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Memorie di un dittatore
Libro candidato da Paolo Di Paolo al Premio Strega 2021«Grazie alla lingua metodica, precisa, asettica di Zardi, scopriamo che non c’è nessun fascino nel male, che la ferocia dell’uomo e quella presunta della bestia non hanno nulla a che fare. Godere della sopraffazione altrui è una caratteristica solo nostra, che scopriamo con paura specchiandoci nel dittatore» - Lara Crinò, RobinsonHa sfondato la porta del potere con la forza e, per più di un decennio, dopo un’ascesa irresistibile e minuziosamente pianificata, ha guidato l’Italia. Ora è esiliato in mezzo all’oceano, su un’isola che è regno e prigione. Ha lo sguardo rivolto al mare, nell’illusione di essere più vicino alla fuga; è invece relegato in un’enorme villa bianca, non sa in quale dei due tropici, in mezzo a una vegetazione esuberante e a tratti sinistra. In giornate che scorrono tutte uguali tra lunghi corridoi, saloni austeri e un’enorme biblioteca, si abbandona al passato e ai suoi fantasmi: l’educazione borghese, i primi scontri politici, la soppressione degli avversari, la manipolazione delle masse e infine l’assurda guerra contro la Repubblica del Congo. Le folle oceaniche sono solo un lontano ricordo e adesso a fargli compagnia ci sono Fernando, un servitore giovanissimo e selvatico, e la visita quotidiana di un medico che sorveglia la sua salute. Dei fasti antichi rimane un appetito ferino e una voracità senza misura che sfoga in accessi aggressivi ora su tartarughe e uccelli tropicali, ora su Fernando. Ma chi sono in realtà quei due uomini che gli parlano poco e lo osservano sempre? Quando la partita con il passato e il futuro sembra finita, ecco la possibilità di rimettersi in gioco. Per lui, contratto nella nevralgia da potere, nessuna isola è troppo lontana per abbandonare davvero il suo ruolo di comando. Paolo Zardi dipinge il ritratto di un uomo inquieto e ne mette a nudo la natura feroce quando il potere, come un lupo affamato, lo sbrana e lo scarnifica.Proposto da Paolo Di Paolo al Premio Strega 2021 con la seguente motivazione:rn«Come Napoleone, un uomo che ha perso il potere riflette su sé stesso, confinato su un’isola. Diventato dittatore di “quel ridicolo Stato” che è l’Italia, una volta resosi conto che “la democrazia non è obbligatoria”, è riuscito a dimostrarlo nell’arco di un decennio. Venendo tutto sommato dal niente, “marginale tra i marginali”, uomo senza qualità capace però di assecondare il ventre del popolo e i suoi incubi, i suoi deliri, le sue paranoie. Ha capito che bastava “salire in groppa a questa furia, e cavalcarla, guidarla, e dirigerla finalmente verso la sua più piena realizzazione”.rnPaolo Zardi, la cui voce di narratore, singolare, straniata, risulta sempre più riconoscibile e letterariamente convincente, ha scritto – dopo XXI secolo (2015) – un nuovo, potente romanzo politico. In Memorie di un dittatore (Perrone), che propongo con piacere e convinzione agli Amici della domenica, dà forma a una spiazzante meditazione sul potere – il potere che si desidera e che si conquista, si ottiene talvolta senza nemmeno usare violenza: semplicemente prendendo atto delle conseguenze,... -
La Bibbia censurata e altre storie di divinità immorali
Nella Bibbia, nel libro della Genesi Adamo viene creato due volte? Una volta Dio lo crea il sesto giorno e una volta il settimo giorno? Con chi si sposarono i figli di Adamo ed Eva se non c'erano altre donne sulla Terra? Il serpente che tenta Eva era il demonio o solo un serpente con le zampe? Gustave Doré illustra la Bibbia con le immagini di Lucifero e della caduta degli angeli ribelli. Ma nella Bibbia non se ne parla. Da dove salta fuori questa storia? Come mai nel poema sumero di Gilgamesh si narra della creazione di un uomo plasmato con l'argilla che acquisisce la conoscenza facendo l'amore con una Dea di facili costumi? E perché si racconta del Diluvio Universale e dell'Arca mille anni prima che la Bibbia fosse scritta? E con chi si sposarono i figli di Noè se erano morti tutti? E perché Noè maledice suo figlio Caman solo perché l'ha visto nudo? Una regola per capire la storia umana sulla quale puoi scommettere è che qualunque armadio ha uno scheletro dentro. Non importa se sono passati cinquemila anni dal giorno del delitto. È giusto comunque indicare al mondo il nome dell'assassino. -
