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Sufficienza energetica. Il senso, le opportunità e le sfide di un diverso cammino per la transizione energetica
Siamo sempre più consapevoli del fatto che per risolvere la grave crisi ambientale ed energetica che stiamo vivendo non bastano le attuali soluzioni tecnologiche: occorre mitigare a monte il riscaldamento climatico e di conseguenza ridurre i consumi di servizi energetici. La sufficienza energetica può essere considerata una strategia di prim’ordine al pari di quelle, più blasonate, dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili? O dovrebbe essere, forse, la più importante? Osman Arrobbio propone una serie di riflessioni su cosa potrebbe comportare, in termini di effetti e prerequisiti, l’applicazione di un altro ordinamento gerarchico delle strategie di mitigazione delle crisi attuali, e mettere in campo, così, una nuova strategia, per buonissima parte ancora da esplorare, potente e stimolante per la transizione ecologica ed energetica. -
Fuga al Nord
Johanna è una giovane tedesca, militante nella Resistenza al nazismo, costretta a lasciare la Germania per scampare all’arresto. Prima di raggiungere i compagni in esilio a Parigi, accetta l’ospitalità dell’amica Karin nella grande tenuta di famiglia in Finlandia, dove l’accolgono foreste meravigliose e struggenti, e i conflitti nascosti di una casa altoborghese. Ma è il fratello maggiore di Karin a catturare Johanna: il solitario e carismatico Ragnar è un amore impossibile e sbagliato, che la tratterrebbe lontano da Parigi, dalla Resistenza, dai compagni che muoiono per la libertà. Fuga al Nord, scritto nel 1934, è un classico della “letteratura dell’esilio” che racconta lo sradicamento e l’opposizione al nazismo con il fervore della stretta contemporaneità. La scrittura di Klaus Mann, con le ripetizioni avvolgenti della nenia e le gelide infiltrazioni della realtà, abita lo spazio sottile tra sogno e risveglio: sotto il sole dell’estate polare, che non tramonta mai, il mondo in fiamme sembra trasformarsi in un mondo sospeso. -
Per un nuovo universalismo. L’apporto della religiosità alla cultura laica
Di fronte alle grandi sfide che la società contemporanea si trova davanti, di fronte alla condizione tragica dell’esistenza umana, la cultura laica sembra sguarnita di idee ed esitante. A partire dalla certezza che non è quello che si pensa, ma come lo si pensa a fare di noi dei pensatori critici e liberi, un giornalista, uno psichiatra, un sindacalista, un avvocato e un fotografo riflettono sul loro rapporto con il sacro, animati dall’idea che questa non possa essere una tematica ad appannaggio dei fronti contrapposti delle religioni istituite e dell’ateismo militante, convinti che il tentativo di collocare la propria esistenza nel quadro di uno spazio di senso più ampio possa arricchire il vivere comune e offrire un’alternativa ai fondamentalismi risorgenti del nostro tempo. Prefazione di Debora Spini; Postfazione di Riccardo Cristiano. Con gli scritti di Andrea Billau, Michele Bonmassar, Tano D’Amico, Stefano D’Errico, Danilo Di Matteo. -
La rivoluzione in Ucraina
Le memorie di Makhno si snodano dall’infanzia nella campagna ucraina fino alla lotta armata nella guerra civile in Russia, prima contro la controrivoluzione nazionalista, poi contro la dittatura bolscevica. Attraverso i ricordi di un contadino semianalfabeta – come Makhno si autodefiniva – in questa autobiografia si possono comprendere molte delle dinamiche politiche e sociali che infiammano la Russia e l’Ucraina di oggi. Con uno stile ironico Makhno racconta gli incontri con Lenin, le azioni militari nella guerra civile, la dura e povera vita di un rivoluzionario intransigente. Un affresco dell’inizio del XX secolo che si concluderà per lui con l’esilio in Francia e la morte prematura a soli quarantacinque anni. Il mito e la leggenda di Makhno però si proiettano nel XXI secolo, nella lotta contro tutti i totalitarismi di destra e di sinistra. -
