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L' evoluzione della vita sulla terra. Ediz. a colori
L'evoluzione, il processo che nel corso di milioni di anni ha dato origine alla grande diversità delle specie passate e attuali, può spiegare queste coincidenze e l'incredibile capacità degli esseri viventi di adattarsi e sopravvivere: abbiamo tutti un passato in comune e facciamo parte della stessa famiglia. Età di lettura: da 6 anni. -
La sessualità spiegata ai bambini
Un libro che spiega la sessualità ai bambini in modo chiaro e semplice. Ricco di illustrazioni belle e divertenti, racconta la storia di una famiglia e cerca di risolvere i dubbi che un bambino o una bambina possono avere riguardo la sessualità. Un aiuto per bambini e genitori. Età di lettura: da 7 anni. -
Il Garda nelle fotografie dell'Ottocento
Il Garda, il più vasto e bel lago d'Italia, è qui raccontato in un lussuoso album fotografico illustrato da 200 grandi immagini ottocentesche, in gran parte provenienti dall'archivio dell'autore. A rendere più usufruibile quest'opera, è anche la sua traduzione in lingua tedesca. -
Vita e tradizione in Lessinia. Testimonianze del primo Novecento. Nuova ediz.
Questo insostituibile volume è un genuino prodotto dei nostri monti, perché nel percorrere le strade di tutta la Lessinia e nello scegliere accuratamente i personaggi più tipici, l'autore ha inserito, con abbondanza di particolari, molte citazioni ""dal vivo"""", raccolte nel corso degli anni, da abitanti che anno vissuto il '900 in Lessinia. Il libro è accompagnato da 15 disegni di G. Zorzi."" -
Bertoldo e il re
Età di lettura: da 6 anni. -
La Lessinia. Ieri, oggi, domani. Quaderno culturale. Vol. 45
Territorio veronese, pubblicazione annuale nata nel 1978. Questa rivista costituisce una delle espressioni più significative della dinamica culturale e della presa di coscienza dell'importante patrimonio storico, territoriale e ambientale dei monti Lessini. La rivista è divisa per argomenti: Territorio e ambiente, Scienze naturali, Preistoria e archeologia, Storia, Tradizioni popolari, Itinerari, Vita in Lessinia, Personaggi della Lessinia, Il ""Quaderno"""" a scuola."" -
Futuri possibili. Il domani per le scienze sociali di oggi
Questo libro affronta il tema del futuro come ""prodotto culturale"""", ossia come insieme di rappresentazioni su quanto potrà accadere domani, e in particolare sulle possibilità di miglioramento della condizione umana. È questa, oggi, una sfida non da poco. Viviamo tempi incerti, in cui la narrazione del Progresso, che aveva accompagnato le generazioni precedenti, appare sempre meno credibile (troppi conflitti, troppe diseguaglianze, troppi disastri ambientali). Ma proprio a partire da questa crisi, Vincenza Pellegrino avanza l'ipotesi che le aspirazioni a un futuro migliore per tutti - non solo per sé - siano ancora vive e diffuse tra le giovani generazioni, anche in forme nuove, e che la loro rimozione dal dibattito pubblico sia sintomo di una specifica dinamica politica. Assumendo questa prospettiva, il libro prende dunque in esame le categorie utilizzate dalla teoria sociale che si occupano del """"futuro"""", a partire dalle forme classiche della utopia e della distopia, ancora oggi rintracciabili nell'immaginario collettivo come reazione alla vita frenetica e precaria. Alla fine, emerge un quadro della nostra epoca come specifico terreno di lotta tra forme di futuro moderne agonizzanti e nuove forme di futuro, di lotta tra ciò che è """"probabile"""" e ciò che è """"possibile""""."" -
«Uccidete Sartre!». Anticolonialismo e antirazzismo di un «revenant»
