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Nella sua infanzia, un giardino
Quando il terrorista latitante Oliver Zureck viene ferito a morte, in uno scontro a fuoco con la polizia, ne nasce uno scandalo politico. Nelle comunicazioni ufficiali sulla sua morte però, si parla di suicidio in aperta contraddizione con le dichiarazioni dei testimoni oculari. Del caso s'impadroniscono i giornali, il Ministro degli interni rassegna le sue dimissioni e il Procuratore generale della Repubblica viene sospeso dall'incarico. Ciò nonostante, alcuni mesi dopo si apre l'istruttoria. Il padre di Oliver, però, non ha fiducia nelle autorità e vuole a tutti i costi scoprire la verità sulla morte - assassinio? - di suo figlio. Lui, un ex preside di liceo che non aveva mai avuto comprensione per l'orientamento politico e per l'evoluzione personale del figlio, vuole soltanto avere giustizia. Alla fine capirà i motivi che hanno spinto Oliver nella clandestinità e aprirà gli occhi sulla tragica verità di quel giorno funesto. Christoph Hein, all'interno dell'affresco di una società e di un momento storico, racconta la storia di un padre che si mette sulle tracce del figlio. Quanto più si lascerà prendere da questa ricerca, tanto più la sua vita personale cambierà, entrando sempre più in conflitto con i propri valori e ideali. -
Le donne di mio padre
Meir Rosenberg è uno scrittore che si ritrova in piena crisi creativa. Bloccato ormai da tre anni, nel giorno del suo trentesimo compleanno, la madre lo informa che il padre, Aharon Rosenberg, un poeta bohémien vissuto ai margini dei circoli letterari di Tei Aviv, e che Meir credeva morto, è ancora vivo. L'annuncio risveglia in lui ricordi assopiti dell'infanzia: la madre aveva lasciato lui e il marito ed era rientrata negli Stati Uniti, senza più fare ritorno. In quel periodo Meir si era trascinato al seguito di Aharon da un caffè all'altro, da un'amante all'altra, testimone di situazioni sconcertanti per un bimbo. Una notte, però, un episodio drammatico aveva cambiato radicalmente la sua vita. Risvegliatosi circondato da poliziotti, era stato imbarcato in fretta e furia su un aereo diretto a New York e all'arrivo sua madre lo aveva informato della morte improvvisa del padre. Dopo anni, il ricordo della sua infanzia torna prepotentemente ad assalirlo e in lui cominciano ad affiorare reminiscenze, immagini, brani di conversazioni che lo catapultano indietro nel tempo, lo sconvolgono e lo spingono a cercare la verità. Meir si imbarca così in un viaggio alla scoperta del passato. Frugando nella memoria, in un susseguirsi di soprese e colpi di scena, cerca di far luce su quanto è avvenuto in quel periodo cruciale, ma soprattutto sull'episodio sconvolgente e misterioso che ha lasciato in lui cicatrici indelebili e che ha segnato per sempre i rapporti con i genitori. -
Un nuovo inizio
Quando scende dal treno un giorno all'inizio degli anni Sessanta, un ragazzo di quattordici anni con gravi problemi psichici scopre che il suo vero viaggio è solo agli inizi. Sorretto unicamente da una potente vita interiore - un mondo popolato da Re Harold, da Grace Kelly e da un fantomatico soldato tedesco di nome Diestl - va alla deriva tra la città e l'aspro bush australiano, sopravvivendo con lavori umili e incontrando una galleria di personaggi. Una grandiosa concezione si forma man mano nella sua mente: Amore e Morte sono profondamente collegati ma al tempo stesso in conflitto tra loro. Il risultato di questa lotta deciderà del destino del ragazzo e di quello degli altri. La storia della sua discesa nella follia e nella violenza forma un quadro della vita ai margini della società moderna. -
I viceré