Giudici, politica, democrazia. Uso alternativo o diritto alternativo: alle radici di uno scontro in un mondo cambiato
In un celebre convegno del 1972 su L’uso alternativo del diritto si scontrarono due strategie. Le correnti di sinistra della magistratura vi promossero l’avvento di una «giurisprudenza alternativa» che scavalcasse le norme ereditate dal regime fascista e si assumesse il compito di attuare, nel nome della Costituzione, l’«eguaglianza sostanziale» di tutti i cittadini e il loro «riscatto sociale». La sinistra accademica contrappose loro il convincimento che l’emancipazione delle classi subalterne interpellasse piuttosto la Politica e dovesse, perciò, prodursi attraverso la lotta, nella società e in Parlamento, per un nuovo «diritto diseguale» volto a correggere le asimmetrie sociali. A distanza di cinquant’anni i “linguaggi” sono cambiati ma lo scontro sul ruolo della magistratura ha invaso le pagine dei giornali e accende i confronti televisivi. Cogliere il senso di quell’alternativa è decisivo per mettere a fuoco cosa c’è in gioco in questa disputa tra giudici e politica, cruciale per le istituzioni del nostro Paese. -
Bruegel
La vita di Pieter Bruegel il Vecchio è stata segnata da un'infanzia difficile: la morte prematura del padre, un patrigno sbandato e crudele, la povertà, la sottomissione a padroni rozzi e violenti e i molti anni in cui gli fu proibito di coltivare il proprio talento per la pittura. I suoi quadri erano sovversivi, smascheravano troppo i potenti, dileggiavano troppo i ricchi. Quando poi la sua fama cominciò a diffondersi, Bruegel incontrò l'opposizione di molti maestri: il suo stile non si conformava alle nuove regole del Rinascimento italiano - la ricerca del bello e il perfezionamento della natura - e sembrava invocare un ritorno al gotico e un'esaltazione del grottesco. A metà tra biografia e favola, quest'opera di Felix Timmermans, pubblicata nel 1928, resta un prezioso documento per conoscere il percorso di vita e le ragioni spirituali e morali che hanno fatto del grande pittore fiammingo uno dei protagonisti più originali dell'arte mondiale. -
Ecologia
L’intenso dibattito sul riscaldamento globale, la discussione di politiche di sostenibilità, gli scioperi per il clima e le lotte ambientaliste rendono manifesta l’esistenza, nel nostro tempo, di una questione ecologica. A partire almeno dagli anni Dieci del Duemila, il problema si è fatto sempre più pressante e l’opinione pubblica appare oggi consapevole della catastrofe che sta investendo la vita della nostra e delle altre specie. Quale può essere il contributo della filosofia nel rispondere alle urgenze del presente? Dove rintracciare le radici della nostra postura, così problematica, di fronte alla natura? Come siamo arrivati fin qui e cosa possiamo fare oggi? Da Bacone al pensiero ambientale, dal mito di Prometeo alla crisi climatica, un approfondimento delle coordinate storico-filosofiche del pensiero moderno e contemporaneo permette di comprendere la questione ecologica nella sua complessa articolazione. -
Indifferenza. Crisi di legame sociale, nuove solitudini e possibilità creative
«Se siamo naturalmente relazionali, come possiamo essere indifferenti?». Per natura l’individuo è un essere intersoggettivo e relazionale: l’io esiste perché esiste l’altro. Siamo nati per sentire ciò che l’altro sente, facendoci spazio tra il detto e il non detto, eppure nei nostri legami sociali c’è una crepa profonda. Lì si insinua l’indifferenza, una delle questioni più impegnative del nostro tempo. È possibile pensare a un io senza un noi? Se l’empatia è parte integrante del nostro essere, allora come nasce l’indifferenza? Nel nostro panorama mondiale in crisi dove si posizionano il cambiamento, l’apertura alla conoscenza, l’approssimarsi all’altro? Proprio da qui parte l’attenta e precisa analisi di Ugo Morelli, provando a capire i modi d’agire dell’indifferenza ed eventuali vie per superarla. -
Freud, maestro e amico