A Firenze con Oriana Fallaci
Un viaggio dell'anima. L'Oltrarno occupato dai tedeschi e liberato dagli alleati accolti a fucilate dai franchi tiratori fascisti, i ponti avvolti in una nuvola di polvere, in fiamme, i lungarni minati. E poi, in braccio alla sua bicicletta, le peripezie della staffetta partigiana: Monte Giovi, la torre dei Mannelli, piazza Pitti. E poi la gente che incrocia calpestando i sanpietrini del quadrilatero segnato dai romani, i ""fiorentinacci"""" come li apostrofa Montanelli. E poi la bellezza che ti sorprende col naso all'insù dove nessuna guida turistica ti porterebbe per mano. E poi le botteghe artigiane che adora, le trattorie fuori circuito, gli antiquari. Alla domanda """"Se sono italiana"""", Oriana rispondeva con orgoglio: """"sono fiorentina""""."" -
In Sicilia con Leonardo Sciascia
In una delle cento Sicilie, nell'isola del latifondo e delle miniere, della tracotanza mafiosa e del rovello pirandelliano, cento anni fa nasceva Leonardo Sciascia, raccontato in questo libro accanto al cuore assolato e desolato della sua terra. Quale ambiguità cela il rapporto di Sciascia e degli altri scrittori siciliani con la loro isola? Come tenere insieme la tensione che li fa aprire al mondo e quella, inversa, che li riporta sempre allo ""scoglio"""" della Sicilia, che li richiama sempre a sé, condannandoli a ritorni sconsolati? È proprio Sciascia che definisce la sua terra """"irredimibile"""" perché troppo l'ama e perciò se ne scora, diventando l'ultimo dei grandi scrittori siciliani a tenere in vita l'utopia di una fiera diversità antropologica, di un'isola laboratorio del pensiero critico e vigile osservatorio del """"contesto"""". Un autore non associabile unicamente al tema della mafia, dunque, ma anche e soprattutto a un impegno costante con la verità e la memoria. Un viaggio itinerante nella biografia dello scrittore, dall'aula scolastica di Racalmuto alle carceri dello Steri, dalla zolfara di Assoro ai paesi etnei, per cercare le tracce che questi luoghi hanno lasciato nei suoi testi e cosa sono diventati oggi."" -
Rosso antico
È un sabato mattina dell'inverno più freddo degli ultimi cinquant'anni quando il professor Luca Salomè si sveglia a casa da solo: sua moglie è partita per andare a trovare i nipoti in montagna e anche lui sta per iniziare un viaggio. Gli basta indossare il maglione rosso della sua gioventù per ridestare tutto di quegli anni: vecchie amicizie, antiche passioni e la fiamma politica che resiste malgrado la stanchezza. Il tentativo di risalire il flusso del tempo lo porta fuori città, proprio mentre il centro viene occupato da giovani manifestanti universitari, alla ricerca di interlocutori e di risposte. Le due generazioni finiscono per incontrarsi, per davvero e per metafora, sui binari della stazione centrale. -
Come una formica rossa in una goccia d'acqua
In una ridente città del futuro tutto, o quasi, viene deciso dallo stato, perfino il giorno della morte. A comunicarlo ai malcapitati è un impiegato come un altro, Limbo, il cui lavoro consiste nel recarsi nelle abitazioni selezionate per permettere al condannato di scegliere in che modo lasciare la terra. Che poi dopo non c'è nulla, né paradiso né inferno, e questo in città lo sanno tutti. Limbo vive la vita con leggerezza, perfettamente incastonato nel sistema di cui è parte fondamentale. E come potersi mettere in discussione quando lo spazio per la scelta individuale non esiste? Un giorno conosce una ragazza di cui si innamora, Bianca, e la sua vita, se è possibile, diventa ancora più perfetta. Fino a quando un episodio imprevisto lo costringerà a iniziare a pensare per la prima volta. Niente sarà più come prima. Un'esistenza serena e tranquilla si trasforma in una vera e propria tragedia in cui non è più possibile capire dove sta il bene e dove il male. -
