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Con la gente di Ferramonti. Mille giorni di una giovane ebrea in ...
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Il «pataca». Un eroe romagnolo
Le imprese memorabili e i personaggi esilaranti della più celebre figura della Romagna, nella sua grullaggine e nel suo esibizionismo. Senza escludere il bello delle donne, così spesso espresso dalla parola più diffusa e terragna delle province romagnole. -
«Se fussero più ordinate, e meglio scritte...» Giovanni Battista ...
La raccolta Navigationi et viaggi curata da Giovanni Battista Ramusio uscì in tre volumi tra il 1550 e il 1559. L'intellettuale e uomo di Stato, amico e corrispondente del Bembo e di uomini di cultura di tutto il mondo noto, conoscitore di lingue antiche e moderne, finì per sovrapporsi o identificarsi con la sua stessa opera. Ma il ""Ramusio"" è in realtà un'antologia di testi di origine, lingua e cronologia molto diversa; senza contare che accanto ai colti Vespucci e Verrazzano troviamo figure di formazione più modesta come Alvise da Mosto o Giovanni da Empoli. Questo studio, oltre a restituire individualità a un campione scelto di tali autori, indaga il ruolo di Ramusio come curatore testuale e correttore, il cui sforzo, tutt'altro che velleitario, è teso a garantire decoro linguistico e uniformità stilistica a un'opera che costituisce il testo di riferimento per la geografia europea e mondiale della seconda metà del XVI secolo, eppure sorprendentemente esclusa dal nostro canone letterario. -
Gli ultimi guelfi. Linguaggi e identità politiche in Italia nella...
Chi erano i guelfi nel Quattrocento? Questo libro esplora reti, linguaggi e identità di parte in Italia nei decenni tra medioevo ed età moderna. Quattro contesti geografici e politici - Milano, Firenze, Genova, L'Aquila - e quattro momenti di crisi, diversi ma tra loro collegati, nei quali si muovono uomini (e qualche donna) abituati alla politica, che scrivono lettere intense e incalzanti come gli avvenimenti di cui sono protagonisti. Le loro storie illuminano le ragioni e le passioni del ""prendere partito"" e invitano a riflettere sul peso e il ruolo di ideologie e interessi nel motivare l'azione. Questo libro offre una nuova interpretazione della faziosità apparentemente irriducibile della società medievale, esplorando i rapporti tra autonomia politica e conflitto di parte e ragionando sull'esistenza di uno spazio politico ""italiano"" nell'era dell'ascesa degli stati regionali. Un libro di storia che si legge come un romanzo. -
I partigiani di Alì. Religione, identità e politica nel mondo sciita
Il ""risveglio sciita"" allarma l'Occidente. Sciita è infatti l'Iran, e anche la leadership irachena. Sciiti sono gli Hezbollah, il ""partito di Dio"", e i governanti siriani. Chi sono gli sciiti? Sono i ""partigiani di Ali"", colui che sarebbe stato indicato dal Profeta come suo legittimo successore e che, quando finalmente fu nominato califfo, venne spodestato da un tiranno usurpatore; il figlio Hussein cercò di riparare all'ingiustizia, ma la sua ribellione, insieme spirituale e politica, fallì: Hussein e i suoi seguaci conobbero il martirio a Kerbala. È questa la radice dell'identità e dell'etica sciita, che unisce l'intransigenza dei principi religiosi e politici, la disponibilità al sacrificio fino al martirio, a un'insopprimibile volontà di emancipazione da una vicenda storica fatta di oppressione e ingiustizia. Marginalità ed esclusione dal punto di vista economico e politico fanno degli sciiti ancora oggi i ""dannati della terra"" dell'Islam. La loro ""rinascita"", a partire dalla rivoluzione khomeinista del 1979, è quindi la vera novità di questi ultimi decenni all'interno del mondo islamico. È importante perciò comprenderne a fondo la natura complessa e contraddittoria: da un lato una spiritualità profonda e veemente, dall'altro una ricerca di modernità, di trasformazioni profonde. Con le componenti moderate e liberali dello sciismo si può intrecciare un dialogo: è ciò che auspicano gli autori raccontando in queste la storia e la cultura, fino alla contemporaneità, dei ""partigiani di Alì"". -
