Sfoglia il Catalogo ibs013
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 1081-1100 di 10000 Articoli:
-
La camelia
La camelia conta più di 22.000 varietà. Novità travolgente nei giardini dell'Ottocento, divenne il fiore del Risorgimento nazionale, un'icona di stile che decretò fortune letterarie e musicali.«La camelia meritava un libro» – Il Piccolo«La seducente storia di un fiore che ha inondato i giardini e i salotti letterari tra Ottocento e Novecento» – il manifesto«Un quadro narrativo affascinante che valorizza il repertorio vegetale presentato con le avvincenti tribolazioni dei moti risorgimentali e delle cospirazioni carbonare» – Federica Arnoldi, DoppiozeroDavanti a una tazza di tè quanti di noi sanno che in infusione mettiamo per lo più i giovani germogli essiccati e variamente trattati di una pianta chiamata da Linneo Camellia sinensis (L.) O. Kuntze? Le sue foglie hanno conquistato il mondo, ne hanno rivoluzionato aspetti culturali, sociali ed economici, intorno a esse si sono canonizzati riti e millenarie cerimonie. E fu proprio cercando di possedere la pianta del tè che gli europei scoprirono altre specie di camelia. Ecco perché la vicenda della diffusione del tè si incrocia con quella della diffusione dei semi e delle piante di alcune tra le molte varietà di camelia. La storia del viaggio di questa pianta è affascinante e, in parte, ancora avvolta nelle nebbie. Asiatica nell'origine, in Europa e in Italia diviene, soprattutto, storia di ville e giardini, di passioni aristocratiche, esclusive, per un fiore dalle forme e dai colori così diversi, talora persino sul medesimo esemplare, da soddisfare i capricci estetici sia di chi l'ama per le corolle dalla perfezione geometrica sia di chi le predilige bizzarre e vezzose. -
Il pino domestico
«Quando ci si presenta si inizia dal nome. Il mio nome scientifico è Pinus pinea. Così mi ha chiamato Linneo, scegliendo come nome specifico pinea, quasi a dire ""pino per eccellenza"""". Il mio nome italiano è semplicemente pino domestico, pino da pinolo, pino ombrellifero.»Il pino domestico è il vero simbolo di albero italico. Non a caso gli inglesi lo chiamano Italian stone pine e in Francia Pin d'Italie. È l'albero di casa nostra perché il paesaggio mediterraneo non è umile né dimesso. È grandioso, solenne, rifiuta la pompa dei colori esotici tropicali. Il pino, questo grande e maestoso albero, dall'odore penetrante, caratterizza, fino a diventarne l'icona, la macchia mediterranea dei litorali tirrenici, adriatici e ionici e delle isole di Sardegna e di Sicilia."" -
Reti commerciali e traffici globali in età moderna
Una originale lettura dell'età moderna quale fase d'avvio di una sempre più diretta interazione tra i continenti e che fa dello sviluppo commerciale europeo l'innesco di quel circolo virtuoso che lanciò l'Europa alla conquista di un lungo e indiscusso predominio sul resto del mondo.Maria Fusaro propone una originale lettura dell'età moderna quale cruciale fase d'avvio di un'interazione sempre più intrecciata e diretta tra i diversi continenti. Nella sua analisi storica le sinergie sorte, nell'arco cronologico che va dal Quattro al Settecento, fra commercio internazionale ed evoluzione degli strumenti finanziari, così come il ruolo giocato dai commerci nello sviluppo economico europeo, rivelano la propria natura di vitale premessa alla Rivoluzione industriale del Vecchio continente. Lo sviluppo commerciale europeo può essere quindi considerato a pieno titolo l'innesco del circolo virtuoso che lanciò l'Europa alla conquista di una posizione di lungo e indiscusso predominio sul resto del mondo. Il volume si offre come un lavoro di sintesi critico-analitica che presenta al pubblico italiano gli eventi principali di questa irresistibile espansione e si misura con i risultati dei dibattiti storiografici internazionali sull'argomento. -
