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Cartolénaux-Cartoline. Poesie nel patois francoprovenzale dell'alta Val Grande di Lanzo. Ediz. critica
Giancarla Pinaffo ha dentro di sé tutto il mondo francoprovenzale della Val Grande di Lanzo, è in perfetta sintonia con esso. Perciò ha saputo coglierne i messaggi, ha saputo leggere in quel sistema di simboli che in esso si sono accumulati nei millenni, passando dall«indeterminazione» alla «determinazione», dall'«indifferenziato» al «differenziato». Attraverso l'analisi razionale, nella quale consiste la sua poesia, è riuscita «a ridurre a chiarezza il mito» (direbbe Cesare Pavese, anch'egli piemontese), a capire il significato ultimo di quel mondo. La sua è «arte contadina» in senso ampio, in quanto come ha scritto Carlo Levi non solo i contadini stricto sensu hanno dentro di sé quel sistema di relazioni che abbiamo descritto come caratteristico della civiltà rurale, ma anche gli altri uomini e le altre donne, che, grazie alla loro (...)'. -
Floriant e Florete. Ediz. critica
"Il Floriant e Florete - del quale si fornisce qui la prima traduzione italiana - è un romanzo francese del XIII secolo e narra una deliziosa storia d'amore, di viaggi e di avventure straordinarie e avvincenti. Al crocevia tra genere epico e genere romanzesco, l'opera affascina per il racconto degli incantamenti della fata Morgana e per il riferimento alla leggenda del trasferimento postumo di Artù nell'Etna; al contempo, è degna d'interesse la sua ambientazione, quasi del tutto siciliana e insolitamente precisa: si citano con cognizione, infatti, Monreale, Palermo, Nicosia, il Mongibello, Messina, Capo del Faro - oltre ad altre città italiane sicuramente più note all'epoca anche fuori dai confini della nostra Penisola. Tale legame con l'Italia e la cultura italiana, unito alla piacevolezza della storia, rende il romanzo di certo attraente, anche per il lettore moderno e non specialista.""""" -
Un florilegio di virtù cristiane: i sermoni e le omelie del Vercelli Book. Ediz. critica
Codice miscellaneo risalente al terzo quarto del secolo X, il Vercelli Book è uno dei quattro grandi codici della tradizione inglese antica. Noto perché tramanda alcuni fra i più preziosi componimenti in versi di ambito anglosassone (Elena, Andreas, Sogno della Croce), il manoscritto contiene anche un ricco corpo di omelie e sermoni di argomento vario. Esempio di grande interesse dellomiletica anonima anglosassone, i ventitré componimenti in prosa del codice vercellese sono parte fondamentale di un manoscritto che appare pervaso da un profondo significato parenetico ed escatologico. Il presente studio indaga la prosa contenuta nel codice su base non solo tematica, ma anche stilistica (...)'. -
Polyonymoi theoi. Ricerche linguistiche sulle epiclesi divine in magna grecia. Ediz. critica
Allinterno della formula onomastica impiegata nell'invocazione della divinità, l'epiclesi costituisce l'elemento determinante: quello che individua, fra i molti titoli di un dio ?o??????o?, uno dei numerosi aspetti in cui è 'atomizzato' il divino. L'uniformità dell'immaginario religioso panellenico si moltiplica nella ricchezza delle peculiarità locali. Le colonie della Magna Grecia non fanno eccezione: lo studio delle epiclesi della regione rivela caratteri originali e distintivi, che ampliano e in parte modificano il quadro complessivo sinora noto. Nell'analisi di questi titoli di culto, gli strumenti offerti dalla linguistica greca - opportunamente affiancati da osservazioni di ordine filologico e letterario - forniscono una fondamentale chiave di accesso alla ricostruzione di quei tratti caratteristici delle divinità che si celano, più o meno velatamente, nei loro nomi. Il volume approda a risultati che trascendono il mero ambito onomastico, offrendo diversi contributi innovativi anche sul fronte della filologia e della religione, nonché dell'esegesi letteraria e dello studio del lessico greco.' -
Politica, università, medicina in Piemonte tra Sette e Ottocento. Ediz. critica