Tra cielo e terra. Economia e finanza nella Bibbia
Valore e prezzo, lavoro e retribuzione, debiti e crediti. Non serve essere raffinati biblisti per accorgersi che il Primo e il Nuovo Testamento sono disseminati di riferimenti economici. Occorre invece una lettura più attenta e libera da intenti dottrinali per capire che tali riferimenti non hanno esclusivamente, né prevalentemente, una funzione allegorica, ma più spesso narrativa o esplicativa e quindi sono riportati nella loro concretezza ""terrena"". La Bibbia, in altre parole, può essere letta anche come un robusto manuale di economia. Nel proporne una lettura in questa chiave, Tra terra e cielo unisce però diverse prospettive - storica, ermeneutica, filologica, esistenziale - che l'autore interseca senza forzature, anche quando li alterna a esperienze di vita personale o alle riflessioni di grandi figure della Chiesa di oggi, dal Cardinale Martini a Papa Francesco. Sempre attento a evitare la tentazione, da un lato, della lettura di carattere fondamentale e astorica e, dall'altro, dell'immediata traslazione del testo biblico nella vita corrente. Quella che prevale, invece, è sempre una visione dell'agire economico come generatore di equità e giustizia, la ricerca costante di ""un modo di ragionare sui fatti economici e finanziari ontologicamente diverso da quello a cui siamo abituati"". -
La realtà virtuale
È dalla fine degli anni '70 che mi interesso di informatica e, in particolare, di videogiochi. In questi ultimi dieci anni la tecnologia elettronica si è radicalmente trasformata, tanto da riuscire a farci credere di essere improvvisamente diventati ""vecchi"" rispetto alla nuova generazione. Se una volta la distanza generazionale si contava di trent'anni in trent'anni, oggi bastano solo cinque anni per sentirsi appartenere a un'epoca decisamente sorpassata. È per questo che ho deciso di scrivere questa guida, per aiutare chiunque a capire meglio quella che è ormai una realtà della quale dobbiamo tenere conto e che nel giro di pochi anni diventerà un modus vivendi, una condizione essenziale per comprendere meglio noi stessi e l'universo che ci circonda. Prefazione Alessandro Cecchi Paone. -
La Scuola di Francoforte. Una introduzione. Nuova ediz.
Nuova edizione per questo lavoro sintetico, ma chiaro e completo, intorno alle vicende e alla riflessione della Scuola di Francoforte. Un lavoro che colma una lacuna nel panorama editoriale italiano, non limitandosi, come di consueto, ai soli ""padri fondatori"" di quella Scuola, Adorno, Horkheimer e Marcuse, ma diffondendosi con ampiezza anche su figure considerate eccentriche, Walter Benjamin ed Erich Fromm, e prendendo in esame i cosiddetti ""francofortesi di seconda generazione"", tra cui Alfred Schmidt, Axel Honneth e soprattutto Jürgen Habermas. Oggi, ancor più che negli anni della sua originaria formazione, la Teoria Critica della Scuola di Francoforte si configura come una filosofia che «nega la realtà, ma non la rinnega». L'attenzione a quella teoria continua così a rivelarsi strumento fondamentale per comprendere l'attuale modello di produzione/riproduzione sociale e di consumo mercantile/esistenziale, nonché per avviare, forse, la costruzione di possibili nuclei di resistenza. -
Scrittura giocata. Lingua parlata, disegnata, scritta e giocata. ...
