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Il buio in fondo all'anima
Opera finalista al Premio 1 Romanzo x 500 seconda edizione. Gli amici di un'intera vita, Patty, Dave, Andy, Gene e Sam, si ritrovano, dopo manciate di anni di lontananza, nella tragica occasione della morte di Hillary, sorella di Patty, proprio in quella che è sempre stata la casa delle due ragazze. La casa, viva e palpitante, custodisce gelosamente atmosfere, profumi, aromi, sapori inalterati. È accogliente e soccorrevole, tanto da continuare a proteggere i ragazzi (ancora tali o non più?) dal mostro e dalla malefica storia che emerge dalle pagine dei diari di Hillary, che Patty legge ai suoi amici, attraverso le sue parole e i suoi sentimenti, sorpresi dall'esistenza di un tesoro inaspettato capace di riportare in vita Hillary. I diari ci svelano che i sei indivisibili amici s'inoltreranno nell'impenetrabile bosco di Saint Christopher al fine di vivere un'emozionante avventura, quella che da sempre affascina gli adolescenti, corde vibranti in mano agli strumenti della vita. -
Tornare a casa. Cronache da una vita senza tecnologia
Niente acqua corrente, niente auto, niente elettricità né altro che grazie ad essa funzioni: internet, telefono, lavatrice, radio o lampadine. Solo una baita di legno al margine di un’abetaia. In questa sincera e appassionata cronaca di una vita fuori dall’ordinario, senza l’aiuto della moderna tecnologia, Mark Boyle esplora le gioie, guadagnate col sudore della fronte, del costruirsi una casa con le proprie mani, imparare ad accendere un fuoco, andare a prendere l’acqua dalla sorgente, pescare e procacciarsi il cibo. È un’esistenza elementare, governata dai ritmi del sole e delle stagioni, dove vita e morte danzano insieme in un ambiente primitivo fatto di sangue, legno, letame, acqua e fuoco – ma non è nulla di diverso da ciò che abbiamo vissuto per la maggior parte della nostra permanenza sulla Terra. Riviverla oggi apre però una profonda riflessione su cosa significhi essere umani, in un’epoca in cui i confini tra uomo e macchina sono ogni giorno più confusi. -
Propaganda
Pubblicata nel 1962 e finora inedita in Italia, ""Propaganda"""" è la monumentale opera in cui Jacques Ellul – filosofo, sociologo e teologo francese – inquadra il fenomeno centrale della nostra società. Ellul compie una vera e propria tassonomia della propaganda – analizzando i suoi aspetti sociologici, la sua capacità di plasmare l’individuo, di condurlo ad agire nei modi desiderati, di farlo rispondere a determinati impulsi e gratificazioni. Ma la propaganda è anche molto di più: è qualcosa di cui il tipico individuo moderno – istruito, informato, semicolto – ha profondamente bisogno, e senza la quale il mondo che lo circonda perde di senso e di significato, lasciandolo senza riferimenti nella solitudine della massa. La propaganda è il mare dove quest’uomo nuota, è l’ossigeno che respira, è il cibo di cui si nutre – è il liquido amniotico nel quale egli viene informato, grazie al quale può sperare di essere integrato nella società. Per la prima volta nella storia del pensiero occidentale, si afferma quindi la natura essenziale della propaganda come fenomeno centrale della modernità, una propaganda che per sua natura reca con sé anche il pericolo supremo: essa è intrinsecamente antidemocratica, poiché la sua azione, in definitiva, plasma un uomo isolato, intimorito, dogmatico – totalitario."" -
Correre. Una storia naturale
