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Guidate dal vento. Donne che generano cambiamento
Questo libro nasce da una ricerca sul femmineo condotta attraverso incontri e relazioni, storie orali trasmesse nel vivere quotidiano, rielaborate dall'Autrice e qui proposte in prima persona. Otto sono le donne che, con pazienza e determinazione, hanno messo in moto processi comunitari, cooperanti e solidali, costruendo ponti tra nord e sud del mondo, tra il dentro e il fuori di sé, tra la natura e l'umano, unendo il fragile con la potenza, all'interno di progetti che integrano tutti gli elementi della comunità, senza nessuna distinzione di sesso, etnia, abilità o religione. Nascono così associazioni, organizzazioni o semplicemente gruppi di persone che possono realizzare i loro sogni e le loro visioni. Ogni donna, guidata da uno degli otto venti principali della Rosa dei venti, porta la propria esperienza, il proprio vissuto e tocca temi universali. Cooperanti, imprenditrici, artiste, insegnanti, professioniste e madri. Nella prospettiva di tornare a pensare matriarcale, vale a dire liberare quel femminile che appartiene a tutti e che ci unisce nelle diversità, dove ognuno è maestro e si cresce insieme, costruendo un divenire di rigenerazione. -
In Inferna. Un viaggio dal Senegal al Nord Italia. Uno sguardo sulla colonizzazione dell'Africa
«Questo libro, composto da fatti successi più di cento anni fa, da cose che succedono oggigiorno e dalla mia esperienza di vita sin da bambino, mi ha portato a cercare e a raccontare. La vita ci ricongiunge con il nostro passato anche senza che ce ne rendiamo conto. Ho iniziato a scrivere cercando di liberarmi delle mie esperienze pesanti: più riuscivo a tirare le parole fuori di me, più mi sentivo leggero, in qualche modo. L'impresa di scrivere diventava sempre più bella, perché mi invitava a cercare di ricordarmi nel tempo di molte cose e fatti successi, anche piccoli; sentivo sempre più quella voglia di cercare di capire il perché di molte cose, e davo loro senso. A mio modo, ovviamente. Ma ho scritto anche per rendere omaggio a tutte quelle persone decedute lungo lo stesso percorso che ho fatto anch'io: il deserto, la Libia, il Mediterraneo. Mi sento triste dentro quando penso a me, ma in fondo non sono diverso da ogni altra persona, perché la mia stessa tristezza si vede negli occhi del mondo in cui viviamo. La vita di molte persone è scomparsa così, nel nulla, lontano da tutti e da tutto». -
Sumud. Resistere all'oppressione
Sono qui proposti alcuni testi scritti della dottoressa Samah Jabr tra il 2019 e il 2021 raccolti sotto il tema del sumud, un concetto che non significa solamente essere capaci di sopravvivere o di riprendere forza per gestire e adattarsi allo stress e alle avversità, ma implica anche mantenere un risoluto atteggiamento di sfida alla sopraffazione e all'oppressione. Le riflessioni dell'Autrice attraversano molti territori, dalla differenza di genere alla discriminazione razziale nella Palestina occupata, dal jihadismo salafita - qui assimilato al sionismo - alla resistenza contro l'occupazione. Una particolare attenzione è riservata al tema della salute mentale - guardata dal suo osservatorio di psichiatra e direttrice dell'Unità di Salute mentale del Ministero della Sanità palestinese - e all'esperienza della pandemia da Covid-19 vissuta sotto occupazione. Quale filo conduttore, l'invito a ri-considerare la solidarietà con gli oppressi terapeutica a tutte le latitudini. -
Baracche e sogni a Pratorotondo. Forme di lotta per la casa e altre storie negli anni settanta a Roma lungo percorsi personali e politici
Nei primi anni settanta del Novecento, un gruppo di ragazzi del Liceo classico Giulio Cesare di Roma accoglie l'invito di alcuni preti della Teologia della liberazione a partecipare a un'esperienza formativa nella baraccopoli di Pratorotondo, in Val Melaina. L'Autrice, allora adolescente, raccoglie qui alcuni ricordi e flash back di quell'avventura, alternandoli a momenti riflessivi sulla storia delle borgate romane di quegli anni. Una sorta di romanzo di formazione, che la vede protagonista a partire dalla famiglia di origine verso la maturazione e l'età adulta tramite prove, errori, viaggi ed esperienze. Il racconto di emozioni, sentimenti, progetti e azioni che appartengono a un'epoca storica e a una generazione. -
