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I confini di Isdor. Vol. 2
Il viaggio di Aron prosegue tra il suo mondo e Isdor, ma tutto ciò che pensa di conoscere viene rimesso in discussione: le scelte che dovrà compiere porteranno con sé un peso, o una soluzione, da cui non potrà più tornare indietro. C'è qualcuno da ritrovare, un male da combattere, un segreto da svelare; strade inaspettate si apriranno nel suo passato, nuovi incontri e nuove scoperte lo porteranno alla verità. Così il suo viaggio non sarà soltanto verso ignoti confini da raggiungere, ma condurrà Aron dentro la profondità di sé, fino al compimento del proprio destino. -
Vivere la parentesi
«Il semplice rito della memoria autobiografica è accompagnato da un pensiero riflessivo sul vissuto. La sofferenza viene a essere il test per eccellenza, il banco di prova della vita dell'uomo. Lati positivi e negativi della vita quasi resi trasparenti dal dolore. È praticamente da sempre che amo scrivere ma negli ultimi anni è divenuta sempre di più la modalità che dà la parola alla mia esistenza. Scrivere è il mio culto, ciò che coltivo con religiosa dedizione, perché mi spinge a pormi in una relazione aperta, disponibile, percettiva, se pure talvolta impegnativa e faticosa, con me stessa e con le altre persone. Credo di avere davvero esperito prima in modo inconsapevole e con l'andare del tempo sempre più lucidamente, quello che si dice ""trasformare il dolore o la gioia in espressione"""", perché dolore, gioia e molto altro, li scrivo e dopo non sono uguale a prima. Sono convinta infatti che scrivere può essere un'esperienza intima oppure di coesione e di condivisione molto intensa con le altre e gli altri: condividere un evento, andare all'unisono, sono un esercizio di ascolto profondo del proprio intimo in modo attento e profondo.»"" -
E-vento. Arte ambiente
Sorto sulle fondamenta di una fortificazione preromana - sembra assodato che ogni insediamento in Trentino trovasse origine su preesistenti castellieri - il Castello di Pergine narra più di duemila anni di storia. La Fondazione CastelPergine Onlus, che ha acquistato il maniero a seguito di un'innovativa azione di collaborazione tra pubblico e privato e lo ha reso un bene collettivo, ne ha fatto un centro di ospitalità a tutto tondo, dalla ricezione turistica alla gastronomia, all'arte e alla cultura. La mostra di scultura/arte contemporanea trae origine dalla tradizione, iniziata da Theo Schneider e Verena Neff durante la loro gestione, che ha portato 25 artisti in altrettanti anni a confrontarsi nell'impegnativa sfida di relazionare le loro opere di grande formato alla forza plastica e severa del Castello. -
Sulle punte
Lo sguardo sul mondo, sulla natura, sulle montagne ha continuato a mutare nel corso dei secoli. Tutto ormai si è visto, detto, scritto, dipinto e fotografato. In questo senso l'acquerellista Silvia Nava e la poetessa Maddalena Bertolini si inseriscono nel solco di una lunga tradizione. Tuttavia, il posto che occupano in questa tradizione è per certi versi speciale. Speciale è in primo luogo il loro approccio al tema della montagna, lo sguardo che, pur essendo essenzialmente simile per entrambe, risulta comunque diverso nella sua espressione. Quando Silvia e Maddalena osservano le montagne per rapportarsi ad esse, sanno bene a chi, con chi e di che cosa stanno parlando. Sono delle vere conoscitrici; Silvia e Maddalena le abitano, le attraversano, le arrampicano, le vivono, percependole come il loro habitat, il loro ambiente vitale e anche come parte di se stesse; ""camminando su di loro sulle punte dei piedi"""", come Maddalena scrive in una delle sue poesie, ovvero in modo leggero e delicato sfiorandole ai loro piedi, ai loro fianchi e sulle loro cime: con prudenza e circospezione."" -
