Sfoglia il Catalogo ibs013
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 221-240 di 10000 Articoli:
-
Storia dell'IRI. Vol. 3: I difficili anni '70 e i tentativi di rilancio negli anni '80.
L'Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) nasce nel 1933, per volere di Mussolini e su progetto di Alberto Beneduce, con l'intento di evitare il fallimento delle principali banche e imprese italiane e con esso il crollo dell'economia, già provata dalla crisi mondiale esplosa nel 1929. Dal dopoguerra l'Istituto è protagonista prima della ricostruzione e poi del miracolo economico. Dopo le difficoltà emerse negli anni '70 e il programma di ristrutturazione e rilancio degli anni '80, l'IRI conclude la sua attività nel 2002 dopo le operazioni di privatizzazione che contribuiscono in misura significativa al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica e all'adesione italiana all'euro. Questo volume tratta il periodo dal 1973 al 1989. Dopo un ventennio di successi, arriva per l'IRI una fase di acute difficoltà: i mercati del lavoro sono turbolenti, quelli dei beni più competitivi, il prezzo dell'energia si impenna, mutano le tecnologie. Stragi e terrorismo connotano ampia parte del periodo: sono gli 'anni di piombo'. All'elevata inflazione si unisce il rallentamento della crescita. L'IRI non è in grado di far fronte tempestivamente a questa nuova, difficile realtà. Essere 'soggetto di politica economica induce a difendere e a salvare piuttosto che a riorganizzare. Lo Stato, che dell'IRI è azionista, costringe in molti casi a scelte che risultano altamente costose. Perdite e debiti si cumulano nella siderurgia, nell'industria dei cantieri navali... -
Storia dell'IRI. Vol. 4: Crisi e privatizzazione.
L'Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) nasce nel 1933, per volere di Mussolini e su progetto di Alberto Beneduce, con l'intento di evitare il fallimento delle principali banche e imprese italiane e con esso il crollo dell'economia, già provata dalla crisi mondiale esplosa nel 1929. Dal dopoguerra l'Istituto è protagonista prima della ricostruzione e poi del miracolo economico. Dopo le difficoltà emerse negli anni '70 e il programma di ristrutturazione e rilancio degli anni '80, l'IRI conclude la sua attività nel 2002 dopo le operazioni di privatizzazione che contribuiscono in misura significativa al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica e all'adesione italiana all'euro. In questo volume viene esaminato il periodo conclusivo della storia dell'IRI (1990-2002). Nel 1992 inizia il processo di privatizzazione dell'Istituto, gruppo di oltre 500 imprese e 400 mila addetti, che si concluderà con la sua liquidazione nel 2002. Il processo ha tratto origine dalle turbolenze dell'economia e del bilancio pubblico degli anni Novanta, dalle difficoltà finanziarie dell'Istituto e dai vincoli stringenti dell'Unione europea che, con l'assimilazione di ogni conferimento di capitale pubblico ad aiuto di Stato, aveva messo in crisi il modello delle partecipazioni statali. -
Storia della rivoluzione del 1848
Marie Catherine Sophie de Flavigny, contessa d'Agoult, in arte Daniel Stern. Nella metà dell'Ottocento è lei che anima a Parigi un salotto letterario e politico frequentato dai maggiori intellettuali del tempo. Dopo la separazione dal marito, il conte d'Agoult, sarà scrittrice prolifica e gran viaggiatrice in compagnia del compositore Franz Liszt; da lui avrà tre figli e la seconda, Cosima, futura moglie di Richard Wagner, sarà ideatrice del famoso teatro di Bayreuth. Da testimone privilegiata, Marie racconta in prima persona le giornate rivoluzionarie del 1848 che infiammarono Parigi e avranno ripercussioni in molti paesi d'Europa. Le sue pagine sono un documento storico di grande valore, scritto nel clamore di una rivoluzione che dapprima sembrò non violenta e simbolicamente efficace, ma presto si trasformò in altro. Vi si trovano i momenti salienti della ribellione, con al centro i loro protagonisti: Luigi Bonaparte, Buchez, Thiers, Lamartine, Girardin, ma anche gli uomini e le donne del popolo di Parigi e di tutte le altre nazioni coinvolte, tra cui l'Italia dove spicca la figura di Mazzini, amico e corrispondente dell'autrice. Si va dai giorni lenti e rigidi della formazione dell'opposizione al governo, pieni di discussioni politiche e di 'banchetti', a quelli impegnati e veloci delle barricate, sino all'inevitabile spargimento di sangue. L'autrice entra nella discussione pubblica sull'economia e sulla politica, cita i giornali e la stampa dell'epoca... -