Jean-Paul Sartre, uno dei più grandi pensatori del XX secolo, ha più volte rischiato la vita per aver lottato in difesa dei colonizzati. Per í sostenitori del colonialismo, le sue parole e il suo attivismo politico erano pericolosi, ostacoli da eliminare. Per i rivoluzionari e i movimenti anticoloniali, invece, erano fonte di ispirazione. Frantz Fanon volle soltanto lui per la prefazione a ""I dannati della terra"""". Questo libro propone una puntuale analisi dei concetti di razzismo e colonialismo in Sartre. La tesi radicale a cui giunge la riflessione del filosofo è che il colonialismo sia un sistema, ovvero un meccanismo complesso posto alla base della produzione e riproduzione del capitalismo: il razzismo non rappresenta una sua semplice dottrina, ma una dimensione operativa, una violenza che giustifica se stessa. In un momento storico in cui da diverse tribune si reclama a gran voce il ritorno al colonialismo, si moltiplicano e prolungano le missioni militari all'estero, si fortificano i confini nazionali in Europa e altrove, si intensifica il razzismo istituzionale e si costruiscono ovunque asimmetrie tra individui, classi e popolazioni, il pensiero di Sartre torna a essere centrale e imprescindibile anche per chi lo aveva frettolosamente archiviato. Il libro raccoglie inoltre quattro scritti di Sartre, tra cui """"Il colonialismo è un sistema"""", universalmente considerato un contributo importante per l'analisi del fenomeno coloniale."" -
Marxismo ed ecologia. Origine e sviluppo di un dibattito globale
Spesso si ritiene che il pensiero e la pratica ecologista non abbiano nulla a che fare con il marxismo, per lo più associato a una frettolosa lettura della sua teoria dello sviluppo delle forze produttive. Ebbene, il lavoro di Bergamo mostra non solo che il pensiero marxiano è compatibile con le istanze dei movimenti contro il cambiamento climatico, ma che è anche necessario per pensare a una trasformazione radicalmente ""ecologica"""" della civiltà e del nostro essere nel mondo. Presentando per la prima volta in modo organico al lettore italiano gli autori principali dell'ecomarxismo - Paul Sweezy, Herbert Marcuse, Richard Levins, Richard Lewontin, Ted Benton, André Gorz, James O'Connor, Alfred Schmidt e Neil Smith -, il libro ripercorre la genealogia e le tappe dell'incontro tra ecologia e marxismo, tracciando le coordinate principali di un dibattito le cui radici affondano negli anni Sessanta. All'interno di questo dibattitto, un'attenzione particolare è rivolta a quattro dei suoi protagonisti fondamentali: John Bellamy Foster, con la sua rielaborazione della teoria della """"frattura metabolica""""; Paul Burkett, con sua """"teoria ecologica del valore"""", Jason W. Moore, fondatore della teoria dell'ecologia-mondo; Andreas Malm, ideatore della """"teoria del capitale fossile"""". La ricostruzione degli esiti contemporanei di questo dibattito evidenzia inoltre tre nodi tematici attorno ai quelli esso si sviluppa: l'ontologia, l'economia e l'Antropocene, che l'autore analizza puntualmente. Il volume si presenta dunque come una sorta di guida-critica al complesso universo dell'ecomarxismo, di cui ripercorre le origini e lo sviluppo, analizzando i nodi teorici e politici al centro di un confronto globale che, anche per i suoi riflessi pratici, meriterebbe di essere maggiormente seguito nel nostro paese."" -
Il tempo inquieto. Per un uso politico della temporalità
Se l'organizzazione e il controllo dello spazio sono propri della sovranità politica, la dimensione del ""politico"""" è, non meno, strettamente legata a un razionale uso della temporalità. Dopo una prima fase, in cui la ciclicità naturale riduce ogni istanza modificativa, la politica moderna si distacca dalla concezione destinale dell'umano svolgendo e utilizzando i modi del tempo. Il passato, la memoria e la storia per radicare negli eventi trascorsi la propria identità e progettualità politica. Il presente, come il tempo dell'occasione per la trasformazione o il governo della realtà effettuale. Il futuro come proiezione strategica e attesa. Questo modello collassa a partire dagli ultimi decenni del Novecento quando si impone il """"presentismo"""", un regime temporale segnato dalla concentrazione sul presente, esaltato e accelerato dalle pratiche del consumo. Un ritorno all'eterno ritorno dell'identico, un dominio dell'attualità in cui la politica è ridotta a risposta rapida alla contingenza più stretta. Un rilancio della politica - la scommessa per una sua rinnovata forza vitale - non può dunque non passare per una """"distensione"""" del pensiero e dell'agire lungo l'intero arco della temporalità, attivando il passato, sollecitando il presente, progettando il futuro."" -