"Lo Stato sabaudo compie già nel primo '700, secondo ritmi e modelli francesi interpretati originalmente, quelle riforme universitarie che saranno avviate in altri Stati italiani negli anni '60-'70 del secolo, favorendo un rinnovamento culturale legato a modelli di politica anticuriale gallicana, che risulta particolarmente innovativo nei corsi di medicina e di chirurgia, improntati al moderno sperimentalismo di matrice galileiana. La separazione tra medicina e religione, tra competenza e organizzazione corporativa, che si attua con le riforme, favorisce la professionalizzazione del lavoro intellettuale e un ruolo crescente del medico e del chirurgo nelle istituzioni pubbliche e nell'apparato amministrativo. A partire da questo calco originario si radica una nuova visione della sanità pubblica che troverà matura espressione nell'età dei Lumi e ancor più nel periodo francese.""""" -
L' historia Turpini in Europa. Ricerche e prospettive
"Le leggendarie imprese di Carlo Magno in Spagna, la prodezza e la cortesia di Rolando, l'epica battaglia di Roncisvalle, le origini del pellegrinaggio compostellano: questi sono alcuni degli ingredienti dell'Historia Turpini, autentico mito letterario del Medioevo occidentale. Le tre sezioni in cui il volume si articola - """"Dal Liber Sancti Jacobi all'Historia Turpini""""; """"L'Historia Turpini: la fortuna europea di un testo""""; """"L'Historia Turpini nel Medioevo romanzo: volgarizzamenti e compilazioni letterarie"""" - danno conto della complessità e intensità dell'irradiazione, in ambito romanzo e non, del racconto del mitico vescovo-guerriero Turpino, scrittore e testimone oculare, secondo tradizione, dei fatti narrati. I saggi in esse contenuti toccano alcune delle direttrici lungo le quali la ricerca è implementata nel quadro dell'Historia Turpini Project (www.historiaturpiniproject.unito.it), progetto di ricerca internazionale e interdisciplinare coordinato da Laura Ramello che ambisce a collocarsi nell'alveo delle iniziative di riscoperta e valorizzazione dell'heritage culturale europeo.""""" -
Lettere dall'altrove. Ediz. critica
"Per la precisa volontà dei miei genitori (...) di battezzarmi con un nome che recasse un segno della tanto amata alessandrinità, la dicitura anagrafica che mi identifica (...) richiama paronomasticamente l'espressione u scarnèbia (che fa riferimento a quel fenomeno atmosferico, tipico della città dei due fiumi, evocato da Umberto Eco in più d'uno dei suoi scritti). Forse soltanto per tale simbolica dicitura onomastica sono stato scelto, prima da Eco stesso (...) e poi dagli altri mittenti, come titolare del recapito delle lettere di seguito ora pubblicate; esse mi furono fatte pervenire, in date diverse, e con il mandato o la preghiera di inoltrarle agli interessati, dall'Altrove, cioè dal luogo - così ho creduto di designarlo - ove erano venute a trovarsi, dopo la dipartita terrena, le persone (le anime? o che altro?) dei mittenti. Placatasi la sterile polemica cittadina sulla mancata intitolazione a Eco del Liceo Plana (...) ma restando abbastanza vivo in Alessandria il ricordo di essa, accompagnato da una certa quale aspettazione che maturino i tempi per onorare (...)""""." -
Spùn rìver munfrìn-Spoon river monferrino. 47 epigrammi epitimbici. Ediz. critica
"(...) E tuttavia quel poco che l'anonimo autore mi ha inviato mi sembra che abbia il sapore, se non della realtà, della verità. Sono scampoli di esistenze di gente comune, di uomini e donne di un 'mondo piccolo' che mai uscirebbero dall'anonimato se qualcuno, facendoli parlare (e con un linguaggio molto vicino alla discorsività vernacolare), non li richiamasse in qualche modo in vita. L'anonimo autore ne esprime, di solito con sottile finezza psicologica, la soggettiva memoria della vita vissuta, che talora viene rievocata, spesso nostalgicamente, nel suo complesso, sia pure con un ragguaglio sintetico e selettivo, talora, all'opposto, si fissa su un evento particolare, a cui il defunto evidentemente riconosce un significato emblematico del suo essere stato al mondo e di essersi relazionato con i suoi compaesani e, detto senza retorica, con il proprio destino. Un destino che a volte è legato a eventi commoventi, drammatici o tragici, come nel caso di Maria la puttana, di Mario il donnaiolo o di Alfredo il manovale e di altri ancora, a volte è quello di una vita oscura e anonima, segnata da accadimenti o circostanze di per sé banali, o irrilevanti nella loro casualità.""""" -
Confessions (1801-1813). Ediz. critica
