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Il dialogo dei cani
Un alfiere malandato narra a un dottore curioso le conseguenze del raggiro matrimoniale di cui è stato vittima e artefice: un morbo venereo che sta curando e un'esperienza eccezionale che sta scrivendo. Il manoscritto che l'alfiere fa leggere al dottore riguarda infatti la conversazione notturna fra i due cani di guardia dell'ospedale, che egli aveva ascoltato o forse sognato. ""Il matrimonio ad inganno"""" genera allora una seconda storia di vita randagia, in cui il cane Berganza racconta al cane Scipione le malefatte della schiera dei suoi padroni. Ma la doppia novella di colpo si interrompe. L'autobiografia dell'altro cane non è narrata, così come l'autenticità dell'intera vicenda non è chiarita, lasciando alle lusinghe del non finito la continuazione dell'opera."" -
Origini e sviluppo della città moderna
Nel rinnovato interesse teorico per i problemi della città l'autore illumina il rapporto tra urbanistica e teoria politica soffermandosi sulle enunciazioni della teoria socialistica relative all'assetto della società futura, e in particolare alla polemica tra i socialisti utopisti e il socialismo scientifico. Carlo Aymonino prospetta nel quadro della dialettica marxista, una concezione nuova della città basata sulla rottura del diaframma che separa la vita pubblica dalla vita privata, il lavoro dai consumi, la cultura dal tempo libero. E dove l'architettura abbia di nuovo una sua autonoma forma espressiva. (Prefazione di Guido Canella) -
Estetica del vuoto. Arte e meditazione nelle culture d'Oriente
L'Occidente rimane spesso sconcertato di fronte alle forme prodotte dalle arti tradizionali di Cina e Giappone. La ricerca di Giangiorgio Pasqualotto intende superare questa sorta di smarrimento delineando l'esperienza del vuoto come fonte primaria di alcune fondamentali forme d'arte che hanno reso celebri e del tutto originali quelle tradizioni: la cerimonia del tè, la pittura ad inchiostro, la poesia haiku, l'ikebana, l'arte dei giardini secchi, il teatro no. Andando alle radici dell'esperienza del vuoto si scopre che essa emerge, ancora prima che da riflessioni teoriche, da una pratica di meditazione che può realizzare condizioni di vuoto produttivo nella mente, nel cuore e nel corpo non solo dell'artista ma anche di chi ne apprezza le opere. -
Divano del Tamarit
Il ""Divano del Tamarit"""" appartiene all'ultima grande stagione creativa di Garcia Lorca ed è stato pubblicato dopo la sua morte. Attraverso la libera ripresa di forme poetiche derivate dalla tradizione arabo-andalusa, dall'esperienza generazionale del '27 e dal recupero barocco, il poeta dà espressione a una materia latente in tutta la sua creazione: l'omosessualità, """"l'amore oscuro"""". E' questo il nucleo centrale da cui si irradiano metafore e temi, anche se lo schermo utilizzato è un canzoniere d'amore, in apparenza rivolto a una donna."" -
Il restauro e l'architetto. Teoria e pratica in due secoli di dibattito
Come vanno intesi il valore dell'autenticità, il concetto di testimonianza storica, la scelta del linguaggio delle aggiunte o delle reintegrazioni, quando si affronta un restauro architettonico? Paolo Marconi s'interrogava, con questo libro edito per la prima volta nel 1993, su tali problemi, schierandosi già allora contro l'impostazione tradizionale della scuola italiana, eccessivamente ""conservazionista"""" ed estetizzante. Ripercorrendo le linee di pensiero che vanno da Boito a Riegl, da Giovannoni a Fasolo, a Piacentini, l'autore pone l'accento sui limiti insiti nella distinzione fra l'intervento e l'originale, prassi che ha portato alla realizzazione di discutibili casi di patchwork decorativi e strutturali."" -
L' estremista moderato. La letteratura, il cinema, la politica
Questo volume raccoglie tutti o quasi gli scritti, prima della stagione più nota della sua biografia intellettuale, di Pannunzio giornalista e critico impegnato in riviste e giornali e ci consente di mettere a fuoco, per la prima volta, la varietà dei suoi interessi culturali. E' una sorta di tutto Pannunzio che ci dà la misura del suo impegno, senza esclusione di territori e della sua convinzione che la politica e la cultura debbano essere testimonianza e monito di vita, di giustizia e di libertà. -
