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Malastoria. L'Italia ai tempi di Cefis e Pasolini
Questa Malastoria non è un libro su Pasolini, ma un affondo nell’Italia del suo tempo: dalle speranze di libertà e progresso coltivate nei primi anni della democrazia repubblicana fino al Paese attuale, un Paese a mutazione criminale avvenuta.Nei suoi ultimi anni di vita Pier Paolo Pasolini riceve dossier su notabili democristiani, raccoglie informazioni su potenti manager dell’industria pubblica, va in giro «a fare domande che non dovrebbe fare» e non è un curioso qualsiasi: scrive sulla prima pagina del “Corriere della Sera”. Pasolini è anche un affermato regista cinematografico, poeta, critico, romanziere e sta scrivendo Petrolio, un romanzo sul nuovo Potere. -
Se l'aria ci avvelena da vent'anni in Lombardia
Ogni anno centinaia di sostanze chimiche nuove prodotte dall'uomo sfuggono nell'ambiente, oltre a molte esalate da fonti naturali, e possono causare danni alla salute umana e agli ecosistemi nelle regioni più avanzate, come la Lombardia. Qui respiriamo, tra l'altro, monossido di carbonio (CO), biossido di zolfo (SO2), ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili (VOC), ozono (O3), metalli pesanti, particolato atmosferico (PM 2,5 e PM 10): cioè gas che hanno differenti reattività e capacità di diffondere su distanze lunghe o corte e inquinare estesi territori. L'aria della Lombardia, come di tutta la pianura padana, negli ultimi vent'anni è stata molto inquinata, e ha indotto effetti sia acuti sia cronici sulla salute: da irritazioni respiratorie e gravi malattie cardiache e polmonari, a infezioni acute nei bambini e bronchiti croniche negli adulti, a leucemie e tumori, con mortalità prematura e ridotta speranza di vita. I dati della più accurata e recente ricerca scientifica, italiana e internazionale, mettono in guardia sulle principali conseguenze del respirare polveri sottili e smog. Il libro ne presenta in breve i meccanismi d'azione sulla popolazione, come pure su animali e piante in diverse zone lombarde. -
Fortebraccio
«Mino Milani e Aldo Di Gennaro riescono a sposare in Fortebraccio il gusto per l'ambientazione storica con il fascino dell'avventura, dimostrando quali felici spunti narrativi e grafici possano offrire ai fumetti i costumi, gli scenari e le situazioni del passato. A queste componenti si aggiunge poi l'aspetto ""magico"""" o paranormale di alcune vicende, che testimonia l'abilità di Milani nel contaminare il romanzo storico con il tema del mistero, secondo una tradizione che risale al Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro di Alexandre Dumas.» (Andrea Sani). Primavera del 1696. Fortebraccio Corsini è un giovane e nobile avventuriero italiano, appassionato studioso d'alchimia. Un giorno viene a sapere che è in vendita la ricchissima biblioteca del conte Laszlo Ferencz, famoso scienziato e ricercatore ungherese passato a miglior vita, e non esita a comprarla. Accompagnato dal segretario Sebastiano e da due servitori, Fortebraccio raggiunge allora l'Ungheria discendendo il Danubio a bordo di una grossa zattera costruita per l'occasione. La contessa Agnese di Ferencz - l'ereditiera che, pur d'avere la biblioteca, egli ha sposato per procura - non è affatto una signora avanti negli anni come lui stesso presumeva, ma una giovane donna bellissima, orgogliosa e colta. Di lei Fortebraccio s'innamora, venendo nel frattempo coinvolto nella guerra ai Turchi che da anni occupano l'Ungheria, scontando infinite peripezie, in una storia fitta d'intrighi e colpi di scena."" -
