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Condizioni politiche e amministrative della Sicilia
Uno dei più alti esempi di indagine sociale della cultura italiana dell'Ottocento e il primo e più rilevante luogo d'origine di due cruciali ""questioni"""" che tuttora connotano il dibattito civile sull'Italia contemporanea: la questione meridionale e la questione mafiosa. A questo ammontano le pagine che il giovane Franchetti scrisse alla fine del suo viaggio in Sicilia nel 1876, insieme a Sidney Sonnino. La realtà isolana era allora, infatti, al centro dello scontro politico in quanto luogo di massima tensione sociale e di più acuta recrudescenza delittuosa, tanto da indurre l'istituzione di una Giunta parlamentare d'inchiesta. Fu in questo contesto che i giovani Franchetti e Sonnino decisero di recarsi in Sicilia per condurre un'inchiesta privata, che non fosse vincolata dagli equilibri e dalle contingenze che potevano condizionare la Commissione ufficiale: insieme visitarono la regione e scrissero poi separatamente i due volumi dell'inchiesta (Franchetti sulle condizioni politiche e amministrative, Sonnino sui contadini). Il liberale Franchetti riteneva che la questione sociale, irresponsabilmente sottovalutata dalla classe politica governativa, avesse caratteri di estrema drammaticità, soprattutto nel Mezzogiorno. Il suo testo finisce così per fissare i caratteri essenziali di un giudizio sulle peculiarità della realtà meridionale che ha assunto con il passare del tempo la forza di una """"verità indiscussa"""". Introduzione di Paolo Pezzino."" -
Regalami le ali
Un bambino è tutto preso a disegnare. La sua amichetta ha più voglia si sognare: ""Giochiamo che tu mi disegnavi le ali"""". È questo il filo magico e poetico lungo cui si snoda una storia tanto semplice quanto immaginifica. E a furia di provare tante ali, fatte di fiori, di terra, di acqua , di neve, di carta, di lettere dell'alfabeto... la bambina spiccherà il volo. Età di lettura: da 6 anni."" -
Il giudice. Le battaglie di Raffaele Guariniello
C'è in Italia un magistrato che è diventato l'emblema di diritti da restituire a chi se li è visti conculcare: cominciando dai lavoratori oggetto di discriminazioni per le loro idee politiche, o per la loro militanza sindacale, e arrivando a uomini e donne costretti a rischiare la salute e la vita per mantenere un impiego, per crescere i figli, per vivere una vita normale. Il libro ripercorre e racconta le inchieste e i processi che questo magistrato, Raffaele Guariniello, ha promosso o celebrato nell'arco di quarant'anni come pubblico accusatore e, al tempo stesso, difensore delle parti più deboli e dimenticate della nostra società. Lo scandalo delle schedature Fiat, i problemi della medicina del lavoro, le prime azioni contro l'amianto, l'uso di certe categorie di farmaci in una squadra di calcio, fino a due grandi processi ancora in discussione nelle aule di giustizia - quello per lo spaventoso rogo alla ThyssenKrupp e quello per le migliaia di vittime dell'Eternit -, sono le più importanti vicende giudiziarie che il procuratore Guariniello ha seguito, mettendo a nudo guai e distorsioni della società italiana. -
Luoghi. La produzione di località in età moderna e contemporanea
Contrariamente a quanto si crede, i luoghi non sono contenitori inerti di legami e sentimenti. Sono costruzioni sociali e culturali frutto di una produzione continua da parte dei loro abitanti. La località è un ambito territoriale di pratiche condivise - modi di fare, di lavorare, di scambiare che creano dei diritti. Il loro godimento sta alla base di ciò che chiamiamo appartenenza, mentre la loro messa in discussione causa conflitti e dispute che rappresentano le fonti storiche principali per lo studio dei luoghi. Il libro esamina una successione di casi giudiziari relativi all'Italia nord-occidentale e a un tempo compreso fra il XVI secolo e i giorni nostri. Lo fa a partire dall'analisi di episodi di negoziazione dello spazio: tentativi diversi di ritagliare ambiti di relazioni e di diritti - luoghi - nell'insieme fluido e fragile delle relazioni interpersonali. Si tratta di un processo capillare, spesso quasi impercettibile, di costruzione degli spazi, di creazione dei luoghi, che affonda le sue radici nel passato anche lontano, ma al quale assistiamo ancora oggi quotidianamente: un processo che non smette di interrogarci (e anche di inquietarci). La verità è che non si vive nel mondo in generale; ma questo mondo generale lo si costruisce attraverso una somma di diffusi processi di frammentazione, che il presente volume, con gli strumenti dell'analisi storica, porta sorprendentemente alla luce. -
