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La scienza delle nostre origini
Il cervello di una scimmia bipede di due milioni di anni fa aveva lobi frontali simili ai nostri, suggerendo che essa stava già sviluppando abilità cognitive di tipo umano. Una nuova specie scoperta in Indonesia, sopravvissuta fino a dodicimila anni fa, aveva meno di un metro di statura e il cervello più piccolo dell'australopiteca africana ""Lucy"""", ma sapeva costruire strumenti in pietra. Il DNA estratto dalla falange di una mano scoperta in Siberia, antica di quarantamila anni, indica l'esistenza di un'altra specie umana, diversa sia da noi che dai Neanderthal. Queste pagine sono dedicate a chi è curioso di conoscere i metodi scientifici più recenti che indagano sul passato profondo della nostra e di altre specie."" -
Il costituzionalismo moderno può sopravvivere?
Tanto i processi di mondializzazione del diritto quanto la mutazione dei presupposti del costituzionalismo nazionale, rendono sempre più complesso far valere la 'superiorità' dei principi presenti nelle costituzioni nazionali, determinando una progressiva e apparentemente inarrestabile caduta della loro forza prescrittiva. Il diritto costituzionale, perduta la sua vitalità originaria, si mostra così un diritto debole. Ma un'altra ragione spiega la crisi odierna. Il costituzionalismo si è affermato nel corso della storia della modernità in quanto mezzo per la realizzazione dei diritti. Inevitabile diventa chiedersi se c'è ancora un progetto al tempo del disincanto e quali siano i soggetti che nell'epoca attuale possono dare forza materiale al costituzionalismo. -
Alleati del nemico. L'occupazione italiana in Jugoslavia (1941-1943)
Negli anni cruciali della Seconda guerra mondiale, l'Italia fascista impiega enormi risorse militari, diplomatiche, economiche e propagandistiche per imporre il suo dominio su circa un terzo dell'intero territorio jugoslavo. È una parabola breve, in cui però si condensa tutta la pochezza dell'impero di Mussolini: dai sogni di dominio sui Balcani nella primavera del 1941 al senso di sconfitta nell'estate del 1943. Efficacemente osteggiati dai partigiani di Tito, gli occupanti stringono ambigue alleanze con diverse realtà collaborazioniste, contribuendo a scatenare una feroce guerra civile. Vittime e carnefici al tempo stesso, i soldati del regio esercito combattono con pochi mezzi e scarse motivazioni ideali, costretti a vivere mesi e mesi in condizioni estreme, vinti dalla noia, dalla paura, dall'abbandono e, in fondo, anche dal fascino del ribelle. -
Tra linguistica e filosofia del linguaggio. La lezione di Tullio De Mauro
Questo libro è un invito al pensiero e al lavoro scientifico di Tullio De Mauro, fra i maggiori linguisti italiani, che ha spaziato nella sua lunga carriera da Saussure alla storia della filosofia del linguaggio, dalla semantica alla lessicografia, dalla sociolinguistica all'educazione linguistica, influenzando profondamente gli studi e formando decine di ricercatori, in Italia e in altri paesi. Il libro ripercorre le fasi principali dell'esperienza intellettuale di De Mauro e propone riletture di alcune sue opere fondamentali: la Storia linguistica dell'Italia unita, introduzione alla semantica, gli studi di semantica teorica e storica, le ricerche sulla comprensione. Si impegnano in questo rinnovato confronto sia studiosi affermati, a vario titolo legati scientificamente a De Mauro, sia giovani allievi, che provano a utilizzarne la lezione in rapporto a temi di ricerca oggi in via di sviluppo (l'espressione delle emozioni nel linguaggio, le lingue segnate dei sordi, i lavori indologici di Saussure). Il lettore ha così gli strumenti non solo per conoscere una delle personalità scientifiche ed educative più ricche della nostra storia recente, ma per introdursi ai temi di maggiore attualità al crocevia fra linguistica teorica, storia della lingua italiana, filosofia del linguaggio, linguistica educativa. -
Il mondo di Atene
