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Italian way of cooking. Pizza, mostri e mandolino
Alcuni segreti cercano a tutti costi di venire a galla e Nero, un cuoco toscano sommerso di problemi, ne custodisce uno: i mostri delle leggende esistono davvero. Eppure, il vero segreto è un altro: la loro carne è una delizia sovrannaturale, con pericolosi effetti collaterali. In passato, Nero ne ha sfruttato il gusto irresistibile, e una nuova minaccia al suo ristorante lo spinge a rifarlo. Ma cosa accadrebbe se qualcuno di spregiudicato e potente scoprisse quel segreto? Un lucroso banchetto nuziale porta Nero e il socio Mirco a Napoli, una città piena di fascino, storia e sole, ma flagellata da una sanguinosa guerra di camorra. Fra misteri, sparatorie, piatti tipici, spiriti campani, amanti gelose, cantanti neomelodici e cacce a orrori senza tempo, i due cuochi scivoleranno in un vortice in cui sarà impossibile stabilire chi sia il cacciatore e chi la preda. Il monsterchef Nero Bonelli è tornato. E, questa volta, i mostri non saranno la cosa peggiore che dovrà affrontare... -
Il sangue sul giglio. Eternal war. Vol. 3
Mentre uomini e Ancestrarchi combattono per Firenze, un piano che punta a sovvertire l'intera cristianità è pronto per rivelarsi, e né Pontifex né i Santi potranno fermare quel che sta per succedere...rnrnFirenze sarà una signoria. Che i fiorentini lo vogliano oppure no. Ma chi ne sarà il signore? Tra guelfi bianchi e guelfi neri inizia una lotta senza quartiere: Guido Cavalcanti e Vieri dei Cerchi contro Corso Donati, Kabal e Circo contro gli Ancestrarchi antichi fedeli a Don. Si paga con sangue e virtù ogni vicolo guadagnato, e si combatte su ogni campo: la benevolenza degli spiriti maggiori, il predominio commerciale, le alleanze politiche nello spirito e nella materia. Tra il primo giubileo della Storia, assassini senz'anima e semidei pagani che si risvegliano dopo secoli, Dante Alighieri ascende ai massimi vertici della politica fiorentina. Ma nemmeno lui riuscirà a fermare l'emorragia di accordi e di valori che sta tingendo di rosso le strade del Giglio, e lo scricchiolare dell'amicizia tra lui e Guido aggiungerà tensione a una situazione pronta a precipitare. Ma mentre uomini e Ancestrarchi combattono per Firenze, un piano che punta a sovvertire l'intera cristianità è pronto per rivelarsi, e né Pontifex né i Santi potranno fermare quel che sta per succedere... -
Padri fondatori e figli della gleba. Zappa e Spada. Spaghetti fantasy
Ritorna il divertente e cialtronesco fantasy all'italiana! Questa volta il tributo ai padri fondatori del fantastico italiano è d'obbligo: da Ariosto a Dante, da Buzzati a Calvino, passando per il Boccaccio e il Cunto de li Cunti, e con una curiosa deviazione attraverso il Cantico delle Creature, tredici scrittori, tredici ""figli della gleba"""", nel massimo rispetto dei propri padri putativi e seppur spauriti dal confronto con tale immensa eredità, si divertono a omaggiare, citare, giocare con gli archetipi della nostra meravigliosa letteratura fantastica, regalandoci altrettanti racconti intrisi dello spirito goliardico, delle spade arrugginite e dei toni scanzonati di questo nuovo, strambo genere di narrativa: lo spaghetti fantasy! Insomma: braccia rubate all'agricoltura... e indegnamente prestate alla narrativa!"" -
Teshuvà
