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Come canti? Scopri la tua voce
Dopo l'entusiasmo iniziale, c'è un momento nel corso dello studio del canto in cui bisogna fare i conti con uno strano disagio. Questo si manifesta in diverse forme: il rapporto con l'insegnante diventa difficile, ci si sente insoddisfatti, si cercano nuove strade. Compaiono paure e ansie particolari. Spesso le note acute diventano il chiodo fisso di tanti. Ma anche la respirazione, l'esecuzione di passaggi di agilità; oppure l'età, l'idea di essere troppo ""vecchi"""" per poter studiare con profitto o tentare la carriera. L'esibizione in pubblico genera forti tensioni, in qualche caso vero e proprio panico. E così via. Questo succede anche ad artisti che poi si affermano e fanno del canto la loro professione. Individuare - quale condizione di base l'accettazione delle proprie caratteristiche vocali e adottare un atteggiamento mentale aperto basato sull'attenzione sistematica non valutativa, può ridare al cantante la serenità necessaria per esprimere al meglio le proprie qualità."" -
Miguel Llobet. La biografia
Quella di Miguel Llobet (1878-1938) è una figura di indiscussa importanza nella storia della chitarra. La sua biografia, tuttavia, è rimasta a lungo scarsamente indagata a causa della difficile reperibilità delle fonti, e anche il ruolo da lui rivestito nella storia chitarristica era in attesa di una adeguata rivalutazione. Il lungo e sistematico lavoro di ricerca qui presentato, condotto negli archivi e nelle emeroteche di diversi paesi, ha portato l'autore a ricostruire dettagliatamente, su base documentaria, una biografia della quale sino ad oggi si possedevano solo notizie frammentarie e incerte, sottraendo all'oblio aspetti inediti dell'itinerario umano ed artistico del chitarrista catalano: la giovinezza, i viaggi, l'attività concertistica, i rapporti coi musicisti contemporanei, la genesi delle opere. Una ricerca che intende finalmente restituire al ruolo rivestito da Llobet le giuste proporzioni, offrendo perciò al contempo un contributo per una messa a fuoco generale della storia chitarristica del Novecento. -
In principio era il canto. Ripristini e restauri tecnico-vocali
Da anni nel canto si assiste al fenomeno del moltiplicarsi delle tecniche vocali. Queste tecniche, quasi tutte ispirate al meccanicismo foniatrico più datato, hanno una pretesa di scientificità che è paradossalmente smentita sul nascere dalla loro violazione dei principi primi della fisica acustica e della fisiologia. Il risultato è un canto forzato, faticoso e monocorde, frutto della moltiplicazione dei controlli muscolari diretti. Al di sopra di queste forme inferiori di canto si pone il canto di alto livello dell'antica scuola italiana, che si basa al contrario sulla semplificazione degli elementi di controllo, sul rispetto dei principi funzionali di massima resa e minimo sforzo e ha come esito la purezza del suono, la risonanza libera, la facilità di emissione e la ricchezza coloristica, dinamica ed espressiva. Demolire le impalcature pseudo-tecniche che sempre di più soffocano la voce, e ripristinare l'antica tecnica vocale italiana sono diventati al giorno d'oggi i due obiettivi più importanti che deve porsi ogni serio cantante e maestro di canto. -
Un angelo senza paradiso. La chitarra alla ricerca di Schubert
Quella fra Schubert e la chitarra è la storia di un amore mancato. Franz a 16 anni compose una piccola Cantata per l'onomastico di suo padre per tre voci maschili e chitarra, dimostrando di saper scrivere efficacemente per uno strumento da sempre considerato un rompicapo per i compositori non chitarristi. L'anno successivo riadattò un Trio per flauto, viola e chitarra di Wenzeslaus Matiegka, uno dei migliori chitarristi presenti a Vienna in quel periodo, aggiungendovi la parte per violoncello, e così poté studiare una partitura in cui la chitarra si muove con grande estro e maestria, se mai la sua immensa ispirazione ne avesse avuto bisogno. Dunque, le premesse per dedicare alla chitarra qualcosa di importante c'erano tutte, e se non si sono realizzate, l'unico motivo non può che essere il disinteresse di Schubert per l'universo delle sei corde. Eppure in lui c'è qualcosa di affine alla chitarra: il suo carattere implosivo, la sua vita povera e borderline. Qualcosa che ha ispirato i chitarristi. Qualcosa che è appunto l'argomento di questo libro, perché, si sa, spesso anche gli amori senza storia in realtà una storia ce l'hanno. -
