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Imagine this. Io e mio fratello John Lennon
Questa storia ha inizio a Liverpool. È la storia di una famiglia e dei suoi segreti, e di un destino, il più delle volte beffardo. John è ancora un bambino. A soli cinque anni la zia Mimi lo strappa dalle braccia della madre e cerca di tenerlo lontano da quella donna che reputa immorale e inadatta. Questo volume è la storia di un amore, tra madre e figlio, tenero e struggente che nessuno riesce ad ostacolare. John correrà dalla madre appena potrà. Con lei suonerà i primi accordi, scoprirà nella musica una passione assoluta. Avrà in quella donna e nelle sorelline, nate da una successiva relazione, il suo primo e appassionato pubblico. E quando tutti sembravano convinti che di lì a poco sarebbero diventati finalmente una vera famiglia, la morte della madre scompaginerà quei progetti. L'impatto che avrà su John, diciassettenne, e sulle sorelle sarà devastante. È Julia Baird, la sorella di John, a raccontarlo. Nelle sue pagine rivivono i primi amori del fratello, la passione per la musica che lo divora, il piccolo gruppo messo insieme già ai tempi della scuola, quando si suonava in bagno, in cucina, ovunque fosse possibile. Ne viene fuori un ritratto affettuoso e inedito, una mappa emozionale puntellata dai primi amori di John, dal matrimonio con Cynthia, dalla scoperta della paternità. E poi i Beatles, il successo planetario, l'allontanamento e la morte violenta di John. Un lungo racconto biografico, la storia di un rapporto complicato e tenace. -
Testimoni di giustizia. Uomini e donne che hanno sfidato la mafia
In un Paese ben lontano dall'aver sconfitto le mafie esistono ancora cittadini che hanno il coraggio di diffondere la voce della legalità e credono che denunciare sia segno di civiltà e premessa di libertà. sono i testimoni di giustizia, figura introdotta legalmente nel 2001 per permetterne una coerente giurisdizione e soprattutto per differenziarne la natura e la disciplina rispetto ai collaboratori di giustizia, meglio noti come ""pentiti"""". Il testimone di giustizia sceglie, per dovere civico, di non abbassare la testa di fronte alle prepotenze, è un testimone oculare, un imprenditore piegato dagli estorsori o, in alcuni casi, un cittadino che rivendica la propria onestà pur appartenendo a contesti mafiosi, come Lea Garofalo e Maria Concetta Cacciola. Paolo De Chiara ripercorre alcune di queste storie attraverso una ricostruzione puntuale dei fatti, grazie a dichiarazioni, atti processuali, intercettazioni rese pubbliche, interviste e testimonianze, creando uno spettro il più possibile esaustivo di una realtà - quella del testimone di giustizia - che ancora vive, invece, in uno stato di ingiustizia."" -
Un cuore semplice
Félicité, un cuore semplice ma pieno d'amore. Una fede autentica che non ha bisogno di istruzione e in cui c'è ancora posto per il meraviglioso e il sovrannaturale. Una vita dedicata agli altri: la casa, la sua padrona, i figli di lei, un nipote, la Chiesa, la cui dottrina Félicité segue con la passione e l'ingenuità di una bimba. Vive le gioie e i lutti con la stessa intensità, la stessa muta adesione alle leggi della Natura. Apre il suo cuore a chiunque e, seppur spesso ferita o ingannata, in questa dedizione a ogni essere vivente, Félicité trova la sua ragione d'esistere. La parabola di un'anima innocente, che anche nel momento della morte, scorre tra le pagine di Flaubert con una purezza e un candore sconcertante, regalandoci la fulgida e rara intuizione di un essere ancora buono, semplice e, infine, necessario. -
L'Italia di mattina