Lo Stato illegale. Mafia e politica da Portella della Ginestra a oggi
La mafia è storia di un intreccio osceno di interessi. Lungi dall'essere un nemico invisibile, è da sempre conosciuta anche ai governi del Paese. Talvolta un nemico addirittura tollerato.«I fatti eccellenti della più che centenaria storia della mafia rivissuti e analizzati da due protagonisti della lotta ai poteri criminali» – Corrado Stajano, Corriere della Sera«Per smontare i luoghi comuni che resistono nonostante le grandi tragedie nazionali, probabilmente sarebbe stato difficile trovare un titolo più semplice e più definitivo» – Attilio Bolzoni, la Repubblica«Ci si può stupire se un mafioso chiede il pizzo a un negoziante? Se ricatta? Se uccide? È un mafioso, che cosa vuoi che faccia? Alla fine le mosse di un mafioso le puoi prevedere. È la gran parte ""sana"""" della società a essere imprevedibile e a fingere. Finge di non sapere, finge di non capire, finge di non potere, finge che quel che accade non la riguardi. Insomma, finge di essere """"sana"""". Finge così tanto che, forse, ci crede veramente. È una """"associazione di finzione mafiosa"""". Io non ho paura del mafioso, ho paura del mio vicino che finge di essere come me» – PIF – Pierfrancesco DilibertoOltre un ventennio ci separa dalle stragi di Capaci e di via D'Amelio del 1992 e da quelle di Firenze, Milano e Roma del 1993. Una tragedia nazionale che allora sembrò scuotere definitivamente le coscienze e provocare una reazione finalmente determinata dello Stato contro la mafia. Eppure, la mafia è rientrata in una fase di integrazione con articolazioni del potere legale, economico e politico che condiziona l'intero Paese. Occorre quindi interrogarsi sulle ragioni per cui, dopo il decennio alto dell'antimafia giudiziaria seguito alla stagione stragista del 1992-93 (che ha raggiunto, sul piano repressivo, risultati senza precedenti), la mafia sia tornata a essere forte sul territorio. Per rispondere a questo interrogativo, è necessario volgere indietro lo sguardo e ripercorrere una serie di tappe che prendono le mosse dalla strage di Portella della Ginestra, il 1° maggio 1947, e arrivare fino a oggi. La tesi che emerge in queste pagine è che le mafie – quella siciliana come le altre – non sono tanto il prodotto di una arretratezza economica e culturale, di una mentalità arcaica, quanto di una specifica caratteristica della società e dello Stato. Cosa nostra è una organizzazione criminale che ha affermato in maniera sostanzialmente indisturbata la propria """"sovranità"""" di Stato illegale su un territorio ben determinato, che è quello della Sicilia occidentale e che ha in Palermo la sua capitale. Come tutti gli Stati, anche Cosa nostra ha una sua politica interna, che si attua nell'ambito di una costituzione formale (e, quindi, di una struttura con organi gerarchicamente ordinati), e un suo ordinamento giuridico con un sistema compiuto di istituti, norme e sanzioni. E ancora, come tutti gli Stati, pure Cosa nostra ha una sua storia, intessuta di trame e conflitti, che modifica continuamente le relazioni esterne. La mafia non costituisce, dunque, una semplice anomalia del nostro Paese, ma l'esplicazione di un modello di sviluppo inquinato e inquinante... -
L' Italia è un sentiero. Storie di cammini e camminatori
Il racconto appassionato dell'Italia vista da quota zero: tra incantevoli sentieri di montagna e tratturi che rievocano pratiche antichissime, tra vie sacre di pellegrinaggio e percorsi che conservano memoria di scenari di guerra, questo libro è un invito irresistibile a uscire di casa e mettersi in cammino.