Come ha osservato Marziano Guglielminetti, esistono «differenti modi di fare dellio l'oggetto dello scrivere», di dare al sé uno spazio per raccontarsi e per tracciare con la penna la percezione del proprio vissuto. Il patriota piemontese Santorre di Santa Rosa (1783-1825) ha sperimentato, come forse pochi altri, quasi tutte le modalità della scrittura in prima persona: dai diari agli zibaldoni letterari, dall'autobiografia alle note di viaggio, dai ricordi vergati velocemente su quaderni di recupero alle lettere in cui racconta di sé ai famigliari e agli amici. Tuttavia i risultati più convincenti sono senza dubbio raggiunti attraverso la forma-diario. È infatti alle Confessions, iniziate in francese e proseguite con un secondo ciclo, ancora inedito, in italiano, che Santa Rosa affida, per quasi vent'anni, la «dolce e fedele immagine» di sé , dall'adolescenza all'alba della militanza politica che precede il suo impegno nei moti rivoluzionari. Questi journaux intimes, finora mai pubblicati integralmente e poco conosciuti nel panorama delle scritture dell'io (...)'. -
Pensare per suoni. Dalla profondità della tradizione ai movimenti contemporanei
"Pensare per suoni è un arco fluido, teso da tre autrici e un autore, attraverso le intelligenze distinte del fenomeno musicale nella sua essenzialità. Il suono si dà all'individuo come una pluralità di modi non verbali di pensiero e di azione, e patrimonio di conoscenze derivanti da intelligenze altre, ai fini della creazione di un pensiero """"nuovo"""", direbbe Steven Mithen. Un arco che si estende dalle profondità della tradizione della favella primordiale del Verbo, dunque, ai movimenti contemporanei di sperimentazione e didattica, passando per i sincretismi della memoria religiosa popolare, il tonuntergrund di Nietzsche, le fioriture concettuali leopardiane tra musica e linguaggio, la Weltanschauung di liberazione acustica di John Cage, le nuove costellazioni di inclusione attraverso la sensibilizzazione e l'agire educativo della didattica musicale.""""" -
Cultura dotta e cultura folcrorica nei testi medievali
Gli otto saggi che qui si presentano - nati dalla collaborazione di un gruppo di studiosi di letteratura medievale - sono intesi alla riflessione, oggi ben viva e promettente, sulla formazione e linterazione di alcune delle culture (comportamenti, rappresentazioni, determinazioni dell'immaginario, nel senso inteso da storici come Jacques Le Goff) attive sul territorio europeo nei secoli fra XII e XIV, riflessione condotta mediante l'analisi di un ampio numero di testi letterari. Sono analizzati apporti che sono rintracciabili nella cultura medievale partendo da una base di letteratura romanza (soprattutto francese, di lingua d'oïl e d'oc) estesi verso diverse epoche e per diversi paesi e lingue: dalla relazione con culture-letterature contemporanee di ambito 'bretone' (il mondo del romanzo cortese), germanico (leggende alto-atesine), anglo-sassone (Layamon), orientale (letteratura lirica ed epica), sino alla relazione tra letteratura in volgare e letteratura latina contemporanea (Walter Map). Tali incontri sono osservati nel reperimento di dati in gran parte perduti nel tempo, che le attuali tecniche di ricerca - e certo la passione degli indagatori - (...)'. -
Per Aleksander Naumow. Edizione italiana e slovena. Ediz. critica
"Il presente volume raccoglie ventitré studi in onore di Aleksander Naumow, Professore ordinario di Slavistica all'Università «Ca' Foscari» di Venezia, vera «figura poliedrica», come sottolinea Krassimir Stantchev nel profilo biografico che gli dedica. I ventitré autori - Simonetta Pelusi, Cristiano Diddi, Vittorio Springfield Tomelleri, Alessandro Maria Bruni, Marco Scarpa, Barbara Lomagistro, Maria Chiara Ferro, Lucia Baroni, Francesca Romoli, Margarita Zivova, Giovanna Brogi, Persida Lazarevic Di Giacomo, Mario Enrietti, Anna Vlaevska, Aleksandra Mladenovic, Sara Mazzoni, Marija Mitrovic, Ljiljana Banjanin, Daniela Rizzi, Nicoletta Cabassi, Alessandro Scarsella, Marija Bradas e Sanja Roic - rendono omaggio a questo «veneziano d'elezione», secondo la definizione di Giorgio Ziffer nella sua lettera aperta, maestro al quale sono legati da gratitudine e stima e da una medesima passione per gli studi nel campo della slavistica.""""" -
Philobarbaros. Scritti in memoria di Gianfranco Gaggero. Ediz. critica
La miscellanea raccoglie i saggi dedicati da colleghi, amici e allievi alla memoria di Gianfranco Gaggero, professore di Storia del Vicino Oriente antico all'Università di Genova, prematuramente scomparso; i temi affrontati, nel rispetto degli interessi scientifici dei contributori, coprono discipline diverse ma non fra loro aliene, un arco cronologico vasto e un orizzonte geografico esteso fino ai limiti dell'ecumene antica. L'esito è un vero mosaico di indagini e di riflessioni, un coro di voci la cui inevitabile polifonia non guasta, sia perché testimonia della varietà degli studi di Antichistica, lato sensu, svolti nell'Ateneo genovese, sia perché rende omaggio alla grande curiosità intellettuale e al ""relativismo culturale"""" di spirito erodoteo (da qui il titolo del volume) che hanno sempre contrassegnato l'approccio di Gianfranco all'insegnamento e alla ricerca."" -
