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Cantine d'Italia 2022. Guida per l'enoturista
Arriva anche quest'anno in libreria a dicembre l'edizione 2022 di questa Guida dedicata alle Cantine italiane che ""valgono il viaggio"""". Il volume si propone di giungere sul mercato prima delle feste natalizie, presentandosi così come una sfiziosa ed interessante idea regalo. Una preziosa Guida per enoappassionati, per programmare escursioni e itinerari in vista della bella stagione. Sono oltre 750 le cantine segnalate: attraverso il racconto della Cantina si presentano e commentano i vini, fornendo al lettore un repertorio notevole di dati e di riferimenti per un'opera di facile consultazione e di pronta utilità."" -
Nove mesi
Costretta in un letto d'ospedale da un male incurabile, una giovane insegnante, a neanche quarant'anni, fa un bilancio della propria vita, dei propri fallimenti, dei propri sogni morti. Nei freddi ambienti dove non ci sono nomi e volti ma solo cartelle cliniche, si svela il dolore dell'essere sospesi in una desolante situazione di precarietà. Le rievocazioni di un amore orfano e di amicizie esauste, il rapporto soffocato con una madre tenace, l'affetto confuso per le altre degenti che tentano ancora di mordere la vita, riempiono le giornate scandite dai riti che medici e infermieri officiano sulle loro ""vittime"""". L'attesa più forte è quella dell'oblio notturno, ma inaspettato, come l'insorgere del male, è un ritorno a casa, per le feste pasquali, forse occasione d'incontri e speranze. Una prova per la malattia dell'anima, dopo quella del corpo."" -
Il cielo nevica
Un'anziana madre e il figlio sopravvivono periferici alla società. Lei è dotata di occulti poteri ammaliatori, fattucchiera sboccata e irriverente; lui, anima solitaria, legge gli astri in cielo, sa come parlare a piante e animali e lavora come custode nel Compendio garibaldino dell'isola di Caprera. La vita ai margini, con momenti di feroce allegria, si traduce nella perdita di una casa, nel divieto di amore e amicizie, nell'allucinato mondo di una nave in disarmo che riunisce un multiforme popolo di diseredati. Su queste e altre sorprese si gioca il destino della strana coppia di personaggi de ""Il cielo nevica"""", in un clima fra grottesco e lirico, nel nord Sardegna, a due passi dalla 'garibaldina' isola di Caprera. Anacronistica e surreale presenza, Garibaldi diventa un comprimario d'eccezione, per questi due ribelli magnifici."" -
Scritti giornalistici (1966-1995)
Questi due volumi presentano in versione integrale le collaborazioni di Sergio Atzeni con la stampa periodica, isolana e nazionale: un corpus di circa cinquecento articoli, distribuiti lungo un trentennio. Sono testi che si presentano oggi come un lungo e sofferto apprendistato tematico e stilistico, che prima precede e poi si affianca alla scrittura dei romanzi e dei racconti, nonché lettura ""a caldo"""" e testimonianza dei mutamenti della società sarda negli ultimi trent'anni del Novecento. Gli articoli permettono di seguire il percorso compiuto da Atzeni dalla militanza comunista degli anni Sessanta-Settanta, passando per la disillusione dei primi anni Ottanta, fino all'allontanamento dalla Sardegna e all'affermazione letteraria."" -
Il codice della vendetta barbaricina
Partendo da una preparazione sociologica e giuridica e sulla base di indagini sul campo finalizzate allo studio del meccanismo della vendetta, Pigliaru riformula un vero e proprio ""Codice della vendetta"""". Le norme di comportamento della società pastorale barbaricina, i suoi imperativi, vengono tradotti nel linguaggio giuridico proprio dei codici scritti. Lo studio illustra così quanto le leggi elaborate nell'ambito di una lunga tradizione orale, ispirate alla necessità di regolare la convivenza sociale, non manchino della stessa tensione giuridica che appartiene agli ordinamenti della civiltà colta."" -
Memoriale d'un penalista sardo
