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Storia dell'Indice
L'influsso e il controllo esercitato nei secoli dalla Chiesa cattolica sulla cultura occidentale ha una storia secolare che arriva fino alla cronaca dei nostri giorni. E l'istituzione che ha incarnato tale storia è il cosiddetto Indice dei libri proibiti. Istituito nel 1559 e sopravvissuto per oltre cinquecento anni fino all'abolizione avvenuta nel 1965, l'elenco delle letture proibite contenute nell'Indice racchiude in sé il senso delle strenue battaglie condotte dal Vaticano non solo a sostegno della propria ortodossia, ma anche contro le sempre temute prevaricazioni della cultura laica. Solo da qualche anno è stato consentito agli storici l'accesso e la consultazione dei documenti che testimoniano l'attività della Congregazione che per secoli ha avuto il compito di stilarlo. -
Oro nero d'Oriente. Arabi, petrolio e imperi tra le due guerre mondiali
Che ruolo ha avuto il petrolio nella costruzione dell'assetto internazionale del Novecento? Quali sono i nessi che legano multinazionali petrolifere, stati arabi e potenze occidentali con le forme e le strategie dell'imperialismo? Il libro ricostruisce le reazioni delle grandi potenze di fronte all'irruzione del petrolio mediorientale nel mercato internazionale, analizza le politiche messe in atto per assicurarsene il controllo, provando ad approfondire il ruolo giocato dall'industria petrolifera sia nel declino della potenza imperiale britannica che nella contemporanea costruzione dell'egemonia globale degli Stati Uniti. -
Municipi d'Occidente. Il governo locale in Europa e nelle Americhe
Il processo riformatore avviato in Italia a partire dai primi anni novanta ha modificato lo stesso approccio culturale delle istituzioni locali verso la realtà internazionale. Questa novità di approccio non deriva solo dalla ""dilatazione"""" dei compiti affidati ai governi locali o dalla maggiore discrezionalità che caratterizza l'azione degli amministratori. C'è qualcosa di più: si tratta di una dimensione culturale diversa, che s'indirizza alla ricerca e allo studio di altri modelli istituzionali e organizzativi; in sostanza, che cerca di tener conto di esperienze straniere, spingendosi - come affermano Giorgia Pavani e Lucio Pegoraro - oltre l'ortus conclusus dell'ordinamento italiano. Due sembrano essere i passaggi nodali nella ricerca di nuovi modelli: da un lato, la constatazione che l'istituzione locale è l'elemento base di aggregazione, subito dopo la famiglia, negli ordinamenti di stampo liberaldemocratico, ma anche negli Stati in via di sviluppo, e persino in quelli di tipo autoritario; per altro verso, all'analogia citata fanno spesso da contrappunto notevoli differenze sotto il profilo organizzativo, delle funzioni esercitate e del sistema delle fonti. Questo volume presenta una comparazione dei modelli di ordinamento locale in Europa, nonché negli Stati Uniti e in America Latina."" -
White Christmas. L'America e la reinvenzione del Natale
L'America in guerra, Roosevelt, le canzoni alla radio e Bing Crosby alle prese con il geniale brano musicale composto da Irving Berlin. White Christmas è la più famosa delle canzoni natalizie e il disco più venduto di tutti i tempi. Composta nel 1942 per il musical Holiday Inn, in cui Bing Crosby recita a fianco del leggendario Fred Astaire, White Christmas è destinata a battere ogni record. Oggi la canzone svetta non solo come icona del Natale, ma soprattutto come il picco artistico e commerciale della musica popolare. Il miracolo di questo successo avvenne anche grazie a una contingenza storica: il disco fu messo in vendita poco prima del Natale 1942, un anno dopo Pearl Harbor. Furono proprio i soldati al fronte, eleggendo White Christmas loro canto ufficiale, a generare un fenomeno collettivo