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La locanda degli amori diversi
A Izumi, trentacinquenne separata che ogni sera alla stessa ora rientra dal suo lavoro part time, basta uno sguardo per comprendere quali siano le intenzioni di quella ragazza con la divisa da liceale che se ne sta immobile, incapace di muovere il passo decisivo che la separa dai binari. La afferra per un braccio e, con un gesto disinvolto, la tira verso di sé, salvandole la vita. Chiyoko, così si chiama la ragazza, ha sul viso l'aria apatica di chi non ha ormai alcun rimpianto, eppure esercita un'inspiegabile attrazione su Izumi. A bordo di un vecchio pulmino Volkswagen, Izumi decide perciò di raggiungere insieme a lei un posto che ha la fama di possedere il cielo e le stelle più belli di tutto il Giappone. Qui, le due donne rimettono in sesto una casa in rovina trasformandola in una locanda, sulla cui facciata garrisce al vento una bandiera arcobaleno. In breve la «Locanda Arcobaleno» diventa un accogliente punto di ritrovo per viaggiatori, dove le proprietarie non si limitano a offrire ristoro alle fatiche del viaggio, ma anche, e soprattutto, alle ferite dell'anima. -
L' angelo egoista
Giugno 1930, Parigi. Nei giardini dell'hotel particulier della contessa Anna Letizia Pecci Blunt, si svolge il ballo più elegante della stagione. In quella serata un po' magica, tra principi, artisti e dame dell'alta società, un ragazzo di diciassette anni, arrivato da Londra per studiare all'École des Beaux-Arts, incontra Lee Miller. Sottile, slanciata, gli splendidi capelli biondi tagliati alla garçonne, Lee ha solo due anni più di lui, ma possiede già un fascino e una bellezza inafferrabili. Ed è soprattutto una donna emancipata e libera che suscita irrefrenabili passioni nei molti uomini che entrano nella sua vita. È arrivata dagli Stati Uniti un anno prima, dopo essere diventata la modella preferita di Condé Nast, il fondatore di Vogue. Quella sera è accompagnata da Man Ray, di cui è diventata la musa, l'amante e l'instancabile collaboratrice nella creazione di straordinarie immagini surrealiste. Ma questo non le impedisce di trascorrere con il giovane sconosciuto la prima di molte notti d'amore. Inizia così un tormentato rapporto che, tra rotture e riappacificazioni, terminerà solo con la morte di Lee, quasi cinquant'anni dopo. -
La cattura dell'effimero
Parigi, 1886. In un freddo mattino invernale, un'enorme mongolfiera a strisce bianche e azzurre si leva nel cielo plumbeo di Champ de Mars. Nella gondola di vimini i passeggeri, uomini in cappello a cilindro e donne in soprabiti da viaggio bordati di pelliccia, corrono da un lato all'altro, spensieratamente dimentichi del fatto che a tenerli sospesi sia semplice aria calda. Solo Caitriona Wallace se ne sta a debita distanza dal bordo del cesto, attanagliata da un terrore tutto suo. A trentuno anni, rimasta sola, Catriona ha accettato un impiego come chaperon di due giovani scozzesi. A bordo del pallone aerostatico un passeggero attira l'attenzione della donna. È Émile Nouguier, il progettista della Tour Eiffel. La torre non è progettata per durare a lungo: vent'anni, e poi verrà smantellata. Paragonata ad altre strutture delle stesse dimensioni, è un batter di ciglia, un palpito del cuore, una creazione effimera. Proprio come il fragile sentimento che, fin dal primo momento, lega Émile a Caitriona Wallace. -
L' arte di saper fallire
«Più scura è la notte, più luminose sono le stelle» scriveva Dostoevskij. Ma allora perché le persone cercano di non soffermarsi troppo sui momenti in cui qualcosa è andato storto, hanno commesso errori evitabili o l'universo ha servito loro una mano di carte davvero pessima? Da quando, durante la seconda metà del XX secolo, si è affermato il movimento della psicologia positiva, ci siamo ritrovati a essere costantemente incoraggiati ad avere pensieri buoni e positivi senza indulgere nel negativo. L'effetto domino della «positività», tuttavia, è stato quello di emarginare il fallimento e ora viviamo un'epoca in cui siamo talmente bombardati da storie di successo che corriamo il rischio