A quarant'anni, Bernd Heinrich - grande sportivo e uno dei più importanti biologi del mondo - vuole provare a realizzare il suo sogno: correre, e possibilmente vincere, il campionato nazionale dei 100 chilometri, il più prestigioso evento di ultrarunning statunitense. Per riuscirci - per allenarsi al meglio e affinare la sua corsa - decide di carpire i segreti del regno animale: i piccoli canori che gestiscono perfettamente l'alimentazione per le loro lunghissime migrazioni; i dromedari, veri e propri maestri nell'arte di sopravvivere nella fornace del deserto; gli scarabei che riscaldano i muscoli per raggiungere la massima velocità; le rane, che compiono sforzi prodigiosi per attrarre le femmine grazie ai loro canti lunghi una notte intera. Che cosa possiamo imparare dal modo in cui gli altri animali affrontano le loro sfide di ultraresistenza? Cosa abbiamo in comune? Dove nasce il piacere e il coraggio che ci fa correre e competere su distanze apparentemente impossibili? Alternando biologia, antropologia, psicologia e filosofia, ""Correre"""" ci mostra perché - e in che modo - ognuno di noi può essere in grado di sviluppare capacità superumane."" -
Le montagne mi chiamano. Meditazioni sulla natura selvaggia
"Le montagne mi chiamano"""" è una selezione di citazioni dai diari, i libri e le lettere di John Muir, scienziato, alpinista, inventore, """"padre"""" dei parchi naturali e tra i più importanti naturalisti del suo tempo. Dai semplici aforismi alle dettagliate descrizioni delle sue peregrinazioni, gli oltre duecento passaggi qui raccolti - moltissimi dei quali inediti - tracciano la vita di Muir come una sorta di biografia, restituendo al contempo l'essenza del suo pensiero e del suo amore smisurato per il mondo naturale. Dall'approdo nel Nuovo Mondo poco più che bambino - il suo «battesimo nella pura natura selvaggia» - all'illuminazione e alla comunione spirituale con le montagne dello Yosemite, fino alle battaglie per la tutela della wilderness: in queste citazioni il lettore ritroverà lo scrittore, il visionario, il mistico della natura che ha cambiato per sempre il modo in cui gli uomini moderni guardano e si rapportano all'ambiente. Che si tratti di descrivere una goccia di rugiada, un'ombra proiettata su una roccia, un terremoto che scuote le pareti di Yosemite o una tempesta di vento a cui assiste arrampicato in cima a una sequoia, lo sguardo di Muir è sempre teso a rintracciare l'unico «palinsesto della natura», quello in cui ogni cosa - grande o piccola - partecipa di una sola unità, di una sola armonia, di una sola bellezza." -
Il trionfo della stupidità
Il volume raccoglie oltre settanta articoli brevi scritti tra il 1930 e il 1935, per la sezione culturale del celebre quotidiano americano «New York American». Da questo lavoro emerge un Bertrand Russell ""diverso"""" dal filosofo e dal matematico rigoroso conosciuto dalla stragrande maggioranza dei lettori. Russell adotta infatti per questi brevi articoli uno stile leggero, umoristico e spesso provocatorio, scrivendo a ruota libera e con tono personalistico su temi legati alla quotidianità della vita, allora come oggi popolari, ma anche su questioni di carattere più generale e universale come l'amore, la guerra, la genialità, le norme e i tabù sociali. I punti di vista espressi dal filosofo su tematiche comuni sono spesso sorprendenti e divertenti, rendendo la lettura del libro piacevole e stimolante."" -
Sull'incremento dell'energia umana. Con un riferimento particolare all'energia solare
