Sfoglia il Catalogo ibs045
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 1-20 di 345 Articoli:
-
Piccola guida agli anni Dieci. 50 fatti, 50 album, 50 canzoni
La Piccola guida agli anni Dieci serve piuttosto per offrire al lettore un possibile percorso per individuare album e canzoni che, per diverse ragioni, siano ancor oggi importanti (e belli), con l’approfondimento di fatti altrettanto significativi per meglio inquadrare e iniziare a riflettere sui cambiamenti, musicali ma anche sociali, che hanno segnato questo decennio.rnrn«La lettura è agile, ti invita a procedere pagina dopo pagina oppure – se preferisci – alla consultazione “enciclopedica» - Stefano Solventi - Sentireascoltarernrn«Grazie alla possibilità di avere tutto, stiamo forse perdendo la libertà di scelta? Paolo Bardelli lancia la provocazione e lascia a te lettore la totale libertà di pensare» - Alessandra Micheli - Les Fleurs Du Malrnrn«Più che un manuale, quindi, questo è vero e proprio materiale di studio e approfondimento» - Cristina Giuntini - SololibrirnrnrnIl decennio che ci lasciamo alle spalle si tratteggia come talmente vasto e complesso da un punto di vista musicale (e sociale) che è bene fermarsi e iniziare a mettere dei punti fissi. Dall’esplosione dell’hip hop alla perdita di autorevolezza della musica “indipendente”, finanche alle consuete preoccupazioni di presunta morte del rock, ci sono poche certezze se non che il gusto pop, a poco a poco, ha portato verso una “estetizzazione” della musica che ha pian piano contaminato ogni genere o, meglio, che ha superato ogni genus. Che ciò sia stato causato dalla straordinaria semplicità di fruizione seriale di playlist senza barriere musicali, dallo spostamento di interesse dai social di scrittura a quelli d’immagine, dal passaggio da un’era Obama a quella di Trump, dalla digitalizzazione dilagante, è difficile a dirsi. La Piccola guida agli anni Dieci serve piuttosto per offrire al lettore un possibile percorso per individuare album e canzoni che, per diverse ragioni, siano ancor oggi importanti (e belli), con l’approfondimento di fatti altrettanto significativi per meglio inquadrare e iniziare a riflettere sui cambiamenti, musicali ma anche sociali, che hanno segnato questo decennio. -
Era Indie. La rivoluzione mancata del nuovo pop italiano
Una sorta di guida, manuale, diario, saggio e infine cronaca di un’epoca che ha cambiato per sempre il modo di pensare la musica in Italia.rnrnLa storia ci insegna che tante rivoluzioni sono nate in una birreria. Ci sono quelle in cui ragazzi hanno preso i fucili e sono usciti per strada, e quelle in cui hanno imbracciato una chitarra e sono saliti su un palco. Di alcune resta un’impronta indelebile sul mondo, di altre solo il ricordo, sempre più vago, di quello che poteva essere e non è stato. Era Indie è la storia di un decennio, quello che va dal 2010 al 2019. Dieci anni in cui la cosiddetta musica “indie” è passata dall’essere una curiosità da social network a una solida realtà di nicchia, fino a diventare il punto di riferimento dello scenario musicale italiano. Per capire quello che è successo, il come è successo, e quello che sarebbe potuto succedere, si parte dalla “preistoria”, gli inizi del millennio, fino ad arrivare ai giorni nostri. In mezzo le parole (quelle vecchie e quelle nuove), le analisi e le riflessioni di chi questo percorso lo ha vissuto da interprete, da studioso o da semplice spettatore. Era Indie prova a mettere un punto, andando a raccontare tutto quello che circonda questo termine: i protagonisti, l’ambiente, gli stilemi e le piccole e grandi conquiste musicali. Una sorta di guida, manuale, diario, saggio e infine cronaca di un’epoca che ha cambiato per sempre il modo di pensare la musica in Italia. -
Tutto De Gregori. Il racconto di 230 canzoni
