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Nollywood. L'industria video nigeriana e le sue diramazioni transnazionali
Il volume ricostruisce la genesi e lo sviluppo dell'industria video nigeriana detta Nollywood, un sistema che produce 1000-1500 film ogni anno e li distribuisce direttamente in formato home-video. I video di Nollywood circolano in quasi tutta l'Africa sub-sahariana, nei Caraibi, in Nord America, in Canada e nella maggior parte dei paesi europei. Hanno dato vita a nuove forme di pan-africanismo, grazie alla combinazione tra il modo con cui sono prodotti e distribuiti e i valori estetici, culturali e sociali che essi veicolano. È un tipo di pan-africanismo ben diverso da quello promosso dai grandi portavoce della lotta anticoloniale, ma non per questo si dimostra meno efficace e influente. Il grande successo internazionale di Nollywood ha riaperto il dibattito su cosa significhi ""essere africani oggi"""" e sulle trasformazioni sociali e culturali che hanno attraversato l'Africa negli ultimi anni."" -
Politiche e riforme della scuola in Italia. Linee di sviluppo storico
Il volume nasce dalla revisione di ""Scuola e politiche educative in Italia dall'Unità ad oggi"""" (Liguori, Napoli, 2003). Prende corpo, così, un testo che si configura come agile strumento di formazione per quanti (studenti, ma non solo) vogliano maturare una cultura e una consapevolezza di base, in direzione diacronica, del modello di scuola che via via è stato presentato ed attuato nel nostro Paese dall'Unità ad oggi. Una storia della scuola e delle politiche educative che, attraverso il nesso tra la storia delle idee e la storia delle istituzioni educative e il riconoscimento del rapporto inscindibile tra pedagogia e politica, considera l'una e l'altra nelle loro molteplici interazioni con il contesto sociale (economia, ambiente, vita quotidiana)."" -
Economia senza società. Oltre i limiti del mercato globale
Dalla divisione del lavoro, oggi si è arrivati alla frantumazione del sociale. La vita è scissa in compartimenti a volte contraddittori con ogni progetto d'unità sociale e personale. La ragione tecnica porta con sé un'ideologia non dichiarata che promuove la passività pervasiva e finisce per dominare i rapporti sociali. Nei confronti delle macchine la razionalità umana arriva però in ritardo perché l'agire umano è lento e imperfetto. La proposta della razionalità economica è invece attraente perché, astraendosi, ignora ogni problema spazio-temporale. Ha validità globale e non ha data di scadenza, ma per descrivere sinteticamente l'andamento delle sue variabili deve porsi fuori dall'ambito dell'umano, deve rompere ogni solidarietà con la storia, la cultura e il territorio. La razionalità economica provoca una violenta riduzione, costringendo i fenomeni a interagire all'interno della sua struttura di senso. È qui che la sociologia deve segnalare come ogni riduzione comporti un restringimento del campo della realtà e quindi un confine che argina i possibili e restringe la libertà. -
La nascita rubata. Le origini del pensiero violento sulla donna e sul bambino
La nascita rubata è una accurata ricostruzione storica, filosofica e psichiatrica che fa luce sul pensiero violento che ha da sempre investito donna e bambino e che nasce dall'idea di una natura umana originariamente malata. Viene proposta la possibilità della cura basata sulla Teoria della nascita, che parla di una uguaglianza originaria degli esseri umani e una importante ricerca sull'origine del linguaggio. A partire dalla prima immagine della nascita, il primo anno di vita del bambino è caratterizzato da un pensiero per immagini fantasioso e creativo, che poi ritroviamo, di notte, nei nostri sogni. -
Fuori corso. Profili di militanza novecentesca
Se il tempo è giunto per un bilancio del Novecento letterario ormai alle spalle, molti sono i nomi che mancano all'appello. A volte si tratta di scrittori assai famosi in vita e poi caduti nell'oblio, altre volte di maltrattati, riconosciuti talora in un'inutile fiammata postuma, oppure di firme di valore mai veicolate dall'industria culturale: in ogni caso, nella labile galleria della memoria collettiva le pareti bianche sono davvero accecanti. Gli scrittori in vario modo 'dimenticati' che qui passiamo in rassegna (insieme al ritratto corale di una città stereotipata e desueta come Napoli) appartengono a due gruppi generazionali - Vittorini Jovine Bonfantini; Pomilio Troisi Striano - che fra l'oppressione del fascismo e la pressione dei conformismi del dopoguerra rivendicano un'orgogliosa quanto difficile autonomia dalla Chiesa di turno. Siamo di fronte a destini tipicamente novecenteschi, caratterizzati dal complesso e impervio intreccio tra dati esistenziali, art istici, politici. -
