Sfoglia il Catalogo ibs019
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 9561-9580 di 10000 Articoli:
-
Portis. La memoria narrata di un paese. Con DVD video
Il paese di Portis in comune di Venzone (Udine), colpito dal terremoto del 1976 e successivamente minacciato da una frana, a causa di questi eventi fu ""apparentemente"""" abbandonato dai suoi abitanti. Grazie alla tenacia e alla caparbietà della popolazione, il """"nuovo"""" Portis fu ricostruito poco più a nord in una zona sicura, ma il rapporto con il vecchio abitato non si è mai interrotto. Oggi le case sventrate mostrano com'era il loro interno: piccoli orti e filari di viti svelano ancora le cure dell'uomo, porte socchiuse e finestre spalancate lasciano immaginare che prima o poi possa tornare chi vi abitava. Lo straordinario interesse antropologico di Portis è legato alla conservazione dei segni della passata vita familiare e comunitaria, come testimoniano il cimitero con i fiori ancora freschi o la ricostruita chiesa di San Rocco. Caso unico a livello nazionale, il paese ha conosciuto lo """"svuotamento"""" e la ricostruzione senza recidere il legame con il periodo presismico, ma diventando luogo di quotidiane pratiche di """"appaesamento"""". Il libro, con il dvd """"Portis deve rinascere qui"""" di Stefano Morandini, è il risultato di un progetto di ricerca dell'Università degli Studi di Udine."" -
L' Istituto Lorgna-Pindemonte. Istruzione e società in 150 anni di storia
La legge Casati, promulgata dal Regno di Sardegna nel 1859 in un contesto di diffuso analfabetismo, applicò nelle regioni annesse il modello scolastico sabaudo, che vedeva nell'istruzione tecnica uno dei pilastri della formazione superiore. Questo provvedimento, molto noto e discusso, si fondava sull'idea che la scuola potesse svolgere un ruolo decisivo non solo per lo sviluppo della persona, ma anche per il progresso economico e sociale del territorio. Verona non si fece sfuggire l'occasione e, trascorso poco più di un anno dall'uscita degli austriaci, partirono rapidamente i corsi. Nel dicembre 1867 iniziò l'attività didattica articolata in tre indirizzi: Commercio, Agronomia e Costruzioni, cui presto si aggiunse la sezione Fisico-matematica, preparatoria agli studi universitari scientifici. II libro, ripercorrendo vicende di 150 anni di storia, evidenzia come l'Istituto abbia contribuito a formare i quadri dirigenti e intermedi del sistema produttivo, dei servizi e dell'amministrazione pubblica, giocando un ruolo rilevante nel contesto economico e sociale cittadino. Questa analisi mette in luce il profondo legame tra scuola, società e territorio, e dimostra come la cultura rappresenti un imprescindibile fattore di sviluppo, la cui valenza emerge in tutte le differenti fasi prese in esame (il periodo post-unitario, le guerre mondiali, il fascismo, il dopoguerra e il boom economico), restituendo significato al ruolo del Lorgna-Pindemonte per la città e la provincia di Verona. -
Confraternite in Trentino e a Riva del Garda
Nel ricco panorama degli studi dedicati alle realtà confraternali i saggi qui raccolti si propongono di colmare una lacuna. Dopo aver delineato alcune recenti tendenze storiografiche, per leggere il fenomeno associativo nel contesto generale, il volume offre uno sguardo sulla presenza delle confraternite della diocesi di Trento, in un arco cronologico che parte dai primi esempi di partecipazione laicale alla vita devozionale per giungere fino alle soppressioni di epoca giuseppina e napoleonica, con un affondo particolare sulla storia dei Disciplinati rivani. -
Colpi di scena. La rivoluzione del Quarantotto a Venezia
Come in una sceneggiatura, il volume prende in esame le giornate che nel marzo 1848 portarono alla resa del governo austriaco a Venezia, mettendo in evidenza, attraverso cambi di scena, i diversi punti di vista dei testimoni. La prima parte racconta gli avvenimenti dal 17 al 23 marzo 1848, sottolineando l'importanza delle passioni - in questo caso fratellanza e fiducia nel futuro - nelle mobilitazioni politiche. La seconda parte fa luce su alcune situazioni che si vennero a creare con la nascita del nuovo Governo provvisorio della Repubblica veneta: in che modo la polizia superò i cambiamenti politici, le procedure nei confronti degli stranieri, i processi di definizione della mascolinità. Lo sguardo si espande qui dal 1848 all'intero periodo rivoluzionario, a volte risalendo anche ai decenni precedenti. Nell'intermezzo tra i due ""atti"""", Brunello discute gli interrogativi che hanno orientato le sue decennali ricerche d'archivio su personaggi ed eventi del Quarantotto veneziano. In particolare, in che senso si possa parlare di rivoluzione per vicende contrassegnate, in ultima analisi, dalla sostanziale continuità degli apparati statali."" -
