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L'alber de Milan. Con gli occhi di Thoreau e le mani pronte a respirare
Una Milano totalmente inedita, poetica e botanica, un percorso alla scoperta di alberi secolari e monumentali a due passi da Brera, dalla Scala e dal Duomo. Milano è la città che luccica e non dorme mai, che produce ricchezza, è la capitale dell'editoria italiana, ma è anche una città da camminare, da misurare a respiri e a passi, da attraversare per andare a toccare con mano e con i sensi ""accesi"""" i dettagli d'una ricca biodiversità vegetale, è una città che ospita alberi plurisecolari. Ai due grandi polmoni verdi del centro, il Parco Sempione e i Giardini di Porta Venezia, oggi Giardini pubblici Indro Montanelli, si aggiunge il piccolo quanto delizioso """"Hortus Botanicus Braidensis"""", voluto nel 1774 da Maria Teresa d'Austria. Girovagando si possono incontrare alberi particolari in spazi inaspettati: dai parchi di alcune ville storiche quali Villa Litta e Villa Scheibler, ad aree quali i Giardini della Guastalla, Parco Trotter, ai maggiori e periferici Parco Lambro, Parco delle Cave, Boscoincittà e Parco Nord."" -
Seconda navigazione
Ci sono momenti nella vita in cui occorre trovare una ""spiaggia"""" che ci accolga. In un luogo protetto dagli altri e dagli eventi ci possiamo fermare e guardare dentro, cercando di capire dove si è perso il senso della nostra vita. Occorre sciogliere i nodi per riavvolgere la matassa e nel farlo ci rendiamo conto che dal momento della nostra nascita i luoghi, gli eventi e le persone ci hanno segnato e hanno, in qualche modo, condizionato la nostra navigazione. Solo tornando indietro, in silenzio, possiamo comprendere e guardare avanti. C'è sempre qualcosa di più bello da vivere... Una storia di mare, amore e musica, dove le esistenze, i sogni e le speranze dei protagonisti si incontrano, si scontrano e danzano come le onde."" -
Fuori tempo
«Parlare di Gesù ha significato e significa, nella mia esperienza, parlare della libertà e dell’amore, e parlarne da persone libere e innamorate. Un’esperienza diversa, com'è l’amore, sempre “fuori tempo” eppure “a tempo”, come capita all'amare. Questo libro ne è la testimonianza e ve la offro senza sapere bene che cosa ho raggiunto. So la mia gioia per averci provato e le delizie ricevute per essermi dedicato a questo lavoro. E di quella gioia e di queste delizie ringrazio la vita e tutte le sue casualità necessarie di cui ho imparato a godere, chiamandole con quei nomi felici che sono vivi solo tra le braccia dell’Amore presente.» (Raffaele Ibba) -
La terra. Lampi e altre voci. Ediz. bilingue
Eulalio Gómez impugna un delicato pennello di parole colorate e, immerso nel silenzio travolgente della contemplazione, a tratti e lampi compone la sua “lode alla Terra”. Sorella amata e amante, immobile e mutante, punto d’arrivo e di partenza, sempre decisa a produrre speranza. Assomigli a Dio. Senza di te non sono. Parole che nel vento attraversano oceani, pianure, boschi e vette rocciose, illuminando gli angoli più remoti del nostro cosmo interiore. -
Le tentazioni della Luce
«L’amore mistico che incarni»… e da lì, la tensione tra la mistica e la carne, il dualismo che l’amore, solo l’amore non separa… «Mi apro/a quel corpo ebbro d’amore», l’altro fianco, l’altra sponda, la carne. E così scorre questa raccolta di poesie, oscillando tra una riva e l’altra, nel mezzo, la tensione, la ferita o lo squarcio; nel mezzo la storia, la finitezza e le parole, la poesia… Poesia impossibile per una sutura impossibile, perché di tensione creiamo, di assenze scriviamo: «mi spoglio delle cose/ per incontrarti nel nulla», è il desiderio, la fede, ma espresso in parole, ancora aggrappato, ancora umano. È di questo che ci rallegriamo, che l’impossibile, cioè l’unione, generi poesie come queste, come quella che sa che «mai fu patria/ un certo tipo di amore», solo cammino, poesia dopo poesia, verso dove le parole fanno silenzio… (Hugo Mujica) -
