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Società di vita apostolica nella chiesa: storia, natura giuridica e vincoli
Lo studio è focalizzato sulle società di vita apostolica partendo dalla costatazione che, difficilmente, i membri di suddette società sono riconosciuti come tali. Non di rado, vengono semplicemente assimilati agli istituti di vita consacrata e più particolarmente ai religiosi. In considerazione di ciò, si è cercato di dare un contributo, seppur modesto, alla riflessione canonica e alla delucidazione della natura propria della società di vita apostolica analizzando la loro storia, legislazione e i vincoli dei membri. Sviluppato con una metodologia fondata su tre assi: storico, canonico-esegetico e teologico; lo studio è articolato in due parti di tre capitoli ciascuna. La prima parte è dedicata alla prospettiva storica partendo dall'antichità fino al Concilio Vaticano II. Essa offre in maniera dinamica il panorama storico delle società di vita apostolica cominciando da ciò che agli albori della chiesa si potevano identificare ad esse. -
I sogni di Babbo Natale-Los sueños de Papà Noel. Ediz. bilingue
Chi non ha sognato Babbo Natale almeno una volta? Chi non ha aspettato sveglio, nascosto sotto le coperte, per poterlo vedere arrivare? Chi non ha guardato dalla finestra in cerca di una slitta? Ebbene, anche lui sogna, sapete? Non siete curiosi di conoscere i suoi desideri? Allora tutti pronti per questo viaggio insieme al nonno più amato del mondo. Età di lettura: da 6 anni. -
Io sono figlia di un re
La silloge ""Io sono figlia di un re"""" offre più di un valido spunto poetologico, attenta com'è all'operazione della scrittura, volta a strappare alla pagina bianca riverberi di pensieri e fantasie. La poesia di Cristina Biasoli è anzitutto affabulazione sui miti dell'infanzia: se lo sguardo della poetessa si vena d'ironia al pensiero che la corona di lei bambina tutta compresa nel ruolo di principessa, in realtà era semplice """"carta color oro"""", ecco che per un attimo-l'attimo di grazia dell'illuminazione poetica-i suoi occhi ritrovano la luce innocente dell'età credula alle favole."" -
In salvo dall'Eden
Inizio dell'estate 1940: i nazisti si sono attestati sulla costa della Manica e stanno predisponendo i piani per l'invasione dell'Inghilterra. Margit Stern è l'interprete dell'ispettore Generale della Luftwaffe ma la sua vita è a una svolta e il segreto che custodisce potrebbe travolgerla. Il destino però fa di lei l'involontaria ed essenziale pedina di un intrigo nel quale si decideranno fin dal princiio le sorti della guerra. -
Il pinguino senza frac
Piccolo, bianco, povero e senza frac: è Limpo, un pinguino che, triste e sconsolato, si allontana da Mamma e Papà pinguino avventurandosi nell'immenso e sconosciuto Nord, alla ricerca della risposta a un'unica domanda: perché lui non ha il frac? Sopravissuto a paurose burrasche, a lunghi periodi di digiuno, incontrando foche, trichechi, gabbiani e renne, a poco a poco impara che, di fronte alla sofferenza e alla violenza, tutti i cuccioli di animali, compresi i piccoli degli uomini, piangono allo stesso modo. Sconcertato e infelice fa ritorno a casa. La tristezza si trasforma in sorpresa quando il piccolo si accorge di indossare il più elegante frac che pinguino abbia mai visto, segno del raggiungimento di una conoscenza fatta di esperienza e di coraggio. Età di lettura: da 6 anni. -
Pittura, linguaggio e tempo. Ediz. limitata
Un saggio inedito di Cesare Segre, unanimamente considerato tra i maggiori filologi italiani. Segre si interroga sulla reciprocità dei linguaggi e dei segni - immagine, scrittura, suono - conducendo una significativa riflessione sul mondo contemporaneo. Nei suoi numerosi studi si registrano anche significativi contributi rivolti all'approfondimento dei possibili legami esistenti tra iconologia e linguaggio letterario, studi che hanno aperto in generale nuovi orizzonti alla profondità del processo critico-ermeneutico, studi che qui si concretizzano in un testo che assume il carattere di una luminosa ""plaquette"""". Che cosa implica descrivere a parole un'opera d'arte? Che differenze si possono trovare tra il linguaggio visivo e quello musicale? Quali processi mentali portano al disvelamento dei significati di una determinata opera? Il filologo Cesare Segre si interroga su queste tematiche nella prolusione all'anno accademico 2005-2006 che ha tenuto presso la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi di Parma, qui pubblicata assieme a tre articoli apparsi su """"Il Giorno"""" in cui Segre dialoga con due dei massimi storici dell'arte del Novecento: Meyer Schapiro ed Ernst Gombrich."" -
