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Un sistema di Welfare mediterraneo. Rapporto Irpps-Cnr sullo stato sociale in Italia 2007-2008
In questo volume, così come in quello precedente (Nord e Sud), si è voluto porre l'accento in primo luogo sulle differenze territoriali all'interno del sistema italiano di welfare, qui interpretato come espressione di un più generale modello mediterraneo sud-europeo. Le principali specificità di questo modello sono individuate nella prevalenza dei trasferimenti monetari rispetto alla fornitura diretta di servizi e in un peso più che proporzionale delle pensioni rispetto ad altri benefici. Viene messo anche in luce il suo carattere meritocratico o ""lavoristico"""", per cui i soggetti beneficiari di molte politiche non sono i cittadini ma in generale i lavoratori (che pagano contributi), sebbene vada registrata l'evoluzione del modello in senso universalistico per alcuni ambiti delle politiche sociali (soprattutto nella sanità). Si sottolinea infine la presenza in tutti i paesi di uno squilibrio tra beneficiari forti e beneficiari deboli e di un welfare mix, di un intreccio tra ruolo dello Stato, del mercato, del terzo settore e della famiglia, fortemente sbilanciato a carico di quest'ultima."" -
Oltre la paura. Percorsi nella scrittura di Carlo Levi. Atti del Convegno nazionale di studi (Roma, 12-13 novembre 2007)
Quattordici studiosi di varie competenze rileggono le parole chiave del vocabolario di Carlo Levi, molte delle quali ancora cariche di tensioni irrisolte: paura, patria, emigrazione, memoria, mito. Vengono ripercorsi alcuni dei saggi leviani più significativi pubblicati nei nove volumi delle ""Opere in prosa"""" di Carlo Levi. Le recenti traduzioni anche in paesi extraeuropei di alcuni testi meno noti di questo autore di culto, documentano, col passare degli anni, un crescente interesse per il suo pensiero eccentrico. Come raccogliere sotto uno stesso titolo un ventaglio di tematiche così ampio? Levi è un autore estremamente """"compatto"""" nel senso che il suo universo di valori, di idee, di linguaggi si presenta coeso e ben caratterizzato, indipendentemente dal fatto che dipinga, o scriva opere letterarie, saggi o poesie. Il titolo """"Oltre la paura"""" può compendiare il senso complessivo di un percorso: la sua attualità sembra riposta nel gran bisogno collettivo di essere rassicurati nella crisi epocale che attraversa la condizione umana, le società e le culture, a fronte di mutamenti e fratture profonde della civiltà contemporanea. Interpretiamo allora l'opera leviana come un'incrollabile, laica, coraggiosa esemplificazione della possibilità concreta di superare la paralisi della crisi e aprirci liberamente al mondo."" -
Pisa dei miracoli. Recupero, conservazione e innovazione urbana
Con uno sguardo attento all'orgoglioso passato, Pisa ha gettato un ponte verso il futuro. ""Non più solo piazza dei Miracoli"""" è stato lo slogan vincente dei dieci anni in cui è stata governata dal sindaco Fontanelli, nei quali si è aperta la strada a grandi trasformazioni urbane. Il nuovo Museo delle Navi romane, la riconversione in strutture residenziali e turistiche del vecchio ospedale, di caserme e colonie marine, il porto turistico e i milioni di viaggiatori che sbarcano all'aeroporto, ormai uno dei più importanti d'Italia, nel prossimo decennio faranno di Pisa una delle mete più appetibili d'Europa. Che cos'è già accaduto? Che altro accadrà di rivoluzionario nella città della Torre? Gianfranco Micali lo ha chiesto a Paolo Fontanelli, il primo a credere nell'""""utopia"""" del """"riscatto possibile"""", determinato a muovere tutte le leve necessarie a realizzarlo, senza cedere alla tentazione di """"vendere o consumare la città e il territorio"""" e puntando tutto sul recupero e sulla riqualificazione. Salvatore Settis, direttore della Scuola Normale e presidente del Consiglio superiore per i Beni culturali, introduce e illustra la sua Pisa e la visione dello sviluppo sostenibile di una prestigiosa città d'arte. E non mancano infine le interviste alle voci pisane più significative: Alessandro Plotti, arcivescovo cittadino per ventidue anni, il filosofo Remo Bodei, il medico Aldo Pinchera, l'urbanista Vezio De Lucia, l'archeologo Andrea Camilli e il docente di storia dell'architettura Carlo Olmo."" -
La quinta Repubblica. Da De Gaulle a Sarkozy. L'evoluzione di un presidenzialismo extra-costituzionale