Dal fronte del porto a Portella della Ginestra. Storie di rapporti tra Stati e mafie
Era il 3 febbraio 1942, Franklin Delano Roosevelt aveva battuto il pugno sul tavolo e aveva usato per la prima volta un'espressione che sarebbe in seguito divenuta famosa: fronte del porto! Intendeva che non esisteva solo il fronte del pacifico contro i giapponesi, ma che si ne era aperto un secondo, un fronte interno, proprio nel porto di New York... Poco più di un anno dopo... Era il 2 settembre 1943, vicino a Palermo due carabinieri e due guardie forestali avevano dato l'altolà a un ragazzo a dorso di mulo che trasportava una bara con dentro due sacchi di frumento. Lo avevano obbligato sotto la minaccia dei fucili a mostrare il cadavere. Il ragazzo, ferito, era fuggito reagendo ed uccidendo il carabiniere Antonio Mancino. Ebbe così inizio il mito di Salvatore Giuliano. -
Dai Led Zeppelin allo Zen
"Mi sembrava che un'epidemia avesse colpito la gente, malattia che si manifestava come perdita di forza Conoscitiva, come automatismo che tendeva a livellare. Avevo il dubbio che fossi io a esagerare l'importanza e la portata di tali espressioni artistiche.""""" -
I giorni del Quirinale
È giusto che il presidente di una Repubblica parlamentare e non presidenziale gestisca la crisi di governo seguita alle elezioni giocandovi un ruolo politico, pretendendo di imporre un esecutivo a lui gradito senza tenere nel debito conto il risultato scaturito dalle urne? È legittimo che egli si rifiuti di nominare un ministro che oltre a godere della fiducia delle forze che costituiscono la maggioranza del Parlamento ne rappresenta il simbolo programmatico? È normale che gli organi d'informazione - pubblica come privata - continuino a difendere l'operato del capo dello Stato anche quando sbaglia? Ed è veramente libero quel Paese costretto a subire imposizioni dettate dall'estero? Interrogativi posti dall'interminabile e anomala crisi politica italiana seguita alle votazioni del 4 marzo 2018, il cui complesso sviluppo viene qui ricostruito dedicando una particolare attenzione al ruolo assuntovi dalla rete, con i continui aggiornamenti delle edizioni digitali dei quotidiani, le indiscrezioni dei ""retroscenisti"""", le fibrillazioni dei social network."" -
AgGREGazioni
Disarmante, simpatico, buono, in questo suo libro Claudio si nasconde e si mette a nudo allo stesso tempo; spesso, dove gli altri ridono a crepapelle, chi lo conosce si commuove, mentre lui entra ed esce in un nascondino continuo fra le righe; si diverte a fare Queneau, Eco, Chandler, più una pletora di scrittori moderni non meglio identificati, oltre che, naturalmente, sé stesso. È comico, mai noioso, sempre vario, è pieno di roba buona. Questo è il livello primario per godervelo. Il livello secondario, visionario, ci fa riflettere di più, pensare alla nostra vita. Contiene: le ""Lettere di San Drone da Tebe"""" e le indagini dell’Ispettore Mallory."" -
L'amore misurato
«C'è un movimento, un passaggio. Un affinarsi dell'idea e dell'esperienza dell'amore. In cosa consiste la sua smisurata misura? C'è in questo libro di poesia antica e nuova una urgenza. La giovane donna che lo scrive lo fa con la fierezza del senso di un'eredità e con l'eleganza di una speciale libertà. Il dettato è denso, ricco senza inutili orpelli. Versi - specie in alcuni inizi di potenza rara, memorabile. La lingua è impastata di tempo, di letture sedimentate, di tremante consapevolezza del compito. Un canzoniere d'amore che non indulge a sentimentalismi, dove l'emozione è trattenuta nei suoi nuclei esplosivi perché il lettore riceva le sue granate ancora inesplose in mano, e decida che rischio correre. Perché non c'è dubbio che a leggere queste pagine si corre un rischio. Come ogni volta che si parla d'amore fissandone gli occhi, di fuoco e di giada.» (Davide Rondoni) -