Francesco De Gregori è la musica d'autore italiana, in un sentiero lungo 230 canzoni, tutte da raccontare, da riascoltare con attenzione e, provocatoriamente, da ""giudicare"""" con le stelline. È il 1974, Faber ha già creato i suoi primi capolavori, mentre Francesco, animale mitico del Folkstudio, sta accordando il nuovo stile della nostra canzone, certo ascoltando e imparando da Paul Simon, Bob Dylan e Leonard Cohen, ma con un'eleganza straordinaria e inedita di melodia, voce e linguaggio, un'angelica genialità affidata a testi abbandonati su affascinanti tappeti volanti di foglie e di misteri. Una piccola rivoluzione che disorienta ('Alice' arriva onorevolmente ultima al Disco per l'Estate del 1973) e che innervosisce, con tanto di processo proletario, minacce e richiesta di suicidio, abbandono delle scene per due anni prima del rientro con quel punto fermo che è 'Generale'. De Gregori, capace di brani meravigliosamente intimi e di sentimenti aggrappati alle lacrime, compone anche le canzoni politiche più forti, di impegno definitivo, di condanna atroce, ma in lui c'è anche melodia, rock, raffinatezza a rendere il messaggio ancora più deflagrante: quando gorgheggia in 'Cercando un altro Egitto' """"le grandi gelaterie di lampone che fumano lente"""" parla, con grazia disperata, dei bambini nei forni crematori. Rievoca con la rabbia della poesia lo scandalo Lockheed e l'assassinio del giornalista Mauro De Mauro. Ma c'è anche la strage di Ustica, ricostruita con la ferocia liberata delle chitarre elettriche. E gli incanti antologici di 'Rimmel', 'La donna cannone', 'Titanic', 'La leva calcistica', 'Viva l'Italia' sono solo frammenti di una lunga stupefacente storia, che non si ferma davvero davanti a un portone."" -
La teoria dello scrigno. Una sociologia musicale
“La Teoria dello Scrigno” offre una visione d’insieme dei meccanismi che sono alla base della comunicazione musicale e delle espressioni della cultura, attraverso uno studio sociologico, musicologico e psicologico della nostra comprensione della Musica. Conseguenze della Teoria, discussa ampiamente sotto forma di un modello organizzato, sono, da un lato, lo stimolo rivolto al Musicista verso la creazione di una musica che non si limiti a essere formalmente corretta ma che cerchi, innanzitutto, di comunicare attraverso la ricerca della genuinità; dall’altro, il riposizionamento del ruolo dell’Ascoltatore come soggetto attivo nella comunicazione musicale, mediante la creazione di un giudizio critico consapevole in grado di guidarlo con lucidità nel processo di fruizione. Mediante collegamenti con l’opera di Hofstadter sulla semiotica dei messaggi, quella di Heisenberg ed Einstein nella Meccanica quantistica e classica, le riflessioni sul gioco suggerite da Huizinga, così come le ricerche sugli stadi cognitivi del bambino svolte da Vygotskij e attraverso singolari casi offerti dalla linguistica, l’autore ci accompagna con esempi concreti alla ricerca di uno stringente filo conduttore che consenta al lettore di sviluppare una rinnovata sensibilità verso le forme poliedriche che le culture possono esprimere, analizzando infine anche l’evoluzione della comunicazione musicale mediata dai social e, più in generale, imposta dai paradigmi della società dei consumi. -
Il jazz e le idee. Sogni, concetti, valori, sentimenti della musica afroamericana in 33 voci
“Chi è” sostiene Italo Calvino nelle celeberrime “Lezioni americane”, “ciascuno di noi se non una combinatoria di esperienze, di informazioni, di letture, di immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili”. Questo concetto può essere applicato al sound di Miles Davis, Charlie Parker, John Coltrane & Co. sostituendo “jazz” alla parola “vita”. Dunque il jazz quale combinatoria di esperienze, informazioni, letture, immaginazioni e il jazz soprattutto come enciclopedia, biblioteca, inventario di oggetti, campionario di stili da rimescolare e riordinare in continuazione. In tal senso il jazz può riguardare oggetti/soggetti in apparenza estranei e comuni, vicini e lontani, musicali e non. “Il Jazz e le Idee” perciò mira a vedere il jazz sotto differenti sfaccettature, tra idee e riflessioni, scovando il jazz negli anfratti delle scienze umane, di temi specificamente discografici, del mondo della comunicazione, dei nuclei domestici, delle questioni morali, dell’identità nazionale, di altre sonorità, di riti quotidiani, del calendario, delle manie, delle istituzioni, della stessa musica. Queste 33 riflessioni vogliono contribuire a un’ulteriore conoscenza del mondo jazz, tra anticonformismi e multidiscipline, in tono colloquiale e anche un po’ sbarazzino, pur nell’estrema serietà degli assunti pratici/teorici. Lo si fa perché il jazz ha ancora bisogno di mettere in gioco le idee, che dovranno essere sempre nuove bellissime. -
