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Il canto di Karol
Da Alessandro Manzoni in giù, molti scrittori hanno sfruttato l'antico artificio letterario del manoscritto ritrovato per caso, grazie al quale la narrazione si dispiega. Nel ""Canto di Karol"""" siamo in presenza di un'autobiografia dattiloscritta, rinvenuta in un cassetto, tanto coinvolgente da diventare fulcro per la caratterizzazione dei due protagonisti principali, Aurelio e Gabriele, l'Uomo-che-scrive e l'Uomo-che-legge, le cui storie finiscono per intrecciarsi, insieme a quelle di altri personaggi non secondari, attraverso una serie di coincidenze misteriose e di riflessioni parallele che coprono arditamente un arco temporale di oltre 150 anni, dalla spedizione garibaldina in Polonia del 1863 e dalla ben più recente guerra etnica in Bosnia fino ai nostri giorni. Ma il vero protagonista del romanzo è il mistero. A partire dallo sguardo penetrante di un bambino ritratto su una tela, che diviene pensiero ossessivo e oggetto assillante di ricerca da parte di più personaggi variamente coinvolti, e poi attraverso una successione serrata di suggestioni che collegano le diverse esperienze. Prefazione di Biagio Balistreri."" -
Emersioni
Non è da considerare un'implosione la forma prevalentemente epigrammatica con cui Carolina Cigala dipana l'urgenza del suo versificare: tutt'altro, se i versi in questione sembrano avere l'energia del botto dei giochi pirotecnici a cui poi seguono policrome e sparse lucentezze da seguire con gli occhi predisposti allo stupore. E, in effetti, ogni componimento di questa agevole raccolta, attraverso la sonorità del verso intonato al proprio sentire e gli effluvi d'una particolare carica dialettica, sembra consegnare ai lettori il pretesto per provare a salire i dorsali del ""non detto"""", una sorta d'inizio di preghiera che poi i fedeli sapranno continuare con personale fervore. Di certo, ad ogni emersione deve necessariamente precedere un'immersione che la Cigala dimostra di avere sicuramente affrontato al fondo di probabili vicende interiori qui non situabili in un tempo reale, ma immesse in una atemporalità che assicura una dimensione più universale."" -
Stelle di giorno
La voce narrante di una mente angelica viaggia nell'ultimo mezzo secolo della storia d'Italia. Vola nei pensieri e nei sentimenti di Ludovico e Matteo, assimilabili inizialmente a un'isola e a un battello migrante. Sono loro i coprotagonisti di un gruppo di 15 amici fuori dal comune che, affrontando diversamente un vuoto culturale e politico, intercettano la bellezza dei fenomeni della vita. Seppure emarginata in molte città italiane dalla Sicilia al Veneto, la vita è talvolta costretta alle misteriose clandestinità che la rendono vincente sulle ""Zone grigie"""", liquide e omologanti, dell'umanità. Soprattutto nel Sud in lotta contro l'""""economicismo"""" dei sistemi corrotti del potere. Ma i nostri non si arrendono. Vogliono vedere le """"cose"""" più importanti anche nelle vite degli altri. Negli amori, nella politica, nella cultura e nelle arti riscoprono la grande risorsa del """"vuoto rigenerativo"""" dell'architettura. Fino a riconquistare progressivamente una ricchezza invisibile come le """"stelle di giorno"""". Presente in una biodiversità di case, città e paesaggi. Meritandosi un prezioso e inatteso dono finale."" -
Isola delle femmine
Un confine sottile tra sogno e realtà, immaginazione e fantasia, speranza e certezza, gioia e dolore. Cristina e Federico, raccontano tra emozioni e sentimenti, uno spaccato di vita, il legame ancestrale tra madre e figlio, il filo sottile e resistente che li unisce dal quel primo vagito. La storia difficile di un ragazzo che cerca di ritrovare se stesso. Le battaglie di una mamma contro un mondo nuovo e ostile, tra disperazione e dramma, l'approdo sicuro tra le braccia di una sirena dal nome fantastico e reale: Lighea. La speranza e la certezza di essere fuori dal tunnel. La bellezza di versi che raccontano tutta una vita, che si spingono oltre, nella dimensione dell'anima. -
