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I sogni del Carso
L'opera non vuole essere un lavoro di ricerca accademica, ma scaturisce piuttosto dal desiderio dell'autrice di far conoscere una miriade di tradizioni antiche ma in parte tuttora vive, i cui portatori sono gli strati più semplici della popolazione del Carso triestino. Si ricrea palpitante un microcosmo di contadini, pescatori, lattaie, legnaioli, lavandaie, carrettieri, giovanotti spavaldi, fulgide spose e tanti altri ancora, che levano le loro voci in una sorta di grande coro polifonico, intessendo di fronte a noi, cittadini smaliziati e un po' cinici, un canto di vita quotidiana, ricco di elementi fiabeschi che si innestano su una base di dura vita reale. In questa selezione di brevi racconti abbiamo uno spaccato dell'esistenza reale di una moltitudine di persone che normalmente si muovono solo sullo sfondo, lasciando la scena alla gente ""importante"""", mentre qui diventano protagonisti di storie di coraggio, di amore, di rapporti umani felici o dolorosi, ambientate tutte in quello stupefacente ammasso di pietra arroccata sul mare, segnato dalla bellezza selvaggia della Trieste-ragazzaccio di Saba, """"con le mani troppo grandi per regalare un fiore""""."" -
Le antiche strade della Venezia Giulia
I. Il territorio nell'età dei castellieri. II. Le vie consolari e gli accampamenti stabili dei romani. III. Le vie medioevali di mussolati tra borghi, castelli e antichi molini. -
Armi e diplomazia alla vigilia della Grande Guerra
I saggi raccolti in questo volume fanno il punto sulla situazione politica e diplomatica, sull'organizzazione delle forze armate, sulle strategie di guerra e sullo stato delle fortificazioni alla vigilia della Grande Guerra. Un particolare riguardo viene riservato alla struttura degli eserciti austroungarico e italiano, alle linee di difesa a Trieste e sul Carso, alle fortificazioni del Friuli, alle marine da guerra che si fronteggiarono nel mare Adriatico. -
Ferrovie e turismo. European year of Rail
Nell'Anno Europeo delle Ferrovie, l'Accademia Europeista ha promosso un convegno internazionale di studi per incoraggiare l'uso dei trasporti su rotaia da parte di cittadini e imprese. Tale convegno si è soffermato sul binomio ferrovie-turismo con particolare riguardo all'area transfrontaliera e all'utilizzo di mezzi di trasporto ecologici per raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica, secondo le indicazioni del Green Deal prospettate dall'UE. L'obiettivo dell'Anno Europeo delle Ferrovie è stato infatti quello di incoraggiare ogni forma di trasporto verde innovativa e sicura quale elemento fondamentale per una transizione verso una mobilità sostenibile. Undici autori hanno approfondito queste problematiche in un volume che vuole offrire, sull'argomento, una visione d'insieme. -
Da Sarajevo al Carso
Il 28 giugno 1914 l'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este, erede al trono d'Austria-Ungheria, veniva assassinato a Sarajevo assieme alla consorte, Sofia Chotek, dallo studente serbobosniaco Gavrilo Princip. Poco meno d'un mese dall'attentato l'Austria-Ungheria inviò un duro ultimatum alla Serbia, che in parte lo rigettò determinando l'acuirsi della crisi e la mobilitazione delle potenze europee nel rispetto delle alleanze che avevano sottoscritto. Tra i vari fronti apertisi in Europa, quello di Galizia rappresentò per l'Austria-Ungheria una svolta importante nella fase iniziale della guerra dimostrando la sua debolezza militare di fronte alle armate zariste. Eroica fu la resistenza dei difensori austroungarici della fortezza di Przemyal. A Trieste la Grande Guerra precedette quasi d'un anno l'intervento italiano: i coscritti triestini erano inquadrati nel 97° Reggimento Waldstätten, che affrontò i russi in Galizia e sui Carpazi. Molti triestini combatterono anche nei Balcani. Nel 1915 si apre il fronte del Carso e dell'Isonzo: inizia una lunga guerra di trincea. -
Il treno della Val Rosandra. Storia e immagini della linea Trieste-Erpelle
