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L'idea partecipativa dalla A alla Z. Idee, norme, protagonisti
Ad accomunare le diverse ""voci"""" di questa """"Rassegna"""" è la volontà di individuare le costanti di un pensiero che, nel corso dei secoli, ha espresso una visione della vita e del mondo non classista, rendendo evidente una comune domanda di integrazione sociale ed un'identica volontà di risposta alle crisi sociali e della rappresentanza che continuano a segnare il percorso dell'Umanità. Questa """"Rassegna"""" vuole essere un bilancio ed insieme un'ipotesi di lavoro, soprattutto per le gio-vani generazioni e per quanti sui temi della """"PartecipazionÈ intenderanno misurarsi, avendo alle spalle una Storia complessa da riscoprire, analizzare criticamente, rimettere al centro del confronto contemporaneo."" -
Il mare tra le terre
Donatella Corridore, nasce a Palermo, e cresce tra il capoluogo della Sicilia e la provincia di Siracusa. Vissuta per un decennio in America Latina, attualmente risiede a Roma. Nel 2013, la sua opera prima, Mare Vecchio, romanzo storico ambientato nella Libia coloniale e post coloniale fino alla Primavera Araba, raccoglie numerosi riconoscimenti letterari, classificandosi ai primissimi posti in concorsi quali Francesco Florio, Ettore Petrolini, il Festival Internazionale del Mare e il concorso Insieme nel Mondo. Il libro racconta del toccante e avvincente recupero di circa 900 migranti nella prima Operazione Mare Nostrum della Marina Militare Italiana, a cui l'autrice ha partecipato personalmente e durante la sua permanenza sulla nave sede di comando della flotta militare, nasce ""Il mare tra le terre"""", che diventa il luogo di incontro di due mondi solo in apparenza lontani. Il libro è corredato da numerose foto del fortunato salvataggio."" -
Viaggio a Gerusalemme e altri racconti
C'è una fedeltà assoluta alla vita, in questi bei racconti di Diana Cavorso. Racconti in realtà così omogenei e infibrati, che assommano e irraggiano a perfezione il romanzo di una vita intera, cioè, teorizzava Giacomo Debenedetti, la ""parabola d'un destino"""". La vita, infatti, nella sua sorprendente banalità, è il tema centrale di quest'opera. Diana Cavorso scrive benissimo, con mano ferma e leggera, come sempre in realtà bisognerebbe scrivere: niente affettazione, niente ricalchi (o ricatti) sociologici, o peggio, ghirigori di vièto psicologismo... Solo la provvidenziale, flaubertiana, appunto, parola giusta, la manzoniana attenzione all'etica medesima degli eventi, perfino alle risorse virtuose, insomma alla catarsi preziosa del linguaggio: ma senza forzature, senza enfasi o recriminazioni. Il '900 migliore viene in realtà da questi scrittori e questa voglia di scrittura. Dopo la grande, vertiginosa sorpresa di Svevo, l'inesorabile sferragliare loico di Pirandello, o la lucida, feroce autocoscienza del Moravia indifferente due volte (perché italiano e giacché borghese), ecco aprirsi, giungerci un sincero, innamorato e cruciale drappello di Donne in Scrittura che profetarono in fondo il femminismo senza empiti, approdi barricaderi o inasprimenti di sorta. Introduzione di Plinio Perilli."" -
Il debito delle finzioni
Ogni critico onesto lo sa - e vale anche per gli stessi autori nell'atto medesimo del pensarsi, Heidegger avrebbe semplicemente chiosato, profetato, dell'Esserci: che di libri, di opere letterarie ne escono tante, anche troppe; ma ben poche, sì, pochissimi, quelli atti a lasciare il segno di un'esperienza originale, di una necessità sincera, che il rito e il dettato della scrittura, conservano e testimoniano a futura memoria... Questo è il caso del libro assolutamente originale di Fortunato Bruno. Poeta libero, e integro proprio in questa sua adempiuta, emancipata libertà (insomma trasgressivo ma insieme cogitante, anarchico eppure effusivo, melanconico però ardimentosamente meditativo) e in cui l'Amore è il protagonista assoluto di questi versi, di quest'appello al cuore che comanda ma delega tutto alla mente, al ragionamento, al travaglio inesausto del pensiero che pulsa, soffre o desidera. Una poesia, soprattutto, dove il Desiderio (Desiderio id est Amore) si pone e s'impone come deuteragonista principale, coprotagonista principe di ogni trama non soltanto erotica, emotiva, ma in fondo anche teorica o teorizzata. Un libro, dunque, nuovo, trasgressivo nella sua primitiva dolcezza che arricchisce il panorama poetico nostrano di una voce originale e di sicuro successo. -
