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Ti racconto una storia
Ricordi e demoni affollano la vita di Nina. Lei, sarcastica e sorridente per natura, è cambiata, è tanto spaventata da Davide quanto ne è innamorata. È un riccio che tenta di difendersi dal dolore, punge con i suoi aculei chi le stai intorno, ma non ha mai dimenticato quanto è bello lasciarsi andare alla felicità. Non ha mai dimenticato Niccolò e il suo profumo di mare e vaniglia, i suoi ricci e il suo sguardo che si avvicina. Un amore giovane e insicuro, una rabbia pura e logorante. ""Ti racconto una storia"""" è la storia di Nina e Niccolò. Di Nino e Davide. Dei 20 anni e dei 30 anni. È la storia di un sentimento, di una vita e dei mille sbagli che possiamo commettere, consapevoli che abbiamo sempre un modo e un motivo per risollevarci."" -
Gli artigli dell'aquila. L'impero d'acciaio
"Gli artigli dell'aquila"""" apre un nuovo ciclo della saga """"L'impero d'acciaio"""", seguendo una trama autonoma. La saga, partendo da un evento inspiegabile, porta quattro persone del nostro tempo nella Roma del primo secolo, al tempo dell'Imperatore Tiberio, e racconta di come arriveranno in contatto con l'imperatore e di come riusciranno a proporre e realizzare i loro ambiziosi progetti. Un approfondito lavoro di documentazione consente una fedele ambientazione storica che fa da contorno alla distopia. I protagonisti sono alti ufficiali romani, impegnati in battaglie epiche e nella risoluzione dei problemi pubblici. L'occhio rimane vigile su Roma, per verificare l'effetto degli importanti cambiamenti sociali, economici e organizzativi che l'imperatore Tiberio ha entusiasticamente messo in atto al fine di dare maggiore stabilità all'impero. Grazie alle tecnologie introdotte dai quattro, tutt'altro che sprovveduti, vascelli che sarebbero stati familiari all'Ammiraglio Nelson solcano gli oceani sotto l'aquila di Roma, per esplorare e conquistare nuove terre. Una sottile vena di erotismo e molte scene """"bollenti"""" fanno da sfondo e integrano la narrazione." -
Un goal al cuore
L'amore e la fede calcistica sono due costanti nella vita di Matteo, un ventenne immerso nella Roma delle mille difficoltà, alle quali riesce a sottrarsi utilizzando la sua squadra del cuore come valvola di sfogo. È cantando cori allo stadio che smette di pensare ai tanti problemi che deve affrontare. Un giorno, durante una trasferta a Lione, incontra l'amore che, come un tackle a gamba tesa, gli rivoluziona la vita. -
L'elevazione dal vuoto
Un evento luttuoso condizionerà l'intera vita di Catena, detta Cate. I suoi genitori fanno parte della tradizione anacronistica della Sicilia rurale del dopoguerra, dove rimangono anche dopo aver messo piede in Toscana, dove nasce Cate. La differenza di abitudini e culture fra due terre così lontane crea frizioni e problemi continui fra la figlia e i genitori, che si rapportano a lei con profondo cinismo, distacco, anaffettività, violenza. Allora a Cate non resta che affrontare un percorso psicologico molto profondo per liberarsi dalle Catene mentali in cui è stata rilegata fin da piccolissima. Ci vorranno oltre quarant'anni... in mezzo un'amicizia, un matrimonio, un figlio e la malattia. -
Mi racconti una storia? Grazie mille
Tuttavia, quando senti che la corrente inarrestabile della prosa sincopata di Denis - così immaginifica e pregnante, poetica di una poesia che ti lacera la carne - è sul punto di trascinarti irrimediabilmente sul fondo, ecco le bollicine di ossigeno che ti riportano alla vita; i ricordi, tanti, felici, di momenti intessuti di ineffabile quotidianità, delle conversazioni infarcite di lessico familiare, delle vacanze al mare, piadina e Sangiovese, di mamma Iva tanto amata, della scuola e delle amiche, rivissuti e raccontati con tratto lieve, scherzoso. E d'improvviso la ritrovi lì, davanti a te, Alice detta Ninni, sempre sorridente, studentessa modello, che sempre chiede, incalza curiosa, spiritosa, straordinariamente sensibile, con quel suo saltellare che sa di invincibile allegria. Lampeggiano altre schegge di memoria; l'infanzia elvetica, gli anni di piombo, la fabbrica, punteggiati dal refrain che dà titolo al libro, il titolo della loro vita: mi racconti una storia? Grazie mille... -