L' estetismo nella poesia di Giovanni Pascoli. Con una lettura ritmica, morfologica, fonica, metrica, sintattica e logico-formale
"Il testo di Michele Bianco, ampio, per estensione multidisciplinare (dalla linguistica alla semiotica, dalle teorie metriche alle correnti fenomenologiche), profondo, per densità concettuale (dall'interpretazione di estetismo e decadentismo alla ricognizione del dibattito critico-filologico), è introdotto da un saggio di Carlo Santoli che, ripercorrendo le linee ermeneutiche tracciate da Renato Aymone, ne anticipa il centro esegetico fondamentale, costituito dal rapporto dialettico fra tradizione e innovazione, tra punti di approdo delle raffinate indagini di uno dei nostri maggiori studiosi della poesia di Giovanni Pascoli e gli apporti analitici successivi, volti a individuare le componenti autenticamente innovative dello sperimentalismo lirico-musicale e simbolico-allusivo pascoliano, ricco di suggestioni per i poeti del Novecento e contestualmente collocato in una dimensione culturale italiana ed europea""""." -
Gioie della vista. Ediz. spagnola e italiana
"Le poesie di 'Gozos de la vista', scritte da Dámaso Alonso in contemporanea a quelle di 'Hombre y Dios' (1955), sono state edite nel loro insieme solo nel 1981, a ridosso di un'altra impegnativa raccolta come 'Duda y amor sobre el Ser Supremo' (1985). Queste vicende editoriali hanno causato, negli studi dedicati ad Alonso, una certa qual sottovalutazione della raccolta, ritenuta abbastanza significativa, ma non centrale nel percorso creativo del poeta. Il vero motivo di questa sottovalutazione sta però in un equivoco di fondo, quello di considerare 'Gozos de la vista' come un testo puramente 'percettologico', dedito a una semplice esaltazione del senso della vista. Una lettura più approfondita, condotta in parallelo a 'Hombre y Dios', mostra invece come la «vista» di Dámaso Alonso sia propriamente la vista del poeta, cioè lo sguardo della poesia. Non a caso, infatti, la raccolta tematizza e mette in atto tutte le caratteristiche proprie di tale sguardo: il suo essere contemporaneamente scoperta e creazione, atto di attenzione e amore per il mondo, spazio della pietas, luogo di un'intensa gratitudine creaturale"""". Postfazione di Alejandro Duque Amusco." -
Il gergo dei canapini di crissolo
Sino allinizio del Novecento, in alta Valle Po, uno dei mestieri stagionali che vedeva impegnati gli uomini durante l'inverno era quello dei pettinatori di canapa. A gruppi di tre, scendevano in Piemonte e in Liguria o si dirigevano in Francia per cardare la fibra grezza. Come nel caso di altre maestranze itineranti (spazzacamini, ramai, calzolai, muratori, ecc.), nel corso del tempo acquisirono e contribuirono a elaborare uno speciale gergo, chiamato pantòis a Crissolo e grapiét a Ostana. Si tratta di un linguaggio dal forte valore identitario, al quale essi facevano ricorso anche a scopo di difesa. Quella che viene pubblicata qui è parte della tesi di laurea di Gustavo Malan dedicata al pantòis; essa si basa su dati raccolti negli anni '40 del XX secolo, intervistando alcuni degli ultimi gerganti di Crissolo (in particolare Claudio Perotti, il «patriarca delle guide del Monviso») e presenta un ricco glossario corredato da alcuni testi introduttivi e da ipotesi di interpretazione etimologica dei singoli termini. A questo nucleo originario, sono stati aggiunti alcuni testi e un repertorio italiano-gergo che contribuiscono a valorizzare il lavoro, sia come documento (...)'. -
Studi sulla letteratura cavalleresca in Francia e in Italia (secoli XIII-XVI). Ediz. italiana e francese. Vol. 2
