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Memorie oltre confine. La letteratura postcoloniale italiana in prospettiva storica
Negli ultimi decenni si sono sviluppate forme di storia, di filosofia, di antropologia postcoloniale, ma la letteratura resta ancora una via maestra per comprendere che cosa stia succedendo nella cultura che fa da sfondo agli studi postcoloniali e che tocca continuamente nuove frontiere. Il libro di Gabriele Proglio si pone su questa strada, affrontando un tema di grande attualità: la necessità di sviluppare un approccio postcoloniale in prospettiva storica per quanto riguarda l'Italia. La letteratura postcoloniale in lingua italiana consente l'accesso a quella sfera della soggettività che il fascismo tentò di colonizzare - come parte integrante della colonizzazione materiale incontrando per altro resistenze di vario genere. L'Italia attuale, da cui muove esplicitamente il lavoro, è inserita nel mondo globale e si caratterizza come punto di incrocio di una rete di canali di migrazione. La figura del migrante sta quindi al centro della trattazione. Appoggiandosi alle proposte dei principali teorici di studi postcoloniali, essa articola la riflessione sull'ibridazione delle culture nell'esperienza e nella scrittura dei soggetti delle migrazioni (ma anche dei loro discendenti e dei loro interpreti). Si delinea così un universo terzo, che si confronta con quello di partenza e con quello di arrivo, illuminando le strategie di vita dei migranti e i loro movimenti attraverso il tempo e lo spazio. -
Chi decide? Critica della ragione eccezionalista
Guantanamo, il Patriot act, le extraordinary rendition, ma anche i centri di detenzione per migranti, l'abuso della decretazione d'urgenza, lo strapotere della protezione civile, per non parlare delle global wars o del conflitto israeliano-palestinese: se il presente si definisce intorno agli imperativi dell'emergenza e della sicurezza, l'eccezione sembra costituirne la chiave di lettura privilegiata. Ma davvero viviamo in uno stato di eccezione permanente e generalizzato? Parlare di eccezione chiama in causa un atto che sospende temporaneamente un dato ordinamento, identificando un soggetto sovrano che decide. Di tutto ciò è difficile trovare traccia nella crisi in cui precipita oggi ogni possibile distinzione fra interno/esterno, guerra/pace, militare/civile, pubblico/privato. Nasce da qui la necessità di una critica che, attraverso una lettura innovativa di Carl Schmitt e Walter Benjamin e l'analisi degli strappi allo stato di diritto che caratterizzano gli ultimi decenni, incrina l'apparente unanimità con cui ci si appella alla ragione eccezionalista per dar conto delle anomalie del presente. Chiedersi ""chi decide?"""", infatti, significa intraprendere un esercizio di immaginazione geografica, un percorso tra le cartografie sovrapposte e le sovranità multiple che definiscono la governance globale, per scoprire una trama complessa di attori, norme e procedure che si rivela irriducibile a ogni racconto fondato sullo stato di eccezione."" -
Studi di storia medievale. Economia, territorio, società
Sono riuniti in questo libro dodici saggi pubblicati da Paolo Cammarosano fra il 1975 e il 1999. È una selezione che l'autore ha organizzato in funzione di dinamiche economiche e sociali che si svolsero in periodi distanti e diversi, dall'alto Medioevo al Trecento, e su diversi scenari: quadri generali europei ed italiani, dimensioni regionali, castelli e città, città e campagne, dominazioni aristocratiche ed ecclesiastiche, élites urbane delle società comunali, strutture delle private famiglie e strutture della pubblica economia. Diverse sono anche le impostazioni: alcune di metodo e di discussione storiografica e concettuale, altre orientate su messe a punto fattuali, spazi ben definiti e serrate sequenze cronologiche. -
Continuità e cambiamenti nel Friuli tardo medievale (XII-XV secolo). Saggi di storia economica e sociale
