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Gesù e i movimenti di liberazione della Palestina
Più di duecent'anni sono trascorsi da quando H.S. Reimarus sostenne la tesi del carattere giudaico della predicazione di Gesù e della natura politica della sua azione. Variamente modificata e diversamente documentata, questa tesi di un Gesù agitatore giudaico contro la dominazione romana viene periodicamente ripresa dagli uni e puntualmente rifiutata dagli altri. Il volume di Giorgio Jossa fornisce una trattazione complessiva e organica di tutti i possibili aspetti politici della vita di Gesù. Oltre a una presentazione acuta e originale dei principali movimenti di liberazione della Palestina del primo secolo, che consente di collocare storicamente la predicazione ""rivoluzionaria"""" del profeta di Nazaret, il libro si distingue per una analisi accurata di tutti i passi evangelici che possono essere addotti a sostegno della tesi di un Gesù sovversivo, per tracciare infine con chiarezza le linee principali dell'azione e della predicazione di Gesù in rapporto ai vari gruppi palestinesi del suo tempo."" -
L' apocalittica giudaica e la sua storia
L'apocalittica: una nebulosa dagli spessori variabili, una matassa ingarbugliata. Verità che distruggono, segreti terribili trasmessi dal mondo degli angeli a quello degli uomini; peccati mostruosi fra cielo e terra; lotta cosmica tra demoni e angeli; coscienza della fragilità dell'uomo e della sua grandezza, del suo posto nel dramma della vita e della storia. Paolo Sacchi, messo da parte ogni tentativo di definizione preliminare dell'apocalittica, ha cercato di penetrare la nebulosa, di afferrare un capo della matassa. Mettendo a frutto scoperte recenti che mostrano come il cosiddetto Libro dei Vigilanti, solitamente considerato apocalittico, sia più antico degli altri scritti del genere, ha cominciato con lo studiare quest'opera trovando che essa sta a monte di una corrente di pensiero di grande importanza in Israele, se suoi elementi divennero comuni a tutto il giudaismo e altri poterono trasfondersi nell'essenismo e nel cristianesimo. -
Tradurre l'intraducibile. Sulla traduzione
Non è esagerato dire che, nel panorama delle ricerche ermeneutiche del Novecento, Paul Ricoeur, con la sua ricca bibliografia che va dal 1947 al 2005 anno della morte, ha posto sulla scena la cruciale tematica del linguaggio come luogo in cui affiora il problema del senso e come mediazione dell'interpretazione generale del mondo. La traduzione e i problemi che essa pone, tanto sul piano linguistico quanto su quello più ampio e specifico della filosofia del pensiero parlante, sono al centro della riflessione ermeneutica degli ultimi scritti di Paul Ricoeur. Il volume contiene la traduzione di tre brevi e suggestivi saggi: Sfida e fortuna della traduzione, del 1997; Il paradigma della traduzione, del 1998; e Un 'passaggio': tradurre l'intraducibile, del 2004. Un insieme coerente, coinvolgente, efficace attraverso il quale il Filosofo tenta di risolvere il perenne dilemma etico e teoretico posto da qualsiasi esercizio di inter-comunicazione culturale tra diverse lingue parlate e scritte. Fedeltà e tradimento, il problema etico; costruzione della comparabilità in assenza di una lingua comune e originaria, il problema teoretico. A corredo il volume contiene due saggi di Mirela Oliva; uno d'introduzione al tema e l'altro di inquadramento di esso nel contesto degli sviluppi eremenutici contemporanei. -
Il tenore collezionista. Vita, carriera lirica e collezioni di Evan Gorga
Evan Gorga (1865-1957), originario di Broccostella (Frosinone), ebbe una breve quanto folgorante carriera lirica come tenore. Abbandonate le scene dopo pochi anni, Gorga si dedicò alla sua antica passione, il collezionismo, riuscendo a raccogliere più di 150.000 oggetti, divisi in trenta diverse collezioni che spaziavano dai reperti archeologici agli strumenti musicali, dai vetri antichi agli strumenti chirurgici. Oberato dai debiti contratti per la sua smania di collezionista, cedette le sue raccolte allo Stato Italiano. Oggi è stato possibile reperire materiali archivistici del tutto inediti che hanno consentito di fare luce sulle principali tappe della vita di Gorga. -
Breve storia dei genovesi
Ai genovesi si attribuiscono le sole qualità di far di conto e di navigare per mare ed un interesse esclusivo per il puro utilitarismo degli affari. Certo, furono i genovesi a fondare la società finanziaria più forte del Mediterraneo, a inventare il primo capitalismo industriale dell'Italia unita, la prima banca d'Italia, la prima Borsa. Eppure quella stessa spregiudicatezza che ha consentito loro di essere guerrieri di ventura, mercanti e finanzieri, i genovesi l'hanno applicata anche nella politica, nella musica e nella poesia. -
Le Poste in Italia. Vol. 2: Nell'età del decollo industriale. 1889-1918.