Perché ti ho perduto
Lei è Alda Merini, ""la poetessa dei Navigli"""", una voce libera da ogni travstimen-to, un'anima che non conosce finzione, non accetta il compromesso. La chiamano folle e lei si abbandona alla follia, al tempo stesso, condanna e benedizione. È ancora una bambina quando il bombardamento di una guerra troppo vicina distrugge la sua casa e l'allontana dalla città e dalla scuola. Diventa la rivelazione del cenacolo di Giacinto Spagnoletti e la giovanissima amante di Giórgio Manganelli, adorato compagno delle discese nell'abisso della sua mente abitata da ombre. Alda ci prova ad aggrapparsi alla realtà, al marito, alle figlie, ma la normalità la opprime e la rende incapace di accettare il compromesso disumano che soffoca l'urlo fiero e doloroso della sua anima. Solo grazie alla poesia può dare un nome al mondo fantasmagorico che« abita con strazio è incanto. Internata in manicomio, attraversa un pèrcorso di cadute e resurrezioni. In quella stanza bianca non è mai sola: accanto a lei ci sono le visioni e il ricordo di Giorgio che ha perduto, le altre anime sofferenti di quella bolgia infernale, ma soprattutto c'è la sua amica. Celeste, che cela un segreto indicibile. Vincenza Alfano riscrive liberamente alcune pagine della biografia di Alda Merini e, attraverso una trasfigurazione fantastica, ne ripercorre le pieghe più nascoste in un gioco di specchi che ci rimanda la sua storia di speranza e di felice condanna."" -
L' amore dei lupi
L'amore dei lupi è un canzoniere privato che diventa pubblico, perché parlare d'amore trascende il singolo e coinvolge la comunità tutta, a partire dall'unità relazionale minima fino a una strutturazione più complessa: dalla fedeltà normata al poliamore. Alessandro Brusa persegue l'esibizione di ciò che crede debba essere detto senza mezzi termini e senza paure, non solo come meditazione psicologica ma anche come atto sessuale e sensuale e quindi intrinsecamente poetico e politico. L'erotismo si colloca infatti tra l'indagine del nostro io più profondo e la relazione che abbiamo con l'esterno e per questo si carica del potere generativo della rivoluzione. La poesia di Brusa è, insomma, un vero e proprio corpo/ corpus poetico che, attraverso la tensione erotica e l'immersione nei fondali scoscesi dell'incontro/scontro di corpi e anime, induce anche i lettori, attraverso una sorta di perversione identitaria, a sentirsi vivi e vigili nel mondo. -
Tutti su per terra
L'uomo ha ereditato dalla natura un mondo perfetto, fatto di alberi sornioni e animali generosi, di creature grandi e invisibili, colorate e simpatiche o antipatiche e pelose, di luci indispensabili e di buio riposante, di stelle che sanno piangere se serve e di venti che sanno rimboccarsi il fiato se chiamati in soccorso. Ma l'uomo, senza rendersi conto del grande dono che gli è stato fatto, consuma, inquina, danneggia, fa ammalare sé e gli altri, e non ricambia l'amore che gli viene offerto. E allora il pianeta può ribellarsi, dal cielo al mare. Qui animali e vegetali si riuniscono a congresso per decidere la fuga di tutti gli esseri viventi verso un nuovo mondo da costruire. Terra Realtà verrà svuotata sotto gli occhi increduli degli uomini, e Terra Speranza sarà ripopolata caoticamente di ogni creatura, tranne gli umani. Ma funzionerà? Decisivo sarà l'intervento dei bambini, rappresentanti dei continenti. Grazie a loro, al viaggio di andata seguirà un ritorno. A dimostrare che non ci può essere vita senza regole, che l'amato nostro pianeta non è nato dal caso, e che la sua perfezione è unica. Perfino mosche e formiche saranno utili. E i bambini, intervenuti a ricostituire l'ordine delle cose, allegri e curiosi, insegneranno che sulla nostra Terra non c'è migliore Speranza della Realtà. Età di lettura: da 8 anni. -
Transito