Sicilia. Fine Ottocento. Al centro del libro, quanto del film che ne è stato tratto da Roberto Faenza, è la critica del trasformismo delle classi dirigenti abbarbicate al potere e disposte, per mantenerlo, a cambiare spregiudicatamente bandiere e ideologie e a saltare sul carro del vincitore di turno; perfino delle rivoluzioni, se la posta in gioco è quella di vanificare il mutamento, di perpetuare il dominio. ""Forse è venuto il tempo di Federico De Roberto"""" - scrive Antonio Di Grado nella sua introduzione. """"Forse il lettore adulto, laico, postideologico, avvezzo al dubbio e alla demistificazione che la sua opera pretende, è già alla soglia di questo incontro decisivo: con uno dei capolavori della letteratura europea tra Otto e Novecento, con la più radicale e spietata autoanalisi che una nazione e i suoi intellettuali abbiano formulato della loro storia politica e civile e della natura e del ruolo delle loro élite dirigenti""""."" -
Il cinico non è adatto a questo mestiere
"È sbagliato scrivere di qualcuno senza averne condiviso almeno un po' la vita"""". È uno dei temi portanti del """"Cinico non è adatto a questo mestiere. Conversazioni sul buon giornalismo"""", un libro """"parlato"""" sul mestiere di giornalista sulle sue difficoltà e le sue regole, sulle responsabilità degli intellettuali che fanno informazione oggi. Come si raccontano la povertà, la fame, le guerre? Per essere dei buoni giornalisti bisogna essere mossi da motivazioni etiche? Che rapporto c'è tra realtà e narrazione? Come muoversi tra ricerca della verità e condizionamenti del potere? È vero che televisione e Internet hanno irreversibilmente cambiato il modo di fare giornalismo?" -
Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio
Omicidio a piazza Vittorio: una commedia all'italiana scritta da un autore di origine algerina. Questo romanzo di Amara Lakhous è una sapiente e irresistibile miscela di satira di costume e romanzo giallo imperniata su una scoppiettante polifonia dialettale di gaddiana memoria (il ""Pasticciaccio"""" sta sullo sfondo segreto della scena come un nume tutelare). La piccola folla multiculturale che anima le vicende di uno stabile a piazza Vittorio sorprende per la verità e la precisione dell'analisi antropologica, il brio e l'apparente leggerezza del racconto. A partire dall'omicidio di un losco personaggio soprannominato """"il Gladiatore"""", si snoda un'indagine che ci consente di penetrare nell'universo del più multietnico dei quartieri di Roma: piazza Vittorio. Forse basta mettere in scena frammenti di vita quotidiana intrecciati attorno all'ascensore, puntualmente all'origine di tante dispute condominiali, per comprendere il nodo focale del paventato, discusso, negato o invocato scontro di civiltà che assilla il nostro presente e il nostro futuro e infiamma il dibattito politico, sociale e religioso-culturale dei nostri giorni."" -
Ayaam Al-Hijraan
Una donna ancora giovane, serena e appagata viene abbandonata all'improvviso dal marito e precipita in un gorgo scuro e antico. Rimasta con i due figli e il cane, profondamente segnata dal dolore e dall'umiliazione, Olga, dalla tranquilla Torino dove si è trasferita da qualche anno, è risucchiata tra i fantasmi della sua infanzia napoletana, che si impossessano del presente e la chiudono in una alienata e intermittente percezione di sé. Comincia così una caduta rovinosa. Edizione in lingua araba. -
Trilogia della memoria. Tre romanzi all'ombra delle leggi razziali: Una bambina e basta-L'albergo della magnolia-L'amore mio non può
Una bambina vede improvvisamente cambiare l'intero scenario di una tranquilla vita borghese; un professore di lettere classiche precipita nel baratro di una famiglia spezzata e di un figlio allontanato; una donna, rimasta sola dopo il suicidio del marito a crescere una bambina, deve affrontare un cammino di difficoltà e umiliazioni. Sono tutti destini a confronto sotto la stessa fosca cupola (le Leggi contro gli ebrei del 1938) quelli affrontati nei tre romanzi di Lia Levi, ora riuniti in un unico simbolico volume. Si tratta di ""Una bambina e basta"""" (Premio Elsa Morante opera prima) che ha superato da tempo la decima edizione, dell'""""Albergo della Magnolia"""" (Premio Moravia 2002) e dell'""""Amore mio non può"""", da cui è stato tratto da Manuela Kustermann un monologo teatrale in scena dal gennaio 2008. Questa """"Trilogia della Memoria"""", attraverso differenti storie fotografate nel quotidiano, vuole essere un contributo alle rievocazioni delle infami Leggi razziali di cui nel 2008 ricorre il 70° anniversario."" -