La pentola
Folletti, storielline e un omino grigio. Non è una fiaba, è solo follia, ma anche il gioco è una malattia. La vecchia contessa è malata, ha i folletti in testa: le parlano, la assillano. Per non sentire le loro voci lei si mette in testa una pentola, e per ingraziarseli scrive raccontini su di loro. Vorrebbe denunciare la situazione e si presenta in commissariato con un giardino pensile sul capo, a nascondere la pentola, palesando la sua follia a uno stupito commissario e ai suoi fidi collaboratori. Melchiorre Ferrari è un poliziotto e non un dottore, ma in questa storia di malattia mentale c'è qualcosa che lo coinvolge molto. Non riesce a farsene una ragione, ma ogni cosa trova il proprio posto, quando scopre che un'altra grave malattia ha innescato altre e ben diverse follie. -
Per il lobo d'oro
Il racconto copre quaranta anni del Novecento, dal 1938, anno di nascita dell'autore a Budapest, fino al 1978 a Milano. L'azione include la caduta di suo padre sul fronte russo e la successiva ""invasione-liberazione"""" dell'Ungheria da parte dell'Armata rossa. Nel 1947 Kemeny viene adottato dal patrigno e nel 1948 la famiglia fugge dall'Ungheria per non venire deportata. L'avventura esistenziale vede l'autore peso medio negli Stati uniti sul ring di Chicago. Segue l'incontro con André Breton e le esperienze d'avanguardia nella Milano degli anni Settanta. Il libro evoca i labirinti di libertà percorsi e costruiti da un poeta nostro contemporaneo."" -
Il tamburo di lotta. Polonia, la parabola di Solidarnosc
Ecco alcuni retroscena degli scioperi del Baltico nell'agosto 1980, che cambiano il volto dell'Est europeo. Una pacifica rivoluzione operaia in un Paese socialista: iniziata in sordina via via sfugge di mano un po' a tutti - a Walesa che spinge per un accordo sindacale, al partito che ha sottovalutato la protesta sociale, all'Unione Sovietica, che non può ricorrere a un'altra invasione. Il declino della Russia comunista passa per Danzica: negli anni a seguire, con un effetto a catena, a Ovest dei cantieri Lenin cade un muro, a Est cade un impero. Questo libro rivisita quei luoghi e ricostruisce le storie dei protagonisti e gli esiti attuali. -
I marchiati
«Peggio di quella dei segnati dal destino, i ""portatori di handicap"""" che hanno trovato nel tempo chi li assistesse, difendendo i loro diritti ma, nei limiti del possibile, secondo la vecchia regola di """"aiutare gli altri perché si aiutino da soli"""", peggio di quella è la condizione degli sbandati, dei senza-nessuno e dei senza-patria, dei vaganti soli o in mezzo ad altri come loro non sempre franchi e solidali, dentro una società detta globale dalle frontiere transitabili legalmente o tra tanti pericoli, e di coloro che, come nel Medioevo o nell'Ottocento dei romanzi di Hugo (appunto """"i miserabili""""), per le più varie e bensì consuete delle sventure, si rifugiano o nascondono o vengono malamente respinti ai margini di una società. Le storie che Roberto D'Alessandro racconta sono di persone vere, di vere difficoltà e di vere sofferenze, e la nostra fortuna di lettori è di aver trovato in lui un mediatore, tanto capace quanto onesto, tra quelle storie e la nostra sensibilità.» (Goffredo Fofi)"" -
Il primo amore. Vol. 10: Siamo tutti terrestri.
