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Marcione. Come si fabbrica un eretico
Il saggio di Judith Lieu è uno studio di prima mano su Marcione, figura saliente delle prime decadi del secondo secolo cristiano. Noto soprattutto dagli scritti degli avversari, che fecero di lui il primo grande «eretico», nelle sue opere Marcione affrontò una quantità di problematiche controverse, contribuendo in modo determinante alla loro definizione concettuale e teologica. Di queste si occupano le pagine di Judith Lieu, dove le nozioni e le concezioni elaborate da Marcione sono messe a confronto con le posizioni dei maggiori pensatori cristiani e non cristiani coevi: l’essenza di Dio, Dio e la creazione, la persona di Gesù, la costituzione e l’interpretazione delle Scritture, la natura della salvezza, lo stile di vita richiesto al cristiano. Ne emerge un Marcione che anche nella sua diversità giganteggia fra i grandi protagonisti dei primordi della chiesa. -
Il Rinascimento nel pensiero ebraico
Grazie all'opera di artisti e intellettuali, nel Rinascimento emerge una consapevolezza inedita del divenire storico che favorisce il culto del nuovo nelle arti, in letteratura, in filologia e nelle scienze. Il nuovo prendeva il posto del culto, una liturgia umana subentrava a quella divina. Questa rivoluzione tocca anche la cultura ebraica, motore e agente di un rinnovamento senza precedenti. Lo studio di Giuseppe Veltri ricostruisce la vita intellettuale ebraica nel Rinascimento italiano ed europeo, mettendo in luce momenti salienti del dibattito del tempo: la coscienza storica del divenire e la secolarizzazione, la funzione della poesia dantesca come ponte fra mondo ebraico e mondo cristiano, l'uso del volgare come simbolo del connubio delle diverse tradizioni, la nascita del criticismo, l'atteggiamento scettico come strategia e sintomo della crisi politica e intellettuale, il dibattito sull'immortalità dell'anima. -
L'invenzione del dialogo
“L’invenzione del dialogo” raccoglie una serie di testi letterari cristiani in lingua siriaca, di un genere in cui questa letteratura si distinse ed eccelse: l’innografia e la poesia piegate a esporre temi e motivi teologici, esegetici e sapienziali. Gli scritti debitamente introdotti e commentati mostrano la varietà di forme e contenuti che questi conobbero: dalla riflessione filosofica e teologica di Efrem, al ricamo narrativo ed esegetico di dialoghi immaginari tra personaggi della Bibbia o dell’agiografia, da Caino e Abele o Giuseppe e la moglie di Potifar, a Giuseppe e Maria o la peccatrice e Satana, fino ai contraddittori che in età cristiana riprendono e reinventano un genere mesopotamico antico: quello della disputa, ad esempio tra anima e corpo, tra i mesi, tra l’oro e il grano. -
Chiesa antica, giudaismo e gnosi. Studi e ricerche
In tempi in cui nella ricerca biblica e negli studi su giudaismo e cristianesimo antichi si indulge volentieri alla costruzione di teorie generali e locali tanto ingegnose e seducenti quanto inverificabili, negli scritti che Erik Peterson raccoglie e pubblica in ""Chiesa antica, giudaismo e gnosi"""" si mostra che cosa sia la filologia storica, come sulla base di testi e temi - spesso marginali o stravaganti o imbarazzanti, per questo sempre poco praticati - essa consenta di ricostruire la pluralità dei mondi in cui il cristianesimo fece la sua comparsa e interagì con le culture circostanti. In Peterson la filologia è conoscenza di prima mano della letteratura greca e latina, cristiana e non, e soprattutto è competenza sia dei generi sia delle forme in cui la lingua della koinè s'incarna, come anche delle situazioni e delle funzioni sociali in cui generi e forme, motivi e pratiche ebbero a esplicarsi, combinarsi, combattersi, imbricarsi, ibridarsi e trasformarsi. Introduzione di Lester L. Field Jr."" -
Leggere il Midrash. Lettura e intertestualità
Il midrash, il modo giudaico e poi ebraico di commentare i testi biblici, può essere inteso nel modo migliore come estensione della stessa attività letteraria che è all'origine della Bibbia, quando vi si riflette su ciò che nella Bibbia si afferma, si citano altri libri presenti nella Bibbia, si interpreta ciò che altrove nella Bibbia viene detto. Questa peculiarità, questo esercizio continuo di intertestualità, è un modo di introdursi e di muoversi nei testi e nei mondi della Scrittura, che non manca di riflettersi nella storia, alla quale è strettamente connesso. Illustrando il racconto della morte di Rabbi Aqiva, Daniel Boyarin fa emergere come leggendo l'Esodo con il Cantico e con i Salmi, Aqiva affronti il martirio sperimentandolo come fatto erotico e mistico, come compimento necessario dell'amore per Dio, e dell'amore che gli viene incontro in due dei libri più lirici della Bibbia. -
Quale Gesù?
