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Il castello di Ipanema
Nella Rio de Janeiro del XX secolo, le gesta di una ricca famiglia s'intrecciano con lo sviluppo di una delle zone più affascinanti e seducenti del mondo: Ipanema. Feste leggendarie, passioni, trame di potere, nella migliore tradizione lationoamericana.rn«Martha Batalha scrive con leggerezza e ironia. Nella miglior tradizione del realismo magico sudamericano» – Il Venerdìrn«A Ipanema c'era un castello. O almeno così dicono»rnrnRio de Janeiro, 1904. Johan Edward Jansson sbarca in Brasile in qualità di nuovo console svedese. Lui e la moglie Brigitta scelgono come domicilio una piccola stazione balneare lontana dal centro, che si affaccia sull'oceano con una lunga spiaggia bianca e immacolata. Johan decide di far costruire un castello per la sua famiglia e così ha inizio il mito di quella che diventerà una delle destinazione turistiche più apprezzate al mondo, sinonimo di bellezza, esotismo ed eccessi: Ipanema. Poco più di sessant'anni dopo, tutto è cambiato a Rio: le feste, la moda, la fortuna della famiglia Jansson e la mentalità delle nuove generazioni. Mescolando figure storiche e personaggi fittizi, da Brigitta, perseguitata da ""voci"""" nella testa, a Laura Alvim, una giovane ricca e viziata che sogna di fare l'attrice, al padre Álvaro, un medico rimasto vittima dei suoi stessi esperimenti, Martha Batalha intesse un romanzo che parla di pentimenti, memoria e resilienza e di come le scelte sbagliate di pochi possono colpire le vite di molti."" -
È la mia storia
Dall'autrice del romanzo di culto Niente, un nuovo romanzo filosofico, breve ma intenso, che indaga i limiti della nostra responsabilità nei confronti degli altri.rn«Possiamo sopravvivere a quello che ci fanno gli altri, non a quello che noi facciamo a loro»rnUna sera d'inverno, mentre la neve cade sulla città, un editore celebre e stimato legge le bozze di un romanzo che sta per mandare in stampa. Si tratta di un libro di enorme potenziale, opera di un autore già noto e amato dai lettori, che potrebbe aprirgli le porte del mercato internazionale. Quando una vecchia amica compare nel suo ufficio per rivelargli che il libro è basato su un episodio autentico, del quale è stata vittima durante un soggiorno in Africa come delegata delle Nazioni Unite, l'editore si trova di fronte a un dilemma. Deve pubblicare il libro e affrontare le conseguenze personali e politiche che si presenteranno? O deve rinunciare, annullando il lancio di un probabile bestseller internazionale? -
Storia di un fiore
Una giovane donna con la passione per la botanica. Un amore proibito. La scoperta di un fiore che lo renderà immortale. Ispirato alla storia della prima botanica spagnola, un inno alla vita, alla natura e a seguire sempre i propri sogni. rnrn«Uno dei libri più belli che abbiamo in libreria. Una storia d'amore proibito e di passione per la botanica che ci trasporta nell'Europa del XIX secolo» - Popular Librosrn«Era dai tempi di La ragazza con l'orecchino di perla e Seta che non leggevo un romanzo così elegante e delicato» - Abcrn«Storia di un fiore è un'oasi di pace e di bellezza: è scritto con la stessa semplicità di certi fiori, che non necessitano di grandi foglie o colori sgargianti per catturare la tua attenzione e diventare i tuoi preferiti. Non perdetevi questa meraviglia» - De lector a lectorrnrnrnSpagna, 1879. Alla Solariega, la grande casa di campagna della famiglia Ruiz de Peñafiel, tutti sanno che è impossibile tenere a bada la signorina Alba. Curiosa e intelligente, trascorre le giornate all'aria aperta, le gote arrossate dal vento della Sierra e l'orlo della gonna sempre inzaccherato. La botanica è la sua grande passione, e perlustra le valli alla ricerca di fiori per la sua collezione, che cataloga in modo minuzioso. Alba ha ereditato l'amore per la natura dalla madre, che crede fermamente nell'emancipazione e nell'educazione femminile e vuole che le figlie, costrette per tutto l'inverno al rigore di Barcellona, d'estate siano libere di coltivare i loro interessi. Un giorno alla Solariega giunge notizia dell'arrivo del botanico tedesco Heinrich Wilkomm. Il famoso studioso sta lavorando a un libro destinato a rivoluzionare la botanica e vuole includere la flora locale. L'amore per la scienza che lui e Alba condividono si trasformerà ben presto in qualcosa di proibito, segreto e indimenticabile che, come il fiore che scopriranno insieme, avrà radici così forti e profonde da poter crescere anche fra le pietre. -
