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Democrazia ed economia nel Magistero sociale di Giovanni Paolo II
La complessità sociale, segnata dalla crisi della democrazia e dai rischi di un'economia che abbandona i sentieri della vita reale, è l'orizzonte in cui si descrivono anche i moniti e le riflessioni sapienziali del magistero di Giovanni Paolo II. Alla evoluzione tecnologica, alle potenzialità smisurate che l'uomo sperimenta, alla globalizzazione del sapere e dell'agire, fanno da contrappunto le palesi violazioni del senso più autentico dell'umano e i rischi che cancellano la centralità della persona nel contesto politico, economico e sociale. Sullo sfondo dei quattro fini principali dell'economia, vivere - appagare i bisogni fondamentali - realizzare la giustizia distributiva - proteggere l'ambiente, si stagliano precisi principi e valori che debitamente devono essere tenuti in considerazione. A questa rinnovata capacità critica, in chiave etico-sociale, spinge e orienta il lavoro qui proposto dal nostro autore che presenta il magistero di Giovanni Paolo II come ancoraggio sicuro rispetto ai rischi di possibili derive umane, economiche e sociali. -
Nuova laicità e laicato responsabile
Raccolta di trentacinque brevi riflessioni già pubblicate negli ultimi anni (2007-2011), in alcuni mensili del sud-est barese i cui contenuti entrano, a pieno titolo, nel vivo del dibattito culturale sul valore della laicità e sulla responsabilità diretta dei fedeli laici sia nello Stato che nella Chiesa. Nuova laicità e laicato responsabile sta a dire che l'oggi della vita civile ed ecclesiale italiana esige una laicità matura e un laicato adulto nella fede, che non trascuri il dettato costituzionale e la dottrina del Concilio Vaticano II e della Christi fideles laici. Ciò non significa ritornare al passato: significa, piuttosto, guardare alla verità delle cose attuali che, nell'epoca del pluralismo generalizzato, dovrebbero tipizzare il retto pensare e il retto agire dei laici cattolici, dei laici non cattolici e dei laici non credenti. -
I varchi di speranza. Il vissuto di un Vescovo col suo Oncologo
Due uomini si incontrano quasi per caso: un valoroso oncologo di Pisa e un anziano vescovo di Puglia. Si incontrano: il primo, medico; il secondo, paziente; intrecciano i loro volti, i loro pensieri e danno vita a questo ""cammino della speranza"""" che può servire a malati, familiari, ai pastori d'anime e alla stessa classe medica, per sondare i misteri di Dio o per meglio approfondire i misteri dell'uomo. Nasce così un dialogo che può essere utile, per aprire quei """"varchi di speranza"""", senza dei quali la vita diventa tenebra e morte."" -
Discorso di Paolo VI alle Nazioni Unite
In queste pagine viene riletto ed approfondito il mirabile discorso che Papa Paolo VI tenne all'ONU il 4 ottobre 1965, uno dei più importanti del suo pontificato. Paolo VI porta la Chiesa nel vivo delle complessità del mondo. E dimostra la crescente ansia del Papa e della Chiesa riunita nel Concilio di affrontare di petto i problemi non solo morali ma anche materiali degli uomini. Il discorso all'ONU è un passo importante nella definizione dei rapporti della Chiesa e del mondo, perché pone in luce il significato religioso di tale presenza. Mai, prima di allora, si era potuto immaginare di vedere il Papa impegnare la Chiesa in un passo così delicato e in un atto di tanta solennità. -
«Adelfia». Fraternità senza frontiere
L'autore, con queste riflessioni, vuole riportare soprattutto i giovani ad ""inseguire i propri obiettivi"""". Attraverso una serie di riflessioni su vari argomenti quali: tolleranza, condivisione, coraggio, solidarietà, concretezza, fede, religione, politica, onestà, innovazione, assuefazione, operosità, vuole insegnare a dare fiducia, speranza nella vita che è bella e merita di essere vissuta pienamente e con determinazione."" -
Giovanni D'Ávila. Un prete maestro di grandi Santi
Il 7 ottobre il Papa Benedetto XVI proclamerà ""Dottore della Chiesa universale"""", San Giovanni D'Avila il prete """"maestro di grandi Santi"""", già proclamato Santo il 31 maggio 1970 dal Papa Paolo VI. Il suo insegnamento eccelle per la qualità degli scritti, per l'altezza e la profondità della dottrina, per la matura sintesi sapienziale raggiunta. Una serie di manoscritti inediti impreziosiscono il testo."" -
Gioacchino da Fiore. Il risveglio