di ritrovarci costantemente impegnati a raggiungere la perfezione, in cui i social media ci incoraggiano a credere. E se, invece, cercassimo di accettare l'idea che capiteranno cose difficili e cose stupende, e che c'è molto da imparare solo sperimentandole entrambe? Fiera sostenitrice della failosophy, di una saggezza possibile nel fallimento, Elizabeth Day ha individuato sette princìpi chiave del fallimento, offrendoci delle strategie non solo per incorporare il fallimento nella nostra vita quotidiana, ma anche per trarne giovamento. Perché solo quando si smette di stigmatizzarlo, il fallimento perde il potere di danneggiarci e può insegnarci qualcosa di utile su noi stessi. Manuale essenziale per trasformare i rovesci di fortuna in successo, ""L'arte di saper fallire"""" è un'utile guida per superare i momenti difficili della vita, un testo utile che ci aiuta a considerare il fallimento per quello che è: non come qualcosa che ci definisce, ma come un'informazione mancante che ci aiuta a completare il puzzle di chi siamo veramente."" -
Ogni cuore umano
Che cosa spinge un essere umano a scrivere il suo diario intimo? Il bisogno impellente, a un certo punto della propria vita, di essere sinceri con se stessi? Di dirsi tutta la verità senza pudore, e gettare così finalmente luce su quegli aspetti della propria esistenza che non osiamo confessare neanche a noi stessi? Niente di tutto questo vale per il protagonista di queste pagine: Logan Gonzago Mountstuart, scrittore nato in Uruguay nel 1906 da madre uruguayana e padre inglese, e vissuto più o meno ovunque nel corso della sua esistenza. Logan Mountstuart scrive il suo journal intime per quello che lui ritiene lo scopo di ogni vero diario: venire a capo delle infinite personalità che compongono quello strano animale che è l'essere umano. -
Da qui all'eternità
È il 1941 nella base di Schofield sull'isola hawaiana di Oahu, poco prima dell'attacco a Pearl Harbor. I protagonisti sono due soldati dalla testa dura: Robert Prewitt, un trombettiere di talento ed ex pugile deciso a non salire più sul ring, e Milton Warden, un sergente di ferro, cinico e beffardo ma dotato di un suo personale senso di giustizia. Al centro delle vicende dei due protagonisti e dei loro comprimari - il piccolo e indistruttibile Maggio, italoamericano di Brooklyn; il caporale Bloom e il suo dramma di essere ebreo; i due vitali ma malinconici omosessuali Hal e Tommy; l'intellettuale e filosofo sempre in carcere Jack Malloy - vi sono le relazioni di Warden e Prewitt, tra loro e con le loro donne: Karen, la moglie del capitano Holmes, fragile e alla disperata ricerca di essere amata; e Lorene, la prostituta determinata a diventare un giorno una donna e una moglie rispettabile. James Jones - come Steinbeck, la cui ""Valle dell'Eden"""" apparve l'anno successivo sostiene il suo grintoso realismo narrativo con un possente impianto mitologico. Sono assenti i grandi eroi dei film di guerra degli anni Quaranta e gli epici campi di battaglia. Si spara solo alla fine, la mattina del 7 dicembre 1941, dai tetti della caserma contro gli Zero dei Japs. Il lettore sprofonda invece tra uomini decaduti sullo sfondo del paradiso hawaiano: bordelli stipati nel giorno di paga, gioco d'azzardo, razzismo, violenza verbale, fisica, psichica, sessuale, fino alle torture del carcere militare."" -
La famiglia Piotta
In un palazzone dell'Italia del Nord, un alveare di sette piani che si confonde con la nebbia dato che ha il suo stesso colore, vive la famiglia Piotta. È il regno incontrastato di Delfina, lavoratrice alla Pulisecco Dora Sprint per due giorni, a otto euro l'ora per un totale di sedici ore settimanali. Suo marito, Arcibaldo Piotta detto Arci, operaio stagionale in una fabbrica di dolci, gaffeur impenitente e ipocondriaco incallito, preferisce, infatti, di gran lunga il Bar Mafy alle mura di casa. Mura tra le quali abita e si raduna un piccolo, variopinto mondo. I cinque figli di Delfina e Arci, innanzi tutto: Leone, il primogenito che tutti chiamano Leo, uno spilungone di vent'anni che, coi suoi capelli rossicci e gli occhi