Cronica. Testo latino a fronte
Questa Cronica di Salimbene de Adam, meglio noto come Salimbene da Parma, emerge fra tutte le testimonianze medievali per la fascinosa mistura di Storia nel senso maiuscolo della parola, di cronaca sulle quotidiane baruffe tra le città della pianura padana, di commento e difesa dagli intrighi e maldicenze contro l'Ordine dei frati Minori nel quale Salimbene aveva preso i voti contro la volontà del padre. Ma anche diario personale intorno al suo parentado e registro di eventi, dalle eclissi di sole e di luna ai terremoti, alle grandinate rovinose, alle carestie, alle alluvioni, ma anche alle annate di buoni raccolti, alle vendemmie abbondanti. (...) Novecento pagine di grande evidenza narrativa di questo grandioso Salimbene, che riescono a divertirci e ad emozionarci, commedia e tragedia al centro di un Medioevo così vicino e quotidiano. -
L' alloro di Svezia. Carducci, Deledda, Pirandello, Quasimodo, Montale, Fo. Le motivazioni del premio Nobel per la letteratura
Come vedono gli altri la letteratura italiana? Un punto di vista critico come quello connesso al Premio Nobel non era stato ancora sondato nella sua più autentica realtà culturale, e le sorprese non mancano. Le poche frasi riportate dalla stampa in merito ai vincitori sono talora soltanto stralci, citazioni di poche righe dai discorsi-saggi che l'Accademia di Svezia formula per spiegare le proprie scelte. Le motivazioni, qui riunite per la prima volta, sono scritte da poeti, critici e autori di fama e cultura, capaci di leggere i testi in lingua e di inquadrare gli scrittori nella visione delle grandi tradizioni ed estetiche internazionali, spesso giudicate in Italia ai margini, se non addirittura ""perdenti"""", da una stanca e ripetitiva storiografia letteraria novecentesca."" -
Arandora Star. Dall'oblio alla memoria-From oblivion to memory. Ediz. bilingue
2 luglio 1940, ore 6.58: il transatlantico inglese ""Arandora Star"""" è silurato e affondato da un sottomarino tedesco nell'Atlantico. In una piccola cappella di un cimitero dell'Appennino parmense si commemorano le vittime di questa sciagura, in cui trovarono la morte anche 446 italiani civili, emigrati e residenti in Gran Bretagna da decenni, mentre venivano trasportati come prigionieri in Canada. Come è potuto accadere, e perché questa vicenda è così poco conosciuta in Italia?"" -
La famiglia Cervi. Contadini nella Resistenza
Quella della famiglia Cervi è una tra le storie più tragiche e affascinanti della Resistenza italiana; una famiglia di contadini all'avanguardia e di patrioti che ha duramente lottato per la pace, la libertà e l'uguaglianza sociale, pagando con la vita l'adesione incondizionata agli ideali della democrazia, divenendo così un simbolo dei valori più puri e profondi della lotta partigiana e dell'intero movimento di Liberazione. Grazie all'educazione dei genitori Alcide e Genoeffa Cocconi, i sette fratelli Cervi hanno saputo cogliere, prima di molti altri, l'esigenza di contrapporsi al fascismo, non solo sul piano militare, ma anche su quello politico, etico e culturale. Con la loro condotta morale e le loro coraggiose azioni, che li hanno fatti condannare a morte dai fascisti nel dicembre del 1943, sono stati un esempio per i compagni di lotta e rimangono oggi un mito per intere generazioni. Dal dopoguerra i Cervi vengono ricordati e celebrati a livello nazionale, anche con il museo e il centro studi a loro dedicati: il podere ai ""Campi rossi"""" è una sorta di """"luogo di pellegrinaggio"""" laico. La storia di questa straordinaria famiglia è qui affidata ai racconti di chi ha conosciuto e collaborato con i Cervi, ai ricordi di chi ha vissuto quei momenti drammatici ed eroici. Una narrazione resa ancor più viva dall'ampio corredo di documenti e immagini, spesso inediti, che forniscono nuove chiavi di lettura di una delle pagine più memorabili della Resistenza."" -
