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Una vita di... corse. Memorie di un lattoniere
Nella campagna bergamasca degli inizi del '900 viveva la famiglia di Primo Felotti: è solo un bambino quando si trasferiscono nel varesotto per prendere parte alla bonifica di un'area vicina a Malpensa. Quella che era solo una brughiera, si trasformerà in un campo volo, in un piccolo aeroporto, nella sede di alcune eccellenze italiane come la Agusta elicotteri e la MV Agusta fino al boom degli anni Sessanta, nonché ai giorni nostri, in cui la tecnologia sostituirà il lavoro artigianale. Il giovane e ingegnosissimo Primo, partendo dal mestiere di lattoniere, parteciperà allo sviluppo di motociclette da corsa (dagli anni '50 fino alle vincitrici di diverse Parigi-Dakar), alla nascita degli elicotteri in Italia diventandone, nel suo piccolo, un punto fermo nella realizzazione di modelli e prototipi. Ma non solo. La storia del nostro Paese, prima, durante e dopo la II Guerra Mondiale, gli anni '60, '70 e '80 è lo sfondo sul quale si svolgono le vicende di Felotti e la sua biografia ricca di aneddoti e spunti storici: uno sguardo sul particolare, una delle storie ""minori"""" ma non meno interessanti, di una Italia che stava cambiando e si stava industrializzando."" -
Dentro il mutamento
Autori: Valentina Busi, Giancarlo Cecchini, Caterina Davinio, Narda Fattori, Maria Rosaria Lasio, Giacomo Leronni, Luca Nicoletti, Leda Palma, Paolo Polvani, Giovanni Terzanelli. -
Il poeta, il suo tempo, la città. Solitudine come superamento: la risposta di Sbarbaro al crepuscolo dell'età giolittiana
In Sbarbaro la crisi di valori, propria della sua generazione, era accentuata dalla personale tendenza al ripiegamento su se stesso che nel tempo è divenuta poetica autentica, anche se fondamentalmente monodica. La sua visione del mondo rimane legata alla realizzazione di una sostanziale estraneità ai rapporti umani e fa di lui una delle voci più significative della crisi iniziata con il raggiungimento dell'unità (anche se già nelle stesse modalità di questo processo era possibile cogliere elementi assai spiccati di destabilizzazione e insoddisfazione) e l'acuirsi del fenomeno di industrializzazione e di inurbamento, giunto, nel nord del Paese, a livelli mai toccati fino ad allora. -
Leopardi. La cognizione del vero
Leopardi socialista? Uno dei saggi contenuti in questo volume riapre il folto dossier delle interpretazioni della ""Ginestra"""", il poema testamento del poeta morente. L'autore, scartando ogni pregiudiziale ideologica, individua in quel componimento una vibrante vicenda biografica che intreccia l'esperienza di un fraterno sodalizio con la diffusione in tutta Europa del neocristianesimo sansimonista, a conclusione di una parabola che va dal fervore patriottico delle canzoni giovanili all'internazionalismo di un'""""umana compagnia"""". Il volume mette a fuoco con altre originali indagini la genesi e il sistema compositivo di canti studiatissimi come """"A Silvia"""" e di altri meno frequenti come """"Ad Angelo Mai"""" e """"La vita solitaria"""", mentre un suggestivo profilo biografico ricostruisce in apertura il percorso di una vita infelice che dalla """"cognizione del vero"""" fa nascere paradossalmente le illusioni poetiche della felicità."" -
Tenori. Il pavone, l'espada e il salice piangente dal Barocco alla fine dell'opera
Con la voce del tenore si possono esprimere stati d'animo con insolite partecipazioni, sprigionando sentimenti riposti all'interno o svelati, provenienti da profondità inesplorate di un interprete, svelando gioie, dolori, effetti di contrasti sopiti o provocati. Il presente testo è un omaggio ai tenori. Ma anche a chi rievoca particolari aneddoti come prova che il dramma musicale è ancora vivo, almeno come esempio di genere insostituibile. Che non potrà più offrirci un Bellini, un Rossini, un Verdi, un Wagner, un Bizet, un Massenet, etc. -