azzurri, non assomiglia né al padre né alla madre; Gloria, che invece è tutta sua madre, e che un giorno, tornando dall'Istituto Alberghiero dove studia, si è presentata a casa con un morosetto nero di due anni più vecchio di lei, nato in Italia da genitori ghanesi; Ermes, diciassettenne che ha ereditato dal padre le orecchie a sventola e la scarsa voglia di sfogliare i libri; Kevin e Denis, i gemellini di nove anni, nati nonostante Delfina avesse dichiarato solennemente di aver chiuso bottega. E poi Elide, l'amica del cuore di Delfina, che non ha figli e vive col secondo marito Klauss Piffer, di origini altoatesine, che lei chiama per cognome, Piffer. E, infine, i vicini: i Magnabosco, marito e moglie, lui suonatore di fisarmonica ai matrimoni, lei collaboratrice domestica; la vedova Meneghetti che di notte batte il pavimento col manico da scopa e tanti altri. Per tutti Delfina ha una parola di conforto e di biasimo a seconda delle circostanze, per tutti è una consigliera irrinunciabile con la sua prontezza di spirito e la sua sagacia popolare. -
Castigo
Cos'è la verità? Cos'è la realtà? Come siamo arrivati a diventare ciò che siamo? Nel corso della propria attività di avvocato penalista, Ferdinand von Schirach ha raccolto una serie di emblematici casi giudiziari che svelano quanto la patina di civiltà di una società sia sottile, e quanto gli abissi dell'animo umano possano, al contrario, essere profondi. Dodici storie di estrema finezza psicologica, che mettono in scena, attraverso una serie di personaggi sempre in bilico tra luci e ombre, la solitudine e l'estraniamento. C'è Schlesinger, che una volta era un bravo avvocato, inanellava successi professionali e si occupava di casi sempre piú importanti. Poi, un giorno, ha fatto assolvere un uomo accusato di maltrattamenti sui figli, e la sua carriera è precipitata. Ora potrebbe riscattarsi grazie al misterioso caso di una donna accusata di aver sparato al marito. C'è Meyerbeck, che una sera vede un servizio televisivo sulle bambole sessuali. Ne è cosí incantato che decide di ordinarne una in rete. Quando la bambola gli viene recapitata, le compra dei vestiti, impara a cucinare per non dover andare al ristorante lasciandola sola, guarda spesso film d'amore con lei e ogni lunedí le porta dei fiori. Una torbida ossessione destinata a consumarsi in tragedia. C'è Strelitz che ha quarantatré anni, ed è basso. Per questo indossa scarpe speciali con il plantare, che lo fanno cinque centimetri piú alto, e in soggiorno ha una collezione di biografie di uomini bassi: Napoleone, Cesare, Mussolini, il Marchese de Sade, Kant, Sartre, Capote, Karajan, Einstein. Poi, un giorno, viene arrestato per spaccio di cocaina, gli danno una cella singola, e di colpo tutto cambia. C'è Puzzadipesce, che si diceva avesse una chiave della scuola e di notte girasse per i corridoi a leccare gli armadietti di metallo degli scolari; e, ancora, c'è una donna accusata di aver ucciso il marito, in un piccolo villaggio bavarese, a seguito di una pratica sessuale che prevedeva l'uso di una muta da sub. Dodici storie di crimine, giustizia, moralità e castigo, raccontate con un'eleganza di stile senza pari e capaci di tenere il lettore inchiodato alla pagina. -
Il disertore
Walter Proska, giovane soldato tedesco proveniente dalla Masuria, scampato a un attentato delle forze partigiane a un treno di trasporto delle truppe diretto a Kiev, si ritrova, nell'ultima estate della Seconda guerra mondiale, a «Waldesruh», un forte che non ha nulla della pace silvestre che promette il suo nome. La foresta, infestata da mosche e zanzare, pullula di partigiani armati e il caldo è asfissiante. Tra quelle anguste mura, i soldati reagiscono ognuno a modo suo e Proska si pone domande sempre più pressanti: che cosa è più importante, il dovere o la coscienza? Romanzo che narra di un giovane uomo posto dalle circostanze della storia dinanzi alla più ardua delle decisioni - scegliere tra la cieca appartenenza alla propria terra e il proprio sentimento della giustizia - ""Il disertore"""" si segnala come una delle opere più rilevanti sugli anni che sconvolsero l'Europa e il mondo."" -