Giro d'Italia 1989. Un cronista-scrittore di nome Scipione racconta, tappa per tappa, la corsa ciclistica; attraversa paesi e città - da Taormina a Trento, con traguardo a Firenze. Porta con sé libri e domande: viaggia, legge, si interroga. ""Scipione scriveva e i corridori gli correvano intorno"""", attraverso un'Italia che lo sorprende per luce e bellezza. Immerso nel paesaggio italiano, vi si abbandona: indaga piccole verità della storia ed enormi verità umane. Riscopre luoghi che credeva di avere dimenticato, li ritrova più veri nella lentezza e nella fatica di chi spinge sui pedali. Ama quei campioni. Ama il ciclismo per la sua povertà eroica. Forse minata - proprio in quella fine di decennio - da una mondializzazione che tutto trasforma. Si poteva più vincere soltanto con le proprie forze? Si poteva più riconoscere la qualità di un campione? Cambiava il ciclismo, cambiava l'Italia. L'uno, per Scipione, diventa specchio o allegoria dell'altra: pretesto per un racconto che si fa romanzo, saggio, atto di poesia."" -
Diario italiano (1997-2006)
"Diario italiano (1997-2006"""" raccoglie gli ultimi dieci anni dei """"Diari"""" che Enzo Siciliano tenne a partire dal 1991 su """"Nuovi Argomenti"""" (di cui era il direttore). L'originalità di queste pagine sta nella capacità di miscelare diversi generi di scrittura. Alla pagina privata - dove Siciliano parla delle sue amicizie, i suoi viaggi, la sua casa in campagna, ma anche della sua malinconia, delle sue paure - si intreccia il racconto dell'uomo pubblico: l'intellettuale sempre attento a ciò che di nuovo (o di vecchio) la nostra società propone e ripropone. I """"Diari"""" però, sono una materia compatta, risolti nella solidità di una lingua che Siciliano ha ricercato per tutta la vita, sapendola elemento fondante di una civiltà. A venirne fuori, dunque, è il profilo di un'Italia che ha rinunciato a dare voce alle sue intelligenze, un'Italia malata che porta ancora in sé il germe, il feticcio, la mediocrità del fascismo. Un fascismo non più storico ma tutto umano a cui Siciliano contrappone la sua intelligenza, la sua genialità, la sua passione per la bellezza. Ed è alla bellezza che, alla fine di tutto, egli vuole dedicare le pagine più intense, come fosse la natura, il seme, la radice di ogni civiltà." -
Siamo tutte delle gran bugiarde
L'infanzia fiorentina in una famiglia particolarmente moderna e illuminata, con la mamma maestra montessoriana che gli permetteva di leggere libri pornografici perché consapevole dell'importanza della lettura tout court. La precocissima folgorazione per il teatro che lo fa trasferire a Roma poco più che ventenne. I primi passi nel cinema e nei fotoromanzi, che interpretava indossando le giacche rubate a Franco Zeffirelli. La gaia atmosfera della dolce vita. Le avventure mondane con Laura Betti, l'affinità elettiva con Federico Fellini, la severità di Pierpaolo Pasolini. L'ipocrisia della televisione democristiana e poi, ovviamente, il teatro. Dai primi ingaggi in compagnie importanti dove Poli impara quella che chiama ""la praticaccia"""", alla decisione di diventare capocomico nel momento in cui quasi tutte le grandi compagnie si scioglievano per essere assorbite dai teatri stabili. Ma Poli è un artista rigoroso e libero, vuole giocare e rischiare, senza avere padroni. Una vita trascorsa a parodiare il potere, il cattivo gusto della piccola borghesia, i vizi e le virtù dell'Italietta provinciale e pavida. Il tutto senza moralismi, ma con lo sfarzo scintillante dell'ironia. Alla fine del libro si scoprirà che non c'è alcuna differenza fra l'attore e l'uomo."" -
Gabriel García Márquez. Lo scrittore nel labirinto di ogni giorno