Stiamo vivendo qualcosa di assolutamente nuovo, mai vissuta prima. In nessun’altra epoca storica. Nessun filosofo, scienziato, artista, poeta, romanziere o antropologo, si era mai trovato a fronteggiare un simile rischio, nell’intero corso della storia dell’umanità. Siamo noi i primi a sbattere il naso contro i nostri stessi limiti di specie. E questo ci dà la misura assoluta della fine di un ciclo storico, di quella cosa chiamata modernità, e dell’inizio di un altro tempo, incerto, che ancora non si sa a cosa preluda: se a una catastrofe oppure a una metamorfosi, a un cambiamento radicale del nostro rapporto con il mondo. -
Una solitudine senza solitudine
"Fedele a una modernità troppo spesso sbertucciata dai post-qualcosa, Massimo Rizzante dà forma a una poesia che racconta e fa entrare il tempo narrativo della prosa nel verso in modo originale proprio perché volutamente pieno degli echi dei Maestri. La sua poesia è un vademecum per resistere alle mitologie del presente e ingaggia una terribile battaglia frontale contro l'oscena volontà di potenza sposata al capitalismo spettacolare che è la sola religione del nostro tempo. Ma è anche un taccuino sui cui foglietti sono segnati i luoghi dove abbeverarsi alla poca sapienza che ci resta. La voce profonda che qui parla con il tono inconfondibile di chi è in viaggio verso l'essenziale chiede che sia fatto spazio a una civiltà fuori dalla sopraffazione, una civiltà che chiede sogni per vivere e non incubi per morire. Raccogliendo in questo volume la sua opera poetica, Massimo Rizzante ha scritto semplicemente uno dei più bei libri di questi anni di miseria dei sentimenti e della mente."""" (Giuseppe Montesano)" -
Verses versus capital
«Con l'autentica vocazione di scrittore fine e sensibile, sempre rivolta alla ricognizione dei profili di base, nascosti dentro l'apparenza delle cose, Giancarlo Micheli, cesellatore di immagini e di personaggi, diventa costruttore di lievitate memorie di vicende, non facili a scoprirsi a occhio nudo, come il profumo dei fiori sperduti nei monti.» (Federico Gabrieli) -
Nel volto delle bestie
"Non c'è volto d'animale in cui non ci rispecchiamo, non c'è ghigno che non sottenda l'incubo necessario del deforme, e il linguaggio poetico della Turroni ci narra di una foresta bestiale nel mezzo del quotidiano, in cui la poetessa si muove tra presenze animali come noi facciamo tra le macchine, denuncia una necessaria forma di ossigeno che ci rimetta in pari col nostro vero grado di esistenza, mai comodo così come appare, una bocca da cui si apre un grido perché le grammatiche delle comunicazioni non sono sufficienti. È così che nasce il linguaggio."""" (Tiziana Cera Rosco)" -
Cene al veleno
Un artista e il suo biografo si incontrano per cenare in un ristorante di Londra. Non un semplice ristorante, un ristorante dove servono il fugu. Non una semplice cena, un rituale consolidato negli anni che sancisce il loro legame. Nell'ultima ""cena al veleno"""", si snodano i ricordi di due esistenze intrecciate ancora prima del loro effettivo incontro. Un viaggio nel tempo e nello spazio, dagli anni Sessanta ai giorni nostri. Dalle pianure del Nord Italia alla Londra soffocata dalla killer fog. Dalle calli veneziane fino al mare eterno delle isole greche. Un duello dialettico, un gioco di specchi in cui due uomini ridiscutono il primato tra forma e materia, tra arte e vita, consapevoli che per scavare nell'esistenza dell'altro occorre prima di tutto mettere a nudo se stessi."" -
Tutte le altre rose. Ediz. in dialetto
"In queste poesie l'anima di Davide Ferrari affronta, non il racconto di una rosa, ma quella che nasce dentro di lui. Cosa sboccia nel profondo del poeta quando il fiore gli dice qualcosa? Si abbandona al segreto della rosa e ascolta come è espressivo il suo esporre la natura del suo essere. In quest'opera è il senso di umanità che colpisce, insieme all'attenzione, all'osservazione e all'ascolto del fiore. Ogni poesia è come un sogno dove il poeta entra nel segreto dell'anima della rosa e al lettore non resta che abbandonarsi alla musica dei versi. Il dialetto aiuta la natura a farla sentire viva, aiuta la rosa a sbocciare."""" (Franco Loi)" -
