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Né laico, né cattolico. Severino, la Chiesa, la filosofia
La filosofia, anche in Italia, ha conosciuto in questi ultimi anni un significativo e forse inaspettato ""revival"""". Questa temperie culturale potrebbe indicare le ragioni più immediate della grande attenzione di cui gode il pensiero di Emanuele Severino. Non mancano studi sulle varie tematiche che sono state affrontate dal filosofo bresciano, da quelle più squisitamente metafisiche, alle raffinate analisi rivolte ad avvenimenti e questioni più terrene. Mancava ancora, però, un libro che fosse in grado di raccordare gli scritti di Severino rivolti al grande pubblico con quelli di carattere più specialistico, e riuscisse ad indagare il loro più ampio contesto filosofico e religioso. Il libro colma questa lacuna, avvalendosi anche di documenti assolutamente inediti come le lezioni tenute da Severino all'Università Cattolica negli anni '60."" -
Le voci del padrone. Saggio di liberalismo applicato alla servitù dei media
Il libro, che riprende nel titolo un'affermazione di Luigi Einaudi, è un atto d'accusa dello stato di degrado e di servitù del giornalismo italiano. L'autore affronta, dall'interno, il tema complesso della libertà d'informazione e il rapporto con il potere. Il discorso, assai critico, si snoda attraverso un percorso lineare che parte da concetti basilari, come quello di verità, obiettività e opinione per arrivare a una proposta concreta sullo statuto delle imprese giornalistiche. Queste alcune delle tappe attraverso cui si articola il discorso: il mito dell'obiettività, l'informazione come componente necessaria e costitutiva di un regime democratico, la propaganda, la manipolazione dell'opinione pubblica ecc. -
Il purgatorio dei laici. Critica del neoclericalismo
Un libro di battaglia, di polemica e di satira contro l'avanzata dei nuovi farisei, di coloro che vorrebbero far tornare l'Italia al clima bigotto e opprimente dei primi anni della Repubblica, quella che Gaetano Salvemini definì icasticamente la ""repubblica monarchica dei preti"""" e che Ernesto Rossi e Guido Calogero descrissero in modo cosi brillante e corrosivo. I nuovi farisei, che talvolta si dichiarano perfino atei, dicono di voler difendere la libertà della Chiesa cattolica dalle prevaricazioni del laicismo e dalla disgregazione del relativismo. In realtà, a nessuno come al laico sta a cuore la libertà religiosa, poiché egli sa benissimo che la libertà religiosa è il fondamento di ogni altra libertà. Questa libertà, però, coincide necessariamente con l'autonomia della coscienza individuale e con la separazione rigorosa della società civile dalla società religiosa. Laico non è il contrario di credente, ma l'opposto di clericale ed essere laici vuoi dire, molto semplicemente, rifiutare la pretesa di utilizzare la religione o una qualsivoglia ideologia come strumento di governo. Il volume, nel ricordo di alcuni autentici maestri di laicità, vuoi mettere in guardia contro questa pretesa che attenta alla nostra libertà di uomini e di cittadini."" -
Contro i nuovi dispotismi. Scritti sul berlusconismo
Il libro raccoglie, a cura di ""Critica liberale"""", tutti gli articoli e i vari scritti in cui Norberto Bobbio negli ultimi anni della sua vita affrontò, con la profondità e la lungimiranza che lo avevano sempre contraddistinto, il fenomeno del berlusconismo. Nell'impietosa disamina condotta senza alcun livore, ma con rigore scientifico e passione civile, l'autore affronta, all'alba della Seconda Repubblica, temi come il finanziamento di Forza Italia, la sua forma-partito, il falso liberalismo di Berlusconi, le debolezze e le complicità dell'opposizione, il monopolio televisivo, le prime avvisaglie di """"larghe intese"""", le forme vecchie e nuove del dispotismo e del populismo. Leggendo queste pagine il lettore rimpiangerà ancora di più la scomparsa di un grande maestro tanto """"omaggiato"""" quanto inascoltato, e capirà meglio le ragioni del declino dell'Italia."" -
Omofobia. Storia e critica di un pregiudizio