Da oltre duemila anni, Atene rappresenta molto più che una città nell'immaginario occidentale. Il secolo compreso tra le riforme di distene (508) e la morte di Socrate (399) è diventato modello universale, insieme politico e culturale. Politico perché si ritiene che ad Atene sia stata inventata la democrazia, cioè il regime istituzionale e di governo oggi più diffuso nel mondo. Culturale perché ad Atene fiorirono filosofia, storia, teatro, letteratura, arte e architettura che ancora oggi consideriamo riferimenti obbligati. ""Il mondo di Atene"""" riporta la città alla sua storia, incrinando la sua immagine idealizzata e restituendocela così come emerge dalla ricchezza delle fonti contemporanee. Luciano Canfora smonta la macchina retorica su Atene, dimostrando che i critici più radicali del sistema furono proprio gli intellettuali ateniesi. Eventi centrali dell'intera narrazione sono la parabola dell'impero marittimo ateniese sconfitto da Sparta, la lacerazione che esso determinò nel mondo greco fino a coinvolgere il regno di Persia, la rinascita dell'impero nella medesima area geopolitica, la sua crisi e l'esito inedito, rappresentato dal trionfo dell'ideale monarchico realizzato dall'egemonia macedone."" -
Piccolo mondo vaticano. La vita quotidiana nella città del papa
"All'ingresso di porta Sant'Anna, subito dopo il controllo della gendarmeria, sulla destra, c'è un bancomat dello Ior. Si trova in una nicchia ricavata nel muro e, apparentemente, è come tutti i bancomat di questo mondo. Se però vi avvicinate (e siete in compagnia di chi dispone dell'apposita tessera) scoprite che ha una particolarità. Le istruzioni, oltre che in italiano, francese, tedesco, inglese e spagnolo, sono fornite anche nella lingua dei padri. """"Carus expectatusque venisti"""" dice la videata introduttiva: in pratica, """"benvenuto"""". Dopo di che, ecco l'indicazione operativa: """"Inserto scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem"""", che sarebbe come dire """"inserisci per favore la scheda, per accedere alle operazioni consentite"""". I latinisti hanno un po' arricciato il naso, perché secondo loro l'adattamento è stato un po' troppo disinvolto, ma bisogna ammettere che non è facile tradurre in una lingua antica concetti moderni. E una volta inserita la scidula che succede? Quattro le opzioni: """"deductio ex pecunia"""" (prelievo), """"rationum aexequatio"""" (saldo), """"negotium argentarium"""" (movimenti) e """"retrahe scidulam deposita"""" (ritirare la tessera). L'unico problema è che se scegliete la prima opzione dopo pochi secondi il bancomat sputerà fuori comunissimi euro e non preziose monete romane d'oro e d'argento"""". Aldo Maria Valli non lesina dettagli, spiega come si entra in Vaticano, racconta curiosità, stranezze e aneddoti, visita il garage del papa, fa un giro nell'appartamento pontificio..." -
Contro il colonialismo digitale. Istruzioni per continuare a leggere
Chi scrive, produce, vende, legge e fa leggere libri oggi si pone mille domande: l'accelerazione tecnologica sta rendendo obsoleto il libro di carta? Uccide l'idea stessa di libro? E cosa accade nella scuola? Ad esempio, bisogna far acquistare alla propria scuola un tablet per ogni alunno? Le discussioni sono concitate, intervengono ministri affrettati e coloni digitali zelanti pronti a sostenere qualsiasi novità tecnologica. Fioccano le immagini di una nuova generazione a suo agio con lo schermo tattile e l'indice sfiorante, che se pur sarà refrattaria alla lettura avrebbe nuove competenze digitali, tra le quali la capacità di navigare distribuendo l'attenzione su molti schermi. Questo libro sostiene alcune tesi controverse (ma anche di buon senso): che i cosiddetti nativi digitali non esistono e che se veramente esistessero la scuola farebbe meglio ad aiutarli a guardare fuori degli schermi; che non c'è un sostituto elettronico dell'insegnante; e soprattutto che il libro di carta sarà pure a rischio commerciale a causa del suo cugino elettronico, ma è assolutamente insostituibile dal punto di vista cognitivo, perché protegge e non aggredisce la nostra risorsa mentale più preziosa: l'attenzione. -
Vent'anni contro. Dall'eredità di Falcone e Borsellino alla trattativa
