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43 poesie per Genova
Alla notizia sconvolgente del crollo del viadotto che scavalca il Polcevera mi sono domandato che cosa avrebbe potuto fare un’associazione culturale come la Dante Alighieri, che vi è attiva dal 1889, per essere vicina alla città ferita in questa tragica circostanza. L’immagine di Genova diffusa nel mondo dopo le 11,36 del 14 agosto è stata quella di un ponte incredibilmente spezzato, delle sue macerie, di tonnellate di cemento piombate sul greto di un torrente, sulle fabbriche e sui binari, trascinando nel baratro automobili e autocarri con i loro disgraziati occupanti: e poi l’immagine spettrale di un quartiere abbandonato, l’immagine della distruzione, dello scempio, del grado più alto e più drammatico della “bruttezza”. E allora ho pensato che la Dante Alighieri avrebbe dovuto invece proporre di Genova un’immagine opposta di bellezza: la bellezza della poesia e delle parole speciali che la formano e, nel caso particolare, della poesia nata da Genova: dal suo paesaggio naturale e dalla sua storia, da chi la abita e da chi la vive e vi lavora, senza peraltro ignorare le sue problematiche e le sue contraddizioni, la sua vitalità intera che il crollo di un ponte non può comunque, anche nella tragedia, cancellare. Ecco allora queste 43 poesie per Genova, offerte a chi vorrà avere il piacere di leggere, con l’aiuto di brevi presentazioni, ciò che è stato scritto in versi su di essa e per esprimere vicinanza alla città ferita e alla sua bellezza. Guidati dai nostri poeti, ripercorreremo allora Genova da Levante a Ponente, dal mare alle colline; ma il nostro itinerario non potrà che avviarsi con due testi in versi ambientati proprio nella val Polcevera per tener ben presente il nostro lacerante punto di partenza. -
Giacomo l'immoralista. Sull'orlo del nulla. Leopardi e la mezza filosofia
Sempre nominato, sovente calunniato, molto amato ma sostanzialmente poco letto e ancor meno compreso, Leopardi è una presenza imbarazzante nella storia del pensiero europeo; anzi, a dispetto dell’immensa mole della bibliografia relativa, ancora un’immensa assenza, una grande, affascinante sfida. Gli autori di questo volume si sono ripromessi – “semplicemente” – di leggere Leopardi; per il piacere dell’avventura, per amore del rischio. Questo volume costituisce una specie di «diario di bordo» del loro viaggio nell’immenso universo leopardiano; la testimonianza del tentativo di aprire un colloquio quant’è possibile onesto con quello che è stato definito «uno dei grandi saggi dell’umanità»: senza costringere nei limiti dei propri pregiudizi la sua libertà; senza provare a semplificare la sua complessità; senza cedere al desiderio di ignorare le sue contraddizioni o, peggio ancora, di scioglierle; provando a condividere il suo gusto per le domande e la sua diffidenza per le risposte. Questo, lo scopo dichiarato: lasciar parlare Leopardi «senza prestargli qualità che non ha» ovvero senza forzare quello che dice per farlo entrare in uno schema precostituito; mettersi in ascolto; umilmente, sapendo quant’è difficile ascoltare e vedere. Di qui l’ampio e sempre insufficiente spazio lasciato alla parola di Leopardi: in modo da fare di questo libro, anche, una sorta di antologia del pensiero leopardiano. L’idea era di mostrare Leopardi come si mostrerebbe un panorama, il cielo stellato, i monti e gli oceani della luna. Sforzandosi di evitare, nei limiti del possibile, la tentazione, decisamente troppo ricorrente tra gl’interpreti, di rinchiudere l’imprendibile ricchezza di Leopardi in una formula. Il titolo che gli autori hanno voluto assegnare a questo libro sembra denunciare il loro fallimento, o la difficoltà di mantener fede ai propri propositi; ma il termine di immoralista che hanno applicato a Leopardi è tale, sia per la provocatorietà sia per l’ironia, da non poter essere assimilato a etichette pretenziose come quella tradizionale di pessimista o quella, più aggiornata, di nichilista: esso serve semmai a prendere le distanze da quelle, ormai