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I laghi di Mantova
Angelo Lamberti, in quattro opere teatrali, costruisce un legame tra due periodi storici. L’autore procede dalla prospera cultura del Novecento, costellata dal ricordo e dalla nevrosi, al nuovo millennio di fragile letizia, innervato da pensieri profondi, memorie, emozioni appassionate. Lamberti fa emergere dai testi un susseguirsi di dialoghi intensi. La presenza disincantata e “segreta” dell’autore accompagna i personaggi nel cammino tracciato dagli imponderabili disegni dei loro destini. Una zattera di terra è il sentito omaggio al poeta e amico Umberto Bellintani che insegue lo scorrere del tempo e della vita nel flusso delle acque del fiume Po. L’incidente disegna la condizione tragica degli antieroi, sorella e fratello, stretti in un vincolo che non si sceglie né si spezza e che procede verso la distruzione. Il signor Albert racconta il sequestro di un intellettuale, un’emblematica figura che rappresenta la segregazione dell’universo poetico e letterario, il naufragio dell’essere umano. I laghi di Mantova è l’opera che ricostruisce la vera storia del viadanese Bruno Rossi, politico provinciale, fervente anti-fascista, schiacciato dagli accentramenti del potere. -
War
War è un breve poema, una presunta terapia contro l'indifferenza e l'assuefazione al “magma del tutto”. È una presa di posizione di un singolo e misero fruitore che si ribella in primis alla propria coscienza e al proprio status di semplice accumulatore di drammi altrui. Ancor più se si palesano altrove e lontani alcune migliaia di chilometri. L'indignazione e lo sgomento iniziale lasciano, come descritto in WAR, poi il campo alla riflessione più intima e profonda, un invito a una mobilitazione dei sentimenti e delle sensibilità per cercare un argine e un disinnesco sia ai micro che ai macro conflitti. Quasi quasi War si incanala in una sorta di preghiera laica e concreta. Un'azione forte dello spirito. Fino al possibile raggiungimento di un'illuminazione risolutiva. -
Poesie
L'amore è una melodia talora malinconica, triste e nostalgica; talora allegra, lieta e serena; ma mai solitaria, perché suonata da due cuori che battono all'unisono. Elena Bertocchi è nata nel 1979. Attualmente vive a Ghedi (BS) con il marito e il figlio. È casalinga e, nel tempo libero, ama leggere, scrivere e ascoltare musica di ogni genere. Questa raccolta di poesie è la sua prima opera pubblicata. -
Le lacrime dell’universo
Milano, un anello rinvenuto nella soffitta di una villa risveglia un’antica forza malvagia che sconvolgerà la vita della protagonista Adele e dei suoi compagni di viaggio. L’unico modo per sconfiggerla è scoprire il mistero che ruota intorno a Clara, che in quella casa ha vissuto oltre un secolo prima. Un solo indizio, un’antica lettera sbiadita, darà il via a un’indagine oltre lo spaziotempo. Diversi personaggi, fra cui l’enigmatica Artemisia, l’esoterico gatto Cheope e Arianna, anima eletta e dalle doti paranormali, accompagneranno Adele in un divenire vorticoso, dove il Bene e il Male si sfideranno all’ultimo respiro. Anche Sullala, mondo parallelo raggiungibile tramite un quadro, sarà suo malgrado coinvolta; qui le figure celestiali di Byntze e Albireo daranno il loro contributo, stando bene attente a non interferire nelle rigide leggi del Cosmo. Sarà però Stefano, un radioamatore venuto dal nulla, a fare la differenza: la protagonista verrà catapultata in un passato lontano, dove l’eco della Seconda Guerra Mondiale farà da sottofondo a una delicata storia d’amore, oramai dimenticata. -
Pillole di salute. Ediz. illustrata
Pillole di salute è un saggio divulgativo e una guida pratica ad un tempo. Si inizia con la funzione biologica dei nutrienti contenuti nei cibi. Seguono capitoli sul perché lo zucchero semplice va limitato, quali sono i cibi che contribuiscono alla riduzione dello stato ansioso, quale importanza rivestono i cereali, come fronteggiare le allergie e le intolleranze alimentari. Si affrontano anche il mondo del glutine (senza demonizzarlo) e l’infiammazione cronica. Ogni capitolo è intervallato da ricette, semplici e gustose, che accompagnano le indicazioni riportate nel testo. Infine troverete un “piccolo vademecum”, utile per sfatare false credenze, consolidate convinzioni (da scardinare), errate abitudini (da modificare) e suggerimenti per un’alimentazione e uno stile di vita sani e consapevoli, per invecchiare meglio e dare vita agli anni. -
