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52 canoni a due, tre e quattro voci (rist. anast. Venezia, 1785). Ediz. speciale
Tra il divertissement e la satira pungente, tra testi di una amara ironia e il beffeggiar ""cortese"""" Padre Martini tra lazzi e giochi di parole palesa la sua attenzione ad un mondo, quello del XVIII secolo, con l'attenzione dell'uomo realmente colto schierandosi come evinceremo da alcuni testi contro l'erudizione tout court. Questi suoi canoni sono scritti con rigore ma in laetitia, composti probabilmente nei momenti di otium con un fine sicuramente didascalico e didattico; ma anche con la consapevolezza fortissima che con il sorriso si possono affrontare temi importanti. Non solo musica, ma quasi un trattato di umanità, un'opera che ben dipinge con tratti certi e colori acquerello il suo tempo, e ci narra di un uomo ben certo di viverla in pienezza e con un consapevole humor. I canoni di Padre Martini ci donano perle di saggezza che sembrano volere oltrepassare una porta spazio-temporale in quanto assertori di verità. Il suo sorridere, questo penso sia il termine esatto, sulle debolezze umane e la sua autoironia ne fanno assolutamente un personaggio moderno ed amabilissimo. La coerenza col testo poi, nelle componenti prettamente musicali è realmente unica nel suo genere."" -
In te si canta. Uscire dalla prigione foniatrica ed entrare nell'universo del canto
Il libro parla di tutte le gabbie, i gessi e le impalcature invisibili che la didattica vocale moderna ha costruito attorno alla voce nell'illusione di controllarla meglio (e col risultato di soffocarla), e di come imparare a liberarsene. Questo tipo di controllo statico e rigido, introdotto nel canto dalla foniatria artistica un secolo e mezzo fa e basato su una serie di azioni muscolari volontarie localizzate, si sta dimostrando col tempo sempre più nocivo e va pertanto sostituito con un diverso paradigma tecnico-vocale. È ora di svegliarsi insomma dall'ipnosi collettiva del controllo meccanico diretto della voce (fallimentare utopia, prodotta dalla scienza dell’Ottocento) e tornare a quella concezione tecnico-vocale olistica e naturale, che ha fatto grande nei secoli la scuola di canto italiana storica. -
Manuale di armonia. Vol. 3: Esercizi realizzati
In questo volume sono raccolte le realizzazioni di una gran parte degli esercizi presentati nel I volume. La maggioranza di esse sono di mano dello stesso maestro Bruno Coltro, e sono oltremodo istruttive per la finezza della condotta delle voci e per la peculiarità di molti casi che vi vengono presentati e illustrati, spesso con l'aiuto di note e di varianti. Questo patrimonio è stato da integrato da Stefano Lanza con la realizzazione di alcuni esercizi di natura meno suscettibile di considerazioni estetiche, ma che sono ritenuti utili come esempi di certi meccanismi procedurali di scrittura riguardanti argomenti nuovi via via che vengono presentati. -
Tecniche corporee funzionali e pratica musicale. Fare musica nel pieno delle proprie risorse. Un approccio globale
L’esperienza ci conferma che le attività presentate in questo volume guidano a bilanciare le risorse fisiche e mentali della persona e, se occorre, possono portare fuori dall’impasse, e ricondurre nel flusso della creatività. Un significativo contributo che viene offerto all’insegnante di strumento che può trovare in queste pratiche un’utile metodologia per mantenere un buon clima di apprendimento durante l’ora di lezione, per aiutare l’allievo a sviluppare motivazione e concentrazione e per educare a un più consapevole uso del corpo in funzione del fare musica con impegno, risultati e gioia. In appendice: Strumento musicale con i DSA. -
Organo e orchestra: corrispondenze e affinità
"L'organo, strumento musicale tra i più antichi, ha sempre vissuto ai confini di un territorio acustico che vieppiù si identifica nel corso dei secoli con l'orchestra. Era una sorta di lunga marcia di avvicinamento e convergenza, senza essere mai esplicitata e spiegata in modo convincente. Le corrispondenze e affinità che i due strumenti presentano sono in effetti molteplici e profonde e tuttavia sino ad oggi non erano state mai indagate per le loro incidenze e ricadute sul piano dell'esecuzione musicale. Il lavoro di Stefano Maria Torchio viene a colmare questa lacuna, proponendo al lettore un confronto tra i due strumenti (l'organo e l'orchestra), visto con lo sguardo tanto dell'organista che del compositore e direttore d'orchestra quale egli è a tutti gli effetti. Cosi, mi piace pensare che questo lavoro trovi l'indispensabile ospitalità oltre che tra i professionisti e gli amanti incondizionati di questo grande e nobile strumento soprattutto tra gli allievi d'organo dei conservatori, contribuendo in tal modo alla loro formazione più completa."""" (dalla prefazione di Francesco Finotti)" -