Attilio Mastromauro e la sua straordinaria impresa. Storia della Granoro
Attilio Mastromauro è uno dei pionieri dell'industria della pasta in Italia. Emigrato ancora bambino nella New York degli anni Venti, al ritorno nella natia Corato entra nell'azienda paterna; è un'epoca in cui i pastifici sono ancora attività artigianali, non esiste automazione, la pasta viene essiccata sventolando a mano grandi ventagli. Sotto la guida di Attilio la fabbrica cresce fino a diventare una nuova impresa, la Granoro, realizzata e condotta con l'aiuto della moglie, delle figlie e di una ""famiglia allargata"""" di fidatissimi collaboratori. Da pochi capannoni costruiti nella campagna coratina, i prodotti Granoro si fanno spazio nei piccoli negozi di paese, nei grandi ipermercati e infine sul mercato internazionale. Oggi, sotto la direzione di Marina e Daniela Mastromauro, la Granoro è una realtà consolidata che ha portato la pasta pugliese sulle tavole del Canada, del Sudamerica, dell'Australia, fino alla Cina e al Giappone."" -
Inventario sentimentale
Le stelle cadenti. I matti nei paesi. Le portinerie. I peli superflui. Il tacco 3. Il corredo. Arrampicarsi sugli alberi. Le cabine telefoniche. Le lettere d'amore. Dirsi addio. Quello che abbiamo perduto racconta chi siamo. -
I cinquant'anni di Enel
L'istituzione nel 1962 dell'Enel, a conclusione di un acceso dibattito politico e in coincidenza con la formazione del primo governo di centro-sinistra, è stata considerata la più importante riforma di struttura della prima Repubblica. La nazionalizzazione dell'industria elettrica ebbe infatti come risultato di spostare il baricentro dell'assetto economico verso la 'mano pubblica'. Garantire la copertura del fabbisogno nazionale e la fornitura di energia, ai minimi costi, a tutto il Paese, senza alcun aiuto finanziario dello Stato, si rivelò una missione molto difficile e onerosa. Anche perché l'Ente doveva saldare gli ingenti indennizzi riconosciuti alle imprese nazionalizzate private e a quelle dell'Iri. Una volta assolto il compito attribuitogli, grazie all'opera dei suoi tecnici altamente specializzati, e superata la lunga fase di stagflazione fra gli anni Settanta e Ottanta, l'Enel si è impegnata, dopo la rinuncia al nucleare, a diversificare al massimo le altre fonti energetiche, estendendole a quelle rinnovabili. Negli ultimi anni, dopo la liberalizzazione del mercato, l'Enel ha conosciuto una profonda trasformazione e, da monopolista elettrico pubblico, è divenuto un operatore energetico multinazionale, attivo in 40 Paesi di quattro continenti. Nel volume, Valerio Castronovo traccia un quadro d'insieme di questa complessa vicenda, anche nei suoi risvolti politici mentre Giovanni Paoloni analizza le iniziative in campo tecnologico e ambientale. -
L' arte contemporanea spiegata a tuo marito
Perché Joseph Beuys si è rinchiuso per tre giorni in una galleria in compagnia di un coyote? Perché Chris Burden si è fatto sparare a un braccio? Perché Alberto Burri dipingeva con la fiamma ossidrica? Perché Mona Hatoum ha proiettato la sua gastroscopia? Perché Marina Abramovic ha trascorso un'intera Biennale di Venezia a scalcare ossi di manzo? Tuo marito sta indugiando perplesso, non capisce per quale ragione dovrebbe seguirti a un temibile vernissage, lui che non distingue un acquerello da un olio. Eppure un modo per fargli cambiare idea c'è. Basta sfogliare queste pagine e lasciare che Mauro Covacich, con allegra semplicità, venga a darti una mano e vi conduca insieme nel mondo dell'arte contemporanea. -
Joseph Ratzinger. Crisi di un papato