Il grande bluff. La rivoluzione del Tremila
Nel libro sono riportate ipotesi, congetture, pensieri sulla crisi sanitaria e su quella dell'occidente capitalista/consumista. Nella seconda parte sono riportati articoli dell'autore già pubblicati su ""Il Borghese"""" e sul suo libro """"Venti di democrazia in Europa""""."" -
75 anni in nome della libertà
«Detto così, tre quarti di secolo, può sembrare un'eternità. Invece è oggi: il Candido compie 75 anni. Tanti ne sono passati da quel 1945 che vedeva l'Italia povera di allora risollevarsi dalla catastrofe della Guerra Mondiale e Candido era al fianco degli Italiani per bene, di quella ""maggioranza silenziosa"""" cui Giovannino Guareschi iniziava a dar voce assieme a Giovanni Mosca e """"Giaci"""" Mondaini. 75 anni dopo Candido è ancora qui, a fianco degli Italiani che credono nella libertà, oggi come allora, a guardare la """"povera Italia"""" del terzo millennio e della terza repubblica. Ho cercato di raccontarveli, questi primi tre quarti di secolo: i prossimi ve li stiamo raccontando sulle pagine del Candido.»"" -
Sovrana bellezza
Susanna Campione si è laureata nel 1992 in giurisprudenza all'università La Sapienza di Roma. Esercita la professione di avvocato e giornalista. Scrive per ""il Tempo"""", """"il Secolo d'Italia"""", il mensile """"il Candido"""" e il quotidiano """"Gli italiani"""". Nel 2016 si è candidata al Comune di Roma nella lista """"Con Giorgia"""" di Giorgia Meloni. Autrice della rubrica Sovrana Bellezza nel 2018 è stata nominata vice presidente nazionale del Dipartimento Eccellenze italiane di Fratelli d'Italia. Questo suo primo libro raccoglie appunto i personaggi raccontati nella suddetta rubrica, con lo scopo di mettere in evidenza il filo che li collega tutti: «una formazione lunga e complessa al termine della quale ognuno di loro ha impresso al mestiere il suo carattere, la sua genialità»: la sovrana bellezza italiana."" -
Una vita in versi
Arnaldo Salustri è nato a Morro d'Alba (AN) il 1 agosto 1883 ed è deceduto a Roma il 1 marzo 1971 Fin da giovane si è cimentato nello scrivere poesie e parole per brani musicali, sia in lingua italiana che in dialetto romanesco. Nel 1908 ha sposato Isabella Caldari, romana da sette generazioni, come si dice a Roma e, anche per una lontana comunanza di radici, con il principe della poesia romanesca Carlo Alberto Salustri (Trilussa), ha coltivato ed onorato questo meraviglioso dialetto, ancora oggi vanto dei romani. Alcune sue opere sono state oggetto di pubblicazione sotto la copertura di pseudonimi, dato spesso il contenuto critico nei confronti dei vigenti regimi. Ha avuto sei figli a cui ha dedicato molte delle sue poesie, parte delle quali raccolte nel libretto ""Le mie pupe"""" pubblicato nel novembre 1915 Negli anni '40-'50 ha sintetizzato, sempre in versi romaneschi, molte delle caratteristiche di quell'epoca, mestieri, costumi e comportamenti, che rappresentano uno stimolo di profonda riflessione per coloro che hanno il privilegio di poterli leggere. È stato insignito della Onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto, quale reduce della Grande Guerra."" -
Vivere nel sole