Senza via d'uscita
Una grande città, un blackout improvviso. E nel buio di questa notte forzata prende inaspettatamente forma un incubo: una bambina scompare. Rachel, nove anni, pelle scura e ricci biondi, esce in strada per chiamare aiuto e sparisce come inghiottita da tutto quel buio. La madre Celia, pianista spiantata e senza altro punto fermo nella vita che la figlia Rachel, tenta in tutti i modi di non arrendersi al terrore e prende parte alle ricerche, gira per le strade, bussa alle case, con un senso d'angoscia sempre più lacerante. Nell'altra metà del quadro ci sono Ron, il rapitore, e Nancy, la sua donna, complice involontaria di un atto repentino e inatteso che sconvolge l'esistenza di entrambi, il loro rapporto, le loro magre aspettative, concesse da una vita avara di gioie e di amore. L'amore è Rachel. Un amore insperato e per ciò stesso ancora più contagioso. Ma può mai essere legittimo, quest'amore, se è rubato? E quando suo malgrado rivela una macchia, il guasto di una malattia, può ancora essere assecondato? In un crescendo spasmodico di suspense, la canadese Barbara Gowdy guida una storia a ritmo serrato verso l'imprevedibile finale. -
Romantica
Louise ha imparato presto che cosa sono l'amore e l'abbandono. Ha solo nove anni quando sua madre, ex reginetta di bellezza, ""scompare"""" lasciando un biglietto sul quale è scritto """"Louise sa lei come funziona la lavatrice"""". La bambina rimane con il padre, per sempre stordito, e una zia investigatrice che cerca inutilmente di ritrovare la donna fuggita. L'affetto di Louise si trasferisce presto sui Richter, una strana famiglia di vicini recentemente emigrati in Canada dalla Germania, prima sulla madre e poi sul figlio Abel. L'amicizia infantile diventerà un amore lungo una vita, sempre squilibrato però, con Abel, figlio adottato, in fuga perenne e Louise a rincorrerlo. Lo sfondo è quello degli anni Sessanta con le sue follie e le sue ineguagliate epifanie."" -
Dello stesso autore
"A quanto pare si aspettano da me un secondo libro. Beh, aspetteranno un bel po', perché non ho intenzione di farlo. È così che pensavo dopo l'uscita di Rimorsi di un comico viaggiatore, il mio primo romanzo. Il successo mi aveva fatto paura, non me l'aspettavo, e poi durante gli autografi la folla mi metteva l'ansia, le mie tendenze paranoiche si erano aggravate, e così accatastavo congetture in apparenza solide... Me ne stavo li ancora indeciso, quando una mattina hanno suonato alla porta. Dovevano essere più o meno le sei e stavo ancora dormendo. Mi sono Infilato una camicia in fretta e furia e sono andato ad aprire. Era la mia vicina di sotto, era nuda con una colt .45 in mano, e mi ha spintonato nell'appartamento urlandomi addosso. Come tutti i vincenti, non ho ragionato e ho tentato stupidamente di portarle via la pistola. Se lo sapevo non lo facevo, come dicono i bambini, perché è stato lì che è partito il colpo e mi sono beccato una pallottola nella coscia"""". Nan Aurousseau racconta storie tormentate in una lingua ruvida, vivace, cruda e sconcertante, ricca di battute caustiche che sfiorano la poesia. Personaggi incredibili e increduli in situazioni rocambolesche che sorprendono il lettore e lo conquistano irrimediabilmente. Con lui nasce uno stile nuovo: il noir vissuto." -
Safari di sangue
Per scoprire il mistero della scomparsa del fratello, avvenuta vent'anni prima, e delle recenti aggressioni contro di lei, Emma Le Roux ingaggia una guardia del corpo, il taciturno Lemmer, un uomo d'azione dal passato indecifrabile che l'accompagna attraverso il Sudafrica in un viaggio costellato da pericoli inattesi. Il fratello di Emma lavorava per la difesa della natura e degli animali al parco nazionale Kruger quando scomparve nel corso di misteriose manovre militari ai tempi dell'apartheid. Per ritrovarlo, sua sorella e il suo bodyguard Lemmer si addentrano in una fitta rete di segreti militari, conflitti razziali, interessi turistici, bracconieri di elefanti. -
Vita a spirale