Siamo agli inizi del Novecento, a Vienna. Hanns Sachs, un giovane studente di Legge, dopo aver letto “L’interpretazione dei sogni” inizia a seguire i corsi universitari del padre della psicoanalisi. Tra i due nascerà presto uno stretto rapporto di collaborazione e una duratura amicizia. «Malgrado il poco tempo da cui ci conosciamo», ne disse Freud, «la mia fiducia in lui è sconfinata». Con un succedersi di ricordi personali e aneddoti, Sachs rievoca la ricchezza intellettuale e scientifica della società mitteleuropea in cui si è sviluppata la psicoanalisi. Nel corso degli anni, sarà tra i pochi eletti ammessi all'intimo circolo degli amici di Freud, il cosiddetto ""Comitato segreto"""". In queste pagine emerge l'amico e il maestro, senza stereotipi o facili idolatrie, in tutta la grandezza scientifica e umana che lo ha reso uno degli intellettuali più originali del secolo scorso."" -
Gli intellettuali
Nel dicembre del 1930, su invito di un'associazione cattolica di Heidelberg, Edith Stein tiene una conferenza sul ruolo degli intellettuali nella società. Basandosi sul parallelismo tra l'organizzazione individuale e quella comunitaria, l'autrice traccia una complessa interconnessione tra il talento intellettuale, dono non equamente distribuito tra gli uomini, e l'impegno sociale. In una prospettiva antropologico-filosofica, Stein chiarisce la funzione dell'intelletto all'interno della struttura umana, in modo da coglierne le caratteristiche universali e invariabili. Con un'esplicita adesione all'interpretazione tomistica della tripartizione aristotelica delle facoltà dell'anima, arricchita dall'analisi fenomenologica della vita spirituale, Stein spiega come sia possibile comprendere l'importanza dell'attività intellettuale solo inserendola in una considerazione dell'organismo sociale nel suo complesso. Il vero intellettuale non è chi guarda il popolo con un misto di disprezzo ed estraneità, né chi pretende di guidarlo con senso di superiorità, ma chi mette al servizio degli altri le proprie doti umane e spirituali, in vista di un fine eminentemente educativo e formativo. Introduzione di Angela Ales Bello. -
La casa di via Garibaldi. Come ho catturato Adolf Eichmann
Un giallo affascinante che, in realtà, non è un giallo, bensì la storia vera dell'operazione che condusse alla cattura del criminale nazista Adolf Eichmann, scritta dal capo del Mossad. Isser Harel, personaggio leggendario nella storia dei servizi israeliani, dimostra un imprevisto talento letterario proprio attraverso la capacità di riportare ogni particolare, tipica di chi è abituato a stendere rapporti. Il fascino de La casa di Via Garibaldi risiede nella continua crescita, pagina dopo pagina, della suspense, attraverso la narrazione di un'attività quasi quotidiana fatta di attese, pedinamenti, sospetti, prove, verifiche e di ""volontari"""" che accettano di svolgere l'attività di spia nel ricordo della propria famiglia massacrata dai nazisti. Attorno all'assassino divenuto ora preda, il Mossad stenderà una tela fitta, eppure estremamente fragile, sottoposta all'imponderabile, al fatale imprevisto che potrebbe in ogni momento mandare tutto all'aria e far perdere nuovamente, forse per sempre, le tracce di Eichmann. Ambientato quasi interamente nelle vie, sugli autobus e nei bar di Buenos Aires, La casa di Via Garibaldi è un libro che fa riflettere su cosa debba essere la giustizia di fronte ai crimini di guerra e, insieme, un'appassionante storia vera di spionaggio."" -
Cosmopolitismo radicato
L’eminente filosofo anglo-ghanese Anthony Kwame Appiah affronta, in una brillante sintesi di autobiografia, storia, letteratura e filosofia, le questioni rese più urgenti dalla globalizzazione nella prospettiva del cosmopolitismo “radicato”. La sua idea di cosmopolitismo coniuga infatti universalismo e differenza, lealtà locali e globali, e descrive con realismo il profilo di un/a “cittadino/a del mondo” dell’epoca contemporanea. Assumere un atteggiamento cosmopolita significa accettare le responsabilità politiche e morali necessarie nel fare «la giusta parte», senza idealismi inapplicabili, ispirati tanto da una nuova educazione civica quanto dalle lezioni apprese grazie a certe pratiche di socializzazione, come pure da un concetto di «patrimonio dell’umanità» non statico ma dinamico. -