L'omofobia, per dirla con Foucault, è un dispositivo e, come tale, viene sottoposta da Borrillo a un incessante lavoro critico che convoca non solo il diritto ma, al tempo stesso, l'intero spettro delle scienze umane: antropologia, filosofia, storia delle religioni, psicoanalisi. È solo a questa condizione, in effetti, che diventa possibile procedere a una vera e propria decostruzione dell'atteggiamento omofobo. Attraverso le quattro grandi sezioni in cui si articola il testo, l'autore interroga l'odio dell'omosessuale come fenomeno che attraversa e struttura una gran parte della nostra storia e dei nostri comportamenti quotidiani; l'omofobia si situa, al tempo stesso, sul piano dell'irriflesso e del simbolico, dell'habitus e dell'immaginario: in altre parole, di quell'ideologia dominante che Daniel Borrillo mette radicalmente in questione. -
La religione nella democrazia
Nel pensiero di Marcel Gauchet la riflessione sulla religione ha sempre avuto come sfondo l'analisi politica. Anche in questo volume i due piani sono strettamente intrecciati. Lo spunto è fornito dalla ricostruzione storica della laicità in Francia. Dovendo spiegare il perché dell'attuale crisi, Gauchet propone una lettura eterodossa, in perfetta sintonia con la sua ormai celebre tesi dell'uscita dalla religione. La laicità non è travolta da un'onda di riflusso della fede, al contrario è costretta a ridefinire i suoi confini proprio a causa del progressivo ritirarsi di quell'onda. Il ritorno delle religioni non è che la conseguenza paradossale della vittoria democratica: l'esaurirsi delle vecchie ambizioni politiche regala alle religioni un nuovo diritto di cittadinanza. Questo nuovo equilibrio tra religione e politica è esaminato nella seconda parte del libro: qual è la sfida che deve affrontare una democrazia privata di qualsiasi riferimento trascendente? Quale ruolo possono giocare le religioni all'interno di una sfera pubblica necessariamente votata al pluralismo? Rispondendo a queste domande Gauchet propone un'interpretazione originale della politica del riconoscimento. -
Dal buco della serratura. Una storia del pudore pubblico dal XIX al XXI secolo
Dove finisce lo spazio pubblico e dove comincia quello privato? Cosa dobbiamo nascondere e cosa, invece, possiamo mostrare? La definizione dei confini tra individuo, società e Stato è una delle questioni problematiche che la società globale ha ereditato dalla modernità. Il sistematico sconfinamento del potere pubblico negli spazi privati è il frutto di una logica di potere attraverso cui il diritto ha diviso il mondo visibile da quello invisibile, il lecito dall'illecito. Lo spazio ""fisico"""" è stato progressivamente delimitato da linee artificialmente tracciate. Queste frontiere, però, mobili e reversibili, sono state importanti zone di contestazione e di lotte e hanno condizionato e """"normato"""" non solo gli spazi ma anche i corpi, i comportamenti, le pratiche fino a definire talune condotte anormali, devianti e malate. Su questo territorio Marcela Iacub rintraccia e analizza le politiche di definizione e produzione degli spazi e delle condotte sessuali - dal pudore pubblico al nudo artistico, dai reati di esibizione sessuale, alle pratiche omosessuali invitandoci a riflettere sul legame tra sessualità e spazio pubblico. Con un saggio introduttivo di Graziella Durante."" -
Tzetzes lettore di Tucidide. Note autografe sul Codice Heidelberg palatino greco 252
Pochi anni dopo la metà del XII secolo, alla fine di un'estate, nel cuore di Costantinopoli e pobabilmente nella Biblioteca imperiale, Tzetzes ebbe fra le mani un antico codice delle ""Storie"""" di Tucidide: si assunse l'onere di scorrerlo tutto con attenzione, nonostante la difficoltà di lettura, nonostante la stanchezza e i violenti attacchi d'asma che minavano la sua salute e la sua serenità. Questo libro offre l'edizione critica e l'interpretazione dei nuovi testi ora scoperti proprio a margine di uno dei manoscritti più antichi e venerati dagli studiosi, il Palatino greco 252 di Heidelberg."" -
Lucrezio. Biografie umanistiche
Il volume presenta un'edizione critica delle biografie umaniste dello scrittore latino, proponendosi di rivelarne le fonti che vi sono nascoste o anche, non di rado, abilmente manipolate. -
Il Fozio ritrovato. Juan de Mariana e André Schott
Quando fu assassinato Enrico IV, nel 1610, da un fanatico 'tirannicida', molti pensarono al gesuita Juan de Mariana come al 'mandante morale'. Questi, infatti, qualche anno prima aveva scritto un libro nel quale si ammetteva la legittimità del 'tirannicidio'. De Mariana, nel segreto del suo studio, si cimentò nella traduzione del libro più celebre, ed allora inedito, del bizantino Fozio, a quel tempo definito 'il nemico', per avere nel lontano nono secolo creato le premesse dello scisma d'Oriente. Mariana tradusse larghe parti della Biblioteca di Fozio, ma la sua fatica rimase inedita. Questo libro cerca di spiegare l'origine dell'ostinata censura e i modi in cui, sottilmente, fu violata. -