Inclusa nel piano di riforme varate da Francesco Crispi, l'istituzione nel 1889 del Ministero delle Poste segnò una svolta accentratrice nella gestione di un comparto dell'amministrazione che fino ad allora s'era sviluppato con un notevole grado di autonomia. Successivamente, nel corso dell'età giolittiana, alle funzioni tradizionali si aggiunsero quelle connesse con un nuovo programma sociale di servizi, in linea con i progressi dell'industrializzazione. L'ampliamento dell'attività riguardò tutti i rami dell'amministrazione. In particolare, al collaudato servizio telegrafico si aggiunsero la radiotelegrafia e i telefoni. -
L'architettura del mondo antico. Ediz. illustrata
Nell'VIII secolo avanti Cristo la madrepatria greca, attraverso la mediazione delle precedenti civiltà mediterranee, definisce il concetto di architettura e lo impone al successivo corso della cultura occidentale. L'innesto degli apporti tecnico-costruttivi, spaziali, tipologici, provenienti dal vasto bacino mediterraneo e non solo, nel quale si affermano e diffondono il mondo ellenistico, Roma imperiale e cristiana, le componenti ""barbariche"""" europee ed extraeuropee, Costantinopoli e l'Islam, dà luogo agli ulteriori sviluppi del mondo antico sino alle soglie dell'VIII secolo dopo Cristo. In questo volume, una storia unitaria, sintetica e completa dell'architettura classica in Occidente e nelle regioni dell'Oriente prossimo, che spazia dagli aspetti edilizi a quelli relativi ai contesti urbani."" -
Gli anni dell'incertezza
Lo scoppio violento della bolla della new economy, gli avventurismi politici come la guerra in Iraq, il prezzo raggiunto dal petrolio e da altre materie prime, il difficile avvio dell'euro, le discutibili scelte dei vertici della Federal Reserve americana e della Banca centrale europea, la crisi di produttività del Vecchio continente, l'ascesa dei nuovi giganti asiatici: gravi incognite pesano sul presente e sull'immediato futuro dell'economia mondiale, e l'elenco potrebbe continuare a lungo. Quali sono le cause e quanto durerà questo clamoroso ritorno di instabilità sulla scena mondiale dopo anni di crescita apparentemente illimitata? La penna di Marcello De Cecco non risparmia nessuno. Tantomeno l'Italia. -
Che cos'è il diritto privato?
Se si decidesse di raffigurare il diritto privato in un quadro, si presenterebbe davanti allo spettatore uno scenario variopinto: resti archeologici dal diritto romano; costruzioni medievali dal diritto comune e da quello canonico; alberi della libertà dai diritti fondamentali nati dalla Rivoluzione francese; campagne governate dal diritto agrario; fabbriche, miniere, porti da cui sono sorti i diritti sindacali; i monumenti dei codici civili e di commercio; i fasti della Costituzione repubblicana e poi un groviglio di giunchi e rovi, la legislazione speciale, dello Stato e delle Regioni. E in bella mostra una sorgente che viene dal cuore dell'Europa: la legislazione comunitaria e la giurisprudenza della Corte di Giustizia. Un paesaggio complesso, che oggi muta molto rapidamente. Con taglio discorsivo e semplicità, il libro di Guido Alpa illustra l'evolvere della materia, che riguarda i rapporti tra i privati, di natura personale e patrimoniale, e i rapporti tra il cittadino e la pubblica amministrazione, arrivando a considerare anche le nuove dimensioni della persona, intesa nella sua qualità di consumatore e di risparmiatore. Oltre agli istituti tradizionali, la proprietà, il contratto, la responsabilità civile, il libro affronta anche i nuovi temi, come il mercato e i diritti fondamentali, il funzionamento della macchina della giustizia, il ruolo degli attori del diritto privato, cioè il legislatore, il giudice, l'avvocato. -
Diritto senza identità. La crisi delle categorie giuridiche tradizionali