Le teorie tecnico-vocali di Mario Del Monaco e Franco Corelli. Ciò che hanno detto e sperimentato del canto i due celebri tenori
Basato su precisi documenti storici, questo libro fa luce sulla formazione tecnico-vocale dei due grandi tenori e sui loro rapporti con la scuola del cosiddetto ""affondo"""", spazzando via le numerose fandonie autopromozionali e le falsificazioni storiche, fatte circolare dai fautori di questa scuola. Prima rivali e poi amici, accomunati dalla stessa passione per la ricerca tecnico-vocale, Del Monaco e Corelli dovettero entrambi fare i conti con i due idola tribus della moderna didattica vocale, la """"maschera"""" e l''affondo', due espedienti tecnici ignorati sia dal belcanto storico, sia da grandi cantanti del Novecento come Enrico Caruso e Tito Schipa. Gli alterni rapporti di amore-odio con queste due tecniche vocali furono alla base dei loro percorsi artistici e sono analizzati in questo libro in tutte le loro sfaccettature."" -
Intercambios musicales entre España e Italia en los siglos XVIII y XIX-Gli scambi musicali fra Spagna e Italia nei secoli XVIII e XIX
Spagna e Italia hanno mantenuto forti relazioni culturali nel corso della loro storia. Lo stesso Miguel de Cervantes ha viaggiato in gioventù per l'intera penisola italiana. I fruttuosi rapporti politici fra Spagna e Italia videro il loro culmine nel 1759, quando Carlo di Borbone passò da essere Re di Napoli a essere Re di Spagna, trasferendosi a Madrid. Gli scambi culturali comprendevano anche la musica, come dimostrano la presenza in Spagna del grande castrato Farinelli o di compositori come il piacentino Corselli, il napoletano Domenico Scarlatti o il lucchese Luigi Boccherini. Gran parte di questi scambi aveva una base istituzionale, ruotava cioè intorno alla monarchia, alle case nobili o alla Chiesa. Ma dopo il 1750 si assiste allo sviluppo di strade più informali, che arricchiscono tale panorama. Si aprono nuove realtà e prospettive negli scambi musicali tra Spagna e Italia, per ciò che concerne il commercio, l'editoria, l'educazione, la produzione operistica o i concerti. Il presente libro esplora i transfert musicali tra Spagna e Italia in un periodo in cui si assiste al passaggio verso la società contemporanea, ossia fra i decenni centrali del XVIII secolo e la prima metà del XIX secolo. -
L' uomo che non volle farsi robot e altri saggi sul canto
Da secoli ormai in tutto il mondo si riconosce la superiorità della concezione estetica e tecnico-vocale elaborata dalla scuola di canto italiana storica. Questa superiorità riguarda sia la funzionalità vocale (che obbedisce al principio ergonomico di massima resa e minimo sforzo) sia la capacità espressiva delle voci educate col metodo italiano. Purtroppo esso è venuto progressivamente alterandosi per l'influenza di una concezione vocale antitetica, introdotta dalla foniatria, che si ispira al riduzionismo meccanicistico della scienza ottocentesca. Il meccanicismo foniatrico si spaccia per scientifico, ma in realtà viola il postulato primo di ogni scienza: partire dalla realtà com'è e non come si immagina che sia in base ai propri pregiudizi ideologici. Ripristinare i principi da cui è scaturita la grande scuola di canto italiana è l'obiettivo di questo libro e presuppone un lavoro che è insieme di natura tecnico-vocale, di natura estetica e di natura gnoseologica. Questo in ossequio all''equazione' di Schopenhauer: ""I gradi di coscienza sono gradi di realtà""""."" -
Gli abissi sotto i piedi. L'arpa a pedali e il mito del temperamento perfetto
L'eterna querelle fra musica teorica e musica pratica, questa volta incarnata nella polemica tutta francese fra i sostenitori dell'arpa a pedali a movimento semplice (e del temperamento equabile) e quelli dell'arpa a doppio movimento di Sébastien Erard (e dell'accordatura pitagorica), nel pieno del periodo romantico. -