"Sull'incremento dell'energia umana"""" è un lungo saggio di Nikola Tesla che va a descrivere ciò che sarà il futuro dell'umanità e le battaglie che dovremo combattere per conquistare quello stato di coscienza e di sviluppo tale da permetterci di compiere il prossimo balzo in avanti nella nostra evoluzione. In particolare, dopo aver esaminato il cammino dell'uomo fino ai nostri giorni, Tesla punta a inquadrare un problema fondamentale che da ora in poi riguarderà tutti da vicino: l'incremento dell'energia vitale degli esseri umani. Tale aumento di energia sarà fondamentale per la nostra evoluzione, ma andrà innescato e raggiunto nel modo giusto, attraverso la scienza e la ragione, nel rispetto della natura e di tutte le forme di vita, in un regime di pace e di armonia tra i popoli." -
La morale anarchica
"La morale anarchica"""" è un breve pamphlet diventato con il passare del tempo e delle stagioni politiche uno dei manifesti del moderno pensiero anarchico e libertario. Kropotkin, adottando il metodo scientifico e facendo leva sull'osservazione e lo studio del mondo animale, propone l'idea di una società libera, solidale ed egualitaria, teorizzando la sovversione contro ogni autorità politica e religiosa nel nome della sopravvivienza dell'individuo e del buon funzionamento della società. Il celebre motto """"Fai agli altri ciò che vorresti gli altri facessero a te"""" è il cardine di una morale che deve basarsi sul rispetto della natura umana e che deve essere lasciata libera da imposizioni e restrizioni ispirate da religione e sistemi di potere tradizionali, nel nome dell'uguaglianza e della reciprocità tra ogni singolo uomo." -
Sulla natura umana
"Sulla natura umana"""" è l’opera responsabile della nascita della sociobiologia. Pubblicata alla fine degli anni Settanta, valse al suo autore il Premio Pulitzer e gettò le basi per un rivoluzionario – e ancora oggi controverso – campo di ricerca. Lo studio della natura umana era stato da sempre confinato nell’alveo delle discipline umanistiche, ma secondo E.O. Wilson, i misteriosi processi che stanno alla base della nostra aggressività, del nostro altruismo, delle pulsioni sessuali, delle religioni e del modo in cui la società umana organizza se stessa possono essere svelati e compresi solo se si considera l’essere umano come il magnifico prodotto dell’interazione tra geni e ambiente, un’interazione che risale al nostro comune passato evolutivo di cacciatori-raccoglitori e che, in definitiva, ha plasmato la più intima natura dell’uomo: quella di un animale sociale e culturale. Per Wilson, infine, non si può pensare di penetrare il mistero della natura umana senza l’ausilio della scienza e del metodo scientifico: lo studio della biologia delle specie sociali, la psicologia evoluzionista, la neuroscienza, oltre all’analisi di come i geni interagiscono con l’ambiente e la loro coevoluzione con la cultura, ovvero tutto quello che ci ha reso ciò che siamo diventati." -
Sutra degli alberi
Ci sono templi in cui l'umanità si inchina da millenni, per adorarne le divinità, venerare gli spiriti dei morti, pregare per ottenere protezione, pioggia o cibo. Sono templi che possono essere visitati da chiunque, in qualunque momento; dove la voce robusta della vita vibra nella piccola ghianda, nella foglia, nei nostri sguardi e nelle preghiere mormorate a fior di labbra. Sono templi fatti di alberi, estesi tra montagne e ruscelli, privi di pareti e aperti al cielo. Foreste monumentali in cui Tiziano Fratus, cercatore di alberi, scrittore e poeta, ha scelto di praticare un buddismo naturale, esercitare lo zen e ripercorrere un sentiero millenario tra Giappone, Cina, Corea e Occidente, sulle tracce delle parole e del pensiero dei suoi Patriarchi. ""Sutra degli alberi"""" è l'ultimo frutto di questo percorso: una raccolta di testi e riflessioni, letture e poesie, in cui Fratus intreccia di continuo la ricerca della spiritualità con la dimensione boschiva e silvatica che gli è più familiare. Un'autobiografia silvestre che, passo dopo passo, foglia dopo foglia, prende forma definitiva sulla pagina, disegnando la direzione per un'umanità migliore."" -