Da Mozart a Beethoven. Diario di un liceo Musicale
Un libro scritto dagli alunni del Liceo Musicale Renier di Belluno coordinati dai loro insegnanti. Un'esperienza nuova, appassionante, formativa. -
Le riflessioni di Giambattista Mancini, maestro di canto alla corte di Vienna. Commento del grande trattato di canto settecentesco
In questo trattato di Giambattista Mancini troviamo espresse in maniera lucida, riconducendole alle loro vere cause, le più importanti prescrizioni tecnico-vocali della scuola di canto italiana storica. Ad esse continueranno a ispirarsi i più grandi cantanti non solo del Settecento, ma anche dell’Ottocento e persino alcuni del Novecento, come Caruso, Pertile, Gigli e Lauri Volpi. A partire dalla seconda metà dell’Ottocento questa superiore concezione tecnico-vocale dovrà cedere il passo a una diversa concezione, meccanicistico-foniatrica, inaugurata da M. Garcia jr, che metterà al centro dell’apprendimento del canto il controllo muscolare diretto e localizzato, invece che indiretto e olistico, della voce. Ad quest’ultima dobbiamo l’affermarsi due falsi storici, tra loro collegati: l’idea che il meccanicismo muscolare rappresenti un’evoluzione rispetto alla tecnica belcantistica e l’idea che il repertorio tra 800 e 900 si debba cantare utilizzando questo grossolano tipo di tecnica vocale. La semplice lettura del trattato di Mancini sarà sufficiente a spazzare via come banali luoghi comuni pseudo-scientifici le idee portanti del moderno meccanicismo vocale foniatrico. -
L'opera di Giorgio Cambissa. Catalogo ragionato. Da un'idea e con la collaborazione di Viviana Cambissa
La musica di Giorgio Cambissa si colloca nello scenario della musica del XX secolo, grazie a una originalità di linguaggio e sapienza non comune nella gestione della struttura formale ed estetica. Formatosi alla luce della più grande tradizione classica e del primo novecento europeo, eredita dai grandi maestri del passato una forza espressiva nella gestione della struttura formale e ciò gli consente di spaziare con grande libertà e nella massima pertinenza e coerenza attraverso linguaggi diversi. Biografia, catalogo ragionato, scritti scelti, libretti, registrazioni radiofoniche: questo ed altro in questo volume illustrato. -
Tullio Serafin, il custode del canto. Con scritti inediti di Maria Callas, Gabriele D'Annunzio, Richard Strauss e Pietro Mascagni. Nuova ediz.
"Tullio Serafin, il custode del bel canto"""" ripercorre la carriera di Tullio Serafin, uno dei più grandi direttori del repertorio operistico italiano. La sua biografia artistica, qui ricostruita con la cronologia completa delle direzioni, appare ancor più straordinaria se analizzata alla luce dei documenti contenuti in questo saggio. Per la maggior parte si tratta di lettere inviate al maestro da compositori, i quali si rivolgono a Serafin per accordarsi sull’esecuzione di nuove opere o chiedono l’inserimento di propri lavori nei cartelloni dei teatri in cui egli dirige. Ai documenti contenuti nella prima edizione – tra i quali le lettere di Alfano, Casella, D’Annunzio, Malipiero, Marinuzzi, Mascagni, Montemezzi, Pizzetti, Richard Strauss e Wolf Ferrari – si aggiungono in questa nuova pubblicazione le preziose lettere di Serafin a Beniamino Gigli e la fitta corrispondenza tra il maestro e Guido Sampaoli, all’epoca direttore artistico dell’Opera di Roma, insieme ad altri documenti inediti. Di notevole interesse anche le lettere di Maria Callas, molto legata a Serafin che la diresse al debutto in Italia accompagnandola verso la celebrità. Prefazione di Giovanni Gavazzeni." -
Filippo Capocci, organista riformatore a Roma
Questa monografia costituisce un contributo importante in ragione della rivalutazione cui è stata soggetta, in tempi recenti, la musica di Filippo Capocci (1840‒1911). Non si parla solo di un musicista in senso stretto, quanto di una figura poliedrica che ‒ attraverso la sua opera ‒ ha connotato l’inizio di una nuova stagione in Italia, sia nel campo della composizione, sia nella prassi esecutiva della musica organistica (liturgica e non). Lo studio che qui proponiamo intende ricostruire, in modo dettagliato, i tratti biografici di un personaggio, il cui raggio d’azione si sviluppa intorno alle multiformi dinamiche che hanno contraddistinto un’epoca. Si tratta, in particolare, di accadimenti legati alla storia, ai fatti che interessarono gli ambienti culturali romani, alla riforma dell’organo italiano e alla riforma della musica sacra. Il Catalogo delle opere per organo (corredato di indice tematico e di fonografia) e il ricco apparato documentario completano un quadro di per sé molto ampio e articolato. -