Esercizi per il riscaldamento e l'educazione della voce
Il presente volume è un manuale di tecnica vocale dedicato ai giovani allievi di canto. Nel testo vengono proposti una serie di esercizi progressivi atti a una corretta impostazione della voce spiegati verbalmente e con relativi esempi musicali. Il testo è rivolto a studenti e semi professionisti nell'ambito del canto lirico, ma anche a chiunque voglia apprendere i fondamenti per una corretta impostazione dello strumento ""voce"""", e utilizza un linguaggio chiaro con esempi concreti e facilmente applicabili. Gli esercizi sono finalizzati a guidare il cantante a concentrarsi su quelle pratiche giornaliere che gli saranno utili per consolidare e affinare una tecnica vocale solida e consapevole."" -
Storia dell'arpa in occidente
50 secoli di storia dell'arpa, dalle origini mesopotamiche al mondo cristiano, attraverso le corti medievali e gli sfarzi barocchi, fino all'Illuminismo e al Novecento, con le storie degli arpisti, dei compositori e dei costruttori che incessantemente si sono dedicati alla crescita musicale e al perfezionamento tecnico di questo antichissimo strumento. -
La tradizione violinistica italiana nel '700
Prendendo come spunto le celebrazioni per il 300° anniversario della nascita del violinista Tommaso Paolo Alberghi (1716-1785), il volume è dedicato alla tradizione violinistica italiana, non solamente per quanto riguarda la produzione musicale (in gran parte ancora da rivalorizzare) ma anche per la didattica, le implicazioni economiche e la valenza sociale di questo sostrato musicale. La divisione di questo volume rispecchia queste tre aree di ricerca, partendo da osservazioni legate alla prassi esecutiva e alla riscoperta e rivalutazione di fonti musicali relative ai faentini Tommaso Paolo Alberghi (1716-1785) e Giuseppe Sarti (1729-1802), al cagliaritano Giuseppe Agus (1722-1798), e al padovano Domenico Dall'Oglio (1709-1764). In questa sezione si inseriscono anche i contributi relativi alla prassi esecutiva derivati da trattati di grande diffusione come quello di Pierfrancesco Tosi (1654-1732). Di notevole rilevanza anche l'elaborato di Kateryna Ielysieieva dedicato al fondo della collezione Razumovsky presso la Biblioteca Nazionale Ucraina, contenente partiture di innumerevoli composizioni degli autori italiani in viaggio verso la Russia del Settecento. La seconda sezione pone in risalto l'eredità di Giuseppe Tartini e della sua 'Scuola delle Nazioni', in particolare l'influenza che egli ha avuto nell'ambito dell'ornamentazione del secondo Settecento. Nella terza parte si prendono in considerazione aspetti legati alla professionalità del violinista del Settecento in luoghi specifici come Napoli, Bologna e Parigi. Il volume termina con due contributi, il primo dei quali suggerisce una riflessione sulla necessità di ripensare l'attività violinistica non più in funzione del concetto di 'scuola', ma in senso più ampio prendendo in relazione anche i contesti familiari e i rapporti umani fra i musicisti; e il secondo è un'analisi del consistente numero di composizioni dedicate al repertorio dei duetti per due violini in ambito tartiniano e della loro rilevanza in ambito divulgativo, didattico e sociale. -
Elogio dell'esclusione
«Perché l'inclusione abbia un senso e un valore, ha bisogno dell'esclusione di quanto ne vìoli il senso e il valore». Il concetto di inclusione, necessario ma anche illusorio, è tra i più dispotici del nostro tempo: ideologicamente abusato nei discorsi della politica, nei programmi della didattica scolastica, negli incontri istituzionali e internazionali. Ma in queste dense e calibrate pagine l'autore ci ricorda quant'è necessario il concetto opposto e complementare di esclusione, per riconoscerne le vitali applicazioni in ogni ambito dell'umano agire. -
Ferdinando Carulli maestro «napolitano». Biografia aggiornata, stile compositivo e cronologia delle opere