"È tutto finito; non c'è più niente da fare"""": le parole di Antonino Caponnetto dopo l'assassinio di Paolo Borsellino e della sua scorta rappresentano la disperazione di un'intera nazione. Vent'anni dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio, la mafia però non ha vinto. Nonostante che molti misteri siano ancora irrisolti e molti retroscena siano oscuri. Nonostante gli attacchi ripetuti alla magistratura, le polemiche violente, i rapporti ambigui tra politica e criminalità, i silenzi della società civile, la disillusione. In queste pagine troviamo le inchieste e i processi più clamorosi, gli imputati eccellenti e le pedine, le storie dei pentiti, il racconto di come il nostro paese sia stato invaso di capitali che hanno radici mafiose. Una mafia che in questi anni ha cambiato pelle, ha ucciso sempre meno e riciclato sempre di più. Che si è mossa senza rumore." -
Sul Lungomai di Livorno
"La retorica impone che si dia prima la cattiva notizia: i livornesi vogliono avere a che fare soltanto con i livornesi. La buona è invece che diventare livornesi non è affatto difficile: siamo tutti pronti a darvi una mano. Perché è bene si sappia subito che a noi, di voi, di chi siete e del luogo da cui provenite, francamente non ce ne importa nulla. Se però, dichiarando la vostra apostasia, professerete adesione alla livornesità, non solo sarete i benvenuti, ma faremo di tutto per farvi sentire a casa, visto che, per la vostra intelligenza, avete saputo vedere quel che gli altri (si pensi ai disgraziati che si ostinano a vivere a Parigi, Milano, New York o Roma) non vedono."""" Tre traslochi avvenuti nel corso di vent'anni per ritrarre una città dove ogni volta è facile sentirsi a casa, un posto accogliente come una trappola per topi dal quale sembra impossibile fuggire, a meno di non essere disposti a pagare il prezzo di una nostalgia infinita." -
Contro scettici e disfattisti. Gli anni di Ciampi 1992-2006
Carlo Azeglio Ciampi per quasi quindici anni ha ricoperto diversi ambiti di responsabilità istituzionale: prima capo del governo, poi ministro del Tesoro, infine presidente della Repubblica. È possibile e forse utile provare a ragionare sul significato delle due decadi che abbiamo alle spalle e sul filo rosso della traiettoria di Ciampi all'interno del mare tempestoso che ha attraversato. Il volume nasce dalla ricerca di nuovi percorsi partendo da una selezione di temi emersi dai colloqui tra l'autore e il presidente Ciampi e dallo spoglio delle sue agende sulle quali era solito annotare appuntamenti, impegni, impressioni, talvolta commenti e giudizi. Dalla crisi finanziaria del 1992 alla caduta della prima Repubblica, da Tangentopoli alla 'discesa' in campo di Berlusconi, dall'ingresso dell'Italia nell'euro alla recente crisi economica e istituzionale: un contributo alla storia della Repubblica nel quindicennio compreso tra lo scorcio finale del Novecento e l'inizio del nuovo secolo. Ne emerge uno spaccato significativo, un punto di vista che permette di seguire alcuni snodi cruciali della transizione italiana: una griglia di interrogativi che si spingono fino a noi, alle inquietudini di un presente incerto e imprevedibile. Un'ipotesi interpretativa, uno sguardo che vuole anche essere uno stimolo per non disperdere un patrimonio prezioso di idee e di speranze. -
Tutto e niente. I cristiani d'Italia alla prova della storia
Troppo a lungo si è pensato che per capire il peso del cristianesimo nella storia italiana bastasse parlare dei rapporti Chiesa-Stato o rintracciare le radici del cattolicesimo politico. Anche se è proprio su questo che è cresciuta tutta una storiografia di grande valore, chi oggi si proponga di comprendere il peso dei cristiani come tali nella storia d'Italia non si trova davanti identità astratte, ma una fede concreta che appartiene a luoghi, culture, letture, mode, ideologie diverse e le percorre tutte. Questo saggio si propone di sondare lo spessore storico di questa realtà e mostra come dimensioni trascurate - le forme della devozione o le estetiche del religioso, le culture del nemico e le concezioni del potere - siano decisive per capire gli snodi storici, ecclesiologici e politici dell'Italia, dalla sua unità fino alle cesure che segnano il nostro presente. -
L' equivoco del Sud. Sviluppo e coesione sociale
