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Viale del Policlinico
Lorenzo, romano, è studente a Medicina e si trova nel pieno di una di quelle crisi di identità ben note agli universitari del post-sessantotto. A un passo dalla laurea, si sente ormai del tutto fuori dal mondo studentesco, che gli brulica intorno svagato e pieno di conformismi inconsapevoli; però sa che la vita professionale adulta che l'aspetta è un appuntamento inevitabile con un sé sconosciuto e inquietante. Ad aggravare malinconie, ansie e straniazione, c'è il momento storico in cui Lorenzo si trova del tutto immerso: la metà degli anni Settanta, quando il movimento studentesco inizia a risentire di sfinimento e delusioni, mentre intorno scoppiano i primi fuochi del terrorismo e continuano nelle piazze le stragi dai mandanti occulti. Tra lezioni, visite in corsia col codazzo di assistenti e allievi, e un dibattito del Collettivo studentesco che sta per occupare la facoltà, Lorenzo con un suo amico fa una scoperta raccapricciante. Il professor Mori, luminare di ematologia, è trovato ucciso in un modo rituale: lui, medico del sangue, morto dissanguato. E non sarà quella l'unica cerimonia nera con simboliche liturgie e vittime altrettanto illustri. La forza delle circostanze coinvolgerà Lorenzo nella sequela di vendette in camice bianco. La sua esistenza, amicizie studi amori, ne sarà sconvolta fino a quando la verità non emergerà dalla sequenza di sangue. -
Tra le vite di Londra
La Londra che non c'è più, la città proletaria e miserabile dei docks del Tamigi pieni di barche e affollati di scaricatori; le misere stanze sovraccariche di avventure di Poplar o della Isle of Dogs: gli orfani e i vecchi su cui incombe lo spettro degli ospizi di mendicità di dickensiana memoria, ancora, negli anni Cinquanta del Novecento; la lingua, l'orgoglio, la civiltà, forse, Cockney: vite di Londra come le ha viste e racconta la giovanissima levatrice laica andata a lavorare tra le suore di Nonnatus House. In questo secondo, ""Tra le vite di Londra"", dopo il primo volume ""Chiamate la levatrice"", la memoria dell'infermiera Jenny continua a dipingere, come un pennello forte e gentile, l'affresco dell'East End londinese quand'era povero. Il tempo è quello in cui il Sistema Sanitario Nazionale muoveva i primi passi contro la grande disgregazione. Molte sono le storie e i ritratti che accendono tutta la gamma del realismo, dalla commozione alla comicità. Così nel racconto l'eroismo delle giovani operatrici si accompagna ai retroscena teneri e maliziosi delle loro vite private; il pathos della denuncia sociale non manca del colore ironico dato dalle stravaganze delle suore benigne del convento; e sempre la verve narrativa fa sentire sotto ogni parola comunque la curiosità di chi ama la vita. -
La morte mi è vicina
Un nuovo mistero tra le mani dell’ispettore Morse, una giovane, attraente donna è morta, uccisa con un colpo di pistola esploso attraverso la finestra del soggiorno di casa sua. Due indizi lo instradano inizialmente: un criptico messaggio che cela data, ora e luogo di un appuntamento, e una foto con uno sconosciuto dai capelli grigi.rnrn«“Non mi ha ancora detto che cosa pensa di questo Owens, il vicino della donna assassinata”. “La morte ci è sempre vicina” disse Morse con espressione seria. “Ma adesso lasci perdere e pensi a guidare, Lewis”»rnrnUna giovane, attraente donna è morta, uccisa con un colpo di pistola esploso attraverso la finestra del soggiorno di casa sua, una delle poche costruzioni di un breve viale in cui i vicini si conoscono tutti e sanno tutto di tutti. Due indizi instradano inizialmente l’ispettore capo Morse: un criptico messaggio che cela data, ora e luogo di un appuntamento, e una foto con uno sconosciuto dai capelli grigi. Un terzo indizio che si aggiunge in seguito appare più promettente: un possibile errore di percorso dell’assassino. Poiché tutto è vago e fuori posto in questo nuovo mistero tra le mani dell’ispettore della Thames Valley Police. Non sembra esserci un motivo solo per cui Rachel James, la vittima, sia