Countin' the blues. Donne indomite
Durante l'inizio del Ventesimo secolo. una potente tradizione di artiste afro-americane aiutò le donne a trovare la loro voce e a farsi sentire. le donne del blues. La vita e l'arte di queste cantanti e musiciste fondarono un nuovo modo di vivere, sfidando i limiti imposti dalla morale. Nessuno poteva dire loro come vestirsi, come comportarsi e soprattutto cosa dovessero sentire. Si rifiutarono di seguire i dettami imposti e nel farlo si guadagnarono una reputazione scandalosa. Erano donne cattive? Forse. Ma erano consapevoli del fatto che essere buone non le aveva, sino ad allora, condotte da nessuna parte. I capitoli del libro sono la testimonianza del coraggio che queste artiste degli anni Venti ebbero nel portare alla luce temi scottanti. Usarono il blues come mezzo per raccontare la verità, per gridare forte cosa significasse essere donne ed essere afro americane. Le prime donne del blues erano forti. sexy, aggressive. emozionali, spirituali e non si vergognavano dei loro desideri. In ""Countin' the Blues"""" ogni capitolo prende il via da una canzone che presenta un tema e racconta, attraverso il testo, la storia della comunità afroamericana e della protagonista che la cantava. E poi la parola passa al presente, a ciò che quelle stesse esistenze fanno riverberare dentro alle musiciste contemporanee, come un'eco. Una parola, una canzone a testa. Come nel pezzo """"Countin' the Blues"""" di Ma Rainey, l'autrice, le artiste degli anni Venti e quelle di oggi contano i blues che le attanagliano: la violenza, la libertà, l'omosessualità, la resilienza, Dio, il sesso, la droga. la morte, la rinascita. Prefazione di Gianluca Diana."" -
Tutto Ferro. Il racconto di 96 canzoni
Non una guida didascalica, né un bigino, solo un viaggio tra musica e parole. Quelle di Tiziano Ferro. E dei suoi sette album, rigorosamente in ordine cronologico. Per intenderci da rosso relativo ad accetto miracoli passando per l’amore è una cosa semplice. Che, a dire il vero, per Tiziano “cosa semplice” lo è diventato negli anni, sviscerandolo in ogni sua sfaccettatura senza paura ma con estremo pudore. Per una volta, saranno le canzoni a parlare di lui e non viceversa. E lo faranno senza sconti. Anzi, con una votazione in stelline, assegnate in maniera assolutamente soggettiva che forse non metterà tutti d’accordo. La scommessa degli esordi, la scoperta di sé, la consapevolezza della fama e dei sentimenti, la maturità dell’uomo e dell’artista, la gratitudine per un destino “fortunato”: la discografia del cantautore di Latina è un’escalation di forza e purezza, disincanto e nostalgia, amore e malinconia. Ballate e suoni R&B si alternano in ciascun lavoro, incatenandosi indissolubilmente alla potenza della sua voce. Al suo timbro inconfondibile. Insomma, il libro ripercorre i vent’anni di carriera di Ferro analizzando i suoi brani, uno dopo l’altro. Gli stessi che hanno segnato la vita di chi era adolescente all’inizio del Ventunesimo secolo. -
Cheeseburger in paradise. Jimmy Buffett e il suo 5 o'clock sound