L' algoritmo sovrano. Metamorfosi identitarie e rischi totalitari nella società artificiale
Ripercorrendo le tappe salienti della colonizzazione della rete e delle identità virtuali dei suoi frequentatori, nella prima parte del libro si porta l'attenzione su alcuni dei dispositivi nascosti che stanno velocemente dissodando il terreno di una nuova e inedita deriva totalitaria. Nella seconda parte, si spinge lo sguardo sulle frontiere opache in cui gli Stati a più alta propensione digitale provano a difendere da questa sfida transumanista il loro stesso futuro, ma in una prospettiva cieca, ""al rialzo"""". Come in un incubo - documentato e niente affatto distopico - si profilano così i contorni di simil-democrazie dalle libertà sostanziali vacillanti in cui i cittadini, assoggettati biometricamente a un codice unico personale, si dispongono a riprodursi come cloni volontari di un algoritmo sovrano. Naturalmente, un'alternativa c'è ancora: prendere atto della nostra incompiutezza come specie e riportare la barra della nostra vita sociale anzitutto sui legami, sulle comunità istituenti e sulle relazioni faccia-a-faccia. Non """"contro le tecnologie digitali"""" ma portando la critica direttamente alla radice del modo di produzione capitalistico che esse riproducono."" -
SOS camminos della differenza. Due storie di vita, in Sardegna, in Brasile, nel carcere del 2000
«Era una mattina molto fredda. Nel cortile a fianco a quello in cui entrai c'era Valdimar, con una maglietta mezze maniche, tutto infreddolito. Che un ragazzo abituato a un clima caldo venisse al passeggio in mezze maniche, col freddo che faceva, mi stupì. Gli chiesi allora perché fosse senza maglione e lui rispose che lo aveva lavato e stava asciugando sul termosifone. ""Non ne hai un altro?"""". Aveva solo quello, mi rispose timidamente. A quel punto, rompendo la disciplina che pretendeva ch'io non parlassi con anima viva gli chiesi cosa gli servisse oltre al maglione. Aveva bisogno di tutto. Tutto». Così l'incontro, nel cortile dell'aria del carcere di Bergamo, fra Annino, pastore sardo condannato all'ergastolo, e Valdimar, omosessuale brasiliano. Questo libro narra i ricordi dei sentieri (sos camminos) sardi e delle vie brasiliane, narra l'incontro tra due differenze, e lancia una sfida, apre una breccia nel muro. Chiede a tutti di non rimuovere quella breccia, e di guardare dentro."" -
La guerra che fingiamo non ci sia
All'inizio degli anni Novanta del Novecento si è dato avvio a una guerra di cui non conosciamo i paradigmi, caratterizzata dall'asimmetria. Un'istituzione che si è nominata in modi diversi e che si avvale di strumenti tecnologici così avanzati da permettere, per la prima volta nella storia dell'umanità, di sedere in una stanza simile alle sale per videogiochi, e con un clic uccidere persone dall'altra parte del pianeta. Un'istituzione che, privatizzandosi, si è trasformata in un'attività produttiva e commerciale, e in quanto tale viene alimentata, esportata e resa permanente. Contemporaneamente i corpi delle persone in carne e ossa che sotto le bombe perdono ogni giorno la vita vengono rimossi dalla coscienza collettiva, come se non facessero parte della specie umana. Gettare uno sguardo sui dispositivi di queste nuove forme della guerra può rendere i cittadini maggiormente consapevoli delle scelte che i governi e gli Stati stanno facendo in loro nome. E forse, chissà, indurli a smettere di fingere che questa guerra non ci sia. -
Un universo di acciaio e cemento. Vita quotidiana nell'istituzione totale carceraria
