Sfoglia il Catalogo illibraccio003
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 1861-1880 di 10000 Articoli:
-
Spazi e tempi del capitale
La geografia economica di ispirazione marxiana fornisce una ricostruzione teoricamente illuminante delle configurazioni spaziali del capitalismo. Questa antologia raccoglie ed integra le riflessioni sullo spazio con quelle sul tempo. Gli autori qui presentati, sia pure con accenti diversi, ritengono che, nel modo di produzione capitalistico, il rapporto centrale e conflittuale capitale-lavoro si ""traduca"" spazialmente nel rapporto centro-periferia, estendendosi a tutte le scale geografiche: da quella internazionale (primo vs. terzo mondo) a quella locale (città vs. campagna); e, dal punto di vista temporale, in una pluralità di ritmi e velocità che si relazionano in termini conflittuali. Ne è un esempio il conflitto odierno tra le temporalità del mercato e quelle della politica. Spazio e tempo vengono qui trattati come costruzioni sociali che svolgono un ruolo attivo nella generazione dei profitti e, dunque, nella dinamica capitalistica. Per questo il capitale deve incessantemente modellare e rimodellare lo spazio, come un serpente deve cambiare pelle per sopravvivere. In questo processo, lo spazio viene anche temporalizzato, cosicché il capitale mette a profitto tempi e velocità diverse della valorizzazione nel mercato mondiale. I testi raccolti in questa antologia non si limitano a un discorso su categorie astratte, ma si rivelano una valida bussola per comprendere l'attuale fase di accumulazione capitalistica. -
Diderot e il demone dell'arte
L'orizzonte della riflessione estetica di Diderot, con particolare riferimento alle arti della rappresentazione, al teatro e alla pittura, è stato oggetto nella seconda metà del Novecento di una serie di letture critiche che hanno colto nell'opera del grande enciclopedista uno snodo decisivo per la formazione di uno sguardo estetico della modernità, capace di dialogare con le istanze contemporanee che attraversano gli studi di cultura visuale, le svolte metodologiche della storia e della critica d'arte novecentesche (Fried, Marin. Arasse), la riflessione sulla rappresentazione teatrale e sul ruolo dell'attore (Szondi, Barthes, Ejzenstejn) così come l'interrogazione nei confronti del soggetto e del linguaggio rivolta dal pensiero filosofico contemporaneo (Lyotard, Lacoue-Labarthe). Dall'incontro fra il Novecento e Diderot, qui ricostruito attraverso una selezione di saggi per lo più inediti in italiano, emerge l'immagine di un pensatore al tempo stesso a noi prossimo e distante, capace di parlare alla contemporaneità con forza attraverso la polifonia della sua scrittura, l'apertura alle differenze e alla molteplicità dei saperi e dei discorsi che rendono i suoi testi degli organismi ibridi, dei mostri testuali capaci di dare voce alla ""parola degli altri"" (Starobinski), come di intercettare e catturare nelle maglie della scrittura le immagini del suo tempo, mettendo in opera un esercizio dello sguardo che lavora negli interstizi fra il visibile e il dicibile. -
Lettera al futuro
La Carta ao Futuro di Vergílio Ferreira è un breve saggio filosofico in forma di epistola a un amico pubblicato in volume nel 1958. Scritta nel 1957 e pubblicata lo stesso anno nella rivista Vértice l’organo del movimento neorealista portoghese, Lettera al Futuro rappresenta il primo tentativo saggistico del romanziere-filosofo di trasposizione delle filosofie esistenzialiste in Portogallo. Inviata a un immaginario amico venturo «ti scrivo a distanza di un secolo, cinque secoli, mille anni…», la Lettera come in nuce specula sulle grandi questioni dell’io (impossibile da pensare se non come relazione con l’Altro), della Storia, della memoria e della conoscenza. In una prosa elegante e complessa che piega il portoghese alle rarefazioni concettuali dell’esistenzialismo, Lettera al Futuro è al contempo la testimonianza della rielaborazione dalla periferia delle posizioni di Sartre e Malraux ma anche un finissimo esercizio poetico sull’uomo del Novecento come interrogazione e come silenzio. -
