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Cinquantaseicozze
"Se vuoi un'acuta e attenta ricerca linguistico-espressiva sei servito, lettore. E se sai apprezzare ironia (e autoironia) sapientemente miscelata con profondità di riflessioni esistenziali, questa serie di testi poetici organizzati in cinquantasei tasselli briosamente adornati di originale cornice metaforico-culinaria fa per te. Non è poco quello che l'autore sa offrire: comincia con una grande ricchezza, non barocca grazie all'estrema lucidità messa in atto, di affermazioni inerenti a una """"scelta di campo"""" che ha un sapore montaliano, ma che lo sa oltrepassare inserendosi in una contemporaneità resa in tanti dei suoi paradossali, assurdi aspetti (nei quali ci si riconosce, senza vergogne, anzi, quasi esibendo i propri handicap, figli - o vittime che si ritrovano a sorridere con la bocca storta?). E poi: la volontà di comunicare. Con se stessi, prima di tutto. Ma non esclusivamente: siamo invitati al dialogo, alla riflessione condivisa e compartecipata; anche sull'uso della lingua, sulla scelta raffinata dei termini, aulici o gergali, rappresentativi di una realtà tangibile o metaforica; sulla particolare, ricercata musicalità e capacità evocativa, per non parlare della complessità delle strutture sintattiche... Sembra di interpretare la partitura di una ricca sinfonia, e non è impresa da poco né stendere tutto ciò, né accettare l'invito all'immersione, al confronto."""" Prefazione di Massimo Seriacopi." -
Angelo Oliviero Olivetti
Breve ma completo profilo di una delle figure più importanti del sindacalismo rivoluzionario, caduto in oblio per ""damnatio memoriae"""". Da non confondere con il più noto Adriano Olivetti (imprenditore di Ivrea e teorico del movimento comunità), Angelo Oliviero Olivetti è il fondatore del quindicinale """"Pagine Libere"""", ideatore di un sindacalismo che è prima di tutto associazionismo di pensiero e di lotta. Il suo è un sindacalismo """"spontaneo"""". Il suo interventismo riguardo alla Prima guerra mondiale è l'architrave per i suoi rapporti con Benito Mussolini e con Gabriele d'Annunzio. Intellettuale sempre in fermento, fondamentale e fondante per tutto il sindacalismo degli anni successivi fino ai nostri giorni, affermando sempre la libertà del lavoro a favore anche di una maggiore e migliore produzione. Il volume mostra la rilevanza storica di Olivetti, che va """"oltre il tempo"""", seguendo il fil rouge dei concetti, a lui tanto cari, dell'uomo nuovo, dell'identità, della nazione e della patria."" -
Sovranità nazionale, sovranità europea. Note per reagire alla globalizzazione
La sovranità accende il dibattito all'interno della crisi della globalizzazione finanziaria e politica. Dalla dissoluzione di quella che sembrava la panacea di tutti mali, soltanto una ventina d'anni fa, è scaturita una reazione da parte di popoli, forze politiche, intellettuali che contestano il dominio del ""pensiero unico"""" a fondamento del liberismo mondialista che letteralmente sta annientando culture e identità. Gennaro Malgieri e Silvano Moffa propongono in questo libro delle note come contributo alla discussione sulla sovranità, un tema che appartiene e sostanzia tutte le aggregazioni politicamente rilevanti. Sulla sovranità, com'è noto, si è esercitato a lungo il pensiero politico europeo nel tentare di dare una definizione che, a conti fatti, non sempre è risultata univoca. Oggi si pone un problema che va oltre quell'intento, vale a dire la ricerca della declinazione della sovranità nelle sue molteplici manifestazioni e non più soltanto come la difesa dei confini nazionali. In appendice viene pubblicato il manifesto degli intellettuali conservatori europei, elaborato a Parigi nel 2007 sui caratteri della """"vera Europa""""."" -
Sotto il segno del pipistrello. Dentro la Pandemia. Un diario (gennaio-maggio 2020)
Gennaro Malgieri annota in un diario i fatti rilevanti accompagnati da considerazioni etiche, religiose, culturali unitamente a memorie, ricordi e valutazioni geopolitiche. ""Sotto il segno del pipistrello"""" racconta i bagliori di un'apocalisse contemporanea."" -
Alfredo Rocco