Palestre di precarietà. Una etnografia delle pratiche conflittuali nella formazione tecnica e professionale
Il libro presenta i risultati di una lunga ricerca etnografica svolta all'interno di due scuole superiori romane caratterizzate dall'accogliere una popolazione studentesca marginalizzata e dalla traiettoria scolastica e sociale subalterna. All'osservazione si accompagna un'analisi dei percorsi e delle condizioni socio-esistenziali che segnano molte delle biografie e restituiscono un quadro del rapporto conflittuale che gli alunni intrattengono con i mondi della scuola che frequentano. Scuole orientate alla regolazione, all'addestramento, alla precarietà lavorativa ed esistenziale. Il volume si propone di rimettere al centro del dibattito la violenza ""dolce"""" dell'istituzione scolastica, i suoi meccanismi segregativi e il rimosso di un'esperienza di classe, attraversata e divisa da diversi processi di razzializzazione, che è raramente affrontata nelle sue molteplici sfaccettature. In mancanza di linguaggi che colgano il nocciolo delle problematiche esistenziali di questi adolescenti, tale rimosso si ripresenta in forme che possono apparire talvolta autolesionistiche, sprezzanti o fini a sé stesse, ma, in ogni caso, """"maledette"""" e destinate a riprodurre le stesse condizioni che le hanno generate."" -
Fuorigioco. Figli di migranti e italianità. Un'etnografia tra Milano, Addis Abeba e Londra
"Nel calcio, quando viene rilevato un fuorigioco, si è sottoposti a sanzioni. Ma la metafora calcistica è quantomai utile se applicata a figli di migranti messi continuamente altrove, trasferiti in un'area di nessuno, epurati dalle appartenenze che pure hanno. Giuseppe Grimaldi costruisce un'indagine etnografica che parte proprio dalle parole e dai comportamenti quotidiani e che, oltre al non detto, mostra le regole sociali e giuridiche vigenti, fino a introdurci a quell'armamentario simbolico a cui queste persone sono """"costrette"""" per declinare le loro vite. Si tratta infatti di una condizione che viene loro imposta, in modo da metterli e tenerli fuorigioco, fuoriposto, fuoriluogo. Solo che tutto questo innesca anche un gioco sociale, una pratica delle rappresentazioni, un sistema performativo in cui sono proprio le cosiddette """"seconde generazioni"""" a ritagliarsi uno spazio, un ruolo e una collocazione sociale ben precisa. E per raccontarlo si inseguono qui biografie e carriere, genealogie e generazioni, si confrontano procedure materiali e elaborazioni rituali di giovani italiani di origine etiope ed eritrea, spostandosi dai paesi di origine dei genitori (Addis Abeba) allo spazio di transito milanese di Porta Venezia lungo la rotta mediterranea fino a Londra. Tanti i fantasmi che vengono evocati: dal colonialismo rimosso all'attuale black mediterranean... Ed è proprio tra quel passato che gli italiani non hanno digerito e gli orrori del presente che la folla di attori che riempiono le pagine di questo libro riescono ad essere riconosciuti per ciò che sono, italiani"""" (Stefano De Matteis). Prefazione di Gennaro Avallone." -
The evolution of virtual identity in american literature. From the telegraph to the internet
What is the origin of virtual identity? Can we trace its evolution in American literature? This book seeks to respond to these inquiries by exploring those narratives that between the end of the 19th century and the present have illustrated redefinitions of American identity through the virtual context engendered by the development of telecommunications. The study opens with an overview of the relationship between the real and virtual self in modern thought and then focuses on the relevance of identity in American culture. Sweeping in its scope, the book proceeds to explore the origin of virtual identity through the telegraph, following its evolution with the telephone and ultimately delving into the digital age to shed light on the computer, the Internet, and virtual reality. In this way, the second section of the volume moves on to tackle the process of exchange between personal construction and narrative technological development. As such, the texts examined are Wired Love: A Romance of Dots and Dashes (1879) by Ella Cheever-Thayer, A Connecticut Yankee in King Arthur’s Court (1889) by Mark Twain, The Broom of the System (1987) by David Foster Wallace, Chronic City (2009) by Jonathan Lethem, and A Visit from the Goon Squad (2010) by Jennifer Egan. Opening new vistas on the narratives, the book shows how American literature has traced the profile of a new, essentially virtual, identity defined by the intersection between real and artificial and by performance as a means to represent the self. -
