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Nel VI centenario della morte di Dante Alighieri
In praeclara summorum, undicesima lettera enciclica del sommo pontefice Benedetto XV indirizzata “ai diletti figli professori ed alunni degli istituti letterari e di alta cultura del mondo cattolico in occasione del VI centenario della morte di Dante Alighieri” licenziata il 30 aprile 1921. Con questo documento il papa riporta Dante nel solco del cristianesimo, con-tro l’edificazione di un culto dantesco laico sempre più nazionalista -
Un osso di morto
Il racconto venne pubblicato in volume nella raccolta postuma Racconti fantastici (Milano, Treves, 1869). Lascio a chi mi legge l’apprezzamento del fatto inesplicabile che sto per raccontare. Nel 1855, domiciliatomi a Pavia, m’era dato allo studio del disegno in una scuola privata di quella città; e dopo alcuni mesi di soggiorno aveva stretto relazione con certo Federico M. che era professore di patologia e di clinica per l’insegnamento universitario, e che morì di apoplessia fulminante pochi mesi dopo che lo aveva conosciuto. Era uomo amantissimo delle scienze, e della sua in particolare — aveva virtù e doti di mente non comuni — senonché, come tutti gli anatomisti ed i clinici in genere, era scettico profondamente e inguaribilmente — lo era per convinzione, né io potei mai indurlo alle mie credenze, per quanto mi vi adoprassi nelle discussioni appassionate e calorose che avevamo ogni giorno a questo riguardo. Nondimeno — e piacemi rendere questa giustizia alla sua memoria — egli si era mostrato sempre tollerante di quelle convinzioni che non erano le sue; ed io e quanti il conobbero abbiamo serbato la più cara rimembranza di lui. -
Nessuno muore prima del tempo
Il soldato Hiba Daniel, l’inquietante Ilona, il boscaiolo Tobias con la moglie Alida e altri sinistri personaggi sono i protagonisti di una storia di spiritismo, cannibalismo e magia nera originatasi durante la Grande Guerra. Attorno allo spettrale paesaggio di un inquietante e immobile lago, si susseguono fatti agghiaccianti che si ripetono fino ai nostri giorni, tenendo aperta una cigolante porta sul passato più spaventoso e oscuro. -
Oggi in Spagna, domani in Italia
"Compagni, fratelli, italiani, ascoltate. Un volontario italiano vi parla dalla Radio di Barcellona per portarvi il saluto delle migliaia di antifascisti italiani esuli che si battono nelle file dell’armata rivoluzionaria"""". Discorso pronunciato da Carlo Rosselli alla radio di Barcellona il 13 novembre 1936." -
I 100 anni del Comacchio Calcio. Una partita lunga un secolo
Compie un secolo di attività la società di calcio di Comacchio, in provincia di Ferrara, salita fino alla serie D. -
La volontà non ha barriere
"Sono nato nell'entroterra della Sardegna, a Gonnoscodina, appena 500 anime. Poco dopo la nascita, i miei genitori si resero conto che ero affetto da una grave malattia agli occhi, glaucoma congenito, che mi ha portato alla cecità totale intorno ai 18-20 anni. Nel frattempo la tubercolosi polmonare si è accanita su di me, tre anni in un sanatorio sono stati necessari per guarire. Così ho continuato gli studi in un collegio per ciechi a Cagliari, nel giugno 1975 ho conseguito il diploma alla scuola superiore per massofisioterapisti di Firenze e il 1 ottobre sono stato assunto presso l'ospedale civile di Pordenone dove ho prestato servizio per 30 anni. Nel 2006, a causa di grossi problemi di salute, mi sono trovato a dover calare di peso in modo drastico: l'unico modo naturale per farlo è stato correre. Insieme a un amico maratoneta ho trasformato la medicina in passione e da allora ho disputato 20 maratone, ma la passione per le ultra si è impadronita di me. Io ho avuto molto dalla vita, mi ritengo una persona fortunatissima: né la cecità né l'aver perso la mamma a soli tre anni mi hanno tolto la voglia di vivere perché la volontà non ha barriere""""." -