La ricerca contemporanea sul Gesù storico ha portato alla luce le insufficienze degli studi dei secoli trascorsi, riscoprendo aspetti essenziali della figura di Gesù, in particolare l'appartenenza di Gesù al mondo ebraico. Tre libri che in Italia hanno suscitato particolare interesse - ""Gesù e il giudaismo"""" di E.P. Sanders, """"Un ebreo marginale"""" di J.P. Meier e """"La memoria di Gesù"""" di J.D.G. Dunn - conducono Giorgio Jossa a chiedersi se si è davanti a opere propriamente storiografiche o non piuttosto di teologia, e se quello che vi si delinea sia realmente il Gesù storico. In un'analisi puntuale e lineare l'autore fa emergere i lati discutibili dei maggiori esponenti della biblistica odierna e indica quali dovrebbero essere i requisiti imprescindibili di una ricerca su Gesù che miri a dirsi effettivamente storica."" -
L' ellenizzazione del cristianesimo
Quella di ellenizzazione è una categoria capitale della storia antica, in particolare della storia religiosa del giudaismo e del cristianesimo antichi, e di conseguenza anche della storia del cristianesimo, della chiesa e della teologia. Questa categoria funge al tempo stesso da paradigma di ricerca, sulla base del quale si narra la storia dei tempi passati. Ma la nozione di ellenizzazione è altamente problematica e il modello di ricerca che vi corrisponde è assai complesso. Nel suo breve saggio Christoph Markschies ripercorre la storia della nozione di ellenizzazione dagli inizi fino a tutto il XIX secolo, facendone emergere ed enucleandone le criticità e le aporie lasciate in eredità al XX e XXI secolo, e al tempo stesso mostrando come si sia davanti a una categoria e a un modello tutt'oggi irrinunciabili. -
Colui che deve venire
Con l'acribia e il rigore che lo distinguono, in questo saggio Joseph Fitzmyer prende in esame l'uso di «messia» nella letteratura ebraica e giudaica oltre che cristiana, portando alla luce lo sviluppo del messianismo agli inizi di giudaismo e cristianesimo, sulla base di una quantità di documenti fin qui non ancora raccolti. Ne risulta come le idee di messia siano nel giudaismo e nel cristianesimo radicalmente diverse, ma anche come in assenza del messia giudaico (nelle sue varie espressioni) non ci potrebbe essere un messia cristiano. Questo nuovo studio su un argomento tanto discusso mostra come posizioni che hanno condotto a fraintendere le diverse nozioni di messia e a servirsene come strumento di divisione, poggino su presupposti contraddittori e sovente poco chiari. -
Filone di Alessandria
Nel suo saggio Mauren Niehoff illustra gli sviluppi intervenuti nel pensiero e nella pratica esegetica di Filone, articolandone la vicenda biografica con la produzione letteraria, seguendo in parallelo gli spostamenti del filosofo giudeo fra la città natale, Alessandria d'Egitto, e Roma. Grandi capitali - l'una della ricerca scientifica, letteraria e filosofica del tempo, l'altra dell'impero e della grande politica, e al tempo stesso fervido terreno di trasformazione della filosofia greca -, entrambe ospitavano cerchie culturali che dettavano la linea al pensiero e alla filosofia allora egemoni. È con i discorsi che attraversano questi ambienti affatto diversi che Filone si forma, si confronta, si impratichisce, si consolida e infine innova. -
Come l'uom si etterna. Traduzione annotata del Commento di Lewi ben Gershom (Gersonide) ai tre Opuscoli di ibn Rushd e figlio sulla felicità mentale
Questa edizione curata da Roberto Gatti è la prima traduzione italiana - corredata di ampia introduzione e di note filologiche e storiche -, di un'opera inedita di uno dei maggiori esponenti della filosofia ebraica medievale, Gersonide (1288-1344), figura di spicco dell'aristotelismo ebraico e autore di una serie di ""Supercommentari ai Commenti"""" di Averroè alle opere di Aristotele. Il testo qui tradotto, appartenente a quest'ultima tipologia, è il """"Commento a tre Epistole"""" di Averroè e figlio, il cui intento è di individuare i fattori che rendono possibile la conoscenza e la natura della «felicità mentale», grazie alla quale al culmine del suo processo conoscitivo l'uomo raggiunge l'immortalità. Il """"Commento"""" mostra come anche il mondo ebraico medievale abbia avuta conoscenza degli esiti più radicali della noetica di Averroè."" -
I samaritani. Storia, cultura, letteratura