"Il treno della Val Rosandra"""" ovvero la storia di una piccola e sfortunata ferrovia dal tracciato breve e acclive, ma ardito e spettacolare. Costruita in epoca asburgica quale alternativa all'unica linea privata presente sul territorio per spezzarne il monopolio, perse dopo soli 19 anni la sua funzione primaria a causa della realizzazione di una nuova ferrovia più moderna e fu, quindi, destinata al solo servizio locale verso l'Istria e Pola, ruolo confermato anche dopo il 1918, con il subentro dell'esercizio FS. Già pesantemente penalizzata dallo sconvolgimento geopolitico provocato dalla seconda Guerra Mondiale e spezzata da un confine tra entità nazionali allora ostili, divenne in breve un """"ramo secco"""" e fu, perciò, chiusa alla fine del 1958, dopo appena 71 anni di vita. Smantellata nel 1966 e abbandonata per oltre 35 anni, solo recentemente è stata trasformata in pista ciclopedonale (2010), esaltandone, così, nella nuova veste, lo straordinario valore paesaggistico del suo singolare tracciato." -
Prigioniero della tortuga somala. Il racconto del primo ufficiale triestino per undici mesi in mano ai pirati nel dirottamento della Savina Caylyn
Il fenomeno della pirateria somala è balzato alla cronaca mondiale dal 2008 al 2011, anni di maggiore incidenza dei dirottamenti sebbene annualmente siano denunciate sparizioni di navi dalle proprie rotte. A bordo di veloci skiff gli indigeni vanno all'arrembaggio di navi gigantesche mentre il resto del mondo si stupisce di tale barbarie anacronistica alla soglia del terzo millennio. Agli armatori chiedono riscatti da capogiro per il rilascio delle petroliere, del carico e dell'equipaggio tenuto in ostaggio. In quegli anni risultava impossibile alle autorità e alla burocrazia internazionale arginare il fenomeno nonostante il pattugliamento delle zone a rischio delle Marine Militari dei diversi paesi. Tutti messi sotto scacco da ciurme di banditi in pantaloncini corti. I tentativi diplomatici erano inefficaci e non fermavano i ricatti e le torture della malavita organizzata proveniente dai villaggi della costa somala... Il personale racconto del primo ufficiale della Savina Caylyn dirottata l'8 febbraio 2011 descrive gli 11 mesi di prigionia trascorsi dai 22 membri dell'equipaggio sotto le armi di 40 pirati a largo della costa somala, nel più lungo sequestro di una nave occidentale. -
Corazzata Roma. Destinazione finale. Dal golfo di Trieste a quello dell'Asinara. Nascita e tramonto dell'ammiraglia della Regia Marina
La corazzata Roma è stata costruita a Trieste al Cantiere San Marco: impostata il 18 settembre 1938 durante la visita di Benito Mussolini alla città, è stata varata il 9 giugno 1940 alla vigilia della dichiarazione di guerra. Entrò in servizio solo il 14 giugno 1942 senza partecipare mai ad alcuna missione bellica. Nelle prime ore del 9 settembre 1943, quelle che immediatamente seguirono l'armistizio, mosse da La Spezia issando le insegne dell'Ammiraglio in Capo Carlo Bergamini. Obiettivo: impedirne la cattura da parte dei tedeschi. Giunta nel Golfo dell'Asinara, con l'arcipelago della Maddalena già occupato dalla Wermacht, venne attaccata da aerei germanici che impiegarono per la prima volta le terribili bombe ""Fritz"""". Fu vista affondare spezzata in due tronconi. Da quel momento, erano circa le ore 16 del 9 settembre 1943, della nave Roma si persero le tracce. Il relitto è stato cercato per 69 anni senza successo. Ma l'ingegner Guido Gay, inventore di ROV, grazie alla sua incrollabile determinazione ed al robot subacqueo """"Pluto Palla"""", l'ha ritrovata il 17 giugno 2012 nel canyon di Castel Sardo nel Golfo dell'Asinara."" -
L' uomo più forte del mondo. La leggenda di Giovanni Raicevich da Trieste
Nel primo ventennio del secolo scorso, il più famoso e acclamato atleta italiano al mondo non fu un ciclista, né un calciatore, fu un lottatore triestino: Giovanni Raicevich, più volte campione mondiale di lotta greco romana. Imbattibile sul proscenio sportivo, dove ottenne tutti gli onori e i successi che un campione potesse desiderare, imbattuto per ventiquattro anni, si ritirò dalle scene a quarantanove anni. La sua vita è stata leggendaria, entusiasmante da un punto di vista sportivo e interessante da un punto di vista storico. Fu, infatti, anche circense giramondo e fenomeno da baraccone, attore di cinema, produttore cinematografico, primatista mondiale di sollevamento pesi, tecnico federale, dirigente, volontario della prima guerra mondiale, condannato a morte dagli Austriaci. Vogliamo qui raccontare, anche con l'ausilio di numerose fotografie a lui appartenute, le gesta di Giovanni Raicevich, lottatore italiano di fama mondiale, l'""uomo più forte del mondo"""", che tanto lustro e gloria ha dato alla storia dello sport italiano."" -
La riscoperta del Porto Franco di Trieste. La difficoltà di far conoscere