palesemente inadeguate, definizioni; e ad attirare l’attenzione su un aspetto poco noto ma molto importante del Leopardi filosofo: sul suo desiderio d’essere il nuovo, eversivo Machiavello: il duro critico della società, il moralista-immoralista che pretende di chiamare le cose col loro nome e, poiché le virtù non sono praticate, propone di abolirne i nomi; l’intransigente cultore dell’acerbo vero che, avendo scoperto che «il mondo è una lega di birbanti contro gli uomini da bene» e «l'educazione buona, o così chiamata, consiste in gran parte nell'ingannare gli allievi», vuole spezzare le tavole della morale corrente perché sono al servizio di questo inganno e della trionfante alleanza dei «vili contro i generosi». -
Letteratura fra i banchi di scuola
Svelata attraverso lo sguardo partecipato, critico, severo, propagandistico, militante, oppure ironico e irriverente dello scrittore, la scuola appare, in questo libro, come un organismo complesso, vivo e vivace, ricco di contraddizioni, di ambivalenze quando non, addirittura, di antinomie. Sia essa reale o narrata, non è, e non può essere considerata, un luogo neutro in quanto rappresenta lo spazio dei sogni da realizzare, delle frustrazioni da rimuovere, delle visioni che riguardano il futuro. La prospettiva di questo volume è quella di mostrare come tutto ciò che avviene nella società, a tutti i livelli, si ripercuota non solo nelle istituzioni scolastiche e nell’educazione in senso lato, ma anche, e soprattutto, nell’immaginario collettivo. -
Il segreto del Magenta
“Da quanto tempo nella narrativa italiana non si ascoltava il silenzio del mare, rotto dallo schiocco delle vele sotto la spinta dei venti?” Questo si chiedeva Carlo della Corte, nell’ormai ormai lontano 1981, presentando negli Omnibus Mondadori ""Le isole della paura"""", romanzo d’avventura marinara, appunto, di Mino Milani. Con """"Il segreto del Magenta"""" ecco lo scrittore pavese partire per il primo giro del mondo compiuto da una nave da guerra italiana, alla fine dell’Ottocento. È questo, insieme, libro di verità e di libera invenzione, quindi con eventi e personaggi reali o immaginati: ma che mai e in nessuna misura travalicano la possibile realtà, restando uomini veri in una vicenda storica. Prefazione di Marcello Vaglio."" -
Paolo Fregoso, genovese
«Arcivescovo, cardinale, tre volte doge, cinque figli con due donne, diversi bastardi, uomo d’armi, pirata, ammiraglio della Santa Sede, due volte papabile»: questo l’uomo del quale Vito Molinari ci restituisce un sapido ritratto sullo sfondo di una Genova inquieta e rissosissima; intrecciato alle vicende di un secolo nel quale, secondo le parole di Johan Huizinga, «la vita era così violenta e piena di contrasti da emanare un odore misto di sangue e di rose». Un romanzo pienamente rispettoso dei dati storici, ricco di riferimenti all’arte e alla cultura del tempo, a fatti poco noti – non di rado terribili – e a curiosità divertenti. Saggi introduttivi di Franco Bampi e Michele Sancisi. -
Il manoscritto di Laneghè. Cronache dal golfo
"Schegge di vita dai paesi di un golfo del Mediterraneo. Storie di ragazzi, di donne e di uomini attraverso lo spazio ed il tempo; legate tra loro da un refolo color del mare di nostalgia, di allegria, di magia, di umanità. Pensate, se non fossero esistiti i narratori, quanto più difficile sarebbe stata l'esistenza di tutte le generazioni che si sono succedute dall'uso della parola in poi. E quanto più lungo sarebbe divenuto l'apprendimento, senza basarci sulla conoscenza di chi ci ha preceduto. Con l'incedere degli anni matura la frenesia istintiva di tracciare profili di mondi perché tutto non vada perduto nel gran calderone confuso dei ricordi. Nascono allora frammenti di vita importanti, non solo per chi racconta ma anche per chi ascolta. Regalare frammenti della propria memoria è sempre un atto coraggioso. Se si riesce poi a farlo con imparziale distacco e incedere galoppante diventa allora una lettura utile a chi, per andare avanti, ha il coraggio di voltarsi indietro. Bravo, Mecconi!"""" (Marco Buticchi)" -