Il generale. Manuale per l'esercizio del comando. Testo greco a fronte. Ediz. numerata
Si presenta qui il testo (con traduzione e commento) di un manuale scritto in greco intorno alla metà del I secolo d.C., che offre precetti utili per il comando e la conduzione di una guerra, mostrando in molteplici circostanze legami con la tradizione storiografica e polemologica greca (Tucidide e Senofonte, Enea Tattico e Polibio), nonché spunti tratti dall'ambito latino (Sallustio, Cesare e Livio). Di quest'opera i moderni hanno spesso criticato lo stile, vi hanno ravvisato genericità di contenuti, mancanza di riferimenti al reale. Ma se le carenze addebitate allo scritto possono essere facilmente spiegabili con il fine che ne ispira toni e argomenti, i princìpi generali evocati, le considerazioni etiche e psicologiche e le note tecniche indirizzate ad ambiti specifici ne fanno un prontuario per l'esercizio del comando di rapida consultazione, e non solo in una determinata epoca: un modello per chiunque aspiri a ricoprire un'alta carica. L'opera guarda con originalità anche oltre i confini della strategia e della tattica, verso l'ambito politico e filosofico della guerra, delineando il ritratto ideale di un uomo che annovera, accanto a qualità propriamente militari, anche doti umane e, non ultime, nobiltà di nascita e affabilità di modi. -
Artemidoro di Efeso e la scienza del suo tempo. Ediz. numerata
L'opera geografica di Artemidoro di Efeso (II sec. a.C.) è andata perduta, ma ad essa, corposa e ricca di notizie, attinsero a piene mani i maggiori scienziati ed eruditi: Strabone, Plinio e Stefano di Bisanzio. Di recente, al geografo efesino è stato erroneamente attribuito un papiro di ignota origine e, con esso, pensieri ed informazioni del tutto incompatibili con quanto di lui già sapevamo: questo clamoroso episodio è solo l'ultimo atto di una vicenda che, attraverso i secoli, ha pian piano deformato il volto del nostro autore. Questo libro si propone di ricostruire il metodo di lavoro di Artemidoro attraverso l'analisi di alcuni suoi frammenti molto significativi. Artemidoro scelse di non restar chiuso in una biblioteca a compulsare fonti scritte, ma si aprì alla conoscenza diretta dei luoghi e delle persone che li abitano, durante la fase montante dell'imperialismo romano. -
Discorsi di guerra. Testo greco a fronte
Un impero millenario svela i segreti della sua sopravvivenza: non le armi, la forza o la superiorità numerica consacrano il successo in guerra, bensì le arti dell'ingegno, in tutte le sue manifestazioni, e le inesauribili risorse della parola. Interprete consapevole dello spirito dell'età bizantina, nella ""Rhetorica militaris"""" Siriano recupera tutta una tradizione di pensiero militare, retorica, storiografica e anche biblica per un'opera che vuole essere un vademecum di discorsi esortativi per i generali. In realtà lo scritto finisce per diventare espressione dell'aspetto più dimenticato della guerra, ma non il meno determinante, quello che investiga i meccanismi umani ed emozionali che spingono gli uomini alla battaglia, li sorreggono e li conducono alla vittoria, li rianimano dopo la disfatta. Nelle parole del generale che infiamma i soldati all'approssimarsi dello scontro ha vita il repertorio dei motivi consacrati da una durevole pratica di guerra. Ne scaturisce un opuscolo originale, di straordinaria modernità."" -
Elleniche. Libro II. Ediz. numerata
Scoperti agli inizi degli anni '30 del Novecento, pubblicati soltanto nel 1948, dopo numerose traversie, i cosiddetti ""frammenti fiorentini delle Elleniche di Ossirinco"""" risultano ormai essere un prezioso frammento delle perdute """"Elleniche"""" del grande storico Teopompo di Chio, vissuto tra gli ultimi anni del V secolo e la morte di Alessandro Magno. Questo volume fornisce le argomentazioni principali che conducono all'attribuzione a Teopompo del prezioso reperto, nonché una proposta fortemente migliorativa riguardante il restauro del terzo, enigmatico frammento (comunemente denominato frammento C). Il testo comprende anche l'edizione dei tre frammenti e una riconsiderazione critica dei dati fondamentali della biografia teopompea."" -
Friedrich Spiro filologo e libraio. Per una storia della S. Calvary & Co.