senza precedenti. Cominciò anche una lenta penetrazione di quella musica nelle case d'Europa: ne risultava trasformata la percezione stessa del Natale: da questo punto di vista, White Christmas è un esempio di globalizzazione della cultura. Quanto la voce di Bing Crosby abbia contribuito a questo avvicendamento di simboli, facendo scattare l'immaginario della calda intimità casalinga avvolta dai fiocchi di neve, è uno degli argomenti di queste pagine. Ogni anno la Coca Cola ripropone quelle note nella sua pubblicità, specchio del ""Natale americano"""". Punto di contatto tra cinema e musica, festa e consumismo, White Christmas consente di cogliere i vagiti del """"music-business"""" internazionale."" -
Il bisogno di credere. Un punto di vista laico
Julia Kristeva, intellettuale, semiologa, psicoanalista, scrittrice, ha accettato una sfida alta: parlare al pubblico raccolto nella prima chiesa cattolica di Francia niente meno che della sofferenza. Parlarne da laica, quale si professa; ma anche con un'attenzione particolarmente sensibile a quel ""bisogno di credere"""" e a quell'elaborazione del dolore che rappresentano uno degli apporti più originali del cristianesimo alla nostra civiltà. Non solo infatti il dio cristiano è un dio singolare, caratterizzato dall'essere persona: è un dio che accetta e incorpora in sé la sofferenza, fino alla conseguenza della passione e della morte. A ben vedere, è questa una differenza profonda tra il cristianesimo e le altre religioni monoteiste. Ed è una differenza che noti fonda, beninteso, alcuna superiorità, tua che definisce una peculiarità di cui l'intero Occidente è portatore. Di questa peculiarità sarebbe assurdo e pericoloso disfarsi. Essa merita piuttosto. in tempi così difficili, di essere ripresa e ripensata."" -
Pentiti. I collaboratori di giustizia, le istituzioni, l'opinione pubblica
Perché i pentiti si pentono? E cosa pensano i siciliani dei pentiti? Queste due domande, apparentemente assai diverse, hanno invece una stretta correlazione tra loro. In un contesto in cui le strategie comunicative delle principali organizzazioni malavitose sono orientate a ridurre al minimo il valore dello scambio verbale, enfatizzando le potenzialità simboliche dei gesti, degli sguardi, del non-detto, è da sempre considerata cruciale la scelta del silenzio. Così come la violazione della regola che lo impone sta a significare un malessere, una frattura che inevitabilmente incide sulla vita dell'intera organizzazione. Il volume curato da Alessandra Dino guarda al fenomeno del pentitismo in un'ottica di ampio respiro, storico, sociologico, giuridico: in questo modo è possibile valutare quanto il cambiamento introdotto dalla rottura delle regole omertose abbia influito non solo sulla struttura delle reti criminali, ma anche sulla società civile e sulle istituzioni del nostro Mezzogiorno. -
Sindacato e delegati. Alla prova del lavoro che cambia
La presenza delle Rappresentanze Sindacali Unitarie costituisce una parte rilevante del tessuto associativo dei sindacati e della loro capacità di stabilire legami solidi e durevoli con i lavoratori. I delegati eletti sono, infatti, un importante retroterra organizzativo per il sindacalismo italiano, al quale è affidata la gestione quotidiana dell'azione sindacale, l'attività contrattuale e, quando occorre, quella conflittuale. Attraverso una ricerca sul campo, questo libro dimostra come il capillare insediamento nella realtà produttiva sia uno degli aspetti costituenti del potere sindacale anche negli anni delle trasformazioni post-fordiste, in cui la spinta all'innovazione delle strutture di base e dei rappresentanti del lavoro risulta appannata. Se sui grandi nodi dei territori e dello sviluppo intervengono i dirigenti e i funzionari sindacali, ormai veri professionisti della politica, la base sembra oggi orientata ad amministrare e risolvere i problemi a raggio ridotto. Adolfo Braga e Mimmo Carrieri - studiosi delle relazioni di lavoro - s'interrogano sulle condizioni culturali e organizzative che possono aiutare la costruzione di un circuito sindacale più orientato verso le riforme, con l'obiettivo di stimolare per questa via il sindacato a quei cambiamenti che vedono nella politica dei quadri un volano importantissimo. -