Lupa
«Da quale punto del mondo si accende il radar poetico di Federica Scaringello? Una quasi indecifrabile storia d'amore viene captata alla profondità dove vivere e morire si confondono? In quale pomeriggio di tempo infinito avviene la precisa, asciutta auscultazione del vivere? Una poesia che, per dirla con Luzi, ha «reciso il filo di elegia». Che non cerca facili vibrazioni emozionali ma la precisione di parole-intaglio, di parole e immagini come gesto sintetico, teatrale nel senso della essenzialità e non della messinscena. Come se lo spazio, e la vita che lo abita, fossero portati a un tribunale della visione, a una verifica estrema, alla prova del dicibile. E così su tale soglia di dicibile e no, di vita e di sua sparizione, di presenza e vuoto, la poesia si afferma come unica parola possibile. E come unica ripresa di fiato, di anima. Perché la vita, anche quella che ha attraversato le sue morti, sia - con il suo mite splendore.» (Davide Rondoni) -
Non ho colpa
"In una scuola della periferia fiorentina dove le ore di lezione scorrono quiete, due distinti e misteriosi individui si aggirano alla ricerca del professor Giovanni Donnino. Un uomo alle prese con la carriera, gli alunni e le interrogazioni, con la normalità insomma, ma soprattutto con l'amore: il piccolo Marco, Monica, passionale e bohémien, Virginia, l'unica che ne sa davvero leggere l'animo ed Elena, così instabile e preziosa. È il giorno in cui la normalità di Giovanni si spezza per sempre: un evento inquietante, un'accusa infamante, lo trascineranno dove ricordi invadenti gli faranno visita senza chiedere il permesso, dove voler scappare non basta, dove la verità è una chimera, nelle terre inesplorate di se stesso. Tornano fantasmi del passato e scandalose coincidenze lo costringono nel buco nero di una colpa nascosta...""""" -
Dentro il meraviglioso istante
Filippo Davoli viaggia in diverse direzioni della sua esistenza (le memorie, gli incontri nella sua casa di ospitalità, il terremoto, le visioni sulla storia e sul presente) sempre abitando la dimensione dove la voce della poesia si accende, e da dove parla alla vita di tutti. In quella unicità meravigliosa dell'istante, dimensione viva del tempo. Tempo che la poesia mostra dunque come avventura e rischio, come vicenda di un amore e attenzione vigilante. -
Dove inizia l'amore. Un viaggio nella «Vita Nova» di Dante
Parlare della Vita Nova settecento anni dopo svincolandosi dall'espediente accademico è possibile. La poesia - ci insegna Dante - non è mai una tregua o un luogo dove sentirsi protetti e in questo libro la vicenda dantesca si intreccia con quella dell'autrice, attraverso nove parole-chiave che danno al lettore linee guida per intraprendere un viaggio che non può lasciare illesi se alla base c'è la ricerca della luce del vero. -
L' Adrian. Storia e mito dell'elmetto della grande guerra
Nell'arco di pochi anni, in tutto il mondo, sono stati prodotti milioni di esemplari dell'elmetto Adrian, concepito dall'omonimo ufficiale francese che, in una corsa contro il tempo, riuscì a escogitare una delle protezioni belliche tra le più diffuse della storia moderna. Prima di quell'elmo in guerra si andava con copricapo cenciosi, spesso soltanto rappresentativi se non addirittura d'intralcio, o con ripari paradossalmente più pericolosi. Quell'invenzione rappresentò una rivoluzione nell'abbigliamento difensivo, presto mutuata dagli eserciti di altri Paesi e impiegata per molti anni anche dopo la Grande Guerra. Per foggia e materiali l'intuizione di Louis Auguste Adrian rappresenta il discrimine tra due modi completamente diversi di intendere la guerra e tenere in considerazione la sopravvivenza dei soldati. -
Io sono già morto