Presso i Romani ""regula"""" era l'asta di legno con cui si tracciava un rettifilo, era la sbarra conficcata nel suolo per delimitare uno spazio, era la norma o principio etico-giuridico dell'azione corretta. Separando il lecito dall'illecito, e distinguendo attività e rapporti umani, i giuristi romani hanno costruito una rete di categorie e sotto-categorie ordinatrici della realtà sociale e hanno corredato la cultura occidentale di un sistema di regole che ha sfidato il tempo. Ancora oggi si organizza il diritto privato attraverso le categorie di matrice romana, a cominciare da quelle fondanti: le nozioni di persona, famiglia, cosa, proprietà, possesso, contratto, l'idea stessa di giustizia quale attribuzione a ciascuno di quel ch'è suo. Categorie, nozioni, idee che hanno resistito quasi inalterate e che tuttavia, almeno a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, non sono più in grado di restituire identità precise. È ancora possibile, oggi, ricostruire un'identità giuridica definita e non sfumata della persona, della cosa oggetto di dominio, della famiglia e di molte altre categorie che la nostra tradizione ha consegnato nette? Se si vuole che il diritto continui ad adempiere efficacemente alla propria finalità, occorre fissare nuovi confini categoriali, rivedendo o sostituendo quelli tradizionali. In questa situazione non sarebbe possibile non solo una pratica ma nemmeno una teoria della giustizia giuridica, che può fondarsi solo se sussistono confini certi."" -
Azioni e azionisti. Il lungo Ottocento della Banca d'Italia
Questo volume segue la vicenda degli azionisti della Banca d'Italia in età liberale: negozianti, banchieri, proprietari terrieri, professionisti con propensioni all'investimento mobiliare che, da punti diversi della penisola, non esitarono a cogliere la possibilità di far fruttare i propri capitali, a diversificare il proprio ""portafoglio"""" e a correre rischi. Chi erano quegli azionisti e perché acquistavano quote della principale società per azioni e banca di emissione italiana? Quali erano le provenienze economiche e geografiche dei capitali che investivano? Titolari di beni non visibili, gli """"uomini mascherati"""" compravano e scambiavano azioni, si recavano alle adunanze, votavano o delegavano qualcuno a farlo per loro, prendevano decisioni: eppure la letteratura otto-novecentesca ne ha quasi del tutto ignorato nomi, patrimoni e modi di rappresentazione. Questa indagine è la prima sistematica riflessione critica sulla stagione ottocentesca dell'azionariato italiano e, attingendo a fonti archivistiche e alla storiografia economico-sociale, propone una storia sociale della Banca d'Italia precisando identità, consistenza e motivazioni dei suoi primi azionisti. A questa storia non è estraneo l'esito del marzo 1936, quando la Banca da società privata fu trasformata in ente di diritto pubblico e il patrimonio di privati diventò patrimonio del paese, determinando in sostanza la fine della prima stagione azionistica."" -
Perché laico
Procreazione assistita, testamento biologico, obiezione di coscienza, unioni di fatto, diritti degli omosessuali, limiti etici e giuridici della ricerca scientifica, presenza della religione nella sfera pubblica: sono questi alcuni tra i temi della difficile discussione tra laici e cattolici italiani. Da una parte le gerarchie ecclesiastiche condannano i presunti mali del ""relativismo"""", denunciano obliqui tentativi di ricacciare la fede nel privato e la Chiesa nelle sagrestie, indicano fini """"non negoziabili""""; dall'altra la cultura laica appare troppe volte timorosa, incapace di ritrovare la forza dei propri principi nella dimensione costituzionale, di cogliere il significato di una presenza della Chiesa come vero e proprio soggetto politico. Solo rimuovendo fondamentalismi e arretratezze è possibile ritrovare la via di un dialogo."" -
Diaspora. Storia degli ebrei nel Novecento
Nel corso del Novecento il mondo ebraico muta radicalmente. C'è la Shoah, certo, ma non solo. Ci sono anche Freud che reinterpreta la mente umana, Einstein che scopre nuove leggi dell'universo, Schönberg che scompone la musica, Trockij che firma la rivoluzione, e poi scrittori, artisti e poeti ebrei che segnano indelebilmente la cultura del Novecento. A partire dalla fine dell'Ottocento gli ebrei esprimono una forza simbolica del tutto inedita, vitalissima, che non è alimentata solo dallo sterminio o dalla persecuzione ma dall'essere stati capaci di straordinaria creatività e insieme del più radicale degli annullamenti. E, ancora, dall'essere stati un intreccio tra la volontà di farsi uguali agli altri, integrarsi totalmente, e una durevole percezione di sé come di un'identità sul confine. Accanto a questo potente processo di crescita, si rinnova però anche l'antisemitismo, prende radici salde nelle società di massa, contagia con il razzismo biologico la politica, la cultura e la stessa religione. Con l'avvento di Hitler, la svolta è radicale, e gli ebrei affrontano persecuzioni ed esilio. -