Il filo conduttore del libro è il regime speciale doganale del Porto Franco di Trieste. L'arco temporale della ricerca, fatta in libertà e priva di vincoli, basata unicamente sulla normativa esistente, va dagli anni circa 2006/2007 in modo abbastanza soft, che diventa sempre più impegnativa dall'anno 2008, per finire poi al sette di aprile del 2016. Contiene la storia del Porto Franco di Trieste, della sua ""Autonomia"""" e intangibilità, perché garantito a livello internazionale dal Governo Italiano nel mantenerlo nei principi di cui agli articoli dall'uno al venti dell'allegato VIII al trattato di pace del 1947, dei suoi ambiti, delle regole che lo sottendono, dell'esclusività a livello europeo del perfezionamento attivo delle merci, della differenza fra il significato di demanio e porto franco, della sua legislazione in posizione gerarchica superiore nei confronti di quella comunitaria, di proposte per la soluzione di problemi ormai da vari anni sul tappeto delle infinite discussioni."" -
Gran Panorama. Guide e forestieri nella Trieste d'altri tempi
"Trieste è diventata in anni recenti una città di moda tra le località turistiche, ma nell'Ottocento e primo Novecento era ancora tutta da scoprire sotto tale profilo. La città era conosciuta principalmente come porto commerciale e punto di partenza e di arrivo per altre destinazioni. Chi arrivava a Trieste per mare o per mezzo della nuova Ferrovia Meridionale, rimaneva immancabilmente colpito dalla bellezza della sua collocazione, dal panorama che abbracciava la costa istriana fino a Salvore, dal contrasto di colori del Carso e dai tramonti che poteva ammirare dalla collina di Opicina...""""." -
La polizia triestina. Dal 1945 al 1954. Storie di ex cerini
Dal 1945 al 1954 Trieste fu governata con ""direct rule"""" dagli alleati angloamericani. Ebbe una propria polizia i cui appartenenti erano scherzosamente chiamati dai triestini con l'epiteto di """"cerini"""". Anche se numerosi sono gli scritti che hanno trattato quel periodo storico, questo è il primo pubblicato sullo specifico argomento. Ricco di gustosi racconti degli """"ex cerini"""", il volume ha il pregio di poggiare su riferimenti precisi e su testimonianze di prima mano attinte direttamente dai protagonisti, confutando numerose inesattezze e luoghi comuni, finora pedissequamente ripetuti dalla storia ufficiale."" -
La mia patria xe morta
Questo libro racconta due storie. Quella della ultracentenaria vita di Albina Obersnù e quella di Trieste, la sua amata città. Alle vicende dell'una fanno da sfondo i momenti storici dell'altra, in un intreccio affettuoso quanto inscindibile. Era il tre novembre del 1918. La guerra era finita e il giovane Regno d'Italia aveva vinto. Affacciata sulla balaustra delle statue di Palazzo Carciotti la tredicenne Albina assisteva sgomenta all'attracco del cacciatorpediniere Audace al molo San Carlo. ""La mia patria xe morta"""" fu il suo commento..."" -
Geologia del Carso triestino. Vol. 6: Fenomeni di carsismo ipogeo.
In questo volume ho voluto trattare i fenomeni di carsismo ipogeo, dopo il precedente titolo dedicato alla geologia epigea del nostro Carso, dando ampio spazio al misterioso fiume Timavo e al suo percorso sotterraneo. È stato visto solamente in alcune grotte, in Slovenia. Tuttora se ne ricerca la prosecuzione esplorando i sifoni nell'interno di queste cavità naturali. Per tale motivo ho messo in rilievo il suo percorso ipogeo, in modo che anche coloro che non sono speleologi, possano ammirare la sua bellezza sotterranea, quella finora conosciuta. Quindi, per concludere, vi auguro buone passeggiate alla ricerca del fiume Timavo. -
Geologia del Carso triestino. Vol. 5: Fenomeni di carsismo epigeo.
E continua il nostro viaggio... Come fossimo in gita assieme, con gli amici d'ogni età, curiosi di tutto ciò che si nota. E questa volta ci dedichiamo con immagini e schede alle rocce del Carso triestino. È importante la nostra roccia, così bella, così mutevole nei vari aspetti, così avvincente la creatività individuale. E la ritrovi sempre, anno per anno, sempre nello stesso luogo, sempre là con le sue particolari forme. Impari a riconoscerla come un amico, fenomeno carsico, stagione per stagione, circondata da colori e luci diverse. È come un fiore, come un animale, ma non scappa: puoi anche chiamarla per nome... -
Fauna del Carso. Vol. 7: Anfibi, rettili, mammiferi e uccelli.