«Un libro che ha al suo centro tematico, più ancora del camminare, tutto quanto si sprigiona da questo gesto antichissimo e sempre nuovo» – Lisa Ginzburg, Avvenire«Dalle Alpi alla Calabria, dai sentieri dei briganti a quelli di San Francesco, e ancora dal sogno ormai realizzato del ""grande Sentiero Italia"""" del CAI ai più umili tratturi che nei secoli hanno guidato la transumanza delle greggi, un messaggio per riscoprire le meraviglie ancora intatte del nostro Paese. E riscoprire una condizione dello spirito» – Angelo Melone, la Repubblica«Storie appassionanti del nostro Paese, seguendo tratturi che evocano pratiche antiche o percorsi di montagna o altri permeati di memorie. Si legge per poter meglio camminare» – Il Sole 24 OrePer centinaia di migliaia di anni noi umani abbiamo conosciuto solo un modo per muoverci: mettere un passo davanti all'altro. In qualche caso muli e cavalli hanno aiutato, ma per spostarci abbiamo sempre dovuto affrontare lunghe scarpinate. Agli inizi del secolo scorso automobili, treni e aerei hanno sconvolto quest'abitudine, condizionando il nostro corpo e anche il nostro modo di pensare. Camminando ci accorgiamo di riuscire a osservare i luoghi sotto una prospettiva diversa, ci sembra di entrarci meglio, di viverli più in profondità. In queste pagine ritroveremo il piacere di uno sguardo nuovo a partire da luoghi vicini e accessibili: ripercorreremo i passi di Giustino Fortunato sui monti Lattari, quelli dell'inglese Edward Lear in Aspromonte e il cammino degli anarchici nei monti del Matese. Andremo sulla via Vandelli in Toscana e nelle trincee della Grande Guerra. Senza trascurare gli itinerari religiosi, dalle vie francigene ai cammini di Francesco d'Assisi. E ancora, i percorsi classici di escursionismo e trekking, fino al grande sogno del Sentiero Italia: seimila chilometri e più di 380 tappe attraverso tutta la penisola."" -
Manifesto socialista per il XXI secolo
Bhaskar Sunkara torna a parlare di socialismo, una parola che ha perso nel tempo il fascino e la potenza originari. È un socialismo per il XXI secolo che sceglie come campo di battaglia quello dei diritti – il diritto alla casa, al lavoro, alla scuola, all'educazione e alla salute – e ha come obiettivo l'uguaglianza economica e la lotta contro tutte le forme di oppressione.«Irriverente, chiaro e divertente. Un invito irresistibile a unirci alla lotta per la costruzione di un futuro veramente democratico, unica vera speranza in questi tempi complicati» – Naomi KleinUna lettura essenziale per tutti coloro che vogliono costruire una nuova società, fondata sui bisogni delle persone e non sui profitti per le élites» – Owen Jones«Un racconto che mostra il socialismo del futuro» – Guido Liguori, il manifestoPiù della metà dei giovani americani non crede più nel capitalismo. L'ascensore sociale si è rotto e l'""american dream"""" è andato in pezzi. Bhaskar Sunkara, un trentenne figlio di immigrati, è diventato in pochissimi anni la voce più ascoltata e influente di questa generazione, ha fondato una rivista, """"Jacobin"""", che ha cambiato il panorama culturale negli USA e ha galvanizzato la sinistra del Partito democratico assieme a vecchie glorie come Bernie Sanders e nuove star come Alexandria Ocasio-Cortez. Questo libro ci fa conoscere la sua voce e le sue idee, attraverso le quali riscopriamo il significato di una parola che in Italia e in Europa ha perso nel tempo il fascino e la potenza originari: socialismo. Un socialismo per il Ventunesimo secolo, finalmente democratico, che propone come obiettivo l'uguaglianza economica e la lotta contro tutte le forme di oppressione, dal razzismo al sessismo. Il campo di battaglia è quello dei diritti: il diritto alla casa, al lavoro, alla scuola, all'educazione e alla salute. Un invito a costruire nuove istituzioni democratiche dal basso, nei posti di lavoro e nelle comunità locali. Un libro per tutti coloro che cercano, che lottano e che sperano nella fine delle enormi disuguaglianze del nostro tempo."" -
La festa