Lontano dagli occhi
Vincitore del premio Viareggio-Rèpaci 2020, sezione NarrativaGiovane intellettuale, autore raffinato e firma di diverse testate, Paolo Di Paolo torna con un romanzo magnetico, struggente. Una storia universale e intima sul peso delle radici e su come diventiamo noi stessi. rn«Di Paolo riesce a immaginare le esistenze dei protagonisti, dà corpo alle ombre, le modella con la sua scrittura controllata e intima prendendo su di sé la loro genesi.» – La Letturarn«Tenero, fine intelligente... Uno dei migliori scrittori del nostro Paese» - L'Espressorn«Scrive con tocchi di pennello che magicamente fanno vedere quel che non è del tutto segnato» - Internazionalern«Niente ci accomuna come l'essere figli»rnTre storie diverse, la stessa città – Roma, all’inizio degli anni ottanta – e lo stesso destino: smettere di essere soltanto figli, diventare genitori. Eppure Luciana, Valentina, Cecilia non sono certe di volerlo, si sentono fragili, insofferenti. Così come sono confusi, distanti, presi dai loro sogni i padri. Si può tornare indietro, fare finta di niente, rinunciare a un evento che si impone con prepotenza assoluta?rnLuciana lavora in un giornale che sta per chiudere. Corre, è sempre in ritardo, l’uomo che ama è lontano, lei lo chiama l’Irlandese per via dei capelli rossi.rnValentina ha diciassette anni, va alle superiori ed è convinta che da grande farà la psicologa. Appena si è accorta di essere incinta, ha smesso di parlare con Ermes, il ragazzo con cui è stata per qualche mese e che adesso fa l’indifferente, ma forse è solo una maschera.rnCecilia vive fra una casa occupata e la strada, porta un caschetto rosa e tiene al guinzaglio un cane. Una sera torna da Gaetano, alla tavola calda in cui lavora: non vuole nulla da lui, se non un ultimo favore.rnA osservarli c’è lo sguardo partecipe di un io che li segue nel tempo cruciale della trasformazione. Un giro di pochi mesi, una primavera che diventa estate. Tra bandiere che sventolano festose, manifesti elettorali che sbiadiscono al sole e volantini che parlano di una ragazza scomparsa, le speranze italiane somigliano a inganni. Poi ecco che una nuova vita arriva e qualcosa si svela.rnLontano dagli occhi è una dichiarazione d’amore al potere della letteratura, alla sua capacità di avvicinare verità altrimenti inaccessibili. Ricostruendo con la forza immaginifica della narrazione l’incognita di una nascita, le ragioni di una lontananza, Paolo Di Paolo arriva a rovesciare la distanza dal cuore suggerita dal titolo. Una storia sul peso delle radici, su come diventiamo noi stessi. -
Flush. Biografia di un cane. Ediz. a colori
Un capolavoro della letteratura anglosassone in una versione speciale illustrata.rnrn""Un vero classico canino"""" - The Guardianrnrn""""La più riuscita incursione dell'immaginazione umana nella sensibilità canina"""" - The SpectatorrnrnVirginia Woolf racconta la vita di una delle più grandi poetesse inglesi, Elizabeth Barrett, vista attraverso gli occhi del suo cocker spaniel, Flush."" -
Volpe 8
Una meravigliosa favola che diverte e commuove sull'avidità e sulla natura. Una storia ricchissima di questioni etiche fondamentali per capire il presente e costruire un futuro.rnrnUna novella, un apologo in forma epistolare che va dritto al cuore del problema della convivenza fra esseri umani e animali, del rapporto fra la natura e i suoi abitanti. La storia è narrata da un peloso quattrozampe entrato in contatto con i cosiddetti esseri civilizzati. Una volpe gentile e sognatrice che con il suo sguardo inedito riesce nell'impresa di commuovere, divertire e far riflettere per mezzo di un'originale e improbabile eloquenza. -