Questo libro propone un'osservazione partecipante che permette di penetrare attraverso le sbarre e le porte blindate dell'istituzione totale carceraria. Seguendo una descrizione analitica che va dal processo di ammissione in carcere alla struttura delle celle e delle sezioni, dai rapporti sociali tra detenuti alle loro interazioni con lo staff, si può vedere cosa c'è ""dentro"""", sentirne i rumori, provarne gli odori, assaporare il rancio, toccare con mano. Si osservano le posture e le abitudini paradossali di chi è costretto in una dimensione priva di stelle, senza spazio e con un tempo immobile e ripetitivo, regolato solo dalle procedure interne dell'istituto. I processi di disculturazione e di perdita di identità a cui i prigionieri vengono sottoposti, al fine di ottenerne un completo soggiogamento psico-fisico, mostrano con chiarezza come la reclusione non sia soltanto privazione della libertà, bensì sia soprattutto un insieme di dispositivi mortificanti e infantilizzanti che mirano a raggiungere la docilità della massa incarcerata."" -
L' Alfasuin
Una dinastia di prosciuttai milionari. Una famiglia mafiosa in cerca di rispettabilità. Centinaia di lavoratori giunti da ogni parte del mondo, per disossare e rifilare cosce di maiali. Dove possono incrociare tutti costoro i propri destini? All'Alfasuin, storica azienda modenese del prosciutto, padrona di un territorio fondato sulla centralità dei salumi e sulla pace sociale. Un passato glorioso e mitizzato, un presente indecifrabile: lungo l'arco di vent'anni i protagonisti si agitano frenetici dentro un modello e un mondo che si va sgretolando. Dalla retorica dell'""eccellenza italiana"""", emerge una crudissima realtà: il vero preziosissimo maiale di cui """"non si butta via niente"""" è il lavoro vivo, sempre più spremuto, sfruttato e impoverito. Fino al giorno in cui gli schiavi del prosciutto decidono di alzare la testa. E il tempo della crisi diventa il tempo della rivolta."" -
Intanto vado. Una lettura onirica delle soggettività migranti
Muovendo dalla premessa che ciascuno di noi sia straniero a sé stesso e il concetto di identità sembri più che altro una costruzione narcisistica della società e della cultura occidentale, questo libro si propone di ""parlare di migranti"""" frequentando i loro sogni. Un lavoro in cui le storie e le memorie sono affidate al sogno stesso, alla sua contingenza di puro evento, all'apertura sulle sporgenze dell'inconscio, all'affiorare del desiderio puro in quanto reale, libero quindi dalle condizioni oggettive che lo osteggiano, sequestrano e respingono. Il titolo nasce da uno scambio a dir poco spaesante fra un operatore e un richiedente asilo ivoriano. Quell'intanto vado interviene a determinare una provvisorietà decisa dei passi dello straniero, nonostante tutto. Il suo corpo attraversa comunque uno spazio, si direbbe che ne buchi, passo dopo passo, la consistenza. Lo spazio intasato di codici e divieti, attraverso questa azione approssimata al desiderio, produce un piano, anzi più piani. La direzione sembra tanto indeterminata e indefinita quanto diviene, in questo modo, infinita e possibile."" -
Zaré. Ediz. illustrata
La sera dell'11 dicembre 1980, in via Varesina, a Milano, i carabinieri dell'antiterrorismo, in borghese, uccidono Roberto Serafini e feriscono mortalmente Walter Pezzoli, ventitreenne, che morirà poco dopo all'ospedale Niguarda. Trentotto anni dopo, i suoi amici di Pero, la periferia milanese in cui è cresciuto, scelgono, con questo lavoro a più mani, di ricordarlo così. ""In quest'angolo di mondo le loro madri e i loro padri nacquero poco prima o arrivarono poco dopo la fine della guerra. In quest'angolo di mondo, trasformato, in pochi anni, da fertile campagna a inenarrabile concentrato di veleni, Walter e i suoi amici e compagni diventarono grandi nel tempo in cui il desiderio che un altro mondo fosse possibile cresceva ovunque, nelle coscienze, inarrestabile e senza limite alcuno""""."" -
Un angelo a Bisanzio. Ragazze albanesi nella Calabria degli anni Settanta