"Vita a spirale"""" è un romanzo sorprendente, un on the road africano che ci apre ai misteri delle vite, dei sogni, dei divertimenti, del gergo dei giovani africani di oggi. La corruzione e l'assurdità del continente nero sono ampiamente descritte, ma il tono ironico e leggero contrasta con la cupezza con cui i media ci parlano dell'Africa. Ndione non nasconde la povertà, l'ingiustizia, la mancanza di orizzonti cui sono condannate queste giovani esistenze, ma porta alla ribalta con umorismo straordinario anche la gioia di vivere, di stare con gli amici, di sognare e la via maestra per raggiungere questi scopi: la canapa o marijuana o erba, che dir si voglia." -
Sonno
Gregorio e la giovane moglie Eleonora vivono in una villa nel parco di un manicomio abbandonato. Una mattina lei viene trovata annegata sulla riva del lago che fiancheggia la villa. Il lettore viene subito precipitato in un gorgo di eventi misteriosi e paranormali, in atmosfere a cavallo tra Stephen King e Patrick Mac Grath. Dopo il misterioso incidente, Gregorio, oppresso dall'insonnia e dal dolore, in balia di fenomeni inquietanti e inspiegabili, resta a vivere nella villa con la sola compagnia di due vecchi, lunatici custodi e con le visite invadenti di Cosma, fratello gemello di Eleonora, che ha ottenuto la riesumazione del cadavere, convinto che la morte della sorella celi un mistero. Gregorio, ormai giunto al limite del crollo fisico, decide di rifugiarsi in una clinica del sonno, sperduta tra le montagne, per sfuggire ai suoi incubi e farsi curare. Qui incontra personaggi curiosi e inquietanti, tutti affetti da disturbi del sonno. Sotto la guida del professor Celionati, l'inquietante direttore della clinica, Gregorio fa un viaggio nelle profondità della sua anima. Quando, convinto di essere guarito, torna alla vita normale, Cosma gli getta in faccia una terribile verità che lo obbliga a fare i conti con le pulsioni più nascoste del suo essere, e lo fa ripiombare di nuovo nel baratro. -
Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano
Nel breve intreccio di strade di un popolare quartiere parigino dove i nomi delle vie hanno il sapore delle favole (rue Bleue, rue de Paradis), l'adolescente Momo vive con un padre sprofondato in una silenziosa e fosca depressione. Nello stesso quartiere vive anche monsieur Ibrahim, l'unico arabo in una via ""ebrea"""", titolare della drogheria dove Momo si reca a fare la spesa quotidiana e non esita ogni tanto a sgraffignare qualche scatoletta di conserva... """"È solo un arabo, dopo tutto!"""" pensa Momo, e, con suo grande stupore, il vecchio Ibrahim sembra leggergli nel pensiero: """"Non sono arabo, vengo dalla Mezzaluna d'Oro"""". Così comincia la storia d'amicizia, intessuta di ironia, candore e profonda saggezza, del ragazzo ebreo e dell'anziano """"arabo"""" nell'incanto di un angolo di mondo nel quale le puttane sono belle e cordiali e si accontentano di un orsetto di peluche in cambio dei loro favori e dove, come portata da un sogno, compare addirittura Brigitte Bardot. Come in una favola o un apologo che non pretende di dare lezioni morali ma soltanto proporre un sogno da decifrare, i due protagonisti si incamminano verso il grande mondo, acquistano un'auto che nessuno dei due sa guidare e si dirigono verso Oriente, oltre Istanbul, verso una libertà che li fa inerpicare verso l'alto, guidati da quell'arte di sorridere alla vita racchiusa nei preziosi fiori del Corano."" -
Il nido del serpente
Fin da piccolo, Pedro Juan, il protagonista della ""Trilogia sporca dell'Avana"""" e di molti altri romanzi di Gutiérrez, prova un'insofferenza verso il perbenismo e verso qualsiasi regola convenzionale. Non solo, ma conosce una sessualità precoce e sorprendente. Ci racconta tutte le sue avventure erotiche e il suo parallelo apprendistato di un erotismo senza frontiere e senza pregiudizi. Contemporaneamente Gutiérrez racconta la storia della sua isola, dai tempi del dittatore Batista alla rivoluzione fino al consolidamento del regime castrista. Un racconto senza pregiudizi politici, dove l'autore non fa sconti a nessuno. Dalla rievocazione della Cuba dell'infanzia con le scandalose ingiustizie sociali, la miseria, la corruzione, dove Pedro Juan bambino vive tra la miseria del quartiere di neri dove risiede con la famiglia e la frequentazione occasionale ma importante di alcuni parenti ricchi all'Avana; agli anni dell'entusiasmo rivoluzionario (sempre accoppiato alle avventure erotiche); fino al lungo e duro periodo del servizio militare a tagliare canna da zucchero; e poi ancora fino agli anni della delusione politica e della chiusura sul privato."" -