Sono le cinque in punto di un pomeriggio del 1996 e siamo di fronte a una casa dalle mura ocra di Cartagena de Indias. È la casa di Gabriel García Márquez, e Rodolfo Braceli, giornalista argentino, ha a disposizione due ore per intervistarlo, non un minuto di più. Perché a Márquez piace soprattutto farle le domande, come ricorda un lavamacchine che abita a un solo isolato di distanza, ma ciononostante ci permette, almeno per un po', di sbirciare la sua giornata, i suoi pensieri. E così scopriamo che il suo vero pasto è quello di mezzogiorno, e che ha paura degli aerei, sì, ma soprattutto degli aeroporti. Che ha quindici fratelli, o sedici, perché ce n'è uno che non è molto chiaro se lo sia veramente oppure no. Che è solito andare in libreria per comprare i suoi libri e il fumo è stato un particolare ostacolo alla sua scrittura. E che lascia sempre le finestre aperte e a casa entrano i rumori, entrano grida e voci e lui le prende, e infila tutto nella scrittura. Eccezionale guida nel labirinto della creatività e della vita, Márquez ci invita a non temere anche la vertigine e il tormento dello scrivere - il contatto, attraverso le parole, con la realtà anche più bruciante. Perché è lì - come testimoniano un grande critico che ha conosciuto Gabo, Walter Mauro, e una scrittrice che lo ama da sempre, Romana Petri - tutta la bellezza e la forza di un'opera destinata a durare. -
Agatha Christie e il mistero della sua scomparsa
E se la più grande scrittrice di gialli di tutti i tempi diventasse protagonista di una sua storia? È il dicembre del 1926. Una donna scompare in circostanze enigmatiche. La polizia trova la sua macchina abbandonata. Tutto fa pensare a un omicidio o, peggio, a un suicidio. Si aprono le indagini; la polizia e la stampa si mobilitano. Tutta l'Inghilterra è in fibrillazione. Quella donna è Agatha Christie. La scrittrice inglese più tradotta al mondo. Cosa è accaduto veramente? Perché si sono perse le tracce di Agatha? C'è davvero di mezzo un assassinio? Una trama complicata mette in gioco un tradimento, una vendetta, un'improvvisa, angosciante amnesia. Jared Cade, in questo libro appassionante come una detective-story, risolve il mistero grazie a testimonianze di prima mano, documenti e fotografie inedite. Ci svela così aspetti sconosciuti della biografia dell'inventrice di Poirot, indagando nella sua psicologia. E ci consegna la verità su un episodio inquietante che lascia, nella vita di Agatha Christie, un segno profondo come una ferita. -
A Lisbona con Antonio Tabucchi
"A Lisbona con Antonio Tabucchi"""" non è solo una guida ma un'esplorazione urbana, culturale e umana. La città è geografia, architettura, spazio urbano e memoriale, entro i cui confini si sono consumati eventi privati e pubblici, esistenziali, storici e politici. Ecco allora che l'acqua dolce del Tago, con il suo scorrere placido, diviene letteratura. Camminare per le strade di Lisbona significa ripercorrere i sentieri dei personaggi di """"Sostiene Pereira"""", di """"Requiem"""", e di altri racconti. Dove fermarsi a mangiare l'arroz de cabidela? Quali giardini scegliere per riposarsi durante il viaggio? Quali terrazze offrono la vista migliore? Le risposte sono lì, tra i dialoghi, le descrizioni, gli sfondi narrati da Tabucchi. Perché Lisbona oltre a essere una città dall'atmosfera carica di saudade, quel sentimento che soltanto i portoghesi sono in grado di spiegare, è anche una meta turistica ricca di fascino e così com'è, pare fatta apposta per la finzione letteraria. Lorenzo Pini costruisce sapientemente una mappa, in bilico tra realtà e sogno, che conduce alla scoperta dei luoghi simbolo della capitale portoghese, dalla Praça do Comércio all'Avenida da Liberdade, dai vicoli dell'Alfama a quelli del Cais do Sodré. In un'appendice finale al testo, una guida dettagliata di hotel, bar, ristoranti, musei, ma anche locali e teatri dove trascorrere piacevoli serate e persino con indicazioni su come spostarsi sui tram gialli risparmiando sul prezzo del biglietto." -
Roma di periferia. Da Pasolini a De Cataldo