Al compimento dei suoi primi cinquant'anni (1958-2008), la quinta Repubblica francese sembra longeva, se confrontata alla quindicina di regimi politici che l'hanno preceduta, dalla Rivoluzione francese in poi. Si tratta di un sistema politico del tutto singolare nel panorama istituzionale delle democrazie occidentali, imperniato com'è intorno alla figura di un presidente tanto onnipotente quanto irresponsabile di fronte alla rappresentanza nazionale, che trae la sua legittimità dall'elezione popolare diretta, introdotta del resto tardivamente in una costituzione che invece delinea un sistema parlamentare, sia pure con forti poteri del governo. Il libro segue l'evoluzione istituzionale della quinta Repubblica, focalizzando la sua definitiva consacrazione con l'avvento della sinistra al potere, realizzato da Mitterrand nel 1981, ed evidenziando la sua interazione con i processi evolutivi della società, dell'economia, della cultura francesi. Processi che in gran parte si riassumono anche in Francia in un depotenziamento della politica: crisi dello Stato-nazione, dello Stato sociale, della rappresentanza, dei partiti, dei sindacati; incontrollabile spontaneità dei movimenti sociali, spettacolare personalizzazione della competizione, non di rado foriera di scandali e malcostume. Il libro si chiude con l'esame critico del progetto di riforma costituzionale preparato su incarico del presidente Sarkozy dal Comitato Balladur approvato nel luglio del 2008. -
Il fuso e la scarpetta. La bella addormentata e Cenerentola
Quando nel 1919 Charles Evans decise di riscrivere in forma di romanzo le storie di due fanciulle uscite dalla penna di Perrault e dei fratelli Grimm, non sapeva di dare inizio a un genere che sarebbe diventato uno dei filoni più popolari e redditizi dell'industria culturale. E se quell'idea ebbe un così forte impatto, lo si deve all'intuizione di reinterpretare un archetipo non solo con la penna, ma soprattutto con la matita e coi pennelli. Nella trama delle due fiabe più famose, l'estro creativo di Evans innesta una serie di brillanti invenzioni narrative: a cominciare dalle estruse formule incantatorie di un novello Mago Merlino, che cerca di rompere il tremendo incantesimo lanciato sulla piccola Rosaspina dalla perfida tredicesima fata. Esilarante la caratterizzazione di Euphronia e Charlotte, le due sorellastre di Cenerentola, talmente ignoranti, pacchiane e brutte da risultare persino simpatiche. Neppure la Cenerentola e la Bella addormentata di Walt Disney sarebbero state le stesse, però, se Evans non avesse affidalo ad Arthur Rackham, noto illustratore, il compito di disegnarne la prima silhouette. Ed ecco che all'improvviso il fuso e la scarpetta di cristallo presero forma e concretezza sotto gli occhi dei lettori, e così pure i labirintici meandri del castello di Rosaspina, il profilo della capigliatura scarmigliata di Cenerentola, le saggine della sua scopa, le fibbie delle scarpe e i calli delle sorellastre... Età di lettura: da 8 anni. -
La stampa italiana in Argentina
La storia della stampa italiana in Argentina è straordinaria quanto la vicenda migratoria da cui scaturì. Per numero e qualità, durata in vita e diffusione, i giornali e i periodici pubblicati al Plata tra la metà dell'Ottocento e gli anni Sessanta del XX secolo non hanno paragone con quelli prodotti dalle collettività italiane in altre parti del mondo. Del resto, l'insediamento dei nostri emigranti fu precoce e massiccio, tanto che, ancora oggi, il peso demografico degli italiani nel paese è fortissimo. Non deve dunque sorprendere che a ognuna delle fasi che scandiscono la storia dell'immigrazione italiana in Argentina si possano associare una o più importanti testate. Il libro ricostruisce questa parabola, dalle prime iniziative dell'esule mazziniano Giovanni Battista Cuneo, che nel 1854 e nel 1856 avviò a Buenos Aires la pubblicazione de ""L'Italiano"""" e """"La Legione agricola"""", fino alla rivoluzione di internet ai giorni nostri, e si sofferma su tre delle testate più importanti - """"La Patria degli italiani"""", """"L'Italia del popolo"""", """"Il Corriere degli Italiani"""" - studiandole in frangenti significativi della storia degli italiani in Argentina: la guerra di Libia, il secondo conflitto mondiale, e l'ultima ondata di arrivi dalla penisola, a cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta del Novecento. Un ulteriore tassello nella storiografia sulla nostra emigrazione, utile a chiunque voglia comprendere il complesso declinarsi delle dinamiche migratorie."" -