La stagione dell'ombra
Questo potente romanzo delinea i primi giorni del traffico transatlantico di schiavi da un punto di vista nuovo: quello di una popolazione sub-sahariana. Prix Femina 2013, prima vincitrice africana nella storia del premio.rnrnSiamo in Africa sub-sahariana, da qualche parte nell'interno, nel villaggio del clan dei Mulongo. Una notte, un incendio devasta il villaggio e scompaiono dodici giovani uomini. Dove sono finiti? Chi è responsabile? Una delle madri, Eyabe, continua a sognare un paese fatto di acqua e lascia il villaggio alla ricerca del figlio. Il capotribù Mukano si mette in viaggio con la sua scorta per chiedere notizie alla regina bwele, la tribù vicina con cui intrattengono pacifici scambi commerciali. Suo fratello Mutango invece si allontana perché vuole approfittare della situazione e prendere il comando del villaggio grazie all'aiuto del popolo vicino. Lungo il tragitto, i tre personaggi iniziano a intuire una terribile verità: un popolo straniero giunto dal mare rifornisce di armi da fuoco gli abitanti della costa, in cambio di esseri umani. Léonora Miano ci fa conoscere un mondo che si regge sul culto dei morti e degli antenati, sui riti di purificazione e d'iniziazione, un mondo fatto di magia e superstizione, in cui il dio sole cambia nome nel corso della giornata segnando lo scorrere del tempo e le donne si aggiustano la capigliatura prima di andare a dormire per non fare brutti sogni... -
Goldstein. Le indagini di Gereon Rath. Vol. 3
Un thriller mozzafiato sullo sfondo di una città sull'orlo dell'abisso.rnrnBerlino, 1931. La crisi economica si aggrava, il conflitto fra nazisti e comunisti diventa sempre più violento e in città infuria una guerra fra bande di criminali rivali, mentre il commissario Gereon Rath, per fare un favore ai colleghi dell'Fbi, deve tenere sott'occhio Abe Goldstein, un gangster americano in città per motivi oscuri. Come se non bastasse, viene coinvolto da Charly, la sua eterna non fidanzata, nelle indagini su un misterioso furto di gioielli al grande magazzino KaDeWe finito male, con uno dei rapinatori che è precipitato dal cornicione. Ritroviamo qui i personaggi degli altri suoi romanzi, cui si aggiunge il sorgere sempre più violento della caccia agli ebrei, delle bande di nazisti, dell'opposizione ai comunisti e della crisi dell'economia tedesca. -
Peter Holtz. Autoritratto di un uomo felice
La peculiare storia di Peter Holtz: nato nella Repubblica democratica tedesca, convinto comunista, finisce per diventare multimilionario, malgrado se stesso. Un'esilarante satira del capitalismo.rnrnFin dall'infanzia in un collegio della Ddr, Peter Holtz si distingue per una ligia ed entusiasta adesione al verbo comunista, più tardi condita da uno slancio cristiano. Vuole il bene di tutti, l'abolizione del denaro e della proprietà privata. Peccato che il suo zelo sortisca spesso un effetto contrario a quello voluto. Per giunta una strana fortuna sembra perseguitarlo. Nel 1989 la rivoluzione tanto agognata pare finalmente realizzarsi, ma il risultato è inaspettato: l'economia di mercato sembra contraddire il corso del mondo come lui l'aveva previsto. E gli procura ricchezze inaudite, trasformandolo in un imprenditore di successo. Che si fosse impegnato per la causa sbagliata? O per la causa giusta, ma percorrendo la strada sbagliata? -
Favole da riformatorio