Una città di retrovia. Verona nella grande guerra (1914-1918)
La grande guerra non fu solo trincea, e il tema della guerra guerreggiata non esaurisce il variegato mosaico della storia della prima guerra mondiale. Per gran parte della popolazione civile, la guerra fu di un altro tipo: quella delle retrovie, combattuta non con artiglierie e baionette, ma con sofisticate strategie di adattamento sociale. Anche perché l'esito del conflitto, lungo e usurante, dipese dalla capacità dei vari Paesi di mobilitare l'intero corpo nazionale. Per questo fu coniata, a guerra in corso e in tutti gli Stati coinvolti, la definizione di ""fronte interno"""", metafora che suggeriva la trasposizione dello spirito delle trincee all'interno del territorio fisico e mentale di ogni nazione. Era necessario uno sforzo comune da cui nessuno poteva esimersi e che compendiava e supportava quello dei soldati sulla linea del fuoco. I quattordici saggi di questo volume indagano la mobilitazione economica e civile che coinvolse la popolazione di Verona, città posta nelle immediate retrovie del fronte, e le ricadute materiali e simboliche della guerra nel tessuto sociale e nell'universo collettivo cittadino."" -
Il Veneto di Shakespeare
Questo libro ci conduce alla scoperta dei luoghi che fanno da sfondo alle opere shakesperiane ambientate in Veneto. L'autore, uno dei più noti traduttori del grande drammaturgo inglese, traccia un ritratto vivido e suggestivo delle tre città in cui si muovono i personaggi e si articolano le scene delle sue commedie e tragedie più famose: Venezia, Verona e Padova. Questo saggio, ci suggerisce la possibilità che il Veneto immaginato da Shakespeare sia un'entità reale, una visione d'insieme, mentre esso è in effetti una dimensione di fantasia, la somma di tanti particolari occasionali. Colpiscono comunque la precisione dei riferimenti e il fascino delle atmosfere, il senso del luogo e la funzionalità drammatica degli sfondi che vengono suggeriti. I riferimenti geografici sono dunque non descritti con precisione topografica, ma solo evocati dalla forza della parola e dei dialoghi dei suoi personaggi. Pochi ma risoluti richiami, che aprono squarci di prospettive, ricreano un ambiente, costituiscono un mondo, consolidando, se ancora ce ne fosse bisogno, la grandezza dell'opera shakesperiana. -
Una comunità in scena. Il carnevale di Dosoledo tra struttura sociale e forma della festa
Fino a tempi recenti è esistito all'interno del Carnevale di Dosoledo, a Comelico Superiore (Belluno), un sistema di prestito dei materiali utilizzati per la confezione e la decorazione del costume delle maschere guida, Laché e Matathìn. Questa forma di prestito ricorda quella praticata al Carnevale di Bagolino, dove il cappello dei Balarì, maschere danzanti centrali nello svolgimento della festa, viene ornato con ori presi a prestito attraverso le proprie reti di parentela. Da questa osservazione parte il saggio di Giovanni Masarà che, attraverso la descrizione e l'analisi di elementi relativi all'economia, alla forma dell'insediamento e alla struttura sociale e della parentela della comunità di Dosoledo, e attraverso una descrizione analitica del fenomeno festivo, si pone l'obiettivo di verificare se sia possibile collegare, come nel caso di Bagolino, la forma cerimoniale alla forma di organizzazione sociale e domestica. Questo libro è il risultato di una periodo di ricerca sul campo presso Comelico Superiore, svolto dall'autore nell'inverno del 2016, dove ha avuto l'opportunità di osservare e partecipare alle mascherate di Santa Apollonia e dell'ultimo di Carnevale a Dosoledo. -
L' impopolare. Giovanni Uberti, cattolicesimo e politica nella Verona del Novecento