Ecopessimismo. Sentieri nell'antropocene futuro
Non vi è più scampo alla crisi climatica. Tra le nebbie del collasso ecologico ed ecosistemico fa il suo ritorno la categoria più abusata e detestata dell’epoca moderna, quella di “natura”. Una natura corrotta e indifferente, attraversata da forze distruttive e spettri vendicativi, ben lontana dagli scenari bucolici ai quali lo sguardo poetico e l’ambientalismo ingenuo ci hanno abituati. Un orizzonte nel quale l’ottimismo è malafede, e il volontarismo pura follia. Nella cornice di tale decostruzione, tanto simbolica quanto materiale, della specie umana, il pessimismo appare l’unico atteggiamento adatto a descrivere, definire e narrare il presente, nonché il futuro che da esso procede. Dal folk horror all’accelerazione tecnologica, dai movimenti per l’estinzione umana al prepperism e al survivalismo, l’Antropocene, l’“era dell’uomo”, si rivela, a ben vedere, come l’era della fine dell’uomo e del suo dominio sulla natura. -
Lo scienziato divino. Le ultime riflessioni del padre dell'LSD
È il 19 aprile del 1943, e un giovane chimico di nome Albert Hofmann sta pedalando verso casa per le vie di Basilea. Da pochi minuti è il primo uomo ad aver assunto una sostanza dagli effetti ancora sconosciuti che ha sintetizzato lui stesso, dandole il nome di LSD-25. Allo studio del suo «bambino difficile», oltre a quello delle piante sacre e delle sostanze psicoattive, Hofmann dedicherà in seguito quasi tutta la sua esistenza e la carriera professionale. Solo alcune decadi più tardi sarà finalmente riconosciuto dalla comunità scientifica e intellettuale non soltanto come un “semplice” chimico, ma come uno scienziato mistico, un filosofo visionario e un pioniere nel campo della ricerca sulle piante psicoattive: un uomo che è riuscito a cambiare profondamente il mondo in cui viveva. In questa antologia – in cui sono pubblicati i suoi ultimi lavori prima della morte – sono raccolte le esperienze e le riflessioni sulle scienze naturali, sulla ricerca della felicità e sul senso della vita, e sulla possibilità che l’essere umano riesca finalmente ad aprirsi alla meraviglia della creazione, fondando su tale meraviglia un nuovo modo di concepire se stesso e il suo rapporto con la natura. -
Libertà di parola. Sul totalitarismo dei buoni
Una nuova minaccia incombe oggi sulla nostra società: quella che proviene da individui che, sognando un mondo più giusto, chiedono più censura “per il bene di tutti”. Questa nuova forma di autoritarismo sostiene la messa al bando o il divieto di circolazione di tutte le idee che essa non condivide, e percepisce il linguaggio stesso come una potenziale minaccia da sorvegliare e disciplinare. Ma tali buone intenzioni flirtano pericolosamente con il totalitarismo: la cancel culture, la sistematica demonizzazione di coloro che non si allineano, la compiacenza dei grandi media, la censura applicata impunemente dai giganti dei social network, le ingerenze di uno Stato sempre più paternalistico nel discorso privato e le ambigue legislazioni sul “discorso d’odio” sono solo alcuni degli esempi di questo fenomeno, tanto lampanti quanto sottostimati. Ma l’autoritarismo dei buoni è pur sempre un autoritarismo. Chi avrebbe mai immaginato, solo pochi anni fa, che prendere le difese della libertà di parola – la pietra angolare di tutte le altre nostre libertà – sarebbe stato sufficiente per essere etichettati come reazionari? -
Certo che hai proprio una bella backpfeifengesicht!