Che cosa accomuna la varietà infinita di fenomeni che chiamiamo festa? Il Natale con il suo senso di quieta gioia familiare e il carnevale con il suo spirito trasgressivo? Le meste liturgie del 2 novembre che onorano i defunti e una festa in discoteca? Nei moltissimi modi diversi di far festa prevalgono gli elementi di continuità oppure le differenze? E a quale esigenza umana risponde l'impulso a festeggiare, presente da sempre in qualsiasi civiltà? -
La pietà e la forca. Storia della miseria e della carità in Europa
Un libro diventato un classico, una lettura imprescindibile per l'uso di una documentazione amplissima – dai registri delle tasse ai cahiers de doléances, dai trattati teologici ai testi letterari – e per l'attenzione continua alla storia economica e sociale e a quella della mentalità.Il fenomeno del pauperismo e la sua considerazione sociale subiscono un salto di qualità nel trapasso dal medioevo all'età moderna. Dalla miseria quale fenomeno endemico, in un certo senso istituzionalizzato e integrato dalla dottrina della misericordia cristiana e dalle pratiche degli ordini mendicanti, si passa a una pauperizzazione di diversa qualità, indotta dai processi di accumulazione primitiva del capitale. Prende vita una nuova etica del lavoro e della produttività che reprime l'accattonaggio e ogni manifestazione della miseria, considerata una devianza. Accanto a una profonda riforma delle politiche assistenziali, nell'Europa moderna si introducono il controllo e la ""schedatura"""" dei mendicanti, avviati a lavori coatti o rinchiusi in istituti di pena."" -
Ascoltare Verdi
Da Rigoletto a La traviata, da Un ballo in maschera a Falstaff, una guida all'ascolto e alla comprensione profonda delle opere di Verdi inserite nel contesto sociale e culturale del loro tempo.Ascoltare Verdi ci accompagna sapientemente nella conoscenza delle opere del grande compositore: dal Nabucco al Falstaff, ogni capitolo del libro è dedicato a una fondamentale composizione di Giuseppe Verdi, della quale si raccontano la trama, la genesi e il contesto, ma soprattutto si approfondisce la sostanza musicale e drammatica. Ampio spazio è infatti riservato al modo in cui il compositore usa le voci e gli strumenti dell'orchestra, alla sua personale, ricchissima concezione drammatica, all'originale ripensamento delle forme e delle convenzioni dell'opera ottocentesca. Il lettore, risalendo cronologicamente l'evoluzione del pensiero drammatico di Verdi, lo sviluppo della sua poetica, la costante volontà di guardare il mondo attraverso le note, scopre la sua visione allo stesso tempo artistica, morale e politica – il modo in cui, secondo molti studiosi, Verdi ha contribuito a fare l'Italia e soprattutto a fare gli italiani. -
Visione verticale. La grande avventura dell'alpinismo
A chi gli chiedeva perché voleva scalare l'Everest, George Mallory, il grande pioniere himalayano, rispose: «Perché è lì». Da Preuss a Bonatti, da Mallory a Messner, da Cassin a Honnold, tutti i grandi della storia dell'alpinismo hanno avuto una propria, personalissima, ""visione verticale"""".Perché scalare? Perché mettere a rischio la propria vita? E farlo facendo ricorso a ogni mezzo o seguendo un'etica rigorosa? Nel corso di quasi due secoli e mezzo di vita, l'alpinismo ha subito innumerevoli rivoluzioni. Non solo e non tanto delle tecniche e degli strumenti, quanto piuttosto della sua stessa etica, delle """"visioni verticali"""" che l'hanno attraversato, visioni che pongono domande sul senso stesso della nostra vita."" -
Prima di Piazza Fontana. La prova generale