Studi sabaudi
La dinastia dei Savoia ha una vicenda millenaria. Tra Età moderna e contemporanea il casato operò una lunga stagione dinamica: suoi rappresentanti si affacciarono autorevolmente alla finestra del continente europeo, agendo da soggetti che seppero dotarsi di un impianto istituzionale e diplomatico-militare di respiro sovranazionale. Una palestra di politica posta all'attenzione di autorità non digiune nella prassi di governo. Non secondaria perdurò l'attenzione del casato per le intraprese territoriali e per il campo di prova di una cultura dell'immagine dinastica specchio dello Stato. Sono riuniti in questa monografia alcuni studi di spettro territoriale-documentale e appunti per una disamina interpretativa. Una lettura che evidenzi in essenzialità ruolo, atteggiamento e azioni dell'esperienza sabauda con il lampo d'occhio della storiografia. Introduce il volume una prefazione risultato delle riflessioni analitiche proposte da Gustavo Mola di Nomaglio (Centro Studi Piemontesi - Ca dë Studi Piemontèis). -
Vite maledette. Autobiografie apocrife
Vito Molinari ci propone cinque autobiografie apocrife di artisti maledetti, geni privi del dono di saper vivere. Gesualdo da Venosa (1566-1613), musicista sommo, assassino della moglie e del suo amante; Caravaggio (1573-1610), genio e assassino; Alessandro Stradella, ""il Caravaggio della musica"""" (1643-1682), donnaiolo impenitente, assassinato per vendetta; Amedeo Modigliani (1884-1920), principe della bohème, morto povero e drogato; Antonio Ligabue (1899-1965), una vita tra manicomi e capolavori. Come scrive Andrea Tarabbia, premio Campiello 2019, nella sua prefazione: """"Vissuti male, morti peggio; scrivono la propria vita oltre la vita. Non c'è quasi nulla di più straordinario, e di più letterario, di questo"""". Prefazione di Andrea Tarabbia."" -
La guerra è stupida
Pubblicato per la prima volta da viennepierre nel 2005, oggi appare per i nostri tipi in occasione delle celebrazioni del ventennale della morte di Carlo Bo, l'illustre letterato di cui l'autrice fu moglie. Non un libro sulla guerra, ma un libro contro la guerra. Per Marise Ferro la guerra è la massima offesa alla dignità umana, l'avvilimento totale di ogni forma di civiltà. Un giudizio che in certo modo richiama alla mente il suicidio per lucida disperazione di Virginia Woolf, nel marzo del 1941, di fronte agli scempi della guerra. Il libro, di impianto dichiaratamente autobiografico, è strutturato in undici capitoli, di cui alcuni sono veri e propri racconti che affiorano dalle memorie di famiglia: è come se l'autrice sfogliasse un album di vecchie fotografie. -
Dalle parole allo schermo. La fiction d'indagine in Italia
Questo saggio di Massimo Carloni sulla fiction televisiva d'indagine in Italia, dagli albori, ai primi anni Settanta, a oggi, con un'attenzione particolare al lavoro di due sceneggiatori, Massimo Felisatti e Fabio Pittorru e del successo della loro serie televisiva “Qui Squadra Mobile”, costituisce il primo ampio studio su un fenomeno che oggi sta godendo il suo momento di maggior popolarità, sicuramente anche perché favorito dalla pandemia di Covid 19 che costringe il pubblico a stare molte ore chiuso in casa. L'attenzione alla fiction, in particolare italiana, accompagna quella al giallo italiano, che nel corso degli anni è cresciuto, non solo sul piccolo schermo e nel cinema ma anche nella narrativa di genere, spesso ispiratrice delle stesse serie (si pensi a “Romanzo criminale” di Giancarlo De Cataldo o a “I delitti del BarLume”, tratto dai gialli di Marco Malvaldi). Lo studio non trascura neppure i fumetti che, sempre negli anni Settanta, con la nascita di Diabolik, Kriminal e Satanik finirà per surclassare i prodotti d'oltreoceano. Insomma, con questo ""La fiction d'indagine in Italia” Massimo Carloni, già autore di altre opere sulla storia del giallo, offre al pubblico italiano un'occasione per capire un fenomeno che, da opera d'intrattenimento ha finito, inevitabilmente, per condizionare la nostra vita."" -