Nella cinquina del Premio Strega Europeo 2021Alla soglia dei trent'anni, Aixa de la Cruz raccoglie i ricordi dei momenti più significativi della sua vita: dal giorno in cui una delle sue migliori amiche rimane gravemente ferita in un incidente stradale al divorzio, dai rapporti sessuali con altre donne all'infanzia passata senza un biopadre.rnrnrn«Una presa di coscienza, un passo verso l’emancipazione, una dichiarazione di femminismo e libertà.» - Stefania Parmeggiani, RobinsonrnCome in un vortice, risucchia i legami, la famiglia, l'identità. Li mastica e li risputa. Si interroga sull'idea di colpa, non nella sua accezione religiosa, ma come l'intercapedine in cui si forma la giustizia poetica. Riflette sull'attualità che la circonda e che influenza la sua generazione, il movimento #MeToo, lo scandalo delle torture di Abu Ghraib, la femminilizzazione della politica. -
La sostanza instabile
Estate. Gli Europei proiettati in una celebre piazza di Milano. Migliaia di tifosi, riuniti insieme a guardare l'Italia. Un'esplosione. Il panico di massa che dilaga. Dentro la folla inferocita che si calpesta per salvarsi, tre personaggi, Marco, Serena e Caterina, si troveranno a dover fare i conti con una notte che li cambierà per sempre. Cosa succede quando ci troviamo all'interno di una moltitudine? Quali meccanismi collettivi prendono il sopravvento sulla razionalità individuale? E quali parti di noi, se stimolate dalla paura, sono capaci di risvegliarsi? -
Femminismo interrotto
Slogan per magliette, borse e adesivi, grido di battaglia cantato per le strade, la parola ""femminismo"""" è diventata mainstream. Essere femministi, oggi, fa tendenza. Lola Olufemi traccia il confine tra femminismo e consumismo, dimostra che il femminismo non è una merce da acquistare, ma un'arma per combattere l'ingiustizia. Indaga la violenza contro le donne, la giustizia riproduttiva, la trans-misoginia, l'industria del sesso, l'islamofobia, il consenso, il #MeToo, la situazione nelle prigioni. Interroga lo Stato, il suo ruolo, quella coltre di fumo con cui ci obnubila la mente. Femminismo interrotto è una disamina sul potere. Esplora le parole, i tweet, gli articoli, perché a volte è una questione di vocabolario e ce ne occorre uno più completo. È anche un libro sull'illusione: solo perché alcune di noi si sentono libere non significa che lo siamo davvero. Ed è una critica al femminismo stesso, quando accende i riflettori su una sola donna e ne dimentica altre. Saggio, manifesto, pamphlet politico, memoriale, necrologio e inno, Femminismo interrotto sfugge alle definizioni, esattamente come il femminismo quando smette di essere un'etichetta. Unico caso in cui la trasformazione potrà dirsi radicale."" -
A Roma con Nino Manfredi. Da Saturno all'Aventino
Una guida-passeggiata a Roma attraverso i film e la vita di Nino Manfredi nell'anno del suo centenario; l'infanzia a Castro de Volsci, l'arrivo nel quartiere di San Giovanni, il ricovero al sanatorio Forlanini, le lunghe notti del '43, la Roma del dopoguerra con le partite di pelota allo Sferisterio Barberini e gli americani a Ciampino, il boogie-boogie, l'Accademia di teatro e i primi successi al cinema. Nino Manfredi, attore, regista, cantante, musicista, teatrante, è stato l'altra voce di Roma, la voce di un romano venuto da ""fuori"""", un attore fra i più versatili della storia del cinema, che ha spaziato nei generi e nelle epoche. Nino ha raccontato la Roma dei Papi con Luigi Magni e la Roma di Rugantino con l'omonimo musical, la Roma del fascismo con Zampa e Damiani e la Roma del dopoguerra con Scola, la Roma degli immigrati e la Roma del terrorismo. Ha vestito i panni del contadino romano e di Pasquino, del monsignore e dell'immigrato, rappresentando sempre le due facce opposte della città."" -
A Venezia. Da Brodskij a Bolaño