Guardatemi
Frances Hinton lavora nella biblioteca di un istituto di scienze mediche. Ne cura l'archivio fotografico, una bizzarra enciclopedia illustrata di ogni sorta di malattia, insieme con l'amica Olivia. Un lavoro di routine, che Frances svolge con lo stesso spartano rigore con cui affronta il resto della vita. Ogni tanto Frances deve lottare per tenere lontano da sé un certo sconforto. In alcuni momenti, vorrebbe essere diversa da come è, e distinguersi per il garbo, la disinvoltura, l'avvenenza e le buone conoscenze, qualità che assicurano immancabilmente il successo. Olivia è innamorata di Nick Fraser, biondo, atletico, mondano e sposato con l'altrettanto avvenente Alix. Frances non arriva a questo, ma al cospetto di Nick e Olivia Fraser e di James Anstey non può fare a meno di avere un'istintiva reazione di ammirazione, di indulgenza, se non addirittura di devozione, sino al punto da cercare di compiacerli, di attrarne l'attenzione. «Guardatemi» vorrebbe dire. «Guardatemi». -
Miss Guggenheim
Sullo sfondo dell'Europa sconvolta dalla Seconda guerra mondiale, e della New York degli anni Quaranta in cui si muovono artisti del calibro di Fernand Léger, Yves Tanguy, PietMondrian, Marc Chagall e André Breton, Leah Hayden narra della vita di una donna che ha avuto un ruolo rilevante nel destino delle avanguardie del secolo scorso.«Il coraggio e l'intuizione, la generosità e l'umiltà, e una forte consapevolezza del significato storico: sono questi i fattori che hanno fatto di Peggy Guggenheim un'eccezionale mecenate dell'arte del Ventesimo secolo» – Alfred H. Barr JrMarsiglia, 1941. La città sonnecchia oziosa sotto l'intenso sole di mezzogiorno mentre una donna, incurante del caldo, si inerpica lungo la strada che conduce a Villa Bel Air. Quarant'anni compiuti, capelli neri che le scendono fino alle spalle e un abbigliamento semplice, Peggy Guggenheim è già nota in tutti gli atelier di Parigi per la sua collezione d'arte. Innamorata delle avanguardie, è giunta in quella casa dalla facciata color ruggine e dalle imposte verdi per incontrare il pittore Max Ernst, di cui ha già avuto modo di apprezzare l'opera densamente. Quello che dovrebbe essere un appuntamento di lavoro, tuttavia, si trasforma ben presto in un incontro del destino: è infatti sufficiente un solo sguardo perché Peggy abbia la sensazione che quell'uomo dalla chioma candida e dai profondi occhi azzurri riesca a leggerle anche i pensieri più reconditi. Divenuti inseparabili, Peggy e Max sanno che la situazione in Europa non è più sicura, soprattutto per un'ebrea. Ma organizzare l'espatrio, per Miss Guggenheim, non significa soltanto condurre in salvo l'ex marito, i loro figli e l'uomo di cui è innamorata. Significa, soprattutto, strappare alla confisca e al bando l'«arte degenerata», come viene definita l'arte d'avanguardia dai nazisti. Attraverso un rocambolesco viaggio oltreoceano, con i più grandi capolavori dell'arte contemporanea avvolti nelle lenzuola ed etichettati come «articoli per la casa», l'eccentrica mecenate farà di tutto per realizzare il suo sogno: trovare negli Stati Uniti un edificio adeguatamente grande dove le opere della sua collezione vengano esposte al pubblico. Ma spesso l'ostinazione non basta e, sebbene l'impossibile abbia sempre esercitato su Peggy Guggenheim un fascino ben maggiore di ciò che si offre a portata di mano, le difficoltà non mancheranno nemmeno una volta sbarcati a New York. Soprattutto quando Max Ernst verrà fermato alla dogana con l'accusa di essere un «nemico straniero», rischiando il rimpatrio... Sullo sfondo dell'Europa sconvolta dalla Seconda guerra mondiale, e della New York degli anni Quaranta in cui si muovono artisti del calibro di Fernand Léger, Yves Tanguy, PietMondrian, Marc Chagall e André Breton, Leah Hayden narra della vita di una donna che ha avuto un ruolo rilevante nel destino delle avanguardie del secolo scorso. -
Morte all'alba