Il nastro rosso
Nella campagna veneta tra gli anni Quaranta e Sessanta del Novecento si intrecciano le vicende di due sorelle. Profondamente simili e, al contempo, diverse: espansiva e solare Anna, solitaria e ribelle Letizia. Crescono in un ambiente famigliare difficile, sotto l’ombra di una madre malata e problematica, educate quasi esclusivamente da un padre amorevole per il quale farebbero qualsiasi cosa. L'evoluzione della società veneta fa da sfondo alla crescita di Anna e Letizia, finché il passato non si abbatte su una di loro, cambiando per sempre anche la vita dell’altra. La prefazione è della scrittrice Ginevra Lamberti. -
Il girotondo delle libellule
Una squadra di adolescenti. Un mister che ha giocato in serie A. Amicizie, invidie. Prese in giro, complicità. Lacrime e risate. Fino al fischio finale. «Ci hanno chiamato schiappe e campioni, ci hanno fischiato e incoraggiato. Ci hanno maledetto e applaudito. Ci siamo meritati tutto». Questa è la storia di un gruppo di ragazzi che hanno preso a calci un pallone. E se stessi. La copertina è realizzata dal maestro Ottavio Sgubin. -
Quante ombre a Venezia. Le indagini del giornalista Carnera
Sandro Carnera, pronipote del glorioso pugile di Sequals, ha da poco superato la cinquantina. Fuma dalla mattina alla sera e ha un carattere insopportabile, è propenso al pessimismo – nonostante lui lo definisca realismo –, è sposato con Erminia, con cui condivide le gioie e i dolori delle due giovani figlie, e di mestiere fa il giornalista. O meglio: il cronista di strada. Carnera è da poco arrivato nella redazione veneziana della “Gazzetta del Nordest”, suo malgrado, quando un fatto di cronaca apparentemente banale nella sua cruda realtà lo scuote, ponendolo dinanzi a una serie di interrogativi. Ai piedi del Ponte della Costituzione viene trovato morto ammazzato un vecchio turista tedesco. Il caso sembra chiudersi in fretta ma Sandro Carnera vuole vederci chiaro e, testardo com'è, comincia a scavare in profondità, tra le ombre delle calli veneziane, facendo luce su qualcosa che tutti, da queste parti, hanno sempre preferito tenere nascosto. -
Premio Internazionale di poesia «Renato Appi». Antologia (2020-2021)
Renato Appi (1923-1991), drammaturgo e poeta, continua a essere presente nel tessuto culturale della regione Friuli Venezia Giulia e dei Fogolar Furlans non solo con la sua opera, ma soprattutto con il suo esempio. Difficile raccogliere una eredità così complessa e poliedrica, in particolare da una sola persona. La forza delle sue intuizioni sta appunto nell'essere proseguite a più mani e in più luoghi. In altre parole le idee germogliano sul territorio e forse questo è il risultato più importante raggiunto da Appi. Per questi motivi su iniziativa della Provincia di Pordenone, del Comune di Cordenons e del Gruppo Cordenonese del Ciavedal, con il sostegno di numerosi enti e associazioni, nel 2000 è stato istituito il Premio “Renato Appi” dedicato alla poesia. -
Amalia va al mulino