Come si era detto nella presentazione del primo dei volumi dedicati alla letteratura cavalleresca in Francia e in Italia (2017), è attualmente molto sentito e ben vivo linteresse per questa parte delle letterature dei due paesi, intese in se stesse e nei reciproci rapporti (ivi comprese le sezioni dei testi in langue d'oc e franco-veneti), con qualche osservazione estesa a letterature anche prossime. Con il volume che qui si offre, una seconda tranche è proposta, ricca di spunti su opere sovente poco conosciute o indagate, di cui si danno rivisitazioni approfondite, su testi e argomenti che in qualche caso si possono dire mai veramente analizzati prima di queste rivisitazioni, dal mythe familial della chanson dei figli di Aymeri de Narbonne, alla tradizione del Gui de Nanteuil e del Girart de Vienne, alla circolazione di canzoni come Foucon de Candie e Bataille d'Aliscans, ai rapporti tra l'Orlando Furioso nella versione del manoscritto Med. Pal. 78 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze con il Morgante (...)'. -
Auctores latini pedemontani. Un'antologia degli scrittori in lingua latina in Piemonte fra Ottocento e Novecento. Ediz. critica
Questo libro ha unorigine duplice, quasi Giano bifronte. Da un lato costituisce uno dei due risultati della ricerca nata all'interno di un progetto finanziato sui contributi della cosiddetta linea B da parte del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino, dall'altro rappresenta il frutto di una serie di lavori seminariali ormai pluriennali avviati da chi scrive con laureandi, amici e simpatizzanti e aventi come oggetto il latino ""post-classico"""", da Petrarca al Novecento. Il volume prende in esame per la prima volta il fenomeno della prosa e della poesia neolatina in Piemonte fra l'Ottocento e il Novecento, proponendo una scelta antologica che si concentra su autori letterari di testi poetici e storici, di epigrammi e di racconti tutti in lingua latina, segno della ricchezza di un campo non ancora sufficientemente indagato e non limitato certo alla produzione pascoliana, che pur ne costituisce il vertice. (...)'."" -
Lingue e migranti nell'area alpina e subalpina occidentale
La lingua è comunicazione, possibilità di incontro, condivisione e strumento di pace: nelle lingue e nei dialetti si conservano le tracce di incontri (a volte di scontri) che si sono susseguiti nella storia. Innovazioni e nuove parole ci sono state portate dagli ""altri"""", insieme a cose e pensieri, in una dinamica di arricchimento continuo. A essere implicate in questa dinamica sono le comunità con le loro storie, la loro struttura sociale, le regole che si sono date per gestire la presenza dello straniero. Questa la prospettiva nella quale è stato concepito il convegno """"Lingue e migranti nell'area alpina e subalpina occidentale"""" organizzato a Torino (25-26 gennaio 2018) nel quadro delle attività previste dal progetto di ricerca SALAM (Subalpine and Alpine Languages And Migrations). Il centro di interesse del progetto sono state le Alpi, divenute nuovamente linea di confine invalicabile per alcune persone, dopo essere state nel tempo luogo di incontro e scambio, in stretta relazione con le pianure circostanti e le città, ma il convegno ha offerto anche l'occasione per conoscere realtà più distanti, unite dal comune denominatore della migrazione. Di quell'incontro il presente volume offre un resoconto puntuale e, al contempo, ne amplia le prospettive di ricerca accogliendo anche contributi che non sono stati presentati in tale occasione, in un'analisi del rapporto tra migrazioni e spazio alpino che dal Medioevo giunge fino al presente."" -
Microdiatopia periurbana. Variazione fonetica e altri aspetti strutturali di sei dialetti dell'entroterra barese
Questo volume intende fornire un esempio della sorprendente variabilità geografica, anche a minime distanze, della realtà dialettale italiana, attraverso lanalisi puntuale e approfondita di una microarea a ridosso del capoluogo pugliese; la ricerca si basa interamente su materiale di prima mano, raccolto sul campo dall'autore. Rispetto agli altri studi esistenti sui dialetti comunemente definiti apulo-baresi, la specificità di quest'indagine, che insiste sugli aspetti fonetico-fonologici e morfologici di maggiore eterogeneità microareale, consiste nella strettissima maglia delle località, tale da costituire un continuum privo di lacune, e nella contiguità con la città. Tre dei centri indagati infatti, Carbonara di Bari, Ceglie del Campo e Loseto, già comuni autonomi, sono oggi quartieri di Bari; il comune di Valenzano e quello di Adelfia - che raccoglie le due località, un tempo autonome, di Canneto di Bari e Montrone - confinano entrambi col territorio del capoluogo. I dialetti di questi sei centri sono indagati uno per uno nei primi capitoli, con particolare attenzione ai sistemi vocalici tonici, che costituiscono l'ambito in cui maggiormente (...)'.