Parlare di Mezzogiorno è diventato perfino noioso: l'impressione è che sia una questione irrisolvibile. Metà degli italiani pensa che al Sud siano stati dati soldi; l'altra metà denuncia l'insufficienza delle risorse e l'incoerenza delle politiche adottate. Al di là di interventi sbagliati, sprechi, incapacità, c'è stato un errore di fondo: condannare il Sud a inseguire il livello di reddito del Nord, a importare modelli estranei alla cultura e alle tradizioni e a sviluppare, di fatto, una dimensione politica di dipendenza. Per spezzare questa logica bisogna introdurre una profonda discontinuità, a partire dalla consapevolezza della natura vera del divario. Il Sud è meno ricco del Nord, ma la distanza più grave è nei diritti di cittadinanza, nella scuola, nei servizi sociali, nella cultura della legalità. È da qui che bisogna ripartire convincendosi che la coesione sociale è una premessa, non un effetto dello sviluppo. -
Psicosociologia del maschilismo
Il maschilismo è ancora tra noi. Potente e obsoleto, irritante e capitale, continua a condizionare la nostra vita collettiva. Quali sono i processi psicologici e sociali che sorreggono il fenomeno, frenano il cambiamento e limitano la creatività sociale di uomini e donne, ancora spesso costretti in ruoli stereotipati: Chiara Volpato analizza i meccanismi che regolano il potere maschile e la subordinazione femminile nel mondo del lavoro, della politica e dei media, attraverso dati di ricerca ed esempi tratti dalla vita quotidiana dei paesi occidentali. Al centro è l'Italia, divenuta nell'ultimo ventennio, per un singolare intreccio di ritardi e regressioni, laboratorio di sperimentazione di un nuovo sessismo. -
La vocazione civile del giurista. Saggi dedicati a Stefano Rodotà
Qual è oggi il ruolo del giurista, di fronte alle sfide che le contraddizioni del mondo globale pongono al diritto e alla cultura dei diritti? Si tratta di un compito difficile ma affascinante, se solo si esce da una concezione formalistica della scienza giuridica e se ne coglie appieno la funzione di risposta istituzionale a istanze e bisogni diffusi nella società. Come restituire alla persona la sua dignità, alla collettività il controllo dei beni comuni, alla società informatizzata l'accesso a internet, allo Stato i suoi doveri di garanzia delle libertà e di erogazione dei servizi sociali fondamentali, all'Europa la propria identità costituzionale? I saggi del volume, firmati da prestigiosi giuristi italiani e stranieri, delineano le nuove frontiere del diritto sulle quali si è battuto Stefano Rodotà, insigne giurista impegnato nella difesa dei diritti civili e dei valori fondamentali della democrazia, nel corso della sua attività scientifica e pubblicistica, nella sua attività parlamentare e nell'ambito dei suoi molteplici incarichi istituzionali. -
Fare umanità. I drammi dell'antropo-poiesi
La specie umana non è l'unica specie culturale. E però la specie più culturale: l'uomo non solo produce cultura, ma è esso stesso un prodotto culturale. Questi sono i presupposti bio-antropologici della teoria dell'antropo-poiesi, cioè della fabbricazione sociale degli esseri umani. Dopo avere distinto un'antropo-poiesi che ci modella in ogni istante, con i gesti minuti della vita quotidiana, e una antropo-poiesi programmata e consapevole, Remotti si sofferma sulla grande varietà degli interventi estetici sul corpo, una ricerca quasi ossessiva della bellezza, persino in contrasto con la funzionalità fisiologica e anatomica dell'organismo umano. Anche in questo modo, l'autore intende sottolineare le implicazioni drammatiche dell'antropo-poiesi: se infatti gli esseri umani sono da un lato condannati a fare umanità, dall'altro i loro modelli sono nulla più che invenzioni culturali, dunque instabili, revocabili, discutibili. Non riconoscere questa precarietà, ovvero presumere di possedere le chiavi risolutive e permanenti dell'antropo-poiesi, ha generato il 'furor' antropo-poietico e con esso le maggiori tragedie. -
Fenomenologia del cialtrone. Come riconoscere i buoni a nulla capaci di tutto