Scritti diversi e dispersi (2000-2014)
"Il filologo, il critico, il linguista fanno tutt'uno in Alvino con la figura dello scrittore, in linea operativa con la sua assoluta convinzione che in tutte le operazioni di scrittura risulta definitivamente centrale e protagonistico il linguaggio. Come Baudelaire ha asserito a più riprese che un poeta degno del nome contiene sempre dentro di sé un critico, così, ribaltando a specchio la parola del fondatore della poesia moderna, Alvino si dice convinto che un attendibile indagatore di testi non può non essere uno scrittore di solida caratura. L'acutezza di un'analisi letteraria coincide, insomma, contro ogni estetismo, con l'energia stilistica con cui è problematicamente condotta."""" (Dalla prefazione di Mario Lunetta)" -
Appunti sul taccuino del tempo. I dolmen
Una teatrante. Poeta. Prosatrice alla riscoperta di cicli incancellabili. Con un taccuino a portata di mano. Tanto speciale da far da guida alle tappe. Lo ricorda lei stessa (spazi mortuari costruiti dagli uomini. Dal Neolitico in poi). Ci voleva Liliana Ugolini per ripercorrere tappe, date, vicende, ossari, nascite, decomposizioni. Dimostrando che la storia non si costruisce da sé. La inventiamo noi con calvari. O gioie sorprendenti. E in ogni vicenda c'è la conferma che siamo ombre, sangue, apparenze. A prescindere dal nostro dolore. Ma soprattutto superamento da sdilinquimento forzato. Condannati a esistere o sparire. A volte per restare. Nel bene o nel male. Nella gioia o nella tragedia. Nelle stragi e nelle scoperte. Il mondo invecchia. Più è vecchio, più è verosimile. Ma le vicende sembrano attuali. -
Il rumore del suo silenzio
Non esiste forza più grande dell'amore, ma quando veniamo lasciati ci rimane solo la debolezza di un cuore colmo di dolore. Niente sembra avere più senso e il tempo si ferma mentre intorno a noi tutto continua a muoversi senza interruzioni. L'unica cosa che ci rimane, per riprendere in mano la nostra vita, è affrontare il passato con la consapevolezza di volere un futuro. -
Le maschere. Giancarlo Vitali. Catalogo della mostra (Varenna, 7-28 settembre 2014)
Catalogo della mostra dell'artista Giancarlo Vitali svoltasi a Varenna dal 7 al 28 settembre 2014. Contributo critico di Michele Tavola. Citazioni di Paolo Bellini, Carlo Bertelli, Mario Botta, Umberto Eco, Giovanni Testori, Marco Vallora. -
Il sovversivo col farfallino. Destinazione Ponza
Una singolare e significativa ""ricostruzione"""" di una storia umana, fatta sulle scartoffie, che raccontano di un cosiddetto sovversivo, uno dei tanti, e del tempo che gli è stato rubato in quell'isola (Ponza) e in quelle celle di prigione, a lui e agli altri."" -
The Olivetti showroom
L'ex negozio Olivetti di Venezia è un piccolo locale a due piani ubicato in Piazza San Marco, opera dell'architetto Carlo Scarpa. Dopo aver perso per anni la sua funzione originale, il 20 aprile 2011 il negozio è stato riaperto dopo un attento restauro filologico che ne ha restituito i colori, gli arredi e la collezione di macchine Olivetti originale. Le Assicurazioni Generali, che ne mantengono la proprietà, l'hanno affidato al FAI - Fondo Italiano per l'Ambiente che ne cura il mantenimento e ne assicura la fruizione al pubblico. L'allestimento del negozio venne commissionato nel 1959 a Scarpa da Adriano Olivetti, il quale aveva rilevato i locali dismessi di una precedente bottega della Piazza. Il negozio doveva divenire prestigioso punto d'esposizione e di lancio dei noti articoli per ufficio, richiamando l'attenzione tanto dei clienti quanto degli esteti. Scarpa preparò un progetto di grande raffinatezza formale e materiale, mostrandosi sempre più risoluto nello sviluppare uno stile architettonico essenziale da un lato ma al tempo stesso raffinato ed eclettico dall'altro, mescolando insieme elementi diversi tra loro e riuscendo sempre a coniugarli con estrema eleganza. -