Sogni
L'""onirocritica"""" del mago-medico-scienziato rinascimentale Gerolamo Cardano si esprime compiutamente in questa seconda parte del suo trattato """"Sul sogno e sul sognare"""". Si tratta di una vera e propria """"scienza"""" che ha bisogno di interpreti acuti e scrupolosi, capaci di leggere i sogni come manifestazioni del divino, ma anche come cifra delle passioni e dei desideri del sognatore. L'attività onirica ci rivela il mondo interno di chi sogna, la struttura della sua phantasia, il suo modo di conoscere il mondo mediante le immagini. Il sogno esprime la verità nascosta del soggetto e consente ai suoi interpreti (agli indovini) di elaborare una complessa dottrina dell'immaginario. Più oltre, secoli e secoli prima di Freud, Cardano non poteva andare."" -
Le avventure dell'ultimo degli Abenceragi. Testo francese a fronte
Scritta nel 1810 e rimasta per molti anni inedita, la novella ""Le avventure dell'ultimo degli Abenceragi"""" conclude la prima grande stagione narrativa di Chateaubriand. Con una successione di quadri e di miniature, sullo sfondo di Granada, non più araba, non ancora cristiana, la novella racconta l'impossibile amore tra un cavaliere musulmano e una giovane nobildonna, divisi dalla diversa religione e dalle faide familiari."" -
Stili di regia. Narrazione e messa in scena: Leskov, Dumas, Zola, Dostoevskij
Nel 1932 Ejzenstejn venne nominato titolare della cattedra di regia all'Istituto statale di cinematografia di Mosca. Questo impegno didattico coincise con la progettazione di un grande trattato sulla regia. Dell'opera Ejzenstejn mise a punto solo la prima sezione. Le lezioni e gli studi sparsi e mai editi, vengono raccolti in questo volume. Accanto alle esercitazioni e agli articoli teorici quattro tragedie al femminile costituiscono il cuore di queste pagine. Le 4 vicende ruotano ossessivamente attorno ai motivi della passione, del tradimento e della morte: Katerina Izmajlova da un racconto di Lestov; Margherita Gautier, secondo una messinscena di Mejerchol'd; Teresa Raquin di Zola e Nastasja Filippovna dell'Idiota. -
La morte d'oro
Il protagonista de La morte d'oro incarna, nella sua ricerca di perfezione, un ideale di bellezza insolito nell'estetica dell'autore, così inusitato da indurre poi lo scrittore a rinnegarlo. Ma è proprio a quest'opera che Mishima Yukio dedica un saggio pochi mesi prima del suicidio nel 1970. Un testo che diviene riflessione teorica sull'estetica del narcisismo, cioè sulla tentazione dell'artista di fare di se stesso l'oggetto dell'arte. Quando ciò si realizza, al protagonista de La morte d'oro, come a Mishima, non resta altra soluzione che la morte sublime. L'atto finale non può che essere il suicidio, la ""bella morte""""."" -
La bottega del caffè
Con la propensione all'ascolto, originariamente determinata da un difetto visivo, don Marzio è il prototipo di quei frequentatori di caffè che sanno di questo e di quello, che raccolgono notizie dalla voce degli altri e dalle gazzette per farsene portavoce, senza la cura di controllarle e di verificarne la fondatezza, mescolando verità e invenzione. Nella bottega del caffè si nasconde una vena scientifico-filosofica caratteristica del diciottesimo secolo e non manca quel doppio livello di lettura, quell'aspetto metateatrale che più volte si ritrova nel Goldoni. -
Orson Welles. Ovvero la magia del cinema
A Welles spetta il ruolo del grande inventore: sul piano della visione, per avere esplorato tutte le possibilità e le capacità di magia ed eccesso e sul piano del racconto per averne esaltato la forza e cambiato le regole. Ma la forza della rottura formale sta nello spessore culturale che la regge e che combina la tendenza all'effetto magico, indebitata con la tradizione gotica e romantica, con la tendenza didattico-brechtiana derivata dalla sua formazione politica. -
In difesa dell'Italia (Contra eum qui maledixit Italie). Testo latino a fronte
Nel 1373 Francesco Petrarca aveva ormai visto la sconfitta di una battaglia politica condotta con una lunga e inesausta passione, quella per il ritorno a Roma della sede pontificia. Ma l'idea di Roma non ammetteva sconfitte: così il grande intellettuale trasforma l'occasione di una polemica personale in un manifesto di quell'ideale. Le pagine dell'Invettiva definiscono e ricreano il mito di Roma, con rabbia ed entusiasmo, con pietà di cristiano e rigore di storico, e lo consegnano come conquista storiografica e modello culturale, al Rinascimento europeo. -