"Joseph Ratzinger non doveva diventare papa. Non poteva. Secondo le regole non scritte dei conclavi una personalità così 'polarizzante' non sarebbe mai riuscita a ottenere i due terzi dei voti necessari per essere eletto. Invece il 19 aprile 2005, dopo un'elezione tra le più rapide dell'ultimo secolo, il tedesco Ratzinger si affacciò sorridente alla Loggia delle Benedizioni. Chi varca il Portone di Bronzo impara presto cosa significa il termine 'polarizzare'. Significa creare con dichiarazioni, gesti e idee un campo di tensione così forte da spaccare la Chiesa tra visioni differenti"""": dopo sei anni di pontificato Benedetto XVI è ancora un pontefice che divide. Eletto per rassicurare la parte di Chiesa in cerca di autorità e identità, il papa ha messo a disagio il cattolicesimo che si ispira al Concilio Vaticano II; con una citazione sprezzante su Maometto ha provocato uno scontro violento con l'Islam; elogiando Pio XII e togliendo la scomunica al vescovo negatore della Shoah ha causato una serie di crisi con l'ebraismo; le sue frasi sull'Aids hanno suscitato reazioni di protesta in tutto il pianeta; non ha affrontato questioni come il calo dei sacerdoti e il ruolo della donna. Marco Politi ricostruisce questi anni di pontificato nel quale crisi ed errori di comunicazione sono stati ripetuti e tratteggia il profilo meno conosciuto di un papa impolitico. Un uomo sensibile, timido, caloroso e pieno di umorismo nel privato. Un uomo che crede a un cristianesimo 'religione dell'amore'..." -
La fondazione di Roma raccontata da Andrea Carandini
"Ho deciso, ormai molto tempo fa, di studiare le origini di Roma, di ripartire dalla leggenda e di analizzare le sue moderne interpretazioni, alla luce della mia formazione particolare, io sono un archeologo, cioè uno storico che si avvale prima di tutto delle cose fatte dall'uomo e di ciò che di esse è rimasto nel terreno. Ho avuto la fortuna di scavare per tanti anni nei luoghi citati dalla leggenda, dove Roma sarebbe stata fondata e dove avrebbero vissuto i primi re. Ho raccolto in questi scavi tante testimonianze materiali, esterne alla tradizione letteraria, eppure risalenti a quei tempi lontani e che richiamano gli eventi e le azioni di quei leggendari personaggi. Ecco perché non credo che la leggenda sulle origini di Roma sia una favola. Credo piuttosto che sia una tradizione in cui verità e finzione sono entrambe presenti, ma intimamente mescolate. Distinguere e separare l'una dall'altra provando a risalire a quanto effettivamente accadde nei primi tempi della città è un compito difficile, un percorso pieno di ostacoli, in cui capiterà di pescare dalla memoria letteraria degli antichi, ma anche di scendere sotto terra, attingendo dalla memoria accumulata nel terreno, sotto i nostri piedi di moderni romani."""" (Andrea Carandini)" -
L'identità italiana in cucina
"L'Italia è fatta, facciamo gli italiani"""" proclamò Massimo D'Azeglio all'indomani dell'unità nazionale. In realtà gli italiani esistevano da secoli, ben prima che l'Italia nascesse come entità politica. Erano pochi, certo: solo una piccola élite. Ma erano e si sentivano italiani, pur vivendo in Stati diversi. L'identità del paese non coincideva con le sue forme politiche, ma si realizzava piuttosto nei modi di vita, nei gusti letterari, artistici, e anche gastronomici. Se per """"cucina italiana"""" vogliamo intendere un modello unitario, codificato in regole precise, è abbastanza evidente che essa non è mai esistita e non esiste tuttora. Se però la pensiamo come """"rete"""" di saperi e di pratiche, come reciproca conoscenza diffusa di prodotti e ricette provenienti da città e regioni diverse, è evidente che uno stile culinario """"italiano"""" esiste fin dal Medioevo, soprattutto negli ambienti cittadini che concentrano e rielaborano la cultura alimentare delle campagne, e al tempo stesso la mettono in circolazione, attraverso il gioco dei mercati e i movimenti di uomini, merci, libri. Si forma così un sentimento """"italiano"""", un'identità non teorica né utopistica, ma concreta e quotidiana, fatta di sapori, di prodotti, di gusti. L'unità politica del paese non fa che accelerare questo processo, allargandolo progressivamente a fasce più ampie della popolazione." -
Elogio del moralismo