Quanto è sottile la linea di confine tra vita e morte? Può essere così sottile tanto da trovare vita nella fine e morte nell'esistere? Nel pensiero un nome: Elena, la convinzione di un unico e continuo amore, la ragione d'essere che si allontana lasciando dietro di sé soltanto il Nulla. Da qui il nascere di versi dal vuoto e il vuoto a riempire i versi, l'appuntare tutto sul taccuino per riviverlo quando meglio si crede. Decidere di partire per scegliere di tornare, accorgersi che niente è cambiato e capire che fuggire dalle situazioni non aiuta a risolverle. L'abbandono accoglie e contrasta la paura di fare qualcosa senza averne la piena convinzione. Conoscere l'amore, esaurirsi per esso ed essere più vivi di quanto lo si era prima. Perché solo morendo si può nascere di nuovo. Il cercare se stessi mentre da sé stessi si scappa. È possibile? -
La tenuta dei gabbiani
Franco vive una vita semplice, fatta del suo lavoro e di vecchi amici con cui condivide il tempo libero passato tra fantacalcio al sabato sera e uscite estive. Soprattutto con Monica c'è un'amicizia da sempre. È attirato dal modo di vivere dei suoi coetanei, fatto di palestra, aperitivi e belle donne, anche se percepisce che in fondo in fondo tutto ciò non gli corrisponde. Nell'incontro con Giada intravede la possibilità di un cambio di vita e si illuderà che lei possa fargli da tramite per arrivare a essere come gli altri, ma si rivelerà però qualcosa di ben più profondo e inaspettato. Franco scopre, attraverso lei e il suo mondo, un'amicizia capace di sostenere in modo semplice i desideri, le difficoltà e gli imprevisti che la vita gli riserverà, donandogli un gusto nuovo per tutto. Nuovi incontri e nuovi rapporti che gli permetteranno di riscoprire la bellezza semplice della sua storia, della sua famiglia, dei vecchi amici e che lo renderanno capace di diventare protagonista della sua vita e compagno di cammino per tanti altri. -
Il giuramento sulla città
«In questa raccolta d'esordio di Fabio Barone, si compone con energia stilistica un mosaico di figure, incontri, dialoghi, quasi strappati dall'anonimato, dalla tiepidezza che pare a volte avvolgere l'esistenza, in cerca invece della fiamma dell'unicità, della deviazione, della scoperta. In una parola del senso del destino. Barone intende la poesia come indagine febbrile nell'ombra, nella semioscurità del vivere catturato da luoghi comuni e distrazione. Una indagine che tra sfumature, frammenti di discorsi e occhiate cerca il cuore umano della città. Le letture della migliore poesia italiana sostengono e nutrono una voce che inizia a distinguersi per incisione e ritmo.» (Davide Rondoni) -
La cosa delicata. L'arte della traduzione
La cosa delicata vuole essere una riflessione sul linguaggio come movimento e tensione, patrimonio ed energia. Un poeta e una studentessa fanno dialogare i loro semplici appunti di viaggio sull'arte del tradurre come esperienza di vita che porta il traduttore ad aumentare la propria coscienza del vivere scomparendo, sprofondando per ardore nella parola, custode di un'inquietudine insanabile dentro. Senza alcun manuale o elenco di norme fisse, costantemente esposti al rischio di una meravigliosa sconfitta, gli ossessionati dalla lingua si muovono con timore e reverenza nella pagina nera, piena, in una foresta di suoni e immagini, al fine di ri-enunciare, di imitare, una strada già battuta da altri, di creare un nuovo testo, trasformando inevitabilmente se stessi. -
Roma 1849, l'alba della nazione
Con la Repubblica Romana del 1849 lo spirito risorgimentale tocca il punto più alto. In pochi mesi prendono uomini e vicende a fondamento della nascita della nostra Nazione. L'elezione di Pio IX, nel 46, aveva suscitato grandi entusiasmi. Dopo la fuga del papa viene proclamata la Repubblica. La resistenza all'assalto francese sul Gianicolo appassionò tutta l'Europa.