Potere, soggettività, post-modernità
Nella prima parte di questo libro vengono ripresi e attualizzati gli studi di Michel Foucault sul potere disciplinare, a cui è connesso il concetto di dispositivo, per indagare le forme assunte da assoggettamento e soggettivazione nella post-modernità. È evidenziata l'inquietante esasperazione della disciplina di normalizzazione che si concretizza nell'eccessiva e progressiva medicalizzazione della società e finisce per tratteggiare una nuova figura di «anormale 2.0» a fronte delle epocali trasformazioni antropologiche e sociali del mondo globalizzato, retto dalle leggi del neoliberismo. Nella seconda parte si osservano i processi di ibridazione tecno-digitale dei corpi. L'Autore propone i concetti di ""non-corpo"""", """"non-tempo"""" e """"non-spazio"""" per identificare l'evoluzione degli effetti dei processi di """"deformazione"""" legati alla globalizzazione e alle derive tecnologiche e tecnocratiche del neoliberismo. E ci invita a sperimentare la costruzioni di altre e diverse forme di soggettività in un'ottica di """"resistenza"""" al potere."" -
Ti devo parlare di angeli e di streghe. Il mondo interiore del gruppo «Al di là delle voci»
In questo libro gli «uditori di voci» si raccontano con versi poetici, nei loro incontri di gruppo. Il gruppo di auto-mutuo-aiuto, nell'ottica della presa in carico da parte dei servizi, può essere percepito come una risorsa che favorisce la riduzione del disagio psichico e sociale e il miglioramento della qualità di vita, intesa nella sua complessità: la famiglia, la vita affettiva, il lavoro, le amicizie e tutto ciò che vive attorno alle persone. L'auto-aiuto è quindi un mezzo relazionale per assicurare ai partecipanti del gruppo un sostegno emotivo. All'interno del gruppo ogni sforzo personale indirizzato a risolvere il proprio problema diventa nello stesso momento risorsa per risolvere un problema comune. Nel gruppo le persone parlano delle loro voci, quali sono, di chi sono, quante sono, cosa dicono, dove le sentono e quando le sentono, se sono voci buone o che insultano. Si verifica così una sorta di effetto per cui chi dà aiuto tentando di trovare nuove strategie, nella realtà modifica se stesso nel rapporto con l'altro. -
La lotta col pugno. Nonostante le ferite
Dall'Ilva al lungo elenco delle multinazionali che si fingono ""socialmente responsabili"""", da Portella della Ginestra alla strage di operai delle Fonderie Riunite di Modena; dai detenuti uccisi durante le rivolte del marzo 2020 nel carcere di Modena a una visita a Sollicciano; dal licenziamento di oltre 400 lavoratori nello stabilimento di Livorno della Trw Automotive all'accaparramento di terre del colonialismo imperialista, la poesia di Umberto ci ricorda che """"senza lotte il mondo si adagia. E arretra""""."" -
Un padre dai campi di sterminio
In una ""vecchia e dimenticata cassetta"""" l'Autore trova i documenti originali che testimoniano i trascorsi del padre, ex ufficiale di artiglieria a cavallo, la sua militanza nella Resistenza, prima nelle Quattro Giornate di Napoli, poi al Nord Italia, e infine l'internamento in Germania. Un padre profondamente segnato, fisicamente ma ancor più psichicamente, con il quale il figlio ha avuto, in famiglia, un pessimo rapporto. Una testimonianza documentata sui fatti storici degli anni più bui del Novecento, un atto riparativo nei confronti di un uomo vinto dalla storia, un ricordo dello zio anarchico, combattente nella guerra civile spagnola, internato nel campo di Argelès-sur-Mer e confinato a Ventotene, ma anche una personale e faticosa elaborazione, supportata dagli strumenti dell'indagine psicosociologica, delle ferite che gli eventi storici hanno riversato sull'Autore, all'epoca un inconsapevole bambino."" -
Homo omini ludus. Fondamenti di illudetica