Avvincente thriller storico con protagonista un'eroina disposta a tutto pur di fare luce sulla strana morte di suo padre, Morte all'alba penetra nel lato oscuro dell'epoca vittoriana, dove regnano verità scomode e segreti inconfessabili.«Una brillante lettura per gli amanti del thriller vittoriano» – Observer«Grandi dettagli d'epoca e un pieno d'energia» – Daily MirrorÈ il giugno del 1837 in Inghilterra. Guglielmo IV è morto e la diciottenne Vittoria è appena salita al trono. Liberty Lane ha solo qualche anno in più della giovane regina, ma la vita non le riserva certo scelte meno ardue. Figlia di ferventi repubblicani, ha appena ricevuto un biglietto in cui una mano anonima ha vergato le seguenti righe: Gentile Miss Lane, voi non mi conoscete, ma mi prendo la libertà di comunicarvi una penosa notizia. Vostro padre, Thomas Jacques Lane, è rimasto ucciso lo scorso sabato, 17 giugno, in un duello a Calais... Liberty stenta a crederci. Thomas Jacques Lane, dandy inglese assertore degli immortali e universali principi della Rivoluzione francese, quarantaseienne bohemién morto in terra di Francia in un duello, una delle più sciocche e detestabili pratiche dell'ancien régime? Liberty non esita a partire subito per Calais pur di scoprire la verità. In Francia sfugge a un tentativo di rapimento e si imbatte in uno strano tipo vestito di nero che le mostra un anello appartenuto a suo padre, un gioiello con un sigillo curioso, formato da un occhio e una piramide, e le promette di dirle tutta la verità se lei accetta di spiare per conto suo un ricco e altolocato gentiluomo. -
La materia oscura
In un giorno del 1937, in un locale londinese vicino allo Strand, Jack Miller, giovane fisico, va incontro al suo destino. Un destino che ha il volto di Algie Carlisle, Hugo Charteris-Black, Teddy Wintringham e Gus Balfour. Giovani come lui, eppure totalmente diversi, poiché non indossano come Jack un misero vestito da sei ghinee, ma pantaloni Oxford e giacca di tweed, e non hanno studiato a Londra, ma a Oxford e a Cambridge. Spinto da una cronica mancanza di quattrini e da una ineliminabile irrequietezza, Jack accetta la proposta dei quattro: fargli da operatore radio in una spedizione tra i ghiacci dell'Alto Artico che, come tutte le avventure concepite da ragazzi inglesi della buona società, viene ammantata di scopi scientifici: studiare la geologia e le condizioni meteorologiche di quella terra estrema. Provveduto agli approvvigionamenti, consultate le mappe e fissato il luogo del campo base, la spedizione ha inizio. Sotto una cattiva stella, tuttavia: il padre di Teddy Wintringham muore e il giovane erede, ""terribilmente sconvolto"""", prende la decisione di rinunciare all'avventura. Raggiunta la Norvegia, i quattro ragazzi rimasti si imbarcano su una nave capitanata dal signor Eriksson che non esita a mostrare un grave turbamento non appena i giovani inglesi gli indicano la meta da raggiungere: Gruhuken, un luogo solo apparentemente disabitato, poiché qualcosa cammina lì, nel buio..."" -
La scuola degli specchi
Parigi, 1755. Véronique Roux ha solo tredici anni quando, nella modesta stanza in affitto che divide con la madre e i fratelli, riceve la visita di un uomo alto e magro con una redingote di velluto viola e in pugno un bastone da passeggio. A monsieur Durand, questo il nome con cui l’uomo si presenta, basta una sola occhiata per rendersi conto che Véronique è delicata e graziosa, con i lineamenti di una bambola di porcellana e una figura dalla linea così morbida che nemmeno i vestiti grossolani possono rovinare. L’accordo, in men che non si dica, è preso: Véronique andrà a servizio, vivrà in una casa sfarzosa e sua madre avrà una bocca in meno da sfamare. Quello che la giovane non sa, tuttavia, è che dietro monsieur Durand si cela in realtà Dominique-Guillaume Lebel, premier valet de chambre duroi, colui che governa il regno dei piaceri più intimi del re. Luigi XV, stanco degli intrighi di corte, è diventato un appassionato di innocenza: aborrisce l’astuzia e l’artificio, detesta le guance imbellettate, gli abiti sfarzosi e i discorsi allusivi. Le donne che vuole nel suo letto devono essere pure e incorrotte. Dal momento che è impossibile materializzare all’improvviso fanciulle di questo tipo, il compito di Lebel è quello di giocare d’anticipo: nella città di Versailles, all’incrocio tra rue Saint-Médérice rue des Tournelles, c’è una scuola in cui, sotto la sorveglianza di madame lamar qui sede Pompadour, vengono accolte le giovani e inconsapevoli ragazze in attesa di ricevere un’adeguata «istruzione». Si chiama Parc-aux-cerfs, ed è abbastanza vicina a palazzo da essere comoda ma abbastanza lontana da non attirare l’attenzione di cortigiani ficcanaso. Al momento giusto, ogni ragazza viene introdotta di nascosto a corte, attraverso la sua leggendaria Sala degli Specchi, e presentata al re… -