Macchina Capitale. Genesi e struttura dello sfruttamento
Questo nuovo lavoro di Margherita Pascucci è una riflessione sul capitale come “metafisica”, in quanto sistema produttivo che “si presuppone”, e come meccanismo di sfruttamento, in quanto la sua forma di produzione è appropriazione della capacità produttiva altrui. L’analisi muove dalla formazione del denaro e della prima metafisica nell’antica Grecia per poi passare alla struttura teorica del capitale ai suoi esordi, alle sue prime definizioni nel Medioevo come “ragione seminale di lucro”, di cui rintraccia la genesi nelle “ragioni seminali” in Agostino e nella metafisica medievale. Le ragioni seminali indicano la capacità della materia di autoprodursi ed è proprio questa capacità, di cui il capitale si appropria, che viene investigata. Seguendo lo svilupparsi di questa seminalità, con una attualizzazione tematica che ne percorre alcune espressioni storiche – l’usura, le prime leggi sulla povertà, la formazione dei Monti di pietà –, si affronta poi la lettura che nel Novecento Alfred Sohn-Rethel prima, e Gilles Deleuze e Félix Guattari poi, hanno dato del capitale come meccanismo di sfruttamento e “presupposto”. L’infrastruttura del meccanismo di sfruttamento che caratterizza il capitale come sistema produttivo viene mostrata anche nella struttura della conoscenza astratta e della formazione della soggettività. A fronte di questa analisi, l’autrice propone alcuni dispositivi di affrancamento dal meccanismo di sfruttamento stesso: un “coefficiente di produzione della disuguaglianza” – che sviluppa il concetto del saggio di sfruttamento in Marx – come l’impronta della produzione di povertà da parte del capitale, e una nuova figura teorica di segno affermativo, il “più di essere”, ossia un plusvalore che torna sul lavoratore. -
Orizzonti di transito. L'opera di Jhumpa Lahiri tra l'Italia e gli Stati Uniti
Questo libro intende fornire un aggiornamento critico sull'opera di Jhumpa Lahiri, autrice statunitense di origine indiana e una delle maggiori voci letterarie americane contemporanee, la cui recente traiettoria creativa si arricchisce dell'esperienza di apprendimento della lingua italiana e dal contatto con la realtà vissuta dell'Italia, nonché da un crescente impegno intellettuale teso a rivitalizzare il repertorio culturale statunitense attraverso le dinamiche della traduzione. Snodandosi da un percorso di apprendistato volto a mobilitare una più libera e svincolata dimensione creativa rispetto a quella indiana-americana della narrativa precedente, le opere italofone si consustanziano nell'esercizio della scrittura e dei trapassi linguistici, dando vita a un soggetto autobiografico o pseudoautobiografico femminile il cui estraniamento e sradicamento, sia a livello intra-narrativo che meta-testuale, getta luci e ombre sullo scenario culturale e letterario globale. Attraverso 'analisi della struttura e del ritmo compositivo dei racconti e dei romanzi diasporici e della produzione narrativa italiana di Jhumpa Lahiri - ricchissima di riverberi letterari colti sia dalla formazione statunitense che dalla tradizione filosofica indiana - si offre una lettura sottile e articolata, tesa a relazionarsi quanto più responsabilmente alla dimensione estetico-politica delle sue opere: alle coordinate spaziali e culturali della diaspora indiana-americana e alle questioni identitarie della seconda generazione; al modo in cui queste sono declinate in termini di gender e sessualità; agli orizzonti della traduzione e del dialogo transculturale che sottoscrivono la migrazione dei suoi testi. -
Il diritto di Antigone. Appunti per una filosofia politica: a partire dai corpi migranti