Un libro illudente, perché non si pone l'obiettivo di trasformare il mondo, che quasi certamente va e andrà altrove, irreversibilmente; ironico, quindi, proprio in quanto cerca e prova a porre dei fondamenti in un'età post-metafisica e post-moderna, e perciò senza fondamenti. È e sarà ancora possibile e plausibile un'etica? Ironia quindi in quanto (auto)ironia sulla propria, e così probabile, improbabilità; est/etico, in quanto si propone di ricercare e rinvenire/reinventare i nessi tra aisthesis ed ethos, e facendo coincidere a questa prassi integrativa la prospettiva stessa di qualunque educazione. Il giocare è infatti un'agire-pensare incorporato, e per questo può esemplificare un know-how per educare a vivere (o prendersi cura di sé nel con-vivere); ludico, quindi, in quanto ispirato dal giocare: attività complessa appresa dagli animali, che continua a legarci ad essi, e che esprime un altissimo livello di significatività simbolica e di (auto) riflessività; un'azione autopoietica, che si auto-organizza e resta aperta agli eventi e alle mutazioni. Qui si provano ad esporre quindi le visioni e le proposte dell'Illudetica, intesa come est/etica illudentemente fondata sul gioco. -
La libertà ha le ali. Storia del Social Flight One il primo aereo costruito in carcere
È qui raccontata la storia del primo aereo costruito in carcere dall'ingegno di un gruppo di reclusi e un maestro artigiano. Il Social Flight One (primo volo sociale) è stato realizzato nell'ambito del progetto 'Le ali della libertà' dalla rete di Mediterraneo Sociale e della Caritas di Avellino, e finanziato con il fondo lotta alla droga della Regione Campania. Il progetto, avviato nell'Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze di Lauro (AV) nel 2005, su stimolo di Beppe Battaglia, con il lavoro del maestro falegname Aurelio e dei detenuti Giovanni, Ciro e Angelo, ha avuto una tappa importante nel 2015, quando l'aereo è stato esposto all'EXPO di Milano. Il prestigioso biposto ultraleggero in legno con doppi comandi, pensato anche per consentire voli sociali gratuiti per persone con disabilità gravi, è, nelle intenzioni, soltanto il primo di una flotta aerea destinata, come ""bene comune"""", alle più svariate funzioni sociali: servizi di ricognizione ambientale, usi turistici e di diporto, in base a quanto l'immaginario collettivo saprà attribuirgli."" -
Vista con sophia
Quante volte nascono in noi, cosiddetti ""normodotati"""", domande che vorremmo porre alle persone non vedenti sulla loro quotidianità, sui loro sensi, sulla loro percezione del mondo. Duccio, cieco dalla nascita, dialogando con l'amica pittrice e insegnante Sofia Rondelli, racconta il suo rapporto con il resto della sfera sensoriale. Grazie all'impatto con una persona speciale già da adolescente seppe """"uscire da quel tunnel, caratterizzato da una vera paralisi di pensiero"""". Oggi condivide con i lettori tanti aspetti della """"disabilità"""", che identifica non solo nel corpo, ma soprattutto nell'interiorità, poiché, secondo lui, è questa che più di tutto conta. Un libro originale, istruttivo e maturo per chiunque si interroghi sul modo che i non vedenti hanno di sentire e sentirsi: genitori, parenti, amici, assistenti sociali, insegnanti, educatori e perfino i ciechi stessi. Una testimonianza e una condivisione di impressioni e di esempi propositivi, per uscire dagli schemi degli standard personali e dell'immaginazione collettiva."" -
Quale rifugio? Razzismo di Stato e accoglienza in Italia. Una lettura antropologica
Mentre donne, uomini e bambini vengono picchiati sulle frontiere, lasciati morire in mare e imprigionati in campi di detenzione, gli Stati europei affrontano la migrazione come se fosse un fenomeno emergenziale e non storicamente determinato dalle loro stesse politiche. In questo libro, nato sul campo, da un'esperienza di lavoro nell'accoglienza, l'incontro con l'alterità culturale diventa l'occasione per un'antropologia al contrario: nello specchio della migrazione emergono le nostre politiche razziste, le burocrazie, le presunzioni culturali. Da qui, la violenza strutturale che caratterizza le migrazioni odierne non appare come un'emergenza, bensì come l'esito di un particolare modo di concepire gli Stati nazioni e di un preciso modo di governo economico-politico: il capitalismo attuale. A un'introduzione al fenomeno migratorio segue uno studio critico delle convenzioni internazionali e della normativa italiana su asilo e accoglienza. -