«I due saggi di Maurizio Maraviglia e di Francesco Coppola, su Alfredo Rocco, pubblicati a cinque anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1935, sono contributi essenziali ancorché brevi per comprendere la vasta portata morale, politica e scientifica di colui che a buon diritto può essere definito l'inventore dello ""Stato nuovo"""". I testi sono tratti dalla rivista """"Politica"""" del settembre 1940, fondata da Rocco insieme con Coppola il 15 dicembre 1918, allo scopo di esprimere il punto di vista dei nazionalisti... Nel bene e nel male la storia politica e quella del pensiero giuridico si sono già pronunciate sulla sua opera e studiosi non mancheranno per riflettere sulla sua complessa personalità di giurista e di statista» (dalla prefazione di Gennaro Malgieri)."" -
Calabria i ritorni. I nostri viaggi verso sud
Questo libro non è un saggio, è un libro di racconti. La storia personale che si intreccia con quella di altre persone; di una regione, la Calabria; di un Paese, l'Italia; di un continente, l'Europa. L'amore, l'amicizia, l'antimafia. Il nostro partire è sempre un ritornare, pensando agli anelli mancanti, alle persone che non ci sono più, alle cose fatte e a quelle da fare. Incantati davanti a un tramonto sul Tirreno cosentino, continuiamo ad essere ottimisti perché il sole sorgerà ancora. Prefazioni di Angela Napoli e Mario Pirillo. -
Chi mi credo di essere
Questo libro si avvale di appunti veri, riflessioni occasionali e personali, intuizioni e metafore, impressioni semplici, pensieri e meditazioni, messi spontaneamente sulla carta, e congetture con i propri problemi. Potrebbe essere un seguito di ""Voglia di pioggia (e di Silvio B.)"""" soprattutto per quel che riguarda il dottor Rol, esternando i miei interrogativi: credo che una persona si possa conoscere meglio dalle sue domande che dalle sue risposte. Scrivo del contenuto dei sogni, con l'idea che possano aiutarci, anche solo a rimediare a un errore. Bisogna avere esperienza del presente e vivere nella realtà dell'ora, creativi nella quotidianità, senza aspettative. La paura, il contrario dell'amore, non può offrire niente, perché niente è. Scrivere e fare l'amore sono un modo per sentirsi vivi."" -
Un sogno... Forse no
Sognare è un nostro desiderio soddisfatto senza sforzo, talvolta privo di felicità. I sogni degli altri ci appaiono confusi e noiosi. Il mio era falso, ma a me sembrava vero. La mente aveva confuso sogno e realtà e aveva tradotto il desiderio in modo deludente. Sono io, nel viaggio dell'inconscio, a suggerire la scena conferendole un significato? D'altronde, se non si è sicuri di niente, e se tutte le scoperte sono venute inaspettate, perché non quella? Quello che non si vuole è proprio quello che si desidera? -
Documentare Vicenza. Strategie di salvaguardia durante la seconda guerra mondiale e la ricostruzione
La Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Verona, Rovigo, Vicenza possiede un nucleo di fotografie, pubblicate in questo volume, che illustrano la città di Vicenza nel periodo del secondo conflitto mondiale e nel corso della ricostruzione. -
Il Verri. Vol. 62: Consiglia: Falco /Lumelli.
Rassegna di poesia e narrativa. -
Bubuluz
«Cominciando dal tuo accenno a una forma di postmoderno, devo dirti che non so davvero. Mia sorella ha detto che sono un dadaista; un altro amico mi ha parlato dei Found Poems. In realtà, all'inizio c'è stato l'incontro cori un paio di poesie che Toti Scialoja aveva ricavato dalla prosa di Leopardi e con gli Esercizi platonici di Pagliarani. Anni dopo (2003) ho lavorato su un poemetto di Volponi (Lettera 19): così mi è capitato di approfondire la storia di un modo di scrivere che Genette fa risalire a... Socrate! Vedi Versification, in Palimpsestes. Ma sono passati altri dieci anni prima che cominciassi a fare qualche tentativo mio, e quindi a montare alcuni dei miei ""ritagli"""" in collages (niente di nuovo, anche questi). In ogni caso, non si tratta che di prendere alla lettera Zanzotto: Ma che cos'è la poesia se non un insieme di echi, di voci che restano nell'aria, o in noi? E noi, quasi senza accorgercene, le ripetiamo. Ma ripetendole con la nostra voce, in qualche maniera le cambiamo.» (Rodolfo Zucco a Francesco Rognoni, aprile 2015)"" -