Questo volume propone una serie di affondi in alcuni nodi problematici della storia economica e sociale del Friuli e dell'area nord-orientale d'Italia nel periodo tardo medievale, un'area regionale considerata solitamente periferica e arretrata rispetto all'Italia comunale e caratterizzata da modalità tradizionali e consuetudinarie nell'economia e nell'organizzazione sociale. Oltre ad analizzare questo particolare ambito, il libro tenta di cogliere i cambiamenti e le trasformazioni avvenuti in alcuni momenti topici di mutamento, vale a dire in corrispondenza della crisi di metà Trecento o del cambio di appartenenza istituzionalenel Quattrocento, ma anche nel passaggio da un'economia basata sulla terra ad un'altra dominata dalla circolazione monetaria. Per cercare di capire l'impatto di queste trasformazioni si è fatto ricorso ad un'ottica interdisciplinare, mettendo in relazione fenomeni economici con testi letterari che riflettevano la mentalità dell'epoca, oppure collegando le trasformazioni istituzionali con cambiamenti nel campo edilizio e urbanistico, ma anche normativo e linguistico, nel tentativo di comprendere - in tutta la sua complessità - quella particolare società. -
I monaci bianchi in Galizia. Le reti cistercensi (1142-1250)
È esistito un modello cistercense? La domanda posta dall'autore nelle conclusioni può essere considerata come il vero e proprio filo conduttore di questo libro incentrato sullo studio della presenza cistercense in Galizia a cavallo tra XII e XIII secolo. Attraverso l'analisi dettagliata delle fonti edite e inedite di otto monasteri cistercensi galiziani e avvalendosi della storiografia internazionale più recente, l'autore esplora l'esperienza dei monaci bianchi nel nord-ovest della penisola iberica, un'area che spesso appare periferica agli occhi dell'osservatore contemporaneo ma che in realtà fu al centro dei cambiamenti politici che interessarono la penisola iberica settentrionale nei secoli centrali del Medioevo e fu caratterizzata dall'altissima concorrenza tra i poteri: dai re di León-Castiglia e di León a quelli del Portogallo, dagli arcivescovi di Compostela a quelli di Braga, dalle grandi e piccole famiglie aristocratiche alle città. Dallo studio delle relazioni dei cistercensi con questi ""attori"""" del territorio, emerge un quadro frammentato, variegato e per certi aspetti inedito rispetto alla visione """"unitaria"""" dell'Ordine cistercense avanzata in molti casi dalla storiografia e dagli stessi monaci bianchi nei loro testi normativi e letterari a partire dal XII secolo."" -
Statuti comunali e circolazioni documentarie nelle società mediterranee dell'occidente (secoli XII-XV)
Gli statuti sono adesso inquadrati nel complesso delle scritture prodotte per iniziativa delle autorità comunali, quali i registri delle delibere consiliari e gli strumenti di corredo degli statuti stessi, e si considera la funzione politica e la funzione di memoria della normativa statutaria. Accanto alle forme più usuali del registro sono poste in luce le forme più rare e solenni quale la redazione epigrafica. L'ampio sondaggio proposto si estende alle redazioni statutarie delle corporazioni e degli ambiti suburbani e prende in considerazione aspetti della vita sociale che furono particolarmente interessati da tali normative quali la contrattualistica agraria, la pratica testamentaria e i rapporti di credito. Sono ancora esaminate le relazioni fra le produzioni statutarie delle comunità cittadine e i poteri superiori di principati, regni, Papato, città dominanti. Ambiti delle analisi e della prospettive comparatistiche che ne derivano sono i Comuni dell'Italia centro-settentrionale, sia di centri dal peso relativamente modesto sia delle grandi città quali Ferrara, Pisa, Siena, Venezia, le universitates della Sicilia e le città e le regioni del Midi francese (Agen, Rodez, Marsiglia, Avignone e il Contado Venassino). -
Romanzo perfetto