Musica e lingua. Comunicazione verbale e comunicazione musicale
"La musica è il linguaggio universale"""", si è sentito spesso dire. Ma è proprio vero? L'autore verifica se e fino a che punto questa affermazione può essere accettata, con un approccio originale e inedito: confrontando cioè fin nei dettagli la struttura grammaticale della musica occidentale con quella (o, meglio, quelle) delle lingue naturali. L'autore ha poi qualcosa da dire anche riguardo alla retorica, sia linguistica che musicale, un'analogia che pure è stata riconosciuta e ampiamente trattata nei secoli." -
Felix Alexandre Guilmant e la nascita dell'organista moderno
L’organista moderno ha un debito di riconoscenza verso Guilmant: il suo lavoro indefesso ha contribuito in modo assolutamente unico a generare una cultura dell’organo a canne e a delineare i contorni dell’organista di oggi. Concertista acclamato, docente di fama, musicista di chiesa coscienzioso, compositore esperto e apprezzato dal popolo, conoscitore dell’organologia e primo vero grande studioso dell’antico repertorio organistico. Con lui nasce a tutti gli effetti lo studio attento e documentato della cosiddetta “prassi autentica”. Davvero la sua parabola di organista a tutto tondo merita di essere conosciuta attraverso questo libro che scandaglia ad uno ad uno ogni aspetto del vastissimo lavoro di questo personaggio ancora da riscoprire. -
Tecnica vocale. Fisiologia e anatomia della voce
Considerando le continue ricerche legate alla fisiologia, anatomia e tecnica del canto che a oggi consideriamo all'avanguardia e gli studi affrontati in diverse nazioni e riguardanti ogni stile musicale, presa dalla convulsa curiosità mi sono chiesta come i cantanti e gli insegnanti di canto del '500 gestivano la formazione vocale. Il percorso affrontato nell'attenta lettura e ricerca è risultata interessante ed appagante. Vince sempre l'idea che alla scienza va sempre affiancato l'intuito di un bravo didatta e di un acuto musicista dotato di uno spiccato gusto musicale unito alla competenza, ma, soprattutto, quelle regole fondamentali di primo approccio legate all'imitazione""."" -
Melancholia. Figure dello stile tonale
Ci troviamo di fronte a un’opera polivalente, articolata su svariati piani della conoscenza e non assimilabile sotto frettolose etichette. Nello specifico territorio che l’opera si assegna (quello didattico e che più propriamente chiamerei maieutico) noi assistiamo a un capovolgimento di rotta rispetto ai tradizionali dettami educativi: anziché partire da premesse dottrinali per poi suffragarle coi dati dell’esperienza, qui si parte dalla sperimentazione personale e guidata per giungere alle premesse. Sempre mantenendosi sul piano didattico-sperimentale l’autrice individua nello slittamento discendente, prevalentemente contenuto nell’ambito di una quarta, un pattern ricorrente nella storia della musica, penetrato perfino in accattivanti pièces di consumo, capace di muovere gli affetti e di “toccare” quindi anche la disponibile sensibilità adolescenziale. -
Un coro, tante vite attraverso tre secoli. I 140 anni del Coro Euridice di Bologna
Il Coro Euridice compie 140 anni... 140 anni di un lungo cammino di memoria, cultura, arte, concerti, prove, studio, viaggi, luoghi, esperienze, ricerca, sperimentazione, progettualità, relazioni, persone, il tutto ben riposto nello zaino di colui che questo cammino lo affronta: il corista. Sì, il corista, elemento minimo ma imprescindibile del coro, al quale vorrei dedicare queste poche righe di presentazione. Ho sempre trovato nel corista Euridice un senso di appartenenza molto forte: questo sentire, che è forse pari a quello del far musica, buona musica, è benzina per il motore, datato ma vivace e brioso, di questa Società Corale. Canto in questo coro da circa trent'anni e ho visto ""visi e voci di chi ho amato prima poi andar via"""" (perdonate la citazione, """"mi scappò""""); ma non c'è occasione di incontro con ex coristi dell'Euridice in cui non affiori in loro istantaneamente la nostalgia di qualcosa che si è lasciato, verso cui tuttavia sentono ancora di far parte."" -
Cantando Padova. 20 famose canzoni padovane del secondo dopoguerra. Un affresco storico-sociale in musica