Il cialtrone è parte della nostra vita. Sia che vogliamo difendercene smascherandolo, sia che vogliamo andare a ingrossare le fila del suo esercito, non possiamo prescindere dalla sua conoscenza. Che frequentiate semplici dilettanti o sofisticati professionisti della cialtroneria, troverete in questo libro preziose indicazioni per relazionarvi con queste temibili, ma affascinanti, creature senza farvi troppo male. Se, invece, pensate di non aver bisogno di consigli, allora cominciate a preoccuparvi: perché nessuno è immune dai cialtroni. Essi vivono fra noi e, talvolta a nostra insaputa, sono noi. -
Mio salmone domestico. Manuale per la costruzione di un mondo, completo di tavole per esercitazioni a casa
Un salmone cinico e malinconico di nome Crodo si trasferisce nella casa di una ragazza e inizia a occuparle la stanza: le regala sagome di cartoncino che si animano da sole, la prende in giro per ogni cosa che dice, fa di tutto per impedirle la stesura del romanzo ""Rotoli di seta"""". Salmone detesta le persone, ama la quarta fila dei cinema, non riesce a trovare lavoro, si innamora sempre ed è contraccambiato mai. Sta spesso immobile davanti alla finestra a osservare con stupore la complessità del mondo. Questa è la sua storia struggente."" -
I sovversivi. In terra di mafia la normalità è rivoluzione
Per ricostruire l'etica pubblica bisogna andare a cercare le storie di chi, in questi anni, l'ha difesa alzando un presidio di civiltà contro chi voleva consegnare il nostro paese alla malavita e al malaffare. Ecco allora l'esempio dell'amministrazione palermitana dei beni confiscati alla criminalità organizzata che, con una gestione manageriale, riesce a riscuotere milioni l'anno di affitti, del monsignore che nega i funerali ai mafiosi, di quelle librerie che diventano luoghi di incontro e ritrovo per tutti coloro che non si rassegnano. Perché in terra di mafia anche un libro, perfino un libro, può diventare simbolo di ribellione alla subalternità e alla rassegnazione. -
La guerra non era finita. I partigiani della Volante Rossa
Pochi mesi dopo la Liberazione, nella Casa del Popolo di Lambrate, il comandante della 118 Brigata Garibaldi Giulio Paggio riunisce alcuni partigiani. Dice loro che la guerra non è finita, che bisogna riprendere le armi. La prospettiva ultima è quella di farsi trovar pronti, se la rivoluzione dovesse proseguire il suo cammino. Ma la spinta immediata, il pungolo all'azione, è il desiderio di stanare i fascisti impuniti, trovare quelli che sono sfuggiti al giusto castigo, e pareggiare finalmente i conti. Sotto la guida del ""tenente Alvaro"""", la Volante Rossa ingaggia una lotta senza quartiere contro i rinati gruppi neofascisti, divenendo presto un punto di riferimento per i lavoratori milanesi. Tutti li chiamano: gli operai per difendere le fabbriche occupate dalla polizia, il PCI per il servizio d'ordine e la vigilanza notturna alle sedi del partito. Nel luglio 1948 il momento sembra arrivato: Togliatti è in un letto di ospedale, colpito da tre colpi di pistola. Gli uomini della Volante Rossa, armati di mitra e panzerfaust, si dirigono a bordo del loro camion verso una caserma dei carabinieri, intenzionati a prenderla d'assalto. Intanto, un'auto con a bordo un dirigente di spicco della Federazione milanese del PCI tenta disperatamente di intercettarli, prima che scatenino una guerra."" -
Augusto
Nel ricostruire le vicende che videro protagonista Augusto, l'autore cerca di dimostrare non tanto come il ""principato"""" abbia rappresentato la conclusione non l'unica possibile - della crisi della repubblica, quanto come lo stesso Augusto abbia costruito lentamente e sistematicamente la sua egemonia (egli avrebbe detto la sua auctoritas) e si sia imposto alla fine come unico referente, a Roma, del quotidiano dei propri concittadini, fornendo loro non solo una nuova stabilità politica, non solo rifornimenti annonari più sicuri, ma anche una nuova vita civile, nuovi culti e pratiche religiose che facevano perno attorno a lui e alla sua famiglia. Così il """"principe"""" lasciando apparentemente inalterate le tradizionali strutture repubblicane, in modo molto ambiguo pervase silenziosamente ogni aspetto della vita civica, anche grazie alle magistrature da lui ricoperte. Delle antiche libertà restava solo il simulacro, un simulacro molto evanescente, come avrebbero dimostrato gli sviluppi successivi di quella forma di governo.""