Le radici dei boschi. La questione forestale nel Tirolo italiano durante l'Ottocento
Due secoli fa, all'inizio dell'Ottocento, i montanari del Tirolo italiano ricavavano dai boschi gran parte di quanto era loro necessario per sopravvivere. Il libro documenta l'evoluzione del rapporto fra le autorità governative, le popolazioni e le loro foreste durante il XIX secolo. Attraverso molte storie avvenute nei più disparati ambiti territoriali viene ricostruita la storia forestale del Trentino. Vengono trattati molti argomenti: la rilevanza economica e sociale dei boschi, l'organizzazione forestale, la custodia dei boschi, le interazioni fra bosco e attività agricole, le utilizzazioni del legname, della legna e dei prodotti ricavabili dai boschi, le ricchezze (lecite e illecite) che dai boschi si generavano e, infine, le innovazioni tecniche avvenute negli ultimi decenni del secolo nel governo delle foreste. La storia raccontata è la storia dei boschi attuali del Trentino. Il libro si rivolge a tutti coloro che operano in bosco, ma anche al vasto pubblico che dei boschi si interessa per sensibilità culturale e ambientale. -
Cinquanta... E oltre. Polisportiva oltrefersina madrano
L'opera vuole essere in primo luogo un riconoscimento alle decine e decine di volontari che in tanti anni si sono spesi per far crescere l'associazione, per creare e mantenere strutture idonee, per offrire a centinaia di ragazzi e ragazze l'occasione di una pratica sportiva educativa e socializzante. In secondo luogo la pubblicazione vuole essere anche occasione di ringraziamento agli enti e persone che hanno sostenuto l'attività della Associazione ed un invito alle nuove generazioni perché proseguano, nel nuovo contesto sociale, la vita dell'Associazione. -
Il paese della lepre. Centa San Nicolò, l'incanto del tempo
"Non me ne vado da qui, resto! Mi mancherebbero gli spazi dove respiro, i caprioli che vedo al mattino, le genziane, i gigli rossi, gli asparagi , le brise e la neve d'inverno. Qui, anche il bosco si trasforma in silenzio e ti regala pensieri, riflessioni. Anche se dall'anno scorso soffre molto, il vento lo ha reso fragile. Qui lavoro, cammino e scrivo. Non posso fare una cosa senza avere vicino le altre""""." -
Voci da un villaggio fra le Alpi. Ovvero coscienze allo specchio
Claudio Morelli propone una raccolta di ben cento poesie alla quale ha dato il titolo ""Voci da un villaggio fra le Alpi ovvero coscienze allo specchio"""". Richiamano l'opera del poeta statunitense Edgar Lee Masters (1868-1950), che tra il 1914 e il 1915 pubblicò sul """"Mirror"""" di St. Louis una serie di epitaffi poi raccolti nell'Antologia di Spoon River, nella quale il poeta s'immagina di dialogare nel cimitero del paesino di Spoon River con i defunti, che gli raccontano le loro storie. Nelle """"Voci"""" di Claudio i personaggi, con poche eccezioni, vivono tra di noi con pseudonimi creati dalla fantasia del nostro sognatore. Come nei gironi infernali e nelle cornici del Purgatorio i personaggi incarnano i vizi e le debolezze umane. Nel centesimo carme, quello finale, Io (tutti e nessuno), il poeta-confessore ritrova se stesso rispecchiandosi nelle virtù e nei difetti dei suoi interlocutori, nelle loro contraddizioni e incoerenze, nella loro complessità; di ognuno prende qualcosa e ne assorbe l'essenza. Un mondo di cento personaggi che qui hanno trovato il loro autore."" -
Attraverso l'autonomia e la storia foestale. Donato Nardin