Gonario Pinna ripercorre le tappe di una lunga, brillante carriera e di un'esistenza appassionata e dedita alla professione. Si apre così il sipario su un mondo rievocato negli spazi privati, intimi, in cui spicca la figura dell'uomo, e in quelli più ampi e articolati in cui si muove il professionista, e che raccontano il volto di un'intera società nei suoi codici comportamentali. La passione che spinge il giovane Gonario verso l'avvocatura si rivela presto; cresce negli anni intensi della formazione intellettuale e, nonostante i timori materni, culmina nell'esercizio della professione in Sardegna, rinnovandosi sempre. -
Al caffè del silenzio
Inabissarsi nella chimica della carne ed elevarsi al sommo dell'idealità, forse per ritrovarsi dove sublime e animalesco convivono, un luogo che possiamo chiamare ""pazzia"""". Il nuovo romanzo di Giorgio Todde è un viaggio in cui le tortuosità di corpo e psiche si fondono. Un ingegno folle attraversa la scia criminale intorno alla quale si muovono gli eccentrici personaggi della storia. Benedetta, un giorno arrossita per amore, da allora si porta sulla pelle un vermiglio caldo e indecente. Marilena, che chiamano Uterina per la sua sensualità esagerata, non voluta, anzi repressa, adorata da Scartino, picaro lucignolesco che consuma le giornate col branco sullo spiaggione nero. Ma Uterina è presa dalla bianca anima sinistra di Wolf, adepto della precisione sublime, rifinita sugli asettici banchi del laboratorio di Osvald, riparatore d'orologi, cultore del gesto perfetto. La fine tragica di Matteo, apparentemente morto per acqua, anche lui allievo prediletto di Mastro Osvald, muove le cose e le congetture di Silvano Pandimiglio, ex poliziotto con la faccia da felino triste. E c'è una storia più vecchia: porta al paese di pietra lontano sulla montagna che osserva in fondo la città sul golfo."" -
La cortina di marzapane
Trieste, 1973: un bambino, durante una cena in famiglia, scopre che esiste un posto magico chiamato ""Paesi dell'Est"""". Lì, dove le foto a colori vengono in bianco e nero, c'è anche una città divisa da un muro gigante che si può pasticciare senza che nessuno dica niente. Di giorno, poi, al posto del filo spinato stendono dei rotoloni di marzapane buono. Ha più senso rimanere a Ovest? Le prime, eccentriche avvisaglie di una dissidenza inconsapevole quanto profonda hanno il candore dell'adolescente che snobba Rivera per Sparwasser, calciatore della Germania Est. Ormai ragazzo, per tutti diventa """"Tito"""": in lui si accendono subito ambizioni e entusiasmi, dopo una vacanza-premio coi genitori, a Budapest, movimentata dalla compagnia di una serafica spia in fuga... Fino al periodo universitario che, tra il sogno di coniugare capitalismo e socialismo e la passione per la musica dark anni '80, gli dà occasione di tornare oltre cortina: sullo sfondo dell'imminente caduta del Muro, un viaggio per le capitali dell'Est con la fidanzata filoamericana Simona e l'amica Anna, accompagnata dallo scapestrato punk Sony-boy. Un viaggio che per Tito è un'illuminazione, e lo spingerà a una drastica scelta di vita e a un incontro inatteso."" -
Cosima
«La casa era semplice, ma comoda: due camere per piano, grandi, un po' basse, coi pianciti e i soffitti di legno; imbiancate con la calce; l'ingresso diviso in mezzo da una parete: a destra la scala, la prima rampata di scalini di granito, il resto di ardesia; a sinistra alcuni gradini che scendevano nella cantina. Il portoncino solido, fermato con un grosso gancio di ferro, aveva un battente che picchiava come un martello, e un catenaccio e una serratura con la chiave grande come quella di un castello. La stanza a sinistra dell'ingresso era adibita a molti usi, con un letto alto e duro, uno scrittoio, un armadio ampio, di noce, sedie quasi rustiche, impagliate, verniciate allegramente di azzurro: quella a destra era la sala da pranzo, con un tavolo di castagno, sedie come quelle altre, un camino col pavimento battuto. Null'altro. Un uscio, solido pur esso e fermato da ganci e catenacci, metteva nella cucina. E la cucina era, come in tutte le case ancora patriarcali, l'ambiente più abitato, più tiepido di vita e d'intimità.» -
Canne al vento