Popolare: guidò la Democrazia cristiana dei trionfi elettorali; popolare davvero: fu «il sindaco dei poveri»; ma scomodo: «il ribelle di Verona». Giovanni Uberti (Verona, 1888-1964) è stato con Sturzo uno dei fondatori del Partito popolare italiano nel 1919. Cattolico, sindacalista, fondatore e direttore del quotidiano veronese «Corriere del Mattino», fu uno dei protagonisti della vita politica cittadina del Novecento. Deputato del Ppi, venne inviato al confino dal regime per la sua opposizione al fascismo. Nominato prefetto di Verona dal Cln dopo la Liberazione, è stato membro della Costituente, senatore della Repubblica e sottosegretario in uno dei governi De Gasperi. Primo sindaco democristiano di Verona dal 1951 al 1956, impegnato nella ricostruzione postbellica, diventò famoso per la polemica sulle statue equestri al Ponte della Vittoria, che Uberti censurò per gli «scandalosi» genitali. Meno ricordato, ma più significativo, lo scandalo che suscitò nel 1963 candidandosi da indipendente al Senato contro il candidato ufficiale del suo stesso partito. -
L' Oltrepò Pavese. Itinerari escursionistici dai vigneti collinari all'Appennino delle Quattro Provincie
Il volume propone 25 itinerari escursionistici, in molti casi piuttosto estesi, con percorso ad anello e partenza da altrettante località scelte fra le più apprezzate del territorio oltrepadano. I ""cammini"""" descritti si svolgono prevalentemente su sentieri, tracce e piste sterrate, attraversando ambienti suggestivi e diversificati fra loro. Iniziando dalle prime colline, che si elevano al margine della Pianura Padana, su cui predomina la rinomata coltura della vite, si giunge sino alle più alte vette del cosiddetto """"Appennino delle Quattro Province"""", una singolare regione montuosa compresa fra Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Liguria. Gli itinerari proposti descrivono con un taglio scientifico-divulgativo la moltitudine di ecosistemi naturali incontrati e ne approfondiscono, in particolare, gli aspetti vegetazionali, faunistici, geologici e di gestione del territorio. Una dettagliata descrizione delle vie da seguire e la caratterizzazione di ciascun itinerario con un prodotto tipico, guidano l'escursionista nell'anima profonda di un territorio, capace di regalare emozioni inattese e difficili da dimenticare."" -
L' arte del fuoco nascosto. I carbonai del Cansiglio
I boschi del Cansiglio, sempre più minacciati da svariate forme di sfruttamento, disattenzione e incuria, sono oggi, nonostante tutto, una fonte inestimabile di risorse materiali e culturali. Lo erano anche un tempo, quando erano abitati al loro interno dai carbonai che ne traevano sostentamento e conoscenze. L'arte del fuoco nascosto è quella dei carbonai del Cansiglio, abili e antichi trasformatori della legna in carbone, incontrati e intervistati da Barbara De Luca, che riporta in questo libro le loro parole, le loro storie, le loro vite, il loro lavoro, ed è capace di farci comprendere l'intenso e difficile rapporto di questi operai con la natura della foresta. Questo libro è un contributo agli studi di antropologia della natura e al futuro della grande foresta veneta del Cansiglio. -
L' ultimo spenga la luce
L'autrice di questo romanzo invita il lettore a soffermarsi su quelli che sono stati alcuni degli eventi più significativi della seconda metà del novecento attraverso lo sguardo di chi, come lei, pur senza assumere ruoli di leadership politica, ha creduto nella possibilità di un rinnovamento della società e ha combattuto giorno dopo giorno per realizzarlo. Sullo sfondo, una Milano che con lo scorrere degli anni si apre ai cambiamenti che hanno caratterizzato la realtà italiana e quella europea: la storia culmina infatti con la partecipazione del tutto casuale della protagonista alle grandi dimostrazioni di Lipsia e Berlino nel 1989, che portarono alla fine di un'epoca. -
La donna che uccise il principe. Maria Antonietta Lazzarini e Luigi Alberico Trivulzio: la storia, le lettere
«Scintilla di fuoco e fiamma»: così, nelle memorie scritte nel manicomio criminale di Aversa, l'insegnante estense Maria Lazzarini rievoca i colpi di pistola esplosi contro il principe Luigi Alberico Trivulzio nel centro di Milano la sera dell'8 novembre 1938. Il delitto conclude una tormentata relazione iniziata nel 1924, quando una finestra ""galeotta"""" aveva fatto sì che i due si conoscessero, diventando amanti. La stampa non ne parla: la vittima è uno dei più bei nomi del patriziato milanese e sua moglie ha un ruolo di primo piano nelle istituzioni fasciste. Il processo non lo vuole nessuno, tranne l'omicida. Dichiarata inferma di mente, Maria trascorre quindici anni di reclusione nei manicomi di Aversa e di Padova. Quando a metà degli anni Cinquanta torna a Este, resta ai margini del tessuto sociale. Solo i piccioni che svolazzano liberamente nella sua camera e la radio sempre accesa le tengono compagnia. Ma la sua curiosità intellettuale non si è spenta: scrive a Umberto Terracini, riprende i contatti epistolari con Lalla Romano, amica di gioventù, e decide di istituire una fondazione per erogare borse di studio agli studenti bisognosi, gli odierni """"Premi Lazzarini""""."" -