Emmanuele Francesco Maria Emanuele ama e crede nella Poesia, molto più che come esimia disciplina letteraria, come attività e percezione totale, nobile e rincuorante di pensiero, democrazia affettiva ed emotiva, etica stessa del pensiero e del nostro dovere d'umanità, quotidiano ma consacrato. Mai poi come in questo libro, la poesia tutta è parsa ed apparsa, ad Emanuele, quasi un fluire quotidiano (e certo non a tutti inaccessibile) di emozioni e risorse, umana conquistata saggezza, fede temprata e amore inestinguibile. Esperienza che si fa ricordo, e così meglio scorre e vive, continua e s""inebria a pensarsi, ma soprattutto a capirsi, fluviale e inderogabile, ma immota, mai stanca d'esserci"" -
Stato e nazione. Hegel oltre il suo tempo
Lo Stato è la forma istituzionale che la civiltà europea ha espresso nella modernità. Lo Stato nazionale è la pienezza di tale ""forma di governo"""". G.W.F. Hegel (1770-1831) ne è tra i massimi pensatori in chiave sia di organizzazione interna sia di relazioni internazionali. Equilibri tra individuo, famiglia, società civile e Stato, poi sovranità, rivoluzione, guerra e pace, rapporti tra politica ed economia, libertà e uguaglianza, mediazione e decisione, sono passaggi di un'analisi che il presente volume iscrive altresì nel confronto con marxismo, anarchismo, tradizionalismo, positivismo tecnocratico, nazionalismo, mo-deratismo, liberalismo, giungendo fino ai nostri giorni, ai problemi della democrazia, alle prospettive dell'unità europea."" -
Un messaggio per il futuro. A tutte le generazioni
Un volume affascinante questo ultimo lavoro di Domenicantonio Carbone che unisce con un filo indissolubile il nostalgico racconto delle sue origini in una famiglia umile, ma dai saldi e sinceri valori morali, alla peculiare vicenda personale che lo vede protagonista di un'incredibile ascesa sociale, che lo porterà da umile apprendista a sarto professionista, con una fama che travalica i confini nazionali. Eppure, nonostante l'indiscusso successo, Carbone non perde mai di vista quel passato e quei valori che ne hanno, in definitiva, costituito l'anima e la forza. In questa chiave, anche gli adorati nipoti, a cui l'autore dedica il libro, diventano il simbolo e il mezzo per una accorata denuncia della situazione lavorativa precaria e avvilente in cui vertono tutti i giovani italiani. È a loro, infatti, che si rivolge con il suo esempio di serietà, di impegno, ma soprattutto di inesauribile vivacità intellettuale che lo vede impegnato, tutt'oggi e sempre con passione e tenacia, in nuovi progetti e nuove sfide. Un libro, dunque, emozionato e emozionante in cui passato e presente, rigore e genuino coraggio, si mescolano a creare una trama avvincente, complice anche il pathos delle numerose composizioni poetiche che costellano il testo e che contribuiscono a tenere inchiodato il lettore, avvinto, fino alla ultima riga. -
Politically scorrect. Le vignette, la satira e l'eresia
Nell’epoca del “politicamente corretto” – in cui le statue di Winston Churchill e Cristoforo Colombo vengono abbattute, dove l’identità è solo quella “percepita” e persino le figure del padre e della madre sono messe al bando – come sta messa la satira? Nata per riaffermare le categorie della realtà, irridendo quanti se ne ponevano al di fuori, è in disarmo per mancanza di materia prima: collassata per collasso della realtà. Questa raccolta ragionata di vignette e articoli satirici, apparsi nell’ultimo quindicennio su diverse testate nazionali, va considerata un po’ come l’ultima sigaretta prima del rogo: il tentativo di ridere ancora di quel poco che resta delle vecchie categorie perdute e del nulla che avanza. Prefazione di Ottavio Cappellani. -
Castiglione di Carovilli tra affetti, ricordi e tradizioni