Colori nella penombra
Tommaso Di Gesaro, avvocato affermato, uomo politico molto impegnato nel sociale e da tempo Presidente della Sezione Territoriale di Palermo dell'Unione Italiana Ciechi, ci offre il racconto di una intera esistenza segnata fin dalla prima fanciullezza da seri problemi di vista che lo hanno portato, nel tempo, alla attuale cecità. Una vita iniziata a Isnello, dolce paese delle Madonie, descritto con amore nel suo tipico paesaggio e nelle persone che lo animavano. Una vita condotta con tenacia e forte desiderio di affermazione, affrontando le difficoltà con determinazione, considerando fin dalla tenera età la scuola, l'apprendimento, la cultura e successivamente anche la fede e l'amore come conquiste continue per conseguire il sogno dell'autonomia, giudicata la finalità di base dell'esistenza, la sola in grado di consentire una soddisfacente vita sociale e la felice costituzione di una famiglia. Colpisce fin dalle prime pagine del libro la frequenza dei riferimenti ai colori del mondo circostante rimasti vividi nella memoria, memoria che ha indotto l'autore a intitolare questa autobiografia ""Colori nella penombra""""."" -
Estremamente semplice
"L'uomo è un essere estremamente pesante, ha un'anima di roccia, pesa più del piombo. Lei invece è leggerissima, galleggia sui respiri e come tutte queste cose tra di loro provano un'attrazione irresistibile"""". Così, Angelo Ganazzoli ci conduce, come in un vortice, all'interno del numero 5 della collana """"Letture maledette"""". """"Maledetto"""" è l'impatto dei colori invertiti della copertina, il bianco del giorno diventa il nero della notte, la sensazione è quella di vivere fuori dalla realtà come accade a questi due esseri-protagonisti che, così diversi, si incontrano sotto un immenso cielo stellato. Lei, estremamente fragile, attirata dalla luce si poggia sulla di lui sigaretta. Il fumo leggero sale, la vita è in stand-by, tutto è sospeso in una non quiete, in compagnia di una non falena. È un incontro-scontro fra il buio della solitudine e l'infuocata brace della vita che non si arrende, ostinandosi ad ardere anche se di giorno è così faticoso apprezzarla. Angelo ci confida: """"Il titolo è estremamente semplice, ma il suddetto avverbio sta, in realtà, per condizione estrema; è una semplicità faticosa e travagliata come lo stile di scrittura o il percorso del protagonista"""". Prefazione di Nizar Piccolo della Rocca." -
Atelier Josef Sudek. Partitura del silenzio
Raramente si raccontano gli incontri d'amore, ed eventualmente a contiguità molto intime. Con il presente volume Valeria Spallino svela pubblicamente il suo incontro con la fotografia di Josef Sudek: un luogo a più stanze calpestate con gli occhi fino a riceverne dentro i sintomi d'una sana folgorazione. L'urgenza, si comprende, è quella del dire, e in tale processo rivelatore si viene a instaurare una interagente ciclicità che dal pretesto/immagine conduce alla parola, per poi quest'ultima andare a costruire un nido di nuove figurazioni d'uguale intensità e trasparenza, con l'unica sovrapposizione di quelle sensazioni che, sebbene vissute con ""linguaggi"""" diversi, tendono a porgere in maniera impalpabile lo stesso carico emozionale. La Spallino sembra ricreare con questi suoi versi perfino le medesime atmosfere della fotografia, penetrando le ombre delle parole, che incarnano da sempre il mistero, e quelle luci, nette o opacizzate, che sanno illuminare il lieto scorrere della poesia."" -
Il ragazzo che non voleva morire