"Un aureo libretto questo di Stefano Rodotà, intriso di passione, di delusione mascherata, ma anche di volontà di mutar registro, di rendere la politica degna delle sue responsabilità e i cittadini più consapevoli"""" (Corrado Stajano, Corriere della Sera). """"Contro l'illegalità dilagante, e la vera e propria barbarie che esplode improvvisa a devastare il senso stesso della vita umana, 'Elogio del moralismo' è un vibrante pamphlet che diventa più che un segno di rivolta. Esso è un anticorpo nei confronti di questo virus micidiale e insieme un invito alla ricostituzione dello spirito pubblico"""" (Roberto Esposito, la Repubblica). """"Non si arrende, Stefano Rodotà, e invita tutti a fare altrettanto"""" (Benedetta Tobagi, la Repubblica). """"Rodotà ci invita a ricordare che democrazia non vuole dire soltanto governo del popolo ma anche governo 'in pubblico', e dunque sono inammissibili tanto la menzogna, quanto la pretesa da parte dei politici di non rendere conto dei propri comportamenti"""" (Maurizio Viroli, il Fatto Quotidiano)." -
Storia di una banca. La Banca Nazionale del Lavoro nell'economia italiana 1913-2013
Nata durante il corso riformista del governo Giolitti come banca delle cooperative e trasformata successivamente in banca di Stato, la Banca Nazionale del Lavoro è divenuta dal secondo dopoguerra in poi banca del Tesoro, seguitando a coniugare precipue funzioni di interesse pubblico e attività creditizie a sostegno dello sviluppo economico del Paese, prima della privatizzazione degli anni Novanta che l'ha portata completamente sul mercato. Dal 2006, dopo che è entrata a far parte di un grande gruppo internazionale come BNP Paribas, BNL ha intensificato la sua opera al servizio dei clienti, persone e imprese. -
«La ricchezza di pochi avvantaggia tutti». Falso!
In quasi tutto il mondo la disuguaglianza sta aumentando, e ciò significa che i ricchi, e soprattutto i molto ricchi, diventano più ricchi, mentre i poveri, e soprattutto i molto poveri, diventano più poveri. Questa è la conseguenza ultima dell'aver sostituito la competizione e la rivalità alla cooperazione amichevole, alla condivisione, alla fiducia, al rispetto. Ma non c'è vantaggio nell'avidità. Nessun vantaggio per nessuno. Eppure abbiamo creduto che l'arricchimento di pochi fosse la via maestra per il benessere di tutti. -
«Il Sud vive sulle spalle dell'Italia che produce». Falso!
Senza il Sud, l'Italia sarebbe più ricca, e crescerebbe di più. Le regioni del Sud inghiottono senza frutto un fiume di risorse pubbliche. Sono soldi sprecati, sottratti all'Italia che produce ed è costretta a mantenere i meridionali. Sono soldi che finiscono nelle mani di politici corrotti e organizzazioni criminali. D'altronde i meridionali sono diversi dagli altri italiani: non hanno senso civico, sono familisti, hanno storia e cultura a sé. Questi sono gli argomenti del teorema meridionale. Che ha una sua logica. Ma è falso. Questo libro dimostra perché. -
Principe di questo mondo. Il diavolo in Occidente
Nella cultura e nella spiritualità cristiana Satana è un personaggio storico, presente in ogni momento della vita dei singoli e dei popoli. Non è solo il tentatore che induce gli uomini al peccato con le sue proteiformi manifestazioni. È propriamente ""il signore di questo mondo"""", è colui che guida la storia nella lotta continua fra la Città di Dio e la Città del Diavolo. È Satana che promuove le persecuzioni dei primi secoli, le eresie medioevali, suscita i grandi nemici della Chiesa, da Nerone a Maometto, a Federico II. Satana con il suo esercito di demoni occupa uno spazio amplissimo in tutti gli scrittori fin dai primi secoli. Spezzata l'unità cristiana, è Satana - secondo le diverse prospettive - a ispirare Lutero o il papa che si accuseranno reciprocamente di essere l'Anticristo. Alle origini della modernità, sarà ancora Satana a suscitare ideologie laiche, ateistiche e libertine e sarà impersonato da Niccolò Machiavelli. Anche la filosofia moderna deve confrontarsi con Satana: per Cartesio è il """"genio maligno"""", il diavolo, a rendere dubbia l'esistenza stessa del mondo fisico. La presenza di Satana con tutto il mondo di streghe e indemoniati che l'accompagna alle origini della civiltà moderna - andrà declinando lungo il Seicento: già alla metà del secolo, Cyrano de Bergerac collocherà tutte le dottrine demonologiche nella """"Gazzetta degli sciocchi""""."" -
Geopolitica del diritto. Genesi, governo e dissoluzione dei corpi politici