Attingendo alla tradizione classica delle favole, e stravolgendola, Ugo Cornia scrive e riscrive venti fabliaux contemporanei, rispettandone per argutezza lo spirito antico ma attualizzandone la critica sottesa ai comportamenti e ai costumi del nostro vivere. rnrnLupi sfrattati o in pensione, alci disoccupate che si ammalano di depressione, Raperonzolo, Cipollonzolo e Pomodoronzolo rapiti dalla jihad agroalimentare, un gattino che vuole diventare il gatto con gli stivali ma non ha i soldi per comprarsi gli stivali... Attingendo alla tradizione classica delle favole, e stravolgendola, Ugo Cornia scrive e riscrive venti fabliaux contemporanei, rispettandone per argutezza lo spirito antico ma attualizzandone la critica sottesa ai comportamenti e ai costumi del nostro vivere. Senza mai rinunciare alla leggerezza e a uno stile piano, accessibile, queste favole si aprono spesso allo scavo profondo dei sentimenti - per esempio ne La favola della cicogna, che «dopo una vita di lavoro indefesso, ormai stanca di tutto, aveva sviluppato in sé il sentimento dell'estrema tragicità dell'esistere, cosa che nella sua testa si traduceva nella frase ""meglio sarebbe stato il non esser mai nati""""». Non manca neppure l'ironia nei confronti di alcune mode editoriali, come nella favola che chiude la raccolta - quella dei personaggi di favole famose che un bel giorno hanno voluto lasciare la propria favola per trasferirsi in un noir."" -
Fine
Lo straordinario e mostruoso ultimo volume della serie monumentale di Karl Ove Knausgård, La mia battaglia.rnrn«Forse l'opera letteraria più significativa dei nostri tempi» - The Guardianrn«È uscito l'ultimo volume del colossale memoir dell'autore norvegese, che in totale conta 4.145 pagine. Dentro c'è tutto: una mappa in scala uno a uno della sua vita, convinto che la sincerità corrisponda alla verità. Ma non è detto» - La LetturarnKnausgård descrive il periodo particolarmente turbolento antecedente la pubblicazione del primo volume de «La mia battaglia» che coinvolge sia la sua vita familiare sia la sua identità di scrittore. Durante la stesura del romanzo non aveva pensato né tenuto conto di come avrebbero reagito le persone coinvolte e descritte nel testo. Lo zio però si incaponisce e si prodiga per distruggerlo, accusandolo di mentire già nell'esposizione di fatti che secondo lui non sono mai esistiti. Il suo intervento costringe Karl Ove a togliere il nome del padre dal romanzo, dove può nominarlo ricorrendo unicamente alle parole ""mio padre"""". A partire da questo, Knausgård comincia a meditare sull'importanza che il nome ha nell'identificare una persona reale e/o un personaggio, si sofferma su due poesie di Paul Celan scritte dopo la fine del nazismo e così dà inizio a una lunga riflessione sul Mein Kampf e sul nazismo, che Knausgård si sforza di leggere non come viene visto con gli occhi del """"dopo"""", di chi sa che quelle parole si sono trasformate in un'ideologia dell'odio che si è materializzata in morte e distruzione, ma con gli occhi del momento storico, culturale, politico contingente alla sua stesura e di chi era Hitler allora, un giovane disilluso, artista mancato, dotato di un ego enorme, narcisista, che non amava essere contraddetto, ma che non era ancora l'incarnazione del male che sarebbe diventato in seguito. L'ultima parte del romanzo affronta la crisi familiare scatenata dalla malattia di Linda, che soffre di disturbo bipolare, e dalle sue reazioni nel momento in cui legge quello che il marito ha scritto di lei nei libri precedenti."" -
La legge del sognatore
Tutto è lecito, come di notte, nei sogni. Ma una logica implacabile e finissima regge le architetture oniriche. Un grande omaggio di Pennac a Federico Fellini, un gigante del cinema italiano che con il sogno ha dialogato tutta la vita. rnrnSe solo mia madre mi avesse presentato a Federico Fellini!rnrnDaniel Pennac ha dieci anni, è in vacanza sul massiccio del Vercors con i genitori e l'amico Louis. Sopra il lettino di Daniel troneggia un poster con il disegno di un sogno di Fellini, un regalo del regista quando la madre lavorava a Cinecittà. Forse influenzato da un'intuizione che aveva condiviso poco prima con l'amico, il piccolo Daniel quella notte sogna che la luce è un liquido e che sgorga dalle fonti, e inonda prima l'abitazione e il salotto dove troneggia una statua di san Sebastiano, e poi dilaga per le strade, sommergendo tutta la cittadina, chiesa compresa. Molti anni dopo, ormai due uomini maturi, i due amici si ritrovano nella