Notulae. Appunti, storie e ricette di amore e amicizia di favole e miti
"Notulae"""" non è tanto un libro di ricette, ma un percorso di memorie, di simboli e miti di cui il cibo diventa chiave di accesso e di lettura. Le ricette di questo libro, tutte sperimentate, essenziali e legate alla stagionalità e al territorio, diventano segni di amicizia, di scambi, di feste e di legami che ancora resistono. Le pietanze, le conserve, i liquori, scaturiti da un prezioso e amato libretto della mamma dell'autrice, raccontano di un universo al femminile perché la donna è da sempre la custode della vita e del cibo. Ma il libro vuole anche raccontare un mondo di incontri e di intrecci tra culture diverse perché ogni piatto, anche quello che sembra più legato al territorio, è frutto di un meticciato e nasce da incontri molteplici. Il libro si presenta come una miniera di spunti utili non solo per sperimentare ricette, ma prezioso perché offre uno spaccato di vita vissuta con l'intento di ricostruire spazi di vita attraverso la preparazione di piatti che si potranno preparare così come nelle ricette, ma poi anche rivedere, ritoccare, riadattare in un gioco infinito di innesti e trasformazioni perché il cibo è vita e la vita è fatta di movimenti di scoperte di incontri." -
Un aculeo bianco nella notte
Antologia contenente i testi degli autori, provenienti da diverse città italiane, vincitori, menzionati e segnalati della sezione poesia inedita della VI edizione del premio nazionale ""F.Graziano""""."" -
Eccellenza, distruggete Diapason! Un periodico studentesco nella stagione ribelle
Un gruppo di studenti di estrazione prevalentemente cattolica, tra il 1966 e il '69, a Cosenza, pubblica Diapason, un giornalino che intende imporsi all'attenzione del mondo studentesco e, nello stesso tempo, di quello adulto, aprendo uno spazio di confronto e dibattito su temi e questioni che segnano fortemente quella stagione. Non una ""palestra dei lettori"""", dunque, ma uno strumento per dare voce a riflessioni, idee, visioni di una gioventù che vive in pieno la stagione dell'impegno sociale, politico ed ecclesiale. Non mancano le contraddizioni e qualche ingenuità tipiche dell'età, mentre si coltivano contemporaneamente le passioni comuni ai giovani di quegli anni: i capelli lunghi e le minigonne; i Beatles e Fabrizio; le """"strisce"""" dei comics... Un'esperienza che si iscrive nel solco di quella stagione """"ribelle"""" che fece sentire, anche nella provincia meridionale, il vento del rinnovamento che soffiava sulla società e sulla Chiesa e che avrebbe spazzato via consuetudini, valori, codici di comportamento ritenuti immutabili. A cinquant'anni di distanza, questo libro vuole ripercorrere le tracce di quell'avventura, con l'obiettivo di rileggerla da un'ottica distanziata."" -
Iddha esti
"Lampija e tronija 'nta spera ru suli? Brisci storta 'sta jurnata. Non si può prescindere, nella raccolta di racconti di Franco Araniti, dal citare il dialetto. Se ci sono lampi e tuoni, mentre brilla il sole, inizia brutta la giornata. E, difatti, il filo conduttore di tutti i racconti è Iddha. Lei, la Grande Signora, colei che, col suo apparire, prende a calci e morsi la Vita, e così facendo la consegna all'eternità! L'autore affronta, ancora una volta, l'ardua impresa di mescolare, sapientemente, linguaggi atavici e lingua attuale. Il connubio è fascinoso, incalzante, con una serie di flashback che seguono il ritmo di una ballata. Avanti, indietro, poi di lato, destra, sinistra, ancora avanti. Generi letterari volutamente diversi, anche contaminazioni di noir, di racconto storico, di giallo. Così la scrittura spumeggia, s'intreccia e si avvita a chi legge, crea attesa di sapere cosa viene dopo, sfocia in un'arsura che il lettore e la lettrice devono per forza colmare. Una volta preso in mano il libro, niente ti può più fermare. Nemmeno Iddha!"""" (Ada Celico)." -
Volare è potere. Poesie sopra mondi disancorati