Forse molti hanno ignorato la sua storia. Forse non si sapeva che provenisse da San Vito, che prima aveva lavorato a Pielungo. Forse la gente non era a conoscenza dell’amicizia tra lei e Luigina. Amalia era conosciuta per la sua tempra infaticabile, per il suo ingegno, per la sua pazienza e disponibilità. Per quarant’anni l’avevano vista andare su e giù dalla casa al mulino con la gerla sulle spalle, l’avevano incontrata per chiederle di macinare il granturco. Molte volte la buona mugnaia aveva soccorso i ragazzini che andavano a giocare nel torrente, ospitandoli e asciugando i loro vestiti bagnati. Questi piccoli divenuti adulti, non si sono scordati di lei e delle sue storie narrate accanto al fuoco. Anche se nel tempo molte cose si perdono, molte altre invece rimangono, tanto che questa piccola, semplice figura di donna ha ispirato queste pagine. -
Nina la contessina e Ninetta la puzzetta. Ediz. illustrata
Molto molto lontano, al di là delle alte montagne, si trova il Bosco delle Millemila Foglie, un luogo meraviglioso dove splende sempre il sole. Qui, in una piccola e graziosa casetta, viveva Nina la contessina. Nina non conosceva il brutto tempo. Durante un temporale, però, si originò una nuvoletta che si manteneva profumata, salvo quando Ninetta perdeva il controllo delle proprie reazioni... Età di lettura: da 6 anni. -
Il mio sacrificio non sarà vano
Ultimo discorso del presidente del Cile, Salvador Guillermo Allende Gossens, trasmesso da Radio Magallanes dal Palazzo della Moneda alle 9.10 dell’11 settembre 1973. -
Napoleone muore
Sull'isola di Sant'Elena avvennero cose di estrema gravità, mentre qualcuno a Londra tesseva le trame. Il governatore inglese Lowe, l'uomo più detestato dai prigionieri francesi, una volta sepolto Napoleone, tornò in patria convinto che fosse ormai giunta anche per lui l'ora degli onori. Chiese subito udienza al sovrano Carlo IV: negata con disprezzo. Allora si rivolse al maestro di tutta la vicenda, ministro degli Esteri Castlereagh: negata. Lowe non poteva neppure rifugiarsi nei pub, perché ovunque c'era un ritratto di Boné, come familiarmente veniva chiamato il figlio del popolo diventato Imperatore. Sentendosi odiato nel suo stesso Paese, il ""carceriere"""" decise di parlare chiaro e scrisse un libro per spiegare """"tutta"""" la verità. Il suo """"capolavoro"""" non lo comprò nessuno e i suoi libri andarono al macero. Qualcosa però, ovviamente, si salvò e se ne ricordò Mussolini, che a tutti i costi volle pubblicare anche in Italia il libro di Lowe, che avrebbe potuto dimostrare al mondo intero la perfidia inglese. Proprio questo libro, che abbiamo avuto la fortuna di rintracciare, racconta cose di gravità estrema sulla morte prematura di Napoleone..."" -
Biografie non autorizzate. Per una geografia dell’anima. Lineamenti di antropologia delle rovine
Per un capriccio della natura il borgo ha il proprio centro sospeso e spencolato un poco oltre il confine: come un unico frutto pendente oltre il muro dell’orto, affacciato sul più misterioso e inafferrabile altrove, il mare. Per forza un posto del genere secerne esseri bizzarri. E infatti il borgo produsse e nutrì (abbastanza male in genere) gente che, come il mare e il serpentino, come le acciughe o le foglie degli ulivi, emanava dalla propria barbarie bagliori che oggi possiamo interpretare come lampi di un genio salmastro e d’una scontrosissima poesia. Di loro e delle loro bizzarrie qui si narra; ma anche delle pietre che calcarono ed eressero. Dapprima meravigliosamente; da un certo momento in poi disastrosamente. -
Storie della storia di Genova. Fatti, personaggi, aneddoti, curiosità...