"Mi piacerebbe avere un programma con il quale inserire qualche dato e tirare fuori dal computer, solo premendo un tasto, un romanzo di successo, un 'Romanzo Perfetto"""". Con questo sogno inizia la lucida follia dell'aspirante scrittore protagonista del libro. D'altronde quale scrittore non sarebbe disposto a concretizzare questa plausibile speranza? E il libro si dipana attraverso le vicende del barista-scrittore improvvisamente diventato una star, osannato e sempre in giro per il mondo a presentare la sua prima """"fatica"""" letteraria. Ma il successo si sa ha un caro prezzo e anche il neo-scrittore non può evitare di subirne le conseguenze. Vita privata, salute, amicizia, amore: tutto ben presto gradualmente si sgretola fino al tonfo finale e al necessario bisogno di risalire la china e riprendere a vivere. Un romanzo che invita alla riflessione soprattutto coloro che quotidianamente sono impegnati con la scrittura e sognano la notorietà e la fama e che ci invita, essenzialmente, a non prendersi troppo sul serio ma nello stesso tempo a percorrere tutti i gradini della scalata al successo, senza passare attraverso scorciatoie pericolose e devastanti." -
Gioco di opposti
Osvaldo è un professore di lettere in pensione che per arrotondare lavora come correttore di bozze. Venanzio è un medico ginecologo, un uomo che ha fatto delle donne e del piacere la sua ragione di vita. Uno è single, anzi ""celibe non sposato"""". L'altro ha tre mogli, cinque o sei figli legittimi e una quantità indefinita di figli naturali. La vita di Osvaldo è segnata da problemi di salute, dalla solitudine e da una certa pacata rassegnazione. Quella di Venanzio è un turbinio di gonne, di gambe e di lenzuola. Tutti e due sono stati molto amati. Il primo dai suoi studenti, il secondo da un universo femminile in continuo movimento, dove solo una cosa rimane costante: il sesso. Sembrerebbero due personaggi totalmente antitetici, eppure, per uno strano gioco delle parti, il destino li unisce in un incredibile intreccio, in cui alla fine si fondono personaggio reale e personaggio inventato e soprattutto non si sa più chi è il creatore dell'altro."" -
Il posto degli inganni
"Tutto ciò che sappiamo sulla Città Vecchia lo dobbiamo quindi alla tradizione orale: dicerie, invenzioni, credenze popolari, in cui l'oniromanzia ha, secondo me, una parte primaria. Un palazzotto, o almeno di quello che ancora rimane, viene indicato come Il Palazzo del Principe. Alcuni, aggirandosi tra i ruderi, affermano di aver avuto la vaga sensazione di un'alterazione del luogo, seguita subito da intenso odore di mele; tra questi vi sono pure quelli che precisano si tratti dell'odore di mele putrescenti. Devo dire che a me non è successo di sentirlo, quando una volta la curiosità mi spinse ad accertarne la veridicità. Comunque, come forse saprà, a quei tempi usava mettere il catafalco tra cesti di mele per coprire il fetore della corruzione del corpo esposto, se era quello di persona illustre, in quanto tale esposizione durava solitamente più del consueto, dovendo dar tempo di arrivare anche a quelli che per porgere l'estremo saluto al defunto si mettevano in viaggio da posti lontani""""." -
Capitalismo familiare. Falck, Haniel, Wendel e il modello d'impresa nell'Europa continentale
Le imprese familiari di grandi dimensioni costituiscono oggi una componente stabile della struttura industriale dei paesi avanzati. Sono presenti in tutti i settori, e non di rado occupano posizioni di leadership nei rispettivi comparti. Altrettanto spesso, si tratta di aziende alquanto longeve. Nonostante ciò, persistono diffusi stereotipi che identificano il controllo familiare con l'inefficienza, la rigidità gestionale e una scarsa propensione all'adozione di innovazioni. Questo libro di Harold James, incentrato sull'analisi della storia di tre imprese siderurgiche multigenerazionali, l'italiana Falck, la tedesca Haniel e la francese Wendel, propone invece una lettura equilibrata dei motivi alla base della efficiente persistenza di questo specifico modello organizzativo. Nella sua ricerca, che è un pregevole esempio di analisi comparativa, l'autore riesce a descrivere con efficacia la natura contingente dei modelli gestionali e la necessità, per operare una corretta valutazione, di porli in relazione con un contesto il più ampio possibile. -