Italo Svevo. Il sogno e la vita vera
A ottant'anni dalla morte, l'opera di Italo Svevo rappresenta uno dei valori letterari più solidi e rilevanti del Novecento italiano. Le sue pagine fanno parte ormai di una comune e condivisa esperienza di riflessione sulla condizione umana, che si è incardinata negli strati profondi dell'opinione e del gusto. La situazione editoriale e degli studi offre finalmente, oggi, una più completa rappresentazione dell'ampiezza degli interessi e delle sperimentazioni di scrittura che Svevo praticò, con coerenza e lucidità, passando attraverso incomprensioni e insuccessi, e facendo i conti quotidianamente con una percezione conflittuale, mai appagata, mai risolta, del suo rapporto con la letteratura. In questo volume, dodici studiosi di diversa formazione e provenienza provano a ripercorrere i filoni più fertili della narrativa, del teatro,della saggistica sveviana, con l'intento di verificarne la tenuta e la perdurante suggestione. Nella varietà dei metodi e degli approcci adottati, i loro testi configurano un'immagine di scrittore intellettualmente ed eticamente rigorosa, non riducibile alle posizioni di un generico o sofistico relativismo, ma anzi concentrata su un obiettivo altissimo di verità, su un'idea di civiltà che oltrepassi l'orrore della guerra e della norma borghese,e in cui le forme della libertà individuale sappiano ancora rinnovarsi e resistere. -
Napoli, città della seta. Produzione e mercato in età moderna
Tra la seconda metà del Cinquecento e i primi del Seicento Napoli divenne una delle più popolose capitali d'Europa e una città nella quale il ritmo di vita della maggior parte della popolazione era scandito dal lavoro della seta. Brulicante di filatoi, botteghe di setaioli, ""tinte"""", tessitorie, fondaci di mercanti, di stranieri e di attività finanziarie e commerciali, la città cambiò in quel periodo il suo volto anche dal punto di vista urbanistico. Con oltre 250.000 abitanti, entrò a pieno titolo, accanto a Firenze, Genova, Venezia e Bologna, nel novero dei grandi centri italiani della seta. Frutto dell'analisi di numerosissime e in gran parte inesplorate fonti d'archivio e dell'elaborazione di una notevole mole di dati quantitativi, queste pagine tracciano le dinamiche di lungo periodo della storia dell'industria serica a Napoli dalle origini al XVIII secolo, ricostruendo le dimensioni dell'attività produttiva e il complesso di interessi sia pubblici che privati che si strutturarono intorno al """"mondo"""" della seta, la cui lavorazione ebbe un peso rilevante nell'economia dell'intero Regno. L'individuazione dei fattori che determinarono prima la crescita e il successo e più tardi la crisi e il declino dell'industria, l'analisi della struttura e dell'evoluzione del mercato, gli esiti occupazionali e la ricostruzione dei quantitativi di seta lavorata nella città, nonché la produzione nel Regno di Napoli e le relative esportazioni, sono soltanto alcuni degli aspetti affrontati nel volume."" -
I limiti del possibile. Governo del territorio e qualità dello sviluppo
Le trasformazioni del territorio sono in grado di contribuire alla qualità dello sviluppo e alla generazione di beni comuni? Una domanda legittima e forse opportuna, se è vero che la sostenibilità dello sviluppo e le sue forme territoriali sono considerate fattori strategici. Mai come negli ultimi vent'anni, il paese è diventato un laboratorio sperimentale di innovazione delle politiche di sviluppo e governo del territorio. Ma non basta una sperimentazione permanente. Non è forse il tempo di un bilancio rigoroso dei punti di forza e di debolezza di queste esperienze? Se le idee di verità e di giustizia sembrano indebolite nell'attuale conversazione sociale, come orientare l'azione pubblica e collettiva? Non mancano riferimenti paradigmatici, ma sembrano più incerti i criteri di legittimazione e di scelta. Mentre sono ancora influenti alcune tendenze che ostacolano l'innovazione: la tradizione modernista, nuove retoriche autoritarie, paternalistiche o tecnocratiche, le suggestioni del design post-moderno. Il libro è costruito intorno a queste domande. Presenta interpretazioni, critiche e proposte, che nascono da esperienze e pubbliche riflessioni. Suggerisce il superamento di divisioni tradizionali fra temi del governo e dello sviluppo. La sperimentazione recente ci lascia molti errori, che dipendono a volte da generose intenzioni, ma contiene anche tracce che possono guidare verso un cambiamento innovativo. -