"Volare è potere tenterà di raccontare ciò che non riesco a dire e oggi è uno di quei giorni in cui non apro bocca... L'unico peso che porto sulle spalle, per il quale è necessario allenarsi e piegarsi e che incarna responsabilità e coraggio, è il peso delle mie parole..."""" (L'autore)" -
Patibolo
"La poesia è il fuoco (fatuo talora) d'ogni suo prius. Espira, espia facendo versi. Ti muoia ai piedi ogni forma di posa e d'impegno. Pavonéggiati pure mentre scrivi e dopo; impégnati in tutte le lotte che puoi: ma che mai un tuo scritto abbia a sortire polito come un damigello o, peggio e meglio, intruppato come un parà: se lo è, è un naufragio. Poesia - anche i deterministi ne convengono - è invece sempre puro approdo. Che lo scrivere chiuda altre funzioni è verità antica, che ripetere stanca. Patibolo, perché se te ne avvedi è già tardi. Vi fosti già condotto. Ti si lascia cantare.""""" -
La sapienza dimenticata. Breve storia della cultura enogastronomica italiana
"È stato un piacere mettere insieme per voi studenti questo facile riassunto enogastronomico che chiamo il mio testamento d'amore per voi, proprio perché l'amore è conoscenza, l'amore è sapienza, e sapere i sapori vuol dire scoprirci ogni giorno e scoprire/sapere il mistero della nostra vita"""". (Annalisa Saccà)" -
Una storia raccontata male
"Mi sono dimenticata come ci si cammina!"""" Mi guarda, poi china lo sguardo verso le scarpe lucide e con il mento indica i tacchi a spillo. È bella Monica nel suo primo giorno da donna libera, anche se solo per poco. Un permesso di qualche giorno. Esce oggi dopo anni e anni di reclusione nel carcere di Rebibbia. Il magistrato di sorveglianza l'ha affidata a me che sono il Garante dei diritti dei detenuti. """"Angiolo, grazie!"""" mi dice commossa dandomi un bacio sulla guancia. """"Va, e goditi questi giorni e non fare cazzate. Ci vediamo la settimana prossima."""" So che non mi tradirà mai. Mi ritrovo così davanti al mio adorato mare di Napoli, dove tutto è iniziato. Angiolo Marroni, Avvocato, figura storica della sinistra italiana ha ricoperto ruoli importanti tra cui Vicepresidente ed Assessore al Bilancio della Provincia di Roma e della Regione Lazio. Ha fondato l'Istituto del Garante Dei Diritti dei Detenuti nel 2003 di cui ha ricoperto il ruolo fino al marzo del 2015." -
Exit
Giacomo Toscani, professione rappresentante farmaceutico, sposato con una figlia, uomo apparentemente scialbo, una vita agiata, improvvisamente scompare. Anna, sua moglie, chiede a Ofelia Horvath, sua vecchia amica e analista del marito, di aiutarla a rintracciarlo, prima della polizia. Nella vita di Ofelia tutti sembrano andarsene compresi i suoi pazienti. Inizia ad indagare mettendosi sulle tracce di Giacomo seguendo una pista che da Trieste porta nell'entroterra romagnolo. Incoraggiata dai consigli del nonno putativo Alcide, sostenuta dalle telefonate di Nicola, fidanzato a distanza, Ofelia deve fronteggiare una storia che mai avrebbe immaginato si celasse dietro all'espressione opaca di Giacomo. Una storia che la trasporta negli inferi dei propri buchi neri, che si ripresentano ogni notte al seguito di un'insonnia tenace. Nessuno è come sembra e quando credi di averlo conosciuto è il momento in cui decide di uscire dalla tua vita. -
Amore meno zero
New York 1972 , Richard Nixon ha vinto le elezioni, ma lo scandalo Watergate sta per scoppiare. Un professore di Logica, protagonista senza nome, risponde ad un'insistente offerta di lavoro della ""Fondazione"""" i cui capi sanno tutto sul suo passato ricattabile, minacciando la sicurezza di Candice, ex compagna negra, insegnante di Harlem, di cui è ancora innamorato. Da lui pretendono informazioni sul mondo universitario, sugli artisti e intellettuali del Village. La stessa mattina incontra Rodriguez Sandoval, soldato reduce dal Vietnam, che vuole aiuto per pubblicare il suo diario di guerra. Scoprirà poi, attraverso Karen, segretaria della Fondazione, le intenzioni dei servizi segreti per incastrare gli esponenti del movimento pacifista e della protesta nera. Non rimane che fuggire in Messico, mentre però arriva la notizia di un colpo di stato in Cile ad opera di """"un certo colonnello Pinochet"""".""