Avete mai provato l’imbarazzo dell’""afterclap""""? Per caso c’è sempre un """"nagivator"""" a infastidirvi quando guidate? E che dire del """"furbling"""" in aeroporto? Di peggio esiste solo il """"Kafefahrt""""… Per fortuna a tutto c’è rimedio: noi vi consigliamo infatti di affrontare la vita con la giusta dose di """"wabi-sabi"""", e di starvene il più possibile in """"gezelligheid"""" con i vostri """"nakama"""", in una """"tertulia"""" di qualità. E se fin qui non avete capito neanche una parola, allora potrebbe servirvi davvero questo libro, dove sono raccolte più di settecento parole intraducibili da molte lingue diverse, in un gustoso viaggio lessicale intorno al mondo. Una sorta di glossario che vi farà comprendere quanto sia sfaccettata la sensibilità umana, e come riesca ad assegnare un nome alle nostre infinite emozioni e a ciò che dobbiamo affrontare ogni giorno. Inoltre fa anche molto ridere, non proprio come una """"screwball comedy"""", ma quasi."" -
Agreste. Silvario in versi e radici
"Agreste"""" è un silvario in versi e radici, un inventario – nel senso di galleria, accumulo, raccolta ma anche fucìna d’invenzioni – di parole, nel quale realtà e immaginazione si nutrono l’una dell’altra, scambiandosi, incrociandosi, gemellandosi, rincorrendosi o ingannandosi. La matita del poeta si sospende ora in un sogno, ora tra le righe di un romanzo, nell’intimità di un uomo qualunque, nella corteccia di un albero o in un incauto tentativo di dialogo con un animale. Ma la domanda che sobilla le creature qui ritratte è sempre la stessa, declinata in vari modi: Chi o che cosa sei? Chi o che cosa puoi essere oggi? Come puoi vivere? Di che cosa puoi vivere? La scrittura di Tiziano Fratus, dettagliatamente legata ai grandi alberi e alla meditazione in natura, abbonda di campagne, boschi, fiori ed erbe, una ruralità che è ricerca di autenticità, ma che si infiltra anche nei palazzi delle periferie, nelle terre distanti, nei ricordi, nelle ipotesi, in tante distinte eventualità." -
Fui io che la difesi a viso aperto. Friedrich Ammann e la nascita della miniera di Abbadia San Salvatore
Friedrich Ammann (1864-1910) è stato il primo direttore della miniera di Abbadia San Salvatore (Siena) e della Società Anonima delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata. La sua epopea personale è figlia di una storia ancora poco conosciuta sia negli aspetti più rilevanti che ne hanno caratterizzato le decisioni amministrative ed esecutive, sia nei risvolti, talvolta molto complessi, che hanno costellato la sua giovane esistenza. ""Fui io che la difesi a viso aperto"""" ricostruisce la biografia di questo personaggio fondamentale per la storia della Società Monte Amiata, di Abbadia San Salvatore e della montagna amiatina. Introduzione di Gerardo Nicolosi."" -
Lady dal fiocco blu? Cinquant'anni con Oscar
Chi l'ha incontrato lo sa: il personaggio di Lady Oscar è molto più di un cartone animato vintage; è un intero immaginario che cinquant'anni fa si è introdotto in modo dirompente nella cultura di massa, illuminando concetti percepiti, al tempo, in modo ancora estremamente oscuro. Chi era bambino allora si trovava a porsi e porre domande nuove, tentare vie inedite di identificazione con una figura femminile diversa da tutte, nonostante l'adattamento al contesto italiano applicato alla trama e al relativo merchandising. Silvia Stucchi analizza in modo acuto fonti storiche, differenze fra anime e manga, caratterizzazione dei personaggi e delle loro relazioni, approfondendo il rapporto particolare che si crea fra l'idea narrativa originale e gli archetipi dell'Occidente. Sulla spadaccina in uniforme maschile è stato detto molto, eppure questo volume - oltre a fornire sull'argomento un ricco corredo di informazioni, talvolta sfuggite al grande pubblico - soddisfa soprattutto il desiderio che coglie tutti gli appassionati fan di Oscar quando si ritrovano: parlarne, esprimere il proprio punto di vista, esporre al confronto la propria interpretazione della storia e dell'energia che ne sprigiona. Un omaggio che l'autrice compie con intelligenza e significato, senza mai cadere nella chiacchiera autoreferenziale. -
Palme, datteri e risate. Il Salone Internazionale dell'Umorismo di Bordighera (1947-1999)