stata eliminata. Il modo in cui è stato fatto è distorto e sproporzionato ma sembra quello di un professionista. L’indiziato numero uno manca del movente e i suoi tempi non si incastrano con quelli del delitto. I testimoni sono drammaticamente reticenti in quel breve viale, quasi un cortile, della morte. E tutto, soprattutto, sembra perdere i propri chiari contorni dentro la melassa di buone maniere, ipocrisie, complotti e trappole della upper class intellettuale di Oxford: il vecchio rettore di uno dei maggiori college sta, infatti, per «appendere la toga al chiodo» e deve essere eletto il suo successore, così le mogli, gli amici, le amanti e i sostenitori dei due candidati non si negano colpi micidiali. Che stia nascosta in quel nido di serpenti la verità?rnNaturalmente, Morse alla prima non ci prende. Ma «quasi sempre la mente di Morse raggiungeva l’apice della creatività quando una delle sue ipotesi astruse e improvvisate veniva rasa al suolo». Inoltre sempre vigile a sostenerlo c’è il suo vice Lewis. Il rapporto tra i due è il motore dell’azione: Morse è un persecutore inventivo e malinconico, Lewis è paziente e dotato di un robustissimo principio di realtà.rnColin Dexter è il maestro del poliziesco inglese di stampo classico, cioè deduttivo. Alla tipicità del genere e alla caratteristica intelligenza dell’intrico, aggiunge un andamento del racconto fatto di ironie eleganti e sottintesi che rendono complice il lettore e lo divertono, il più delle volte alle spalle del principale bersaglio dell’umorismo dell’autore: la classe agiata e le sue maniere.rnTitolo originale: Death Is Now My Neighbour (1996). -
Il talento del cuoco
Nelle cucine di un ristorante di lusso a Zurigo lavora Maravan, un giovane tamil che viene dallo Sri Lanka. Come molti suoi connazionali è fuggito dalla guerra per giungere in Europa, sperando nell'asilo politico e con la responsabilità di sostenere la famiglia rimasta in patria. Nel ristorante gli vengono assegnati solo i compiti più umili e noiosi, ma lui non se la prende. Ha un carattere amabile e ottimista, possiede una fede devota, con i suoi riti e le sue divinità, e soprattutto è un cuoco dall'olfatto e dalle qualità straordinari. La prima a scoprirlo è la disinibita Andrea, una cameriera dello stesso locale. Per lei Maravan cucina il vero curry, ispirato alla tradizione culinaria di famiglia con qualche personale innovazione. La ragazza, nel corso di una cena indimenticabile, avrà un'idea che cambierà il loro futuro: dovranno mettersi in proprio e aprire una ditta. Si chiamerà «Love Food» e proporrà un Love Menu, consegna a domicilio di raffinati manicaretti afrodisiaci capaci di stimolare il desiderio delle coppie annoiate. I primi clienti arrivano grazie a una terapista specializzata, ma la voce si sparge rapidamente. In un contesto che diviene sempre più instabile e ingiusto, i piaceri del corpo, della mente, del palato sono merci preziose e le sensuali ed efficaci ricette di Maravan sanno restituire gusto ed emozione alle serate di coppie abbienti, a personalità della politica, a uomini d'affari in cerca di sensazioni forti. Ma attraggono anche figure ambigue, che vivono ai margini del potere e della ricchezza... ""Il talento del cuoco"" racconta con tono sagace, ironico e riflessivo l'aspra complessità di un ingranaggio sociale che rimescola il destino di persone lontane e diverse e le porta sullo stesso palcoscenico, in uno spazio in cui i gesti e le parole di ognuno riguardano e influenzano le vite degli altri. E allora tra noi e loro, tra gli abitanti di nazioni e città che si vogliono solide e antiche, e quei popoli che crediamo spuntare dal nulla per turbare il nostro ordine e il nostro benessere, nasce un legame profondo, che ha bisogno di una scoperta continua, di una curiosità che può svelare quei mondi quasi del tutto invisibili che convivono quotidianamente accanto a noi. -
Alfonsina e la strada