La riflessione sulle condizioni che rendono possibile il piacere di scrivere attraverso il gioco e sulle potenzialità della scrittura rispetto ad altri mezzi di comunicazione ci ha fornito lo spunto per raccontare, in maniera semplice e significativa, come sia possibile coinvolgere i bambini e motivarli a scrivere. Ecco perché abbiamo documentato alcune delle attività e dei percorsi da noi realizzati sia a scuola che in corsi di formazione per studenti ed insegnanti. Adottando la metodologia laboratoriale, intesa come modalità privilegiata non solo per la didattica ma anche per la formazione, abbiamo cercato di mettere in evidenza il perché e il ""come fare"" le attività di scrittura creativa, sostenendo l'idea che debbano essere gli insegnanti per primi a mettersi in gioco, a ""provare a fare"" sperimentando, producendo ed elaborando in un.ottica del ""se faccio capisco"". ""Sfogliando"" disegni, riflessioni, pensieri, narrazioni orali e scritte non solo dei bambini, ma anche degli insegnanti, abbiamo pensato ad un testo strutturato come manuale pratico che proponga strumenti di lavoro semplici ed efficaci, da trasformare in occasioni per scrivere. -
Storie che crescono. Le storie al nido e alla scuola dell'infanzia
Il libro, servendosi di un'ampia letteratura internazionale e di esperienze di intervallo e ricerca dirette consente di identificare i molteplici benefici della lettura nei primi anni di vita. -
Storie di giustizia minorile. Riflessioni e proposte
Come eravamo? Ecco la chiave di lettura per questo volume, che raccoglie scritti del ventennio 1993-2013, durante il quale si sono succedute leggi che a volte anticipavano il costume o lo seguivano affannosamente. Di loro e del conseguente impatto si trova eco nelle storie e nelle argomentazioni qui contenute, raggruppate in tre parti. La prima è dedicata all’ordinamento e comprende quei contributi che testimoniano lo sforzo di far emergere i diritti dei minori nel rapporto con la giustizia. La seconda riguarda l’infanzia, fascia d’età dove è più facile all’adulto usare violenza e dove compaiono i nuovi temi della procreazione medicalmente assistita e dell’omogenitorialità. La terza infine tratta dell’adolescenza, età difficile per la ricerca d’autonomia e i conflitti con i genitori, con la società o con la legge penale. Una seconda domanda segue la prima: dove stiamo andando? Qui la risposta è più difficile. Fare dei pronostici in Italia è compito arduo. Siamo a metà di un guado che molti cercavano di evitare. Molte certezze sono state abbandonate, altre se ne vanno cercando o si spera di trovare sull’altra riva. Ma si tratta di scrivere un nuovo patto generazionale in una scala dove manca un gradino, quello che si è ignorato trascurando le riforme proposte negli anni Ottanta. Colmare quella lacuna si è fatto molto più difficile, ma non per questo si deve rinunciare a pensare e proporre. -
L' angolo delle portulache
La storia di Gianna Borin e del fratello Toni è quella di due giovani trevigiani che, attraversando le tormentate e dolorose vicende della Resistenza e del regime fascista, si scoprono adulti. Le esperienze, i sogni, gli amori, gli ideali si mescolano e ci restituiscono il sapore e la visione di un'epoca in cui affondano le radici della nostra storia attuale. -
Non sono quelli delle stelle. Tra sapori e storie del Nordest, co...
Da diversi anni Arrigo Cipriani, in interviste e rarefatte apparizioni televisive, si è dato il compito di tenere alta la bandiera della buona cucina della tradizione italiana. Quella dei piatti che ogni giorno, secondo le ricette delle nostre genitrici e progenitrici, ancora si possono per fortuna assaporare in qualche costumata famiglia. La cucina che ""sa di casa"". Una delle regole auree di Cipriani è che in cucina non si devono far sembrare complicate le cose semplici, bensì far apparire semplici quelle complicate. Una regola, in verità, che si apparenta da vicino a ciò che, in altro contesto, Baldassar Castiglione nel Cortegiano definisce con il neologismo di sprezzatura: ""che nasconda l'arte e dimostri ciò, che si fa e dice, venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi"". Dove ""arte"" deve naturalmente intendersi con ""artificio"". Non ci sono invenzioni da fare, perché la buona cucina, che piace a Cipriani, è prima di tutto cucina di servizio: al servizio di chi ne beneficia e ne gode, in famiglia o al ristorante. E in quest'ultimo caso, deve appagare il cliente, non la vanità dello ""chef"". Nuova edizione con prefazione di Arrigo Cipriani e il suo decalogo della ristorazione tradizionale. -
La bellezza per il rospo-Beauty according to the toad. Ediz. bilingue
Questo libro è una rete: una rete di esperienze, una rete di persone, una rete di parole. Una rete instabile e apertissima…rnrnTutti i suoi contenuti sono collegati a una tematica, ampia, ambiziosamente sfuggente, decisamente multidisciplinare, ma tutto sommato definita e comprensibile…Questo libro è parte di una rete a maglie disomogenee, con molti incroci ma pochi nodi, con molti buchi da cui si guarda e si esce fuori, e molti fili in attesa, disposti a essere prolungati: una rete estesa e aperta. Una rete che punta a disporsi nello spazio intermedio tra i centri culturali potenti, e le micro-reti, personali, locali, identitarie, spesso ripiegate sulla difensiva. A quelli che della venustas hanno sentito parlare e che si chiedono però di cosa parliamo quando parliamo di bellezza dell’architettura e della città, oggi, in un tempo in cui il mercato e la democrazia imperano e vacillano contemporaneamente. In un tempo in cui moltissime città non sono più l’integrazione perfetta di urbs e civitas. Ma anche in un tempo in cui l’architettura e la città dimostrano, nonostante tutto, una straordinaria vitalità. -
Le stagioni delle case popolari a Napoli. Un secolo di interventi...