Esiste un'altra Roma. Oltre i tetti di tegole rosse e i balconi fioriti, al di là delle icone imponenti del Colosseo e della cupola di san Pietro, lontano dalle mille reliquie di un passato di magnificenza, la capitale sembra rinchiudersi in se stessa: terribile, bella e misteriosa al tempo stesso. Dai vicoli compresi dalle mura romane si arriva fino ai quartieri che mordono i confini decretati dal grande raccordo anulare: Quarticciolo, Fidene, San Basilio, Pietralata, Centocelle, Tor Pignattara, Primavalle, Borgata Gordiani, Tiburtino Terzo. Un itinerario troppo spesso sepolto nel luogo comune ma che l'arte dei narratori ha saputo rendere vivo e affascinante, autentico cuore pulsante di una città che pochi possono dire di conoscere davvero. Con rara passione e grande sensibilità, Aurora Terzigni è riuscita a fotografare il paesaggio letterario della periferia romana e a coglierne le contraddizioni immergendosi nel lavoro di due scrittori come Giancarlo De Cataldo e Pier Paolo Pasolini: principali interpreti del viaggio lontano dal centro a cui questo libro è dedicato. -
Rosso
La vita che si ferma su un paio di scarpe rosse, che si appanna e si contorce su una bicicletta da bambina, la vita che ritorna in ogni racconto di questa raccolta e che viene indagata con il garbo e la crudeltà di una scrittrice di razza. Piccole storie, brandelli di vita che si ricompongono in un unico grande mosaico, tenuto insieme da semplici oggetti quotidiani, mai schiacciati dalla banalità, mai usati e gettati: un maglione rosso, una bicicletta, un paio di scarpe assumono allora la valenza magica di talismani, capaci di evocare le sconfitte di una vita, il dolore sempre taciuto di un abbandono, la speranza di un cambiamento. -
I libri sono sempre figli ribelli. Tappe e segreti dell'avventura editoriale
I libri sono figli ribelli, possono sorprenderci imboccando strade impreviste. Ci danno soddisfazione, ci prendono alla sprovvista, ci deludono a volte. Pur essendo il loro destino imprevedibile, sono tanti gli elementi e tanti i protagonisti che contribuiscono alla costruzione della loro forma e della loro personalità. Questo manuale sui generis si propone di esplorare il mondo del libro in tutte le sue molteplici sfaccettature, cercando di dar voce al punto di vista sia di chi il libro lo ha concepito che di chi ha scommesso sulla sua realizzazione. Per arrivare sino al prodigio del lettore. Con estrema attenzione alle dinamiche professionali ma anche con uno sguardo aperto sull'attualità e sul dibattito che si muove intorno al ""pubblicare libri oggi"""", Giulio Perrone e Paolo Di Paolo, con il contributo di alcuni autorevoli """"addetti ai lavori"""", cercano di tratteggiare le figure professionali che operano nel settore, ma anche di spiegare le dinamiche che regolano la nascita, l'esistenza e, se possibile, il successo di una casa editrice."" -
Difficoltà per le ragazze
Difficoltà per le ragazze, per quelle che ancora non conoscono l'amore e rimangono attaccate a una promessa estiva con un gelato in mano, al caldo di una panchina. Per una madre stravagante che pensa solo alla tintarella, o a chissà cosa, e per la sua bimba ""conciata come una cretina"""" con il """"costume rosa con i volant in giro per le ascelle e per la pancia"""", che non è mica un costume da donna, per lei che invece vuole sembrare già grande. Difficoltà per la Betti, che deve comprare il primo reggiseno, si vergogna e non sa neanche quale sia la sua taglia; e per la Sandra che vuole sapere come ci si sente se si aspetta un bambino, e spera di aspettarlo questo bambino per non perdere un uomo. E per altre donne, per altre ragazze, che conoscono tardi il proprio padre al tavolino di un bar o che aspettano in un motel, con un body nero di lattice addosso, un uomo conosciuto in chat."" -
La «svergolata» Milano di Carlo Emilio Gadda
