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Scritti dal carcere. Quaderni di un anticolonialista angolano
Scritti dal carcere è una selezione operata dallo stesso autore a partire dai suoi quaderni del carcere, la cui materialità è composta di circa 2.000 fragili fogli scritti a mano. Il processo di scrittura di questa raccolta ha come termini cronologici e come confini spaziali l’ingresso dello scrittore nel Padiglione Detentivo della PIDE a Luanda nel 1961 e la sua partenza dal campo di lavoro di Tarrafal nel 1972. Durante questi dodici anni di reclusione, José Luandino Vieira ha annotato la sua visione del carcere quale osservatorio eccezionale della nazione angolana, ha manifestato i suoi progetti politici e letterari, ha evidenziato il progetto comunitario dell’Angola come veicolo di unione e resistenza, di ansie e sogni collettivi. Gli scritti sono datati e presentano un notevole valore umano, letterario e politico rispetto alle lotte di liberazione della nazione angolana, al progetto letterario di Vieira e in generale ai temi della storia e della letteratura angolana. Prefazione di di Margarida Calafate Ribeiro e Roberto Vecchi. -
Gabriel Tarde. L'opinione e la follia (1901-2021)
La ricorrenza dei centoventi anni (1901-2021) dalla pubblicazione de ""L'opinione e la folla"""" è l'occasione concreta, attraverso un convegno da cui nasce questo libro, per fare il punto sull'ultimo Tarde. Troppo spesso ricordato dalla storia della sociologia solo per la sua disputa con Émile Durkheim oppure dalla criminologia per le sue discussioni con Cesare Lombroso e la scuola positiva italiana, con """"L'opinione e la folla"""" Tarde apre invece la strada a nuove e sorprendenti piste di ricerca nel tentativo forse di svincolarsi anche da una certa psicologia della folla. I saggi qui raccolti offrono una rilettura critica di questa sua opera e ne fanno emergere i nodi irriducibili in cui tuttavia resta intrecciata."" -
L' altra metà del conflitto. La comunicazione jihadista da al-Qaida allo Stato Islamico
Lo spettro del terrorismo jihadista è stato una delle grandi costanti del XXI secolo, sin dall'attacco alle Torri Gemelle, vero e proprio ground zero della visualità contemporanea. Gli spettatori occidentali hanno seguito ""a distanza"""" gli eventi che hanno segnato tale intricata vicenda, dalla dichiarazione della War on Terror di George W. Bush sino alla morte di Osama bin Laden e alla nascita del Califfato dichiarata da Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato Islamico. Nell'arco di questo ventennio, gli stessi jihadisti hanno prodotto un vasto e ancora quasi del tutto inesplorato corpus di testi legati alla comunicazione, a dimostrazione ulteriore del ruolo cruciale e strategico giocato dai media. L'altra metà del conflitto offre al lettore alcuni tra i più rappresentativi di questi testi, gettando luce su una produzione sommersa ma dal grande valore sia strategico-politico sia teorico-estetico."" -
Comunità seriali. Mondi narrati ed esperienze mediali nelle serie televisive
Nei quindici anni compresi tra l'uscita di Lost e la fine di Games of Thrones, le serie televisive non ci hanno mai lasciati da soli. In questo lasso temporale il formato seriale è diventato un vasto serbatoio di racconti che hanno alimentato il bisogno di comunità e ne hanno ridefinito i significati. Grazie ai mondi costruiti dalle serie televisive, il concetto di comunità si è allargato, fino a includere le forme di rappresentazione della collettività e le sue derive, da un lato, e la costruzione dei processi di partecipazione e del senso di appartenenza, dall'altro. A loro volta, gli spettatori, immersi in una rete complessa di pratiche di visione, hanno agito e patito, condiviso e rielaborato creativamente gli immaginari necessari a generare i significati e i sentimenti dello stare insieme. Ripercorrendo alcuni momenti salienti del nuovo millennio, dall'attacco terroristico dell'11 settembre 2001 alla pandemia di Covid- 19, questo volume costruisce una mappatura delle modalità con cui le comunità si trovano rappresentate all'interno delle narrazioni seriali e interagiscono con esse. -