Innamorarsi a Leningrado. Anna Achmàtova e Isaiah Berlin
23 novembre 1945. Sono le tre del pomeriggio quando Isaiah Berlin, uno dei massimi teorici del pensiero liberale contemporaneo incontra in una tetra stanza a Leningrado Anna Achmatova, grande poetessa russa del ventesimo secolo. È l'inizio una straordinaria storia d'amore. Un incontro durato solo lo spazio di una notte e di un giorno, ma destinato a lasciare un segno indelebile nelle vite dei due protagonisti. Dopo quella sera la Achmàtova divenne uno dei principali bersagli politici del regime e Berlin si trasformò per sempre agli occhi dei sovietici nella ""spia britannica"""". Anna si sarebbe tormentata per sempre quell'ospite per il resto della vita e da quell'amore maledetto sarebbero nate alcune delle sue poesie più belle. György Dalos è riuscito a entrare negli archivi di Mosca avendo accesso per la prima volta alle carte della polizia sovietica del KGB relative al caso Achmatova. Il risultato è un ritratto della guerra fredda """"dall'interno""""."" -
Memoria della Shoah. Dopo i «testimoni»
L'idea dell'annientamento del popolo ebraico nel XX secolo si è sviluppata in Europa, nella ""culla"""" dell'Illuminismo, degli ideali di """"libertà, uguaglianza, fratellanza"""", dell'autodeterminazione dei popoli, dello Stato di diritto: nel continente che ascrive a sé valori fondanti della cultura contemporanea. La Shoah ha trovato la sua realizzazione in paesi che hanno contribuito in modo decisivo alla filosofia, alla scienza, alla letteratura, alla musica, all'arte: è nella nostra storia. Oggi, mentre si assiste alla progressiva scomparsa dei testimoni, la Shoah solleva ancora molti interrogativi: sulla convivenza civile tra persone di religioni, lingue, sensibilità diverse; sui diritti universali della cittadinanza; sulla crescita della democrazia. I saggi raccolti nel volume analizzano la """"Memoria della Shoah"""", nelle sue implicazioni di documentazione, di ricerca, riproponendola con una stringente attualità. Una questione delicata, spesso oggetto di interpretazioni distorte e controverse, affrontata con uno sguardo critico che non si ritrae davanti agli aspetti più problematici. Una rigorosa ricostruzione storica accompagna l'esame di documenti e di strumenti educativi adeguati per salvaguardare e trasmettere alle nuove generazioni la conoscenza dei fatti e il ricordo di ciò che è stato. Una parte significativa del volume è dedicata alla progettazione di un museo della Shoah; di grande interesse anche il repertorio filmografico che chiude il libro, con indicazioni e suggerimenti di percorsi didattici."" -
Authorities. Imparzialità e indipendenza
Negli ultimi anni si è andata sempre più delineando la necessità di vigilare sui vari settori produttivi e di mercato, al fine di aumentare la tutela dei soggetti concorrenti e al contempo le garanzie dei consumatori. Si è perciò assistito al formarsi anche in Italia di organi di controllo superpartes denominati Authorities. Dall'Antitrust, garante della concorrenza e del mercato, all'Autorità per l'energia elettrica e il gas, dall'Autorithy per le Telecomunicazioni, al Garante della Privacy. In questo volume a più mani si approfondisce il ruolo delle Authorities all'interno delle dinamiche istituzionali e amministrative. Il compito di ""magistratura"""", infatti, e la funzione di garante