Chi non ha mai sognato di andare a vivere nella sua Margaritaville personale? Un luogo da fiaba dove sono “sempre” le cinque del pomeriggio: l'ora del cocktail e della festa a piedi nudi sul limitare della battigia, avvolti dalla brezza dell'oceano. L'autentico e unico Paradiso del Cheeseburger, dove l'idea di eterna giovinezza diventa tutt'altro che una chimera e dove anche il più subdolo dei problemi viene sepolto sotto una marea di collane di fiori, gonnelline di paglia e improbabili bluse hawaiane. E chi diavolo non vorrebbe essere Jimmy Buffett? Il signore incontrastato di questa terra fatata e chiassosa, il profeta del drunken Caribbean rock'n'roll e il papà del Gulf and Western. Nonché idolo e nume tutelare dei suoi fidati e appassionati parrotheads: le folli teste di pappagallo, microcosmo di affezionatissimi e variopinti fan. Ormai over 70, mezzo secolo di onoratissima carriera in sala d'incisione, dominatore dei palchi allestiti nelle cornici più suggestive, Buffett è anche il più popolare, estroso, gioviale, geniale, facoltoso, influente e amato cantastorie alla salsedine e al rum che il pubblico italiano... non ha mai sentito nominare: autore, musicista e band leader con una cinquantina di album all'attivo, scopritore di talenti, discografico, intrattenitore, laureato e letterato, giornalista da scoop, pluripremiato romanziere e paterno scrittore di libri per bambini, attore e producer cinematografico. Ma anche qualificato pilota di velivoli e capitano di coperta, provetto pescatore d'altura, atleta e uomo di mare, dirigente e mecenate sportivo, amante degli animali e difensore della natura, filantropo e benefattore, acuto imprenditore e scafato immobiliarista, stilista “on the beach” e arredatore da piscina, produttore di birra e ristoratore, recente beniamino di Broadway, protagonista e creatore di videogiochi, regista e anima di un network radiotelevisivo via satellite... Serve altro? -
Clapton e Layla. Un album, una storia, un poema d'amore rock
"Layla and other assorted love songs"""" non è solo un album che ha segnato la storia del rock. È un caleidoscopio che riflette una serie di immagini uniche, direttrici umane e artistiche che convergono in questo capolavoro del 1970 per poi divergere e talora infrangersi subito dopo. Gli incontri, le collaborazioni, i destini incrociati che lo coinvolgono non riguardano solo i componenti della band che l'ha registrato, i Derek and the Dominos, ma anche artisti come Jimi Hendrix, George Harrison e sua moglie Pattie, Duane Allman, Dr. John, Delaney Bramlett... Con ognuno di loro Eric Clapton, la figura centrale, intrattiene rapporti non solo legati al mondo della musica, ma anche personali, di profonda amicizia o passione. Il libro ricostruisce gli incroci esistenziali attraverso cui ognuno dei quattordici brani dell'album trova la propria ragion d'essere. Lo fa attraverso un espediente narrativo, facendo uscire il racconto dalla viva voce della stessa Leylà, una misteriosa figura femminile prossima ai cinquant'anni che, in una sorta di conversazione onirica, ripercorre le tappe della sua """"incarnazione"""" in questo album. Nel racconto le varie storie formano diversi cerchi concentrici e trovano precisi incastri e chiusure. Al centro, la scoperta dell'amore impossibile di Slowhand per la moglie dell'amico George, la miccia creativa che porterà alla composizione di molte canzoni del disco. Un intero capitolo è dedicato al commento dei singoli brani, corredato dalle corrispondenze letterarie ed emozionali con il poema Leylà e Majrnin dello scrittore persiano Nezami, a dimostrazione del dialogo profondo e sorprendente tra le due opere, quella poetica e quella rock, molto distanti nel tempo ma accomunate da elementi di straordinaria affinità. Prefazione di Maurizio Solieri." -
Temporale jazz. Estetica dell'improvvisazione