Prove di società
L'Italia e gli italiani, l'annoso dibattito riacceso e rinverdito dai 150 anni dell'Unità. Lontano dalla retorica, uno studioso di lungo corso offre il suo contributo disincantato: l'Italia è un paese ""alveolare"""", un paese di paesi, dunque un non-paese. Certo, lo Stato unitario ha tentato l'impresa di un'unificazione difficile, ma non poteva ignorare le basi materiali da cui proveniva e a cui doveva far capo. Ha agito pertanto in maniera parziale e spesso partigiana: nelle aspre contraddizioni e nei limiti imposti dalla situazione, è stata nondimeno l'unica istituzione a operare in favore della costruzione di una società """"razionale"""", in cui il riconoscimento dei diritti di tutti fungesse da introduzione al rispetto della cittadinanza di ognuno. Ma la comunità prevale in Italia, e uscire dall'idea e dalla pratica della comunità condizionata dalle genealogie verticali e orizzontali è stato possibile solo in parte; e oggi sono anzi tali genealogie a mettere in luce la continuità strutturale tra la comunità buona e la comunità cattiva, tra la confraternita e la cosca. Così la solidarietà in piccolo - ben oltre il vecchio familismo privatistico - mina la solidarietà in grande e ogni progetto """"generale"""" per l'Italia diventa improponibile. La vita pubblica è segnata da un certo stile pubblico modellato dall'Italia clanica di antica formazione e di costante memoria."" -
La formazione della dirigenza locale in Europa
Il volume affronta un problema decisivo per il funzionamento delle amministrazioni locali, quello della formazione della dirigenza, e prospetta un nuovo approccio alla questione sulla base dell'esame dei sistemi utilizzati in altri paesi europei. È stata quindi realizzata una ricerca nella quale si sono analizzati il rapporto tra decentramento e formazione e le metodologie di formazione all'accesso al pubblico impiego locale in alcuni paesi europei. L'indagine ha messo in risalto che le iniziative in tal senso si indirizzano verso la formazione continua e che le migliori performance sono quelle in cui a livello locale è prevista la formazione iniziale. Dopo una carrellata generale sulla situazione europea, si sono approfonditi i casi di Germania, Francia e Svizzera. Nell'ambito della ricerca è stato poi promosso un incontro di esperti dei tre paesi con quelli italiani per verificare il grado di comunicabilità delle esperienze: rispetto al contesto europeo preso in esame, quello italiano rivela una profonda difformità in quanto, sebbene anche in Italia esista un sistema di formazione iniziale per l'amministrazione centrale (curato dalla SSPA), tuttavia per le amministrazioni locali esso è limitato alla figura dei segretari comunali e provinciali. Non esiste invece alcuna formazione d'accesso per la dirigenza locale che, in pratica, è realizzata solo informalmente per «accompagnamento». -
L' arte o la vita! Il caso Rembrandt
Davanti all'opera di un grande artista, non ci accontentiamo di ammirare la perfezione delle forme, o di scoprire il senso di ogni immagine, ma tentiamo anche di svelare uno dei più affascinanti segreti dell'attività umana: come funziona il processo creativo in un artista geniale? Quali sono le condizioni che rendono possibile la nascita di un'opera destinata a raggiungere un riconoscimento universale? Qual è la relazione ottimale tra il vivere e il creare? Todorov cede alla tentazione di sollevare discretamente il velo di questo mistero, prendendo come punto di partenza la storia di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi ed esaminando le tracce lasciate dalla vita nella sua pittura. L'opera e il destino di Rembrandt sono la materia di cui si nutre questo saggio. Secondo Todorov il motore dell'esistenza di Rembrandt non è tanto l'eccellenza etica, quanto la perfezione estetica. L'opera, sembra credere Rembrandt, esige che l'artista si doni interamente alla sua arte: per svelare la verità del mondo, deve essere disposto a separarsi dagli uomini. Forse, suggerisce l'autore, solo l'egocentrismo dell'artista può assicurare la generosità delle sue creazioni, solo il sacrificio della vita può garantire l'immortalità dell'arte. -