Il volo della sirenetta
Una caleidoscopica versione dalle tinte e dai tratti marcatamente indiani della ""Sirenetta"""" di Andersen, arricchita dalla poesia immaginifica di un epilogo sorprendente. Nell'eterna lotta tra l'acqua e la terra, ecco che l'irrompere di un terzo elemento amplifica e spalanca un nuovo orizzonte all'insopprimibile voglia di scoprire il mondo della fanciulla-pesce. Una rivisitazione originalissima affidata al tale: di Bhajju Shyam, uno dei più celebrati artisti dell'India di oggi. Età di lettura: da 7 anni."" -
Asmara
Asmara è una sorta di anti-romanzo, organizzato, per usare una metafora scientifica, come una struttura dissipativa di Prigogine. Si tratta dell'""order out-of-chaos"""": l'ordine, appunto, che nei sistemi complessi si forma spontaneamente dal caos per auto-organizzazione. È un romanzo onirico per svariate ragioni: la protagonista, Asmara, è una ragazza cresciuta in una famiglia contadina del Chianti, e il romanzo narra la sua storia; ma Asmara è, anche, una città intelligente, la città eritrea, in grado di autoorganizzarsi. La storia principale contiene altre storie, così come una città, Siena, ci può condurre per mano attraverso le sue porte in altre storie: è come Shahrazad delle Mille e una notte, che interrompe il suo racconto per iniziarne un altro, ancora più avvincente; si alternano stili diversi, a seconda del contesto e dei personaggi; la trama si sviluppa come una serie di spezzoni di sceneggiatura, dove i personaggi e le strutture urbane, con i loro flash-back, sono i gangli stessi della storia."" -
Storia della libertà americana
"'Freedom' è la parola che più di ogni altra connota l'intera storia degli Stati Uniti d'America. Dalla Rivoluzione settecentesca ai giorni nostri, per gli americani la libertà è stata insieme una terra promessa e un campo di battaglia, il più forte legame culturale e la più pericolosa linea di tensione. Di sicuro è il valore più caro, il più forte marcatore di identità. La Dichiarazione d'Indipendenza ha annoverato la libertà tra i diritti inalienabili dell'umanità; la Costituzione americana si è proposta di assicurarne a tutti i benefici; per essa, o contro di essa, è stata combattuta la Guerra civile; a suo nome si è ripetuta la battaglia contro la schiavitù e contro l'apartheid. E, infine, la difesa della libertà anche al di fuori dei propri confini è stato il dichiarato criterio ispiratore - e insieme il principale schermo ideologico - della politica estera americana, dalla seconda guerra mondiale alla guerra fredda, da Cuba al Vietnam, dalla guerra del Golfo a quella del Kosovo. Tutta la vicenda americana si riassume insomma attorno a questo concetto-chiave: una verità vivente e incontrovertibile, per alcuni americani; un paravento e una crudele menzogna per altri."""" (Presentazione di Alessandro Portelli)" -
Più lavoro, più talenti. Giovani, donne, Sud. Le risposte alla crisi
Negli ultimi anni si è affermato con forza il ""teorema sul Mezzogiorno"""": tante risorse, tutte sprecate; classi dirigenti inadeguate; carenza di """"capitale sociale"""". Da qui, una convinzione: meno risorse arrivano al Mezzogiorno, meglio è. E da questa convinzione trac origine un'azione del governo Berlusconi che, per la prima volta nella storia repubblicana, ha operato un colossale taglio dei trasferimenti al Sud, eliminando qualsiasi politica di sviluppo. Ma la cancellazione della questione meridionale è la cartina di tornasole dell'incapacità della politica italiana di pensare al futuro dell'intero paese, di valorizzare il lavoro e i talenti di tanti giovani e di tante donne che sono fuori dal mercato del lavoro. Sull'altro fronte, il centrosinistra non sembra avere una strategia alternativa. Eppure, proprio a partire dalle aree del paese più in difficoltà, la sinistra potrebbe provare a ripensare se stessa e a darsi obiettivi ben più ambiziosi."" -
Le trappole dell'identità. L'Abruzzo, le catastrofi, l'Italia di oggi