La città della cura. Ovvero, perchè una madre ne sa una più dell'urbanista
La città della cura è la città dei corpi nella loro plurale vulnerabilità, con le loro relazioni e la loro fame di bellezza. Le nostre città sono ancora molto distanti da questo traguardo. Quello che manca sembra essere proprio uno sguardo capace di partire da un altro paradigma, un modello che tenga conto delle relazioni che reggono in equilibrio l'integrità della vita delle persone. La cura è il paradigma necessario che offre insieme un punto di vista privilegiato sulla città e un modello di governo capace di operare nella complessità cui quello sguardo apre. Non può esserci città della cura senza una civiltà della cura condivisa tra donne e uomini; questo testo ha l'ambizione di scindere le competenze della cura dall'idea di ""femminile"""" e dal destino delle donne e vuole far prendere parola politica alla cura. A partire dall'esperienza della cura è possibile dire una parola autorevole sulla città, sui suoi tempi e i suoi spazi, affrontare il progetto urbano con un sapere differente."" -
Lisa
Questo racconto di Lipman è perfettamente autonomo, ma prosegue idealmente la narrazione delle vicende del gruppo di ragazzi già protagonista del ""Prisma dei perché"""", alcune delle quali esplicitamente richiamate all'interno del testo. In questo caso, però, il punto di vista privilegiato è quello di Lisa, anziché di Aristide. Il racconto si legge volentieri. Si parla soprattutto di fatti e circostanze riguardanti la vita ordinaria, ma i ragazzi sperimentano anche avventure e disavventure particolari, sotto forma di eventi felici e tristi. Costante è la riflessione sui diversi vissuti, svolta nel nome della ragione, ma non mancano emozioni, anche forti, positive e negative, oppure sentimenti legati all'amicizia, all'amore. La storia si chiude con una festa in classe, durante la quale tutti danzano, inclusi alcuni docenti. Età di lettura: da 12 anni."" -
Analogie. Il medium pubblicità. Vol. 3
La pubblicità, medium essenziale della metropoli immateriale, elettrica, digitale. Attraversando l'arco storico del linguaggio e delle tecniche pubblicitarie questo libro arriva ad esplorare gli scenari attuali, fra pervasività/inabissamento dell'advertising e ritorno allo storytelling, fra la nuova centralità di Internet e i metodi di progettazione e gestione pianificata della comunicazione. Un percorso di riflessione e analisi mediologica sul più esteso, ibrido e metamorfico tra i mondi dei simulacri, insieme agli strumenti introduttivi e divulgativi utili alla sperimentazione concreta. -
Trittico sulla metamorfosi. Kipling, Wells e Garnett
Il volume si incentra sull'analisi di un filone letterario della cultura inglese tra Ottocento e Novecento, di cui sono rappresentative alcune opere di Rudyard Kipling (The Mark of the Beast, 1890), Herbert George Wells (The Island of Doctor Moreau, 1896), David Garnett (Lady Into Fox, 1922), le quali affondano le comuni radici nell'espressione dell'intrinseca relazione uomo/bestia propria della cultura positivistica dell'epoca. Lo studio sviluppa una documentazione critica delle opere considerate, collocandole nel proprio contesto storico-sociale, nel vaglio interpretativo della letteratura secondaria, nel riferimento agli antecedenti letterari, che esercitano un'ispirazione e un'influenza diretta e indiretta sul filone considerato. Particolare attenzione è rivolta alle matrici culturali del tempo, che pervadono i plot narrativi degli autori considerati, ricostruendo le componenti della cultura positivistica di ispirazione evoluzionista, biologista, animalista, che ne influenzano le scelte letterarie. -
L' ombra del divino. Tra religione, filosofia e mito: Omodeo, de Martino, Croce