Il capitale sociale. Che cos'è e che cosa spiega
Il capitale sociale è sempre più spesso invocato come la causa profonda di differenze marcate e radicate nei comportamenti e nello stesso livello di benessere di popolazioni e gruppi diversi. Il ritardo economico e i problemi del Mezzogiorno, per esempio, sono così sempre più spesso ""spiegati"""" come conseguenza di una carenza di capitale sociale. A questo successo del termine si associa però in molti casi una grande ambiguità in relazione al suo significato. C'è chi lo adopera per indicare il comportamento civico, chi la fiducia riposta in interlocutori di vario tipo, chi le reti di relazioni che legano i singoli individui tra loro. Il libro, che raccoglie i contributi di alcune voci autorevoli in campo economico, storico e sociologico, introduce e chiarisce il concetto di capitale sociale, volutamente dando spazio a punti di vista diversi, e mettendo in luce somiglianze e differenze nell'uso dello stesso vocabolo. Si evidenzia altresì come certi comportamenti, l'evasione fiscale, il buon funzionamento delle amministrazioni pubbliche locali, la regolamentazione delle attività economiche siano collegati alla più o meno forte presenza di capitale sociale in un determinato contesto. Il volume presenta infine i principali aspetti del controverso dibattito sul ruolo del capitale sociale nel condizionare lo sviluppo del Mezzogiorno."" -
Scienziate d'Italia. Diciannove vite per la ricerca
Una sola donna nella storia italiana è stata insignita del premio Nobel in area scientifica: Rita Levi Montalcini. Tuttavia, un consistente numero di scienziate ha raggiunto negli ultimi centocinquant'anni risultati importanti. In occasione del compleanno italiano, una rinomata matematica racconta le storie di diciannove grandi donne che - dal 1861 a oggi - hanno dedicato la loro vita alla ricerca, collaborando al progresso della scienza, nonostante il ritardo della nostra politica, nonostante le difficoltà oggettive, e in una condizione palese di assenza di pari opportunità rispetto ai loro colleghi maschi. Queste donne hanno lavorato spesso in condizioni difficili, in tempi di guerra, durante le persecuzioni razziali e scontrandosi con stereotipi di genere e pregiudizi, restandone a volte irreparabilmente colpite. Il libro di Elisabetta Strickland vuole raccontare le vicende di alcune di esse, scelte per la peculiarità complessiva delle loro vite, radiografando la società in cui si sono mosse e sottolineando l'originalità dei risultati raggiunti, senza dimenticare gli uomini che hanno creduto nel loro potenziale e le hanno incoraggiate. L'intento è duplice: rendere un tributo al lavoro caparbio delle scienziate italiane e alla loro straordinaria intelligenza, e riflettere sul ruolo della donna nella ricerca e sui principali ostacoli alla parità nel mondo scientifico. -
Pinocchio. Il burattino di ferro
E se Pinocchio fosse di ferro e non di legno? E se restasse un burattino, invece di diventare un bambino? E se trovasse un modo tutto suo per essere felice? Sfuggito alle grinfie di Mangiafuoco, che non lo vuole più perché, a furia di lavorare, si è tutto arrugginito, il povero burattino di ferro se ne va per la foresta in cerca di una nuova occupazione. Finché, mettendosi a fare il buffone, scopre una vocazione da saltimbanco, ma senza fili e senza padrone. Solo così riesce a intrattenere il pubblico e a spassarsela, tanto che il ferro di cui è fatto comincia a riflettere come uno specchio tutti i colori che ha intorno. Età di lettura: da 5 anni. -
Un giorno mio nonno mi ha donato un ruscello
