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Il retablo perduto. Cronografia di un'ipotesi. Ediz. illustrata
Nella parte più nascosta della cattedrale di Ampurias in Castelsardo si materializza finalmente un indizio. Antonio il Grande, l'anacoreta del fuoco e del deserto, nel suo vecchio simulacro di legno, sebbene defilato e ramingo tra le sacristie e gli altari, è da sempre presente e si manifesta come arcano testimone di una rivelazione. Il suo racconto affida a queste note la storia non detta, nella puntuale geografia dei fatti, che le cronache delle evoluzioni e delle trasformazioni dei luoghi e delle opere hanno percorso. Il retablo perduto, attraverso le parti che di esso sopravvivono, ritrova i passi della sua storia e riannoda le trame del tempo intorno a un enigma di cui tutto ignoravamo fuorché l'esistenza. -
2081. Tecnologie, uomo, futuro. Ediz. ampliata
Dall'intelligenza artificiale alle api, dall'economia circolare alle criptovalute, dalla automazione industriale ai lavori del futuro - tra universo digitale e terreno - 2081 è una antologia di analisi e commenti pubblicati su diverse edizioni del Corriere della Sera. 2081 sono anche i caratteri usati per spiegare il nuovo mondo, questo dove viviamo e quello che ci aspetta. Una lettura agile e dati specifici per svelare in controluce tendenze e fenomeni che stanno trasformando in radice la società, tanto rapidamente da non accorgersene quasi. L'innovazione continua cambia lo scenario per cittadini, lavoratori, e imprese. Si fa così largo un'altra economia, basata su nuovi schemi e dominata dal fattore tecnologico, con riflessi anche geopolitici. Persino valori tradizionali e sostenibilità del pianeta sono in discussione. Questo libro si propone di aiutare la riflessione e a comprendere i processi in atto, con ironia e ottimismo, segnalando i rischi e indicando le opportunità. Per rendersi più consapevoli e più pronti alle sfide, presenti e future. Con prefazione di Luciano Fontana, Direttore del Corriere della Sera. -
I tesori di Frascati. Volo fotografico sul territorio frascatano. Ediz. illustrata
Un considerevole numero di fotografie aeree, scattate nel corso degli anni, sull'imperdibile territorio frascatano e sui suoi dintorni, ha dato l'opportunità di realizzare questo racconto, non soltanto fotografico, nel quale oltre a documentare le bellezze di questi luoghi, viene descritto quanto di più prezioso vi sia dal punto di vista del suo patrimonio. -
Liber quinque librorum. III e IV libro dei defunti. Parrocchia San Giuliano, Villanova Tulo
Trascrizione, traduzione e analisi dei documenti dal 1675 al 1714 del III e IV libro dei defunti della parrocchia San Giuliano di Villanova Tulo. -
Macerata ieri e oggi. Ediz. illustrata
Viaggio fotografico attraverso le emozioni di una città che ""non c'è più""""."" -
Tra cuore e ragione. Viaggio alla ricerca della propria verità
Esiste una via maestra che conduce alla soluzione del mistero dell'esistenza? È ancora sufficiente, agli albori del terzo millennio, adeguarsi ai dogmi della Chiesa per rispondere ai grandi interrogativi dell'uomo? È lecito pensare che il mondo del mistero sia del tutto inesplorabile e appartenga ai segreti di Dio? Con un approccio pragmatico, attraverso le proprie esperienze di vita, l'autore tenta un'indagine utilizzando le armi della ragione e le intuizioni del cuore. -
Liber quinque librorum. II libro dei defunti. Parrocchia San Giuliano, Villanova Tulo