Chiunque abbia lanciato un sasso nell'acqua e ne abbia osservato gli effetti, comprenderà che il libro di Cinzia, è simile a quel sasso che nella sua caduta riscopre gli abissi, proietta verso l'alto gocce di speranza e propaga onde circolari. Fuori da ogni metafora, gli abissi sono il passato protettivo, rifugio ineludibile di un presente assente e di un futuro incerto, la verticalità delle gocce è la tendenza dell'uomo all'elevazione, l'espansione ondeggiante è la palpitazione al raggiungimento di anfratti lontani. Partendo da un io in fieri, epicentro di ogni possibilità, Cinzia ripercorre le sue profondità, le sue distanze per ritrovare la sua essenza. I ricordi nitidi della prima infanzia (la famiglia, la casa, l'asilo, la scuola elementare, la chiesa, i giochi, i racconti edificanti ...), dell'adolescenza (le esperienze scolastiche, religiose), dell'età adulta (la meravigliosa avventura di essere madre, l'amato lavoro d'insegnante) si espandono fino alla costituzione dell'io sociale nella sua sfera diurna (il lavoro contadino in tutte le sue sfumature, Castiglione con le sue tradizioni popolari e religiose, carnevalesche e sublimi, le sue peculiarità linguistiche e la sua sempiterna semplicità) e nella sua sfera notturna (i sacrifici dei nonni prima e dei genitori poi, la presa di coscienza della malattia di mamma e degli zii). Castiglione, poi, gioca la sua parte. Come non vedere in queste pagine delle braccia che dopo aver colto i fiori ne custodiscono il profumo e l'incanto; un cuore che con movimento diastolico e sistolico si espande alla vita e si contrae per trattenerne il soffio raccolto; un'immensa palpebra aperta sul mondo che si richiude per serrarne la bellezza percepita e catturata; Psiche espansa sul giorno e reclina come un cigno sulla sua sera; un canto dell'anima da offrire, nella sua autentica semplicità, alle nuove generazioni perché ne colgano l'elevato insegnamento? -
Entro nel dipinto
Entrare del dipinto è la parola d’ordine, la formula magica, l’imperativo categorico che ribalta, adempie ma anche irride ogni via di fuga: Paola Cordeschi, donna colta ed educata all’arte fin dall’afflato formativo e dal generoso contesto familiare (architetti, ingegneri, psicologi…), va aggirandosi e peregrinando fra queste pagine sempre con una verve altolocata ma giudiziosa, elegante eppure semplice per sentimenti e adesioni; soprattutto, l’impegno sacro, benedicente e ubiquo della Realtà: che non può essere mai artefatta. Ai lettori, ai fruitori ed estimatori, l’autrice affida la gioia, la curiosità di fermarsi sul campione al momento più fascinoso, sull’exemplum artistico più (im)pertinente e luminoso, o capzioso, o emblematico… -
Nel bosco. Riflessioni con e per gli alberi
“Le città son nemiche, amici i boschi”. Con questo verso di Francesco Petrarca si apre il saggio di Silvano Landi, guardia forestale dal 1969 e autore di numerosi scritti sul tema dei boschi. In ogni passaggio del manoscritto si evince la competenza e la passione dell’autore per le problematiche forestali e ambientali. Il bosco in questo volume è analizzato sotto vari punti di vista. Inizialmente sono raccontate le differenze che il bosco offre nelle varie stagioni dell’anno, narrazione arricchita da numerosi aneddoti ed esperienze personali. Si trova poi un’importante parentesi storica e sacra, che ripercorre tutti gli eventi in cui il bosco è stato al centro della storia e della religione. Affascinante inoltre il capitolo che l’autore dedica ai pochi alberi presenti nel suo giardino durante il Lockdown per il Covid-19, occasione per ripensare ai suoi boschi ideali, quelli della sua infanzia e della sua maturità. Il volume si chiude con una appassionante raccolta di poesie sui boschi, fra gli autori grandi come Neruda o la Merini. -
Il secolo madre. TransSovietismo-TransCapitalismo. La guerra continua
«Un libro dedicato alla libertà, a coloro che hanno vissuto per amore della libertà, che hanno dato se stessi per proteggerla, difenderla, promuoverla. Combattenti invisibili da non dimenticare. Una comunità di visionari, creativi, impavidi, immersi nel secolo scorso ma capaci di ispirare e appassionare le generazioni successive, sino a quelle attuali così bisognose di libertà e di solidarietà» (On. Maria Teresa Bellucci). -
Perché comandano i folli e noi li facciamo comandare. Vol. 2: Postfazione. Considerazioni critiche e commenti.