Il diritto di Antigone è il tentativo di elaborare alcuni spunti per un pensiero politico militante a partire dall'esperienza immediata con i migranti della cosiddetta rotta balcanica. L'autore ritiene che la tradizione ispirata principalmente all'elaborazione teorica dei movimenti della sinistra radicale degli anni Sessanta e Settanta, di cui è stato e si sente partecipe, abbia avuto un forte carattere ""deduttivo"""", che ha portato a una lettura spesso ideologica e riduttiva della drammatica complessità dell'esperienza politica, in particolare per ciò che riguarda il rapporto fra le dinamiche collettive e le singolarità individuali. Questo aspetto rimane il non pensato nella necessaria ricerca pratica e teorica di costruzione di forme sociali alternative a quella dominante, che oggi giunge a mettere in pericolo la stessa riproduzione della vita sulla terra. L'intento di Franchi è quindi di proporre un metodo """"induttivo"""", che parte dall'incontro solidale con i """"corpi di dolore"""" dei migranti. Su questa esperienza, intesa in senso benjaminiano, che racchiude e manifesta nella maniera più concreta un aspetto fondamentale della condizione e delle dinamiche in atto nel mondo, cerca di articolare un percorso, dotato anche di spessore teorico, senza rinnegare la ricchezza di una tradizione, ma accettando di addentrarsi in una selva oscura, esistenziale e politica, in cui il capitalismo appare come l'ultima ossessione storica del rifiuto della condizione mortale dell'essere umano."" -
Connessioni ecologiche. Per una politica della rigenerazione: leggendo Haraway, Stengers e Latour
L'ecologia politica è un campo di studi che negli ultimi cinquant'anni ha politicizzato in molti modi l'impatto della produzione e riproduzione umana sull'ambiente. Negli ultimi anni una serie di prospettive emergenti, all'intersezione tra antropologia culturale, geografia, filosofia della scienza, sociologia dell'ambiente, science and technology studies ed environmental humanities, stanno sviluppando una comprensione dell'ecologia politica oltre la moderna divisione tra società e ambiente. In questo dibattito i lavori di Haraway, Stengers e Latour forniscono un contributo fondamentale per dare corpo a un pensiero in grado di evidenziare l'interconnes-sione di umani, animali, piante e mondi geofisici, così come l'intreccio di ecosistemi, tecnologie, istituzioni e culture. Mentre la prospettiva ambientale si concentra principalmente sulla natura non umana, il pensiero ecologico che emerge da queste traiettorie comprende la complessa rete che lega insieme umani, non umani e sistemi planetari. A partire da Haraway, Stengers e Latour, le riflessioni raccolte in questo volume si interrogano su cosa possa significare costruire connessioni ""in/appropriate"""" a partire dalle esperienze e della narrazioni femministe, sul nesso tecnoscienza, biologia e futuri possibili, sulla criticità dei nostri ecosistemi, su vizi e virtù della postcritica, sui concetti di Gaia e cosmopolitica. La lettura di Haraway, Stengers e Latour è qui esplicitamente messa in relazione con una tensione politica che ci aiuta non solo a comprendere, ma ad agire nel nostro presente. Il volume si chiude con un testo della stessa Stengers, inedito nella nostra lingua. Contributi di Mirko Alagna, Angela Balzano, Michele Bandiera, Nicola Capone, Carlotta Cossutta, Francesco Di Maio, Enrico Milazzo, Gilberto Pierazzuoli, Miriam Tola, Elisa Virgili."" -
La produzione della devianza. Teoria sociale e meccanismi di controllo
"Credo che oggi, esattamente come vent'anni fa, il lavoro teorico ed empirico sulle devianze vecchie e nuove debba sfuggire alle pretese della terminologia positivistica delle scienze sociali e soprattutto dei meccanismi politico-morali che esse innescano. Così, un lavoro sulle scienze dell'immigrazione potrebbe mostrare, allo stesso modo in cui Foucault ha decostruito le idee di razza e di nazione, come il linguaggio 'tecnico' della demografia, della sociologia, delle relazioni internazionali, ecc. travesta spesso la preoccupazione profonda di inferiorizzare i migranti, di tenerli a distanza, di farne dei non-cittadini. In questa prospettiva, il saggio che viene riproposto non è che una prima lettura, inevitabilmente parziale, delle procedure con cui le moderne scienze hanno contribuito a spoliticizzare l'esperienza"""". """"Sono convinto, oggi come ieri, che i discorsi sociologici (e criminologici) sulla devianza non debbano essere trattati tanto come ipotesi scientifiche su certi aspetti della realtà sociale, quanto e soprattutto come dispositivi che costituiscono il proprio oggetto in base a strategie che hanno a che fare con il potere"""" (dalla Prefazione alla seconda edizione del 2000)." -