Patagonia. Ediz. illustrata
Terra quasi disabitata, alla ""fine del mondo"""", con paesaggi senza confini, luce che cambia ad ogni istante, cieli disegnati dal vento... il set più intrigante che un fotografo possa desiderare. Quattro sognatori l'hanno percorsa per verificare l'attendibilità di una leggenda, attraverso Argentina e Cile e in navigazione tra i fiordi del Pacifico, con una escursione finale sull'isola di Chiloè, """"camera di decompressione"""" prima di ritornare nella civiltà."" -
L' alta via degli altipiani. Itinerario storico-escursionistico sull'Altopiano dei Sette Comuni in terra di confine
L'Alta Via degli Altipiani n. 11 è un percorso concatenato di sentieri Cai e Sat che attraversa in cresta le più alte cime settentrionali dell'Altopiano dei Sette Comuni. Il trekking, suddiviso in quattro itinerari (un itinerario al giorno), si articola in un territorio di natura carsica attraverso percorsi impegnativi ma mai difficili, e costituisce un'esperienza altamente remunerativa soprattutto per le splendide vedute e i panorami mozzafiato che regala (il Gruppo di Brenta, l'Adamello, la catena del Lagorai, la Marmolada, le Pale di San Martino, la laguna di Venezia). Esso si svolge interamente in terra di confine (oggi di regione, tra Veneto e Trentino, un tempo di Stato: tra Italia e Austria, tra Repubblica di Venezia e Impero asburgico ecc.), dove contestazioni, rappresaglie e guerre sono stati eventi tutt'altro che sporadici. Camminare oggi su questi sentieri consente di entrare in contatto con la natura, assaporare l'incanto di un luogo meraviglioso e respirare la storia di queste montagne. Il volume offre dunque una visione completa di questo percorso, evidenziandone i principali aspetti: naturalistico, paesaggistico, geologico e storico. -
Un sessantotto da preti. Dalla fabbrica di preti ai preti in fabbrica
Questo libro non è un saggio, non è un pamphlet, è una divertita memoria di episodi che, nella leggera banalità della vita, prefigurano cambiamenti epocali. Siamo nella ""sacrestia d'Italia"""", la Vicenza del vescovo Zinato, impegnato in tante battaglie: dentro la Chiesa contro la smania del rinnovamento conciliare, fuori della Chiesa contro l'idra a tre teste del laicismo, del materialismo, del comunismo. Il vescovo ha voluto un nuovo seminario tutto marmo bianco e vetro, una cristalliera per il suo «eletto drappello di fedeli crociati, alle sante battaglie chiamati». Vi si aggirano figure tragicamente represse, comicamente ribelli di seminaristi, in una lunga, faticosa e inutile ricerca dell'altra metà, destinati a diventare angeli, preti santi, missionari, operai in fabbrica, ma il più delle volte preti falsi, spretati, financo suicidi."" -
Cime irredente. Un tempestoso caso storico alpinistico
Un ironico e coinvolgente ritratto di famiglia di una sezione del Club alpino italiano, che dal 1883 a oggi ha riunito nobili austro-ungarici, famosi scrittori, massoni di spicco, alcuni ministri di Mussolini, una decina di partigiani diciottenni, ebrei e antisemiti, eroi e delatori, tutti uniti dalla comune passione per la Montagna. Una storia vera, che si legge come un romanzo. I protagonisti esploravano insieme le grotte del Carso o sfidavano le Dolomiti, come fratelli. Ma quando la Storia bussò anche alla porta del circolo, alcuni di essi imboccarono il medesimo sentiero, mentre altri si ritrovarono su posizioni diverse, se non addirittura in trincee opposte, fino alle estreme conseguenze. Li divise soprattutto il modo d'intendere il patriottismo e la convivenza con gli altri popoli, che alcuni chiamavano ""allogeni"""" o """"inferiori"""". Così fu di loro e di alcuni dei loro figli, in un'Europa dove il passato stenta a togliere il disturbo. Un'Europa ancora inquieta, dove continua a essere attuale questo inconsueto racconto di confine tra storia e alpinismo."" -