L' abitare migrante. Racconti di vita e percorsi abitativi di migranti in Italia
Il testo esplora la questione dell'abitare dei migranti in Italia in una prospettiva multiscalare e longitudinale, associando all'inquadramento delle problematiche che definiscono la collocazione sociale dei migranti nella società italiana una ricostruzione del loro punto di vista sui propri percorsi abitativi. Attraverso un graduale spostamento dal ""macro"""" al """"micro"""", l'autore mette in evidenza come la situazione dell'abitare sia un aspetto critico anche per gli stranieri in condizione di regolarità e rileva come l'emergere, ricorsivo, di stati di precarietà abitativa sia espressione del complesso e instabile legame che unisce la questione dell'abitare alla collocazione sul mercato del lavoro e allo status legale delle persone migranti."" -
Il soggetto imprevisto. Neoliberalizzazione, pandemia e società della prestazione
Il volume si prefigge di restituire i risultati di una ricerca sul rapporto tra Covid-19, processi di neoliberalizzazione e ""società della prestazione"""" prima, durante e dopo la pandemia. In particolare, si propone un'analisi sul modo in cui quest'ultima ha impattato e impatta sul funzionamento del capitalismo contemporaneo, sullo sviluppo della tecnica, sugli attori sociali e sulla politica, radicalizzando e rafforzando sia alcuni suoi precedenti funzionamenti, sia l'assoluta problematicità del modello di sviluppo attuale, rilanciato dal PNRR. Attraverso alcuni frames interpretativi - politica, tecnica, riproduzione sociale, economie della restituzione -, gli autori individuano tutti i limiti e le contraddizioni presenti nelle società contemporanee. Si tratta, allora, di cogliere nella congiuntura attuale le opportunità trasformative che il virus, questo invisibile """"soggetto imprevisto"""", porta con sé."" -
Nel segno della freccia. San Sebastiano, una inesauribile «forma nel tempo»
Non c'è santo altrettanto compromesso, da un punto di vista retorico, e compromettente, da un punto di vista etico, di San Sebastiano, il quale funge da tramite fra la terra e il cielo grazie all'identificazione con lo strumento stesso del suo martirio: la freccia. Attraversando l'intera storia dell'arte, dal Medioevo al Rinascimento, dal Barocco all'Illuminismo, per giungere alle molteplici e contrastanti espressioni artistiche della modernità, il Santo delle frecce appare volta a volta come il catalizzatore di sorprendenti e spesso sconcertanti passaggi identitari, in cui cultura egemone e cultura popolare si scambiano sistematicamente le parti. Questa ricerca, grazie anche a un esteso apparato iconografico, cerca di sintetizzare la straordinaria parabola ""sebastiana"""" tra il sacro e il profano in alcuni """"algoritmi simbolici"""", cioè in modalità e procedure interpretative, mutuate dalla filosofia, dalla teologia, dalla sociologia, dalla filologia, dalla semiotica, dall'iconologia, per cogliere le ragioni segrete di una """"forma"""" capace di sopravvivere a sé stessa, predisponendosi a sempre nuove metamorfosi e configurandosi quindi come una tomografica e anamorfica """"forma nel tempo""""."" -
Lo spazio della doula. Pratiche di cura e accompagnamento alla maternità
La doula è una figura che offre supporto emotivo e accudimento pratico alle madri, ma non è un'ostetrica e nemmeno una psicologa. Lo spazio della doula offre una cartografia nazionale di un fenomeno sociale in emersione. Muovendo dall'osservazione etnografica e dall'ascolto delle voci di decine di doule e madri, Brenda Benaglia allarga lo sguardo al rapporto fra donne, corpi, cura e società nell'Italia contemporanea. Quali bisogni accoglie la doula? Quali vuoti personali, familiari, sociali e istituzionali denuncia? Quali solitudini? Il volume restituisce un panorama in cui risuona l'eredità femminista che ha teorizzato il valore della parola, del rispecchiamento fra donne, delle pratiche di condivisione simbolica e materiale, dell'importanza di pronunciare i propri bisogni e di riconoscere le proprie vulnerabilità. Oggi, l'esistenza stessa della doula tradisce tutta l'ambivalenza tipica della più audace contemporaneità occidentale in cui i confini fra individualità e individualismo, responsabilità e colpa, autodeterminazione e solitudine sono sempre più sfumati. -