Donato Nardin (Tello, 1926) è stato un dirigente forestale della Regione Trentino-Alto Adige e della Provincia autonoma di Trento che ha operato nei primi decenni dell'Autonomia. Il libro ne racconta la vita e le esperienze professionali, attraverso le quali si apprende come l'Autonomia sia stata interpretata, utilizzata e sia riuscita a governare un territorio di montagna che, nel secondo dopoguerra, era impoverito e a rischio spopolamento. Racconta la storia di una vita normale, ma nello stesso tempo eccezionale per la quantità di avvenimenti che ha intercettato. Vicende drammatiche come l'alluvione del 1966, la tragedia di Stava, ma anche i generosi aiuti del Trentino dopo i terremoti del Friuli del 1976 e dell'Irpinia-Basilicata del 1980. La vita di Tello ha anche incrociato molte vicende poco conosciute, ma importanti per la tutela dei paesaggi trentini e per uno sviluppo equilibrato della montagna. Particolarmente incisiva ed efficace è stata la sua propensione all'innovazione, così come interessante è stato l'utilizzo degli strumenti forniti dall'Autonomia per aprire uno sguardo verso altri mondi. -
Storia di un bambino al microscopio
Questo libro è stato pensato da una mamma per raccontare al proprio bambino com'è nato, attraverso la procreazione medicalmente assistita. Un libro concepito perché altre mamme e papà possano trovare le immagini e le parole per raccontare ai propri bambini ""nati al microscopio"""" un pezzettino della loro storia, con sincerità, tenerezza e rispetto. Età di lettura: da 6 anni."" -
Montessori è solo una moda se non diventi un genitore consapevole
"Come diventare il genitore che avresti voluto avere da bambino. Ben venga una riflessione sul dono che Maria Montessori ha fatto ai genitori con la sua pedagogia. Ella mentre parla dei bambini, parla anche sempre agli adulti, interpellando la realtà al cambiamento e mostrandocene i limiti. E parla agli adulti affinché ascoltino il bambino o la bambina che sono stati, che ancora li abita e chiede l'accoglienza talora non ricevuta a tempo debito. È su questo passaggio così delicato che prende avvio il libro di Daniela Scandurra, per avventurarsi in modo limpido e gioioso in uno dei sentieri più appassionanti e significativi dell'esistenza."""" (Gabriella Falcicchio)" -
I kromeri della Val dei Mocheni. Ediz. italiana e tedesca
Il presente lavoro attinge ai contenuti della tesi di laurea ""I kròmeri della Val dei Mocheni£, discussa nell'anno accademico 2011/2012 dal laureando Gianpaolo Girardi e qui opportunamente adattata e ampliata per dar modo all'eventuale lettore di comprendere appieno le tematiche legate al commercio ambulante in ambito alpino, in particolare a quello esercitato nella valle succitata, le cui origini risalgono a tempi assai remoti. Lo scopo che i curatori della pubblicazione si sono prefissi è la divulgazione di un'interessante ricerca storico-etnografica, da farsi non solo in ambito locale per essere riservata perlopiù ad una ristretta cerchia di """"intenditori"""", ma anche """"oltre confine"""", affinché possa giungere a coloro che desiderano approfondire il fenomeno dell'ambulantato e, nel contempo, siano interessati alla conoscenza e alla salvaguardia delle usanze, tradizioni e parlate popolari, presenti in una valle alpina ricca, a tutt'oggi, d'un fascino impareggiabile."" -
Corpi che parlano. A margine della mostra «Viandanti» di Lois Anvidalfarei
Le statue di Lois Anvidalfarei hanno, su un piano oggettivo, tre caratteristiche: sono puri corpi nudi; hanno proporzioni diverse da quelle naturali (la scala è ingrandita); raffigurano spesso persone defunte. Dialogare con una persona che non c'è più, che non può più parlare, vuol dire farla parlare: significa ricostruire un'ipotesi tentativa della sua vita, della sua morte e della sua condizione dopo-umana. Significa cercare di comprendere quello che ci vuole dire, dargli/le le parole. Ci hanno provato molti scrittori in maniera inarrivabile. La compagine umana ospitata al castello di Pergine ci racconta di sé, forse soprattutto di noi, dei nostri fantasmi, delle nostre ipocrisie, delle paure che non ci lasciano. E, raccontandole, ci aiutano a liberarcene. Le altre due caratteristiche - l'essere corpi, l'essere in scala più che proporzionale - non sono senza conseguenze per la narrazione. Parlare di corpi non significa parlare di materia ma, con un paradosso solo apparente, anche delle anime che danno forma e significato a quei corpi: un paradosso solo apparente perché questa è la trasfigurazione che si compie nell'opera d'arte, il suo miracolo... -