Questa pubblicazione raccoglie le partiture e i testi di venti canzoni popolari padovane composte tra gli anni Quaranta del secolo scorso e gli anni Settanta. Nell’insieme esse ci raccontano, con immagini e sfumature diverse, la Padova del secondo dopoguerra: una città molto diversa da quella dei nostri giorni e della quale, per alcuni aspetti, proviamo un po’ di nostalgia. I monumenti vissuti come luoghi della quotidianità, dell’amore, dei mestieri umili, dei divertimenti semplici, dei personaggi caratteristici che giravano per le nostre vie e piazze. Un affresco che è disegnato da versi e melodie e che penetra nell’intimo di chiunque ascolti queste canzoni. Venti canzoni che correvano il rischio di essere completamente dimenticate e che questa iniziativa editoriale, unica nel suo genere, ha il pregio di raccogliere e di fissare in un'unica pubblicazione. La raccolta è curata da Antonio Ongarello, testimone diretto della genesi e della esecuzione di queste canzoni. Il volume è impreziosito dalla prefazione di Francesco Jori la quale, come un’ouverture, ci prepara ad essere in sintonia con le canzoni pubblicate. -
Fondamenti di teoria ritmica comparata. Introduzione ai sistemi occidentale, arabo e indostano
Lo scopo di questa ricerca è l’analisi comparata dei sistemi ritmico-metrici nelle tradizioni classiche occidentale, araba ed indostana. In particolare, vengono esaminati i sistemi della tradizione colta ufficiale attualmente in uso, con qualche richiamo alle origini dei vari concetti musicali. La trattazione si basa su un’analisi delle categorie di pensiero e delle caratteristiche trasversali ai tre sistemi: tempo astratto e concreto, pulsazione, unità di tempo, accento, metro, ritmo e forma. Segue la descrizione delle caratteristiche idiomatiche delle singole tradizioni che struttura, infine, la comparazione tra i concetti di ritmo occidentale, ’aṣl turco-arabo e tāl indostano e relativi livelli di significato teorico. -
I sette Conservatori della Regione del Veneto. L'alta formazione artistica fra tradizione e innovazione
Sette Istituti di Alta Formazione Musicale inseriti in un territorio unico: mare, monti, laghi, ameni colli, città d’arte, eccellenze agroalimentari. Questi sono i Conservatori della Regione del Veneto: Venezia, Padova, Vicenza, Verona, Rovigo, Adria, Castelfranco Veneto. Quest’agile pubblicazione ci racconta la vita e le opere dei compositori da cui i conservatori prendono il nome e informa sulle singole realtà prese in esame. Il volume è arricchito da un excursus storico sulle prime realtà di formazione musicale già presenti in Veneto a partire dal XIV secolo e conosciute come “Ospedali”, e da alcune pagine dedicate alla Villa Contarini di Piazzola sul Brenta che, in qualche modo, collegano tale luogo ai sette conservatori. Un ricco apparato iconografico, l’elenco dell’offerta formativa di ogni conservatorio, un’ampia bibliografia, e un dettagliato indice dei nomi e dei luoghi rendono questo libro gradevole da leggere e pratico da consultare. -
Ballet «Les millions d'Arlequin». Répétiteur. Riproduzione fotostatica del manoscritto
L'Arlequinade, altrimenti detta Les millions d'Arlequin, è un balletto in due atti messo in scena per la prima volta il 23 febbraio 1900 al Teatro dell'Ermitage di San Pietroburgo. Il libretto e la coreografia sono di Marius Petipa, la musica è di Riccardo Drigo (anche direttore d'orchestra dell'evento). Il lavoro, che ottiene un grandissimo successo, viene replicato molte volte nel prestigioso Teatro Mariinskij e ripreso fino al 1924. Oggi, sia pure modificato come qualunque balletto del passato, è parte del repertorio di numerose ed importanti compagnie di balletto di tutto il mondo. Nel fondo privato Riccardo Drigo Elena Randi ha ritrovato un preziosissimo répétiteur dei Millions d'Arlequin. Una volta pronta l'intera partitura di un balletto, il compositore doveva scrivere una riduzione per uno o due violini da usare alle prove. Infatti, per la maggior parte di esse, i danzatori non erano accompagnati da tutta l'orchestra, ma da uno o due violini anziché dal pianoforte, come, invece, in uso oggi. Questo manoscritto, che aveva il nome di répétiteur, è particolarmente importante perché specifica quale 'colonna sonora' fosse veramente utilizzata in una data produzione. -
Il cantore indispensabile. Manualetto per vivere in coro
Il direttore di un coro ha bisogno di cantori: non può guidare una entità virtuale. In questo testo si vuole prendere in considerazione la preziosa figura del cantore, colui che fa parte di un coro: un gruppo che unisce l’uso della voce ad una pratica di insieme. In questo manualetto si vuole fornire il cantore di quello che gli può servire per cantare con maggiore tranquillità e consapevolezza. Si potrebbe dire: ciò che è indispensabile per essere un cantore soddisfatto! È un testo che deriva dall’esperienza fatta in vari decenni di pratica corale di qua e di là della barricata: quarant’anni con i piedi nel guado, mirando (con le orecchie) a quello che succede al mio vicino di sezione.