"Il tempo dell'Esodo non è semplice tempo di crisi, ma è un lungo passaggio. Un tempo in cui ci si sente persi, si è tentati di voltarsi indietro alla propria schiavitù, si è tentati di dubitare, ma è anche un tempo abitato dalla speranza, da una promessa, da una profonda fede. Siamo in Esodo perché siamo stati schiavi, e lo siamo ancora. Perché abbiamo l'ardire di costruire la vita solo su noi stessi. La terra, giardino dell'Eden, è ferita per le offese alla vita biologica, ma ferita anche nel suo paesaggio, nella dignità dei viventi che la abitano, dell'umanità stessa così capace di autodistruzione, oltre che di distruzione. Eppure, non possiamo non tentare, stretti alla fede nella vita stessa, i cammini di liberazione che ci portano verso una terra e una promessa al tempo stesso nuove ma anche antiche. C'è moltissimo da riscoprire, da riconoscere, da contemplare, da vivere... Che la terra ci parli, che il mondo in cui viviamo sia in relazione con noi stessi e che comunichi con noi non è certo una novità. È solo questione di imparare nuovamente a viverlo, ma anche a trovare le parole per narrarlo oggi... Questo libro vuol essere una ricerca delle parole per narrarlo.""""" -
Venezia. Nei disegni di Vito Sonzogni rielaborati al computer
Un album di disegni dedicato ad Angioletta. Un album preparato come per attutire il dolore con la bellezza tante volte condivisa con la moglie, incantevole compagna di una vita. Editor Grafico Luca Sonzogni. Pagine di sogno che parlano da sole. Poche righe dell'architetto Vito Sonzogni ne indicano un registro di lettura: ""Il bisogno spirituale dell'uomo e la sua aspirazione al trascendente sono i presupposti della realtà. Fiducioso nel principio enunciato, ho riletto i miei disegni di Venezia con lo scopo di visualizzarne, insieme alla bellezza della città, anche l'anima"""". A dire la giovinezza dello spirito di Sonzogni, sono anche le sue rielaborazioni personali al computer, nello spirito di quest'altro principio: """"Sarebbe un danno se l'uomo non riuscisse a fare dell'arte avvalendosi dei mezzi tecnologici del suo tempo""""."" -
Don Luigi Tiraboschi. Gli anni di Santa Croce
Il libro ripercorre, anche con le immagini, le tappe del ministero pastorale nella Parrocchia di Santa Croce nel comune di San Pellegrino Terme, dal 1971 al 1987. Furono anni fecondi vissuti con cuore di padre. Dal racconto, scaturito dagli scritti pastorali di don Luigi sul Cronicon, sul L'Eco di Santa Croce e su L'Angelo in Famiglia si snoda la storia di un popolo in cammino, di vocazioni, di attimi guidati e illuminati da Dio, storia dell'essere Chiesa in un mondo che cambia. Il suo essere pastore d'anime traeva ispirazione dalla preghiera, dall'affidarsi alla Provvidenza: ""Certissimamente la Provvidenza"""". Nelle sue riflessioni manoscritte del 20 dicembre 1982, si sente il respiro del Giornale dell'anima del Santo Papa Giovanni: """"Mio Dio, sto diventando vecchio, ho quasi 49 anni... mi accorgo di aver perso tanto tempo, Signore aiutami a non scoraggiarmi... Fammi mite e umile come Te Gesù; affinché l'amor proprio e l'ambizione non mi ingannino..."""". I suoi propositi sono scintille lucenti dell'animo suo: """"Avere fiducia, dare fiducia, infondere fiducia, suscitare fiducia, meritare fiducia, sempre!"""" La sua eredità: """"fare della parrocchia un'unica e autentica famiglia""""."" -
Arlecchino che parla bergamasco
"Racconta una filastrocca che il costume di Arlecchino sia nato dalla fantasia di una mamma che lo rimediò dai ritagli di altri costumi più ricchi. Naturalmente questa è solo un'invenzione, ma ricordo una mamma, la mia, che cucì per davvero il costume di Arlecchino al suo bambino. E forse non ebbe neppure la soddisfazione di un sorriso, perché io preferivo mascherarmi da Zorro o da cowboy... Ringrazio ora la mia mamma per avermi insegnato che Arlecchino ha una dignità che va ben oltre l'occasione di una mascherata: vive nel cuore e vive in rapporto al dialogo che si instaura quando va in scena la commedia, spesso rappresentazione stessa della vita. Nasce da qui l'impegno di difendere la verità con questo libro, quasi confidenziale, ricco di sfolgoranti immagini e documenti storici, così da assolvere anche un debito di riconoscenza verso sinceri maestri dai quali ho imparato ad approfondire valide testimonianze del passato per tener vivo il dibattito culturale. La speranza è che il libro sia ben accolto anche da quanti non lo riterranno sempre ortodosso.""""" -