Frutto delle ricerche più che decennali di uno dei maggiori studiosi dei samaritani, l?opera di Reinhard Pummer introduce alla storia, alla religione e alla letteratura, come pure alla cultura materiale dei samaritani, non soltanto del passato ma anche odierni. Sopravvissuti a persecuzioni, a discriminazioni religiose, politiche ed economiche, a disastri naturali, a conversioni forzate e ad apostasie tra le loro stesse file, i samaritani conservano ancor oggi la loro identità di custodi della legge e di rappresentanti autentici del popolo antico d?Israele. Col supporto di un apparato documentario di prima mano, anche iconografico, sempre illuminante senza mai risultare soverchiante, è in questo mondo che introducono le pagine di Pummer, a profitto di studiosi e studenti come del non specialista. -
Il peccato. Agli albori di un'idea
Nellʼantichità fra i cristiani ci si appellava al peccato per spiegare una quantità incredibile di problematiche, dalla morte del figlio di Dio alla politica dellʼimpero romano che ne celebrava il culto, all'ordinamento del cosmo. Chi si salvava dal peccato e come? ma, soprattutto, lʼidea che si aveva del peccato potrebbe dire qualcosa dellʼidea di genere umano e di Dio che vi corrispondeva? Nel suo studio Paula Fredriksen racconta la storia sorprendente delle concezioni cristiane antiche e più antiche di peccato, illustrando i diversi modi in cui lʼidea di peccato non ha mai mancato di adeguarsi alla diversità dei tempi storici: al pari di qualsiasi produzione umana, le idee di peccato sono creazioni culturali. -
Doctor Virtualis. Vol. 13: Filologia e filosofia
Nella Call for paper con cui si annunciava la preparazione di questo fascicolo della rivista e si chiedevano collaborazioni per riflettere insieme sui rapporti tra filologia e filosofia nel lavoro dello storico della filosofia, lo spunto iniziale era rappresentato da alcune parole con cui Mario Dal Pra - maestro, diretto o indiretto, del gruppo di Doctor Virtualis indicava sinteticamente il programma della Rivista di storia della filosofia, che nasceva nel 1946. -
Il sommo bene di Kant
La dottrina del sommo bene rappresenta la pietra angolare dell'etica di Kant oppure semplicemente un suo fregio? Innegabilmente solleva diversi problemi teorici, dei quali il saggio introduttivo sviluppa una ipotesi di soluzione. I due testi tradotti (Carl Philipp Conz, Sulla morale cristiana posta a confronto con quella stoica e kantiana e Wilhelm Traugott Krug, Breve comparazione delle sentenze di Zenone e di Epicuro con la dottrina kantiana sul sommo bene, rispettivamente pubblicati nel 1794 e nel 1800) offrono al lettore una testimonianza della primissima ricezione accademica e teologica della teoria kantiana del sommo bene, affrontando i principali nodi teorici della tematica attraverso il confronto, inaugurato da Kant e perseguito in seguito da un ingente numero di commentatori, con le etiche stoica, epicurea e cristiana. -
Il prete di Teheran. Le memorie e le inquietudini di un salesiano da sessant'anni in terra d'Islam
Com'è l'Islam visto dall'interno, con occhi di cristiano, di un salesiano per giunta, che vi ha vissuto e che vi vive da sessant'anni? Don Rodolfo Antoniazzi - oggi a Istanbul dopo avere vissuto per trent'anni a Teheran, prima sotto il regime di Muhammad Reza Pahlavi poi di quello khomeinista - è tollerante ma disincantato. Ricorda di avere salvato più profughi iracheni musulmani che cattolici (""tutti sono figli di Dio"""") ma sostiene ugualmente che l'Islam non può coesistere con i credo occidentali. """"Per loro l'espressione Stato laico, che noi usiamo normalmente considerandola cosa saggia e giusta, significa Stato che non rispetta Dio, e che quindi non si può che combattere"""", dice. E dice anche altro, don Antoniazzi: di come sia difficile, per un prete cattolico che vive molto lontano da Roma, resistere alle tentazioni. E non si parla di sesso bensì di potere, di carriere, di business. Il vero problema, oggi, è di mettersi d'accordo su cosa sia la carità."" -
Una comunità immaginata. Gli ebrei a Venezia (1900-1938)
Gli ebrei a Venezia, una comunità di antico insediamento nella città che prima ha dato all'Europa il Ghetto, sono studiati in questo libro nel passaggio dal liberalismo al fascismo fino alle leggi razziali del 1938, a partire dalla categoria di comunità immaginata, cioè di costruzione simbolica e immaginaria propria di tutte le identità collettive. La presenza del gruppo ebraico nel tessuto urbano e in diversi settori della società cittadina; la comunità come istituzione; i percorsi privati e pubblici delle sue figure più rappresentative, tra cui Margherita Sarfatti, Gino Luzzatto, Elia e Cesare Musatti; i suoi luoghi simbolici, come il Ghetto e le tradizioni del Risorgimento e della Grande Guerra, delineano su piani diversi le vicende materiali e immateriali di una importante comunità ebraica italiana. Emerge così uno spaccato inedito della storia degli ebrei, nelle sue rappresentazioni individuali e collettive e nel contesto in rapida e drammatica trasformazione dell'Italia tra le due guerre mondiali. -