Che la periferia del Novecento abbia bisogno di riparazioni e sviluppo non c'è alcun dubbio così come è evidente la sofferenza sociale causata dalla cessazione di adeguate politiche abitative statali, dal degrado della periferia e dalla mancanza di alloggi a basso fìtto per i poveri. Possedere una casa stabile e decente è stato per un secolo un forte desiderio sociale che lo Stato ha spesso esaudito ai meno abbienti secondo le sue diverse politiche e sensibilità sempre improntate a mitigare una discriminazione sociale non accettabile. Dare una casa a tutti, è stato l'obiettivo ideologico perseguito durante il secolo scorso ed è stato anche un importante tema architettonico incentrato sul miglioramento dello spazio domestico e sulla creazione fìsica e psicologica di condizioni civili per lo sviluppo sociale e comunitario, col quale si sono misurati grandi architetti e urbanisti. Dal rione Vittorio Emanuele III alle Vele di Scampia, il percorso delle case popolari a Napoli ha fatto grandi passi quantitativi ma pochi passi nella direzione del miglioramento abitativo e relazionale. Il racconto di ciò che è avvenuto nel Novecento nel campo dei quartieri serve non solo a capire meglio il rapporto architettura/società, con tutti i populismi e la xenofobia di oggi, ma anche a progettare efficacemente riparazioni, trasformazioni e sviluppo necessario, con una nuova attenzione a una partecipazione sociale che appare diffìcile ma indispensabile. -
Housing in Italia. Dalle case popolari all'edilizia sociale priva...
Un secolo di leggi speciali sull’edilizia hanno prodotto un panorama di interventi pubblici che ha formato la periferia italiana del Novecento, una periferia, in gran parte dei casi, poco attraente che come dice il premio Nobel Wole Soyinka “è vicina e ci sta guardando, e non vuole più stare ai margini”. Questa parte di città ha avuto stagioni diverse di formazione, ma è indubbio che la sua storia artificiale e poco razionale ci restituisce, come in uno specchio, la nostra immagine di modernità incompleta che riteniamo ci appartenga poco. Questo volume di Stenti vuole approfondire le diversissime esperienze di costruzione della periferia italiana, esaminando gli esempi migliori, ma mettendo anche in luce gli errori che hanno prodotto fratture e incomprensioni con la città storica. Introduzione di Vieri Quilici. -
Architettura e Mediterraneo. Premio Luigi Cosenza «under 40». Edi...