Se la vita fosse un horror movie, Claudio Modica avrebbe già violato le regole fondamentali per restare in vita fino ai titoli di coda: non ubriacarsi, non drogarsi, non fare sesso con leggerezza. Tutto ha inizio con un risveglio in compagnia di un feroce mal di testa post sbornia e di Andrea, una stravagante bellezza di colore. Lui non ricorda nulla della notte appena trascorsa, lei si rifiuta di parlarne. Poi c'è lo spinello scambiato con Giuditta, pallida ragazza con problemi di droga in famiglia che perde sangue dal labbro. E Lamù, la cosplayer che gli regala un rapido amplesso con il personaggio delle sue fantasie adolescenziali. È a questo punto che un nemico invisibile, innominabile, implacabile comincia a braccare Claudio. Un Male perennemente in agguato negli angoli bui della sua immaginazione, pronto a presentargli il conto delle sue disattenzioni passate. Una minaccia che non corrisponde a un oggetto o a una persona, che stavolta non indossa nemmeno una maschera, ma che ne può cambiare mille. E per Claudio è giunto il momento di cominciare la sua lotta per la sopravvivenza. -
Ogni granello della mia vita. Preghiere
Come lo scriba evangelico che trae dal proprio tesoro cose nuove e cose antiche, Padre Francesco Paolo Rizzo ci offre questo zibaldone di meditazioni e orazioni ad alta voce. In esso, infatti, si rivela la sapienza dello studioso esperiente, profondo conoscitore dell'uomo e della sua storia, ma anche del discepolo del regno dei cieli, il quale riconosce come tale storia sia guidata provvidenzialmente da Dio,il Dio che continuamente opera nell'agire degli uomini, e che nella loro storia si incarna. Da ciò scaturisce quell'atteggiamento di stupore e di contemplazione che pervade queste riflessioni, anche quando esse presentano un andamento omiletico o didascalico; da ciò deriva quella meraviglia propria di chi, benché abbia accumulato una montagna di granelli nel corso della propria vita, vede ancora rinnovarsi la propria giovinezza rimanendo incantato di fronte al Mistero, che si rivela in Gesù Cristo. -
Quanta bella monnezza! «Cronache dal mitico Nord-Est di ordinaria dis-amministrazione»
Sindacalista ""quasi"""" per caso, Salvatore Livorno si ritrova nel 2009 ad avere a che fare con l'universo dei rifiuti, ma la vera monnezza - come sostiene - è quella che ha trovato scavandoci in mezzo. Emigrato nel """"mitico Nord-Est"""", da quella che oggi è tristemente nota come La Terra dei Fuochi, da sempre al fianco degli ultimi (in questo caso, degli operatori ecologici che ogni mattina raccolgono gli scarti di una società sempre più votata al consumo), Salvatore si è trovato - e si trova tutt'ora - a lottare contro i mulini a vento, prima dalle file della CGIL, ora da quelle della UIL."" -
Favara. Storia di una rigenerazione possibile. Ediz. italiana e inglese
Favara, grosso centro della Sicilia occidentale in provincia di Agrigento un tempo noto per le sue miniere di zolfo e per le concerie, da Pirandello additato quale ""paese d'assassini, dove ammazzare un uomo era come ammazzare una mosca"""", negli ultimi anni ha cambiato pelle. Fino a qualche anno fa era soltanto una città ferita e paradossale, protetta da palazzoni orrendi e mai terminati (inquietanti mura di cinta), tirati su alla stregua di blasfeme e inconcludenti torri di Babele, con un centro storico polverizzato, privo quasi della sua memoria millenaria di pietre, malta, coppi. Ma dalla piaga ulcerosa di un tessuto urbano brutalizzato in nome dell'incuria, dell'ignoranza e del malaffare, è venuta fuori di recente, come prova a raccontare questo libro, una sorprendente escrescenza. Il suo cortile più caratteristico si è trasformato in un luogo dove, grazie ad uomini di buona volontà, la rigenerazione è possibile."" -
Storie di ordinaria ironia