Il volume ricostruisce parte del complesso itinerario attraverso cui lo storicismo italiano si confronta, problematicamente, con l'idea di religione. In questa prospettiva si analizza l'opera di tre dei suoi maggiori rappresentanti: Adolfo Omodeo, Ernesto de Martino e Benedetto Croce, approfonditi nelle interazioni con personaggi come R. Otto, G. van der Leeuw, G. Gentile e Agostino d'Ippona. Ne emerge uno scenario composito e proteiforme, in cui, muovendo dalle pagine della ""Storia delle origini cristiane"""" di Omodeo, passando poi per quelle di """"Storia e metastoria"""" di de Martino, giungendo, da ultimo, al """"Perché non possiamo non dirci «cristiani»"""" di Croce, l'autrice dischiude le feritoie di una filosofia che, seppur impegnata a ricondurre a ragioni umane il mondo della storia, non può fare a meno di provarsi col divino."" -
Piccoli spazi urbani. Valorizzazione degli spazi residuali in contesti storici e qualità sociali
Questo libro offre alcuni spunti di riflessione sulla natura e sul significato degli ""spazi residuali urbani"""", piccoli luoghi dimenticati, spesso degradati perché scarsamente utilizzabili a causa delle loro caratteristiche localizzative, dimensionali, morfologiche o semantiche (spazi di risulta, lotti non edificati, spazi di rispetto lungo e in prossimità di corsi d'acqua che attraversano le città, ecc.). L'obiettivo è di comprendere e definire, per poterli successivamente recuperare ad un ruolo e ad un uso pubblico, gli spazi residuali che si trovano nel cuore delle città, nelle loro parti più antiche e consolidate. È opinione degli autori che gli spazi residuali, soprattutto se progettati secondo una logica di sistema, possano trasformarsi da """"problemi"""" a potenziali """"attivatori di percorsi di rigenerazione urbana e sociale"""", offrendo un utile contributo al miglioramento della vita in città."" -
Teatro (1920-1930). Vol. 3: vita artistica tra Rivista, Piedigrotta e Sciosciammocca, La.
La difficile reperibilità delle commedie di Vincenzo Scarpetta, non ha consentito, fino ad oggi, di conoscere la feconda e brillante produzione iniziata a fine '800 e proseguita ininterrottamente fino a metà anni '40. Per colmare almeno in parte questo vuoto e permettere agli amanti del genere di riscoprire un grande nome del teatro napoletano, la curatrice propone la trascrizione fedele di alcune commedie inedite, scritte nei primi tre decenni del '900. Nel primo volume dell'opera sono state presentate quattro commedie scritte tra il 1910 e il 1920: 'O tuono 'e marzo, Statte attiento a Luisella, La vendetta di Ciociò e 'O guardiano 'e muglierema. Nel secondo volume, sono state proposte cinque commedie scritte tra il 1900 e il 1910: Ddoje gocce d'acqua, È femmena o è diavolo?, L'Albergo del Serpente o Tanta guaje pe durmì, La Signorina Cochelicò e Il Signor... 39. -
Ernst Troeltsch. Religione, etica, filosofia della storia
L'introduzione a questo volume è affidata alle pagine sapienti di uno dei maggiori studiosi di Troeltsch come Giuseppe Cantillo. È lì che il lettore troverà l'individuazione sicura delle linee principali nell'itinerario di ricerca di Troeltsch e l'ampia contestualizzazione e illustrazione scientifica dei saggi a lui dedicati che innervano il libro. Qui sia invece consentito a uno dei curatori (insieme con lo stesso Cantillo, Anna Donise e Edoardo Massimilla) di prendere brevemente la parola solo per collocare il nostro volume in una cornice per così dire ""istituzionale"""", che è allo stesso tempo culturale. Il libro che si presenta al pubblico dei lettori risale al convegno su """"Religione, etica e filosofia della storia nel pensiero di Ernst Troeltsch"""" svoltosi nel novembre del 2016 nella sede prestigiosa della Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli in stretta collaborazione col Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università """"Federico II"""". Si tratta di una sinergia che - spesso allargata all'altra grande accademia che abita la casa comune di via Mezzocannone 8, e cioè l'Accademia Pontaniana attualmente presieduta da Fulvio Tessitore - ha prodotto e produce tutta una serie di rilevanti iniziative ed attività, che stanno a testimoniare la vivacità non legata all'effimero di un determinato ambiente della cultura accademica e universitaria napoletana. Basta dare una scorsa all'elenco delle «manifestazioni ospitate», da qualche tempo puntualmente riportato nell'Annuario della Società Nazionale, per avere una piccola ma significativa riprova di quanto