Remo Gaibazzi e la scrittura nelle arti figurative. Ediz. illustrata
Remo Gaibazzi (Stagno di Roccabianca-PR, 1915-Parma, 1994) è stato un pittore che ha respinto le sirene del mercato e che ha scelto di vivere in provincia, seppure in una città come Parma ricca di ambizioni culturali: proprio per questo la sua opera è rimasta relativamente poco conosciuta, anche se non è stata affatto intellettualmente isolata e provinciale, com'è testimoniato dalla sua straordinaria carriera artistica, che lo ha visto passare dalla giovanile attività di caricaturista, amico di Guareschi e di Zavattini, a una pittura originale, ma sintonizzata sulle ricerche pittoriche più avanzate della fine del Novecento. Questo volume, catalogo della mostra Remo Gaibazzi e la scrittura nelle arti figurative. Variazioni nella ripetizione: 1979-1994 (Parma, Palazzo del Governatore, 20 maggio-15 luglio 2022), è incentrato sugli ultimi quindici anni dalla vita dell'artista, periodo durante il quale egli utilizzò sistematicamente, e in modo personale, la scrittura. Nella seconda sezione le opere del parmigiano dialogano con quelle di artisti affini, come Roman Opalka, Dadamaino, Alighiero Boetti etc. Il volume, particolarmente curato anche per quel che riguarda le immagini (i lavori di Gaibazzi sono difficilissimi da fotografare), oltre ai saggi di Francesco Tedeschi e Giorgio Zanchetti, presenta un testo di Andrea Calzolari che ripercorre cronologicamente la vicenda intellettuale degli ultimi anni del pittore. -
I dieci comandamenti
Il protagonista è il ""tra-vestito"""" ossia l'individuo che ha perso una certa identità. Vive con angoscia una situazione non scelta, non cercata, non voluta. È vittima di una condizione umana, di cui non trova una spiegazione. Egli interroga, pertanto, l'oracolo, ma il sacro è scomparso dall'orizzonte della contemporaneità, un mondo in preda alla «bestia selvaggia»: i dieci comandamenti promanano solo un messaggio """"opaco"""", quasi una maledizione per i difficili giorni che l'uomo è costretto a vivere, da straniero sulla propria terra."" -
Dimettersi dall'avuto
"La poetica di Stefano Bolla ruota attorno a un nucleo denso di consapevolezza: quella di chi in qualche modo ha da tempo smesso la leggerezza dell'esistere, ma mai quella legata alle infinite possibilità della parola. In sintesi, è come se trasferisse il piacere di giocare ancora nei colpi di coda delle sue liriche, che spesso sdrammatizzano quanto espresso nei versi precedenti. Quasi un monito a non prendersi troppo sul serio, almeno nel momento in cui si esercita la libertà per eccellenza: il momento della scrittura"""". (Silvia Longo)" -
In aperta clausura
Nei versi di Zuccalà abita la determinazione alla lealtà primaria tra vita e parola, che lo sciame elettronico, funzionale e sintetico dell'aberrazione linguistica vuole adulterare e irretire. In questo senso, si tratta di una poesia profondamente ""politica"""", laddove colloca l'epicentro della propria propagazione lirica nella scottante zona di contatto tra il singolo e la polis, dove lo scontro nella lingua si fa più teso, serio, necessario. Prefazione di Paolo Donini."" -
L'ocra in punta di lingua
La poesia di Elisabetta Sancino brucia da sempre per autocombustione. L’ossidazione della sua densissima sostanza avviene per lampi, improvvise incandescenze, potentissime e inaudite cariche energetiche, e innesca il principio generatore del fuoco. Per questo Boudicca la rossa, lingua imbrattata di sottopassaggi, ustione e versi, apre la silloge a gambe aperte, a gola spalancata, e scardina, e divelle. E canta senza grazia (con oscena, erotica bellezza) dal marciapiede, dall’asfalto della strada. E ciò che canta urla: chiudi tutti i libri leggimi. Accade dentro la città, al fondo del bestiale ventre di cemento e moto: Milano, covatoio di fiore interstiziale; Milano, mora di rovo e spina nel costato. L’ocra in punta di lingua, la sezione successiva che titola la raccolta, si apre poi come un regno vegetale rimpolpato e re-impastato: terra e cenere, umido e dolcissimo miele selvatico, magma di linfa scorrente in canale del grido. La poesia di Elisabetta Sancino, anche in questa nuova prova, è l’urgenza, l’epifania, una fame imprevista inestinguibile che non semplicemente arriva, ma sgronda. La fame prodigiosa della vera poesia che ci fa saltare nel sole, il gioco dell’essere umano al cospetto di dio che certo ci prova (che forse ci riesce) a tenere un po’ a bada la morte. -