Prima o poi un libro lo scrivo
I protagonisti dei racconti sono alla ricerca di una propria verità interiore e attraversano una fase della vita caratterizzata da una trasformazione che li porta inevitabilmente a fare i conti con il proprio sé, con le proprie emozioni e con la propria storia. I racconti, ambientati per lo più nella zona limitrofa al fiume Po, trattano di temi universali e trasversali che vanno dalla realizzazione di un proprio sogno, in Prima o poi un libro lo scrivo, la stesura di un libro appunto, alla liberazione dal proprio carnefice, rappresentato esteriormente dal padre, nel racconto La bestia, fino ad arrivare alla liberazione dai propri vincoli interiori. Viene trattato il tema della paura del vivere nel racconto Il bibliotecario e della paura di amare in Amore amore un cazzo; ma anche dell’eccesso di controllo, sempre dovuto alla paura, che sfocia in tragedia con Il lucchetto. In modo più leggero, ma non per questo meno incisivo, La signorina Nontivoglio diventa l’emblema dell’esasperazione della spiritualità e della chiusura e fuga dalla vita vera per rinchiudersi in una religiosità dai contorni ferrei. -
La ragazza che parlava alle api. Sirmione: amore e morte al tempo dei catari
Sirmione, notte di san Martino dell’anno 1276. Alla testa dei suoi soldati Alberto della Scala, fratello di Mastino I, signore di Verona, entra con il vescovo-inquisitore della città nel piccolo borgo fortificato sul lago di Garda e cattura circa duecento credenti catari esuli di Francia che avevano trovato qui il loro ultimo fatale rifugio. Condotti a Verona, processati innanzi al tribunale della Santa Inquisizione, torturati, condannati per eresia senza ritrattare, vengono arsi vivi in arena due anni dopo. Tra loro Flora, giovane sposa e madre. La sua struggente storia d’amore col giovane balivo Leonardo è l’asse portante attorno al quale si muovono servi, inquisitori, papi, imperatori. E Guglielmo, figlio di Flora e gli altri figli piccoli dei catari, che fine hanno fatto dopo la tragica notte di Sirmione? Sono loro il dito misterioso di Dio, la pagliuzza capace di rovesciare il tavolo su cui i potenti scrivono la storia. Attraverso i bambini tutto il sangue versato dai grandi verrà riscattato. E Flora? Il finale: inatteso. -
Je t’aime. Un amore malato
In una Marsiglia dei nostri giorni, che fa da palcoscenico alle vicende dei protagonisti di questa storia, la bella Amelie si trova suo malgrado invischiata nella perversione di Jean Dominic, il vicino di casa, che la spia dal proprio appartamento. Il passato dell’uomo, torbido e inaccessibile, trascinerà lei e Pascal, il poliziotto che si innamora di Amelie, in un'escalation di tensione in cui si inseriranno anche altri aspetti della vita dei tre. Un romanzo che mostra quello che può essere l’amore in una versione distorta di questo sentimento, indagandone le radici e gli sviluppi. Una trama fatta di angoscia e speranza, di desiderio e passione, di tristezza e amicizia. Come si concluderà questo bizzarro e instabile triangolo amoroso? -
Casa d'altri. Ediz. illustrata
«Un racconto perfetto», così il premio Nobel Eugenio Montale definì la bruciante opera ""Casa d’altri"""" di Silvio D’Arzo, un autore italiano del Novecento, morto prematuramente (a trentadue anni) di leucemia e ingiustamente poco ricordato nel panorama letterario italiano. Uno dei racconti più belli del Novecento, tanto che spessissimo nei corsi di scrittura viene indicato come paradigma di racconto “perfetto”, perché considerato esemplare sia dal punto di vista della costruzione narrativa, riuscendo a dire qualcosa di significativo in uno spazio limitato, sia stilistica. D’Arzo ha creato il suo capolavoro Casa d’altri nei suoi ultimi mesi di vita. Versato com’era nella letteratura inglese, scriveva in modo lineare, arrivando subito al conquibus, senza complicare ulteriormente le cose già complicate di per sé e non perdendosi in preamboli, digressioni, astrazioni."" -
Raccolta di spighe