Età del ferro (2022). Vol. 3
«Non è una rivista di letteratura, né di “critica” o di “poetica”. Non è una rivista di sociologia, antropologia, psicoanalisi o delle più varie humanities. È una rivista militante senza engagement. Forse è addirittura una rivista politica. La letteratura è una forma irriducibile e insostituibile di conoscenza. La letteratura non ha compiti di intrattenimento o di “impegno” immediato, ha la profondità “sociale” delle parole. La letteratura ha a che fare con altri ambiti della cultura, anche con quelli in apparenza più lontani e diversi. La letteratura non è democratica, è critica. Non abbiamo ideologie e comunque fedi, credenze o religioni – neppure la religione della razionalità. La differenza tra tecnologia hard e tecnologia soft – la differenza tra il Novecento e il Duemila – è solo apparente: l'espropriazione non cambia, ma, e non è poco, si sposta dal corpo alla mente, e così incide sulla qualità dell'antropos, decide della sua essenza. Esiste un problema di ecologia della cultura, ovvero di ecologia di quello che siamo. Noi leggiamo il mondo (quindi anche la polis) consapevoli che ciò che ci caratterizza come specie animale, e ci fa diversi da tutti gli altri esseri viventi, è la creatività della nostra mente. Questa è la nostra militanza: rimettere al centro la potenza gnoseologica dell'arte, della poesia. Questa è appunto una funzione politica: combattere per la salute della specie cui apparteniamo.» -
Vita e dottrina di Kant
Nato come commento e integrazione alle opere complete di Kant, questo libro assunse ben presto una sua autonomia, che lo rese uno dei saggi più originali e completi sul filosofo del criticismo. Convinto che ogni scritto di storia della filosofia debba avere un respiro teoretico ampio, per non ridursi a un mero resoconto cronologico e didascalico, Cassirer offre un'analisi puntuale e acuta dei maggiori testi kantiani, mostrandone gli aspetti ancora vitali e le intuizioni insuperate, che trovarono il loro culmine nelle tre Critiche. L'originalità dell'interpretazione di Cassirer, che rende questo lavoro ancora oggi uno degli studi imprescindibili per la comprensione della filosofia di Kant, consiste nell'aver elaborato una lettura unitaria del suo percorso teorico, spiegando come ogni fase del suo pensiero contenga e porti a maturazione la fase precedente, senza perdere mai di vista lo scopo finale dell'impresa critica: chiarire le condizioni di possibilità di una conoscenza coerente dell'esperienza in tutta la sua ricchezza e complessità. Ne emerge un ritratto di Kant in cui vita e pensiero si intrecciano come aspetti di un'esistenza individuale eccezionale, che si è formata nella temperie culturale dell'Illuminismo europeo segnandone in profondità gli ulteriori sviluppi filosofici, estetici e morali. L'edizione è arricchita da una presentazione di Gianna Gigliotti, tra le massime studiose italiane di Kant e del neokantismo. -
Il manuale del perfetto carcerato
"Il mio arresto era stato un'infamia. Ed io ero un martire. Tuttavia, in fin dei conti, ringraziavo quei porci, benedivo quell'infamia ed il martirio mi pareva lievissimo, poiché avevo così avuto occasione di essere a contatto col carcere e coi suoi abitatori."""" La testimonianza diretta, coinvolgente e intensa della vita carceraria nell'Italia liberale e pre-fascista, scritta da uno dei più combattivi esponenti del socialismo europeo. Arrestato due volte tra il 1893 e il 1896, Serrati racconta fin nei minimi particolari la condizione dei reclusi nelle prigioni del Regno, senza risparmiare nessun dettaglio sull'abbrutimento fisico e psicologico a cui venne sottoposto. Dalla descrizione dell'architettura carceraria al misero regime alimentare, fino alle disastrose condizioni igieniche, Serrati apre uno squarcio inquietante su un aspetto poco indagato dell'Italia post-risorgimentale, elaborando una critica del regime carcerario che ancora oggi, purtroppo, conferma la sua amara attualità." -