Squarci di luce
Dopo un quarantennio nelle amate vesti di insegnante, dopo ""Verso la meta"""", """"Sussurri dell'anima"""", """"Cieli senza limiti"""", con """"Squarci di luce"""" Omar Lange arricchisce il proprio messaggio poetico - sempre pervaso dall'amore per la Natura e l'Universo, per un'umanità sofferente e smarrita - con una esplorazione consapevole del passato, attingendo agli scrigni dorati della speranza e del sogno. Sono intuizioni e riflessioni di un cammino sempre in ricerca di una umanità unita e amica, illuminata dalla verità, dalla bellezza e dalla giustizia. Legato da grande amicizia con Alda Merini, come dice la foto nel risvolto di copertina, l'autore continua la sua immersione nel miracolo della vita, alimentata dallo stupore quotidiano che mantiene un contatto irrinunciabile con l'assoluto. Tredici opere della pittrice Corinna Carrara si congiungono ad alcune poesie aiutando il lettore ad immergersi nel sogno. Sul retro di copertina un bagliore della sua poetica: """"Vita che cuce le vesti / alle montagne che cantano, / regala il respiro alle foglie / della nostra andatura, al vento / inquieto dei passi in cerca / di ponti da attraversare, barriere / da abbattere, mani cieche / da stringere""""."" -
Exposizio libri beati job magistri Rolandi Cremonensis
Umberto Midali offre alla sete spirituale del candido lettore il vino genuino che Gesù dona alla sua Chiesa. Egli lo porge a quei pochi ai quali è concesso di capire, siano più o meno edotti negli studi. Ogni lettore lo potrà sorseggiare e gustare volentieri in recipienti d'oro (Teologia), o d'argento (Filosofia), o di altro materiale (Scienze naturali). Nella prefazione, Samuel Sospetti scrive che solo recentemente, grazie a Riccardo Parmeggiani, si è riscoperto il valore storico di questo commento di Rolando al Libro di Giobbe, che si colloca all'inizio del Duecento, quando Rolando era magister a Parigi, primo frate predicatore titolare di una cattedra di teologia, che comportava la lettura e il commento di un passo delle Scritture. La scelta del libro sapienziale di Giobbe rientra nella tradizione fin dai Padri della Chiesa. Al tema del libro, sintetizzato nella domanda che Giobbe rivolge a Dio: «La sofferenza dell'uomo ha un senso, un significato, un orientamento, una finalità?», Rolando cerca di dare una risposta attualizzandola al contesto storico in cui vive: la sofferenza di Giobbe si identifica nella sofferenza della Chiesa sotto attacco dell'eresia. -
Diventare umani. Antologia di scritti filosofici
Intensità e vastità, pregio e attualità, rigore teoretico e storico dei temi scelti per questa Antologia di scritti filosofici del professor Luigi Cortesi. Scritti antologici connessi fra loro dal curatore Gedeone Martini e ben articolati in sei densi capitoli: Protologia (scienza della realtà prima), Gnoseologia, Cosmologia, La novità umana, Il pensiero politico, Riflessioni teologiche. Si parla del dubbio (""Poiché anche se uno dubita, vive...""""), della nozione di Dio, della struttura unitaria di anima e corpo, del """"fine"""" verso cui gli esseri umani tendono, che può essere definito anche """"bene"""", """"fine"""" che tiene in vita l'aspirazione alla felicità. Si parla della dignità e originalità della persona nella libertà, di formazione della coscienza, del rapporto fede - ragione, di autorità e bene comune, di uno """"Stato - comunità"""" che può essere """"utopico"""", ma è """"regola indispensabile, come la partecipazione democratica alla """"polis"""". Il filo sotteso sta nella riflessione teologica finale che evidenzia come la proposta cristiana sia interessante e come possa far crescere la dignità dell'uomo. Aristotele, Agostino, Tommaso, sono tra i pensatori più vicini a Cortesi. Con manoscritto di Alberto Bassi. Prefazione Angelo Marchesi, Università di Parma Progetto Editoria."" -