«Raccolta di spighe: più che la mietitura, il titolo evoca l'atto dello spigolare, del recuperare con parsimoniosa minuzia ciò che il grande raccolto ha trascurato. E, infatti, questi brani di Attilio Marocchi sono una sorta di quintessenza, una cesellata sineddoche che sta alla sua opera omnia come la spigolatura sta alla mietitura. Questo gradevole volume riassume tutti i motivi della lirica marocchiana. Il lettore abituale li riconoscerà facilmente, mentre il nuovo ne gusterà un assaggio che senza dubbio lo invoglierà ad addentrarsi più a fondo nella creazione dello scrittore.» (Dalla prefazione di Doriano Bassi) -
Il minuto rotondo
«Bisogna leggere le liriche di Luciana Bianchera tutte assieme, sono infatti un poema che riguarda il tempo e il suo scorrere. L'autrice prova a rannicchiarsi, a farsi piccola e ci invita a farlo e a osservare il mondo dal basso, dal buco del Bianconiglio, a vedere con gli occhi di Alice le meraviglie di erbe e fiori; ma anche qui giunge il rumore del tempo, e di che tempo! Quello della guerra che arriva da lontano. Rannicchiarsi non serve, non serve guardare dall'alto: si è sempre nel flusso del tempo che, tic, tac, tic, tac, tic, tac consuma il corpo, frantuma i ricordi e li riduce a schegge che mandano immagini come frammenti di specchi: ecco Venezia, porta dell'est, arabesco di erotismi, l'amata Parigi che si allontana e forse non tornerà, camici, bellezze dei giorni, amori rubati ad Avignone, soffitte buie...» -
Cose da nulla
“Vorrei stanar di luce il mio sicario”. In questa splendida metafora, che nasce dalla gente comune e dalla saggezza popolare, Lamberti, ancora una volta, scova, nelle parole della poesia, quella “cosa da nulla” che può significare davvero Tutto. (M. Molinari). -
Attila il principe delle locuste
Attraverso gli occhi di due pastori, assistiamo al lento attraversamento dei valichi alpini da parte dell’armata di Attila: la temuta invasione della Penisola è iniziata. La scena si sposta quindi a Padova, nella casa di Lidia, attrice di mimo ormai al tramonto, per passare poi al medico e astrologo Filemazio, e quindi a Ravenna, dove il dux Rustico sta dettando una lettera per convincere la sua riluttante sposa Felicita a raggiungerlo. Il suo è stato un matrimonio infelice, nonostante l’amore disperato che continua a provare per sua moglie; quanto a Felicita, la cogliamo intenta nella pratica religiosa, che rappresenta per lei il sostitutivo di un matrimonio sterile e arido. La caduta di Aquileia e l’irrompere degli unni nella grande Pianura sconvolgeranno le vite dei nostri personaggi, inserendole nella tragedia collettiva di un popolo. -
L'èra acsè (al dialët in Piàsa Vécia). Ediz. illustrata
Santina, Stefano, Bigion e la Filomena, Cinto, la nona Argia, la zia Pina e Aliprando, Nevia e altri animano un mondo non troppo antico che “era così”, proprio così e non in altro modo, un mondo vissuto in prima persona o colto dalla viva voce di chi l’ha vissuto, un mondo capace di suscitare emozioni, ricordi e, soprattutto, visioni di una piccola realtà come Casalmaggiore (CR). Era una realtà animata da una cultura proveniente dal mondo contadino, da quel mondo che ha circondato e abbracciato, per anni e anni, la cittadina, subendone il fascino, ma cercando di non mischiarsi, confondersi, di far valere i propri valori, le proprie debolezze, ma anche la propria ricchezza. Il mondo di chi poteva contare solo sul proprio lavoro, sulle proprie braccia, che quando erano stanche e si fermavano, si fermava tutto. … E sullo sfondo, silenzioso, con la sua “possenza”, il Po. Prefazione di Costantino Rosa. -
L'ombra del delitto. Ediz. illustrata
L’ombra del delitto, uno dei romanzi capolavoro del “Principe dei narratori” (così venne battezzato Edward Phillips Oppenheim a motivo della sua fama di scrittore) è stato pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1897. Il signor Norman Scott è un medico giovane, laborioso e distinto, con una carriera ben avviata a Londra. Un giorno viene chiamato per visitare un paziente, il signor Humphrey Deignton, che soffre di gotta e quando questi viene assassinato, la colpa ricade sullo sventurato dottor Scott, che fortunatamente viene assolto per insufficienza di prove. Norman Scott vorrà scoprire chi è l’assassino di lord Deignton, ma per farlo dovrà sbrogliare l’intricatissima matassa di una storia nella quale nessuno dei protagonisti sembra dire la verità. Una straordinaria ambientazione londinese, un giallo da scervellarsi e da riscoprire assolutamente. -
Tempesta
"Non temevamo / Il silenzio / E l’eruzione / Della tempesta / Non temevamo / D’esser senza festa / E senza luce / In quel punto / Estremo / Dove tutto / Si riduce / E riluce.""""" -