Lama triangolare
Scrittore d’azione per vocazione, Mino Milani ha privilegiato qui il susseguirsi degli scarni fatti di cronaca: quelli dei gelidi e cupi mesi di febbraio e marzo del 1851 nella suggestiva cornice di una Pavia silente e nebbiosa.«È una bella signorina, e anche disinvolta, signor commissario. Doveva vederla come camminava per la strada. Non ha paura di nessuno, quella.»Melchiorre Ferrari è alle prese con due spietati delitti. Tra la morte dell’usuraio Domenico Bianchi pugnalato in un vicolo a Pavia e quella del garibaldino Doriano De Marchi, avvenuta tre anni prima durante la battaglia di Morazzone, non v’è alcun apparente legame. Indagando sull’assassinio del Bianchi, Ferrari raccoglie attonito una serie d’indizi dai quali sembra emergere che ad uccidere sia stata un’identica arma. -
Senza confini. Una etnographic novel
Senza confini è una etnographic novel che unisce la ricerca antropologica con il racconto scritto e disegnato, nata dall'esigenza di dare uno sguardo nuovo alle storie del nomadismo contemporaneo e all'esperienza vissuta dai migranti del nuovo millennio. Francesca Cogni e Andrea Staid si sono incontrati con i loro differenti approcci, per tessere una ragnatela di storie e incontri transnazionali, la cui complessità e ricchezza sarebbe stata difficile da restituire con la sola forma scritta. Un pittore congolese che sogna l'Africa dalla periferia di Milano; un giornalista gambiano attivista e reporter del movimento dei rifugiati a Berlino; un militante turco scappato dal carcere e dalle torture; un ""rifugiato al quadrato"""" palestinese di famiglia, siriano di nascita, berlinese per necessità; una rapper americana nata a Buffalo, cresciuta in Florida, emigrata in California, che con i suoi testi racconta i margini della società occidentale... Immobilità, attesa, ma anche lotta e resistenza su piccola e grande scala, per uscire dall'etichetta di """"rifugiato"""" ed essere finalmente considerati donne e uomini, per immaginare e costruire insieme un mondo dove gli unici stranieri siano il razzismo e la discriminazione."" -
Milanesi brava gente. Storie di nera a Milano (1946-1975). Vol. 1
Dagli autori di Radiografia nera, in onda su Radio Popolare, storie di mala tragiche, ironiche, incredibili... quando Milano era la Chicago d'Italia.rnrn""Milanesi brava gente"""" solleva il tappeto sotto cui Milano ha nascosto le storie tormentate dei suoi figli dal dopoguerra a metà anni settanta. Perché la cronaca nera è spesso l'unica chiave per scoprire la vera anima di una città. Rapine, omicidi, rapimenti e regolamenti di conti: 20 storie per raccontare una Milano violenta e feroce, senza più alternative ma piena di fascino, in cui trovano spazio l'amore, la lotta di classe, le regole non scritte della mala, la ribellione al potere e persino il controspionaggio della Guerra Fredda. I protagonisti sono persone per le quali il dopoguerra, gli anni del boom e i primi Settanta non hanno rappresentato la scoperta del benessere, ma l'ingresso in un mondo in cui la povertà le ha trasformate in fuorilegge. E tra piccoli criminali e i grandi nomi della ligera milanese – Otello Onofri, Ugo Ciappina e Bruno Brancher – troviamo anche quelli che diventeranno esponenti di spicco delle forze dell'ordine – Mario Nardone e Carlo Alberto Dalla Chiesa. Sono storie di una Milano sotterranea, fitta di osterie e popolata da ladri e da banditi, da poliziotti senza pistola, da case di ringhiera con il bagno sul ballatoio, da assassini e prostitute, da spie capaci di vendere i propri amici alla polizia per qualche lira. Milanesi brava gente nasce dall'esperienza di Radiografia nera, uno dei programmi di maggior successo degli ultimi anni di Radio Popolare, la storica emittente libera milanese, e raccoglie le storie più sciagurate e poetiche che Matteo Liuzzi e Tommaso Bertelli, per tre anni, hanno inseguito negli archivi e raccontato in onda. Completano il volume le prefazioni di Piero Colaprico e di Claudio Agostoni, e le illustrazioni di Simona Eva Saponara."" -