Mai prima del 6 aprile 2009 l'Abruzzo aveva conosciuto tanta notorietà internazionale: potenza non solo distruttiva di un terremoto. Ma qual è l'immagine dell'Abruzzo rimbalzata da un capo all'altro della terra, nei giorni e nelle settimane seguiti al sisma? Quali le trame narrative - il discorso pubblico - che vi hanno intessuto sopra il potere e l'informazione? Raramente, secondo lo storico abruzzese Costantino Felice, si è assistito a un'esplosione di stereotipi identitari così enfatica e insistita. Lo slogan di un «Abruzzo forte e gentile» è stato quello più supinamente reiterato e condiviso, ma anche l'immagine del pastore dannunziano e del cafone siloniano hanno fatto la loro parte. Nel corso dei secoli, infatti, la presenza di una natura particolarmente aspra e ostile ha indotto a declinare la storia dell'Abruzzo, e del Sud Italia in genere, in base ai difficili processi d'interazione tra uomo e ambiente. Ma in che misura l'imponente geografia dei luoghi e le dinamiche economico-sociali che ne sono derivate hanno forgiato il carattere degli abitanti, condizionandone scelte e comportamenti? Se ne può desumere una peculiare identità regionale? Con l'occasione del terremoto, Felice ripercorre criticamente, con sintesi d'impianto storico rapide ma meditate, le principali tappe del lungo e tormentato dibattito intorno a un nodo cruciale: i presunti tratti identitari di una comunità quale retaggio dei quadri ambientali e delle sedimentazioni culturali. -
Il 1946, le donne, la Repubblica
Il 1946 è una data densa di avvenimenti per la storia italiana, tanto da poter essere letta come l'anno in cui tutto ricomincia. La ricostruzione economica è appena iniziata e i problemi sembrano insormontabili, ma la vita politica si va incanalando lungo il difficile sentiero della democrazia e non mancano grandi speranze; i partiti inaugurano un'attività febbrile, dirigenti e militanti si tuffano nel vortice dei comizi, delle riunioni, della diffusione dei materiali di propaganda. Ma soprattutto le italiane si recano per la prima volta alle urne, votano e sono elette: irrompono di prepotenza sulla scena della politica nazionale. Il volume ricostruisce il clima di quelle giornate elettorali, gli orientamenti dell'opinione pubblica, l'intensa attività di pedagogia politica dispiegata dalle associazioni femminili di massa e la loro significativa presenza nei processi di integrazione delle italiane e degli italiani nella democrazia. Particolare attenzione è rivolta alle elette, alle difficoltà incontrate nel lavoro istituzionale e nella costruzione di un'autorevole rappresentazione della donna politica frontalmente osteggiata da una parte della stampa decisa a svilire e a svuotare, attraverso il richiamo a canoni estetici, le competenze e la professionalità delle elette. Un'angolatura originale per guardare alla nostra storia recente, e all'anno di nascita della Repubblica. -
Sud. Un sogno possibile
"I centocinquanta anni di Unità d'Italia sono anche centocinquanta anni di 'questione meridionale'. Ci rassegneremo a tenercela per sempre, questa questione, considerandola una specie di caratteristica nazionale ineliminabile? Oppure vogliamo provare finalmente a invertire la rotta?"""". Renato Brunetta - economista e ministro - analizza i motivi delle difficoltà e dei fallimenti antichi e recenti, e prova a stilare un'agenda per il Sud: alzare il tasso di certezze ed efficienze, di legalità e fiducia; far funzionare finalmente lo Stato, per i compiti che gli sono davvero propri, in modo da garantire la competizione e il mercato; coniugare il federalismo con una vera ed efficace regia nazionale; aprire il Mezzogiorno agli scenari di una nuova prospettiva europea. L'Europa, soprattutto nell'attuale situazione di crisi mondiale, è interessata a un processo strategico di integrazione di un'area mediterranea """"allargata"""" che abbracci i paesi mediterranei in senso stretto, quelli del Mar Nero, fino al Golfo Persico. In un quadro di equilibri europei riassestati a favore dell'area economica in espansione del Mediterraneo e non sbilanciati verso il Baltico, il Mezzogiorno assumerebbe un ruolo cruciale di cerniera, calamitando interessi, risorse e investimenti. È in questo quadro che la questione meridionale si presenta in una nuova luce, per la prima volta come un'opportunità non solo per se stessa ma anche e soprattutto per il Nord e per l'Europa." -
Mangitalia. La storia d'Italia servita in tavola