stessa stanza da letto e Louis propone a Daniel di fare un'escursione e andare a fare il bagno lì vicino, come facevano da bambini. Dopo essersi immerso nell'acqua gelida del lago, sotto il pelo dell'acqua, Daniel riscopre lo stesso paese sommerso del sogno d'infanzia, con la stessa chiesa, la casa con la statua di san Sebastiano, e le due strade dai nomi evocativi, rue du Repos e rue de la Paix. Cosa può aver provocato quel sogno premonitore infantile? Deve essere stata l'influenza di Fellini: allora Daniel decide di mettere in scena al Piccolo di Milano uno spettacolo sui sogni, un omaggio a Fellini, una festa che riunisca tutta la sua famiglia allargata e la popolazione di Milano, in un grande carnevale felliniano che culmina all'Arco di trionfo del Sempione. Ma forse anche questo era un sogno. Infatti, la madre di Daniel amava molto i film di Fellini, ma non ha mai lavorato a Cinecittà. E la città sommersa? E san Sebastiano? rnrnIn equilibrio fra sogno e realtà, il libro è un tributo all'amato Fellini e all'amarcord personale dell'autore e della sua tribù immaginaria e reale. -
La volpe era già il cacciatore
Sono gli ultimi tempi prima della caduta del regime di Ceaučescu. Adina ha in casa una pelle di volpe. Un giorno si accorge che in sua assenza è scomparsa la coda. È l'inizio, Adina è stata presa di mira dai servizi segreti.rnrn«Quando il collage è completo, il lettore comprende che ognuna delle storie, ogni volo stilistico e fatto brutale sono stati necessari per raffigurare una società a pezzi» – The New York Timesrn«In tutti i libri la forza della prosa di Müller sta nel coraggio e nell'abilità di ridurre la parola al ruolo di ancella delle immagini» - Wlodek GoldkornrnSono gli ultimi tempi prima della caduta del regime di Ceauçescu in Romania. Adina fa la maestra, e ha in casa una pelle di volpe. Un giorno si accorge che in sua assenza è scomparsa la coda della volpe. È l'inizio: la prossima a scomparire è una zampa, poi un'altra. Adina è stata presa di mira dai servizi segreti. Pubblicato per la prima volta in Germania nel 1992 e finora mai tradotto in Italia, il romanzo si sviluppa attraverso una successione di quadri ed episodi – evocati con straordinaria potenza da una scrittura secca, ipnotica – che raccontano la storia di Adina, dell'amica Clara e del suo amante Pavel, informatore della Securitate, e del musicista Paul. Fino al crollo della dittatura. La minaccia, tuttavia, non cessa: chi è la volpe – e chi il cacciatore? -
Ragazzo italiano
Finalista al Premio Strega 2020. Finalista al Premio Asti d'Appello 2020.rnrn«Troncati i legami con il nido,rneliminati in pratica obblighi e doveri,rnNinni, con suo intimo stupore,rnscoprì che rimaneva ed esisteva altro.rnEsisteva lui.»rnrnLa vita di Ninni, figlio del dopoguerra, attraversarnle durezze da prima Rivoluzione industriale dellarnprovincia lombarda, il tramonto della civiltà ruralernemiliana, l’esplosione di vita della Milano socialdemocratica.rnE insieme Ninni impara a conoscere le insidie deglirnaffetti, la sofferenza, persino il dolore, che si cela anchernnei legami più prossimi. Da ragazzino, grazie alla nonna,rnscopre di poter fare leva sull’immenso continente dirnesperienze e di emozioni che i libri gli spalancanorndi fronte agli occhi. Divenuto consapevole di sérne della sua faticosa autonomia, il ragazzo si scava,rnall’insegna della curiosità e della volontà di sapere,rnquello che sarà il proprio posto nel mondo.rnNella storia di Ragazzo italiano si riflette la storiarndell’intero Paese, l’asprezza, la povertà, l’ansia di futuro,rnla vicenda di una generazione figlia della guerra marndeterminata a proiettare progetti e sogni oltre quellarntragedia. Un’Italia dove la scuola è la molla di promozionernsociale e il futuro è affollato di attese e di promesse.rnUn’Italia ancora viva nella memoria profonda del Paese,rnnelle vicende familiari di tanti italiani. Ferrari le restituiscerncorpo e respiro senza indulgenze e senza compiacimenti,rncon uno stile cristallino e non di rado