. La raccolta di questi testi offre non solo la visione dell'autore come punto di partenza per la comprensione di ogni suo libro, e per l'insieme della sua opera, ma anche una riflessione su questioni quali il rapporto tra vita e letteratura che, sebbene siano state affrontate dagli scrittori più diversi, non si esaurisce, proprio per la loro diversità, e che qui si rivelano come un vero esercizio poetico. Il libro ha anche un'appendice fotografica, con immagini di José Saramago in vari momenti della sua vita. -
Scusate il disturbo
Una raccolta di racconti uniti da un filo che attraversa amori e divorsi e finisce con la morte.«Il dominio tecnico su ogni parola di questi nove racconti – c'è l'Irlanda, c'è Parigi, ci sono i Golf Club vietati agli ebrei del profondo Sud nel quale Ford continua a tornare senza nostalgie sentimentali – è strabiliante: una moglie tradita smaccatamente dal marito gli chiede: ""Come pensavi che sarebbe andata a finire?"""", e l'unica risposta possibile è: """"Non lo so. Forse non ci ho pensato"""", frase che il marito (presto ex marito) pronuncia """"cercando di sorridere"""" e in quelle tre parole ci sono oceani, galassie di solitudini» – Matteo Persivale«Questa è l'America e Richard Ford è il suo cantore» – The Wall Street Journal«Richard Ford si sofferma sui rimpianti e le nostalgie di una generazione» - Mariarosa Mancuso, Robinson«Il dio dei racconti... Il lettore si affida alle mani capaci di un esperto» – The Sunday TimesScusate il disturbo è una raccolta di nove racconti, due dei quali sono quasi romanzi brevi, uniti da un filo che attraversa amori e divorzi e finisce con la morte. Gli ambienti, descritti con l'acuto spirito di osservazione per cui Ford è famoso, sono gli Stati Uniti del Sud e del Nord-est (Louisiana e Maine), New York, l'Irlanda, Parigi. I protagonisti sono uomini di mezza età con un bagaglio pesante di unioni e disunioni, tutti agiati, se non ricchi o molto ricchi, dopo brillanti carriere: senior citizens con grandi mezzi. Non ci sono giovani in questi racconti e, se ci sono, le loro apparizioni sono estemporanee: il tempo, per una figlia, di sfogare i suoi rancori prima di andarsene sbattendo la porta; il tempo, per una ragazza sconosciuta rischiosamente caricata in macchina da un vedovo un po' brillo, di studiare la nuova situazione e forse decidere qualcosa per il futuro."" -
Adesso mi arrendo e questo è tutto
Un viaggio ai giorni nostri nei territori degli apache e l’epica storia del capo indiano Geronimo e dell’atroce genocidio dei nativi americani.Nel 1836 il tenente colonnello Zuloaga dell'esercito messicano va all'inseguimento di una banda di apache che, in una razzia, ha rapito una donna, Camila. Zuloaga mette assieme un male assortito drappello di improbabili reclute, di cui fa parte persino una falsa suora che risulterà la più abile nel maneggiare la pistola. La narrazione delle disavventure dell'intrepido quanto improvvisato manipolo a caccia di apache nel vasto territorio tra deserti e montagne, che allora apparteneva interamente al Messico, si alterna al racconto dell'autore che ripercorre quei luoghi ai nostri giorni, da entrambi i lati della frontiera Messico-Usa, ricostruendo la storia di un popolo che scelse di estinguersi pur di non lasciarsi assoggettare, e la vita del più celebre capo apache, Geronimo: un uomo che fu guerriero suo malgrado e sciamano per scelta e destino, saggio nelle decisioni quanto audace nelle azioni. Un romanzo storico sulla dignità posta al di sopra di qualsiasi convenienza pratica, compresa la propria sopravvivenza, che alterna i toni epici alle riflessioni su due società contrapposte - quella messicana e quella statunitense - entrambe incapaci di comprendere la diversità culturale di una nazione indigena che si era dotata di leggi, forme di governo e credenze religiose, estirpata per sempre da uno spietato genocidio.