Nell’anno di Procida Capitale della Cultura 2022 si è deciso con la Fondazione Annali dell’Architettura e delle Città di fare un’edizione speciale del Premio Luigi Cosenza “under 40”, nato nel 1990 da un’idea della CLEAN e dell’architetto Benedetto Gravagnuolo con l’intento di mettere in campo un evento che fosse una ribalta per la nuova generazione e un’occasione di promuovere la buona architettura. In questo catalogo sono raccolti i progetti vincitori e tutti i progetti partecipanti al Premio. È stata anche un’occasione, anche se parziale, per capire in che direzione si muove l’architettura di architetti e ingegneri italiani della nuova generazione. -
Luigi Franciosini. Taccuini di architettura. Ediz. illustrata
Con la mostra dedicata al ruolo del disegno nella ricerca progettuale di Luigi Franciosini, architetto e professore dell’Università degli Studi Roma Tre, si consolida una significativa attività culturale attraverso la quale il DiARC di Napoli promuove mostre di architettura su progetti di figure di spicco nel dibattito architettonico contemporaneo, intese come occasioni per sviluppare riflessioni sull’architettura, sul progetto in tutte le sue forme, e sul suo insegnamento. Il tema della mostra riguarda lo sviluppo del processo ideativo e costruttivo di un progetto di architettura attraverso lo strumento specifico del disegno a mano. Nel percorso formativo di un giovane allievo di architettura, imparare a disegnare è un momento fondativo per studiare e guardare con occhi critici le città, gli edifici, il paesaggio. Nei disegni di Luigi Franciosini l’incertezza è irrequietezza, ossessione di verità, vivacità quasi sfrenata, proprio di chi è mosso da una brama, un desiderio smodato, come un impulso irrefrenabile di una mente ricca, complessa, passionale, sempre in cerca di nutrimento che, una volta nutrita, si tormenta per restituire quel nutrimento in forma. -
Mies. Nicht mehr ist
Mies, lettore di Nietzsche, in particolare dello Zarathustra e del noto passo sul superamento della grande città, sa che le definizioni dell’architettura sono vuote maschere, incapaci di determinare identità urbane essendo la metropoli manifestazione di una potenza da superare oltre ogni volontà di ordinarla. Emerge qui la distanza tra l’ordnung di Hilberseimer rivolto all’esattezza e quello di Mies che comprende il caso, essendo il disordine stesso un ordine misconosciuto. È altresì la coniugazione guardiniana di Platone e Nietzsche, dell’ideale e della vita, secondo cui l’essenza delle cose è immedesimata nella loro esistenza, a trovare riscontro in Mies nell’idea che sia nella concreta esperienza artigiana della materia a trasmigrare l’arché, sì che la volontà d’ordine, il rovello di riportare il caos della metropoli al kósmos, non possono essere letti alla luce di alcuna ragione o istinto, quanto nel quadro dell’intenzione ad acquisire l’essere inconnotato che anima gli enti, che pure anima la tecnica. Ed è frequentando la ricerca teologica del Guardini, che egli rinnova una versione mistica secondo cui è la rinuncia del sé ad esaurire ogni approssimazione alle cose. «Less is more» non è quindi la frase che induca un nuovo stile come è nell’interpretazione americana, quanto la cattiva traduzione di «nicht mehr ist», «il nulla è più». -
Forme di case e quartieri residenziali. Ricerche sperimentali per...
Questo libro porta a compimento un lavoro di ricerca sviluppato all’interno del Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Padova e si riferisce all’interesse maturato verso le tecniche di progettazione degli insediamenti residenziali. La ricerca si esplicita con la proposta di una serie di ipotesi progettuali sviluppate in alcune aree comprese tra Locorotondo e Cisternino in Puglia. Si assume centrale l’idea di costruire luoghi che si confrontano con condizioni geografiche e culturali specifiche: lo spazio rurale della Valle d’Itria. I progetti tendono a verificare principi e tecniche per insediamenti residenziali inseriti all’interno di un paesaggio antropizzato dove le architetture costruite palesano un’antica e radicata cultura dell’abitare. I quartieri diventano lo strumento per studiare i modi di costruire la città moderna, i suoi luoghi, i suoi spazi a partire dalle condizioni di necessità del luogo, dalla memoria e identità di cui i luoghi sono fatti. La ricerca si sviluppa in tre fasi. La prima approfondisce l’interesse per i caratteri del luogo, le forme d’architettura che hanno contribuito a determinare il carattere del paesaggio costruito. Questa è stata la condizione necessaria alla comprensione della relazione che sussiste tra la forma degli edifici e le ragioni di fondo che ne motivano il carattere, individuato nella specifica cultura dell’abitare. I risultati della prima fase della ricerca hanno permesso di mettere a punto forme di case che assumono dai caratteri del luogo le ragioni della loro definizione architettonica e formale secondo un’interpretazione del reale che non consiste tanto nella riproposizione mimetica di architetture radicate nel luogo, ma nella comprensione dei principi e regole che soggiacciono alla logica della costruzione delle forme della realtà. Il passaggio dalla seconda alla terza fase corrisponde alla definizione di quartieri residenziali la cui struttura e forma derivano dalla composizione del tipo abitativo risolvendo la riconoscibilità formale del quartiere nella relazione che lega la morfologia alla tipologia abitativa.