Trascrizione, traduzione e analisi dei documenti dal 1643 al 1675 del II libro dei defunti della parrocchia San Giuliano di Villanova Tulo. ""212 persone (tanti sono i documenti storici letti avidamente) e una Chiesa del '600, quell'antica di San Giuliano, hanno ripreso vita e sono diventate una storia: è stato così che le ombre delle fresche notti dell'estate si sono trasformate in persone animate e hanno riacquistato intelletto e sentimenti; la capacità vivificante della parola e della memoria ha annientato il secolare oblio nel quale queste persone si erano addormentate e il passato ha ceduto il posto all'oggi, al racconto di altrettante storie di quotidiana umanità. Queste pagine sono scritte in ricordo di quei villanovesi dei tempi che furono, presenze discrete e silenziose che, indifferenti oramai alle leggi del bene e del male, paiono uscire dalle nebbie dei ricordi del passato per proclamare la loro liturgia: «Dammi ascolto, tu che passi: sii giovane, sii saggio... Ricerca solamente la verità, fino alla morte!"""" (dall'introduzione)"" -
Liber quinque librorum. I libro dei defunti. Parrocchia San Giuliano, Villanova Tulo
Trascrizione, traduzione e analisi dei documenti dal 1599 al 1643 del I libro dei defunti della parrocchia San Giuliano di Villanova Tulo. ""Il presente lavoro, che ha per oggetto lo studio del primo registro parrocchiale di Villanova Tulo (1599-1643), colmando alcuni vuoti lasciati dalle fonti civili, si pone come obiettivo la ricostruzione, sia pure parziale, della comunità villanovese nel '600. ... Erano davvero poche le persone che sfuggivano ad una vita molto pesante. Infatti, stando alle testimonianze dei sacerdoti del tempo, nel '600 la piccola comunità di Villanova Tulo complessivamente era povera, ma, nella sua modestia, disomogenea, cosicché ad una esigua minoranza di benestanti, possessori di terre, di bestie e di mezzi di produzione, si contrapponeva una moltitudine di indigenti che cercavano di campare lavorando per conto di terzi. Anche a tale riguardo sono di grande utilità gli atti della parrocchia, che documentano la presenza o meno di testamenti lasciati dai defunti e, per ciò stesso, le loro condizioni economiche: è evidente che coloro che morivano in condizioni di estrema indigenza non avevano alcuna possibilità di lasciare delle disposizioni testamentarie. Fra gli ultimi della comunità vi erano quasi tutti i forestieri dimoranti a Villanova Tulo."""" (dall'introduzione)"" -
Respuestas. La comunità di Villanova Tulo secondo il Rettore Reverendo Pedro Francisco Desogus (1777)
Per descrivere la villa di Villanova Tulo così come essa si presentava negli ultimi decenni del '700 e la vita religiosa e sociale della sua comunità forse poche fonti storiche possono rivelarsi più articolate e complete di ciò che a tale riguardo scrisse il rettore del tempo ai suoi superiori. In realtà il rettore Pedro Francisco Desogus, nativo di Seui, responsabile della cura delle anime di Villanova Tulo sicuramente nel 1777, forse non avrebbe mai messo per iscritto tutte le notizie sulla villa e sui suoi abitanti, come invece dovette fare, se a lui, come a tutti gli altri parroci, non fosse pervenuta una circolare diramata da parte dei suoi superiori. Per capire questa storia, tuttavia, è opportuno fare qualche passo indietro nella storia della Diocesi di Cagliari in quel periodo. -
Toponimi arabo-sardi
La completa revisione della presente opera è un atto d'omaggio alla memoria del Professor M. M. Bazama ed uno stimolo rivolto a chi ha a cuore lo studio della storia della Sardegna. -
Normale. Storia di una vita caparbiamente felice
Una congiuntura di eventi sfortunati in sala parto e nei primi istanti di vita: la vita di Francesca parte in salita. Ma un'irrefrenabile voglia di vivere e di ""volare"""", unita alla tenacia di una famiglia in cui gli uomini sono solidi e le donne paiono incrollabili, fa crescere nella protagonista la legittima aspirazione a un'esistenza normale. Gli obiettivi sono stati, nel corso degli anni: prima la scuola, le passioni artistiche e sportive, poi le relazioni. Non tutto è stato ed è facile, neanche con il sorriso contagioso con cui Francesca affronta la vita. Eppure punta sempre più in alto."" -