Sei ragazze di Calabria, di un tempo in bilico fra tradizione e modernità quando, a metà degli anni settanta del Novecento, fu aperta l'Università della Calabria, sulla collina di Arcavacata a Cosenza. Sei giovani che, attraverso lo studio universitario, cercano di spingere le loro esistenze oltre il cerchio della vita di paese da cui provengono, oltre i muri della mentalità maschilista e talvolta patriarcale. Partecipi delle lotte di quegli anni per il diritto allo studio e per il futuro del Meridione. Le situazioni della vita universitaria, di studio, di maturazione personale e politica, sono narrate attraverso la sensibilità di Sofia, che proviene da un paese arbëresh, di antico insediamento albanese. Quasi in una libera associazione di istantanee, Sofia riflette sul suo presente e lo rispecchia nel mondo, che pur vuole lasciare, del suo passato e del suo paese, non senza la mesta nostalgia per ciò che - come l'infanzia - è destinato a tramontare. La lingua arbëreshe, che nel testo funge da controcanto suggestivo all'italiano, è qui non solo mezzo d'espressione ma anche contenuto del racconto. -
Polveri e ombre
Gli undici racconti brevi raccolti in questo volume ci avvicinano a quelle imperscrutabili soglie che animano l'agire degli umani. Le esperienze che incontriamo in queste storie fanno sorgere in noi emozioni, domande, riflessioni che normalmente teniamo a distanza. Ciò che siamo abituati a etichettare come estraneo al nostro modo di vivere, per paura o per indifferenza, ci viene incontro e mostra il suo volto. Un volto preciso, un nome, una storia. È Maysun che ci parla dalla ""giungla"""" di Calais, è Annabelle che perde l'uso delle gambe, è Jonathan condannato a rivivere l'incubo della guerra, sono Katie e Brenda, due facce del fallimento del mondo dell'istruzione, che pagano rispettivamente il prezzo della pressione sociale indirizzata alla competizione e della liberalizzazione delle armi. L'autrice ci accompagna nei loro pensieri, ce li fa conoscere perché hanno qualcosa da dirci sul mondo in cui viviamo. Loro, personaggi soprattutto immaginari, ma anche realmente esistiti (come l'imperatore romano Claudio e Lorenzo de' Medici), ci prendono per mano e talvolta ci strattonano, invitandoci a guardare un poco più? in profondità, al di là dell'apparenza."" -
Era solo un ragazzo
Trentasei canti compongono il poema che Guido Celli scrive per ri-significare a distanza di anni l'esperienza della propria vita familiare e in particolare la relazione con suo padre. Una relazione nella quale a ben vedere, qualunque sia la sua dinamica, chi diventa padre lo è per sempre e chi è figlio lo è giocoforza. Per come l'autore la racconta, questa relazione obbligata si sviluppa come un tragico corpo a corpo, fra un figlio bambino e un padre ragazzo, e sfugge a ogni riduzione definitoria. Il lettore sarà obbligato a destreggiarsi con i paradossi. L'autore si fa poeta per prendersi cura di un'esperienza riguardandola e raccontandola, per ""provare a imparare il Mondo come in un racconto"""", e la trasforma in conoscenza per tutti noi."" -
Una folata di vento. Scrivere a novant'anni
Sono qui proposte le scritture di una donna che ha attraversato quasi un secolo di storia. Bambina adottata e cresciuta negli anni della guerra in un Sud povero e dignitoso, ha poi costruito la sua famiglia e il percorso della sua vita ancorandosi a valori oggi caduti in disuso. Antonietta comincia a scrivere verso i novant'anni, per vincere la solitudine, lasciare una traccia delle sue esperienze e raccontare storie. Con un'introduzione di Giacomo Buonafede e due ritratti di Marina Carovani. -
Le tre libertà. Fotogrammi di un'evasione e altri modi di uscita dalla prigione
"La nozione liberatoria è una concezione, un modo di guardare la galera. Guardarla individuando i punti deboli dell'organizzazione carceraria e i punti forti dell'ingegno collettivo dei reclusi. Guardarla in funzione dell'evasione. La libertà che si conquista mettendo insieme un saper fare collettivo. Tante mani che lavorano insieme"""". Partendo da qui si sviluppa il racconto di un'evasione dal carcere di Favignana, nel lontano 1975. Un'evasione il cui piano viene sventato, ma vissuta come l'esperienza più bella e liberatrice della sua vita nella percezione di uno dei suoi protagonisti. """"Un infame però lo venne a