Immersa in una nebbia che racchiude fantasmi e dèi acquatici del tempo, oppure nella luce abbagliante che si riflette sull'acqua, Venezia ha mille volti e tutti arcinoti: città dell'amore, del turismo sfrenato, del Carnevale. Per conoscere un'altra Venezia, allora, occorre osservarla attraverso le crepe della sua immagine da cartolina e lasciarsi guidare da chi è in grado di vedere l'invisibile. Come i poeti. Graziano Graziani segue, letteralmente, le orme degli autori che hanno amato Venezia, cercando i loro luoghi d'elezione e le tracce invisibili del loro passaggio. Partendo dai più conosciuti come Iosif Brodskij ed Ezra Pound, passando per i contemporanei come Yang Lian o Ngugi wa Thiong'o, si parte per un giro del mondo tra autori russi, cinesi, nigeriani, statunitensi, che approda fino in Sudamerica con Borges e Bolaño, senza scordarsi di fare tappa tra i poeti di casa e le loro sonorità legate alla lingua che si parla tra le calli, come Francesco Giusti e Aldo Vianello. Una Venezia spesso invernale, provinciale, a volte vuota, che rovescia l'immagine dei souvenir e del lusso esclusivo, per parlare di esuli e di lotta, inclusa quella ingaggiata da chi vive la città e non vuole lasciarla morire. -
Gli States di Stephen King
Il viaggio attraverso i mondi di Stephen King è declinato secondo una natura letteraria unitamente triplice. La prima natura si muove secondo il cammino indagatorio e malinconico, di storpiamento descrittivo, eseguito dalle norme narrative di La luce e il lutto di Gesualdo Bufalino. La seconda si sostanzia nella peregrinazione letteraria di matrice metafisica, che cova una tensione trasformativa del reale fino al demoniaco, avanzata da K. di Roberto Calasso. La terza, quindi l'ultima, si raccoglie per mezzo della brevità stilistica, acuminata, proposta dal flusso questionante sul bene e sul male, di Austerlitz di W. G. Sebald. Un viaggio, dunque, accudito da questa trinitaria ispirazione che vuole sovvertire (e intanto assentire) alle geografie orrorifiche delle opere più significative - secondo tali prospettive - del re dell'horror moderno. Un incubo filosofico, in definitiva, al di là dello spazio e del tempo, una demonologia della e nella scrittura. -
In Colombia con Gabriel García Márquez
Paradiso terrestre e terra martoriata, luogo di magia e di guerra, di spiriti e di generali: su una mappa che Gabriel García Marquez disegna con confini incerti, questa Colombia è segnata da cammini di stupore che uniscono Bogotà. e Napoli, Cartagena e Mosca, Barranquilla e la Luna. Bisogna viaggiare lungo sentieri che costeggiano i luoghi della miseria endemica e del potere illusorio, così come della poesia e della baldoria infinita, antidoti alla solitudine dello scrittore e dei suoi personaggi. La Colombia è guerra civile, miseria, repressione, lotta; è anche il tempo sospeso di Macondo, paese immaginario, forse, ma non immune dal disordine del mondo. E chi meglio di Gabriel Garda Marquez può cantarla? Un giornalista di formazione, ancorato alla realtà e al tempo stesso prodigioso e ribelle, immerso in un mondo di tradizione e di magia, che non è solo superstizione ma saggezza che arricchisce la realtà. Alberto Bile Spadaccini segue Gabo nei suoi luoghi, senza forze di gravità e in un tempo imbizzarrito, e ci porta in viaggio tra reportage chimerici e crude finzioni, planando sui tetti di città furibonde abitate da bambine libere e patriarchi prigionieri, delinquenti felici e puttane tristi. Al ritorno, balleremo le canzoni del vallenato e parleremo lingue nuove, per raggiungere dalla stanzetta di Aracataca il mondo intero. -
Sirene
A svelarsi è la sirena, custode di un canto ininterrotto con le profondità. È sua la voce che attraversa i testi, in dialogo con l'anima, gli abissi, voce che risale dal mare per svelarne i fantasmi. L'andamento è quello dei cerchi sull'acqua, al centro la prima increspatura è una realtà imprevista: la donna sirena in un mondo di uomini non si sente bellissima, si sente a metà. Dalle prime sirene rapaci alla fiaba della Sirenetta, dalla voce in grado di affondare, alla perdita completa del canto, qui tutto trova il suo spazio perché Sirene è un'età della vita, è il passaggio dall'amore cieco all'amore guardato fino al suo punto più profondo. -
I negativi