Storie di ordinaria ironia è una raccolta di poesie che l'autrice ha realizzato dopo anni di incontri e conseguenti riflessioni su vari aspetti della natura umana. Giovanna ama portare avanti ""discorsi poetici"""" che hanno come obiettivo quello di scuotere l'animo del lettore, di condurlo a forza davanti allo specchio per costringerlo a guardarsi dentro. Quale strumento migliore, quindi, dell'ironia per intavolare questi discorsi poetici dinanzi allo specchio dell'anima di ognuno noi? Il libro si articola in tre sezioni: elegie, canti legati ai ricordi delle esperienze passate legate a disillusioni o nostalgie; poi segue la sezione invettive, rimproveri pungenti nei confronti delle storture del comportamento umano che vivono nascoste nelle pieghe della società, a volte camuffate o mascherate; infine segue la sezione ironie, una presa in giro bonaria dei difetti dell'essere umano che talvolta dà origine a episodi tragicomici. Prefazione di Salvatore Lo Bue."" -
Crocerossine in Sicilia. Breve ricerca storica
"In molti, oserei dire, hanno scritto libri e opere sulle donne, sono stati pubblicati romanzi avvincenti, gialli d'autore, infinite biografie che ci hanno fatto scoprire, in maniera dettagliata, retroscena su questi esseri incantevoli che mai e poi mai avremmo immaginato: storie di vita vera, di lotte per l'affermazione dei loro diritti... insomma, avremmo l'imbarazzo della scelta, se oggi volessimo addentrarci sempre di più nell'universo femminile. Vittorio Lo Jacono, non nuovo a questa esperienza, avendo pubblicato ben due libri sulle donne, con questo volume ha fatto un passo avanti rispetto al passato, perché mai nessuno aveva scritto su una figura così preziosa - forte e dolce allo stesso tempo - come quella della Crocerossina, in particolare siciliana. Ebbene sì, per la prima volta l'Autore mette nero su bianco esplorando a 360 gradi la vita, la morte e le opere di grande magnificenza che hanno compiuto queste donne """"vestite di bianco"""". Le potremmo definire """"angeli caduti dal cielo"""" che in tantissimi anni si sono prodigate con il cuore all'aiuto del loro prossimo e in condizioni a volte davvero disastrose""""." -
Così, per gioco. Un libro miracoloso per guarire dalla serietà
Prenderci sul serio non è una cosa seria. Né benefica. Non conduce a nulla di buono e ci fa solo rodere il fegato. La vita è già di per sé gravida di amarezze e frustrazioni. Se non la si affronta con la giusta dose di ironia e di umorismo si è destinati a soccombere. Il sorriso, per Nino Martinez - l'aristocrazia del riso e della risata -, è la chiave di lettura della realtà: ci aiuta a comprenderla col necessario distacco e ha una funzione terapeutica. Perciò, questo libello ricco di battute fulminanti, paradossi, calembour è come un farmaco che lenisce malesseri, disappunti, malinconie. Un farmaco dal sapore gradevole da assaporare come una bibita dissetante. Privo di effetti soporiferi. Sì, perché se ""Così per gioco"""" diverte e rilassa col suo umorismo degno della migliore tradizione italiana ed europea, non trascende dalla quotidianità, e anzi è saldamente a essa ancorato. La quotidianità della cattiva politica, contro cui l'autore lancia gli strali acuminati della sua satira pungente ma elegante, della cronaca, spesso ai limiti dell'assurdo, della vita familiare, tante volte grottesca, dell'esistenza di tutti noi."" -
Gabriello. L'amore nella Palermo Felicissima
Una storia d'amore nella ""Palermo Felicissima"""" ottocentesca. Gabriello, rampollo della nobile famiglia Armendari, deve affrontare le vicissitudini che il destino gli pone davanti, quando l'amore lo coglie in un momento particolare della sua vita. Sullo sfondo i moti rivoluzionari carbonari e le alterne vicende del Regno delle due Sicilie, grande storia dei primi decenni del XIX secolo, nella quale si inseriscono le piccole storie della famiglia, fatte di amori sopiti che poi riaffiorano prepotentemente, narrate senza dimenticare anche i canoni del """"romanzo d'appendice"""" caro ai siciliani lettori di Luigi Natoli."" -
Il rumore del latte