La brutalità delle cose. Trasformazioni psichiche della realtà
In ogni esperienza psichica, come pure nella produzione di un'opera d'arte, è presente un nucleo intrasformabile, che resiste a qualsiasi intervento su di esso. Siamo abituati a trattare queste alterità irriducibili e radicali in modo da adattarle alle nostre modalità di conoscenza e al nostro vissuto, ma in realtà esse costituiscono la materia bruta del nostro vivere e quindi della nostra umanità. Possiamo tuttavia operare su di esse mediante delle trasformazioni che, pur non alterandone la sostanza, le immettano in una configurazione diversa, generando delle forme nuove. La psicoanalisi può favorire questo percorso, difficile e rischioso, fornendo un'attrezzatura resistente, come una tuta sofisticata, che permetta di attraversare gli spazi siderali della vita psichica e della realtà umana, senza andare in fiamme al primo impatto. Nel mondo attuale ci troviamo a far fronte a problematiche mai poste prima, sradicanti le vecchie certezze, perturbanti rispetto alle usuali esperienze di noi stessi e degli altri. Incontriamo conflittualità disorganizzate e frammentarie alle quali la psicoanalisi può tentare di rispondere adoperando la modalità che è alla base stessa della sua teoria e della sua clinica: una procedura aperta, non difensiva, che allarghi il campo di esperienza piuttosto che circoscriverlo. Per questo appare necessario il suo intreccio con le varie forme del sapere in modo da riuscire a mettere in collegamento aspetti e livelli diversi della realtà psichica... -
Lacan e l'estetica. Lemmi
L’epoca contemporanea chiama a un nuovo pensiero estetico, oltre i confini del sistema dell’Arte e al di là del sentire cosciente. L’insegnamento della psicoanalisi lacaniana ci offre l’occasione per corrispondere a questa chiamata. Non si tratta di “applicare” la psicoanalisi all’Arte o all’Estetica in generale. Si tratta di ripensare alcune delle nozioni chiave con cui la modernità ha definito le coordinate simboliche del sentire attraverso un lavoro di costruzione concettuale che convenga all’esperienza analitica e all’elaborazione che Lacan ne ha offerto. È per sviluppare questa esigenza che, all’interno delle attività di Orbis Tertius, abbiamo progettato il presente volume, aprendo un campo d’indagine sul possibile innesto tra psicoanalisi lacaniana ed estetica. Il volume si apre con due delle nozioni chiave, forse più note, dell’insegnamento di Lacan: linguaggio e desiderio. E prosegue con nozioni altrettanto “classiche”, come l’immaginario, lo sguardo e la voce, per poi esplorare nozioni che interessano più da vicino l’ultimo insegnamento di Lacan, come lo stile, il corpo e la lettera. -
Le meraviglie dell'impossibile. Fantascienza: miti e simboli
Correvano i roventi anni Settanta, quando fece la sua comparsa in libreria una collana di volumi di fantascienza che per la prima volta offriva al pubblico di appassionati un prodotto nuovo: traduzioni accurate, introduzioni approfondite, apparato critico scrupoloso. La collana si chiamava ""Futuro"" e i curatori erano Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco. A quasi cinquant'anni di distanza, l'antologia qui presentata propone il meglio di quelle edizioni, i saggi più acuti e ""visionari"", che, nonostante il tempo passato, conservano intatto fascino e forza espressiva. La sola cosa profondamente cambiata è che la fantascienza, da genere di nicchia riservato a pochi appassionati, è diventata la fonte di ispirazione principale per la letteratura, per il cinema, per le serie tv e per i videogiochi. -
Espressività. Un dibattito contemporaneo
Il volume si propone di ricostruire in forma di antologia ragionata alcuni aspetti del dibattito contemporaneo, sia in ambito analitico, sia continentale, sulle qualità espressive delle opere d'arte e degli oggetti in genere, mettendone in luce i nodi problematici. -
Sceneggiatura di poesia. Pierpaolo Pasolini e il cinema prima di ...