"Un giorno mio nonno mi ha donato un ruscello"""" è una poesia, un inno alla vita che scorre e attraversa le sue fasi senza mai fermarsi, proprio come un corso d'acqua. Il ruscello è come un testimone che il nonno passa al nipotino, e che lo accompagnerà dai giochi e le paure dell'infanzia, ai fremiti e alle incertezze dell'adolescenza, fino alle scelte e alle sicurezze dell'età adulta. Quel bambino, sa far tesoro di quel dono e in ogni passaggio della vita, riconosce tra le acque, gli uccelli, i fiori, i colori del ruscello le tracce del passaggio di quel nonno, che da lontano gli sorride sornione e bonario, ora per sostenerlo, ora per spronarlo, ora per proporsi come complice di avventure tra le onde all'insaputa dei genitori. Un ruscello che è come un ponte gettato tra le generazioni, un invito alla lettura insieme: nonni e nipoti, genitori e figli. Acqua, fiori, pesci, erbe selvatiche, alberi, sassi, uccelli, gocce, onde, dune di sabbia, e poi ancora indiani, vele, marinai, ghiacci e lame di pattini: le stagioni dell'anno e le età della vita si addensano lungo il ruscello, grazie ai pennelli morbidi e ai colori pastosi di uno dei talenti più originali dell'illustrazione contemporanea." -
Il veterano. Undici anni nei campi di concentramento (1934-1945)
Arrestato nel 1934 all'uscita di un caffè berlinese per aver pronunciato alcune frasi critiche sul regime hitleriano, il giovane commerciante svizzero Caril Schrade diventerà un ""veterano"""" dei campi di concentramento nazisti, trascorrendovi undici anni della sua vita e passando per una impressionante, penosa serie di luoghi, dai nomi tristemente noti: Lichtenburg, Esterwegen, Sachsenhausen, Buchenwald, Flossenbürg. Dopo la liberazione e il processo di Dachau, nel quale si troverà a testimoniare contro i responsabili delle atrocità cui aveva assistito, in particolare quelle commesse ai danni dei malati da parte dei medici nazisti, Schrade comincia a trasferire sulla carta i suoi terribili ricordi. Questo incredibile documento, affidato all'amico Jehan Knall-Demars, figura storica della Resistenza francese, che ospitò Schrade nella sua casa di Nizza, resterà sepolto per settant'anni, prima di vedere la luce oggi, diventando in Francia un vero e proprio caso editoriale. """"Il veterano"""" è una testimonianza unica: Schrade segue fin dall'origine la lunga evoluzione del sistema concentrazionario, osservando in tutte le sue fasi il cambiamento nella logica dei campi e nella provenienza dei prigionieri e degli internati. Lavori logoranti, umiliazioni, violenze gratuite, malattie, epidemie, rapporti umani retti nella maggior parte dei casi dalla negazione dell'umanità stessa: la radiografia di Schrade non risparmia niente. Prefazione di Alessandro Portelli. Presentazione di Fabrice d'Almeida."" -
La soglia della sostenibilità ovvero quello che il Pil non dice
C'è un pianoforte in mezzo all'oceano. Un pianista suona e la sua nota si spenge nel silenzio dell'acqua. Poi il pianista pigia un pedale e la nota, sostenuta nel tempo, si espande... Il pedale è il sustain, quello che serve a mantenere, a sostenere nel tempo il suono. L'inizio del terzo millennio sancisce il tramonto del PIL - l'indicatore della ricchezza prodotta da un paese - come parametro esclusivo per misurare la salute di una società. Da tempo, gli studiosi segnalano la necessità di rompere gli steccati che separano l'economia dalle scienze dell'ambiente e approfondire le integrazioni tra l'organizzazione economica e le politiche ambientali e sociali, per realizzare una piena sostenibilità. Lo scopo di questo libro, frutto del lavoro transdisciplinare di un gruppo di studiosi, è evidenziare la radice ambientale dell'economia e riaffermare i fondamenti biofisici e termodinamici della vita. Anche la disciplina economica, la politica e le istituzioni stanno perseguendo l'obiettivo di un ampliamento dell'insieme di strumenti adatti a dare una direzione sensata e sostenibile alla nostra società. Il volume presenta un nuovo indicatore economico della sostenibilità (l'ISEW), proposto da Herman Daly e John Cobb nel 1989, come misura complementare al PIL. I dati per diverse economie nazionali rivelano come l'ISEW cresca parallelamente al PIL fino a una certa soglia, oltre la quale stagna o addirittura decresce a causa delle pressioni e dei costi associati alla crescita economica. -
Prima e dopo. La brutta china della democrazia italiana