Il romanzo di Alfonsina Strada, la storia e le avventure della ciclista che per prima sfidò il maschilismo sportivo partecipando, unica donna, al Giro d’Italia del 1924.«Ciò che più la affascina è il lato privato, intimo di questa donna che, nata alla fine dell’Ottocento in una famiglia contadina poverissima, in mezzo ad altri dieci tra fratelli e sorelle, riesce a superare i propri limiti» – RobinsonNel 1924 il Giro d'Italia rischia va di non partire. Gli organizzatori non erano in grado di far fronte alle richieste economiche delle squadre e queste risposero con una diserzione in massa. Celebri campioni come Girardengo, Brunero, Bottecchia non avrebbero gareggiato; gli atleti dovevano iscriversi a titolo personale e la corsa rischiava di passare inosservata, con grave danno per gli sponsor. Occorreva qualcosa di eclatante, e si decise di accogliere la richiesta di una donna di trentatré anni che insisteva da tempo per partecipare. Si tratta va di Alfonsina Strada, aveva già affrontato due Giri di Lombardia. Il tracciato della competizione attraversava la penisola per oltre 3.000 chilometri, gli iscritti furono 108, al via se ne presentarono novanta, e fra questi c'era Alfonsina. Solo in trenta completarono la gara. Il romanzo racconta la sua storia, dai tempi duri e affamati di Fossamarcia, nei pressi di Bologna dove n acque nel 1891, fino al 13 settembre del 1959, giorno della sua morte. In mezzo ci sono due guerre mondiali, la Marcia su Roma cui prese par te uno dei suoi fratelli, e poi D'Annunzio che le regalò una stella d'oro, Mussoli ni che volle darle un'onorificenza da lei mai ritirata, una medaglia che la zarina Alessandra le appuntò personalmente al petto. E gli anni passati a esibirsi nei circhi d'Europa e due matrimoni, il primo a 14 anni, l'unico modo per andar via di casa perché i genitori le volevano impedire di gareggiare. Il giovane marito era Luigi Strada, di professione meccanico, uomo dalla psicologia molto fragile. Le offrì un amore sincero, lei ne mantenne per sempre il cognome. Dalla povertà alla fama all'oblio, Alfonsina è stata una pioniera della parificazione tra sport maschile e femminile. Simona Baldelli ha trovato lo sguardo e la voce per trasformare la sua epopea in un romanzo attento alle verità della Storia e sensibile alle sfumature dei sentimenti, creativo nella struttura e libero di intrecciare i fatti concreti con l'invenzione necessaria al gesto letterario. Accade allora che nelle sue pagine Alfonsina prenda vita e ci mostri, nella scoperta di un'impresa faticosissima e anticipatrice, il ritratto di una donna che mai volle porsi dei limiti. -
Roulette russa. La vita e il tempo di Graham Greene
Una vita straordinaria che affascina e appassiona come il più avventuroso dei romanzi. La più recente, accurata e coinvolgente biografia del grande scrittore inglese.rn«Finalmente Graham Greene ha un biografo alla sua altezza» - Evening Standard«Tomo notevole, che implica con rigorosa maestria il dominio letterario e vitale di un monumento della narrativa, autore di atavici, surreali e premonitori capolavori come Il nostro agente all'Avana, Il potere e la gloria e Un americano tranquillo» - Antonello Guerrera, RobinsonrnGraham Greene è stato uno dei più importanti, influenti e prolifici autori del Novecento. Amato da Sciascia, Dürrenmatt, le Carré, McEwan, per l’affinità di temi in cui il mistero ammanta l’indagine sulla Giustizia, per la coltivazione del dubbio elevata a morale dei suoi romanzi pieni di colpevoli, per il fluire della prosa ricca e avvincente. Accanto alle storie memorabili che ha creato, accanto al suo essere scrittore, è incredibile e affascinante la storia stessa della sua esistenza. Rappresentarla, come fa questa biografia, significa mettere in scena un dramma in cui sono molti i personaggi chiamati alla ribalta: Greene, il bambino maltrattato dai compagni di classe, lo studente insicuro, con un padre preside e una madre bellissima; Greene, l’universitario dissoluto, oppresso dalla noia, e afflitto da disturbo bipolare; Greene, il giornalista viaggiatore, che rischia la vita più volte, in Vietnam, in Africa; Greene, il militante dei diritti umani, amico di Fidel Castro e dei combattenti per la libertà del