crudo, con unrntimbro di coraggiosa sincerità. Capace di esprimerernla freschezza del protagonista e di una moltitudinerndi personaggi lampeggianti di futuro.rnrnProposto per il Premio Strega 2020 da Margaret Mazzantini: «""Ragazzo italiano"""" è un libro scritto con uno spirito fanciullesco, nel senso più nobile del termine. Per me avrebbe potuto intitolarsi anche “Giovane”.rnIl giovane preso per mano lungo queste pagine, negli anni della sua crescita: un antieroe fragile, un bambino che vive circondato da donne, educato da donne, fasciato innanzitutto di stupore. E giovane è anche lo sguardo del narratore che torna ad accostarsi a quel bambino, poi ragazzino, poi ragazzo, nelle tre parti che compongono il romanzo. Ferrari riporta, ricrea in maniera formidabile, dialoghi che sono tranches di vita, che fanno pensare a certi quadri espressionisti, a certe fotografie di umile gente messa in posa. Hai la sensazione di stare in quelle case, con quelle persone. I dialoghi sono arterie vitali nascoste sotto il tessuto narrativo di un mondo che comunica con noi attraverso queste voci. Quel tessuto narrativo, poi, possiede una grazia d'altri tempi, connaturata a un'epoca più timida. Un'Italia più giovane, più sprovveduta, l'Italia partorita dalla guerra, con il suo grande gregge di reduci. Mentre Ninni avanza di statura, il mondo intorno muta violentemente, e s'intravede già molto di quello che sarà – il tempo dell'accumulo insensato, della solitudine dei molti, della disgregazione sociale – attraverso la finestra che questo romanzo di formazione apre e lascia aperta. Gian Arturo Ferrari ha scritto un vero romanzo. Perché alla fine cosa si chiede a un romanzo? Una ricreazione, nel senso dello svago, della nobile pausa nell'esercizio della vita quotidiana, ma anche la ri-creazione di un mondo comune, attraverso uno sguardo e una visione, che ricostituisca un involucro vitale. Perché, in questa polverizzazione culturale che ci sposta sempre un... -
Teresa degli oracoli
Le cose invisibili e i segreti non perdonano mai la distrazione e la fretta.rnrn""Ci portiamo dietro il passato come le balene che nel grasso della pancia conservano le ossa di quando camminavano. Mentre nuotano, enormi balene, i pesci le guardano e non sospetterebbero mai che quei grandi animali al loro fianco prima respiravano aria e camminavano sulla terra. Forse neanche le balene lo ricordano, ma lo sanno dentro. Lo sa il loro corpo e quel segreto lo custodiscono nella pancia, sedimentato nel grasso di quella nuova vita. Anche Teresa si portava addosso i suoi segreti come le balene""""rnrnrnrnTeresa custodisce da sempre un segreto di cui è ormai l'unica depositaria. È vecchia, ostinata, e quando intuisce che la sua mente e la sua memoria si sono fatte labili, decide di non mettere a repentaglio ciò che ha tenuto nascosto per una vita intera. Così una sera si sdraia nel letto e non si alza più: per dieci anni, """"zitta e immobile, fissava quello che gli altri chiamavano vuoto e che lei aveva imparato a interpretare"""". La sua famiglia però, ostinata, porta il letto al centro del salotto e dell'esuberante vita della casa, che è tutta al femminile: oltre a Teresa, ci sono le figlie, Irene e Flora, la cugina Rusì, la badante peruviana Pilar e Nina, la nipote. È lei a raccontare la loro storia, che inizia nel momento in cui la nonna si sta spegnendo e le cinque donne le si stringono intorno per vegliarla. Prima di andarsene, Teresa regala loro quattro oracoli - uno portato dal vento (come quello che indicò a Ulisse la via del ritorno), uno scritto sulla sua pelle (come la tradizione tramanda sia avvenuto a Epimenide), uno fatto di nebbia e di poesia (come al cospetto della Pizia di Delfi), uno che diventa fulmine (secondo la tradizione della Sibilla Eritrea)... Sono oracoli che sciolgono il nodo che blocca le loro esistenze, liberandole dalle paure, dal senso di colpa, dal passato, dall'incapacità di affacciarsi sul proprio futuro. E, liberando le loro esistenze, Teresa libera finalmente se stessa."" -