Diritti e comunità plurali. Clinica transculturale e società dell'inclusione
I saggi raccolti in questo volume mirano a rispondere a un interrogativo preciso: quali politiche per l'inclusione adottare con lo scopo di promuovere la realizzazione di una nuova società? L'Italia è diventata un paese multiculturale sin dalla fine degli anni Settanta, ma non ha ancora definito con chiarezza se e quali politiche multiculturali intenda assumere. In tale contesto gli scritti di questo volume si propongono di affrontare i nodi teorici e i risvolti operativi delle politiche italiane in materia di migrazione nella prospettiva della clinica transculturale. I saggi analizzano infatti il significato dei concetti fondamentali che sono o dovrebbero essere alla base delle politiche migratorie: il multiculturalismo tra universalismo e relativismo, l'integrazione o l'assimilazione, la multidimensionalità degli interventi (l'aspetto intrapsichico, la dimensione intersoggettiva e quella trans-soggettiva), la percezione del sistema dei diritti da parte delle persone migranti, la loro volontà o il loro rifiuto di integrarsi. La prospettiva etno-psichiatrica ed etno-psicoanalitica guida la lettura di questi processi articolandosi in modo complementare con altre prospettive interpretative, come quella giuridica e quella istituzionale, per tentare di comprendere la complessità delle politiche e dei processi che stiamo attualmente vivendo. Sulla base di queste premesse gli autori del volume mirano a riconsiderare l'organizzazione delle nostre forme di inclusione e di organizzazione dei servizi e a ripensare le modalità dei fondamentali processi di formazione dei funzionari pubblici, degli insegnanti e degli operatori dei servizi. Contributi di Erika Agresti, Patrizia Brunori, Filomena Cillo, Gustavo Gozzi, Nadia Hadjeb, Arezki Hamidi, Danila Indirli, Alessandra Inglese, Carmela Italiano, Susanna Liberatore, Renata Alexandre Lins, Ali Tanveer, Nazzarena Zorzella. -
Esperienza di cura in migrazione. Forme dell'invisibile e narrazioni possibili: l'orizzonte etnoclinico
Quali ascolti si possono offrire all'invisibile che abita la vita di ciascuno e si fa sentire attraverso il malessere? Quali forme di accompagnamento si agiscono nella cura? Il libro attraversa le inquietudini, le sofferenze, gli smarrimenti e le incertezze individuali e collettive che caratterizzano la vita umana. Le esperienze di cura che vengono narrate sorgono dai molteplici posizionamenti che donne e uomini hanno sperimentato nel lavoro d'incontro con l'altro, con sé e con le alterità di cui ognuno è portatore. Le autrici e gli autori raccontano come la costruzione dei saperi e delle forme di cura giungono attraverso processi di disorientamento a volte provocati da spaesamenti, urti, vertigini, sorprese, rifiuti. L'orizzonte etnoclinico, espresso a partire dalle esperienze, predispone a forme di cura in movimento e l'invisibile portato dalle traiettorie di sofferenza viene accolto come spazio che rinnova i confini dei saperi e le relazioni tra dimensioni umane e non umane. L'invisibile è il debito nascosto di ognuno con il dono della vita. In questo doppio invisibile si intrecciano poesia e arte in narrazioni che invitano a essere responsabili delle parole e degli sguardi che costruiamo nella relazione con gli altri e con il mondo. Il libro si rivolge ai professionisti che operano nei servizi sanitari, sociali ed educativi e agli studenti che si preparano al lavoro di cura. Contributi di Maria Livia Alga, Rosanna Cima, Rita Finco, Marion Jacoub, Fulgenzio Rossi, Gabriel Maria Sala, Hamid Salmi, Gloria Selini.