degli interessi dei consumatori e degli utenti dei servizi possono essere declinati in modi diversi a seconda delle caratteristiche dei sistemi sociali ed economici in cui si opera. Grazie alla pluralità dei punti di vista rappresentati, il volume offre un quadro delle diverse tipologie di provvedimenti adottati dalle Autorità indipendenti. Un'attenzione specifica viene dedicata ai rapporti con l'ordinamento dell'Europa comunitaria. Si cerca in tal modo di evidenziare come le peculiarità di autonomia e indipendenza delle Autorità italiane vengano effettivamente a realizzarsi nelle azioni concrete e nei provvedimenti."" -
Storia del peperoncino. Un protagonista delle culture mediterranee. Con ottantacinque ricette d'autore
Cristoforo Colombo cercava le Indie e scoprì l'America. Cercava una nuova via delle spezie e trovò i luoghi del peperoncino. Per uno dei paradossi della storia le spezie dell'Asia e dell'Europa costituiranno uno degli apporti principali alla cucina del Nuovo Mondo, mentre il peperoncino (insieme a patata, pomodoro, mais) diventa l'emblema di una nuova economia, forse, il primo elemento globale. In tempi rapidi e in maniera inarrestabile, il peperoncino, che aveva un'antica storia nell'alimentazione e nella medicina dell'America precolombiana, si diffonde dalla Spagna alla Turchia, dai Paesi del Mediterraneo a quelli dell'Europa centrale, dal Nord Africa al Medio e all'Estremo Oriente. La sua fortuna è dovuta al fatto che pur essendo le sue qualità nutritive abbastanza secondarie si produce abbastanza facilmente, cresce in tutti i posti e si modifica con facilità in specie di varia forma e piccantezza. Teti ripercorre le vicende di questa spezia che da ""straniera"""" è diventata l'emblema della cucina """"locale"""", per dimostrare che l'identità anche quella culinaria - non è mai qualcosa di definito o chiuso ma è invece terreno di continue contaminazioni, non solo di sapori e aromi, ma soprattutto di culture."" -
Storia della Turchia. Dalla fine dell'impero ottomano ai nostri giorni
La prospettiva dell'ingresso della Turchia nell'Unione Europea e la necessità di una sua modernizzazione statale e sociale, sono i temi su cui tanto l'opinione pubblica che gli studiosi si vanno interrogando negli ultimi anni. Ed è stato anche per rispondere a questo interesse che l'autorevole storico olandese Zurcker, ha messo mano per la prima volta dieci anni fa a una storia moderna della Turchia, che partendo dalla crisi dell'Impero ottomano giungesse fino alla fase della Repubbllca. A distanza di un decennio, Zurcher ha rimesso mano alla sua ""Storia"""", con un'ottica ancora più rivolta al presente e in particolare alla pressante sfida fondamentalista posta alla Repubblica kemalista dal fronte islamico e curdo. Ulteriore slancio alla ricerca storica è derivato dalla recente apertura di importanti archivi che hanno consentito una più dettagliata ricostruzione del contesto sociale, economico e culturale del tardo impero ottomano."" -
Storia del sistema bancario italiano
Nel corso del '900, la storia economica dell'Italia si riflette in larga misura nella storia del sistema bancario italiano, delle sue istituzioni e delle sue crisi. Una rilettura critica dell'evoluzione di tale sistema, è dunque anche un'occasione per evidenziarne i legami con le vicende politiche ed economiche del paese e analizzare la peculiare posizione italiana nel confronto internazionale, tanto nel passato che nell'attuale panorama bancario e finanziario. L'analisi parte dalle crisi degli anni venti e in particolare, dal fallimento delle due grandi banche ""miste"""", il Credito Italiano e la Banca Commerciale Italiana, e arriva fino all'introduzione della banca universale e l'avvio delle privatizzazioni."" -
Solitudine di Gramsci. Politica e poetica dal carcere