si sta dicendo. Ad esempio, proprio nelle settimane immediatamente precedenti e successive all'appuntamento troeltschiano la Società Nazionale ha, tra l'altro, anche ospitato il simposio su """"Natura e cultura nelle scienze dell'uomo"""" (si tratta del XVII Colloquio internazionale nel quadro della Convenzione che lega l'Università """"Federico II"""" di Napoli con la Heinrich-Heine-Universität di Düsseldorf) e un ciclo di proiezioni, in lingua originale, del famoso sceneggiato televisivo con regia di H.W. Geißendörfer tratto dallo Zauberberg di Thomas Mann. Sono iniziative che si segnalano anche per ricordare il forte e tradizionale legame della cultura partenopea con il mondo tedesco (si pensi alla figura di Benedetto Croce, che fu, come tutti sanno, uno dei maggiori accademici napoletani). Ricordo con piacere che alle tre proiezioni dello Zauberberg ha assistito anche un gruppo piuttosto folto di studenti, soprattutto di filosofia, i quali hanno poi attivamente e con competenza partecipato alle discussioni. Non si tratta di un caso isolato. La presenza giovanile e studentesca, rinnovatasi pure in occasione del convegno su Troeltsch, è ormai divenuta una costante della Società Nazionale (si pensa anche alle «olimpiadi» di matematica). È dunque ormai frequente che, entrando in Accademia, se ne trovino le antiche e severe sale frequentate non solo da maturi accademici ma anche popolate da giovani studenti, che entrano così in contatto, spesso per la prima volta, con un'Istituzione carica di storia e di tradizione. È uno spettacolo che fa bene. È opportuno spendere una parola anche sulla collocazione editoriale del nostro libro troeltschiano, che esce nella serie ormai cospicua dei «Quaderni» dell'«Archivio di Storia della Cultura», la rivista fondata e diretta da Fulvio Tessitore che,... -
Il vampiro dei titoli
Una raccolta di alcuni racconti brevi di genere fantastico scritti dall'autore in anni di formazione che devono molto alla città di Napoli in cui ha insegnato per venti anni sino a diventarne cittadino onorario. In più di 50 anni di partecipazione ai grandi temi e conflitti della modernità e della post-modernità come saggista e docente (Federico II di Napoli, Sapienza di Roma, IULM di Milano), Alberto Abruzzese ha mutato la sua vocazione disciplinare passando da una sociologia dell'immaginario collettivo (metropoli, cinema e televisione) a una mediologia dei nuovi linguaggi delle reti digitali. Le passioni deliranti raccolte in queste pagine richiamano il suo romanzo ""Anemia""""."" -
La «baroccaggine» del mondo. Sui romanzi di Gadda
Le letture di Gadda si sono soprattutto concentrate sulla lingua, poi sul pensiero filosofico: questo volume, pur dando il necessario rilievo anche a tali aspetti, si addentra nel vivo dei romanzi gaddiani per portare alla luce le loro concrete tematiche: i traumi della guerra e del dopoguerra, i rapporti problematici col fascismo, la satira antiborghese, la celebrazione della pienezza vitale contro ogni mortificazione, il vagheggiamento dei valori del passato contro un presente ignobile, l'analisi del «dolore» del soggetto e l'esplorazione del «pasticcio» del mondo fenomenico, la fissazione irritata e affascinata sul «barocco», la fusione di tragico e di comico. Ampio spazio è riservato all'indagine sulle strutture del racconto: le tendenze digressive e centrifughe, l'intreccio babelico di voci e punti di vista, il gioco metaforico e metamorfico, che dissolvono ogni aspirazione a una costruzione organica tradizionale. -
Archivio di storia della cultura (2018). Vol. 31
L'«Archivio di storia della cultura», fondato da Fulvio Tessitore e diretto da Fulvio Tessitore con Domenico Conte e Edoardo Massimilla, esce con cadenza annuale dal 1988, e dal 1997 è pubblicato per i tipi della Liguori. Nato attorno a un progetto teorico maturato nell'ambito del neostoricismo italiano - quello di una rinnovata ""storia della cultura"""" che cerca di abitare davvero lo spazio creato e lasciato aperto dalla crisi, anzitutto logica e conoscitiva, degli statuti tradizionali della storiografia e della ricerca filosofica - l'«Archivio», nei suoi anni di vita, ha assunto senza remora alcuna il carattere mobile e permeabile dei confini che separano fra loro le numerosissime """"storie particolari"""", prestando attentamente ascolto a tutte le voci che non rifiutano la verifica filologica e documentaria."" -