I nodi al pettine. La crisi finanziaria e le regole non scritte
La finanza è diventata sempre più grande, sempre più opaca, sempre più incontrollata. Anziché essere dispensatrice di benessere per tutti, è stata colta da una sorta di ambizione luciferina che l'ha portata a mostrare il suo volto peggiore. La teoria economica dominante si è arroccata attorno all'ipotesi che il sistema finanziario fosse intrinsecamente efficiente e che potesse trovare autonomamente regole adeguate. E che il mercato, nella sua infinita saggezza ed efficienza, potesse determinare il livello ottimale di capitale necessario a garantire la stabilità delle banche. Ma mi faccia il piacere, avrebbe detto Totò. Il problema non sono le regole abolite, ma quelle che non sono mai state scritte. Non si tratta di scegliere tra Stato e mercato. Si tratta di avere più Stato per scrivere le regole necessarie a far funzionare i mercati finanziari in modo efficiente, così che non assumano più le orride sembianze di Mr Hyde. -
L'esistenza non è logica. Dal quadrato rotondo ai mondi impossibili
Le storie di Sir Arthur Conan Doyle parlano del detective Sherlock Holmes, e II signore degli anelli di Tolkien parla di Gandalf. Naturalmente, Doyle e Tolkien non ci dicono mai che Holmes e Gandalf non esistono e, nelle storie che li descrivono, il detective e lo stregone hanno l'aria di essere molto, molto esistenti: affrontano avventure, rischiano la propria vita e alla fine hanno successo sui malvagi avversari; tutte cose che difficilmente un oggetto inesistente potrebbe fare, visto che, appunto, non esiste. Ma a non esistere non sono solo le cose che popolano il mondo letterario. Molte altre cose, pur essendo esistite in passato, ora non esistono più: Giulio Cesare, Leonardo da Vinci, Napoleone, George Washington, Michael Jackson, tutti i nostri cari estinti. E tutti loro, pur non esistendo più alla data di oggi, conservano ancora la qualifica di oggetti: sono, oggi che non esistono, portatori di proprietà, e rendono vere certe affermazioni. Il problema delle cose che non esistono è strettamente intrecciato col problema del senso del verbo 'esiste', e di altre espressioni connesse con la questione di cosa stiamo dicendo quando facciamo affermazioni come: ""Vulcano non esiste"""", """"Nettuno esiste"""", o di cosa voglia dire l'espressione """"c'è"""" in frasi come: """"C'è un cerchio quadrato sulla mia t-shirt"""" o """"Laura non c'è"""". Questo libro vuole mostrare che l'esistenza non è affatto una faccenda puramente logica."" -
Pagine giornalistiche
L'imponente attività giornalistica di Vincenzo Cuoco, relativa al periodo da lui vissuto nella Milano cisalpina (nel 1804 al ""Giornale Italiano"""") e al periodo napoletano (1806-1815), non può essere considerata minore o marginale rispetto alle opere più note, il famoso """"Saggio storico sulla rivoluzione di Napoli"""" e il """"Platone in Italia"""". Essa, al contrario, va considerata il precipitato o l'origine degli scritti ritenuti più impegnativi e, insieme con questi, configura la rigorosa filosofia pratica del Cuoco. Negli scritti giornalistici Cuoco saggia le sue idee politiche, storiografiche e filosofiche in vista del programma che, prima come giornalista a Milano e successivamente come importante personalità di governo nella Napoli napoleonica, mira a realizzare per la costruzione di un moderno Stato di diritto in Italia. Un materiale consistente ma che è stato, fino ad anni recenti, sostanzialmente sconosciuto. Basti ricordare che del corpus di ben 354 articoli, fino al lavoro di Domenico Conte e Maurizio Martirano, si conoscevano soltanto i 32 testi editi da Nino Cortese e Fausto Nicolini nei due volumi di """"Scritti vari"""", raccolti nel 1924 nella collana laterziana degli """"Scrittori d'Italia"""". In conclusione questo volume rappresenta uno dei momenti più importanti del nuovo corso degli studi su Vincenzo Cuoco, di cui la importante edizione delle opere complete, diretta da Antonino De Francesco e Luigi Biscardi, rappresenta la più rigorosa configurazione."" -
Il giacobino pentito. Carlo Botta fra Napoleone e Washington