Ricco di informazioni anche poco note, corredato da un notevole apparato iconografico, ci mette a contatto con una moltitudine di personaggi e di eventi. -
Trabastìa. Cent'anni di gente comune
"'Vorrei riuscire a ricordare per lei tutte le cose che ho ascoltato, quelle che mi hanno raccontato, quelle che ho vissuto, e le voci, le vite fermate nelle lettere, nei diari, nei fogli che ho trovato sul fondo dei cassetti. Vorrei che sapesse le strade che abbiamo percorso per arrivare fino a lei.' Attraverso cent’anni di vita vissuta Mecconi evidenzia con pennellate di parole, come fossero dipinti, storie e personaggi che di volta in volta prendono forma e luci e ombre e si personificano davanti ai nostri occhi. È importante, nella vita che stiamo vivendo, recuperare momenti così."""" L’anima ringrazia. (Mariangela Guandalini)" -
Le otto tribù e altre storie
I romanzi e i racconti di Tan sono ricchi di interessanti osservazioni di carattere psicologico ed etnografico, dovute sia al suo acuto sguardo scientifico che alle sue doti di artista. Egli appartiene a quella pleiade di scrittori russi realisti degli anni '90 dell'Ottocento - Serafimovi, Kuprin, Veresaev e tanti altri - tra i quali occupò un posto particolare, facendo conoscere al lettore russo l'esistenza degli aborigeni siberiani, Jakuti, Jukagiri. Nel romanzo ""Le otto tribù"""" è stato ampiamente utilizzato materiale del folclore; sono state create realistiche rappresentazioni della vita di quelle popolazioni, di estrema attendibilità artistica e di grandioso romanticismo. La trama è avvincente, il racconto delle vicende degli eroi è originale, inaspettato e strano e si stampa nella memoria come un quadro raffigurante un popolo fino allora sconosciuto. Nel romanzo, come nei due racconti, l'anima dell'etnografo Tan si fonde inevitabilmente con quella dell'artista il cui compito, che assolve magistralmente, è quello di inserire scene di vita nelle descrizioni etnografiche che già di per sé sarebbero, comunque, interessanti. Bogoraz ebbe grandi ammiratori tra gli intellettuali dell'epoca che lodarono soprattutto Le otto tribù, per lo stile epico del racconto, l'esposizione magistrale, le immagini artistiche, la descrizione degli eroi."" -
Stradario genovese
Sono trascorsi otto anni da quando Domenico Ravenna ha pubblicato l'ultimo volumetto della trilogia in versi ispiratagli dalla sua terra d'origine, la Val di Vara, trilogia formata da Reigada (2005), L'orto dei Malaspina (2006) e Passaggio sul Bracco (2009). Giornalista di lungo corso, Ravenna si era rivelato anche poeta molto efficace e comunicativo, apprezzato anche da un lettore rigoroso e severo come Franco Loi (sul ""Sole-24 Ore"""" del 29 gennaio 2006) per le sua asciutta sensibilità nel rievocare i paesaggi, i personaggi e, insomma, la civiltà di quella sua regione di confine tra Liguria, Toscana, Emilia: un intreccio di culture destinato, come tutti quelli dei territori lontani dai grandi centri della globalità, alla perdita dell'identità e infine alla dimenticanza; e così la trilogia poetica di Ravenna può essere letta, oltre che come raccolta di versi originali e capaci di restare incisi nel lettore, anche come memoria e testimonianza di una civiltà al tramonto. Con questa nuova raccolta Ravenna abbandona la Val di Vara e ci porta a Genova; e certo è scelta coraggiosa scrivere di questa città dopo i versi memorabili ad essa dedicati da Sbarbaro e da Campana, da Caproni..."" -
Dalla Sirte a casa mia
A cura di Francesco De Nicola viene pubblicato il libro d'esordio di Marcello Venturi, ""Dalla Sirte a casa mia"""", i cui due lunghi racconti rappresentano l'atto conclusivo e più alto della sua stagione neorealista, che si era espressa in decine di racconti pubblicati sulle terze pagine dei giornali. Su questi il giudizio di Italo Calvino scritto nel 1947 rimane tuttora uno dei più pertinenti per dichiararne le grandi qualità narrative: """"Venturi è il vero scrittore partigiano, eroico e corale insieme, emotivo eppure scarno, senza pudore della propria commossa tragicità. È il narratore che racconta, spesso con popolaresca ingenuità, le emozioni collettive"""". E doti di """"ingenuità e lirismo"""" arricchite ancora anni dopo """"dalla freschezza entusiasta del '45"""" riconoscerà in lui Elio Vittorini, che lo aveva scoperto ventenne e fatto esordire sulle pagine del suo prestigioso """"Politecnico"""".""