Racconta Tallemant des Réaux che due gentiluomini architettarono il primo tour gastronomico di Francia per cogliere le specialità di ogni provincia nella stagione più. Si era in pieno Seicento. Da allora il turismo gastronomico ne ha fatta di strada, questo ""Mangitalia"""" è un tour: ma che unisce al gusto per il palato quello per la storia."" -
Desiderio e lontananza. Un punto di vista contemporaneo sulla letteratura anglo-americana
I paesaggi letterari possono essere descritti, studiati, scomposti e ricomposti. Un'analisi minuziosa e lucida spiega il succedersi di personaggi, correnti e opere. Per parlare di letteratura, tuttavia, esiste anche un altro modo, altrettanto efficace, ma più completo. I paesaggi letterari possono essere vissuti in prima persona, attraversati, amati, con sguardo appassionato e permeabile: in una parola, sentiti. La scrittura e la vita diventano allora gli estremi di una stessa, unica azione. La scrittura è vita. È sotto la spinta di questa forte asserzione che si muove la penna di Barbara Lanati e, di conseguenza, quella degli scrittori e dei personaggi accolti in questo libro: un denominatore comune che avvicina l'urgenza della scrittura alla spontaneità e all'ineluttabilità del percorso vitale. Il volume raccoglie articoli, saggi, interviste che cadenzano la vita dell'autrice: dagli scritti degli anni settanta alle testimonianze più recenti, prende corpo una folta, inusuale e spesso poco conosciuta galleria di personaggi e paesaggi letterari tutta da ascoltare, come se di ogni personalità o luogo o movimento si facesse una piccola storia, un racconto a sé. -
Remare controcorrente. Imprese e territori dell'innovazione in Sicilia
In un Mezzogiorno che non riesce a imboccare efficacemente la strada dello sviluppo, la Sicilia rischia di restare il fanalino di coda. Con una sorta di paradosso: è una delle regioni dove si sono spese più risorse pubbliche ma dove la crescita economica e sociale rimane più bassa. Eppure anche in Sicilia ci sono imprese e territori che cercano di innovare, remando faticosamente controcorrente per superare gli ostacoli di un contesto ambientale che non aiuta: criminalità opprimente, pubbliche amministrazioni poco efficienti, infrastrutture che mancano. Questa ricerca sull'innovazione in Sicilia, promossa dalla Fondazione Res, si propone di analizzare a fondo le caratteristiche delle imprese e dei territori che si muovono, i meccanismi imprenditoriali e socio-istituzionali che favoriscono l'introduzione di innovazioni, le analogie e le differenze fra il tessuto produttivo regionale e altri contesti dell'Italia meridionale e del Centro-nord. Lo studio si basa su una pluralità di fonti: ricostruzioni storiche, indagini Istat, analisi delle politiche regionali, ricognizione dell'offerta di innovazione degli atenei, e soprattutto un sondaggio con le imprese più innovative e dinamiche della regione. Nella convinzione che da queste esperienze, difficili ma significative, il mondo degli imprenditori ma anche le istituzioni pubbliche possano apprendere utili lezioni. -
Fatti in cerca di idee. Il sistema italiano delle imprese tra desideri e realtà
Tutti si affannano a desiderare il ""sistema paese"""" in un certo modo: con molte grandi imprese, con settori high tech, con specializzazioni di avanguardia, con grandi aperture ai mercati internazionali. Il fatto è che non si considera abbastanza la nostra struttura industriale per quella che è. I dati presentati in anteprima in questo volume costituiscono l'anticipazione e il commento di una delle più grandi indagini conoscitive sulle imprese italiane - ne sono state interpellate più di 25.000 - condotta da un folto gruppo di studiosi raccolti intorno alla Met, un centro di ricerca indipendente. I risultati sono davvero sorprendenti. I soggetti più esposti ai pericoli della crisi non sono affatto le microimprese """"stagnanti"""", ma piuttosto proprio quelle medie imprese innovative che riempiono i sogni dei nostri analisti. Si giunge così a una prima conclusione, solo apparentemente paradossale: c'è una parte """"opaca"""" dell'impresa italiana che è quella cui è affidata la tenuta del sistema. E si tratta anche di quella parte che meno beneficia di politiche pubbliche. La politica industriale è, del resto, la grande assente, nel nostro paese. Tutti ne parlano, molti ne segnalano l'inefficacia, ma quasi nessuno si preoccupa di come sia quantitativamente povera, e soprattutto qualitativamente male organizzata.""