Se l’improvvisazione è l’anima del jazz, allora questo libro è un assolo. Chorus jazzistico e filosofico insieme. Ispirato a ""Kind of blue"""" di Miles Davis, a """"My favorite things """"di John Coltrane, il suo libero fraseggio è un viaggio temporale attraverso le pieghe dei suoni e del nostro sentire in musica. Percezione e tempo sono, infatti, i luoghi dell’improvvisazione – dimensioni estetiche in cui si muovono contemporaneamente musicista e spettatore – ma sono anche dimensioni dell’essere, forme di ciò che siamo, modi del nostro stare al mondo. Lungo lo scorrere di queste pagine il racconto dell’improvvisazione si compie, si svela sotto i nostri occhi. Di nota in nota, di frase in frase, di chorus in chorus l’assolo si dispiega, ci coinvolge, ci emoziona, incontrando domande, cercando risposte fuori e dentro di noi: in quale momento del tempo si collocano le note del jazz? In quale punto di questo costante abbraccio che è il tempo ci portano? E perché una volta condotti lì, in quella determinata zona del tempo, possiamo provare una gioia così profonda oppure un così profondo disagio? Come mai e in che modo, dunque, l’improvvisazione jazzistica è in grado di smuovere in chi ascolta sentimenti così profondi, vivi, spesso in netto contrasto tra loro?"" -
I 150 migliori dischi inesistenti della storia del rock
Questo libro si presenta come un normale atlante musicale diviso in schede. Ogni disco presentato è corredato da copertina, tracklist, recensione ed eventuale apparato iconografico (la cosiddetta memorabilia: poster di concerti, copertine di singoli, foto significative). Un'impostazione collaudata in stile ""i migliori 100 album..."""", con l'unica differenza che i gruppi citati e gli album recensiti sono del tutto immaginari. Un gioco nato sul web nel 2008 con un intento di détournement situazionista, ma che su carta viene smascherato sin dalla copertina, che sbandiera l'inesistenza del contenuto senza peli sulla lingua. Il gioco, da iniziale """"Rock'n'Roll swindle"""" di lesterbangsiana memoria, si trasforma dunque in manifesta esaltazione delle molteplici possibilità creative della musica. Ma non si tratta di uno sterile divertissement: i dischi fantastici sono solo la chiave, il pretesto, per addentrarsi in un sottobosco di aneddoti, dietrologie, citazioni, calembour linguistici, racconti, riflessioni, distorsioni, deliri, rivalutazioni postume di capolavori sommersi, nel compiaciuto tentativo di spiegare l'evoluzione della musica, l'origine stessa dei miti, il sogno di rivoluzione di intere generazioni. Senza mai sconfinare nella parodia, quanto piuttosto indugiando in una forma anarchica di libertà. Il lettore è dunque invitato a sospendere la propria incredulità e ad abbandonarsi di nuovo al piacere della meraviglia, come un bambino all'interno di una circense wunderkammer. Postfazione di Vittore Baroni."" -
Alunni del sole. Paolo Morelli, l’inventore dell’armonia
La voce di Paolo Morelli è canto d’amore senza fine, un inno alla bellezza. Nato a Napoli, da genitori entrambi musicisti, si dedica allo studio del pianoforte e della composizione. Insieme a suo fratello Bruno sente l’esigenza di creare un suo gruppo musicale. Nascono gli Alunni del Sole. L’interpretazione di Paolo, ispirata, intima, incanterà generazioni di giovani con brani che sono pura poesia: Liù, Tarantè, L’aquilone, Concerto, ’A canzuncella, E mi manchi tanto, Un’altra poesia, Jenny. Questo libro racconta la vicenda artistica e umana di Paolo Morelli attraverso una narrazione a due voci, dalla quale emergono ricordi, aneddoti, ansie, sogni e delusioni, il suo vissuto privato, completamente immerso nel mondo dell’arte, ma anche quello pubblico di artefice geniale della storia degli Alunni del Sole e dei suoi tanti successi. -
Rock hits. Eventi, album e canzoni che hanno fatto la storia
“Rock Hits” si propone di raccontare i momenti più importanti della storia del rock, tramite focus narrativi o analitici che illustrino per quali motivi un dato momento sia più importante di altri, svelando retroscena, curiosità ma soprattutto i significati sociali e filosofici. Album e canzoni, ma anche concerti e festival, nonché scioglimenti e reunion, perdite incolmabili e nascite artistiche, fino a videoclip e pellicole emozionanti, gesti eclatanti e momenti imbarazzanti: insomma, tutto ciò che è entrato nell’immaginario collettivo oppure che ha un valore artistico sublime. Una storia raccontata per tappe fondamentali, contornate da item in successione cronologica che contestualizzano e descrivono quello che accade attorno ai momenti che hanno fatto la storia del genere. Ciò che di