«Si può indovinare parecchio di un uomo dalla scelta che fa delle parole» ci lasciò detto Iosif Brodskij: e tale pensiero ci raggiunge all'improvviso durante la lettura di questi brevi e maturati testi di Daìta Martinez che, con un personale stilema molto convinto e per niente abbandonato sin dalle prime scritture, intende sottolineare e proporre il garbuglio degli eventi legati alla quotidianità, nonché le intricate esposizioni afferenti al delicato esercizio della poesia. -
Sotto le stelle di Roma
Eugenio ed Elvira, due fratelli, lui musicista e lei promettente attrice, si stanno recando ad una serata mondana in compagnia del loro amico Marcello, vulcanico dentista vicino di pianerottolo, amante del gossip e della vita gaudente. Durante il tragitto verso la villa, dove si tiene la festa, il destino vuole che soccorrano Paola Dini, la più grande attrice del mondo, rimasta in panne con la propria auto. Per ringraziarli dell'aiuto, la diva li invita al tavolo con i propri ospiti, tra cui Ajna, una donna indiana dotata di capacità al limite della credibilità, innescando una serie di intrecci amorosi, situazioni impreviste e colpi di scena dai risvolti insospettabili. Tutto si svolge in pochi turbolenti giorni che cambieranno la vita esteriore e interiore di ogni personaggio per sempre. Come sfondo, Roma e alcuni dei suoi luoghi più belli. Il romanzo è un invito alla riflessione sui rapporti umani e amorosi, sulla bellezza della diversità e sul significato più ampio della vita. Ogni personaggio rispecchia questi temi, rappresentando la realtà di oggi. Prefazione di Antonio Fiasconaro. -
Anche Garibaldi pagò il pizzo. I «picciotti di mafia» nell'impresa dei mille
"Già autore di altri significativi volumi sulle vicende del risorgimento in Sicilia Ignazio Coppola consegna ora all'attenzione dei lettori e studiosi questo suo agile quanto puntuale e stimolante studio. Scritto con padronanza delle fonti e con stile agile e discorsivo, Coppola esamina con chiarezza fatti e personaggi, che sono stati centrali nello svolgimento della vicenda siciliana caratterizzati da profili biografici, che vanno, oggettivamente, oltre la semplice oleografia. La tesi complessiva di una più vasta interpretazione metà storica e metà politica che ci consegna Coppola, non è quindi frutto di una esclusiva documentazione che pure storiograficamente viene rispettata, ma traccia alcuni archetipi valutativi, che si basano anche su sillogismi evidenti. Il primo dei quali rifacendosi ai suoi altri approfonditi studi già editi, è la tesi della complessità dei rapporti internazionali delle superpotenze del tempo"""". (Dalla postfazione di Tommaso Romano). Prefazione di Lucio Zinna." -
Metà farfalla metà anima
L'attenersi ai fatti rappresenta la dote di rassicurante pragmatismo che illumina la poesia di Cianetti: la poetessa racconta quel che vede e, attraverso le parole, spinge la sonda della conoscenza delle cose più in profondità, mostrando, prima a sé stessa e poi a noi lettori, una realtà filtrata da uno stile che è mischia pacata di tradizione e neologismi, risolti in andamenti ritmici ungarettiani. Non c'è mai ostentazione, ogni parola è evidentemente necessaria e legata a una circostanza perché, con altrettanta evidenza, la realtà «non basta». -
Giorni di terra e di cielo
I versi di Nino Balletti hanno la bellezza dell'immediatezza, della simultaneità tra il pensiero e la parola scritta, l'effetto che si produce è quello di una poesia che coinvolge subito il lettore e lo invita a tornare sui versi più volte per rintracciare la giusta chiave di lettura e interpretare immagini, suggestioni, suoni di questa poesia originale al fine di comprendere il punto di vista dell'autore. La poesia di Balletti ha la fascinazione di un'epifania, di una rivelazione di luce che viene a dare volto nuovo a una realtà altrimenti incomprensibile e contraddittoria...