La rosa bianca
Un cinquantenne con propositi suicidi ma innamorato della vita, una vicina di casa misteriosa, un omicidio perpetrato da qualcuno che forse ne ha commessi o ne commetterà altri, una coppia di investigatori. Storie parallele che si intrecciano pur mantenendo identità distinte fino alla conclusione finale. Chi è l'assassino e perché uccide? Come fermarlo? Ostinazione, tenacia e fortuna sono gli ingredienti che potranno risolvere l'enigma. In una quotidianità più desiderata che vissuta, in una città più indovinata che descritta si dipana il groviglio della trama, tra riflessioni esistenziali, risate impreviste e divagazioni enogastronomiche. ""La rosa bianca"""" è un romanzo che alterna un ritmo cinematografico a una lentezza da """"slow food letterario"""", dove ogni personaggio è frutto della combinazione di caratteri di persone realmente esistenti con altre, forse, del tutto inventate."" -
Costa Rica. Un paese, due oceani, tre anime
"Ha sorprendenti spruzzi di colore, scogliere coralline, barche affusolate in alto mare e nascondigli selvaggi e solitari... Accogliente e compatto"""": il Costa Rica è proprio il """"Paese che non c'è"""" così come lo descrive James Matthew Barrie nel suo Peter Pan e Wendy (1911). Non solo è un frammento d'Europa finito tra le Americhe, un pianeta di pace nell'istmo della guerriglia e del narcotraffico, il Costa Rica concentra in sé il 6 per cento della diversità biologica del pianeta Terra pur rappresentandone solo lo 0,01 per cento. Un mondo a sé dunque, quasi un esperimento dove uomini e natura hanno cercato e tuttora cercano di dare il meglio di sé in varietà e audacia, in fantasia e consapevolezza." -
Gio Ponti. Scena e design, un unico modo. Ediz. illustrata
Il volume indaga gli stretti rapporti che intercorrono tra scenografia teatrale e architettura usando come paradigma i lavori di Gio Ponti in questi campi. In poco più di tre lustri - tra il 1937 e il 1954 -, mentre consolidava la sua figura di architetto, Gio Ponti progettò sette spettacoli teatrali per balletto, prosa e lirica dando dimostrazione che disegnare un costume, scattare una fotografia, progettare un tavolo o un edificio rientrano nella medesima estetica, definendo la linea di continuità artistica propria di ciascun architetto. Questi lavori, lungi dall'essere un semplice divertissement da colto dilettante, collocano Ponti nella condizione dell'architetto classico o, com'egli stesso si definiva, dell'""ultimo degli Umanisti"""". Lampadari, divani altri oggetti così come gli spazi, hanno nel palcoscenico il loro banco di prova prima di essere tradotti nel quotidiano e divenire icone del design."" -
Elisabeth, imperatrice d'Austria e regina d'Ungheria
Clara Tschudi ci racconta la vita di Sissi, dalla nascita alla morte, senza risparmiarsi di commentare gli avvenimenti - esaltanti, singolari e tragici che l'hanno segnata. Il libro, pubblicato già nel 1900 e tradotto dal norvegese in tedesco l'anno dopo dall'editore Philipp Reclam junior di Lipsia, non ebbe molta fortuna in Austria dove ne fu proibita la circolazione. Francesco Giuseppe, molto probabilmente, ritenne oltraggioso mettere in piazza capricci, disillusioni, debolezze, nevrosi, fughe, malattie e tragiche morti di sua moglie e della famiglia Asburgo in generale. Come deduciamo dalla prima importante biografia di Sissi, ""Elisabeth die seltsame Frau"""", scritta nel 1934 da Egon Caesar conte Corti, Clara Tschudi è stata battuta sul tempo solo dallo storico ungherese Sàndor Màrki che nel 1899 - un anno dopo l'attentato mortale di Ginevra - aveva dato alle stampe un libro dedicato all'imperatrice."" -