completamente innovativo possiede l’opera è lo sguardo rivolto anche alle realtà non anglofone, al rock prodotto quindi non solo dai protagonisti noti, ma anche da artisti che riescono a raggiungere momenti di gloria o di alta composizione fuori dai canali del mainstream. Dalla svolta elettrica di Bob Dylan a ok computer dei Radiohead, dal primo concerto dei Led Zeppelin a Starlight dei Muse, dai Beatles all’Ed Sullivan Show al film Bohemian Rhapsody sulla storia dei Queen: i focus scelti cercano di mantenere un equilibrio tra professionalità storica e appetibilità di lettura. Così gli item servono a colmare i nessi logici tra i vari momenti che hanno fatto la storia del rock, i vari Rock Hits. -
La morte mi fa ridere, la vita no. Maledetti e dimenticati della canzone italiana
Quattordici artisti italiani, sette “maledetti” (Fred Buscaglione, Piero Ciampi, Luigi Tenco, Franco Califano, Gabriella Ferri, Mia Martini e Rino Gaetano) e sette “dimenticati” (Daniele Pace, Ugolino, Franco Fanigliulo, Enzo Del Re, Stefano Rosso, Guido Toffoletti e Massimo Riva), accomunati dal divario tra grande talento e poca fortuna. Le loro gesta artistiche e umane sono raccontate in queste pagine attraverso testimonianze e interviste e in una veste narrativa che finalmente rende merito ai grandi artisti sfuggenti, ingiustamente snobbati, ignorati o cristallizzati nella loro condizione di eterni outsider, di cantanti non allineati verso cui noi tutti – musicisti e musicofili – abbiamo accumulato un debito. “Dobbiamo pagar pegno a Piero Ciampi” disse Fabrizio De André. Gli fece eco Guccini: “Tutti noi cantautori dobbiamo a Buscaglione l’invenzione di un nuovo genere musicale”. Questo libro è un tardivo ma doveroso omaggio diretto a quei poeti che hanno arricchito di suggestioni, ombre, intuizioni, sfumature o innovazioni la storia della canzone italiana dagli anni Cinquanta del Novecento in poi, nei suoi decenni di maggior splendore, e l’hanno fatto nonostante le traversie di esistenze spesso brevi, sfortunate, sbilenche oppure troppo intense, senza mezzi termini, comunque malate, ferite. Autori controcorrente e controversi, maledetti dal destino ma benedetti dalle muse, dimenticati indimenticabili in eterno credito. Con i contributi di Attilio Pace, Vito Vita, Timisoara Pinto, Giò Alajmo e Claudia Riva. -
Franco Battiato. Tutti i dischi e tutte le canzoni, dal 1965 al 2019
Franco Battiato è uno dei più grandi compositori d’Italia. La sua figura merita di svettare insieme a immortali del passato come Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Antonio Vivaldi. Non solo, Battiato è anche uno dei più grandi divulgatori di cultura che il nostro paese ricordi, e ciò grazie al semplice uso di canzoni, che spesso non arrivano a cinque minuti di durata, e all’enorme capacità di condensare alto e basso, di mischiare profumi provenienti da terre vicine e lontane, di citare il più infimo programma televisivo insieme alle più alte opere filosofiche, mistiche e religiose, di divagare sull’esoterismo, di mescolare pop, rock, cantautorato, elettronica, dance, opera, musica classica e psichedelia. Dopo essersi soffermato sulla prima parte della sua carriera in “Battiato: La voce del padrone”, Fabio Zuffanti sviscera l’opera discografica di Franco Battiato in un volume che analizza, con maniacale dovizia di particolari, ogni album e canzone registrata dal nostro tra il 1965 e il 2019, al fine di aprire un forziere fatto di tesori preziosi e mostrare al lettore di quanta ricchezza musicale e culturale siano pregne le sue invenzioni. A chiusura del volume è presente un’appendice sul cinema di Franco Battiato a cura del cantautore (già targa Tenco) Fabio Cinti, che per l’occasione veste i panni del critico cinematografico. -
Jimi Hendrix. Una foschia rosso porpora
Una foschia rosso porpora è una scrupolosa e dettagliata biografia di Jimi Hendrix, uno sterminato mosaico di informazioni e dati. Il volume di Shapiro e Glebbeek si estende dalla musica a immagini rare, dai dischi alla strumentazione tecnica. A quarant'anni dalla morte di Jimi Hendrix ritorna in libreria l'opera su un maestro ancora influente e venerato, che con la sua chitarra ha ridisegnato i confini della musica americana del Novecento. -