L' innovazione dimezzata
"Innovazione"""" è ormai universalmente riconosciuta come parola chiave della modernità, sia a livello economico, sia nella società e nella vita pubblica: la crescita e il benessere di cui soprattutto l'Occidente ha beneficiato nell'ultimo secolo sono frutto della ricerca e dell'innovazione di prodotto e di processo. Ma se è vero che l'innovazione è decisiva per lo sviluppo della scienza e per la competitività delle imprese, è altrettanto vero che essa risulta depotenziata allorché non trova le condizioni per esprimersi pienamente. L'autore, direttore generale del Cnr, lancia una provocazione: perché investire ingenti risorse in ricerca e innovazione senza pretendere un resoconto preciso di quello che è stato fatto? E propone una sfida: risolvere prima la confusione sull'interpretazione dei dati e poi pianificare le azioni future. Forte di un'analisi puntigliosa e attenta dei processi che caratterizzano l'innovazione nel mondo della ricerca scientifica, delle imprese e della politica pubblica, l'autore formula nelle conclusioni una serie di raccomandazioni per interventi concreti sul capitale umano e sulle imprese, con una critica esplicita della troppo diffusa cultura dell'annuncio, fatta di parole più che di sostanza, che soffoca la cultura della misura e della verifica dei risultati, imprescindibile per la piena e completa realizzazione dei meccanismi innovativi." -
L' Italia possibile. Equità e crescita
Nonostante la riconosciuta capacità dell'economia italiana di superare difficoltà e crisi anche profonde, è indubbio che il bilancio degli ultimi venti anni è sconfortante. Il tasso di crescita continua a essere basso sia rispetto al secondo dopoguerra, sia nel confronto con i principali Paesi europei, e le disuguaglianze economiche e sociali sono aumentate. Le difficoltà dell'oggi vengono da lontano anche se la recente crisi economica le ha rese più serie. Le analisi che questo volume raccoglie e propone alla pubblica opinione le riconducono fondamentalmente a tre fatti. Più la competizione internazionale si è fatta aspra, più l'economia italiana ha privilegiato la via dei bassi salari invece che quella dell'innovazione e degli investimenti per la crescita della produttività. Pur sottolineando, a parole, l'importanza dell'efficienza del settore dei servizi, si è ben guardata dall'abolire, almeno in parte, regimi protezionistici e rendite di monopolio. Infine, ha mantenuto in vita un sistema di welfare non universale, anche se decisamente insufficiente di fronte alle nuove esigenze di assicurazione sociale e incapace di migliorare la redistribuzione della ricchezza. Il libro esamina con puntiglio e ricchezza di documentazione quattro fattori cruciali per la crescita economica: la tecnologia; l'accumulazione del capitale; il funzionamento dei mercati; le istituzioni di governo dell'economia. -
Mercati finanziari e protezione dei consumatori
L'Europa ha ripetutamente rimproverato all'Italia i prezzi elevati e la scarsa trasparenza nei servizi al dettaglio. Il clima di fiducia è basso anche nei mercati assicurativi, dove i premi RCA, per esempio, sono proverbialmente ritenuti elevati. Nei mercati finanziari i clienti faticano percepire gli effetti benefici del mercato. Tutto questo è all'origine di una elevata domanda di protezione: non solo dalle truffe, ma più in generale dal rischio che banche e assicurazioni sfruttino opportunisticamente i vantaggi informativi di cui godono nei confronti dei clienti, ostacolando in tal modo l'operare del meccanismo concorrenziale. Come articolare, in un sistema di mercato, la tutela dei consumatori dei prodotti finanziari è una sfida importante che solleva diversi quesiti, cui questo libro, che si avvale di contributi importanti, risponde con proposte meditate e convincenti. -
Mondo cinese (2010). Vol. 142: Le sfide della sostenibilità.