Il miglioramento della mitteleuropa. Ediz. integrale
«Il romanzo principale dell'avanguardia viennese del dopoguerra», «il romanzo di formazione della seconda metà del secolo», «sicuramente fra le due dozzine di libri più importanti in lingua tedesca dal 1945», «un monumentale panottico... una partitura di strategie, trappole, insinuazioni sovversive ... un libro barbaro... dalla costruzione vertiginosa». Canonizzato dalla critica, livre de chevet di scrittori di punta, modello permanente di opera ribelle e autonoma, il miglioramento della mitteleuropa, romanzo è un libro più celebrato che compreso. Uscito a partire dal 1965 sulla rivista ""manuskripte"""" e poi in volume nel 1969, il miglioramento è rimasto finora sconosciuto al pubblico non germanofono per le difficoltà che presentava la sua traduzione. Autore di questo testo provocatorio e complesso era un giovane che si definiva «studente di una nuova anarchia», impiegato alla Austro Olivetti come esperto di cibernetica e già enfant terrible della cerchia di poeti sperimentali nota come """"gruppo di Vienna"""". Nel suo """", romanzo"""" si avvicendano le scritture più diverse, dal montaggio al frammento filosofico, dal segmento narrativo al saggio, dalla pièce teatrale alla metafinzione scientifica, dalla scrittura automatica alla parodia di diario. Attraverso questa indeterminatezza espressiva Wiener cerca uno spiraglio di libertà mentre si interroga ostinatamente sui limiti della coscienza. Partendo da una critica radicale al linguaggio e da un confronto con Wittgenstein, il romanzo alterna spericolati tentativi di volo (straniamento, decomposizione della realtà) alla polemica «contro un mondo per lo più compiuto, armonioso, unanime, come quello che ci viene sbattuto in faccia ad ogni istante», per concludere con una clamorosa prefigurazione dell'odierna realtà virtuale. Il testo è accompagnato da un saggio del traduttore e da un ricco commento."" -
Il Verri (2020). Vol. 72: poesia fa male, La.
La rivista ""il verri"""" è stata fondata nel 1956 da Luciano Anceschi. In un paese che ancora risentiva il pesante arretramento causato dalla cultura fascista, l'intenzione era di diffondere le importanti novità che erano nel frattempo emerse a livello internazionale. Negli anni Sessanta e Settanta è stata la rivista della seconda avanguardia, legata ai Novissimi e al Gruppo 63. È sempre uscita ininterrottamente e puntualmente, cambiando diversi editori e qualche volta autogestita."" -
Tomás Maldonado. Intellettuale politecnico
Tomás Maldonado è molto più che solamente un filosofo della tecnica o un critico della tecnologia. Il suo discorso attraversa il dibattito semiotico e la riflessione culturologica a partire dal contenzioso con Umberto Eco. Affronta la questione ambientale e la teoria della rappresentazione, focalizza l'attenzione sul corpo protetico e tecnologico. E infine, nello scenario dell'universalizzazione dell'informatica indaga il rapporto fra realtà e virtualità per passare alla riconsiderazione del concetto di memoria. Questo libro percorre in modo inclusivo tutti gli aspetti del lavoro di Tomás Maldonado proponendo un'immagine coerente e polifonica di una ricerca fondata sulla convinzione di una forte tecnicità della dimensione intellettuale: il formarsi del sapere, il manifestarlo e il trasmetterlo, l'apprenderlo e l'insegnarlo sono il risultato di procedure, tecniche e tecnologie sottoposte a una continua rielaborazione e validazione. Non manca il ricordo della persona: Maldonado è un maestro della narrazione orale e di un'aneddotica fantasiosa e talvolta fulminante, un narratore che sente la propria vita come un'avventura e la vede come l'inanellarsi di un'infinità di incontri. -
Organsa