Che cosa resta di Antonio Gramsci, morto settant'anni fa dopo aver trascorso l'ultima parte della sua vita nelle carceri di Mussolini? Questo libro si propone di leggere Gramsci come un 'classico' che, come tutti i classici, parla alle generazioni future in termini sempre nuovi e imprevedibili. Fare di lui uno scrittore non significa però rimuovere la sostanza politica del suo pensiero ma prenderla come materia bruciante sulla quale Gramsci ha elaborato un progetto teorico che, come avrebbe detto Pirandello, ""non conclude""""."" -
L' ultima copia del «New York Times». Il futuro dei giornali di carta
Arthur Sulzberger jr., l'editore del «New York Times», ha detto di non credere che il suo giornale sarà ancora in edicola nel 2013. L'edizione su carta sarà sostituita da contenuti diffusi attraverso Internet da una nuova redazione multimediale, che il quotidiano più importante del mondo sta organizzando. La crisi di vendite che affligge i giornali da una ventina d'anni lascia pensare che la previsione sia realistica. Che cosa è successo? Il tempo a disposizione della gente è diminuito, e ognuno di noi ha ormai la possibilità di essere informato quando vuole, dove vuole e sui temi che preferisce senza dovere per forza ricorrere alla lettura di un giornale. Le pagine web, le e-mail, la telefonia mobile, le tv tematiche riempiono costantemente le nostre giornate, senza lasciarci mai soli. Nel giro di qualche anno le nuove tecnologie di comunicazione avranno un impatto ancora più forte sui destini dei giornali di carta.In questo libro si racconta come i quotidiani italiani, europei e americani hanno cercato di reagire, spesso con successo, alla crisi e quali sono le opportunità che le tecnologie stanno offrendo a molti di loro per creare un legame più solido e duraturo con i propri lettori. -
I fiori di Baudelaire. L'infinito nelle strade
A centocinquant'anni dalla prima edizione dei ""Fiori del male"""", Antonio Prete, critico e traduttore di quegli stessi versi, dedica a Baudelaire un saggio a tutto campo: profilo critico e insieme interpretazione dei motivi che trascorrono nei versi, biografia intellettuale e indagine sui rapporti del poeta con la propria epoca. Sospeso a metà tra la dimensione del racconto critico e il saggio, della biografia intellettuale e la meditazione sulle ragioni fondative dell'arte, questo libro coglie già nel grande poeta parigino quei temi che attraverseranno le esperienze poetiche e intellettuali dell'Ottocento e del Novecento: la metropoli moderna con la sua folla e lo spaesamento dell'individuo, l'emarginazione prodotta dalla modernità, i lampi dell'altrove, del non vissuto, e la loro fascinazione, il sublime e l'abiezione, l'azzurro e la ferita; e poi ancora, il sapere amaro del viaggio, la malinconia del tempo irreversibile, lo splendore e la corruzione della bellezza, il corpo femminile, il profumo, l'artificio, la moda, le forme e la saggezza dell'animale, il grottesco, l'elemento celestiale e infernale che abita l'uomo, l'angelo e la sua imperfezione, il pensiero dell'intimità, il pensiero dell'arte. Un universo di suggestioni passato al setaccio. Al centro, la vicenda delle poesie condannate dal tribunale ed espulse dal corpo del testo."" -
Il naso di Giacometti. Una scultura, un simbolo
Pittore e scultore surrealista tra i più amati del Novecento, Alberto Giacometti fu amico di artisti come Arp, Mirò, Ernst e Picasso, e di scrittori come Prévert, Eluard, Bataille, Queneau, Beckett, e soprattutto Sartre, col quale instaura tra le due guerre un dialogo che influenzerà spesso l'opera di entrambi. La celeberrima scultura che raffigura il naso, è tra quelle più evocative e al tempo stesso enigmatiche, che meglio hanno connotato lo spirito dell'artista svizzero: proprio attorno a questa ruota l'affascinante riflessione di Jean Clair, uno dei più autorevoli critici d'arte contemporanei. -