Fuoco e tempesta. La baronessa del ghiaccio
Appassionante saga di una dinastia in un’epoca di profondi rivolgimenti, Fuoco e tempesta conduce la baronessa del ghiaccio dai mari in tempesta a un mondo in cui il frastuono non è da meno, e avidità e gelosia minacciano di distruggere i sogni.Amburgo, 1835. Sono trascorsi sette anni da quando Katja e suo fratello Griša si sono messi in affari con Thilo e Christian Petersen, facendo fortuna nel commercio del ghiaccio e diventando, per tutti, i «baroni del ghiaccio». Ora, dopo anni di febbrile irrequietezza trascorsi sugli oceani di mezzo mondo, dai mari del Nord fino ai tropici, Katja è tornata ad Amburgo, la città che, nella prima metà dell’Ottocento, incanta con la sua imponente baia e le case di legno dipinte di rosso, bianco e marrone. A ventidue anni è molto più sicura e determinata della ragazzina scalza e sporca arrivata in città per mano a suo fratello. È diventata una donna forte, indipendente e libera che, dopo aver conosciuto l’amore e le sue ombre, coltiva un unico, grande desiderio: diventare madre e avere una famiglia tutta sua. Da ricca «baronessa del ghiaccio» che non rinnega il proprio passato di ragazza povera, Katja si reca spesso nei quartieri malandati della città a distribuire frutta e verdura. Un giorno scorge con la coda dell’occhio un lampo rosso, i capelli ricci di una ragazzina legati stretti in una treccia. Una ragazzina dalla mano lesta che si infila tra i corpi della gente per rubare patate, rape e pere dai carretti, senza badare alle proteste, parando gli schiaffi con incredibile agilità. Katja la conosce, l’ha vista spesso, avrà dodici o tredici anni, ha un braccio storpio e l’aria sfrontata di chi ha già conosciuto il lato abietto della vita. Betje, questo il nome della giovane mendicante, non è certo la prima bambina ridotta in miseria che incontra nei quartieri poveri, ma per qualche motivo quella ragazza le ruba il cuore… Che sia lei la promessa di felicità che Katja ha atteso per così lungo tempo? -
Ultimo giro
Quattro amici di lungo corso si ritrovano in un pub di Bermondsey, il Postale. Per anni a quel bancone si sono riuniti per bere e scherzare, ma oggi è un giorno diverso dagli altri: Jack Dodds, della bottega Dodds & figlio, macellaio di fiducia, se ne è andato. Il suo ultimo desiderio, espresso in una lettera verbosa e formale, riguarda le sue ceneri, che devono essere buttate in mare alla fine del Molo di Margate. Chi, meglio degli amici di una vita e del suo figliastro, potrebbe incaricarsi di eseguire le sue ultime volontà? A bordo di una Mercedes blu con i sedili color crema, i quattro si mettono in viaggio verso sud. Pur conoscendosi da una vita, sono uomini molto diversi: Ray, dopo una brillante carriera nel ramo delle assicurazioni, si è dato alle scommesse sulle corse dei cavalli; Lenny lavora nel mondo dell'ortofrutta, un modo come un altro per dire che ha una bancarella di frutta e verdura; Vic è un impresario di pompe funebri e per anni il suo negozio con in vetrina i fiori di cera, le lastre di marmo e l'angelo con la testa china è stato di fronte alla macelleria di Jack. E poi c'è Vince, il figlio adottivo, che ha fatto carriera nel campo delle automobili, sebbene si tratti di una carriera un po' dubbia, non certo da prendere come esempio. Mentre guidano verso l'oceano per esaudire l'ultimo, misterioso desiderio di Jack, il loro diventa non solo un complicato viaggio nel tempo e nella memoria, oltre che nello spazio, ma anche un viaggio primordiale sul labile confine che separa la vita dalla morte. -