Antologia. Premio nazionale di poesia Terra di Virgilio. 9ª edizione
Il Premio Nazionale di Poesia Terra di Virgilio è parte integrante del Festival Mantova Poesia. Entrambe le iniziative, curate dall'associazione La Corte dei Poeti, giungono quest'anno alla loro nona edizione. La formula del Premio è unica nel panorama nazionale perché aperta, nelle sezioni Vita di scienza e d'arte e L'ozio degli attivi, rispettivamente alla poesia di autori noti o esordienti e a quella di persone ospiti di strutture protette. Due ambiti creativi dialogano dunque tra loro, diversificati dal locus di appartenenza: aperto o protetto. Le comunità assistenziali, le carceri, le strutture riabilitative sono protette, come lo sono le vite organizzate all'interno di queste geografie, articolate in base a necessità di tutela, riabilitazione, assistenza. Le due sezioni si connettono attraverso il linguaggio poetico, chiamandosi in modi insoliti e sorprendenti. Da tale intreccio viene un ideale, sottile dialogo: si spalancano le stanze chiuse e da queste salgono alla ribalta, accanto ai versi di chi scrive libero nel suo altrove, le poesie protette, confinate. -
Young poetry. La creatività degli studenti mantovani. Sesta edizione
Le poesie dei giovanissimi tornano anche quest’anno sulle pagine del volume Young Poetry - La creatività degli studenti mantovani con tutta la loro prorompente energia. La sesta edizione dell’Antologia è stata realizzata grazie alla consueta reazione degli alunni e degli insegnanti delle scuole coinvolte: lo stimolo educativo e formativo, carico di umanità e sensibilità, è stato pienamente accolto dai giovani; il costante, lodevole impegno dei docenti ha fatto il resto. Il progetto Young Poetry ha l'obiettivo di sollecitare lo studio e la creazione della poesia nei giovani. Quando ascoltiamo il linguaggio della poesia si aprono gli spazi della riflessione e della consapevolezza, così come quelli del sogno e della trascendenza. La voce poetica azzera le distanze generazionali e crea nuove aperture. Le parole incontrano mondi vicini e lontani, sviluppano significati aurorali che aprono scenari mentali sempre più ampi. È questa l'energia fondante della parola. I componimenti pubblicati, fantasiosi, lirici, disperati, speranzosi, cinici, rattristati, spesso connotati da spunti originali se non addirittura impensati, rappresentano l'anima degli under 20. -
Le ali di cera
Roma, agosto. In una città che si scioglie sotto un sole impietoso, viene ritrovato cadavere Raffaello Renni Loizi, importante funzionario del Vaticano e frequentatore del mondo gay. Inizia da qui l’inchiesta di Massimo Foschi, giornalista di nera, inviato dal suo giornale sul posto. Mentre la polizia sembra orientare subito le indagini nel mondo gay, Massimo si convince che dietro quell’omicidio ci sia qualcosa di diverso e di molto più grande. A cavallo tra la Roma che conta e la periferia della borgata di Primavalle, dove Massimo è cresciuto e dove vive, la sua ricerca rivelerà verità inconfessabili. Partendo dalla morte di Renni Loizi si scopriranno interessi che toccano realtà insospettabili che non debbono essere svelate. -
Il mugnaio alla Grande Guerra
"Sono Tullio Banni, nipote e omonimo di mio nonno paterno Tullio Banni. Ho ereditato da mio padre un piccolo diario di guerra riguardante il primo conflitto mondiale e alcune fotografie di mio nonno. Ho deciso di redigere questa raccolta di testi e di immagini personali dell’artigliere Tullio Banni per conservarle in forma digitale. Al diario sono allegate alcune fotografie dell’epoca, originali, oramai deteriorate dal tempo, anche a causa di trattamenti fotografici di sviluppo non sempre adeguati. Alcune di queste fotografie sono state spedite ai suoi familiari, ma altre sono state portate a casa alla fine del conflitto. Quelle portate a casa di persona non furono spedite perché la Censura Militare avrebbe potuto confiscarle, in particolare un’immagine piuttosto cruda di cosiddetto “fuoco amico” con cadaveri di artiglieri italiani deceduti per l’esplosione di un pezzo di artiglieria difettoso. Le fotografie riportano annotazioni di luoghi o un commento sul dorso. L’artigliere Tullio Banni lasciò la sua Batteria dopo tre anni di servizio permanente e quindici mesi di guerra italo-austriaca."""""