Una democrazia sotto stress è come un laboratorio che ci fa vedere ingranditi i possibili vizi del governo democratico. E non c'è dubbio che l'Italia del ventennio berlusconiano rappresenti esattamente lo stress, la tensione estrema, il rischio di implosione in cui una democrazia può cadere, se smarrisce il suo vero tratto distintivo, che è quello di saper garantire e tollerare le diversità attraverso un rispetto imparziale delle regole del gioco. Ma il caso limite della democrazia italiana ci consente - per paradosso - di metterne in luce anche la particolare virtù che, in un regime democratico, è rappresentata dal dissenso. Questo volume, che raccoglie le marcate prese di posizione espresse negli ultimi due anni sulle pagine del quotidiano ""la Repubblica"""" da Nadia Urbinati, ci consegna un'analisi impietosa e realistica della società italiana a partire da una concezione procedurale della democrazia che è rigorosamente ancorata all'eguaglianza dei diritti e alla libertà civile e politica dei cittadini. Gli abusi e le manipolazioni della competizione politica e delle norme costituzionali ai quali abbiamo assistito in tutti questi anni diventano altrettante occasioni per dare valore sostanziale alle regole del gioco, per affermare le procedure democratiche come un bene comune e pubblico a tutti gli effetti, e per mostrare quanti danni possono derivare dal loro mancato rispetto."" -
Liberalismo italiano. I dilemmi della libertà
Evocato con insistenza dalle più diverse e contrapposte parti politiche, il liberalismo italiano non è mai riuscito a trovare una sua coerente e chiara messa in pratica. Sulle ceneri del Ventennio fascista, l'Italia del dopoguerra si era dotata di istituzioni e di una costituzione di ispirazione democratica e liberale, ma la scena politica era stata occupata da democristiani e comunisti. Il crollo della Prima repubblica ha visto poi l'ascesa di due personaggi di orientamento politico opposto: un leader ex comunista come Massimo D'Alema e un imprenditore come Silvio Berlusconi. Ma, trascorsi vari anni, possiamo dire che quella rivoluzione è rimasta nel cassetto. Forte è dunque l'esigenza di domandarsi se esista e dove si fondi la tradizione del liberalismo italiano. Spunti per una risposta si trovano in queste acute pagine di Massimo L. Salvadori, dedicate ad alcune tra le più eminenti figure di politici e intellettuali liberali del nostro paese. Nella loro opera si rispecchiano vicende e caratteristiche di un liberalismo fatto di istituzioni liberali dapprima segnate dall'impossibilità di giungere a maturità, poi soppresse dal fascismo e infine rinate in veste democratica. Un liberalismo mai compiuto, a causa del perpetuarsi di sistemi politici ""bloccati"""", che ne hanno sacrificato l'anima stessa: un confronto dialettico tra forze di governo e forze di opposizione capace di dar vita a """"normali"""" alternative di governo."" -
Raccontare cultura. L'avventura intellettuale di «Tuttolibri» (1975-2011)
Sono passati quasi quarant'anni da quando, nel 1975, cominciò l'avventura di ""Tuttolibri"""", il primo settimanale italiano dedicato interamente al mondo editoriale. Nel solco della tradizione giornalistica del nostro paese, il periodico della Stampa seppe prendere il meglio di quanto si faceva all'estero, aggiungendo novità, semplicissime ma utili, come la bibliografia di tutti i libri usciti con qualche riga di descrizione essenziale. """"Tuttolibri"""" divenne così uno strumento di lavoro irrinunciabile per i librai, oltre che per il mondo degli intellettuali e per i """"lettori forti"""". Parte essenziale ebbero il direttore-fondatore, Arrigo Levi, e il suo vice, Carlo Casalegno, che sarebbe caduto poco dopo sotto il fuoco dalle Brigate rosse. Fondamentale fu il ruolo di Furio Colombo, autore, tra l'altro, dell'ultima intervista a Pier Paolo Pasolini, uscita sul secondo numero, """"bruciato"""" in 177000 copie. Introdotto da Carlo Ossola, e corredato da una serie di interviste ai protagonisti e da un'antologia di alcuni dei pezzi più significativi, il libro offre un originale punto di vista da cui guardare alla nostra storia recente. Nel frattempo, """"Tuttolibri"""" è profondamente cambiato, e si è adeguato alla rivoluzione che ha investito il mondo dell'editoria. Ma la sua ispirazione originaria e più forte non è cambiata: il settimanale di cultura come luogo di incontro e di discussione, che fa della capacità di critica e di autocritica il centro dell'informazione culturale."" -
Tarzan. Racconti della giungla