Una piccola storia ignobile della giustizia italiana, subito cancellata e rimossa. La prova generale della strategia della tensione. A più di cinquant'anni dai fatti, un libro-inchiesta, degno erede dei lavori di Corrado Stajano e di Camilla Cederna, rivela le verità nascoste di uno dei momenti chiave della storia repubblicana. Un racconto serrato di una pagina nera per la giustizia italiana, da allora totalmente rimossa dalla memoria, che assume nuova luce grazie alla scoperta di documenti fin qui inediti.«""Prima di Piazza Fontana. La prova generale"""" è un libro importante, un gioiello di giornalismo investigativo e un brillante saggio di microstoria» – Enrico Deaglio, Robinson«La sensazione, ogni volta che ci siamo aggirati intorno a Piazza Fontana, è che il nostro fosse un girovagare senza risultati. Sullo sfondo rimaneva quanto aveva scritto Leonardo Sciascia nel 1979: l'Italia """"è un Paese senza verità"""". Il libro di Paolo Morando consente di restringere il margine di oscurità» – David Bidussa, Domenica-Il Sole 24 OreMilano, 25 aprile 1969: due ordigni scoppiano alla Fiera campionaria e all'Ufficio cambi della Banca Nazionale delle Comunicazioni della Stazione centrale, provocando una ventina di feriti. È il primo atto della campagna di attentati che pochi mesi dopo porterà a Piazza Fontana. L'Ufficio politico della questura, fin dalle prime ore, punta verso gli anarchici. A condurre le indagini sono il commissario Luigi Calabresi e i suoi uomini, gli stessi che si troveranno nel suo ufficio la notte della morte di Giuseppe Pinelli, nome che nell'inchiesta spunterà di continuo, come quello di Pietro Valpreda, che già qui si profila come futuro capro espiatorio. Nel giro di pochi giorni vengono arrestati tre giovani (e altrettanti nelle settimane successive) e una coppia di noti anarchici milanesi, amici dell'editore Giangiacomo Feltrinelli, che pure verrà rinviato a giudizio assieme alla moglie. Due anni dopo, con un colpo di scena dietro l'altro, il processo chiarirà le dimensioni della macchinazione anti-anarchica innescata da quegli attentati. Una vicenda determinante per comprendere fino in fondo i misteri di Piazza Fontana. Un racconto serrato di una pagina nera per la giustizia italiana, da allora totalmente rimossa dalla memoria, che assume nuova luce grazie alla scoperta di documenti fin qui inediti."" -
Il romanzo inglese
Il romanzo inglese, con la sua varietà di forme, linguaggi, generi e sottogeneri, costituisce una delle principali ricchezze del patrimonio letterario europeo. Questo libro aiuta il lettore a orientarsi con sicurezza all'interno di questa amplissima produzione letteraria, dai ""fondatori"""" del Settecento agli scrittori contemporanei. Un efficace invito alla lettura delle opere di Defoe e Fielding, di Dickens e George Eliot, delle sorelle Brontë e Hardy, di Joyce, Woolf, le Carré e molti altri."" -
12 dicembre 1969
Milano, Piazza Fontana, sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura. Alle 16,37 del 12 dicembre 1969 esplode un ordigno che provoca 17 morti e 88 feriti. È il più grave atto terroristico sino a quel momento compiuto nel nostro Paese. Un giorno che segna un'epoca e apre una fase nuova, piena di misteri che non troveranno mai piena soluzione.«Per riallacciare i fili della memoria può essere utile leggere questo libro, che ha per titolo una data iconica: ""12 dicembre 1969"""". Una nitida enunciazione di ciò che non possiamo più far finta di non sapere» – Gianni Barbacetto, Il Fatto Quotidiano«Mirco Dondi con il suo """"12 dicembre 1969"""" ha la capacità di ricollocarci in quel tempo e di farci prendere la misura con ciò che di quel tempo è rimasto attaccato al nostro presente, aperto, spesso non risolto» – David Bidussa, Domenica-Il Sole 24 OreUna fredda giornata di dicembre, un giorno come un altro. Affari da sbrigare. Cambiali da pagare. Bancarelle. Compere da fare prima di un Natale ormai imminente. Niente di speciale. Poi, improvvisamente, una bomba. E tutto cambia. Segna un prima e un dopo, a Milano e in tutta Italia. Un prima che rigetta la violenza come strumento della lotta politica, un dopo in cui la violenza ne diventa l'arma, tanto da far temere un possibile colpo di Stato. Alcuni protagonisti di questa vicenda hanno nomi scolpiti nel nostro immaginario: il commissario Luigi Calabresi, il questore Marcello Guida, il ballerino Pietro Valpreda, il ferroviere Giuseppe Pinelli. Poi ci sono gli altri, per lungo tempo ignoti, quelli che lavorano sotto traccia manipolando le informazioni, occultando le prove e insabbiando le indagini. Senza contare i misteriosi 'suicidi', che come un contagio travolgeranno alcuni uomini coinvolti nella vicenda. Una ricostruzione serrata del 'giorno della strage' con uno sguardo incrociato sulle vittime, gli esecutori, i servizi segreti e i politici."" -