Come una donna prorompente, vorace e giunonica, Milano allarga le sue curve, i suoi confini, le sue intese, divenendo fonte di rimprovero e insieme di desiderio; di biasimo e di voglia. In lei si uniscono ragione e istinto, operosità e appetito, lavoro e godimento. Pur con qualche interruzione, Carlo Emilio Gadda vivrà a Milano fino agli anni Quaranta. Alla città lombarda dedicherà racconti, meditazioni ed elzeviri. Continuerà a farlo anche negli anni - e nei testi - successivi al suo trasloco definitivo. Lo lega a Milano un sentimento ambivalente, un affetto profondo e autentico e insieme una altrettanto radicata propensione alla critica feroce e aspra. È senza dubbio la città più dissacrata ma anche la più celebrata e prediletta dall'autore. Lucia Lo Marco ci conduce in un percorso geografico che è soprattutto un itinerario affettivo. Il punto di partenza non è un luogo ma un'ora, quella del primo mattino e, così, Milano si srotola lungo il corso di tutto un giorno, dalla mattina al pranzo, dalla sera fino a notte inoltrata. Ed è proprio in questa cartografia temporale che viene messo in luce un aspetto della città gaddiana di volta in volta diverso: una città affascinante e inedita nei suoi caratteri e volti più peculiari, capace eternamente di sedurci nell'attimo stesso in cui ci respinge. -
Profondo Sud. Un viaggio nella cultura del Dixie
Ci sono storie che il tempo non ha cancellato nel Sud degli Stati Uniti. Raccontano degli scontri tra neri e bianchi, di bandiere Dixie che ancora sventolano fuori da alcune case del Texas, di strade infinite che costeggiano le piantagioni di tabacco del North e South Carolina e della Georgia. Di blues lancinanti ed edonistici ritmi creoli nelle comunità nere del Mississippi e della Louisiana. Sono storie che ancora echeggiano in questo Sud a tratti selvaggio, e sembrano proiettare chi le ascolta in un vecchio film hollywodiano in bianco e nero, a quando il sogno americano gonfiava i cuori di molte generazioni. Ma quanto resta di quell'America e di quel sogno? Attraverso un percorso geografico, e insieme letterario e musicale, Seba Pezzani ricostruisce un itinerario carico di suggestioni che dall'Alabama di Harper Lee, passando per le cupe atmosfere del North e South Carolina raccontate da Erskine Caldwell, e ancora incontrando Jeffery Deaver, Daniel Wallace, William Faulkner e Tennessee Williams, tra gli altri, approda a casa di Joe R. Lansdale. -
Tutti a bordo!
La nuova casa del capitano Giovanni sembra poter prendere il largo da un momento all'altro: oblò al posto delle finestre, pedane soprelevate per raggiungere l'ingresso e una grande àncora piantata nel terreno. I nipoti, Giada, Luca e Lalla, sanno di potersi aspettare di tutto da un nonno tanto estroso, cui la terraferma sta fin troppo stretta. Quando alla porta cominciano a bussare una lunga serie di personaggi uno più stravagante dell'altro, ecco che accade l'imprevedibile: Lalla aiuterà Noè a ritrovare la gatta da portare sull'arca prima del diluvio universale, Luca legherà Ulisse al letto per impedire alla sirena dalla voce d'angelo di sedurlo, Giada ascolterà le avventure dell'ammiraglio Nelson e da lui riceverà la medaglia della Mezza Luna. Intanto, il Corsaro Nero e i suoi fratelli, il Corsaro Verde e il Corsaro Rosso, scavano in giardino alla ricerca del tesoro; Magellano si fa beffe di Colombo, sbarcato in America pensando di essere in India; Robinson Crusoe affamatissimo si getta sul buffet, seguito dal fedele Venerdì. I tre bambini trascorreranno una giornata a dir poco straordinaria tra pirati, naufraghi e capitani, qualcuno senza un braccio, qualcun altro senza una gamba, ma tutti con grandi storie da raccontare. Cinzia Tani fa salire a bordo di una casa-nave i tre piccoli protagonisti per far loro compiere un viaggio intorno al mondo attraverso le vite incredibili di chi fra le onde del mare ha trascorso momenti indimenticabili e dal quale non può separarsi, proprio come nonno Giovanni. Età di lettura: da 10 anni. -
A Parigi con Colette. Qui tutto inizia e insieme si compie