La mia guerra. Diario dal fronte
Il 4 novembre del 1918 si chiudeva la grande guerra d'Italia. A cent'anni dalla vittoria, riemerge il diario di un soldato che, di lì a pochi anni, avrebbe segnato la storia italiana: Benito Mussolini. In una forma inedita, il diario del futuro capo del fascismo è stato trasformato per la prima volta in un fumetto storico. Le pagine dal fronte di Mussolini prendono vita, mostrandosi in una forma inedita capace di soffermarsi tanto sulla spettacolarità delle scene alpine di guerra quanto sugli aspetti più umani e psicologici della vita in trincea. La sceneggiatura del fumetto muove, innanzitutto, proprio dalle riflessioni più profonde di un Mussolini pre-fascista che, nelle trincee di ghiaccio e di fuoco della grande guerra, porta a definitivo compimento la propria formazione umana e politica. -
Jan Palach. Praga 1969. Una torcia nella notte
Jan Palach, la ""torcia n.1"""", il 16 gennaio 1969, in Piazza San Venceslao a Praga, scelse di darsi fuoco come estremo atto di protesta contro il fagocitante comunismo sovietico che invadeva la Cecoslovacchia impedendole di evolvere, di riunire la propria comunità in un socialismo moderno, dal """"volto umano"""". La Primavera di Praga veniva fermata militarmente dalla Russia in un bagno di sangue negli anni in cui, come scrive Marcello Veneziani, «i sessantottini incendiavano il mondo pensando a sé stessi, mentre Palach incendiava sé stesso pensando al mondo». Jan Palach si mostra ora in un fumetto originale nel tratto (che qua e là sembra appena abbozzato per poi prendere vigore, forza, materia) e nella sceneggiatura (un crescendo di veri e propri versi - leggeri, privi di retorica). Il ricordo vivo di uno degli ultimi grandi, giovani europei. «Io non sono un suicida» disse Jan, «sono la luce che ha illuminato il buio che è sceso sulla Cecoslovacchia. Anche una piccola torcia, nel buio, può diventare un faro che illumina il mondo. I giovani cecoslovacchi sono disposti a morire per dare luce». Prefazione di Emanuele Ricucci e postfazione di Umberto Maiorca."" -
Fiume o morte. L'epica impresa di d'Annunzio e dei suoi uomini
Il racconto a fumetti della mitica impresa di Fiume di Gabriele d'Annunzio e dei suoi legionari. A distanza di un secolo, si torna così ad assaporare lo spirito pionieristico, il clima goliardico e le tensioni eroiche nel capolavoro ideato da Carlo Sicuro, sceneggiato da Manlio Bonati e disegnato da Yildirim Örer e Mauro Vecchi. Oltre 140 pagine di pura, audace, sfrontata, entusiasmante italianità: dal preambolo della Grande Guerra con il mitico volo su Vienna del 1918 alla Vittoria mutilata, dalla marcia di conquista della città di Fiume del 1919 all'incredibile stagione della Reggenza italiana del Carnaro. È la storia di meravigliosi eroi, tutti italianissimi: Guido Keller, Giovanni Comisso, Antonio Locatelli, Ettore Muti, Costanzo Ranci, Tito Testoni, Vittorio Montiglio, Alceste De Ambris, Filippo Tommaso Marinetti... -
Adam. Una storia di immigrazione
"I profeti dell'invasione, i cantori dell'immigrazione di massa - un sistema di sfruttamento dell'uomo sull'uomo che non ha eguali - ci hanno ripetuto fino allo sfinimento che coloro che sbarcavano sulle nostre coste erano sempre, soltanto vittime. I cattivi, invece, erano quelli che volevano chiudere i porti, che volevano fermare il commercio di esseri umani. Di sicuro, gli stranieri giunti in Italia irregolarmente non sono tutti violenti e pericolosi. Ma una parte di loro lo è o lo è stata. E di questa parte nessuno ha mai voluto parlare fino in fondo. Il cattivo doveva essere l'uomo bianco, ricco e razzista. Il buono doveva essere l'uomo nero. Così nasce Adam: volevo raccontare una storia di immigrazione che fosse allo stesso tempo completamente inventata e completamente vera. Adam non è uno stereotipo. Adam è il grande rimosso. Adam è il personaggio di cui, negli anni passati e in parte ancora oggi, si è parlato poco, pochissimo, praticamente mai."""" (L'autore)" -
Nino Benvenuti. Il mio esodo dall'Istria