Quest'opera potrebbe intitolarsi anche ""Scopri e rispetta gli animali che si trovano sul Carso triestino"""". All'interno troverete le risposte ad un gran numero di interrogativi. Per esempio: qual è la differenza tra un colubride e un viperide? E quella tra un urodelo ed un anuro? Perché la lepre è sempre più rara sul nostro Carso? Cos'è il proteo e dove vive? È necessario però che nelle uscite """"a caccia"""" di conoscenza, si vada accompagnati, oltre che da tanta pazienza, anche da un buon binocolo."" -
Zanussi. Sui binari del centenario
Nonostante la drammaticità del Grande Conflitto che sconvolse l'Italia, nel 1916 Antonio Zanussi azzardò l'apertura di una attività propria per la costruzione di stufe a legna. Dopo i primi successi, alla morte di Antonio l'azienda passò nelle mani dei figli Guido e Lino. Quest'ultimo, dotato di spiccate capacità imprenditoriali, riuscì a far crescere la piccola azienda del padre sino a farle raggiungere le dimensioni fisiche ed economiche di una grande industria. L'espansione della Zanussi fu il risultato pratico di quell'idea di sviluppo e innovazione che Lino aveva in mente. Ciò fu reso possibile anche grazie alla scelta di avvalersi di un proprio scalo ferroviario, quale mezzo imprescindibile per l'espansione aziendale e la diffusione dei prodotti Zanussi. Dopo la morte di Lino e l'avvicendarsi di numerosi amministratori e presidenti alla guida di una Rex in netta crisi, l'arrivo salvifico della Electrolux ha decretato una nuova ""primavera"""" per la Zanussi, fatta salva una costante: l'uso del trasporto ferroviario che ancor'oggi, 52 anni dopo il primo treno, resta testimone vivo e vitale di un fenomeno economico e sociale dell'ultimo secolo."" -
Il viaggiatore nel vento
A volte sono i casi della vita a cambiare il corso di una storia, dell'esistenza di un individuo. Piccole schegge di tempo che si frantumano casualmente sullo specchio appannato di un mondo senza futuro. Luca Viviani stava cercando di sopravvivere agli eventi, a quell'onda scura e minacciosa che un gruppo di persone gli aveva rovesciato contro. Stava perdendo il bene più grande che un uomo potesse possedere: la speranza. Si sentiva solo. Troppo solo per affrontare una guerra che considerava già persa. Uno contro tutti. Una raffica di vento, di bora gli sferzò gelidamente il viso. I gabbiani sul molo Audace volteggiavano sul pelo delle onde che s'infrangevano violente sulle pietre. Uno si staccò dal gruppo dirigendosi verso di lui. Gli andò incontro, camminando velocemente sul molo deserto. Si stava inzuppando completamente. La pioggia avrebbe spazzato via inquietudini e paure. Il gabbiano solitario era ancora sopra la sua testa. Quasi fermo. Combatteva strenuamente con la bora che lo spingeva lontano verso il mare aperto. Identico a lui. Un viaggiatore nel vento. -
Il ritorno di un uomo dimenticato
Lo scrittore vagabondo con l'immancabile sigaretta. Un giorno grigio di vento. Una luce chiara all'orizzonte. Luca Viviani guardò le case, le colline, la scogliera e il mare spazzato dalle raffiche di bora. Trieste era ancora lontana, coperta dalle nuvole di una primavera che non voleva arrivare. Aveva qualcosa di magico che non riusciva a spiegare. Quasi fosse nata da un blu senza tempo. Cielo e acqua uniti in un unico abbraccio pieno di mistero e segreti. Segreti. Come quelli su Cagliostro che presto avrebbe risolto fra i riflessi e le pieghe nascoste di una città che amava. La sigaretta finì ed fu subito un'altra. Una piccola luce nelle prime ombre della sera, nel sogno di una nuova estate. Non restava che andare. Un'altra volta a Trieste. -
Il cammino delle stelle
Quando la chiave nella serratura della sua casa ai Campi Elisi girò, Luca Viviani chiuse gli occhi e la immaginò com'era. Voci, risate, canzoni di bambini felici. Enrico, Maria e lui. E i rimproveri della madre Agata, i litigi, le fughe sotto gli alberi di Piazza Carlo Alberto. Lo scrittore piangeva come un bambino che si è fatto male e si tiene la testa fra le mani. Come chi si vergogna di non essere forte. Ora accanto a lui aveva Neve, il suo cane che sembrò capire pensieri e ricordi. Viviani, il ""custode"""" del mistero di Cagliostro, accese il computer e vide la foto di Walter De Winter. Il nemico. Il capo dell'organizzazione criminale """"codice dell'ombra"""". Qualche altro membro della setta occultista avrebbe tentato di ucciderlo per impadronirsi dei manufatti del '700? Viviani fissò Neve, cercando una risposta. Il suo amico abbaiò nella speranza che capisse. Lo strinse a sé, baciandolo. Domani forse avrebbe scoperto un potere misterioso. La pioggia contro i vetri della finestra cominciava a battere forte, quasi fosse la musica di uno strumento musicale. Un violino perduto che forse avrebbe suonato di nuovo.""