Un lord che non sa di essere tale, cresciuto nella giungla e allevato dalle scimmie, di cui diverrà il signore incontrastato: è questo il personaggio uscito cent'anni fa dalla mente di un quarantenne passato per mille mestieri e approdato quasi per caso alla scrittura. Edgar Rice Burroughs, infatti, prima di toccare le vette del successo con ""Tarzan"""", combatteva la noia fantasticando avventure ed era riuscito a pubblicarne solo una sulla rivista pulp """"The All-Story"""". Quella prima prova ebbe un buon esito, ma fu """"Tarzan"""" a cambiare la vita di Burroughs: dal primo racconto uscito nel 1912 il signore delle scimmie sarà protagonista di numerosi sequel, e di un'infinità di adattamenti per i fumetti e il cinema. E se, di episodio in episodio, arriveremo persino a vedere il nostro eroe indossare le pantofole e diventare un ingrigito padre di famiglia, non c'è dubbio che il vero spirito dell'uomo scimmia si manifesti nelle sue avventure giovanili, in questi dodici racconti in cui vitalità, coraggio, sagacia e vigore trovano la massima espressione. Uscite in volume nel 1919, sono queste le storie che ci narrano il primo Tarzan, quando, adolescente, scopre i turbamenti e gli imbarazzi dell'amore... per una scimmia, appunto, la compagna di giochi Teeka; oppure quando, rapito da una tribù di cannibali, viene liberato da Tantor, l'elefante, di cui ha conquistato la fiducia. Età di lettura: da 10 anni."" -
Adelaide. Il canguro volante. Ediz. illustrata
"Adelaide cresceva e le ali diventavano sempre più grandi. Le piaceva guardare gli uccelli e gli aeroplani che passavano sul deserto, e desiderava tanto poterlo fare anche lei"""". Età di lettura: da 4 anni." -
Famiglia italiana. Vecchi miti e nuova realtà
L'esperienza quotidiana di ognuno di noi, non meno delle statistiche, ci dice che la famiglia italiana e profondamente mutata e si è diversificata: la famiglia tradizionale non è più proponibile come modello universale. Eppure il dibattito pubblico continua ad avvitarsi su un terreno tutto ideologico che vede, da un lato, la rivendicazione conservatrice del ruolo della famiglia come contrapposta alle richieste di diritti civili degli omosessuali o alla pratica della procreazione assistita; e dall'altro una retorica che lamenta la ""crisi della famiglia"""", soffocata da un mondo materialista. L'intento degli autori è dunque esporre e difendere una visione non ideologica della famiglia che ne valorizzi fortemente il ruolo morale e sociale, e ne riaffermi l'importanza non solo per il mondo cattolico. La cultura laica e democratica deve infatti superare l'ostilità per la famiglia, riconoscendone l'insostituibile ruolo nella formazione degli individui e dei cittadini. Come molti filosofi e scienziati sociali (da Hegel a Talcott Parsons, da Mead a Rawls, a Nussbaum) hanno sottolineato, i legami affettivi sono propri delle relazioni familiari e sono essenziali per produrre una personalità armonica e favorire la fiducia nel prossimo, nonché indispensabili per la cooperazione sociale. E, d'altra parte, neppure la critica femminista ha mai negato l'importanza della famiglia e degli affetti familiari, che sono anzi un luogo privilegiato dell'etica delle donne."" -
Quando quando quando
Il libro è una favola, un musical, o forse un racconto d'amore e di passioni, se non addirittura un romanzo, che Fabiano Petricone modella nella forma e nel linguaggio di un'insolita sceneggiatura cinematografica: al centro, la nascita e le articolate vicende che hanno portato al successo la canzone Quando quando quando, rendendola un evergreen. Il protagonista è Tony Renis, che ha composto e interpretato il brano nel 1962. Elio Cesari - questo il suo vero nome - si è rivelato da subito un musicista geniale, un performer molto raffinato, dotato di una tecnica compositiva attenta e curata in ogni dettaglio, che è stata in grado di resistere al passaggio delle mode e del tempo, e attraversare indenne i cambiamenti di un paese in fermento. Nei ruoli di comprimari si avvicendano i più grandi artisti della scena italiana e internazionale: Alberto Testa, autore del testo, e poi Mina, Celentano, Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello, Mogol, Frank Sinatra, e decine di altri personaggi in una storia che si snoda tra la Milano degli anni sessanta, le cronache e i pettegolezzi del popolare Festival dei fiori e i boulevard di Hollywood. Del resto, tutto questo è comprensibile. Si tratta di un grande classico della canzone italiana, noto in tutto il mondo, usato in decine di film, suonato da qualunque orchestra, imitato, plagiato, inciso da artisti di fama mondiale e ascoltato almeno una volta nella vita.