Pietro Weber. Torri
La Fondazione CastelPergine Onlus dedica all'artista trentino Pietro Weber e alle sue terrecotte la ventottesima (la terza a propria ideazione) grande mostra annuale di scultura monumentale nelle aree all'aperto comprese tra le due cinte murarie del Castello e nel Palazzo Baronale, al secondo piano del quale l'esposizione si conclude con un omaggio grafico-pittorico a Kafka. Il soggetto principale della mostra sono 12 torri: opere site-specific alte circa tre metri, frutto di un anno di ricerca e lavoro. Ciascuna è come uno ieratico capitolo di un libro o l'elemento polisemico di una grande scacchiera che l'artista, curatore anche dell'allestimento, ha voluto disegnare scegliendo accuratamente uno spiazzo tra le rocce, un angolo di bosco, un terrazzamento o una nicchia e la distanza dalla quale ogni torre avvista l'altra, contrappuntando quelle storiche. Delle ""vere"""" torri vengono interpretati i ruoli di potere e difesa, vigilanza e dominio, protezione e monito, custodia e prigione. Misteriose teste umane, che trasmutano le architetture in corpi, si trovano al posto delle culminazioni edificiali: hanno fantasiose fogge e copricapi inverosimili, reminiscenze o emanazioni di remote.."" -
Pensieri a ritroso. Dai cinquanta agli otto anni. Poesie raccolte per strada ri-facendo
«Molti sono coloro che scrivono poesie e lo fanno per lo più per una sorta di bisogno terapeutico o per una irrefrenabile esigenza di esprimersi, oppure con l'intento di creare qualcosa di duraturo. Esercizio privato nel dare una veste esteticamente suggestiva ai propri pensieri. Poesie che vivono all'interno dei confini del proprio ambito familiare. Ma poi ci sono i poeti che riescono a valicare questo muro con una produzione di poesie che innescano emozioni e consensi tali da generare nei lettori piacere estetico e plurime ipotesi interpretative. È allora che chi scrive poesie sente il bisogno di pubblicarle, di renderle fruibili e di consegnarle alla dignità della stampa. Come nel caso di Stefania Cobelli che esordisce con un'ampia raccolta, ""Pensieri a ritroso"""", volume che raccoglie poesie che vanno dagli anni giovanili fino ai giorni nostri. Si presenta al pubblico con la consapevolezza di offrire al lettore un lavoro ben strutturato e valido."" -
El valanpac
"È piacevole leggere un libro come questo di Tullio Martinelli, che unisce ricordi di persone, fatti e analisi della lingua locale. Questo di Tullio è un percorso a ritroso nelle sue esperienze di vita che hanno segnato la vita di una piccola Comunità, la Frazione Valle, ex Comune di Centa San Nicolò, ma si allargano anche alla Comunità più vasta, del Comune intero dell'Altopiano della Vigolana. È un percorso che si riferisce ai ricordi personali, per salvare la memoria del nostro presente, così diverso e a volte confuso. L'analisi del linguaggio rinforza quel senso di identità delle persone con l'ambiente e la vita degli altri abitanti che usano un linguaggio comune e condiviso. La pronuncia e la cadenza del dialetto si avvicinano più al dialetto degli altri paesi Comuni dell'Altopiano della Vigolana e non a quelle della Valsugana, che risentono degli influssi del Veneto. Interessante la raccolta dei giochi e delle filastrocche, molto apprezzate dai bambini di una volta, a differenza di quelli di oggi presi dalla tecnologia.""""" -