La devozione al Sacro Cuore di Gesù e i primi venerdì al Santuario di Pompei
I fatti straordinari che danno origine alla devozione al Sacro Cuore di Gesù e a santa Margherita Maria Alacoque a Pompei si svolgono nell'arco di undici anni dal 1889 al 1900. E proprio a Pompei il 23 giugno 1900, avvenne il miracolo che portò la beata Margherita Maria alla sua canonizzazione. -
Megalitismo. Architettura sacra della preistoria
Il megalitismo è una tecnica costruttiva propria di popolazioni europee e mediterranee di cultura neolitica. Nasce sulle coste atlantiche nel V millennio a. C. e perdura nelle successive età del rame ed età del bronzo; consiste nell'impiego di grandi pietre per elevare strutture con funzioni essenzialmente funerarie, ma anche sociali, culturali e di osservazione astronomica nell'ambito della sacralità. -
Prima di Como. Nuove scoperte archeologiche dal territorio. Catalogo della mostra (Como, 30 settembre-10 novembre 2017)
Catalogo della mostra in San Pietro in Atrio, Como, 30 settembre-10 novembre 2017. -
La vita in blu. La nostra vittoria sull'autismo
Il racconto autobiografico di una madre che nel 2007 inizia a scrivere spinta dall'assoluta necessità di evitare il peggio. Nel corso degli anni nasce questo piacevole diario. Tramite la scrittura il ""bisogno di capire"""" si trasforma in lotta determinata con il fine di trovare le soluzioni, non solo per curare un figlio ma per guarirlo. Il libro è un racconto magico e fluido guidato dall'amore, dal coraggio, dall'ottimismo e dalla speranza, che vanno oltre qualsiasi difficoltà."" -
Di cu ti dìciunu? Dizionario dei soprannomi a Biancavilla
"Di cu ti dìciunu?"""" è un'espressione che spesso ci si sentiva rivolgere da chi voleva capire a quale famiglia si appartenesse. Ebbene sì, prima ancora di chiedere il cognome («comu ti scrivi?»), si faceva riferimento al soprannome per potere individuare l'ambito di parentela. Succedeva in comunità ristrette, in cui gli appellativi di famiglia erano più """"utili"""" dei dati anagrafici. Come a Biancavilla, dove la prassi resiste ancora oggi, seppure soltanto tra gli anziani. Questa ricerca di Alfio Lanaia registra circa 1200 soprannomi (personali e di casato) relativi al centro etneo. Per ognuno di essi, quando possibile, vengono indicati significato e ipotesi sull'origine. Ne viene fuori uno studio di antroponimia capace di costituire un contributo al recupero della memoria storica popolare e dell'identità culturale biancavillese." -
Antichi versi contadini. L'agricoltura nella poesia dialettale di Placido Cavallaro (1784-1866)
Sono versi dialettali ispirati dal duro lavoro nei campi con l'aratro o col tridenti, quelli di Placido Cavallaro, poeta-contadino vissuto a Biancavilla, alle falde dell'Etna, tra il Settecento e l'Ottocento. Componimenti che ci tramandano una esaltazione dell'agricoltura come ""arte pulita e duci"""", di cui Cavallaro si considerava un maestro. E per questo, nonostante l'analfabetismo, consapevole e responsabile del ruolo di tramandare usi e tradizioni, seppur aperto al progresso della tecnica e della scienza in un settore economico che aveva raggiunto una certa rilevanza nello Stato borbonico. Dalla mietitura del grano alla coltivazione degli ulivi e della vigna: è il mondo rurale di Cavallaro, analizzato in queste pagine da Alfio Grasso con puntigliosi riferimenti storici, socio-economici e letterari. Col suo dialetto verseggiato, con quella libertà di espressioni, figure e atteggiamenti, con quegli impeti di abbandono, di follie e di pittoresco, Cavallaro ci seduce e ci immerge in un mondo surreale. La sua poesia, in un passato non lontano, correva sulla bocca di tutti. Era ed è poesia degli umili. Un lascito prezioso per la cultura siciliana."" -