Sudamerica; Greene, l’amante di mille tradimenti, il marito che non poteva divorziare, e compagno per decenni di un’altra donna; Greene, lo «scrittore cattolico» come era definito, ripetutamente tentato dal suicidio, sempre diviso dal dubbio e dal tormento della fede, affezionato ai preti dei suoi libri, individui spesso moralmente decaduti; Greene, l’inglese nel pieno della Guerra fredda mai troppo deciso su da che parte stare; Greene, l’editore, lo sceneggiatore e critico cinematografico, il frequentatore del jet set; Greene, l’agente dei servizi segreti britannici, amico per sempre di Kim Philby, il doppiogiochista a favore dell’URSS. Molti Greene, forse troppi. E infatti la contraddizione, la multiidentità, l’avventura sono la sua cifra. Tutti questi lati contrastanti vivono in simbiosi con la creatività del narratore. Quello che gli succede incide su quello che scrive, quello che scrive incide su quello che gli succede. Questa sofisticata e avvincente biografia è la più aggiornata grazie alle migliaia di lettere e documenti recentemente scoperti.rnUn ritratto dello scrittore mentre vive, dettato anche da quella simpatia per l’uomo dietro l’artista, che chiunque lo conosca non riesce a non provare. -
Genesi dell'antisemitismo
Un saggio agile con una scrittura polemica e piena di vivaci variazioni stilistiche che si interroga su quali siano le origini profonde dell’odio antisemitico.Capire «le origini profonde – e troppo spesso nascoste – dell’odio antisemitico», «per quali cammini segreti, se non misteriosi», si è forgiato quello spirito che poi, dalla «notte dell’anno Mille», inizierà a produrre sofferenze patetiche in progressione crescente. Questa genesi, con i suoi pregiudizi, non è propriamente pagana, ma cristiana, e non di un cristianesimo di base ma ecclesiale, teologico, dall’alto. E a evolverlo non è stato un cammino lineare, semplicemente dottrinario e sociale, ma si è sviluppato sulla base di un articolato sistema di potere e generatore di potere. Esso parte dalla creazione di alcuni concetti, di varie categorie ideali negative da applicare, i quali dall’alto sono diffusi a impregnare le mentalità profonde; e tutto questo sfocia in pratiche sugli esseri umani in carne ed ossa, costanti, rituali, che alimentano retroattivamente sia la forza del pregiudizio sia la diffusione di una mentalità ostile che così diventa quasi, in ambiente cristiano, un subconscio antisemita.Scrive Luciano Canfora nell’Introduzione a questo volume: «Un ruolo decisivo nel tenere in vita, alimentare e difendere questo genere di pregiudizî aggressivi fu svolto dal cristianesimo, la cui deriva antiebraica andò di pari passo con la crescita di potere – culminata nel IV secolo d.C. Ben si comprende allora perché il libro di Jules Isaac (1877-1963) verta essenzialmente sul peso negativo dell’antisemitismo cristiano. E si apre con un’efficace considerazione di Jacques Maritain. Né va dimenticato il ruolo che proprio Isaac ebbe tra le forze intellettuali che prepararono la svolta epocale del Concilio Vaticano II».Genesi dell’antisemitismo affronta il tema in due parti. La prima dedicata all’età pagana; la seconda ai secoli cristiani fino alla svolta del Mille. È un’indagine che fonde in sé più piani: l’erudizione storica mai separata dalla grande sintesi interpretativa, l’esame delle scritture quali testimonianze principali degli atteggiamenti più antichi, e una attualissima, quasi precorritrice, analisi e storia dei sistemi di pensiero e del loro sfociare in dominio.È anche un libro, come scrive l’autore, «di passione». Per la prosa calorosa e discorsiva; per il recente passato di massima e bestiale persecuzione nazista (il libro è degli anni Cinquanta del Novecento); e perché lo anima una forte speranza di dialogo e conciliazione. Jules Isaac fu fondatore dei Gruppi di amicizia giudaico-cristiana, precursore, anche in questo, del dialogo tra le religioni, promosso dalla Chiesa da qualche decennio, e del riconoscimento ecclesiastico autorevole della piena e antica fratellanza tra le due religioni della Bibbia. -
Figli, figlie