Jean Amèry. Il risentimento come morale
Jean Améry (1912-1978), già Hans Mayer, scrittore e saggista ""non-non-ebreo"""", fu un testimone particolarmente acuto e sensibile della Shoah. In Italia è noto soprattutto per tre saggi di ispirazione filosofica - Intellettuale a Auschwitz, Levar la mano su di sé, Rivolta e rassegnazione - e per il romanzo Charles Bovary, medico di campagna. Portandosi su terreni di confine della ragione, indagando oggetti che sfuggono a priori all'analisi - il dolore, la morte, il flusso del tempo e della memoria - Améry fu un acrobata della negazione, capace di affrontare le illusioni radicate nel pensiero e nel senso comune con l'osservazione lucida e impietosa dall'interno. Dalla sua riflessione scaturisce un confronto serrato con pensatori quali Nietzsche, Scheler, Weber, Freud, Adorno, Sartre, Jankélévitch, Cioran e testimoni come Bettelheim e Levi. Questo volume presenta l'opera di Améry e approfondisce alcuni temi del pensiero occidentale - l'invecchiamento, il suicidio, la concezione del tempo e dell'individuo - ma affronta ugualmente le questioni della Shoah, della testimonianza e della creazione letteraria, proponendo una rivalutazione filosofica del risentimento, inteso come re-sentir, capacità percettiva e coscienza riflessiva, """"fonte emozionale di ogni morale autentica, che sempre fu una morale degli sconfitti""""."" -
L'iPhone e il paradiso di Allah
Dai rapporti tra le diverse sponde del Mediterraneo a Papa Francesco e la Laudato si', dai temi attuali di una storiografia sempre vista come ""cosa viva"""" fino al giudizio sui recenti attentati dell'Isis a Parigi e sul rischio di un conflitto di civiltà con l'Islam, dal tema dell'immigrazione al problema dell'ineguaglianza sociale. Il titolo è uno sguardo di e un viaggio con un grande intellettuale fuori da tutti gli schemi, spesso imprevedibile, quasi sempre provocatorio. Le riflessioni di Cardini, anche grazie a una scrittura ironica e densa, provocano e aprono nuovi orizzonti."" -
Le fiabe sono vere. Conversazioni con Italo Moscati
Fellini diceva che la grande capacità di Rossellini era quella di riuscire con la macchina da presa a catturare momenti di realtà e, al tempo stesso, a trasfigurarla magicamente in qualcosa che diventava quasi visionario e onirico. Fellini già coglieva in Rossellini la grandezza, vale a dire la capacità - tipica poi di ogni forma d'arte - di interpretare la realtà e trasportarla in un'altra dimensione. Prefazione di Giulio Troli. -
Una «scienza» con il cuore
In questo dialogo brioso e colmo d'ironia, il critico letterario Filippo La Porta veste i panni dell'umanista un po' interdetto che non capisce l'economia e non se ne sente capito, mentre l'economista Mauro Scarfone illustra maieuticamente le fondamenta della sua anomala scienza. I due intellettuali ci fanno entrare in modo semplice e divertito nell'universo dell'homo “oeconomicus”, chiarendo concetti-chiave dell'economia contemporanea che si trovano quotidianamente sui giornali e spesso risultano indecifrabili. Dallo sferzante confronto i lettori potranno acquisire molte informazioni utili su una delle scienze più importanti nella nostra vita. -
Drammi, sorrisi, bellezza. Conversazione con Italo Moscati
Una delle coppie più acclamate del cinema italiano si rivela per la prima volta al noto critico cinematografico Italo Moscati: dai percorsi di vita di entrambi al primo incontro amoroso e alla vita assieme, impastata di cinema, figli, televisione, arte. Virzì racconta il passaggio dall'Università di Pisa al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, il lavoro da sceneggiatore con Furio Scarpelli, i suoi film Ovosodo, Caterina va in città, Tutta la vita davanti, il successo e i David di Donatello. Micaela Ramazzotti si intreccia al discorso narrando i suoi esordi nei fotoromanzi e poi l'ingresso nel cinema, l'incontro con il marito, il matrimonio, la famiglia. Fra drammi, sorrisi e tanta passione per la bellezza si snoda una avvincente storia di cinema e amore.