"Tutto il giorno Efix, il servo delle dame Pintor, aveva lavorato a rinforzare l'argine primitivo da lui stesso costruito un po' per volta a furia d'anni e di fatica, giù in fondo al poderetto lungo il fiume: e al cader della sera contemplava la sua opera dall'alto, seduto davanti alla capanna sotto il ciglione glauco di canne a mezza costa sulla bianca Collina dei Colombi. Eccolo tutto ai suoi piedi, silenzioso e qua e là scintillante d'acque nel crepuscolo, il poderetto che Efix considera più suo che delle sue padrone: trent'anni di possesso e di lavoro lo han fatto ben suo, e le siepi di fichi d'India che lo chiudono dall'alto in basso come due muri grigi serpeggianti di scaglione in scaglione dalla collina al fiume, gli sembrano i confini del mondo.""""" -
Colombi e sparvieri
«Dopo una settimana di vento furioso, di nevischio e di pioggia, le cime dei monti apparvero bianche tra il nero delle nuvole che si abbassavano e sparivano all'orizzonte, e il villaggio di Oronou con le sue casette rossastre fabbricate sul cocuzzolo grigio di una vetta di granito, con le sue straducole ripide e rocciose, parve emergere dalla nebbia come scampato dal diluvio. Ai suoi piedi i torrenti precipitavano rumoreggiando nella vallata, e in lontananza, nelle pianure e nell'agro di Siniscola, le paludi e i fiumicelli straripati scintillavano ai raggi del sole che sorgeva dal mare. Tutto il panorama, dai monti alla costa, dalla linea scura dell'altipiano sopra Oronou fino alle macchie in fondo alla valle, pareva stillasse acqua. Ma il paesetto era asciutto; e i vecchi e gli sfaccendati avevano già ripreso i loro posti sulle panchine davanti al Municipio, su nella piazza che sovrasta la valle come una grande terrazza.» -
Cenere
"Cadeva la notte di San Giovanni. Olì uscì dalla cantoniera biancheggiante sull'orlo dello stradale che da Nuoro conduce a Mamojada, e s'avviò pei campi. Era una ragazza quindicenne, alta e bella, con due grandi occhi felini, glauchi e un po' obliqui, e la bocca voluttuosa il cui labbro inferiore, spaccato nel mezzo, pareva composto da due ciliegie. Dalla cuffietta rossa, legata sotto il mento sporgente, uscivano due bende di lucidi capelli neri attortigliati intorno alle orecchie: questa acconciatura ed il costume pittoresco, dalla sottana rossa e il corsettino di broccato che sosteneva il seno con due punte ricurve, davano alla fanciulla una grazia orientale. Fra le dita cerchiate di anellini di metallo, Olì recava striscie di scarlatto e nastri coi quali voleva segnare i fiori di San Giovanni, cioè i cespugli di verbasco, di timo e d'asfodelo da cogliere l'indomani all'alba per farne medicinali ed amuleti.""""" -
Elias Portolu
«Giorni lieti s'avvicinavano per la famiglia Portolu, di Nuoro. Agli ultimi di aprile doveva ritornare il figlio Elias, che scontava una condanna in un penitenziario del continente; poi doveva sposarsi Pietro, il maggiore dei tre giovani Portolu. Si preparava una specie di festa: la casa era intonacata di fresco, il vino ed il pane pronti; pareva che Elias dovesse ritornare dagli studi, ed era con un certo orgoglio che i parenti, finita la sua disgrazia, lo aspettavano. Finalmente arrivò il giorno tanto atteso, specialmente da Zia Annedda, la madre, una donnina placida, bianca, un po' sorda, che amava Elias sopra tutti i suoi figliuoli.» -
Il segreto dell'uomo solitario
L''uomo che abitava la casetta solitaria laggiù fra la spiaggia e la brughiera, di ritorno dal suo solito viaggio al paese dove ogni tanto si provvedeva delle cose più necessarie alla vita, svoltando dalla strada provinciale al sentiero che conduce verso il mare, vide due uomini che misuravano coi loro passi un terreno attiguo al suo giardino. Subito si fermò, con un senso di curiosità misto a rabbia e ad angoscia; ricordava che Ghiana, [...], gli aveva appunto annunziato la vendita di quel terreno e la probabilità che ci venisse costrutta una casa. -
La madre