Marco lodola. Starry night. Invito a corte. Ediz. illustrata
L'arte di Marco Lodola rende omaggio con discrezione e originalità alle sue ispirazioni, attraverso dispositivi multimediali e un linguaggio riconoscibile e fedele a sé stesso, che ha il pregio e la coerenza di porre quindi su un unico piano i grandi archetipi fondativi e le icone pop, amalgamando armoniosamente gli ingredienti che accompagnano l'uomo alla contemporaneità. Luce, forma e colore: nelle opere di Marco Lodola non li si può ridurre a puri elementi compositivi, per quanto nell'ambito del suo percorso artistico siano le sculture luminose a rappresentare il prodotto distintivo. La luce è ciò che permette all'artista di mutare l'arte in gioco, rendendola accessibile e universale. Raccogliendo l'eredità iconografica di grandi maestri del Novecento, come Depero e Andy Warhol, Lodola alleggerisce e trasforma il paradigma di ""arte totale"""", in cui cioè le contaminazioni della vita quotidiana, della TV, del mondo Pop, e delle altre arti possono entrare e uscire liberamente dal buio del sipario, diventando stelle sul loro palco temporaneo."" -
Il destino di jacopo
In un mercatino delle pulci l'autore ha reperito un manoscritto con la traccia della storia di Jacopo, un ragazzo di dieci anni, che nel 1868 accompagnò il padre nella transumanza del loro piccolo gregge di pecore dalla pianura veneta verso i pascoli degli Altopiani di Asiago e Lavarone. Da due anni, con la Terza guerra d'indipendenza del 1866, gli Altopiani erano stati divisi fra il Regno d'Italia e l'Impero d'Austria-Ungheria. Il padre, che conosceva da tempo i montanari, organizzò con loro un'intensa attività di contrabbando con il trasporto in pianura di legname, legna e carbone e in montagna dei cereali necessari a sfamare la popolazione trentina dell'Altopiano di Lavarone. In quella movimentata stagione Jacopo ebbe modo di scoprire i molteplici aspetti della montagna e di fare esperienze che gli segneranno la vita. Il racconto si chiude con un brano del manoscritto dal quale si evince quale fu il destino di Jacopo da adulto. -
Omaggio a Kafka. Undici artisti al castello di Pergine. Ediz. illustrata
Anche quest'anno le opere pittoriche e grafiche degli undici artisti invitati sono allestite nella spettrale sala, carica di risonanze, della Dama Bianca e nella sala del Balcone che si trovano al secondo piano non ancora restaurato del Palazzo Baronale. Simone Brillarelli, Gabriele Cantadore, Bianca Lodola hanno lavorato sul volto iconico di Kafka: un fantasma (Brillarelli), materia oscura e specchio frantumato in cui sprofondiamo (Cantadore), un intarsio di colori che non cancellano la distante tristezza dello sguardo (Lodola). David Aaron Angeli ha disegnato, con brevi citazioni dai testi di Kafka, alcuni dei tanti animali che ricorrono nelle sue storie e che compongono un singolare bestiario di figure intermedie del divenire animale o della costrizione a divenire uomo. Marco Lodola nel suo dipinto ha riunito un castello da favola e l'inquietante testa in primo piano dell'uomo-insetto della Metamorfosi. -
Ideario. Scienze umane
"Scienza umana"""" è contraddizione in termini; le scienze umane non esistono; dell'umano si dà comprensione personale, non scienza: la presunta scienza dipende sostanzialmente, al di là dell'apparato verbale, dalla natura del soggetto. Tali le idee espresse dall'autore in quest'opera, corrispondente alla sezione omonima del suo Ideario. Critica radicale a un settore della nostra cultura che dalla sua nascita e costituzione, nell'Ottocento, è stato oggetto di ingenua credulità mentre avrebbe meritato dubbi e riserve."