Epistemologia della formazione e metodologia della ricerca. Un'indagine presso la popolazione Maya Kaqchikel del Guatemala
Studiare i saperi ancestrali dei Maya e le prassi educative del loro mondo ci ha aiutato a riflettere sulla teoria della Conoscenza, sull'epistemologia della formazione e sulla metodologia della ricerca educativa entro il circolo euristico modello terorico-evidenza empirica, come emerge dalla struttura del libro che, negli ultimi due capitoli reca le testimonianze, le narrazioni ed i miti di quell'affascinante mondo. I primi due capitoli, invece, cercano di mostrare il nesso insolubile fra epistemologica e metodologia, intesa quest'ultima, come un'epistemologia normativa che non è, in sé un'etica, ma i cui esiti offrono un valore aggiunto al cognitivo e alla formazione. Insomma siamo state molto attente a non tradire la correttezza metodologica delle procedure, ma non ci siamo accontentate di questo, perché il nostro scopo era quello di generare valore nell'arricchire l'esplorazione dei meccanismi, degli ambienti, delle strategie attraverso i quali si costruisce la conoscenza. -
Il senso dello strumento. Lavoro e vita nel pensiero di Karl Marx
Nell'opera di Marx è possibile rinvenire non soltanto una teoria critica del lavoro salariato, ma anche un'implicita filosofia del lavoro, che sorregge e orienta la ricerca economica. Alla critica dell'economia politica fa contrappunto una costante interrogazione sul senso e sul fine del lavoro, sulla sua natura e dignità, sul rapporto che esso intrattiene con la necessità naturale, con la libertà umana e con la prassi storica. La ricostruzione di questa filosofia implicita mette alla prova le certezze accumulate e tramandate nei decenni dalla vulgata marxista, sottrae la riflessione marxiana all'idolatria del lavoro caratteristica dell'ideologia borghese e riconsegna al lavoro la funzione strumentale che gli è propria, subordinandolo a una sfera di senso ulteriore e assoluta, nella quale sono le attività intellettuali, affettive e relazionali a valere come fini in sé. -
Migrazioni contemporanee. Il viaggio di un antropologo in bicicletta
"Una cittadina capo-zona di un territorio della valle padana ha registrato negli ultimi decenni dei vuoti evidenti di persone, studenti, case, lavori e altro ancora. I vuoti sono stati riempiti in gran parte dagli immigrati provenienti da tutte le parti del mondo. Il mio sguardo l'ho indirizzato soprattutto sui nuovi arrivati. Questi sono corpi in movimento che hanno riempito i vuoti e a causa della crisi economica, possono riprendere a muoversi. Intanto i loro figli occupano i due/terzi delle prime classi della scuola primaria. Ho cercato di capire come i locali vivono la situazione attuale. Soresina non è più il riferimento dei servizi sul territorio (Pretura, Istituti Scolastici Superiori, Ufficio Imposte e così via) e soprattutto la sera, le strade, le piazze e i locali pubblici si riempiono di immigrati provenienti dalla zona. Sono dei luoghi dove si costruiscono relazioni, interessi ricreativi e affettivi, reti sociali che determinano un nuovo corso culturale.""""" -
Se i muri potessero raccontare. Memorie operaie in cemento armato
"Se i muri potessero raccontare"""" è un romanzo nel quale la natura del narratore viene palesata dal sottotitolo Memorie operaie in cemento armato: la voce di una fabbrica abbandonata i cui muri stanchi di invecchiare e deprimersi in solitudine decidono di raccontare la vita delle persone che lì dentro hanno lavorato e lottato. Sono memorie in cemento armato in quanto testimonianza dei muri della fabbrica, memorie coriacee poiché granitici erano quegli anni per la durezza delle battaglie e il tipo di conflitto. È una Spoon River operaia in cui la pietas accomuna la tristezza dei grandi agglomerati manifatturieri inselvatichiti nell'attesa di fruttiferi riutilizzi e la fatica per togliere dal cono d'ombra dell'oblio sofferenze e passioni di donne e uomini che in quei luoghi spesero intera o in parte la loro esistenza. Per riflettere sul perché di ciò che è stato e non è più."