Summae Magistri Rolandi Cremonensis, O.p. Liber tercius. Testo latino a fronte
Maestro celebre, con cattedra a Bologna, Rolando, nel 1229, riceve la prima cattedra di teologia assegnata a Parigi a un frate domenicano. Tornato in Italia, dal 1233 ricopre incarichi inquisitoriali. Nel 1244 Innocenzo IV gli chiede di istituire il processo per eresia contro Ezzelino da Romano. Insieme al determinato impegno antiereticale, Rolando lavora alla ""Summa"""" (di cui fa parte il presente """"Liber tercius""""), la quale rimase quasi subito nel cono d'ombra di Alberto Magno e Tommaso d'Aquino. Nella Summa, si delinea la struttura fondamentale del discorso tomista sull'eresia, insieme ad altri interessanti temi. """"La varietà delle questioni trattate, insieme con la vivacità degli esempi e delle osservazioni personali - scrive il prof. Guglielmo Russino - fanno della Summa un testo prezioso per una più piena comprensione della grande stagione della scolastica duecentesca. La ristampa del """"Liber tercius"""", frutto del lavoro di monsignor Cortesi, aggiunge un tassello al programma di pubblicazione dell'intero """"corpus rolandiano"""", portato avanti da don Midali con una pazienza e una determinazione di cui non possiamo che essergli profondamente grati""""."" -
Ho visto e non posso tacere
Padre Giuseppe (Pino) Locati, missionario, racconta i 1337 giorni vissuti con 170000 sfollati nell'Est Congo (13 ott. 2012-13 mag. 2016), sconvolto da una lunga guerra sotterranea a causa dei ""minerali di sangue"""", dell'avidità dei regimi congolesi (da Mobuto a Kabila), della cupidigia dei governi africani frontalieri, della brama dell'U.E., degli USA e delle società multinazionali. Non ha confine politico, né limite geografico lo sfruttamento dei preziosi """"minerali di sangue"""". Sette milioni i morti dovuti a questa guerra. Un'immane tragedia, un olocausto, un femminicidio silenzioso (due milioni di donne violentate), il peggior disastro umanitario dopo la seconda guerra mondiale. Il Mupadiri ha vissuto le situazioni disperate degli sfollati congolesi accampati intorno a Goma incontrando, anziani e bambini disabili, donne violentate e ragazze madri, malati di Aids, scolari senza scuola, uomini senza lavoro, descrivendo amaramente la loro """"morte annunciata"""". Lo Stato assente, la Chiesa locale in difficoltà e talvolta trincerata dietro le sue sicurezze. Quattro anni di lotta per gli ultimi, servo dell'umanità perdente, diventando egli stesso perdente, ma forse vincitore davanti a Dio."" -
Sentiero 597
Con il n. 507 è identificato il segnavia del Cai per il sentiero ad anello che si snoda nel territorio di Bracca, dalle località più basse, fino al pizzo Rabbioso. Il percorso che l'autore compie lungo questo sentiero costituisce il pretesto per proporre una serie di riflessioni su persone, luoghi, avvenimenti, concetti di fondo dell'esistenza... Accompagnato da citazioni di vari autori, il percorso inizia da una fontana a Sottocorna, con una piccola salita che si fa passo passo sempre più ripida, quindi incontra la salita vera, l'acqua, l'armonia della natura, gli alberi, le tracce della storia umana, i profumi dei boschi e dei fiori, i segni delle stagioni e del tempo, le asperità del tratto finale e finalmente la vetta, appagante e coinvolgente con la moderna croce collocata dagli alpini di Bracca nel 95° anniversario di fondazione del loro gruppo. Al centro di tutto, le persone, quelle incontrate lungo il percorso, quelle rievocate dalla familiarità dei luoghi o suggerite dai ricordi personali dell'autore. Il tutto corredato con tante belle immagini che, come scrive Zanchi nell'aletta posteriore, vogliono essere un invito al ricordo di sguardi di felicità. -
Il libro d'oro