Una madre, una figlia, la sua compagna, tre donne ma una non può e non vuole esserlo. Tre punti di vista diversi, inattesi, radicali. Lucija, la figlia, è costretta da un incidente a vivere segregata nel proprio corpo e immersa nel proprio pensiero. Nell’inerzia assoluta delle membra ma nella mobilità dello sguardo e della sensibilità prende atto di cosa significhi essere prigionieri di se stessi e degli altri, subire la volontà e i desideri altrui. Attorno a lei si muovono sua madre e Dorian, che dopo Lucija prendono la parola per raccontare la propria storia. Dorian quando incontra Lucija è ancora Dora, una donna con dentro un uomo, poi ha scelto di iniziare la transizione della propria identità; da quando ha l’aspetto di un uomo tutto è cambiato nella sua vita, «basta alzare la mano, richiamare l’attenzione perché si venga presi sul serio, pagati di più, perché non si venga derisi, sfruttati, non si diventi oggetto di battute». Dorian comprende e ama Lucija ma non è mai stato accettato dalla madre di lei, perché per questa donna la reazione naturale nei confronti del diverso è reprimerlo, ripudiarlo e punirlo. Eppure soffre a sua volta, succube da sempre della dittatura dell’altro: del padre, del marito, della suocera, della società. È una madre con due figli, Tomislav e Lucija, un maschio e una femmina: non li uccide come Medea, ma li divora per amore. Quando sarà lei a raccontarsi restituirà uno straordinario resoconto della propria vita segnata da ruoli e doveri, silenzio e dolore.rnIn Figli, figlie, Ivana Bodrožic immerge i suoi personaggi nella violenza trasmessa dalla famiglia e dalla società senza cercare facili colpevoli. La sua è una storia delicata e drammatica, narrazione di corpi, femminili e maschili, di aspettative biologiche, sociali, ideologiche, dei limiti che pongono nella ricerca del proprio carattere e del proprio destino. È un’opera che è stata acclamata per il suo stile e la forza emotiva, che mai accoglie tesi scontate e prive di sostanza, e che racconta una delle storie d’amore più tenere e tormentate della recente letteratura europea. -
Deuteronomio
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La casa degli Atellani e la vigna di Leonardo-The Atellani house ...
Assieme al Cenacolo e a Santa Maria delle Grazie, l'attuale Casa degli Atellani è, seppur modificata nei secoli, l'unica traccia tuttora presente del quartiere sognato da Ludovico il Moro, e l'ultimo edificio dell'attuale corso Magenta che mantenga parte dell'aspetto che presentava durante il Rinascimento. Gli Atellani che l'abitarono furono grandi protagonisti della vita sociale e politica nella Milano al tempo degli Sforza, dinastia cui rimasero encomiabilmente fedeli fino alla fine, nella buona e nella cattiva sorte"" Da Leonardo da Vinci a Ludovico il Moro, le loro biografie si mescolano a quelle di moltissimi protagonisti ed eventi maggiori e minori di quella storia d'Italia. -
Paolo. L'uomo che inventò il Cristianesimo
Personaggio cruciale e misterioso al contempo, uomo di intelligenza, forza e volontà fuori dal comune, Saulo di Tarso, meglio conosciuto come Paolo, fu colui che raccolse l’irripetibile magistero di Gesù di Nazareth e lo canonizzò, forgiando il Cristianesimo per come lo conosciamo oggi. Fine mediatore da un lato, ma decisionista politico dall’altro, Paolo seppe traghettare un’esperienza spirituale in un’istituzione storica giunta più o meno immutata fino ai nostri giorni, assurgendo così a figura fondamentale di tutto il mondo cristiano. In questo suo nuovo libro, al contempo saggio e narrazione, quindi sicuramente ascrivibile al genere della narrative non fiction, Corrado Augias ci offre una cronaca meravigliosamente raccontata: con la sua capacità di ricostruire e analizzare la Storia e la sua attitudine divulgativa, Augias ripercorre la vicenda di Paolo, nei momenti topici della sua vita pubblica e religiosa che ce lo hanno fatto conoscere come l’uomo che “inventò il Cristianesimo”. -
La trinità