Ferdinando Carulli è uno dei maggiori maestri della chitarra ottocentesca. La sua fama è ancora oggi in larga misura legata al celebre Metodo op. 27, mentre il resto della sua sterminata produzione, che annovera alcune centinaia di opere solistiche e nei più vari insiemi cameristici - un vero record per la chitarra -, stenta ancora a ricevere da parte della critica e degli esecutori una giusta valorizzazione. Il presente volume vuole essere un primo e autorevole contributo alla restituzione di un nuovo e più completo ritratto del maestro napoletano, redatto alla luce delle più recenti conoscenze e scoperte provenienti dalle ricerche condotte dall'autore e da quanto già emerso in letteratura. Il lavoro getta nuova luce sulla ricca personalità artistica del musicista - straordinariamente amato e ammirato alla sua epoca - di cui è tratteggiata una più completa biografia, aggiornata ai numerosi dati emersi di recente, tra cui quelli relativi al suo periodo italiano, ad oggi ancora poco conosciuto. A ciò si accompagna un inquadramento del tutto inedito sullo stile e il linguaggio compositivo del celebre musicista, che ne attesta in pieno l'appartenenza alla coeva scuola napoletana settecentesca alla stregua di autori come Cimarosa o Paisiello. Completa il lavoro un elenco cronologico completo della sua produzione compositiva, che - come novità assoluta - comprende sia i lavori pubblicati già censiti che quelli mai oggetto sin qui di studi, relativi alla produzione manoscritta ""italiana"""" (con l'indicazione dei relativi fondi di appartenenza) e a quella senza numero d'opera pubblicata in Francia o altrove, il tutto per un totale di circa 500 opere, di cui molte ritrovate o segnalate per la prima volta."" -
Mistero dauno
Questa storia, ambientata a Foggia tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, descrive le cause poco chiare della morte di un carrettiere avvenuta nell'imminenza dell'8 settembre 1934, giorno della visita in città di Benito Mussolini. Narra anche di una setta segreta e del suo fondatore, collezionista e studioso delle celebri stele daune, capolavori dei secoli VII-V a.C.; narra dei bombardamenti angloamericani che devastarono la città nel 1943. Nel racconto appaiono fugacemente anche Giuseppe Ungaretti, Luciano Bianciardi e Carlo Levi, che da Foggia passarono in tempi differenti e non omisero di lasciarne un ricordo scritto. E vi appare, infine, un testimone oculare dei fatti, che scava negli anni della propria adolescenza, alla ricerca di immagini, notizie e conferme circa quella morte. Sullo sfondo la Daunia: terra di una magnificenza innocente e selvaggia, misteriosa e ostile a un tempo. -
L'onesto divertimento. Teatri, opera e spettacoli a Bologna nel Settecento
La ricostruzione qui proposta della vita teatrale a Bologna nel corso del Settecento si fonda principalmente su una approfondita ricerca archivistica, che ha prodotto una straordinaria mole di documenti, e sui modelli di studio dell'economia della cultura, finalizzati all'analisi dei processi di produzioni degli spettacoli commerciali e della partecipazione del pubblico. L'ambientazione a Bologna supera l'interesse locale, poiché la produzione in città risulta tra le più importanti del periodo, tanto per la quantità, qualità ed originalità degli allestimenti, così come per la rinomanza dei soggetti coinvolti: dagli interpreti agli scenografi, sino agli impresari ed agli agenti teatrali. Il saggio presenta una descrizione cronologica, rigorosa e puntuale, di tutti gli spettacoli allestiti a Bologna tra 1680 e 1796, collocati nella cornice politica, economica e sociale che li ha promossi o condizionati. -
La respirazione nel canto. I suoi segreti e la sua storia dal belcanto a oggi
Da sempre la respirazione è stata riconosciuta come ""fondamentale"""", """"centrale"""", """"decisiva"""" nel canto, addirittura come il fattore di trasmutazione del parlato in canto, ma la domanda è: di quale respirazione si tratta? Si tratta di una respirazione 'tecnica' o di una respirazione 'naturale', e che caratteristiche hanno i diversi tipi di respirazione? E qual è stato, da un punto di vista storico e tecnico-vocale, il loro ruolo nella didattica del canto? A queste domande si propone di rispondere l'autore del libro, gettando luce su quella che è una delle due cause generatrici del canto e demolendo, sulla base di precise argomentazioni storiche, scientifiche e tecnico-vocali, tutta una serie di pregiudizi e di luoghi comuni, che col tempo sono andati accumulandosi su questo tema così importante nello studio del canto."" -