Fotogrammi di carta. I venticinque anni del cineromanzo italiano (1950-1975)
Tra l'inizio degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Settanta, l'editoria italiana è segnata dalla rapida diffusione e dall'altalenante successo di una particolare tipologia di riviste para-cinematografiche, note oggi come cineromanzi. Pensate per un pubblico prima femminile e poi maschile, queste testate offrivano sulle loro pagine novellizzazioni a fumetti di pellicole coeve che, grazie all'uso di fotogrammi o fotografie di scena corredati di balloon e didascalie, permettevano alle lettrici e ai lettori di fruire di un lungometraggio in modo alternativo, svincolandone la visione dallo spazio della sala. Ragionando su un duplice aspetto che vede il cineromanzo come formato editoriale, da un lato, e come fenomeno culturale, dall'altro, Fotogrammi di carta propone una riflessione ad ampio raggio su questa realtà multiforme e complessa, facendo dialogare prospettive di analisi tradizionalmente contenutistico-formali con punti di vista affini alle diverse branche degli studi culturali. -
Nonostante tutto. Dialogo sull'ordine sociale e sulle libertà civili nell'Europa post-pandemica
In Nonostante tutto, Alexander Kluge e Ferdinand von Schirach si interrogano sulle implicazioni della pandemia da Covid-19 nei confronti dell'ordine sociale e delle libertà civili. Mentre il Coronavirus dava il via a una svolta epocale, gli autori si sono chiesti se la chiusura della società che ne è derivata abbia potuto innescare e giustificare anche una sospensione dei nostri diritti fondamentali. Nessuno avrebbe immaginato di vivere lo stato di emergenza in cui ci troviamo. Alcuni hanno pensato che sia finalmente giunto il momento dell'esecutivo, ma Kluge e von Schirach non sono d'accordo: viviamo in democrazia, abbiamo la separazione dei poteri e le decisioni spettano al Parlamento. Questo aspetto non può essere modificato. La nostra democrazia non sembra pertanto essere a rischio, ma la situazione potrebbe ribaltarsi, giacché le erosioni - come ricordano gli autori - procedono lente e per sottrazione, fino al capovolgimento improvviso. -
Il malinteso. Antropologia dell'incontro
Il malinteso è lo strumento grazie al quale sono state possibili, e lo sono ancora, convivenze tra civiltà diversissime. È anche una chiave per capire le relazioni che individui e gruppi umani intessono per evitare i conflitti. Perché le culture più diverse riescono ugualmente a incontrarsi? Perché capirsi non è così importante. Anzi, esiste qualcosa di simile a un'arte del non capirsi, un'arte dell'incontro, che non necessita di idee chiare e distinte. In questo volume, Franco La Cecla smonta i dogmi contrapposti e speculari delle teorie universaliste e relativiste, analizzando la natura antropologica, linguistica, epistemologica e semiotica del malinteso, fino a offrire un vastissimo panorama di narrazioni che rendono il testo accessibile al più ampio pubblico pur mantenendo il rigore di un'opera scientifica. -
La storia di Kamila. Trans Queer Refugee
Fino all'età di trentasette anni, Kàmila si era identificata con il genere maschile pensando di essere omosessuale. Raggiunta la consapevolezza di essere invece una donna è migrata dal Medio Oriente a Firenze per cambiare sesso. Nel corso della sua vita si era confrontata con la violenza simbolica e fisica, ma il processo di transizione sessuale che ha intrapreso le ha aperto una via verso la trasformazione sociale, culturale e dell'attrazione, contribuendo al raggiungimento della piena felicità. ""La storia di Kàmila"""" è un caso di studio della dimensione privata, intima, che si confronta con gli aspetti pubblici del transgenderismo e della migrazione forzata. Dall'analisi di Laura Guidi emergono le dinamiche individuali e sociali vissute entro una società eteronormata che fatica ancora a essere inclusiva nei confronti della transessualità: vengono restituiti punti di vista ed esperienze di vita di una parte del mondo LGBTQ. Il queer non è solo l'oggetto di studio ma anche l'approccio teorico per pensare al genere e alla sessualità come costruzioni sociali anziché come certezze biologiche correlate."" -