Qual è il denominatore comune fra Giovannino Guareschi, Giulio Andreotti, Mordillo, Jacovitti, Peynet, Renzo Arbore, Quino e Maurizio Costanzo? Aver vinto la Palma d'oro al Salone Internazionale dell'Umorismo di Bordighera, ovvero il massimo riconoscimento alla prima - e per molto tempo unica - manifestazione del settore in Italia e nel mondo. Nato all'alba della Liberazione e continuato fino alle soglie del Duemila, il Salone ha attratto umoristi da ogni angolo del pianeta, superando differenze culturali, barriere linguistiche e cortine di ferro. Dal 1947 al 1999, tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto nella città ligure è stato tutto un brulicare di talenti di penna e matita, un assegnare Palme e Datteri d'oro e d'argento, uno stringere amicizie diventate storiche e un imbattersi costante nei mostri sacri dell'umorismo internazionale. In tutto quel bailamme colorato e poliglotta, solo in un luogo regnava la calma: in Corso Italia n. 46, la cartolibreria di Cesare Perfetto, patron del Salone. Attingendo al materiale d'archivio e con la complicità di numerosi protagonisti delle varie edizioni, Paola Biribanti ha riacceso i riflettori su una manifestazione unica e irripetibile, che ha aperto una finestra sul mondo quando Internet non c'era e fatto emergere con leggerezza i lati migliori dell'italianità. -
L' arca di Noè. Bestiario popolare
La nostra cultura procede senza scrupoli alla colonizzazione spietata del mondo animale, producendo quella mentalità che fa ricorso, senza perplessità, alla vivisezione, alla caccia di tipo industriale, alla soppressione degli animali nocivi, degli insetti molesti e di quanto altro si frappone alla marcia dell'uomo verso il progresso e il benessere. Cosa è rimasto dell'universo simbolico che tanta parte ebbe nella cultura medievale? Che resta della grande metafora che rappresentava il mondo animale per gli antichi? L'animale, con la sua misura, si riavvicina all'uomo disintossicato dalla presunzione d'essere unica misura di tutte le cose, come messaggero d'una dimensione diversa da quella della legge scientifica e della convenzione quotidiana. Fuori della storia, della scienza, da ogni altra logica che ha avvilito l'uomo e l'ordine naturale, l'animale, come dicevamo, si ripresenta come il messaggero, se non di un cielo perduto, almeno d'un accordo con il mondo e con la vita, d'una salvezza possibile. Sulla scia degli antichi bestiari, Carlo Lapucci va alla ricerca delle tracce della tradizione popolare e ci propone un catalogo in cui l'animale riemerge quale interlocutore dell'uomo che lo riscopre come compagno nel viaggio della vita. -
Parabola sub
Luciana Frezza è stata una poetessa che ha lasciato nel nostro Novecento il suo segno profondo, solcato con lieve ironia. È stata anche fine traduttrice per i maggiori editori italiani dei poeti simbolisti francesi: Laforgue, Mallarmé, Verlaine, Baudelaire, Apollinaire, Proust e altri. A distanza di trent'anni dalla morte, viene qui proposta l'ultima opera pubblicata in vita dall'autrice, Parabola sub, dove si addensa tutta la maturità espressiva di una penna tanto elegante quanto complessa. La poesia di Luciana Frezza si contorna di un leitmotiv pop misto a un barocco funambolico, che spesso ha carattere eversivo e sembra conversare con i poeti ""maledetti"""" che traduceva. Ma è proprio per il suo rigore ritmico che la poesia dell'autrice di origini siciliane si equipaggia di un bagaglio emotivo non semplicistico, anzi, piuttosto cogitante delle volte, mentre in altre pare tendere a un carattere semi-mistico, per la sua peculiarità deflagrante che aspira alla profondità pur rimanendo sulla superficie piana del mondo. Per dirlo con le parole della stessa Frezza, questa è un'opera che cerca tanto il fondo quanto una resurrezione: «Il libro è un tuffo. Parabola sub significa andare a picco perché è andata male, ma nello stesso tempo si approfitta di questo andare a picco per saperne di più. Non c'è un'idea del capovolgimento del mondo, ma di un capovolgimento della visione, come quando si guarda sott'acqua. Scendendo giù si può vedere se stessi come chi ha pensato e sognato tutto. L'intenzione è quella di esplorare in profondità, di battersi. Un venirne poi fuori terapeutico. Di toccare livelli inesplorati. Nel tuffo, dove c'è sicuramente la volontà di risalire».""