Friedrich Spiro (1824-1864) studiò filologia classica a Berlino con August Boeckh, ma la sua fedeltà alla religione ebraica gli precluse, nella Prussia degli anni '50, la carriera di insegnante nella scuola pubblica. Come altri giovani intellettuali ebrei, Spiro dovette quindi darsi a un'attività privata, fondando, con Salomon Calvary, una libreria destinata a divenire un punto di riferimento per l'antiquariato scientifico. Dopo la morte precoce, il suo successore Georg Heinrich Simon (1833-1892) cercò, in un clima di aspra concorrenza, di sviluppare l'attività della S. Calvary & Co. come casa editrice nell'ambito della filologia classica. Nell'offrire una prima ricostruzione della biografia di Spiro e della storia successiva della sua libreria, questo volume lumeggia le difficoltà affrontate, dopo gli entusiasmi del '48, dai giovani ebrei tedeschi che cercavano una piena integrazione dedicandosi allo studio della filologia classica e quindi offre un sondaggio sulle contraddizioni che il grande sviluppo delle istituzioni culturali e del connesso commercio librario portava con sé nella Germania della seconda metà dell'800. -
L' ospedale di S. Maria della Pietà di Roma
Il complesso delle fonti inventariate e studiate offre una base di ricerca volta soprattutto alla definizione delle risposte istituzionali dell'autorità governativa al problema del contenimento della follia nel corso del tempo. È inoltre possibile utilizzare le fonti per indagini di storia sociale sulla figura dei ricoverati definiti pazzi, devianti, pericolosi e sul trattamento e la considerazione loro riservata all'interno dell'istituto. Il manicomio non risulta pertanto cosa ""altra"""" dalle società nel suo complesso bensì struttura organica di repressione e cura della devianza e della perdita di sé. L'indagine dei documenti d'archivio, a partire dai verbali della congregazione dell'ospedale dei pazzerelli fino all'analisi delle cartelle cliniche conservate dalla metà del '500, può contribuire alla definizione delle linee di sviluppo del contenimento della follia, dal grande internamento fino alla nascita della scienza psichiatrica nell'area romana negli ultimi decenni dello Stato pontificio e nei primi anni dello Stato unitario."" -
La «Marsigliese» stonata. La sinistra francese e il problema storico della guerra giusta (1848-1948)
Concepite nel clima fervido e violento della Rivoluzione, le parole della Marsigliese sono rimaste scolpite nella memoria di tutti i francesi. Ma la comune memoria non ha significato un consenso diffuso: per due secoli, intellettuali e politici si sono divisi rispetto al problema storico della guerra giusta. Ancora di recente i francesi si sono trovati a discutere l'opportunità di un cambiamento dell'inno; estrema eco giornalistica di un dibattito sull'identità nazionale che è stato, in passato, altrimenti complesso e ricco di implicazioni. -
L' utopia platonica. Il progetto politico di un grande filosofo
Il libro mira a cogliere il messaggio utopico del grande filosofo, disvelandone i sensi più riposti e profondi: l'istanza della politica come scienza e attività eroica; la giustizia come virtù politica fondamentale; il nesso inscindibile tra società virtuosa e società felice; la comunanza dei beni come condizione per porsi al servizio del Bene; la comunanza di donne e figli intesa non come abolizione, ma come estensione della famiglia; l'uguaglianza tra i sessi. -
Le sante bugie. Fatti e misfatti della Chiesa dei papi
Il libro è un ""maxiprocesso"""" alla Chiesa di Roma, con testimonianze, documentazioni storiche o tratte dalla viva cronaca. L'illustre """"imputata"""" non soltanto è presente, ma interviene continuamente, nei fatti e nella discussione dei problemi, con la voce del Papa, delle gerarchie, della stampa cattolica. In chiusura l'autore formula una prognosi post-Duemila sulla Chiesa, basandosi sull'interpretazione di una serie di elementi e di """"spie"""" che riguardano la salute della bimillenaria istituzione."" -
Dante visto dalla luna. Figure dinamiche nei primi canti del Paradiso
L'""errore filosofico"""" del Convivio intorno ai problemi delle macchie lunari e delle gerarchie divine e l'""""errore linguistico"""" di una prospettiva di certezza intellettuale, vengono discussi drammaticamente nel dialogo dinamico delle """"figure di pensiero"""" attive nel testo, nel quale il procedimento teoretico e quello retorico sconfinano l'uno nell'altro. Questa ricerca propone di seguire l'autore seguendo unicamente le sue categorie filosofiche e letterarie e apre così un ulteriore spazio alla meraviglia dell'attualità di Dante.""