"A Parigi con Colette"""" è un breve viaggio nel tempo, una passeggiata immaginata tra luoghi e figure della capitale che non esistono più, ma di cui ancora riverberano il fascino e la memoria. Tra i cantori della Parigi di inizio '900, spicca di certo la personalità con cui Colette ha pitturato i cambiamenti della Ville Lumière nella prima metà del secolo appena trascorso. Seguendo la parabola della grande scrittrice francese — dal suo arrivo in città dalla Borgogna nel 1893 fino ai funerali di Stato nel 1954 per la prima volta accordati a una donna dalla città di Parigi - Angelo Molica Franco offre al lettore un racconto all'altezza dell'occhio che guarda, puntuale ed emozionato, storiografico e insieme intimo della città tra ieri e oggi. Sfilano, così, il salotto di Madame Arman, il Moulin Rouge, il Café de Flore, il Trocadero, il ristorante Le Drouant che si mescolano, come nel più riuscito affresco, alle figure contemporanee a Colette quali il tanto dileggiato primo marito Willy, la poetessa americana Nathalie Clifford Barney, Gertrude Stein, Marcel Proust, Maurice Ravel e molti altri. Un piccolo libro in cui luoghi e destini congiungono i punti di un personalissimo reportage nell'anima di Parigi." -
Buio in sala. Guida breve ai cinema di Roma
Quelli storici, quelli d'essai, i cinema-teatro, quello dei piccoli e i cinema-bistrot. Quanti di loro sono sopravvissuti e cosa sono diventati? Un giro in scooter per le vie di Roma, la città del cinema e dei cinema, alla scoperta di un universo di sale che ogni anno inaugurano o falliscono, proiettano anteprime o terze visioni, che vengono occupate, sgomberate, riconvertite in bingo, banche, complessi residenziali o «ricoveri per piccioni». Stefano Scanu ci accompagna a visitarli, ci invita ad entrare, a sederci tra le poltrone di velluto, per poi uscire dalla porta d'emergenza. Ricostruisce le storie, conversa con chi quegli spazi li ha vissuti o trasformati. Un passaggio a volte malinconico attraverso officine culturali ormai livellate e panoramiche di palazzi dai portoni serrati. Si scopre che esistono legami profondi tra le vicende del cinema e quelle personali, legami che contaminano, s'intrecciano e conducono alla scoperta dell'identità più autentica di questi luoghi. -
Il gioco infinito della poesia. La lettura dei contemporanei da Ungaretti a De Angelis
Il gioco infinito della poesia è nato da due domande cruciali: come leggere la poesia?, e perché leggere la poesia? A esse risponde direttamente Luigi Tassoni con la sua interpretazione di dodici poeti contemporanei: da Ungaretti a Montale, da Sinisgalli a Caproni, fino a Zanzotto e De Angelis. Il libro parte dalla gioia e dalla riflessività, e ci guida lungo un percorso esemplare invitandoci ad ""assaporare"""" con competenza e consapevolezza la parola, il testo, la rivisitazione del mondo attraverso il discorso della poesia."" -
A Berlino con filosofia
Bachmann, figura tormentata di apolide per scelta e per necessità poetica, cerca disperatamente per tutta la vita una casa di cui possa essere, come scrive, quella che in altri tempi sarebbe stata la castellana. L'attrazione, così mitteleuropea, per il Mediterraneo, è controbilanciata, in un certo senso, dal periodo di malattia e di crisi che trascorre a Berlino fra il 1963 e il 1965, prima in clinica, per curarsi dopo la dolorosa fine della storia d'amore con lo scrittore Max Frisch, poi all'Akademie der Künste, infine nella Königsallee. Un'agonia sovvenzionata (da una borsa della Ford Foundation); eppure, nei fatti, si tratta di un momento estremamente fecondo. Poeticamente: nella città, che racconta come luogo naturale “delle coincidenze”, affonda non solo la sua radicale riflessione sulla malattia, ma anche il progetto grandioso della sua personale Recherche, ovvero il ciclo incompiuto delle Todesarte. Cosa significa oggi cercare le tracce di Bachmann a Berlino, la città che conserva l'impronta della divisione, e indagarla attraverso la scissione dell'io della scrittrice che nella sua autobiografia onirica si sdoppia, anzi si fa in tre, come la psiche della teoria freudiana, incarnando un intero triangolo di amore e distruzione?