Noi, popolo sovrano. Dai movimenti alle istituzioni, quando il popolo governa
Noi, Popolo Sovrano propone una disamina del concetto di sovranità da un punto di vista politico di ispirazione socialista. Secondo Gianpaolo Baiocchi, attraverso la riappropriazione del termine, infatti, è possibile migliorare il funzionamento della democrazia rappresentativa e proporre la sua espansione verso forme di partecipazione diretta che coinvolgano più attivamente i movimenti sociali e i cittadini. In questo senso, la sovranità popolare si configurerebbe come la risposta alla crisi dei corpi intermedi e dei partiti, divenendo il quadro teorico all'interno del quale la Sinistra sarebbe in grado di rivendicare maggiore eguaglianza e orizzontalità nei processi decisionali pubblici. Lungi dal rievocare nazionalismi e politiche basate sulla contrapposizione etnica e religiosa, la sovranità si pone quindi come un vettore di riappropriazione di identità collettive per coloro che vogliono rendere lo Stato e le istituzioni realmente rispondenti ai bisogni e ai desideri dei cittadini. -
Lavoro garantito. Un programma per la piena occupazione
Uno dei luoghi comuni più duri a morire è che la disoccupazione sia tanto inevitabile quanto necessaria al corretto funzionamento dell'economia. Un'idea che continua a fornire un alibi per i devastanti costi sociali ed economici della precarietà del lavoro. Niente di più falso. Pavlina R. Tcherneva ci sfida a immaginare un mondo in cui lo spettro della disoccupazione sia stato bandito e chiunque cerchi un lavoro dignitoso e retribuito possa trovarlo. L'obiettivo della proposta della garanzia di lavoro è semplice e radicale: offrire a ogni persona che ne abbia bisogno l'accesso a un'attività nel servizio pubblico. Tcherneva presenta gli innumerevoli vantaggi di un programma di lavoro garantito rispetto ai modi correnti di (non) affrontare il dramma della disoccupazione, proponendo un modello per la sua attuazione nel più ampio contesto di un necessario Green New Deal. Lavoro garantito è la guida definitiva ai vantaggi di una delle politiche pubbliche più trasformative e discusse oggi. Una lettura essenziale per tutti i cittadini e gli attivisti che perseguono la giustizia sociale e la costruzione di un'economia più equa. -
Una civiltà possibile. La lezione dimenticata di Federico Caffè
Federico Caffè è stato uno dei più importanti economisti italiani del secondo Novecento. Tutti ne hanno sentito parlare (e ne parlano ancora), ma pochi lo conoscono veramente. Per molti versi, infatti, a Caffè è toccata la stessa sorte del suo maestro, J.M. Keynes: vedere il proprio pensiero tramandato ai posteri in forma annacquata e addomesticata, reciso dei suoi aspetti più radicali e controversi. Questo è accaduto anche perché, in oltre trent'anni trascorsi dalla sua misteriosa scomparsa, non è mai stato scritto un libro divulgativo sul pensiero economico-politico di Federico Caffè. Una civiltà possibile colma, finalmente, tale vuoto. Attraverso un'attenta disamina dell'enorme produzione scritta dell'economista italiano, Thomas Fazi ricostruisce l'evoluzione di un pensiero ""eretico"""", restituendolo alla comunità in tutta la sua straordinaria lucidità e radicalità. Ne emerge un Caffè distante anni luce dall'immagine ingessata e """"moderata"""" della narrazione istituzionale; un Caffè ferocemente critico nei confronti del capitalismo ma anche di un PCI subalterno alla cultura liberista; che denunciò prima di tutti i pericoli della """"controffensiva neoliberista""""; che si oppose strenuamente al processo di unificazione monetaria europea e all'ideologia del """"vincolismo"""", anticipandone gli effetti distruttivi per l'economia italiana; un Caffè militante, protagonista di tutti i principali dibattiti economici dei turbolenti anni Settanta e Ottanta; ma soprattutto - è questa senz'altro la sua lezione più preziosa - un Caffè che si è battuto tutta la vita per mostrare che un'alternativa è sempre possibile."" -
Benvenuti nel deserto del reale. Nuova ediz.