Anche quella notte, dunque, Paulo si disponeva ad uscire. La madre, nella sua camera attigua a quella di lui, lo sentiva muoversi furtivo, aspettando forse, per uscire, ch'ella spegnesse il lume e si coricasse. Ella spense il lume ma non si coricò. Seduta presso l'uscio si stringeva una con l'altra le sue dure mani di serva, ancora umide della risciacquatura delle stoviglie, calcando i pollici uno sull'altro per farsi forza; ma di momento in momento la sua inquietudine cresceva, vinceva la sua ostinazione a sperare che il figlio s'acquetasse. -
Marianna Sirca
Marianna Sirca, dopo la morte di un suo ricco zio prete, del quale aveva ereditato il patrimonio, era andata a passare alcuni giorni in campagna, in una piccola casa colonica che possedeva nella Serra di Nuoro, in mezzo a boschi di soveri. Era di giugno. Marianna, sciupata dalla fatica della lunga assistenza d'infermiera prestata allo zio, morto di una paralisi durata due anni, pareva uscita di prigione, tanto era bianca, debole, sbalordita: e per conto suo non si sarebbe mossa né avrebbe dato retta al consiglio del dottore... -
L'edera
Era un sabato sera, la vigilia della festa di San Basilio, patrono del paese di Barunèi. In lontananza risonavano confusi rumori; qualche scoppio di razzo, un rullo di tamburo, grida di fanciulli; ma nella straducola in pendio, selciata di grossi ciottoli, ancora illuminata dal crepuscolo roseo, s'udiva solo la voce nasale di don Simone Decherchi. -Intanto il fanciullo è scomparso - diceva il vecchio nobile, che stava seduto davanti alla porta della sua casa e discuteva con un altro vecchio, ziu Cosimu Damianu... -
La chiesa della solitudine
Maria Concezione uscì dal piccolo ospedale del suo paese il sette dicembre, vigilia del suo onomastico. Aveva subita una grave operazione: le era stata asportata completamente la mammella sinistra, e, nel congedarla, il primario le aveva detto con olimpica e cristallina crudeltà: - Lei ha la fortuna di non essere più giovanissima: ha vent'otto anni mi pare: quindi il male tarderà a riprodursi: dieci, anche dodici anni. Ad ogni modo si abbia molto riguardo: non si strapazzi, non cerchi emozioni. Tranquillità, eh?... -
Il giardino non esiste
La piccola Carmen vive un'infanzia felice con Romeo padre premuroso e facoltoso commerciante - la matrigna Flora, i suoi fratellini e le tante domestiche che animano la casa. Ma è affetta da un male innominabile e un intervento chirurgico le sconvolge la vita. Sarà la brusca fine dell'infanzia e delle fantasie di bambina, il saccheggio di un giardino popolato di amici immaginari. Il mondo vero attende Carmen: la vita prepara nuovi ostacoli. Annichilita da un lutto terribile, la famiglia andrà alla deriva. La salvezza potrebbe avere il nome della zia Olga, donna votata alla libertà, capace di parlare tanto ai bambini quanto ai folli, che prende con sé la bambina, portandola su una piccola isola spazzata da un vento dispettoso. Qui la bambina cresce e si fa donna, però il passato riemerge e domanda delle scelte. Così molto altro dovrà accadere nella vita di Carmen, dentro una fiaba tragica e carica di magia linguistica, una storia emozionante che gioca con le vie misteriose che sempre compie il destino. -
Nulla
Nulla è una cittadina di provincia. Secondo le ultime stime ha un'estensione che copre tutta l'Italia, e un numero di abitanti pari ad oltre due terzi dell'intera popolazione nazionale. Nulla ha confini brulicanti e incerti, é un ammasso di periferie senza centri. A Nulla, la noia è madre del vizio, cugina dell'ozio, sorella della frustrazione. I sondaggi la danno come prima assoluta nel computo di apparecchi televisivi pro capite; nel numero di automobili in rapporto al numero di abitanti; nella carenza di proposte. Per raggiungere Nulla si attraversa un'autostrada, una superstrada o, più semplicemente, una strada sovrastata dai cavalcavia. O il mare, o il monte, o la pianura, o la statale spappolata dalle frane, o l'immensa circonvallazione incompiuta, o la bretella priva di segnaletica. Per raggiungere Nulla si possono attraversare persino gli oceani. I sondaggi la danno come prima assoluta nell'incremento della micro e della macro criminalità, nei consumi di telefoni cellulari e pastiglie dimagranti, negli abusi di alcol e droghe. I sondaggi danno in crescita i suicidi...