Storia di una tranquilla famiglia romana che affronterà un terribile dramma. Piter, uno scrittore importante, non riuscendo a terminare il suo romanzo sollecitato più volte dalla casa editrice, decide di prendersi una vacanza con la famiglia. Ma proprio durante la vacanza gli vengono rapiti di due figlioletti. La richiesta del riscatto non è in denaro, ma nel ricupero del Libro d'Oro. Qui la vicenda si fa tragica e romanzesca. Amicizie e tradimenti, peripezie e rischi d'ogni genere, sempre con l'angoscia nel cuore di Piter per la sorte dei figli, la cui salvezza dipende dalla sua strategica abilità e dal suo coraggio. -
«Per essere quest'ufficio la chiave dell'Italia e Germania...» La famiglia Taxis Bordogna e le comunicazioni postali nell'area di Trento e Bolzano (Sec. XVI-XVIII). Ediz. italiana e tedesca
Il libro sui Taxis Bordogna, prosegue la collana dedicata dal Museo dei Tasso e della Storia Postale di Camerata Cornello ai personaggi più influenti della famiglia Tasso. Il casato Taxis Bordogna ebbe inizio con il matrimonio fra il brembano Bono Bordogna ed Elisabetta Tasso, nata a Cornello, borgo medievale dove ogni muro riflette l'eco di miti imperiali e di storie di posta. Un borgo ancora abitato, al quale si accede solo a piedi, per respirare il mistero di antiche vicende capaci di contribuire all'identità di più di un continente. Il ramo Taxis Bordogna fin dal 1509 esercitava la gestione delle Poste di Trento e Bolzano sull'importantissima strada ""delle Fiandre"""" che collegava Bruxelles con Innsbruck, Roma e Napoli. Fiore all'occhiello fu la perfetta gestione delle missive in arrivo e in partenza nei decenni del Concilio di Trento (1545-1563). Il libro è frutto di tre anni di ricerche in sintonia fra il Comune di Camerata Cornello e l'Università di Innsbruck. La prima parte del libro è dedicata a figure della famiglia Taxis Bordogna, a relativi snodi e conflitti. La seconda, agli aspetti economici e materiali della Posta trentina in età Moderna."" -
Us, usùne e usìne in rime bergamasche
«Parlo della mia vita, dei miei cari, del mio paese, della mia Valle Brembana, del mondo che cambia, della gente che ho intorno, della politica, dei fatti della vita, di quello che, a mio parere, va o non va. Scrivo in dialetto, un bergamasco che purtroppo a subìto, più che ritocchi e addomesticamenti, vere e proprie torture... alle quali contribuirò anch'io... Leggere, leggere, leggere... anche i dialetti... ci potrà sempre aiutare qualunque strada percorreremo... Quante storie piccole o grandi... non trovando opportunità di essere conosciute e tramandate, purtroppo muoiono... ed è un peccato dimenticare usanze e tradizioni». Quante ne ricorda Adriano Gualtieri, le poesie, come scrive il Gualtieri nella prefazione, riguardano i più vari argomenti. Solo due sono datate. -
La parrocchia di Brembilla nelle visite pastorali 1538-1906
«Sono lieto-scrive don Bruno Caccia-che,dopo un pluriennale lavoro, il caro professor Giovanni Salvi giunga a pubblicare la sua ricerca sulla Parrocchia di Brembilla. Le diciannove visite pastorali dei vescovi di Bergamo e la visita apostolica di San Carlo Borromeo sono venti fotografie della realtà parrocchiale brembillese di quasi mezzo millennio». Un lavoro matto e disperatissimo, la traduzione dei testi, non tanto per il latino, quanto per la grafia dei verbali nell'Archivio Diocesano di Bergamo. Intelligenti gli approfondimenti, quasi cento pagine finali con venti piccole monografie o capitoletti per soddisfare alcune curiosità che i verbali possono far nascere, come alcuni titoli evidenziano: Don Pietro Pesenti da Gerosa, eretico; La Quaiessa, una strega; La torre pendente; Il mistero dell'ancona scomparsa, Il bosco del Carài... Il parroco Cesare Micheletti ribadisce l'importanza del confronto con la vita dei secoli scorsi, di conoscere il passato per comprendere il presente e intravvedere il futuro. Simbolico il disegno di copertina del pittore brembillese Fulvio Rinaldi: un libro polveroso, un vecchio orologio e l'ombra del campanile. Ricca la documentazione fotografica. -