Si ripropone qui a oltre trent'anni dalla sua prima pubblicazione (1967) la trattazione della dottrina della Trinità ad opera di uno dei teologi più importanti del nostro secolo; opera che si può considerare ormai un classico. In questo trattato, Karl Rahner analizza il posto che occupa la dottrina della Trinità all'interno della teologia cattolica e sviluppa una sua lettura di questa dottrina in modo molto originale e innovativo, a partire dal suo ormai famoso assioma: «La Trinità economica è la Trinità immanente, e la Trinità immanente è la Trinità economica». -
La spiritualità. Forme, fondamenti, metodi
Questo Manuale di spiritualità si articola in tre parti e si propone come accesso metodologico allo studio della spiritualità. Trattazione unica nel suo genere, offre una introduzione fondamentale per tutti coloro che intendono occuparsi, in modo scientifico, di questioni relative alla spiritualità cristiana. Il tema ""Spiritualità"" è andato ponendosi sempre più al centro della ricerca di una religiosità autentica e di una fede capace di cogliere i ""segni dei tempi"". Quest'opera mette a disposizione un panorama aggiornato sulla situazione internazionale degli studi in questo campo. Nella prima parte - Forme - si affrontano interrogativi di fondo: Quali sono le principali forme di spiritualità esistenti e come si possono descrivere? Come leggere testi di natura spirituale? Quali temi caratterizzano la spiritualità? Come si apprende l'arte dell'accompagnamento spirituale? E inoltre vengono presentate, nelle loro reciproche relazioni, tre forme principali di spiritualità: la spiritualità del laicato, vissuta all'interno dell'ambito familiare; la spiritualità istituzionalizzata, nelle sue forme pubbliche; i (contro)movimenti, che appaiono al di fuori del sistema condiviso religioso e culturale. Nella seconda parte - Fondamenti - si pone la domanda centrale: Che cos'è in realtà la spiritualità? E si tenta di dare un risposta a questa fondamentale domanda dall'interno di due prospettive: dall'interno della spiritualità vissuta, e dall'interno della disciplina della spiritualità. Nella terza parte - Metodi - si illustrano i metodi della ricerca scientifica sulla spiritualità e vengono delineate quattro strategie d'indagine: la descrizione, l'ermeneutica, la sistematica, e la mistagogia. -
Storia della teologia
Dai vangeli ai padri della chiesa, dalle lettere di Paolo alle Confessioni di Agostino, dagli eremiti del Vicino Oriente all'eresia ariana, da Anselmo alla scuola francescana del XIII secolo, fino a Tommaso d'Aquino e ai suoi avversari - Duns Scoto e Occam -, dalla Riforma luterana e calvinista al Vaticano II e fino a Joseph Ratzinger: in questo libro vengono presentate e analizzate le scuole di pensiero, le dottrine, le correnti (talvolta contrapposte) della teologia cristiana. La sfida, per gli ideatori del volume, era quella di presentare una storia niente affatto breve in poche pagine e sintetizzare dibattiti complessi in poche parole chiave. Quest'opera si rivolge a coloro per i quali la teologia resta una sconosciuta, una questione da credenti, il recinto degli eruditi. -
Teologia morale fondamentale
L'opera si presenta come un corso di teologia morale fondamentale caratterizzato da una particolare attenzione alla dimensione storica dell'agire, dall'esigenza di superare l'etnocentrismo aprendosi alla pluralità delle culture morali, dalla necessità di assicurare l'oggettività dell'agire sempre all'interno di un contesto relazionale. Quest'ultima caratteristica si estende anche a livello epistemologico, mettendo costantemente la teologia morale alla prova delle altre scienze (e viceversa). Lo studio intende offrire alla persona gli elementi necessari per operare il discernimento morale, alla luce della fede cristiana, nella complessità della vita di ogni giorno. «Da qui un punto catalizzante l'intera riflessione: la rivalutazione della centralità della coscienza morale, apprezzata nella sua ricchezza che va oltre la semplice dimensione funzionale - quella di una macchina distributrice di giudizi e decisioni -, per assumere invece il ruolo di regia di tutta la vita morale. Non si deve affatto