Il lanificio Tiberghien fra storia e memoria. Documenti storici e testimonianze di lavoro del lanificio di San Michele Extra a Verona
Nel 1907 alcuni membri della famiglia Tiberghien avviarono a San Michele Extra la lavorazione di tessuti in lana in una delle prime grandi fabbriche accentrate sorte nel Veronese. Iniziava così la storia di un'azienda che, con le sue numerose istituzioni ""paternalistiche"""" (case operaie, convitto, cooperativa di consumo, dopolavoro), per quasi cent'anni avrebbe fatto storia nell'industria veronese e sarebbe stata il perno di numerose storie di vita e di lavoro nei quartieri accresciutisi con e grazie ad essa. Il libro corre su un doppio binario. Da un lato ricostruisce le vicende del lanificio seguendone le sorti dall'avvio, attraverso i successivi momenti di crisi - che videro per un periodo perfino il coinvolgimento dell'amministrazione comunale di Verona nella sua gestione diretta - sino alla chiusura, avvenuta nel 2004, e alla successiva demolizione del 2016. Dall'altro lato, attraverso le voci dei suoi lavoratori e - soprattutto - delle sue lavoratrici, racconta che cosa abbia significato, per quasi un secolo, lavorarvi dentro e viverci accanto."" -
Fiabe d'inverno. Fiabe e leggende delle Alpi, dell'Europa centrale e orientale e del grande Nord
L'inverno, in quanto stagione di grande cambiamento, da sempre ha affascinato gli abitanti delle regioni fredde, perché rappresenta il tempo della lotta della luce contro le tenebre, della vita contro la morte. Questo contrasto della natura ha preso corpo in innumerevoli racconti fantastici, che si muovono tra magia e superstizione, tra religione, folklore e poesia. Si tratta di un immenso patrimonio, legato al motivo del sole che muore e rinasce nel solstizio d'inverno - la festa più importante per i popoli nordici dell'antichità - e al motivo dello scioglimento dei ghiacci, che ha ispirato alcune tra le più belle leggende europee. Da questo immenso pozzo fantastico l'autrice ha pescato le storie più significative, che sono illustrate dai magici disegni dell'autrice e da alcuni scatti d'autore. Età di lettura: da 10 anni. -
1866. Il Veneto all'Italia
I diversi saggi proposti in questo volume affrontano a tutto campo i principali nodi storici che hanno segnato il 1866, un anno fondamentale per la storia d'Italia e d'Europa. Vengono indagati i rapporti diplomatici tra l'Italia e l'Impero austriaco prima della Terza guerra d'indipendenza e poi nel corso della crisi geopolitica che portò al conflitto, che lo accompagnò nel suo svolgersi e che lo seguì. Sono approfonditi il ruolo strategico del Quadrilatero - la regione fortificata più importante d'Europa -, l'importanza della battaglia di Custoza e della sua memoria, oltre che, ovviamente, l'apporto del volontariato militare garibaldino, indagato sia a livello nazionale che locale. Infine, sono stati oggetto d'esame altri importanti temi come la gestione del dissenso all'interno della Venezia da parte della polizia austriaca e l'uso pubblico della memoria risorgimentale e dei suoi ""martiri""""."" -
I colori della marineria veneziana. Dalla Repubblica alle soglie del XX secolo
Nel corso della storia l'uomo ha sempre sentito l'esigenza di colorare in vario modo, a seconda delle diverse culture, le imbarcazioni su cui navigava: per farsi notare in lontananza da amici e nemici, per ragioni scaramantiche e, infine, per ragioni estetiche o di rappresentanza. Anche Venezia e i suoi marinai non sono sfuggiti a questa tendenza quasi ""naturale"""": navi e barche nate in laguna hanno sempre sfoggiato, in modo più o meno vistoso, colori o decorazioni particolari. Raramente, però, gli studi di storia navale pongono l'attenzione sulla colorazione, che pure rappresentava (e ancor oggi rappresenta) il primo impatto visivo di un natante e, quindi, motivo di memoria visiva. Nel mondo millenario della marineria veneziana, studiato da secoli nei più diversi aspetti tecnici o storici, mancava fino ad oggi una ricerca specifica sulla colorazione sia delle navi, sia delle semplici barche pescherecce o lagunari, con riferimenti alle vele, così importanti nella marineria adriatica, e alle bandiere. Questo volume, basato sull'esame rigoroso e accurato di documenti, materiali e iconografia storica coevi alle epoche trattate, intende contribuire a colmare tale lacuna.""