sapere e pensò bene di venderci"""". La libertà comprata, al prezzo di quella conquistata, si misura nel racconto con quella concessa dai poteri che detengono la vita dei reclusi. """"Camminavo dietro la guardia con i piedi che non toccavano terra. All'improvviso, a pochi metri dalla garitta, gli occhi chiusi dal sole, mi assale prepotente un fottuto pensiero: «Ora si inventano qualcosa e non mi fanno uscire!». Questo pensiero diventò talmente intenso e totalizzante che mi paralizzò. Rimasi temporaneamente bloccato, immobile, cieco e senza coscienza..."""". Prefazione di Nicola Valentino. Postfazione di Salvatore Esposito." -
L' evaso. Partita a bocce con la libertà
Il 25 febbraio 1997, circondato da filo spinato e recinzioni invalicabili, tenuto d'occhio da centinaia di sorveglianti, unità cinofile, telecamere a circuito chiuso ed elicotteri, lo Smilzo evade, senza alcun aiuto esterno, dall'aula bunker in cui si sta celebrando un maxiprocesso alle organizzazioni criminali. Egli passa inosservato tra carabinieri, poliziotti, guardie carcerarie e burocrazie del tribunale perché gli sguardi di costoro, ciechi alle persone, vedono soltanto gli abiti identitari che l'istituzione ha cucito addosso a ciascuno. Le modalità di questa fuga inducono a riflettere sull'intima natura del carcere e sul potere delle istituzioni totali che fanno sparire i corpi dentro le etichette e annichiliscono il tempo. Libero dal dispositivo carcerario, nei dodici giorni della latitanza, lo Smilzo ha la possibilità di rielaborare il cammino che lo ha portato a far parte della malavita. Così ricostruisce le strategie di chi ha trascinato lui e tanti altri giovani nella guerra di mafia. -
Soli soli. Morire a Regina Coeli
Questo libro, tra il romanzo di formazione e quello di denuncia, attraverso una storia di vita e di ricerca della verità sulla tragedia che ha segnato la vita della protagonista, racconta un dispositivo tipico delle istituzioni repressive. Il marito di Isabella muore, nel maggio 1987, a Regina Coeli. Non è dato sapere se suicida o suicidato. La prassi istituzionale ha cancellato i dati di fatto con una narrazione sostitutiva della verità. ""La tua morte è stata un danno collaterale nella fantasmagorica lotta al terrorismo e, in forza di quella guerra santa, la tua vita è stata ritenuta sacrificabile"""". Un danno che si riverbera e moltiplica sui famigliari, lasciandoli """"soli soli"""". La dimensione letteraria di questa storia non toglie nulla alla forza della realtà, visto che, negli ultimi diciassette anni, un migliaio di detenuti si è tolto la vita in carcere e che la società preferisce lasciare nell'ombra queste vicende, come se non la riguardassero. Isabella, trentadue anni dopo, forte del suo amore, ci chiede di non distogliere lo sguardo."" -
Razzismo e indifferenza
La prima edizione di ""Razzismo e indifferenza"""" è stata pubblicata nel 2010. Da allora molte cose sono cambiate, ma non il filo conduttore intorno a cui si svolge l'intenzione di ricapitolare in uno sguardo d'insieme il pensiero e le pratiche del razzismo di matrice italiana. È qui ripercorsa la storia degli orientamenti razzisti nella colonizzazione del Sud dell'Italia, durante le avventure coloniali in Africa e nella guerra per l'annessione della Slovenia. Una storia rimossa, che tuttavia continua a produrre il frutto avvelenato del pregiudizio razziale contro gli africani, gli ebrei, gli zingari, e anche contro chi proviene dai Paesi dell'est europeo. La nuova edizione aggiunge un capitolo sul razzismo antiserbo e antisloveno. Ci si sofferma poi sull'attualità del razzismo italiano e sui dispositivi che sottendono la sua fabbricazione. Vengono presi in considerazione i processi di inferiorizzazione degli stranieri e le tecniche di produzione delle paure e dei capri espiatori. Si porta l'attenzione sulle """"folle fredde"""", mediatiche e sempre più virtuali, aggiungendo un nuovo capitolo sul razzismo freddo, biometrico, ultima e più attuale frontiera del controllo istituzionale. Con introduzione dell'editore.""