Gioacchino da Fiore, abate, nacque nel 1130 ca. a Celico, paese della Calabria. Egli ebbe una profonda fede nell'imminente Regno di Dio: una terza età del genere umano l'età dello Spirito dopo l'età del Padre e del Figlio. Lo Spirito Santo è portatore del progresso; tutti i popoli della terra ne sono partecipi. Nato per essere guida di altri uomini, credeva fermamente che il monaco doveva essere ""sentinella di Dio"""". Nel """"Liber Concordiae"""" infatti così scriveva: """"È nostro dovere salire sull'osservatorio della montagna e, non appena avvistati i nemici, dare l'allarme? Voi da degni soldati di Cristo, quali siete, mettete da parte le opere delle tenebre e indossate le armi della luce.Noi, se non diamo fiato alla tromba siamo responsabili del vostro sangue; voi, se trascurate di indossare le armi della luce, perirete per colpa vostra"""". Conoscere Gioacchino è significativo in un tempo come il nostro, in cui si avverte l'esigenza di riconquistare e difendere quella che l'abate chiama il più insigne dono dello Spirito: """"la pace spirituale del mondo""""."" -
Paolo VI Africae Terrarum. Messaggio a tutti i popoli dell'Africa
Il documento presenta caratteri di immediatezza che lo rendono molto simile alla Populorum Progressio: non un testo teorico e moralizzante, ma risposta concreta a problemi concreti; non giudizi portati dall'esterno, ma partecipazione dal di dentro ai problemi dell'uomo. Il messaggio è dedicato non solo ai problemi della Chiesa in Africa, ma a quelli di tutto il continente. Nell'inserirsi quale forza rinnovatrice in questi popoli, la Chiesa prende ancora maggior coscienza della sua universalità, del suo potere di adattamento, della sua capacità di modellare, sviluppandolo ed elevandolo, il germe vivo della multiforme civiltà umana. -
Educati dalla liturgia educare alla liturgia
Il presente volume, che apre e inaugura la collana ""Theologica Uxentina"""", raccoglie le relazioni della XXXVII Settimana Teologica Diocesana (27 febbraio-2 marzo 2012) e del Convegno Pastorale (18-20 giugno 2012), il cui tema è stato: """"Educati dalla liturgia, educare alla liturgia"""". La riflessione ha tenuto presente, come base di ispirazione, gli Orientamenti della Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla vita buona del Vangelo. La chiave di lettura va rinvenuta nel titolo sopra ricordato: """"Educati dalla liturgia, educare alla liturgia"""", laddove la sequenza stessa dei due enunciati mette in risalto il primato della grazia nell'ambito dell'azione educativa che, prima ancora di essere """"opus humanum"""", è anzitutto """"opus divinum"""". In altre parole, occorre educare a celebrare bene, per lasciare che Dio stesso ci educhi nel celebrare."" -
Credendo amiamo. La fede raccontata da Agostino
L'autore ripercorre l'esperienza e l'insegnamento sulla fede di Agostino, prima prete e poi vescovo d'Ippona, tutto proteso alla crescita della vita cristiana nelle comunità d'Africa. I testi che vengono presi in considerazione, sui quali l'A. riflette e fa riflettere, toccano gli aspetti nevralgici della fede cristiana: il rapporto tra fede e ragione, i contenuti della fede espressi dal Simbolo, la centralità del mistero pasquale, la suprema testimonianza di fede nel martirio. Attraverso gli scritti esaminati traspare il genio del più grande teologo, catechista e predicatore dell'Occidente cristiano. Colpisce la semplicità e l'immediatezza con cui il Vescovo d'Ippona è in grado di mettere i fedeli a contatto vivo con le verità più ardite e profonde della fede. Questo libro è stato scritto con il desiderio e l'intento di offrire la testimonianza e l'insegnamento di Agostino non come un pezzo di storia gloriosa della fede cristiana appartenente al passato ma come un modello che è più che mai attuale e uno stimolo per noi ad essere generatori e narratori di fede nell'oggi. -
Dai profumi della terra... agli altiforni. Storia di vita
Il romanzo, ambientato nella società ionica a partire dall'inizio degli anni sessanta, affronta l'impatto con la grande industria, nel momento in cui si insedia il IV Centro Siderurgico alle porte della città di Taranto. Sono anni di grandi prospettive per l'intero territorio che va oltre i confini della sola provincia. Cambia l'assetto territoriale, il paesaggio, la società; una mentalità nuova si afferma progressivamente. Si pensa che stia per verificarsi una svolta decisiva, dal punto di vista economico, in particolare per la famiglia. L'autore ripercorre le fasi più significative delle trasformazioni di quel periodo, inserendo una storia fantasiosa, ma verosimile, che ha come protagonista un personaggio che vive il passaggio dalla civiltà rurale alla civiltà industriale, con le luci e le ombre, in modo strettamente personale. Egli, infatti, non assiste semplicemente al trapasso della società da un modo di essere ad un altro, ma diventa lui stesso il soggetto delle trasformazioni a livello psicologico, culturale, sociale. -