Bob Dylan revisited
Anche dopo quarant'anni Bob Dylan non smette di reinventarsi, e di attrarre a sé altri artisti - fotografi, illustratori, scrittori, cineasti - incantati dall'imponenza della sua opera e dal fascino irresistibile dei suoi enigmatici personaggi. In questo libro è il fumetto a confrontarsi con la leggenda di Bob Dylan. Tredici artisti raccontano la loro sensibilità alle loro canzoni che più li hanno ispirati. -
Nerosubianco. Fenomenologia dell'immaginario jazzistico
Dal punto di vista storico, la conoscenza della musica afroamericana si basa sull'esistenza degli archivi, siano essi sonori, bibliografici o fotografici. E se pure i diversi livelli influiscono gli uni sugli altri, determinando le coordinate della nostra ricezione, è insolito che un progetto decida di farli volutamente cortocircuitare, incrociandoli e sovrapponendoli. Eppure è questa la sfida del presente libro: utilizzare le immagini come suggestioni narrative per ripensare il senso della vicenda jazzistica. Nella convinzione che insieme alla storia della musica il jazz abbia saputo rinnovare la nostra visione del mondo, dunque il nostro immaginario. Giocando sull'ambiguo legame che unisce la fotografia a quel microtesto che va sotto il nome di didascalia, a cui solitamente è consegnato il processo di elaborazione del senso, l'autore si prende la libertà di dilatare le didascalie fino a trasformarle in piccole narrazioni, ognuna delle quali parte da una specifica immagine, o da una sequenza di immagini, per cercare di delineare l'orizzonte di un più ampio immaginario. Prefazione di Paolo Fresu. -
Queen. We Will Rock You. Tutti i testi (1971-1991)
Le canzoni dei Queen sono veri e propri inni popolari incastonati nella cultura giovanile: dal 1971 i loro versi hanno fornito a migliaia di generazioni le parole per esprimere sensualità (Crazy Little Thing Called Love), nostalgie (Radio Gaga), ribellioni (I Want To Break Free) e vittorie (We are The Champions). L'amore appassionato di A Night At The Opera e A Kind Of Magic, gli inni da stadio di News Of The World e lo sperimentalismo di Jazz, senza dimenticare i toni operistici compresi nel singolo più venduto di tutti i tempi, Bohemian Rhapsody: il canzoniere dei Queen è un'infinita sequenza di emozioni da intonare in coro. Introduzione di Beppe Riva. -
Albe scure. Sguardi sulla cultura Subsonica
La musica dei Subsonica è un corpo vivo e mutante, in costante evoluzione, creato da cinque teste diverse e pensanti, attento a captare i segnali che arrivano dal mondo. La musica dei Subsonica è fatta di sangue e microchip, emozioni e concretezza, terra e aria, di rock, elettronica, melodia, reggae, dub, pop. È fatta dei beat delle notti torinesi e del piombo delle cronache italiane, si è abbronzata al sole delle spiagge della Giamaica e ha assorbito la nebbia e la pioggia di Bristol. Parlare dei Subsonica significa parlare di musica, ma non solo: parlare dei Subsonica significa entrare in un mondo e in una storia che partono dai Murazzi sul Po e si aprono a contenere mille luoghi, fatti, ascolti, letture e visioni. Torino, dove tutto è cominciato e dove tutto continua a succedere: i suoi luoghi, le sue notti, i suoi personaggi, il suo cielo, i suoi lampioni e i suoi portici, la città della Fiat, del grigio e della voglia di scappare e la città della cultura, della musica, delle luci e del futuro. Il passato musicale a cui guardare per apprendere e andare avanti, e il presente e il futuro di gruppo da cui imparare. Il cinema, i video, l'attenzione a ogni dettaglio visivo, l'immaginario forte e provocatorio, l'interesse per l'arte e le collaborazioni con registi e artisti. Il cyberpunk, lo sguardo sull'uomo del futuro e su un mondo ipertecnologico e straniante, la letteratura, i film, le musiche che raccontano un'umanità di carne e cibernetica...