L'autobiografia a fumetti di Nino Benvenuti, uno dei più grandi pugili italiani, è il racconto di un ragazzo e del suo sogno, ma, anche, di un dramma... Il dramma degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia costretti all'esodo, dopo la Seconda guerra mondiale, per sfuggire alle terribili violenze, agli omicidi, agli infoibamenti scatenati dalle truppe comuniste jugoslave di Tito. Nino Benvenuti, istriano, è il simbolo del riscatto: la sua indimenticabile conquista della medaglia d'oro alle Olimpiadi di Roma 1960 rappresenta una vittoria per sé e per la sua gente. ""Ci sono storie che non si possono dimenticare. La mia è una di quelle. Di un popolo intero. Cacciato, umiliato, calpestato, strappato dalla propria terra senza che nessuno, dico nessuno, abbia alzato un dito per difenderlo. Di un popolo dimenticato, la cui storia è stata oscurata per anni, cancellata dai libri di storia, negata. A chi per oltre mezzo secolo ha negato le migliaia di morti, le violenze, le foibe. A chi, ancora oggi, nega. Io non ho mai dimenticato. Chi sono, da dove vengo, le mie origini. Mi chiamo Nino, Nino Benvenuti. Questa è la mia storia"""". Postfazione di Emanuele Merlino."" -
Les affreux. I terribili. Soldati di ventura in Africa
Sudafrica. Oggi. Località nei pressi di Pretoria. Italo, classe 1944, sta trascorrendo una serata nella propria farm, in compagnia della famiglia e di Giorgio, suo vecchio amico... ben presto, la conversazione finisce sull'ennesima aggressione, feroce, subita da farmers bianchi e sul clima di terrore e di violenza a cui sono sottoposti. Improvvisamente, la corrente elettrica viene interrotta. Rumori provengono dall'esterno della casa. I due uomini si preparano al peggio... in loro, l'istinto è ancora quello di una volta; gli amici sono pronti ad affrontare l'ennesima sfida, forse l'ultima. In un lampo, nella mente di Italo riaffiorano i ricordi dei giorni del suo arrivo in Africa... Prima metà degli anni Sessanta, la guerra civile sconvolge l'ex Congo belga. Migliaia di uomini, donne e bambini vengono massacrati. Nessuno sembra in grado di respingere questo orrore. Ad un certo punto, arrivano loro. Per molti, sono semplici avventurieri. Per altri, sono reduci sconfitti di guerre passate o assassini al soldo del migliore offerente. In patria, li chiamano ""mercenari"""". Per i loro nemici, diventano, semplicemente """"les affreux"""". I terribili."" -
Le verità negate. Bologna, 2 agosto 1980
"Leggendo la storia giudiziaria della strage di Bologna, così magnificamente illustrata da questo fumetto verità, si apre un mondo. Quello drammatico di una parte dello Stato che per anni ha voluto vedere solo da una parte. (...). Non abbiamo sicurezza di quello che sia successo... ma il fumetto e una grande messe di documenti, note e interviste posti al termine del libro, ci raccontano un dubbio legittimo su mandanti ed esecutori della strage e ci raccontano una granitica certezza: quelle indagini volevano un colpevole ben identificato sin da subito."""" (Nicola Porro, vicedirettore de """"Il Giornale"""")" -
Yukio Mishima. Ultimo samurai
La sera del 24 novembre 1970, Yukio Mishima consumò una cena di addio insieme a quattro membri del Tatenokai (l'Associazione degli scudi) con i quali, il giorno seguente, avrebbe portato a termine il suo eclatante suicidio pubblico. Gli uomini mangiarono al Suegen, un piccolo ristorante del quartiere di Shimbashi a Tokyo. Poi Mishima andò a trovare i suoi genitori. Fu una visita breve, apparentemente consueta e ordinaria. Rientrato a casa, raggiunse il suo studio e, come faceva abitualmente, cominciò a lavorare nel pieno della notte. Firmò l'ultima versione del quarto volume della tetralogia del ""Mare della fertilità"""", apponendovi la data del 25 novembre 1970. Scrisse poi una breve frase su un foglio di carta, lasciato sulla scrivania: «La vita umana è così breve e io vorrei vivere per sempre». Ebbe così inizio l'ultima notte del più grande scrittore giapponese del Novecento, dell'uomo che, poche ore dopo, sarebbe diventato definitivamente l'ultimo, autentico samurai. Una notte di ricordi, fantasmi, tormenti raccontata nel primo fumetto al mondo dedicato a Yukio Mishima. Un viaggio straordinario e profondo tra le pieghe segrete e più autentiche della sua vita. Prefazione di Mario Vattani.""