A dispetto dell'immagine corrente della globalizzazione giuridica, l'uniformità senza confini degli ordinamenti che sembra caratterizzare il mondo contemporaneo non azzera il peso delle diverse tradizioni giuridiche: le diverse immagini della 'legge' continuano a segnare differenze, scarti che interrompono lo spazio globale. Persino lo stile, i linguaggi e le modalità di legittimazione della giustizia divengono, seppur in modo più sotterraneo e indiretto, elementi pregnanti di una nuova 'geopolitica', gli strumenti culturali di una lotta per l'egemonia dei modelli giuridici. In particolare due forme della legge si stagliano ancora nel mondo e nell'Occidente: quella anglo-americana della 'legge orale' e quella continentale della 'legge scritta'. Si tratta di due forme antitetiche, che marcano una profonda dualità dell'Occidente. -
La città dei ricchi e la città dei poveri
Nelle culture occidentali la città è stata a lungo immaginata come spazio dell'Integrazione sociale e culturale. Luogo sicuro, protetto dalla violenza della natura e degli uomini, produttore di nuove identità, sede privilegiata di ogni innovazione tecnica e scientifica, culturale e istituzionale. Nella città occidentale ricchi e poveri si sono da sempre incontrati e continuano a incontrarsi, ma sono anche sempre più resi visibilmente distanti. Oggi più che in passato, nelle grandi aree metropolitane, le disuguaglianze saltano agli occhi e strategie di distinzione ed esclusione sono state spesso favorite dallo stesso progetto urbanistico. Bisogna tornare a riflettere sulla struttura spaziale della città, riconoscere l'importanza che nel costruirla ha la forma del territorio. Tornare a conferire agli spazi urbani una maggiore e più diffusa porosità, permeabilità e accessibilità; disegnarli con ambizione, tenendo conto della qualità delle città che ci hanno preceduto e ragionare di nuovo sulle dimensioni del collettivo. -
Un paese senza eroi. L'Italia da Jacopo Ortis a Montalbano
Gli eroi dei romanzi sono spesso diventati eroi nazionali, col compito di rappresentare la comunità tutta all'insegna di un leggendario passato unificante, com'è accaduto a Robin Hood o a d'Artagnan. In Italia, invece, i personaggi letterari si sono sottratti a ogni tentativo di uso iconico e mitizzazione popolare. Eppure tutta la letteratura italiana tra Otto e Novecento è attraversata dalla riflessione sull'eroe e l'eroismo in una prospettiva nazionale. Le candidature non sono certo mancate: da Jacopo Ortis ed Ettore Fieramosca fino al partigiano Johnny e al commissario Montalbano, passando per Pinocchio, Gian Burrasca e Metello. Persino Mattia Pascal e Zeno Cosini. Nessuno di loro, però, è approdato allo statuto di eroe patriottico: perché? Perché l'Italia ha una debole storia nazionale o perché i protagonisti letterari del nostro paese hanno saputo resistere a ogni tentazione simbolica? Più realistici e moderni di quello che si pensa di solito, i personaggi italiani si riveleranno dotati di anticorpi che li hanno preservati da ogni forma di sacralizzazione. -
Contro i beni comuni. Una critica illuminista
Negli ultimi anni i 'beni comuni' sono diventati la parola d'ordine di quella parte della sinistra che si oppone alla riduzione dei rapporti economici e sociali a una pura logica mercantile. Una logica che ha via via permeato anche la dimensione pubblica. Sono tesi che scaldano il cuore di chi a ragione si batte contro il capitalismo ma che a una lettura più riflessiva appaiono retoriche, superficiali, incoerenti, inadeguate e contraddittorie. Belle fiabe che fanno leva su un desiderio diffuso di cambiamento ma fanno a pugni con il tentativo di definire idee chiare e distinte, argomenti radicali ma comunque razionali, com'è caratteristico della tradizione illuministica europea. La mistica dei beni comuni diventa così il peggior nemico interno di un costituzionalismo di diritto privato che sappia davvero porre limiti alla pura logica del profitto. -
Filosofia in gioco
Quello di una bimba di due anni che esplora e sovverte il suo ambiente quotidiano è detto gioco, ma che cosa ci autorizza a usare la stessa parola per il calcio o per gli scacchi? E che dire di quanti hanno parlato dell'arte, della letteratura e della filosofia come di sublimi giochi intellettuali? Ermanno Bencivenga si inoltra nel labirinto delle mille accezioni del termine gioco, fra sentieri tortuosi, svolte impreviste e vicoli ciechi.