La potenza del pellicano
Due culture, due modi di pensare, due fedi, un solo Dio. Questo racconto vuole essere esempio di convivenza di due culture: una accoglie l'altra, nelle sue differenze e nelle sue fragilità. Alcuni personaggi camminano soli, chiusi come sono, nella presunzione di bastare a se stessi, solo con quello che hanno. E se uno rompe l'ordine statico di qualcun altro non è puro caso, ma Provvidenza. È una storia fatta di incontri, di personaggi banali, alcuni strani, altri finanche eccentrici, altri ancora saggi e per finire provvidenziali. Si ispira alla società multiculturale odierna, nella quale risulta sempre più lontano il dialogo di tradizioni diverse, in particolare tra musulmani e cristiani che reciprocamente si additano come conservatori e custodi della vera fede. Una ""convivialità delle differenze"""", attraverso la quale ognuno con le proprie diversità può insegnare qualcosa a un altro. Anche un musulmano a un cristiano. E viceversa."" -
La felicità della Pasqua nella dottrina di Paolo VI
Una pregiata opera a cura di mons. Leonardo Sapienza, Protonotario Apostolico. Raccoglie i 14 messaggi di Paolo VI in occasione della Pasqua dal 1964 al 1978, e tre preghiere. Tre messaggi sono riportati con scrittura autografa del Papa. Tutti i messaggi sviluppano una dottrina di straordinaria dimensione teologica per l'intera umanità. Nel volume vengono riportate tre preghiere: ""A Gesù Risorto"""", """"Lode e gloria a Gesù"""", """"Invocazione a Cristo"""". Questi i titoli dei 14 messaggi: """"Surrexit Christus spes mea""""; """"L'Alleluia della Risurrezione e della Pace""""; """"Cristo è risorto!""""; """"Il gaudio e le speranze della Resurrezione""""; """"Nella Resurre-zione del Signore il principio e la garanzia della Giustizia e della Pace""""; """"Costruire una città terrena nella gioia cristiana e nella vera giustizia""""; """"Nella Risurrezione del Signore pienezza di fede e di amore per tutti gli uomini""""; """"Speranza di una civiltà nuova nel gioioso annuncio della Risurrezione""""; """"Pace a voi! A voi tutti, pace!""""; """"Dal cuore di Cristo Risorto la pace si effonde su tutta la terra su tutti gli uomini""""; """"Il primo annuncio: gioia e pace""""; """"Cristo risorge per una umanità nuova""""; """"La certezza cristiana della Risurrezione finale è la sola garanzia di un progresso umano autentico""""; """"Una vita nuova da Cristo Risorto""""; """"Non abbiamo timore a fare del 'credo' la forma della nostra speranza""""; """"La felicità della Pasqua""""."" -
La questione antropologica tra la «Gaudium et spes» e il progetto culturale della Chiesa italiana
L'intento del volume è quello di confermare la centralità della ""questione antropologica"""" e la necessità di cogliere e valorizzare le attese e le provocazioni provenienti dal confronto - di chiaro sapore critico, ma anche per la pastorale - con temi e problemi prevalenti nella cultura contemporanea. A tal proposito, l'autore non si è limitato a documentare la centralità della """"questione antropologica"""" né si è accontentato di indicare gli ambiti di applicazione di essa. Nell'ultima parte del volume, si è misurato - in maniera esemplificativa - con i risvolti antropologici connessi ad alcuni temi di bioetica e presenti in maniera prepotente nell'attuale discussione sul tema dell'anima. In particolare, le pagine che compongono l'ultima parte del volume sono il frutto di un notevole impegno di """"inveramento"""" delle tesi sostenute: in particolare di quella centrale - di sapore biblico - che vede, in maniera definitiva, liquidati i riferimenti a una concezione dualistica dell'universo personale, a favore di una concezione unitaria dell'uomo."" -
Aneliti
"Scrivere poesie è tenere una corrispondenza col paese lontano dove aspetto di far ritorno?"""". Così inizia una poesia dell'A. Dice bene """"corrispondenza"""", non un soliloquio, ma un tentativo di en-trare in relazione, con se stessa, con gli altri. Il """"paese lontano"""" è quello che ci pone domande, non ci fa esaurire ogni aspettativa nel presente; c'è qualcos'altro, è quel """"paese lontano"""", in parte conosciuto, in parte sconosciuto. """"Far ritorno"""": è in atto una dinamica, un'attesa e quindi una speranza, di bellezza, di gioia, di pace. Sono temi e movimenti che ritroviamo in questa raccolta. Lo stile è colloquiale, con toni di freschezza che rende la lettura scorrevole. Ed è vera poesia perché tocca temi universali, in cui ognuno si può ritrovare e confrontare. E come ogni vera poesia ci aiuta a meglio sentire, a volte in estensione, a volte in profondità. Vedere oltre l'abitudinario, lo scontato, i luoghi comuni in cui lentamente ci richiudiamo?" -