Malinverno
Un romanzo sul potere delle storie, dell'immaginazione e dell'amore, pieno di incanto verso i libri.rn«Un romanzo nel quale ci s'imbatte in personaggi e situazioni straordinarie» - Ermanno Paccagnini, La Lettura«Domenico Dara è al suo terzo romanzo e dimostra oltre a fantasia e sapienza di intrecci narrativi, anche una forte carica introspettiva, una capacità grande di scavare nelle piccole vicende umane fino a trasformarli in eventi degni di nota» - Giusto Truglia, Famiglia Cristianarn«Mi sembrò per un attimo che ogni cosa nel mondo, anche i pensieri, anche i sentimenti, anche i morti avessero la loro giusta collocazione nell'universo. anche io, Astolfo Malinverno, l'unico bibliotecario guardiano di cimitero che l'umanità abbia mai avuto.»rnrnCi sono paesi in cui i libri sono nell'aria, le parole dei romanzi e delle poesie appartengono a tutti e i nomi dei nuovi nati suggeriscono sogni e promesse. Timpamara è un paese così, almeno da quando, tanti anni fa, vi si è installata la più antica cartiera calabrese, a cui si è aggiunto poco dopo il maceratoio. E di Timpamara Astolfo Malinverno è il bibliotecario: oltre ai normali impegni del suo ruolo, di tanto in tanto passa dal macero, al ritmo della sua zoppia, per recuperare i libri che possono tornare in circolazione. Finché un giorno il messo comunale gli annuncia che gli è stato affidato un nuovo, ulteriore impiego: alla mattina sarà guardiano del cimitero e al pomeriggio starà alla biblioteca. Ad Astolfo, che oltre a essere un appassionato lettore possiede una vivida immaginazione, bastano pochi giorni al cimitero per essere catturato dalla foto di una donna posta su una lapide. Non c'è altro; nessun nome e cognome, nessuna data di nascita e morte. Col tempo Astolfo è colto da un quasi innamoramento e si trova a inseguire il filo del mistero racchiuso in quel volto muto. Attorno a lui si muovono i lettori della biblioteca, gli abitanti di Timpamara e i visitatori del cimitero, estinti e in carne e ossa, con le loro storie comiche, tenere, struggenti – dal ""resuscitato"""" alla ragazza rimasta vedova alla vigilia delle nozze, che tinge l'abito nuziale di nero e chiede ad Astolfo di unire lei e il trapassato in matrimonio."" -
Qualityland. Per ottimisti
In un futuro prossimo dove tutti i processi decisionali sono automatizzati, un uomo ha la sfacciataggine di fare una scelta per conto suo, con conseguenze globali. Ci sono due versioni di questo libro, uno per ottimisti e una per pessimisti. In quella per ottimisti l'autore sembra suggerire che la tecnologia ci salverà.rnrnQualityLand è un luogo dove predomina la qualità e la tecnologia risolve ogni problema. I robot aiutano nelle faccende quotidiane e sul lavoro senza nemmeno doverglielo chiedere, e quando hanno anche solo un difettuccio, be', si demoliscono e se ne acquistano di nuovi. Le persone, classificate in livelli dal sistema, non devono neppure preoccuparsi di cercare l'anima gemella, perché ci pensa un programma informatico a elaborare miliardi di informazioni e far incontrare i due soggetti con la massima affinità possibile. Sembra tutto così semplice e perfetto, finché un giorno Peter, titolare di un negozio di rottamazione di robot, riceve un oggetto per drone, un prodotto che è sicuro di non desiderare e decide di fare di tutto per restituirlo. Ma se Peter ha ragione allora l'algoritmo che ha fatto in modo che gli fosse recapitato ha torto e vengono meno le fondamenta stesse di Qualityland. Ci sono due versioni di questo libro, una in chiaro e una in scuro. Nella versione per gli ottimisti, l'autore sembra suggerire che la tecnologia ci salverà, mentre in quella per i pessimisti propone il contrario. -
Carlo è uscito da solo