Professione criminale. La Londra dei gemelli Kray
«Pearson osserva da vicino i due gangster nel loro ultimo anno di ""splendore"""", prima che vengano arrestati nel maggio '68 e condannati all'ergastolo» - il VenerdìrnLondra, anni sessanta, i due gangster gemelli Reggie e Ronald Kray governarono sulla parte più a est della città con una spietatezza e una crudeltà che scioccano ancora adesso. Pugili semiprofessionisti e malavitosi di strada, i Kray hanno costruito un impero criminale come nessuno era riuscito a fare in precedenza, e che nessuno riuscirà più a eguagliare. Hanno governato una gran parte di Londra per un decennio attraverso truffe, intimidazioni, estorsioni e brutali assassinii. Invitato dagli stessi Kray a scrivere la loro """"biografia ufficiale"""", John Pearson ha frequentato i due gemelli quando ancora si muovevano con un profilo pubblico riconosciuto, gestendo locali alla moda e incontri di pugilato e ha continuato a seguire la loro storia anche quando l'impero è crollato con la condanna all'ergastolo nel 1969. Da allora ha lavorato alle varie edizioni di questo libro aggiornandolo e facendolo diventare un classico di true crime, il miglior libro mai scritto sui criminali di East London. Prefazione di Mario Maffi."" -
Doppio gioco criminale. La vera storia del bandito Felice Maniero
"Doppio gioco criminale” vuole segnare un punto fermo nelle ricostruzioni della banda di Felice Maniero perché riporta l’attenzione sulla genesi della gang mentre ricostruisce gli ultimi venticinque anni di storia del bandito Felice Maniero, quelli più misteriosi, quelli di cui poco si è parlato per le tante e delicate ambiguità che investono settori dello Stato. Questo libro racconta il doppio gioco di Maniero e il suo pentimento di comodo mentre segue la traccia del suo mai rivelato tesoro miliardario. Ma “Doppio gioco criminale” contiene al suo interno anche la ripubblicazione del primo libro sulla banda, quel “Bandito Felice Maniero” scritto nel 1994 che ha ispirato libri e fiction." -
I cani di Belfast
1978, periferia di Belfast: in una cava abbandonata una donna semi-agonizzante viene assalita da un branco di cani randagi. Chi l'ha ridotta in fin di vita? Chi sono i personaggi influenti che da anni cercano di insabbiare questa storia? Vent'anni dopo tocca a Karl Kane provare a risolvere questo mistero, in un gioco di specchi che lo porta a scontrarsi con spacciatori, ex gangster, poliziotti corrotti, secondini sadici, e soprattutto con i fantasmi del suo passato. Kane è un investigatore privato, squattrinato e irregolare, con un passato oscuro. Da bambino ha assistito al brutale omicidio di sua madre e per anni ha vissuto covando desideri di vendetta. Dopo On the Brinks. -
Il mio museo della cocaina. Antropologia della polvere bianca
"Il mio museo della cocaina"""" è uno dei capolavori di Michael Taussig, frutto dell'esperienza di una vita in un mondo complesso: la Colombia delle comunità nere, le atrocità commesse in nome dell'oro, della cocaina, dello zucchero di canna e del tabacco. In questo libro, scritto con lo stile febbrile di un Burroughs, con la poesia di un Benjamin, lo sguardo dell'antropologo e la passione civile di chi ha condiviso la vita di minatori, contadini, indigeni e sciamani, Taussig ci racconta un """"cuore di tenebra"""" attualissimo. Tra narcos, guerriglieri, paramilitari e popolazioni locali si snoda una narrazione in cui l'antropologia non è mai accademia, ma modo di indagare nel presente la magia bianca e nera, l'ambiguità difficile del reale, il """"conjurar"""", quello svelare e coprire di cui sono fatti i processi storici e umani."