La Fondazione Italia Cina rilancia la storica testata Mondo Cinese. Questo numero è interamente dedicato alle ""Sfide della sostenibilità"""" intese sul piano ambientale ed energetico, ma anche economico e sociale."" -
Mondo cinese (2013). Vol. 152: Il cambio della guardia.
Nel 2012 si è svolto il XVIII congresso del Partito Comunista Cinese: quale futuro per la Cina? Per capirlo questo, numero di ""Mondo cinese"""" analizza i risultati del Congresso, va alla scoperta dei nuovi membri del vero gotha del potere politico, il Politburo, ipotizza il nuovo corso delle relazioni diplomatiche, il futuro modello di sviluppo economico e dà voce alle crescenti proteste dei cittadini contro i livelli insopportabili di inquinamento."" -
La guerra del clima. Geopolitica delle energie rinnovabili
Il paradosso delle energie rinnovabili è che l'Europa, ma soprattutto l'Italia, paga con incentivi statali la tecnologia tedesca, la produzione cinese e gli installatori locali che fanno profitti alle spalle dei contribuenti. Eppure, dopo il disastro di Fukushima, la bontà della scelta delle fonti rinnovabili per il nostro futuro trova nuova conferma. Questo libro affronta non solo gli aspetti tecnici, ma anche le complesse geometrie politiche ed economiche che condizionano il futuro energetico mondiale. Il Protocollo di Kyoto finisce per penalizzare i paesi ecologicamente sensibili ""costretti"""" a investire in rinnovabili - e avvantaggiare paesi in via di sviluppo, come la Cina, che sottovalutano le conseguenze dell'inquinamento. """"La guerra del clima. Geopolitica delle energie rinnovabili"""" parla di tutto questo. Dell'inedito asse """"Pechino-Washington"""" che sta determinando il futuro del clima. Delle ambizioni franco-tedesche sulla produzione di energia solare nel Maghreb, messe pericolosamente in discussione dalle rivolte arabe. Delle incertezze della politica energetica dell'Italia, eternamente in bilico tra proclami di ritorno al nucleare, finanziamenti pubblici al settore rinnovabile e il concreto richiamo degli affari con le compagnie petrolifere e del gas."" -
L' innovazione vincente
La ricerca e l'innovazione sono decisivi fattori di sviluppo e di miglioramento della qualità della vita per ogni paese. In Italia tuttavia prevale spesso un atteggiamento passivo: la rinuncia agli investimenti, invece che una scelta di prudenza e di oculato risparmio, in realtà risulta cieca e fallimentare. Qual è infatti il ""costo del non fare"""" ? Che cosa rischia una comunità che sceglie di investire poco in innovazione? Ma investire non basta se si trascura un aspetto altrettanto importante: il processo attraverso cui si decide l'attribuzione delle risorse. """"Per che cosa, a chi, con quali modalità"""" sono le domande fondamentali che ogni decisore, sia in una società privata, sia nella Pubblica Amministrazione, deve porsi. Nel processo decisionale, infatti, il ruolo centrale è giocato dalla Pubblica Amministrazione, regista indispensabile perché la collaborazione tra gli attori in gioco abbia successo. Il libro, oltre a un'accurata analisi teorica, offre la descrizione puntigliosa di alcuni casi esemplari che dimostrano come sia davvero possibile un efficiente funzionamento dell'innovazione in Italia. Tra i più interessanti: la creazione della Fondazione CEN (Centro Europeo di Nanomedicina) in Lombardia e il ruolo di rilievo, nel panorama italiano, dell'Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Prefazione di Luigi Nicolas. Postfazione di Gaetano Quagliarello."" -
Lodovico Gavazzi senatore del regno. La famiglia, il lavoro, l'impegno politico