temere di sottolineare il potere della coscienza che determina la qualità morale dell'agire e integra l'universo degli elementi moralmente significativi sotto il dominio dell'esperienza della moralità personale. Infatti, più cresce la rilevanza della coscienza morale, più cresce la responsabilità della sua formazione, impostata a partire dalla consapevolezza reale e vissuta dell'importanza dei valori in quanto tali. Del resto, l'autenticità e la credibilità della norma sono determinate proprio dalla sua reale capacità di presentare il valore in termini di esigibilità morale incondizionata» (C. Zuccaro). -
La luce del nulla. Sulla possibilità di una nuova esperienza religiosa
È ancora possibile un'autentica esperienza religiosa nell'epoca del nichilismo, nell'epoca dell'assenza e della morte di Dio? Il rapido ma denso libro del filosofo Bernhard Welte, uno dei più noti discepoli e studiosi di Heidegger, parte da questo interrogativo, che s'impone per il venir meno dell'esperienza religiosa nella cultura del nichilismo. Ma, con una puntuale e suggestiva analisi, il filosofo mostra che là dove vien meno l'esperienza religiosa subentra l'esperienza del nulla. E si tratta di un'esperienza ambigua, che può rovesciarsi nel positivo di una nuova esperienza religiosa, in cui il nulla è avvertito come l'abisso di vita infinita che a tutto conferisce senso. Anche dall'esperienza del nulla può trasparire la luce e offrirsi, così la possibilità di una nuova e singolare esperienza religiosa, di cui si esibiscono alcune testimonianze e si mostra l'importanza storica e pan-ecumenica per il futuro dialogo tra le religioni. Un lucido testo, cha dà una chiave positiva di lettura del fenomeno del nichilismo contemporaneo, del quale Giorgio Penzo, nella Postfazione, traccia un panorama storico-teoretico. -
Introduzione alla filosofia della religione
Perché si vive? La filosofia sgorga da questo enigma, senza ignorare che la religione cerca di rispondervi. Il compito di una filosofia della religione è quello di meditare sul senso di quella risposta e sul posto che essa può avere nell'esistenza umana, sia individuale che collettiva. La filosofia della religione vuole essere una riflessione sull'essenza dimenticata della religione e delle sue ragioni (o non-ragioni). Da dove viene, in effetti, questa forza della dimensione religiosa che l'attualità è lungi dallo smentire? Essenziale panorama storico dalle origini e da Platone fino ad Heidegger. -
Gesù, gli ufo e gli alieni. L'intelligenza extraterrestre come sf...
""La probabilità che gli extraterrestri esistano può essere controversa, ma questo non depone affatto contro la possibilità della loro esistenza. Anche solo questo offre un valido argomento per riflettere teologicamente sulle conseguenze e le implicazioni di una tale ipotesi. Anche perché su ogni tradizione religiosa che non sia in grado di rapportarsi all'esistenza di extraterrestri cade inevitabilmente il sospetto che sia in qualche modo superata. Tanto più grandi sono le sue difficoltà a questo proposito, tanto più rischia di soffrirne la sua credibilità. Oltre che molto affascinante dal punto di vista intellettuale, il problema cui si dedica Kreiner ""possiede una sua oggettiva rilevanza teologica che dipende, se non altro, dal fatto di essere potenzialmente esplosivo per la teologia cristiana."" (dall'Editoriale di Andrea Aguti) -
Il cammino pericoloso della redenzione. La leggenda di Tobia inte...
Nella leggenda biblica di Tobia Eugen Drewermann, teologo e psicoterapeuta, riconosce - ed è un elemento centrale del suo pensiero - il messaggio della fiducia originaria e del superamento dell'angoscia. «Un'esortazione alla vita nonostante tutte le sue insidie e un ammonimento di fronte ad una religiosità fatta di irrigidimento senz'anima e di cecità senza sogni. Il libro di Tobia sarà indispensabile finché durerà il conflitto che attraversa ogni religione: il conflitto tra istituzione e intuizione, tra rigidità e cecità - tra il Dio del diritto e il Dio dell'amore». -
A mani vuote. Il messaggio di Teresa di Lisieux