Un amore con due braccia
"Ben venga dunque questo libro di Donatella Bisutti, che si fa leggere con piacere dalla prima all'ultima breve poesia. Il discorso pudico o irritato che sia di volta in volta una radura d'estasi o la percezione di animose creste di galletto - ci coinvolge e si fa seguire come una tenera esclusiva confessione dove il """"tu"""" è sovrano. Ci sono tutte le possibili sfumature, anche quelle ironiche o grottesche che non sono comunque forzate o incompatibili perché si tratta di una dichiarazione di guerra com'è ogni dichiarazione d'amore.""""" -
I viaggi veri conducono non più lontano ma più vicino
Paolo Borsoni è un poeta promeneur. Sulla scorta di Rousseau, Thoreau e Bertolucci, Borsoni sa che un poeta deve anzitutto camminare: attraversare la terra con mente vuota ed aperta, per lasciarsi ""impressionare"""" dallo spettacolo che tutte le stagioni, le ore e i minuti, le forme e le sostanze del mondo dispiegano, a ogni passo, davanti ai suoi e ai nostri occhi. Borsoni prende partito per la leggerezza (che avrà alleata, sempre, una prodigiosa limpidezza di visione e di dettato). Potrà contare, come la bicicletta, su un'anima dalle ruote straordinariamente smilze in disequilibrio stabile """"un secondo solo.../ prima di forare""""."" -
Nèsar
"Nèsar"""" (Nascere) di Nevio Spadoni arriva ora alle stampe, costituendo il prodotto per ora ultimo di un lungo e articolato percorso attraverso varie forme e modalità di poesia nella costante fedeltà al dialetto romagnolo (di cui Spadoni è ed è stato anche attento studioso e benemerito diffusore). Un solo cenno in questa sede alla particolarissima esperienza della poesia in dialetto nel Novecento italiano, e in particolare alla sua grande espansione e fortuna nell'epoca secondo novecentesca e attuale. Reagendo alla diffusa e generale caduta sociale dei dialetti (nonostante aree di maggior resistenza, una delle quali potrebbe anche essere la Romagna), la poesia in dialetto non si è affatto estinta ma ha elaborato modalità nuove, anche difformi e contrastanti." -
Terra mia, ascolta t'ascolto
"(...) In Mario Calzolaro il sogno e l'ombra non sono metafore della meraviglia. Sono scavi di vita nel germogliare di una ricerca che ha la sua voce soltanto nell'incanto. L'incanto o l'incantesimo sono un """"pellegrinaggio"""" nella memoria che è vita ma anche speranza in una Terra che è radici e promessa. La parola può camminare lungo i sentieri della ribellione e la ribellione sa farsi rivolta. Ma è possibile che dalla ribellione rivolta possa nascere un canto in cui la propria biografia reciti il senso e l'orizzonte del tempo dell'io in questa poesia e tra i versi?""""" -
Telepatia
"Telepatia si compone di diciannove poemetti di quattro testi l'uno (le eccezioni confermano la regola) che in qualche modo non vogliono dire nulla di nuovo, che non si allontanano da una quotidianità assolutamente condivisibile, dove le tematiche identificabili sono l'io di tutti i giorni, la famiglia, l'amore, la fine della civiltà contadina, il dolore, gli altri. Perché in effetti la poesia quand'è vera non necessità di costruzioni o sovrastrutture in quanto si trova già nelle pieghe dei momenti che si susseguono e formano il tempo. Una telefonata, un albergo, un viaggio, lo stare all'ora di pranzo tutti insieme a casa. Non scopre nulla ma evidenzia. Ed in questo si inscrive un dettato fluido e scorrevole che ha nelle pause di riflessione la verticalità più intensa di Villalta (Perdere il dolore / a volte è perdere tutto [...] Sa la speranza solo chi dispera [...] Lo so che nascere fa male. Lo so che respirare / appena nati è tremendo. E appare naturale. / Come l'amore quando arriva e chiedi / un giorno ancora un giorno un giorno ancora)."""" (Alessandro Canzian)"