Dopo il successo di Le tartarughe tornano sempre, un emozionante romanzo di formazione che affronta con delicatezza e sensibilità il tema del bullismo. Con una grande storia d'amore.rnrn«Finalmente un vero, nuovo scrittore italiano» - Il Sole 24 Orernrn«Un autore che dimostra di saper guardare l'animo umano» - la RepubblicarnrnCarlo ha trentatré anni e non esce mai da solo. Non rivolge la parola agli sconosciuti e conta tutto: le briciole sul tavolo, le gocce d'acqua sulla finestra, le stelle in cielo. ""Una linea retta è una serie infinita di punti"""", così gli ha detto anni prima la professoressa delle medie, ma non l'ha avvisato che alcune rette possono essere interrotte. Come la linea rassicurante della sua vita, che un giorno è andata in pezzi e da allora non è più stato possibile aggiustarla. Per questo ora Carlo si circonda di abitudini e di persone fidate: ha costruito un muro tra lui e il mondo esterno. Finché, una mattina, incontra Leda, la nuova ragazza del bar dove fa sempre colazione con il padre, ed è lei a creare una crepa nel muro, a ridargli un raggio di speranza. Nelle loro durezze, nei loro spigoli, riconoscono il reciproco dolore, stringono una tacita alleanza e cercano la forza per affrontare i ricordi e lasciarsi andare. Il racconto di un ragazzo e una ragazza danneggiati dalla vita, la storia tenace di un uomo che non si arrende e di una donna che potrebbe aiutarlo a rinascere, a darsi una possibilità. A uscire da solo, per non essere più solo."" -
Giorni terribili
Dodici storie che affrontano cosa significa vivere nei nostri imperfetti, fragili e affamati corpi umani.«Una tagliente raccolta di racconti da un'autrice sempre bravissima» – Zadie SmithUn nuovo libro di A.M. Homes è sempre un evento. Soprattutto se poi si tratta di racconti, una formula narrativa che le è particolarmente congeniale. Con il suo stile solo in apparenza cinico e spregiudicato, con il suo umorismo graffiante che cela uno sguardo pieno di compassione e tenerezza, la scrittrice americana torna a indagare i rapporti di coppia e le dinamiche famigliari con dodici storie che portano in primo piano il cuore profondo dell'America del secondo millennio. A volte fulminanti nella loro brevità, a volte più distese, tutte hanno in comune la capacità di cogliere l'essenza di un rapporto, l'anima di un personaggio, le crude dinamiche di un ambiente sociale. Che si tratti di un artificiere in missione in Afghanistan o delle occulte paure di una famiglia di Los Angeles, di due vecchi amici che si ritrovano a una conferenza sul genocidio o di vincere alla lotteria una candidatura alla presidenza, le storie di Homes spiazzano e divertono, mordono e commuovono, penetrano sotto la superficie restando a lungo nei nostri pensieri, a interrogarci e a stupirci per l'infinita varietà e meraviglia del genere umano. -
Qualityland. Per pessimisti
In un futuro prossimo dove tutti i processi decisionali sono automatizzati, un uomo ha la sfacciataggine di fare una scelta per conto suo, con conseguenze globali. Ci sono due versioni di questo libro, uno per ottimisti e una per pessimisti. In quella per pessimisti l'autore sembra suggerire che la tecnologia ci distruggerà.rnrnQualityLand è un luogo dove predomina la qualità e la tecnologia risolve ogni problema. I robot aiutano nelle faccende quotidiane e sul lavoro senza nemmeno doverglielo chiedere, e quando hanno anche solo un difettuccio, be', si demoliscono e se ne acquistano di nuovi. Le persone, classificate in livelli dal sistema, non devono neppure preoccuparsi di cercare l'anima gemella, perché ci pensa un programma informatico a elaborare miliardi di informazioni e far incontrare i due soggetti con la massima affinità possibile. Sembra tutto così semplice e perfetto, finché un giorno Peter, titolare di un negozio di rottamazione di robot, riceve un oggetto per drone, un prodotto che è sicuro di non desiderare e decide di fare di tutto per restituirlo. Ma se Peter ha ragione allora l'algoritmo che ha fatto in modo che gli fosse recapitato ha torto e vengono meno le fondamenta stesse di Qualityland. Ci sono due versioni di questo libro, una in chiaro e una in scuro. Nella versione per gli ottimisti, l'autore sembra suggerire che la tecnologia ci salverà, mentre in quella per i pessimisti propone il contrario.