Sotto quest'isola
Julia Hartwig, classe 1921, è unanimemente considerata una delle massime voci della poesia polacca del XX secolo. La sua è una poesia filosofica, estremamente legata alla realtà della vita e tesa a conciliarne i sensi. La sua parola dialoga apertamente con altre fonti di ispirazione, dalla musica alle arti figurative: nella sua poesia si trovano insieme dolore e ironia, disperazione contrapposta a gioia estatica. Un insieme di energie multiformi che sembrano voler racchiudere la ricchezza del mondo, tutte le sue ombre e tutta la sua luce. Questa antologia, che raccoglie le più belle poesie della Hartwig dalle più antiche alle più recenti è la prima traduzione italiana di questa autrice del Novecento europeo. -
La guerra fredda
Per oltre quarant'anni, dal 1947 al 1990, la guerra fredda ha dominato le relazioni internazionali, contrapponendo frontalmente due paesi - Stati Uniti e Urss - e i rispettivi ""blocchi"""" di alleanze. Fino al crollo dell'Urss la ricerca storica ha potuto utilizzare solo i documenti pubblici e gli archivi americani disponibili, cosa che ovviamente ha falsato la prospettiva. Da qualche anno a questa parte, invece, l'apertura degli archivi sovietici ha permesso alla ricerca di compiere passi in avanti. È dunque ormai possibile, in un clima storico del tutto mutato, ritornare sull'insieme di quelle questioni, per cercare di capire l'essenza di un mondo vicino nel tempo, ma lontano dalle nostre sensibilità. Il conflitto ebbe infatti una natura ideologica, strategica e politica, ma si manifestò in una molteplicità di forme: militare, diplomatica, economica, scientifica e culturale, senza tuttavia che americani e sovietici arrivassero mai a scontrarsi direttamente. In questo senso, la guerra rimase fredda ed ebbe come tratto caratteristico la sua dimensione planetaria: prima l'Europa, poi l'Asia, e a seguire il Medio Oriente, l'America e l'Africa sono diventati via via la """"posta in gioco"""" sotto il profilo strategico. Oggi, a quasi un decennio dal crollo del blocco sovietico, e in piena era globale, lo scacchiere internazionale ha acquisito un assetto del tutto diverso, di cui è tuttora difficile cogliere a pieno le evoluzioni senza guardare alle dinamiche verificatesi in quei quarant'anni."" -
Calvino e le scienze
Il 9 maggio 1962 Italo Calvino scrive a Umberto Eco di avere intenzione di redigere un manifesto ""per una letteratura cosmica"""". A un certo punto della sua vita, al volgere del """"nuovo secolo"""" degli anni sessanta, Calvino guarda alla scienza come mai aveva fatto in passato. E lo fa perché per esprimere le nuove situazioni esistenziali e per comprendere """"il nostro inserimento nel mondo"""", egli sente la necessità di occuparsi delle immagini che la scienza produce e del linguaggio che impiega nel produrle. Attraverso Calvino il libro racconta un pezzo importante di storia della cultura italiana del Novecento. Grazie all'impiego di numerose lettere e documenti di archivio inediti ne ricostruisce la trama nei suoi molteplici particolari. Giorgio de Santillana, Sergio Solmi, Anna Maria Ortese, e poi, ancora, Cassola, Vittorini, Bollati, Timpanaro sono alcune delle personalità con cui Calvino discute e si confronta nei diversi momenti del suo lavoro di scrittore. Legati a precisi contesti storici e culturali, questi incontri si trasformano in luoghi privilegiati di osservazione e d'indagine, e forniscono l'occasione di entrare nel laboratorio Calvino in modo originale. Raccontare Calvino e la scienza è infatti anche un modo per fare uscire Calvino da Calvino: un modo, a venti anni dalla morte, per restituirgli un po' di vita, per liberarlo dagli schemi sempre più astratti e ripetitivi in cui troppo spesso è costretto.""