Chi era Carlo Botta? Un bonapartista convinto? Un antesignano di quei mazziniani che finirono con l'accettare Vittorio Emanuele come re d'Italia? Reazionario nelle scelte del purismo cruscante o fedele della filosofia dei Lumi? In realtà il piemontese sfugge alle etichette, che ne colgono solo aspetti parziali, ma certamente è stato a tutti gli effetti un precursore del Risorgimento e un acuto osservatore del suo tempo. Insofferente dell'oscurantismo sabaudo, cospirò con i francesi e partecipò, nel triennio giacobino, al governo del Piemonte occupato, ma rinnegò il bonapartismo nei suoi esiti dispotici. Medico dalla brillante carriera, anche al servizio delle armate francesi, fautore di un progetto di repubbliche federate, per un breve momento si accostò a Carlo Alberto, da cui fu insignito del nuovo ordine civile dei Savoia. In questo libro, la vicenda personale e politica di un repubblicano convinto che scelse le armi delle lettere per trasmettere la sua passione civile. -
L' algoritmo al potere. Vita quotidiana ai tempi di Google
È un'idea molto diffusa oggi che la tecnologia sia il motore e anche la guida dello sviluppo, che progredisca secondo i suoi disegni e determini con le sue ricadute gran parte delle nostre vite. Nulla è più lontano dalla realtà. Innanzitutto perché molte volte il puro e semplice caso gioca in questi processi un ruolo determinante: quasi mai le innovazioni più importanti - dal treno, alla radio, a Internet - sono state generate per lo scopo per il quale hanno poi avuto fortuna. Spesso gli stessi protagonisti non sanno quello che stanno facendo, come nel caso di Google, responsabile simultaneamente del più grande successo e del più grande insuccesso degli ultimi dieci anni. E infine a volte sono proprio le cosiddette ricadute a costituire l'innovazione, come mostra lo straordinario fenomeno del social networking. In queste condizioni conviene, allora, raccontare storie, storie vere, piuttosto che cercare di teorizzare: si capisce di più e meglio. È quanto fa questo libro con Google, Netflix, YouTube, Wikipedia e altro ancora. -
La lingua della nazione
"Siamo nell'istituto di romanistica di un'università tedesca: i ragazzi e le ragazze della foto sono nati in Germania, sono di nazionalità tedesca; ma ciascuno di loro ha un genitore italiano. E questo fa la differenza. Per lo sport siamo italiani, mi dice Sara, padre italiano, madre tedesca. E se giocassero Italia e Germania?, aggiungo io, per chi faresti il tifo? Per l'Italia, risponde, sono tedesca, ma lo sport è un'altra cosa... Eh, per me sarebbe un problema, fa Till, non saprei scegliere; per me sarebbe un problema... Ecco da qui può cominciare il nostro discorso: dall'incertezza di Till sulla squadra da sostenere. Anche questo è un problema d'identità. Identità, una parola magica, al centro di problemi reali, ma anche di chiacchiere vane che non portano a nulla."""" In questo agile volume Maurizio Dardano affronta il tema complesso dell'identità italiana a partire dal rapporto con la propria lingua. Dall'incontro con altre lingue all'influsso dei media, dalle storie di chi è migrante alla ricostruzione di alcuni momenti della nostra storia in cui l'identità della lingua italiana si è affermata e consolidata oppure, attenuandosi, ha cercato nuovi obiettivi. Un percorso che incontra anche i problemi della società di oggi, alcuni apparentemente distanti dal tema e che invece hanno molto da dirci: la scuola e le sue inadeguatezze, l'autoreferenzialità dei media, i paroloni dei politici e le parolacce che tutti usiamo, il bullismo giovanile, le stravaganze degli opinionisti..." -
Nove su dieci. Perché stiamo (quasi) tutti peggio di 10 anni fa
Ogni ricco ha il reddito di cento poveri. Non è l'Inghilterra di Dickens, è l'Italia di oggi. Redditi e ricchezza si sono concentrati nelle mani di una persona su dieci. Le altre nove - quasi tutti noi - stanno peggio di dieci anni fa, sono i 'perdenti', divisi in mille modi - tra uomini e donne, tra vecchi e giovani, tra Nord e Sud - ma uniti dal declino. Com'è potuto succedere? Togliere ai poveri per dare ai ricchi, rendere il lavoro più debole e il capitale più forte è da trent'anni l'orizzonte del liberismo. Da qui ha origine la crisi attuale, in Europa e in Italia. Ma un'alternativa c'è, ci meritiamo un altro futuro.