Un romanzo su un piccolo paese della Bassa poco fuori Parma. Un romanzo sul dopoguerra, saldamente centrato fra gli anni Cinquanta e Sessanta, su un'Italia dove accanto alle spinte verso cambiamenti radicali sopravvivono sentimenti e gerarchie cupamente egocentriche e odiosamente oppressive. Sfruttatori e sfruttati convivono nella stessa famiglia e chi si sfianca di fatica guadagna una miseria pur essendo nella graduatoria della parentela figlia di quei genitori che sono gli sfruttatori. Lo sguardo che narra, e che impara via via a riconoscere e a misurare la qualità e la quantità delle emozioni e delle aspirazioni in gioco, è quello implacabile di una bambina fra i sei e i dodici anni che tutto annota e soprattutto controlla filtrando e passando al vaglio le prepotenze e gli assurdi cedimenti, che misura l'esattezza di quello che vede con l'esattezza di una dizione cristallina. Una dizione che sa rendere cristallino anche un dialetto ostico come il parmense e dintorni. La bambina è nell'ordine la terza generazione. Un'innocente va a frugare le profondità di un'avidità forse secolare, la scrittura che si vuole mantenere limpida mentre segna a dito la serie delle malvagità crea attese non prevedibili, e il noir aleggia sul romanzo come un incredibile interrogativo. Grande conferma dell'autenticità della visione infantile è l'episodio decisamente allarmane e che resta insoluto dell'abito color zabaione appeso alla corda nel cortile. -
Le poesie
Ecco un'altra delle figure capovolte e ricapovolte e riaperte e richiuse e spostate e sigillate e rivelate e nascoste di Angelo Lumelli. Il tutte le poesie che ogni poeta che si rispetti finalmente dà alle stampe come canonico atto finale di onorata carriera, Lumelli ce lo concede aggiungendo due importanti variazioni al canone: le dispone a ritroso, cominciando dai più recenti libri di poesia per finire in una rovesciata progressione con il primo libro in assoluto; sottopone tutte le poesie singolarmente e globalmente a una generosa generante e rigenerante riscrittura, a quell'atto dove il punto d'arrivo coincide con l'anticipazione, dove il non-ancora-chiaro mantiene il fascino di una particolare freschezza al finalmente-assodato. Un atto di sfida? Una provocazione? -
Il Verri (2021). Vol. 75: Ma quale valore?.
La rivista ""il verri"""" è stata fondata nel 1956 da Luciano Anceschi. In un paese che ancora risentiva il pesante arretramento causato dalla cultura fascista, l'intenzione era di diffondere le importanti novità che erano nel frattempo emerse a livello internazionale. Negli anni Sessanta e Settanta è stata la rivista della seconda avanguardia, legata ai Novissimi e al Gruppo 63. È sempre uscita ininterrottamente e puntualmente, cambiando diversi editori e qualche volta autogestita."" -
Il Verri (2021). Vol. 76: Carlo Bordini. Il rivoluzionario timido.
Carlo Bordini, nato nel 1938 in una famiglia borghese, militante in un gruppo di estrema sinistra fra il 1962 e il 1970 e poi legato alla controcultura romana degli anni Settanta, ha saputo interpretare nelle sue poesie la disillusione e il senso di spaesamento che hanno segnato la fine delle speranze rivoluzionarie suscitate dal 1968. Due volumi raccolgono la sua opera di poeta (I costruttori di vulcani. Tutte le poesie 1975-2010, Sossella 2010) e di prosatore (Difesa berlinese, Sossella 2018). L'uscita di altri testi è prevista nel corso del 2021. Il numero contiene alcuni inediti di Bordini e saggi e interventi di: Gianluca Capasso; Maria Teresa Carbone; Andrea Cortellessa; Marco Giovenale; Filippo La Porta; Guido Mazzoni; Fabrizio Miliucci; Giorgio Patrizi; Gian Luca Picconi; Gilda Policastro; Franca Rovigatti; Francesca Santucci; Gianluigi Simonetti; Valentina Toschi; Emanuele Trevi. -
Il Verri (2021). Vol. 77: Andrea Zanzotto. E l'avanguardia ha trovato, ha trovato?.
Nel centenario della nascita di Andrea Zanzotto (1921-2021) la rivista ""il verri"""" pubblica alcune lettere intedite di Andrea Zanzotto dal carteggio Anceschi-Zanzotto, lettere intedite di Zanzotto dal carteggio Pagliarani-Zanzotto, una lettera inedita di Zanzotto a Cesare Vivaldi suiNovissimi. Gli inediti sono accompagnati da saggi critici di Lorenzini, Carbognin, Cortellessa, Volpato, Annovi, Stefanelli, Portesine, Antonello, Cordibella, Giammei, Zublena, Gazzola."" -
Nazaret
Iosef, Miriàm, Ieshu, sono i protagonisti di una bellissima opera di Arcabas, l'origine della storia che ha cambiato l'umanità. Qui li troviamo nei primi giorni, camminare scalzi per le vie di Nazaret. L'acqua, il fuoco, la legna, il sonno, il pane. Brevi parole nate dallo sguardo fugace ai volti e ai cuori.