Con uno sguardo diverso
Questa raccolta di racconti, il libro più recente della scrittrice tedesca, dà conto di una vita vissuta ""a visiera alzata"""". Nella varietà di registro di ogni racconto - l'ironia, la tenerezza, la profondità - torna infatti sempre protagonista la personalità di una donna che ha affrontato il suo tempo e la sua vita con coraggio, franchezza e intelligenza. Gli originali percorsi linguistici di """"Nella pietra"""" e """"Associazioni in azzurro"""", i reportage a metà tra l'intimo e l'oggettivo delle esperienze vissute dall'autrice durante il suo soggiorno negli USA poco dopo la caduta del Muro di Berlino, i teneri - e al tempo stesso ironici e gustosi - spaccati di vita coniugale e le attualissime riflessioni di """"Giovedì 27 settembre 2001"""" guidano il lettore alla scoperta di una Christa Wolf a tutto tondo. Lasciando affiorare ricordi della sua vita, interrogandosi e riflettendo sui meccanismi spesso perversi dell'attuale realtà e riuscendo a percepire con tutti i sensi nuovi ambienti e persone, Christa Wolf si offre senza riserve accompagnandoci in un viaggio intenso e coinvolgente nella sua vita e nelle sue sensazioni più profonde"" -
Odette Toulemonde
Otto incantevoli favole contemporanee nello stile dell'autore di Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano: lievi, profonde, divertenti, malinconiche. Il tema è la felicità: un paradossale miraggio a portata di mano che spesso non vogliamo o non possiamo raggiungere. Otto racconti, otto donne, otto storie d'amore. Dalla commessa alla spietata miliardaria, dalla trentenne delusa a una misteriosa principessa scalza, passando per mariti ambigui e amanti vigliacchi, è una galleria di personaggi indimenticabili che Eric-Emmanuel Schmitt racconta con tenerezza nella loro ricerca della felicità. Odette Toulemonde, oltre a essere uno dei racconti di questa raccolta, è un film realizzato da Schmitt. -
In bilico sul mare
"Anche se questa storia è frutto della fantasia - scrive l'autrice - esistono giovani che vivono in località costiere o sulle isole italiane che conducono, come dice Salvatore, una vita con un lato estivo e un lato invernale, come i materassi. Una vita di mare e una di cantiere. Ho incontrato sull'isola di Ventotene uno dei tanti Salvatore e mi ha raccontato di questa realtà che non conoscevo. Da lì è nata l'idea del libro"""". È una storia d'amore e di amicizia, una storia di mare e di felicità, ma anche una storia di possibili tragedie, come ogni giorno ci racconta la cronaca delle morti sul lavoro. """"Spesso fanno un lavoro nero, la morte però la chiamano bianca. Secondo me è sbagliato perché bianca è una sposa tutta felice, è la neve che ti lascia incantato, è la prima pagina del quaderno di scuola che era bella perché tutta da scrivere. Si deve trovare un altro colore""""." -
Le streghe di Smirne
Un divertente catalogo di cattiverie, astuzie e sapienze femminili per conquistare e sottomettere i maschi, sbaragliare la concorrenza e difendersi dall'emarginazione. A Smirne, città cosmopolita sulle coste della Turchia, tra il XIX e il XX secolo, un gruppo di donne tesse trame diaboliche, intrighi e inganni, in un mondo duro di subalternità femminile, fame e conflitti tra etnie. La strega turca Attarte è la 'madre', colei che 'vede', decide e cambia i destini. Sotto la sua guida le greche Eftalia e la figlia Katina compiranno un'ascesa sociale strepitosa, sollevandosi dalla miseria per arrivare al controllo della città attraverso i successivi matrimoni di Katina con magnati del cotone e del tabacco, armatori e pascià.