La stoltezza della predicazione
Quale considerazione e potere ha ""la predicazione orale"""" della Parola di Dio, nella nostra era digitale? A tale interrogativo intende rispondere questo libro con uno stile semplice, immediato, fortemente esperienziale, positivo, ottimista ma anche con tanto studio e tanta riflessione sistematica. Nel testo sono raccolte tutte le fatiche e le bellezze della predicazione: omelie, catechesi, dialoghi personali, interventi, cioè quando un prete si fa """"pastore e padre"""" della sua famiglia, della sua comunità. L'affermazione paolina """"... a Dio è piaciuto salvare i credenti attraverso la stoltezza della predicazione"""" (1Cor 1,21) fa da binario sicuro per appassionarsi anche oggi a un tale ministero necessario. Il lettore si sorprenderà per le numerose suggestioni che un tema così noto e dibattuto ancora suscita."" -
Ognuno porta parole
Il volume è l'insieme di una prima raccolta di poesie, già pubblicate, e di testi ancora inediti. Il titolo scioglie ogni dubbio sulla dimensione terrena della parola a cui l'A. si riferisce, ma conserva intatto il nesso tra esperienza individuale e linguaggio e consente di riflettere sul significato della parola come parola poetica. L'A. usa un linguaggio scarno, incurante dell'armamentario teorico ma nobilmente attento al senso che le parole custodiscono e trasportano. Per l'A. la poesia è occasione per stabilire un confronto su tutto ciò che è comune, condivisibile, servendosi dell'individuale. Non ultimo il tema più importante, quello del rapporto con l'assoluto, con la Parola davvero degna di ascolto. -
Nuova spiritualità e nuova socialità dei fedeli laici oggi in Italia
L'argomento trinitario della nuova spiritualità laicale è strettamente unito all'argomento planetario della nuova socialità laicale poiché lo Spirito del Risorto agisce, nella vita della Chiesa e del mondo, dove vuole e quando vuole. La ""novità"""", pertanto, che è l'amore pasquale, entra nell'esistenza cristiana dei fedeli laici in un modo mai ripetitivo. Divinità dello Spirito del Risorto e secolarità dei fedeli laici si interpenetrano a vicenda fino al punto da determinare, nella storia del quotidiano, l'animazione cristiana delle realtà terrene: realtà che postulano l'autonomia """"relativa"""" delle cose temporali (= laicità) e il loro riferimento ultimo al Logos creatore e redentore. I cinque studi che qui si propongono sono la risultante rielaborata e critica - di alcune relazioni che sono state illustrate prima e dopo lo svolgimento del Terzo Convegno Ecclesiale delle Chiese di Puglia, svoltosi a San Giovanni Rotondo (FG) dal 26 al 30 aprile 2011, sul tema """"I laici nella Chiesa e nella società pugliese, oggi""""."" -
Concetto di giustizia in S. Tommaso d'Aquino
La giustizia ha essenzialmente a che fare con l'altro, ed ognuno di noi è l'altro del suo vicino. Si resta affascinati frequentando il pensiero di Tommaso d'Aquino, in esso traspare acutezza speculativa, modernità, applicazione pratica, che sovrasta ogni tempo, che mai esaurisce il suo servizio d'ausilio per ogni epoca, ancor più per questa nostra, anelante senso compiuto di giustizia. L'Aquinate vive il suo tempo ma illumina anche il nostro, richiama alla comprensione della virtù della giustizia, evidenzia come il compito primario di essa sia ordinare l'uomo nei rapporti verso gli altri, edificando se stesso per edificare il prossimo, al fine di costruire un sano bene comune, un rigenerato umanesimo. -
Sanità. Etica e moralità nella gestione dei servizi sanitari
Parlare di etica e moralità nel Sistema Sanitario Nazionale non è semplice, specialmente in questo momento in cui si mette in discussione la sua stessa sostenibilità. È necessario farlo, pero, non solo per motivi esclusivamente economici. Ciò giustifica ancora di più l'urgenza di promuovere comportamenti che, nel rispetto di specifici valori, difendano e rilancino l'intero settore ed assicurino servizi efficienti ed efficaci. Nelle pagine che seguono, sono stati messi sotto la lente d'ingrandimento, alcuni servizi allo scopo di dare una maggiore consapevolezza e responsabilità sia a ciascun operatore che ad ogni livello istituzionale.