I nemici degli italiani
Nella storia della nostra Penisola al centro di tutto c'è sempre stato lui: il nemico. E la sua storia racconta chi siamo stati e come siamo diventati.Per secoli dalla terra e dal mare i nemici sono arrivati in Italia: Cartaginesi, Vandali, Unni, Arabi, Normanni, Turchi, Spagnoli, Austriaci... un elenco che sembra infinito. Ogni epoca ha avuto il suo, di nemico. Pronto a invadere il nostro Paese, a conquistarlo, a saccheggiarlo, a tiranneggiarlo per poi insediarcisi e sfruttare le sue ricchezze e le sue bellezze. E in effetti quando arriva il barbaro, il nemico di turno, un mondo finisce e un altro inizia, senza soluzione di continuità. Poi, bisogna aspettare: che i barbari diventino meno barbari, si amalgamino con gli altri e comincino, anche loro, a temere nuovi stranieri. Insomma, ci sono nemici che vanno e altri che vengono, in un susseguirsi secolare dove, ogni volta, il tempo passa e la storia si sedimenta, la paura diventa oblio e ciascuno degli antichi nemici si ritrova a temere nuovi invasori, nuove minacce alle proprie tradizioni e alla propria identità.«Terra di inesauste scorribande, l'Italia. Amedeo Feniello evoca, con un'intensità che ricorda lo Stefan Zweig di Momenti fatali, il calvario di una Penisola troppo ricca, troppo bella, troppo accogliente per non accendere le brame altrui. A ogni assalto, a ogni invasione l'Italiano vedeva prospettarsi la fine del mondo, o almeno del suo mondo. Poi la vita prevaleva, si sopravviveva e si condivideva, ci si mischiava. Esiste allora l'Italiano? Certamente, è la sintesi di tutti coloro che, di volta in volta, ha temuto come invasore.» (Pier Luigi Vercesi, «Corriere della Sera») -
Maniera di pensare l'urbanistica
«La città concentrico-radiale industriale ha fatto fallimento. Essa tormenta i suoi abitanti con la frenetica circolazione meccanica che impone quotidianamente, e col caotico groviglio di luoghi di lavoro e luoghi d'abitazione. La popolazione è aumentata. Le reti dei trasporti pubblici sono soggette a continuo rinnovamento perché sia garantito il quotidiano afflusso delle masse al centro della città. La moderna città industriale concentrico-radiale è un cancro che prospera a dovere. Molti credono di poter compensare il logorio dei nervi e i mille disagi della vita cittadina andando ad abitare in casette di periferia. Ma in che cosa si traduce, nei fatti, questa evasione? Nell'anarchica proliferazione di sobborghi che corrodono la natura e degradano le belle comunità rurali.» Sono le fulminanti osservazioni che avviano il libro-manifesto di Le Corbusier, punto di riferimento imprescindibile per ragionare sulla città a misura d'uomo. -
La Grande Italia. Il mito della nazione nel XX secolo
Alla fine del Novecento fu annunciata in Italia la ""morte della patria"""". All'inizio del 2000 ci fu una rinascita del mito della nazione, ma molti temono tuttora la perdita dell'identità nazionale. Gli italiani, in realtà, non hanno mai avuto una comune idea di nazione, anche se fin dal Risorgimento, per oltre un secolo, il mito di una Grande Italia ha influito sulla loro esistenza. Sono state molte le Italie degli italiani, divisi da ideologie antagoniste, sfociate talvolta in guerra civile.rnCon un'analisi rigorosa e avvincente, unica nel suo genere, Emilio Gentile narra la storia del mito nazionale nelle sue varie versioni, durante il moto risorgimentale, lo Stato liberale, la Grande Guerra, il fascismo, la Resistenza e la Repubblica, fino a scoprire le ragioni per le quali, dalla metà del secolo scorso, la nazione è scomparsa di nuovo dalla vita degli italiani. Per riapparire talvolta, ancora oggi, ma con un incerto futuro."" -