Freedom and Determinism of the Guitar. From Baroque to Avant-garde
Rafael Andia proposes here a look at the techniques and writings that have created the guitar and continue to determine the very particular history of his instrument: the flamenco or classical guitar, as well as that of the twentieth century or that of the Habsburgs of 1600. The guitar dreamt of by the musicians of Impressionism or that of the Gypsies of the Tobacco Factory in Seville. He can thus weave links between the chitarra spagnuola of the Counter-Reformation and the ""Spectral School"""" (École spectrale) of the 1970s. He reveals an instrument sometimes hesitating between a determinism imposed by other languages and the rediscovered freedom of its gestures, a guitar between submission to models and its own identity."" -
Quintodecimo. I sogni dei fanatici, i paradisi delle sette
Dopo i terribili fatti di New York ognuno di noi si domanda chi sono davvero i fanatici di cui parla Keats e come possiamo difenderci da loro. E ancora: è possibile oggi una salvezza individuale attraverso la poesia e l'arte? Tommaso Orsini è profondamente consapevole del vicolo cieco in cui la cultura occidentale è finita, schiava della tecnica esasperata e di una scienza che non sa più controllare. A meno che qualcosa non avvenga per aiutare a ripristinare il rapporto tra uomo e sacro, tra parole e ricerca della verità. A meno che ognuno, come Orsini, inizi un nuovo cammino attraverso un mondo che non può essere solo quello che vediamo. -
Dopo il liberismo. Proposte per una politica economica di sinistra
Un'analisi del fallimento del neoliberismo che si interroga sulla possibilità di superarlo ""da sinistra"""", attraverso una serie di proposte di politica economica che toccano i temi più attuali del dibattito in corso: il ruolo delle istituzioni commerciali e finanziarie globali, il sistema monetario internazionale, il trattato di Maastricht, ma anche la politica dei salari, la previdenza, l'intervento pubblico, il debito, l'equità fiscale. La costruzione di uno spazio pubblico, fondato su forti meccanismi di partecipazione democratica e sulla definizione di un modello di sviluppo in cui l'equità sociale sia il presupposto della crescita economica, è oggi la sola strada per scongiurare un regresso storico, già in atto con la guerra e il terrorismo."" -
Le fatiche della libertà
In questo libro, con una panoramica ampia e aggiornata, Cardini affronta temi cruciali e nodi spinosi della politica, della cultura, dell'economia, della religione: il concetto di Occidente, la necessità di un suo ridimensionamento storico e politico, il suo declino valoriale verso un'idolatria dell'individuo come portatore di bisogni insaziabili e inderogabili; il neoimperialismo della superpotenza americana, la sua corsa al rimodellamento democratico del mondo, l'enorme massa d'interessi che vi è mobilitata, la criminosa guerra in Iraq e le future, probabili altre; le due forme uguali e contrarie di fondamentalismo, quello neocon e quello islamista, che collaborano alacremente nel folle disegno di far credere che sia in atto uno ""scontro di civiltà""""; la disinvoltura con la quale si è indicato nell'islam il capro espiatorio dell'intera questione e la leggerezza con la quale si è omesso di sottolineare distinzioni e articolazioni che avrebbero consentito un più pacato giudizio; lo strapotere del manipolo di amministratori delegati e finanzieri che forma per molti versi il vero governo del mondo; il significato dell'esser cristiani oggi, in contrapposizione agli integralismi, ai """"marcelloperismi"""" e alla stessa invasione del campo politico da parte della Chiesa; la gigantesca figura di Giovanni Paolo II, """"miles pacificus"""" cui Cardini dedica un originale e lucido omaggio.""