Il libro non illustra soltanto la vita di Lodovico Gavazzi, ma riesce a ricostruirne con cura affettuosa la forza e la tenerezza dei legami parentali, le relazioni con altre grandi famiglie attente al bene pubblico, le capacità imprenditoriali, la perseveranza nel perseguire, oltre allo sviluppo dell'impresa, il benessere e la soddisfazione dei dipendenti e, non ultimo, l'impegno nella politica in un periodo in cui le gerarchie ecclesiastiche, con il famoso Non expedit, lo proibivano ai cattolici; e il senatore Gavazzi lo era, con schiettezza e convinzione. E mentre allo storico farà piacere osservare le vicende del nostro paese dal particolare punto di vista delle convinzioni e dei comportamenti di una tipica grande famiglia milanese, il lettore curioso potrà scoprire episodi inaspettati di vita vissuta, documenti pubblici e memorie personali di un'epoca che va dall'unità d'Italia fino alla seconda guerra mondiale. Non è infrequente, nei tempi difficili che stiamo attraversando, l'evocazione di una classe dirigente che ha saputo onorare il nostro paese: leggendo queste righe ne riscopriamo le qualità toccando con mano l'energica consapevolezza che la vita è degna di essere vissuta se spesa per la famiglia, impegnata nel lavoro, al servizio della società. -
Comunicazione liberata. Altri modi di comunicare e partecipare
Stiamo assistendo, anzi partecipando, con progressiva curiosità e coinvolgimento al radicale cambiamento della società dell'informazione e della comunicazione: la ""primavera araba"""" è solo l'ultimo esempio di informazione istantanea e dal basso su avvenimenti che diventano immediatamente e trasparentemente di rilevanza mondiale. D'altra parte l'opinione pubblica continua a essere """"sedotta"""" da una minoranza di potere che possiede e gestisce i tradizionali mezzi di comunicazione di massa. La classe politica dominante ha ancora un formidabile potere persuasivo sulla maggioranza dell'opinione pubblica, tanto da convincerla che le idee e la visione di chi governa - una minoranza - siano idee e scelte della maggioranza. Scopo del libro è far emergere pratiche e tecniche di """"contro-comunicazione"""" di minoranze critiche che vogliono coinvolgere - con mezzi interattivi e a basso costo - altre minoranze per cambiare lo stato (o almeno la visione) delle cose. Tutto nasce dall'idea che i mezzi di comunicazione possano essere re-inventati perché la comunicazione non sia solo """"passiva"""" e """"di massa"""", ma anche """"attiva"""" e """"soggettiva"""". E che ciascuno può utilizzare i mezzi tradizionali di informazione per fini differenti, per scopi sociali e critici. Vogliamo insomma esplorare come Internet, il giornalismo, la televisione, teatro, la musica, l'arte, la pubblicità e il marketing possano essere mezzi potenti nelle nostre mani."" -
Euro ultima chiamata
Primi Ministri e responsabili dei dicasteri economici dell'Unione Europea stanno discutendo ormai da troppo tempo su quali siano gli strumenti da utilizzare per uscire dalla più profonda e duratura crisi che abbia mai colpito l'Unione Monetaria Europea dai tempi della sua costituzione. Mentre imperversa il dibattito su questi aspetti, si palesa un fragoroso silenzio su ciò che costituisce lo snodo cruciale dell'intera vicenda europea: la necessità di riavviare quel processo di unificazione politica che costituiva l'obiettivo ultimo del programma di integrazione voluto dai padri fondatori dell'Europa. Il libro ripercorre la storia del processo di unificazione monetaria e dell'euro, cercando di valutarne i principali successi e limiti, per analizzare i tratti salienti della crisi nel corso degli ultimi mesi. Ciò che emerge con chiarezza dall'analisi svolta è l'assoluta necessità di un'unione fiscale di tipo federale supportata da un processo di unificazione politica. Nella visione di Carlomagno all'integrazione delle politiche e delle risorse si devono quindi accompagnare sistemi più robusti di legittimazione democratica. Senza questo ""salto di qualità"""" il futuro dell'euro risulta più che mai incerto: è urgente e necessaria la risposta a ciò che appare sempre più come l'ultima chiamata non solo per l'euro ma anche per l'Europa.""