Giulio Oggioni. Il cammino pastorale della Chiesa di Bergamo 1977-1991
«Io devo scomparire perché in me appaia Cristo». Come già s'illumina di fede e di umiltà la figura del vescovo Oggioni, un animo si osa dire mistico e un agire fermo per «dare alla diocesi di Bergamo un volto di Chiesa conciliare». «Un vescovo tutto per Dio e tutto per il popolo», scrive mons. Carzaniga che da giovane sacerdote fu suo segretario. Un libro intenso, scritto a due mani. Insieme a Carzaniga, mons. Bellini, vicino al vescovo Oggioni come collaboratore in Curia. Sempre il soffio dello Spirito aleggia nelle parole del vescovo che, in corsivo, intercalano il testo degli autori rendendo la lettura più intensa e capace di condurre all'anima del Pastore, «banditore della carità cristiana» non solo con l'insegnamento ma con l'esempio. Un percorso lineare: docente di filosofia ai liceali di Venegono, Rettore dell'ISMI, Vescovo di Lodi poi a Bergamo, dal 1977 al 1991, con interventi che lasciarono il segno - come testimonia il card. Ruini - con la passione dell'apostolo e la capacità di andare all'essenziale, con l'attenzioni verso il Seminario e la Scuola di Teologia, la cultura e i mezzi di comunicazione, la famiglia, ""chiesa domestica"""", e la quotidiana santità popolare. Nella parte quarta, il racconto per immagini. Sul retro di copertina il mosaico Sancta."" -
Io sono la Stefy
Nelle due paginette iniziali ""la Stefy"""", da vera scrittrice, sbalza la sua figura di donna. Al liceo predilige ginnastica e filosofia, ma i genitori impongono giurisprudenza. È subito conquistata dal Diritto scoprendone le strette analogie con la filosofia richiedendo logica e deduzione. Avvocato per passione, si sposa con Angelo, anche lui avvocato dedito alla politica. La nascita di Maddy e Caty sovverte l'ordine delle sue priorità, mentre un'altra passione, la corsa, irrompe nella sua vita. La Stefy ha affrontato tutti i venti della vita correndo. La corsa la salva dal mondo, da se stessa, dalla malattia del tumore al seno. Il libro è il lungo racconto di un viaggio che non cede mai il passo alla malattia e alla tristezza, che concilia l'essere madre, moglie, avvocato e runner, con le cure necessarie. Un viaggio che rinsalda affetti e scopre nuove amicizie, che sospende sicurezze regalando nuova consapevolezza, quasi una guida per affrontare le paure, superando persino gli aspetti destabilizzanti dell'intervento con la creatività. Il tutto in un concerto tonale di affetti familiari, di amicizie, di mezze maratone, di aiuto ad altre giovani donne in corsa come lei..."" -
Celio la formica
Al suo ottavo libro, l'autore continua ad ascoltare l'incessante richiamo della montagna. La dedica è per Giancarlo Muttoni, «uomo dei monti, sentinella dell'alpe, scrutatore di silenzi, albe e tramonti». Celio la formica, protagonista del racconto, è silenzioso ed efficiente come le comunità di formicai, alle quali Etain Addey dedica un capitolo del libro ""La vita della giumenta bianca"""", a cui attinge lo Zanchi citando anche il filosofo latino Celso, quando sostiene che l'umana previdenza non regge il confronto con quella delle formiche. In Celio la formica, ognuno può trovare personaggi conosciuti tra le pieghe dei racconti quotidiani delle montagne, nostro formicaio, posto antico che odora sempre di nuovo facendo riaffiorare cose dimenticate, come sorgente che scaturisce dalle falde nascoste della terra. Una storia inventata in cui alita il soffio del grande pensatore Raimon Panikkar. Rappresenta la storia di un paese, Bracca, e dei suoi abitanti nel corso del secolo breve. Un testo in cui fantasia e fedeltà storica s'incontrano, s'incrociano, si scontrano per divenire dialogo che fa emergere vissuti e valori, custoditi e sopiti nella memoria collettiva. Raccontano anche le fotografie. Sono più di cento.""