Io sono un gatto
Il Novecento è appena iniziato in Giappone, e l'era Meiji sembra aver restituito onore e grandezza al paese facendone una nazione moderna. Per il gatto protagonista di queste pagine, però, un'oscura follia aleggia nell'aria, nel Giappone all'alba del XX secolo. Il nostro eroe vive, infatti, a casa di un professore che si cimenta in bizzarre imprese. Scrive prosa inglese infarcita di errori, recita canti no» nel gabinetto, tanto che i vicini lo hanno soprannominato il «maestro delle latrine», accoglie esteti con gli occhiali cerchiati d'oro, spettegola della vita dissoluta di libertini e debosciati. Insomma, mostra a quale grado di insensatezza può giungere il genere umano in epoca moderna... -
Inquietudine
È l'estate del 1976, un'interminabile calda estate in cui l'Inghilterra boccheggia in una calura senza fine. Ruth Gilmartin è giunta in macchina nel minuscolo villaggio di Middle Ashton dove vive sua madre Sally. Tutto sarebbe tediosamente uguale alle innumerevoli volte in cui Ruth è accorsa a casa di Sally col piccolo Jochen al seguito, se sua madre non avesse un comportamento a dir poco bizzarro. Ha cominciato a sbirciare fuori della finestra, verso il bosco di querce, faggi e noci. Poi ha afferrato un raccoglitore di cuoio e le ha detto porgendoglielo: «Vorrei che lo leggessi». Sul contenitore c'era scritto: ""Storia di Eva Delektorskaja"""". Romanzo che trasporta sulla pagina la cupa corrente dell'irrequietezza che scorre sotto la superficie di una vita ordinaria, """"Inquietudine"""" ci offre un ritratto di donna spia mai apparso nella letteratura contemporanea: Eva Delektorskaja, affascinante donna russa divenuta per quarant'anni l'irreprensibile Sally Gilmartin."" -
Paris-Brest
Una famiglia francese e Brest, la città della Bretagna maldestramente ricostruita dopo la guerra. A Brest ritorna, dopo tre anni, il figlio più giovane, diventato scrittore a Parigi. I genitori si sono stabiliti fuori città, nella parte più ostile, selvaggia e rocciosa del Finistère, in una casa sferzata dai venti e visitata da gabbiani e corvi malevoli. In quella costruzione dall'aria sinistramente gotica, il figlio più giovane non tarda a scoprire che la malevolenza è penetrata nel cuore stesso della sua famiglia. Il padre non riesce a scacciare dalla mente l'ombra dello scandalo che lo ha travolto anni prima; la madre rimugina ancora sul fallimento del negozio di souvenir aperto in Linguadoca; la nonna se ne sta rintanata in soffitta, indispettita dall'essere trattata come una vecchia decrepita che vive a spese della famiglia e il fratello più grande si sforza miseramente di celare la sua omosessualità, nota ampiamente a tutti. Il ritorno a casa si rivela per il giovane scrittore un ritorno a un'esistenza indispettita e boriosa, a un'umanità che si dibatte tra ciò che immagina di essere e ciò che è realmente, e per la quale il denaro è tutto ciò che rimane per non sprofondare nel nulla. -
Elogio dell'amore. Intervista con Nicolas Truong
«Si può amare senza innamorarsi!», «È possibile essere innamorati senza soffrire!». I manifesti pubblicitari del sito di incontri Meetic, che qualche tempo fa tappezzavano Parigi, costituiscono il punto di partenza di queste pagine in cui Alain Badiou, uno dei maggiori filosofi francesi contemporanei, si trasforma in un irriducibile apologeta dell'amore. Come la guerra a «morte zero» dei conflitti armati della nostra epoca, così l'amore a «rischio zero» si fonda su una concezione «securitaria» della vita. Nei siti di incontri, tutto è così ben calcolato, il partner selezionato con la massima cura - vi è la sua foto, vi sono elencati i suoi gusti nel dettaglio, la data di nascita, il segno zodiacale e via dicendo - che non si corrono pericoli di sorta. Come il matrimonio combinato, che i genitori dispotici imponevano un tempo in nome dell'ordine familiare, così un accordo preliminare evita ogni casualità. Intrappolato in questa stretta, l'amore è così seriamente minacciato che è diventato, per Badiou, un compito filosofico difenderlo».