San Placido
Il grido «Viva San Placido!» è la simploche di questa novella di Federico De Roberto. Una trama dinamica e corale, un groviglio di tipi e situazioni che esplodono nella festa di inizio ottobre dedicata al patrono. Prevaricazioni e tradimenti si intrecciano a devozione popolare e missione sociale, in una giostra di caratteri venata di ironia. ""San Placido"""". Ecco riproposto uno dei """"capitoli"""" che compongono la raccolta """"La sorte"""", pubblicata nel 1887. L'autore aveva 26 anni. Ma - come sottolinea Antonio Di Grado - è «possibile cogliere l'irrequietezza con cui l'esordiente si è aggiogato al carro degli amici e conterranei veristi». Una novella che, sotto una nuova luce, con il contributo di Placido A. Sangiorgio e un saggio critico di Rosaria Sardo sulle varianti che non compaiono nell'edizione a stampa, trova qui la sua contestualizzazione storica, sociale e politica nella Biancavilla di fine '800. Benché De Roberto non faccia espliciti riferimenti, gli elementi di vita paesana presenti nello scritto portano al centro etneo, dove la festa in onore del martire benedettino è, ieri come oggi, identitaria manifestazione del carattere civile."" -
Il papa mancato. Mariano Rampolla del Tindaro, il cardinale siciliano che sfidò i Savoia e l'imperatore d'Austria
Un cardinale, un re, un imperatore. Una storia che ruota attorno a un Conclave e alla Questione Romana. Mariano Rampolla del Tindaro è appena un adolescente quando lascia la Sicilia per trasferirsi a Roma e studiare per diventare prete. L'Italia non è ancora una e i Borbone governano a Napoli e a Palermo, fino all'arrivo di Garibaldi e alla resa di Francesco II. Al soglio pontificio si avvicendano Pio IX e Leone XIII, che del presule siciliano apprezza le doti, tanto da elevarlo al cardinalato.Ascesa e declino di una eminenza che, da nunzio in Spagna torna nell'Urbe e ricopre la massima carica di Segretario di Stato Vaticano per più di tre lustri. Fino al 1903, quando, per tutti, sarà lui il nuovo Papa. Per tutti, ma non per l'imperatore d'Austria, Francesco Giuseppe, che si avvale di un vecchio privilegio: lo jus exclusivae. Drammatico episodio che cambiò la storia della Chiesa e che portò all'abolizione del diritto di veto e dunque di qualsiasi interferenza politica: la fine dell'ancien régime. Documenti, foto, interviste e una corposa rassegna stampa dell'epoca, per ripercorrere la storia di quello che oggi viene ricordato come il Papa mancato. -
Internato n. 102883/IIA. La cattedra di dolore di Gerardo Sangiorgio
Una sequenza di numeri impressa su una placchetta metallica, appesa al collo con un laccetto. Dietro all'identificativo di prigionia 102883/IIA, la storia di Gerardo Sangiorgio, lo studente di Biancavilla, chiamato alle armi, rifiutatosi di aderire alla Repubblica di Salò e, per questo, spedito nei Lager nazisti. Anni di disumane sofferenze, al limite dell'annientamento. Poi, la liberazione ed il ritorno a casa. Mai una parola di rancore per i suoi aguzzini. Ma la testimonianza dei valori umani e cristiani rivolta ai suoi alunni e sempre presente nel suo impegno di intellettuale e letterato. «Una nobile figura che ci viene incontro con la sua memoria e con i suoi scritti e ci costringe a pensarlo nella sua individuale, unica e sacra, e violata, esistenza», lo descrive in prefazione Nicolò Mineo. «Borzì ne segue le vicende biografiche con profonda partecipazione e illuminandone il significato profondo. Oggi abbiamo più che mai bisogno di tramandare i valori autentici e di proporli con fermezza ai più giovani. E forse non soltanto a loro. Abbiamo bisogno ancora di ricordarci e ricordare cosa abbia rappresentato la dittatura fascista per l'Italia. Ricordare cosa è una dittatura».