Finzione e memoria. Pirandello modernista
Il libro propone una nuova interpretazione di Pirandello, che sfida i luoghi comuni del pirandellismo in un'ottica comparata e attenta alla concretezza dei testi. Ogni capitolo parte da un elemento estremamente concreto: un ricamo nascosto nella trama del Fu Mattia Pascal, un motivo libero che rivela, en abîme, aspetti centrali di un romanzo ancora poco letto come i Quaderni di Serafino Gubbio operatore, la genesi di un tema tipicamente novecentesco come quello dell'amnesia, oppure un procedimento formale (la narrazione simultanea) da un secolo in qua sotto gli occhi di tutti ma a cui nessuno aveva prestato attenzione, come la lettera rubata di Poe. È a partire da questi spunti, e dalla loro interpretazione, che si offre al lettore un'idea complessiva del modernismo pirandelliano: per comprendere meglio l'opera di questo grande scrittore nel quadro della letteratura europea della prima metà del Novecento, ma anche per mostrane l'attualità nel tempo presente. -
L' abbandono scolastico
Dopo ""Droga. Uso abuso dipendenza"""" e """"Internet. L'amico pericoloso"""", il terzo volume della collana affronta la tematica dell'abbandono scolastico, un """"buco nero"""" in cui cadono i ragazzi che hanno perso il rapporto con la socialità sana che la scuola dovrebbe offrire fin dall'inizio. La nostra idea è che dietro l'abbandono scolastico vi sia un forte malessere che porta a un annullamento che i ragazzi agiscono, rompendo quel rapporto che li ha delusi. Ricercare le cause di questa patologia nel rapporto con la scuola è fondamentale per poter curare ciò che non è andato bene e ritrovare il cammino perduto."" -
La città educante. Metodologie e tecnologie innovative a servizio delle Smart Communities
Il volume racconta come l'utilizzo delle nuove tecnologie abbia permesso l'elaborazione di modelli innovativi di insegnamento e apprendimento, in una logica di inclusione sociale. Il libro è frutto di un progetto di ricerca, ""La Città Educante"""", che ha portato alla realizzazione di prototipi sperimentati con bambini, ragazzi, insegnanti, coordinatori pedagogici, manager, professionisti ICT ed anziani. Il percorso segue tutte le tappe dell'apprendimento: si parte dall'ingresso dei più piccoli nel mondo della formazione, si passa attraverso le scuole di ogni ordine e grado, le università le aziende e si arriva a coinvolgere tutti i cittadini, fino ai meno giovani, facendo proprio il concetto di formazione continua nel tempo e nello spazio. Tante le tappe del progetto """"La Città Educante"""" descritte in questo libro: dall'esplorazione di ambienti sostenuti da tecnologie digitali, come l'orto tecnologico nelle scuole dell'infanzia e primarie di Reggio Emilia, alla sperimentazione del """"sistema d'aula"""" per la trasmissione e registrazione delle lezioni presso la scuola dell'infanzia comunale Rosa Agazzi di Pisa. E ancora: dai percorsi interattivi supportati dall'ICT per la comprensione della matematica attraverso il problem solving nelle scuole di Torino, all'applicazione di strumenti per favorire l'apprendimento nei primi anni di studio accademico e durante la terza età presso l'università di Trento, fino ai sistemi didattico-tecnologici per il potenziamento cognitivo di bambini con dislessia o autismo."" -
La Storia sul grande schermo. Risorgimento e Resistenza nel cinema italiano tra Ricostruzione e miracolo economico (1945-1965)
Tra il secondo dopoguerra e il miracolo economico il cinema era in Italia (come negli altri Paesi occidentali) agente di storia, riusciva a modificare, come scriveva Giaime Pintor, «la storia e la geografia dei nostri cervelli», a influenzare cioè il modo di vedere e percepire il mondo e di conseguenza anche il passato. Un film storico inoltre racconta avvenimenti più o meno lontani e, contemporaneamente, ci parla del tempo in cui viene girato, risentendo del clima culturale e politico. Muovendosi all'interno di questa fitta ragnatela di interrelazioni tra spettatore, film e realtà circostante, il volume affronta il modo con cui il cinema di quegli anni costituì per gli italiani un fattore fondamentale per la ricostruzione ""emozionale"""" del loro passato, in particolare dei due momenti fondativi della nostra nazione, il Risorgimento e la Resistenza.""