Quando Neo, il protagonista di Matrix, viene scollegato dal megacomputer che lo teneva prigioniero e lo illudeva di vivere nel mondo, Morpheus, il capo della resistenza, lo accoglie in un paesaggio di rovine bruciate: ""Benvenuto nel deserto del reale!"""". La stessa accoglienza riserva uno dei filosofi più provocatori di oggi al lettore che voglia conoscere la sua riflessione sugli eventi dell'11 settembre. Rovesciando l'interpretazione comune che vede in questa tragica data il prepotente ingresso della """"realtà vera"""" nella nostra quotidianità troppo spesso fatta di televisione e immaginazione mediatica, Slavoj Zizek sostiene in modo convincente che il crollo delle torri sia piuttosto la realizzazione di una fantasia distruttiva originata e costantemente alimentata da tanta cinematografia e letteratura catastrofista americana, qualcosa che finora avevamo solo immaginato con terrore. Questa materializzazione del peggiore dei nostri incubi è per Zizek psicologicamente molto più difficile da elaborare di qualunque """"ritorno alla realtà"""". E proprio perché la fantasia è diventata realtà, e perché tale realtà ci risulta insopportabile, ci siamo inventati una sua forza mediatica, continuando a guardarne la riproduzione televisiva, quasi a convincerci che non si trattava altro che di un ennesimo film. Affiancando psicoanalisi lacaniana e idealismo hegeliano, citazioni di moralisti inglesi dell'Ottocento e battute fulminanti tratte dai film di Hollywood, Zizek stravolge il nostro modo di guardare a un evento che ha segnato in maniera indelebile la storia del XXI secolo."" -
Costruttori di ponti. Le relazioni tra DDR e Cina Popolare
Nel 2019, quando la Repubblica Popolare Cinese (RPC) celebrava il suo settantesimo anniversario, la Repubblica Democratica Tedesca (DDR) era invece scomparsa da circa trent'anni. Grazie alla sua forza innovativa, il socialismo di matrice cinese si è dimostrato indubbiamente più forte rispetto al modello sovietico dal punto di vista politico, economico e scientifico. Guidata da un gruppo dirigente capace, determinato e ambizioso, la Cina ha saputo svilupparsi fino a divenire la seconda economia mondiale. Ciò anche perché, a differenza degli altri paesi, Pechino non è mai stato interessato alla conquista dell'egemonia, ma piuttosto al raggiungimento dell'armonia. Radicato in una cultura millenaria, questo concetto gli ha così permesso di apprendere molto e velocemente dalle altre nazioni. In Costruttori di ponti, Hans Modrow - ultimo Presidente del Consiglio della DDR - testimonia quanto la Repubblica Democratica Tedesca abbia contribuito a questo processo. -
Album di famiglia. Scrivere i ricordi di casa
Ricostruire la storia della propria famiglia attraverso un campionario di oggetti, luoghi, situazioni, personaggi: Duccio Demetrio, con l'ausilio di grandi capolavori della storia dell'arte e brani della tradizione letteraria mondiale, ci insegna come organizzare le nostre esperienze individuali in un racconto compiuto di vita vera. In questo gioco compositivo trovano spazio non solo le figure parentali, ma anche gli amici, i vicini, gli ospiti che hanno attraversato il nostro universo familiare. Un volume per capire quale ruolo abbiamo, come ci vedono gli altri, cosa amiamo e odiamo delle famiglie in cui abbiamo vissuto e di quelle che formeremo. -
Mulier ludens. Bellezza e immagini della mulatta cubana
In questo studio sull'estetica della mulatez, la narrazione del fascino della sensuale mulatta cubana, pericolosa perché ""quasi bianca"""", viene esplorata come antifona dalle funzioni contraddittorie: da un lato, l'essere monito contro i tentativi di contaminazione razziale dell'ordine dominante della blancura e della mascolinità; dall'altro, l'essere metafora della possibilità di rottura di questo stesso ordine a favore di un ethos liberale, rivendicazione di nuove forme di cittadinanza in seno alla società di caste coloniale. Concentrandosi sulle prospettive di donne che si autodefiniscono mulatte, l'autrice ne esplora l'""""habitus dell'esibizionismo"""" e la vanità ostentata quale tattica per garantirsi visibilità nel sistema di forze cubano: un fare più che un essere; uno stile performativo critico verso la tradizione rappresentativa che fissa la mulier ludens, la mulatta, come disponibile e passiva."" -
Arte e filosofia. Percorsi estetici per una vita ripetitiva
Tutta la produzione artistica ha sempre come punto di partenza l'incontro con un ""segno"""", il quale si rivela fondamentale proprio perché ci costringe a pensare. Il costituirsi di una certa idea di gusto estetico ha finito per incarnarsi nel tipo sociale che edifica la propria identità prendendo parte agli eventi culturali con la stessa attenzione con cui si guardano le vetrine dei negozi. Questa è la diagnosi che viene ricostruita e contestata da Mario Autieri. Una possibile teoria del riconoscimento dell'oggetto artistico non deve per forza avere questo esito negativo, ma può invece legarsi a forme creative di ripetizione e a strategie di costruzione retorica, senza prescindere dalle basi materiali dell'arte stessa. Chiamando in causa pensatori come Adorno, Derrida, Merleau-Ponty e Benjamin, nonché personalità quali il regista Lars von Trier, gli architetti Koolhaas e Le Corbusier e i musicisti Reich e Glass, l'autore cerca di spiegare perché una particolare forma di ripetitività non è un impoverimento dell'arte, ma piuttosto il modo in cui la vecchia aura dell'opera d'arte si è posata su dimensioni prettamente sensibili, come la costruzione del mood degli ambienti.""