Andrès ha vent'anni, vive a Parigi con la madre e non ha mai conosciuto ,il padre, Jean-Luc Auteuil, al secolo Gianluca Auterri, fotografo celebrato e ammirato, che è1 riuscito a imprimere la storia in un'immagine. A pochi giorni dall'inaugurazione della mostra dedicata al proprio lavoro, Gianluca si toglie la vita, confessando in una lettera di essere un imbroglione. Andrès è arrabbiato: si può perdere due volte una persona che non si ha mai avuto accanto per davvero? Come può piangere un padre che lo ha abbandonato? Di certo non può abbandonare la madre, Martina, che lo ha cresciuto con amore e ha forgiato un legame unico e indistruttibile. Mamma e figlio partono allora per Milano, c'è il funerale a cui partecipare, l'appartamento del defunto da riorganizzare: è proprio qui che Andrès si imbatte in una stanza tappezzata di proprie foto. La sua unica certezza crolla: perché il padre li ha abbandonati? Era davvero l'uomo egoista e superficiale che ha sempre immaginato? Il tarlo inizia a rodere fino a portarlo di notte nell'appartamento del padre, dove trova una lettera, e il suo diario. In quelle pagine scopre la versione di Gianluca sul successo inaspettato, sulla storia con Martina, sulla propria nascita. A chi dare ragione? Qualcuno ha ragione? Rovistando nel passato dei genitori, Andrès scopre l'unica verità possibile, che non esiste verità. Daniele Morgese, con una scrittura che gronda dolore, insegna che ogni storia ha il suo negativo, la sua versione inversa e speculare e soprattutto che figli e genitori sono umani allo stesso modo, con sogni, insicurezze, paure e meschinità, sono immagine gli uni degli altri, mutui specchi di scampoli di vita. -
A Parigi. Da Hemingway a Cortazar
Ci sono tanti modi di leggere a Parigi. come un meta-libro o un libro al quadrato: munitevi di carta e penna, i consigli di lettura su Parigi sono molti, noti e meno noti. Affezionatevi ai personaggi che Nicola Ravera Rafele fa rivivere tra le pagine, e fate loro domande, non avrete molte altre occasioni per chiacchierare con la Maga e la nifia mala. Soffermatevi sui deliziosi camei di scrittori celebri: vi sembrerà di assistere a una commedia alleniana, affascinante e malinconica. Seguite Cortazar fino al Pont des Arts, e divertitevi con lui al gioco della campana; d'estate percorrete la città in taxi con Anna Maria Ortese; accompagnate Benjamin - prima che sia troppo tardi - nella sua fltinerie; se state attenti, riuscirete anche a sentire Scott e Zelda in una delle loro furiose litigate. Tuttavia, questo non è soltanto un compendio di letture. I passi dell'autore per la città si sovrappongono e si fondono con quelli degli scrittori celebri che l'hanno attraversata, in un gioco di rispecchiamenti letterari e riflessioni a cavallo tra il libro di viaggio, la citazione e l'omaggio letterario. Seguite i suoi consigli: conosce l'anima di ogni arrondissement, può elencare tutti i cinema della città, le sale da concerto e le tendenze gastronomiche, ha scoperto il segreto del fascino dei tetti di Parigi e, soprattutto, perché i francesi non ingrassano. -
A San Pietroburgo con Vladimir Nabokov. L'infanzia dorata
Vladimir Nabokov nacque a San Pietroburgo nel 1899, primogenito di una famiglia di antica nobiltà. L'intera famiglia Nabokov dovette scappare dalla città nel 1917, per non farvi più ritorno, dopo i moti rivoluzionari che portarono al potere i bolscevichi, cambiando il volto della storia. Questo libro racconta i primi 18 anni dello scrittore, quelli della sua formazione, gli studi, i primi amori, il tutto vissuto in un periodo storico che vide in San Pietroburgo una delle capitali mondiali della cultura. Musica, poesia, arte, la scena locale è un continuo ribollire di idee, e il ragazzo ne viene influenzato. Vi si racconta soprattutto l'amore che egli sviluppò in quei primi 18 anni nei confronti della città natale, e che si porterà dentro, con una nota di nostalgia, nei successivi 60, fino alla morte avvenuta nel 1977. Il libro è la guida ideale di una città magica, ricca di storia e di personaggi straordinari, una città resa ancora più affascinante dallo sguardo profondo di Nabokov.