A meno di un anno dal primo volume esce questa seconda opera del professor Francesco Cetta, Ordinario di Chirurgia e già Direttore della Clinica Chirurgica dell'Università di Siena, con l'obiettivo di rispondere ai molti interrogativi fatti affiorare proprio dalla prima pubblicazione e di sviluppare ancora meglio la rivoluzionaria teoria dell'autore in merito all'approccio ""fisiopatologico"""" nei confronti dei fenomeni sociali, inteso come conoscenza della struttura e del funzionamento degli organi e sistemi dell'organismo umano e che parte dalla premessa che, così come dimostra il DNA, ogni individuo è unico e quindi non si comporta nello stesso modo di un altro. Nella seconda parte del libro l'attenzione viene focalizzata invece più in generale sulla natura umana mettendo in discussione anche dogmi ritenuti sino ad ora inconfutabili, incluso il valore degli universali e delle leggi a valere sempre e ovunque e da applicare indistintamente a tutti, comprendendo molte metodologie, approcci e contenuti di discipline che fanno parte dei canoni comunemente seguiti dalla scienza mainstream. Alla fine è stato aggiunto, come """"Addendum"""", un capitolo su """"Vladimir Putin che invade l'Ucraina"""". Può costituire una possibile esemplificazione di come utilizzare l'approccio fisiopatologico e le scienze del corpo umano per affrontare da un angolo di visuale diverso un problema reale e drammatico per l'intera umanità."" -
Proposta di un nuovo sistema economico per l'Italia, per l'Europa, per il Mondo
Nel 2002, l’Italia era la quinta potenza industriale del pianeta. I lavoratori ricevevano regolarmente i loro salari per migliorare la loro vita e quella delle loro famiglie. Con l’euro la situazione è cambiata drammaticamente. Lo Stato ed i lavoratori sono diventati sudditi economici nei confronti degli azionisti privati della BCE con il risultato di vedere aumentato in modo esponenziale il debito pubblico e la conseguente diminuzione del welfare. Una situazione a cui ci hanno condannato i governanti. La “Casta” mondialista deciderà a breve di passare all’incasso, barattando il nostro debito pubblico con la proprietà delle nostre case, del nostro territorio, dei nostri musei e quindi del nostro passato, del nostro presente e del nostro futuro. In questo libro l’autore propone un “Nuovo Sistema Economico” che possa finalmente sostituire l’attuale e cambiare le sorti del Mondo. -
Le radici dell'idealismo. Lettera a Benedetto Croce 1925-1933 e a Giovanni gentile 1927-1929
Questa nuova edizione delle lettere di Julius Evola a Benedetto Croce e a Giovanni Gentile, scritte fra il 1925 e il 1933, è caratterizzata dalla pubblicazione unitaria del duplice rapporto epistolare, motivata dalla necessità di un ripensamento critico complessivo di esso anche alla luce del dibattito culturale che si è svolto negli ultimi venti anni, in seguito alle prime edizioni delle lettere nel 1995 e nel 2000. Merito del curatore del volume, Stefano Arcella, è di aver ritrovato le lettere di Julius Evola a Benedetto Croce e a Giovanni Gentile (purtroppo non sono pervenute quelle dei due filosofi neoidealisti a Evola) e di averle pubblicate con delle introduzioni estremamente equilibrate e capaci di sollecitare ulteriori riflessioni. Questo perché le lettere non definiscono, ma aprono, di là dai motivi espliciti per le quali furono scritte, una serie non piccola di questioni, che riguardano appunto non solo la biografia intellettuale di Evola, ma altresì la temperie speculativa e culturale in genere degli anni tra il 1925 e il 1933. -
Papi, papato e santa inquisizione
«Divenuta religione di Stato, il cristianesimo si diffuse per ogni dove. Venne allora formulata una fiaba-dottrina che ben si adattava alle popolazioni assai poco erudite e, di conseguenza, facilmente malleabili. Emerse la storia del Paradiso Terrestre, di Adamo ed Eva, del melo carpito e del serpente ingannatore. Pensate amici, per un solo melo, un comunissimo frutto (perché poi proibito?), l'umanità futura sarà sommersa in disastri immani per secoli e millenni. Con gli anni, i cristiani da perseguitati divennero persecutori. La povertà, prevalente virtù di un buon cristiano, venne sconfessata. I comuni mortali, all'inizio, per vestirsi, adottavano consunti sacchi di juta ma in seguito, però, nelle sfere alte, ai vertici della Chiesa, si giunse alle sete pregiate, ai velluti e agli ermellini. l'oro e l'argento, simboli di ricchezza e potenza, spopolavano nei territori sottoposti al potere temporale della Chiesa. La quale resasi ricca dalle imposte ai propri sudditi, dai cespiti dei pellegrinaggi, dalle innumerevoli donazioni e dalla vendita d'improbabili reliquie, scatenò Crociate e Crociate che causarono innumerevoli vittime.»