Il gatto rosso. «Tasi, picio, te prego»
È possibile piegare la propria vita alle stesse regole che si applicano al buon giornalismo, cioè rispondere sempre alle domande chi, come, dove, quando, perché? Può sembrare un'impresa disperata e con molti rischi. Perché si paga alla coerenza (e non sempre ci si riesce anche con la più buona volontà) un prezzo molto alto fatto di dimissioni che volano come farfalle, di lavoro frenetico (per cui ti accorgi che i figli nel frattempo sono arrivati all'università) e, soprattutto, di farsi la fama di ""non affidabile"""", secondo le regole della politica che impongono accomodamenti, mediazioni continue, strizzatine d'occhio. Raccontare sessant'anni di professione, da precario a direttore, nella tua città, nella regione e poi in giro per l'Italia, portandosi dietro il bagaglio di contraddizioni di cui è imbevuta la tua radice di triestino, senza farne una biografia, tantomeno un'agiografia, valorizzando gli aneddoti che ammorbidiscono il tono e spesso rivelano la sostanza degli avvenimenti e delle persone: è la sfida affidata a questo libro nato dalle chiacchiere con gli amici che, ormai troppo spesso, provocavano con la battuta: """"Hai il coraggio di scrivere queste cose?""""."" -
Prosa d'eros
La sua prosa, come la poesia, spesso dolcemente melanconica, si rivela a tratti dolorosa per la sensazione che trasmette: di chi vive un amore che va oltre la fisicità, importantissima e tocca corde profonde. L. Nivoul è una donna che non risparmia di dare di sé ciò che ha di più caro e personale: il suo amore smisurato, talvolta non corrisposto quanto desidererebbe (da Manuela Verbasi). Questi racconti ne sono una testimonianza. -
Disegnavo parole
"Uno specchio graffiato non riflette immagini: e questo è il silenzio della saggezza"""": con questa citazione inizia questa raccolta di poesie. C'è però uno specchio che riflette il passaggio delle stagioni, la pioggia e la neve, il sole e la sabbia, le nuvole, la nebbia e il vento e i falò. Riflette il passaggio delle emozioni che si rincorrono. Ecco, emoziona leggere i versi di Mauro. Perché è un poeta che racchiude le sue esperienze in piccoli disegni composti di parole. Perché questi disegni, spesso, sono l'eco anche delle nostre attese, delle nostre gioie, dei nostri turbamenti. Sono specchio di vita.""""" -
Lo sposo imperfetto
"Non narra Monika Crha. Non racconta nemmeno. Parla, in modo fluido, naturale, realistico, coinvolgente, vero. E anche se non si conosce la sua voce, la si ode, mescolata a quella nostra interiore, mentre gli occhi scorrono le parole, catturati definitivamente dalla vicenda de """"Lo sposo imperfetto"""". """"Perché esista la curiosità e con la curiosità esista la vita e con la vita un motivo per viverla, allora bisogna rischiare e fare"""", come dice la stessa autrice."""" (Irina Turcanu)" -
L' omissione di Dante
Fu un lunedì di pioggia e di morte quello che si presentò innanzi all'ispettore Antonio Verso. Un prete, che aveva conosciuto, era stato massacrato nella sua Chiesa. Verso avrebbe voluto non esserci, avrebbe voluto essere in vacanza, avrebbe voluto, perlomeno, arrivare sulla scena del crimine quando tutto fosse stato rimosso. Nessuno uccideva in quel modo e non sarebbe stato facile venirne a capo. Le tracce lasciate dall'assassino erano come ombre nella notte buia e senza Luna: inesistenti! Solo un biglietto, appuntato sul corpo della vittima: Ho peccato e non merito il Tuo perdono. I miei occhi vedranno per sempre l'inferno. Grazie a una affascinante giornalista, Lidia Castagna, l'indagine avrà una svolta insperata che farà giungere l'ispettore alla verità. Una verità che non avrebbe mai voluto conoscere.