L' anima e il corpo. Un'introduzione storica alla filosofia della mente
Una storia delle principali concezioni filosofiche sull'anima, la mente, l'io e lo spirito dall'antichità ai giorni nostri attenta a sottolineare le linee di continuità con le concezioni dell'anima e dello spirito proposte dai filosofi classici e a evidenziare il modo in cui le scienze cognitive e le neuroscienze hanno cambiato l'immagine che l'essere umano ha di se stesso. Il libro offre anche una breve rassegna sistematica delle soluzioni filosofiche al problema mente-corpo ed è aggiornato ai nuovi indirizzi di ricerca sulla mente che vanno affacciandosi nel XXI secolo.La filosofia della mente è un ramo della filosofia analitica e post-analitica che dalla Gran Bretagna, gli Stati Uniti e l'Australia si è poi diffusa in tutto il mondo e in questi ultimi anni ha avuto una brusca impennata, soprattutto avendo stabilito relazioni importanti con le scienze cognitive. Sandro Nannini rivolge il suo studio sia allo studente che allo studioso specializzato, ricostruisce accuratamente l'intreccio che negli ultimi quarant'anni si è andato instaurando fra le teorie sull'anima, la mente o lo spirito della tradizione filosofica e gli studi sull'intelligenza naturale e artificiale condotti dagli scienziati cognitivi. Il lettore troverà una sintesi delle principali concezioni filosofiche sull'anima, la mente, l'io e lo spirito dall'antichità ai giorni nostri. Particolare attenzione è stata rivolta alle teorie che i filosofi hanno sostenuto riguardo al rapporto dell'anima con il corpo, nella convinzione che, nella maggior parte dei casi, è la natura attribuita a questo rapporto che rivela la concezione che si ha dell'anima stessa. Nella nuova edizione una particolare attenzione è rivolta a come le scienze cognitive e le neuroscienze stanno cambiando l'immagine che l'essere umano ha di se stesso. -
Il capo e la folla. La genesi della democrazia recitativa. Nuova ediz.
Si è cominciato col dire: «I capi fanno la storia». Poi si è detto: «Sono le masse che fanno la storia». Oggi si dice: «La storia la fanno i capi e le masse».«Mai come di questi tempi si è diffusa la metafora dell'uomo solo al comando. Uno dei massimi storici contemporanei, e non solo italiani, si assume una sfida temibile e avvincente: ripercorrere il rapporto tra il capo e la folla dall'antica Grecia all'età contemporanea» – Marco Gervasoni, la Lettura«In queste pagine agili e vivaci Emilio Gentile utilizza la storia come chiave di lettura della società politica contemporanea» – Anna Tonelli, L'IndiceEmilio Gentile rievoca le principali esperienze di partecipazione delle folle alla politica dall'antichità all'età contemporanea ed esplora il rapporto che le ha legate a capi straordinari come Pericle, Cesare, Napoleone, Roosevelt, Churchill, De Gaulle, Kennedy, fino a Trump e Macron. Una riflessione sull'attuale tendenza a trasformare il ""governo del popolo, dal popolo, per il popolo"""" in una democrazia recitativa, dove la politica diventa l'arte di governo di un capo, che in nome del popolo muta i cittadini in una folla apatica o servile."" -
Senza verso. Un'estate a Roma
«Il calore e l'umidità ormai avevano preso ad aumentare senza tregua, giorno dopo giorno e notte dopo notte, senza che mai intervenisse un ostacolo, un fattore di equilibrio - nemmeno il minimo colpo di vento dalla parte del mare. L'esistenza si era fatta complessa in ogni minimo dettaglio, come a volte accade: ai limiti dell'ingovernabilità. Conosco bene, fin dalla primissima infanzia, questo sentimento di ingovernabilità dell'esistenza.» -
Storia della Basilicata. Vol. 1: antichità, L'.
Un'ampia ricostruzione della storia della Basilicata dall'antichità all'età contemporanea.