La sposa persiana. Ircana in Julfa. Ircana in Ispaan
La trilogia persiana nasce a puntate, sollecitata dagli spettatori veneziani, ansiosi di conoscere il seguito delle avventure di Ircana, la schiava ""indiavolata"""" della """"Sposa persiana"""". Nella sua Persia di cartapesta, Goldoni esplora, lungo tre tappe successive, un universo psicologico inedito, dove è lecito degustare i sapori forti dell'erotismo, dell'ambivalenza e della nevrosi in intrecci melodrammatici ricchi di elementi spettacolari, ma anche di scabrosi inserti comici. Questa edizione dà conto di manoscritti e stampe-pirate che se ne fecero, molto diverse dalla composta versione a stampa voluta alla fine dal commediografo."" -
Pamela fanciulla-Pamela maritata
Prima commedia goldoniana senza maschere e senza dialetto, ""Pamela fanciulla"""" rivela, nella stagione 1750-51, la volontà del commediografo di misurarsi col grande romanzo europeo, in questo caso con l'esempio celeberrimo e omonimo di Samuel Richardson. Proiettando la scena veneziana nel contesto del grande quadro narrativo continentale, Goldoni presenta la vicenda di una classica """"servetta"""" che, conscia della propria dignità popolare, resiste alle impetuose proposte del nobile Bonfil, e giunge a ottenere il matrimonio (dopo l'inevitabile riconoscimento dei suoi illustri natali). Anche da """"maritata"""" la condotta di Pamela resterà esemplare per onestà di costumi e fedeltà coniugale, delineando un modello femminile moderatamente saggio."" -
Piatto di Quaresima
Scritto nel periodo quaresimale del 1598, è dedicato alla glorificazione di una pietanza quaresimale per eccellenza, l'aringa. Questo libello satirico elisabettiano è in realtà un'esilarante presa in giro degli encomia eroici rinascimentali; racconta infatti, con stile paradossalmente elevato, i benefici dietetici e sociali di questo piatto di magro, ma soprattutto ricostruisce l'origine mitica dell'aringa, metamorfosi dell'eroina alessandrina Ero. Attorno a questo nucleo narrativo, si dispiega una fitta rete di riferimenti alla vita sociale del periodo e alle battaglie letterarie, che costarono infine all'autore il sequestro di tutte le sue opere. -
Arte poetica
L'Arte poetica di Boileau ha certamente condizionato il canone interpretativo della letteratura. La consapevolezza che il classicismo francese non si esaurisce nell'immagine riduttiva proposta dal trattato, ha sottratto a Boileau il ruolo di giudice per attribuirgli quello più pertinente di avvocato di parte. -
L' oca selvatica
Otama, mantenuta di un anziano usuraio, si innamora di uno studente, Okada, che vede passare ogni giorno sotto la sua finestra. Anche Okada è attratto dalla ""donna della finestra"""", che rappresenta per lui l'ideale della bellezza femminile irraggiungibile. Sapremo alla fine che Okada ha di proposito evitato di stringere un legame con la donna perché è in partenza per l'estero. A Otama resta la nostalgia di un sogno di giovinezza e di illusione perduta."" -
Il padre di famiglia
Un Pantalone morigerato e austero è chiamato in scena a dimostrare ""come dee un prudente padre reggersi in quelle cose che nel governo di una famiglia sono di maggiore sostanza"""". Viene a tal fine catapultato """"fra quelle congiunture che sono le più forti nella vita dell'uomo"""", dando vita a una """"commedia più morale assai che ridicola"""". Alle prese con quelli che parrebbero i fisiologici problemi della routine domestica, si ritrova a fronteggiare i torbidi disordini che l'esile superficie della normalità domestica lascia, in un crescendo inquietante, affiorare. Un happy end di cartapesta non varrà a restituire legittimità e fondamento alla """"prudenza"""" del protagonista e alle sue """"massime giudiziose e gravi""""."" -
Diario a due
Il romanzo, attraverso il doppio binario delle confessioni dei due protagonisti, un uomo e una donna - un ingegnere e una suora - delinea un rapporto problematico e delicato senza ambiguità, frutto di una diversa e profonda esperienza spirituale.