Fra il 1954 e il 1961, quando si era ormai stabilmente trasferito dal Friuli a Roma, Pier Paolo Pasolini collaborò alla sceneggiatura di molti film; lavorò cosi con registi come Mario Soldati, Federico Fellini e Mauro Bolognini, prendendo parte a importanti successi di critica e pubblico, da ""Le notti di Cabiria"" a ""La dolce vita"", da ""Marisa la civetta"" a ""La notte brava"", dal ""Bell'Antonio"" a ""La giornata balorda"". Il libro ricostruisce la storia ed il contesto della sua prolifica attività di scrittore per il grande schermo, ricorrendo a nuovi documenti e a testimonianze dirette: è cosi offerto, per la prima volta, un ritratto organico del ""Pasolini cinematografaro"" prima del suo debutto alla regia con il controverso trionfo di ""Accattone"". Il volume, inoltre, individua un inedito del letterato, il trattamento originale per ""Giovani mariti"", richiestogli nel 1957 da Bolognini e dal produttore Emanuele Cassuto. Per il film Pasolini vinse un premio speciale al Festival di Cannes, ma solo oggi, grazie alla sintesi poetica testimoniata dall'autografo conservato a Firenze, l'opera può essere reinserita nel suo percorso creativo negli anni compresi tra la pubblicazione di ""Ragazzi di vita"" e l'uscita di ""Una vita violenta"". -
L' essere e l'evento
Con ""L'essere e l'evento"" (1988) Alain Badiou pone le fondamenta concettuali del suo sistema filosofico, che troverà il suo completamento in ""Logiques des mondes"" (2006) e ne ""L'immanence des vérités"". Attraverso un utilizzo originale della matematica postcantoriana, della psicoanalisi, dell'arte e della politica novecentesche, il filosofo francese intende affermare la possibilità della filosofia all'interno di un presente che non ha mai smesso di annunciarne la fine. Essere, evento, verità, procedura generica costituiscono allora gli strumenti principali con cui Badiou ripensa i concetti cardine della storia della filosofia e sviluppa un'ontologia del molteplice capace di delineare una nuova teoria del soggetto. -
Jean Vigo. Opera completa. Con DVD video
Tornare a riflettere su Vigo significa interrogarsi sull'istanza primaria dell'arte cinematografica: il rapporto tra immagine e immaginazionernrnNel corso del Novecento l'opera di Jean Vigo è divenuta centrale per la storia del cinema e delle arti visive. Amico di Storck e Painlevé, vicino a Buñuel e Ivens, introdotto al cinema da Dulac e Autant-Lara, la sua biografia e i suoi lavori sono ricchi di incontri ed episodi, talvolta sorprendenti, sempre determinanti. Nei suoi film - tutti proposti in DVD in questo speciale della Videns - Vigo ha saputo incarnare i principi della ribellione e dell'anarchia, del sogno e della passione, unendo Epstein e Chaplin, Ejzenstejn e Clair, avanguardie francesi e cinema russo, comicità ricercata e romantico lirismo. I registi della nouvelle vague lo hanno preso a modello, Bertolucci, Bellocchio, Tarkovskij e Sokurov lo hanno amato e ammirato. Da ""À propos de Nice"" a ""Taris"", da ""Zèro de conduite"" sino al memorabile ""L'Atalante"", la sua opera si offre oggi come un prisma da osservare per mezzo di nuove lenti e nuove strumentazioni teoriche. Tornare a riflettere su Vigo significa interrogarsi sull'istanza primaria dell'arte cinematografica: il rapporto tra immagine e immaginazione. Contiene un dialogo con Marco Bellocchio. Nel dvd video allegato: ""À propos de Nice"", ""Taris ou la natation"", ""Zéro de conduite"", ""L'Atalante"". -
L'eroe da romanzo: da Goya e Barrès ad Aragon e Céline
Una selezione di testi critici in larga parte inediti a firma di un grande scrittore e lettore della prima metà del Novecento: Pierre Drieu La Rochelle. I nomi di cui scrive sono altrettanto grandi: i romanzieri Aragon, Barrès, Breton, Aragon, Celine, Sartre, Constant, Chesterton, Bernanos, Bloy, Hemingway, Hugo, oltre a Nietzsche e Goya, pittore nelle cui opere legge il passaggio alla crisi moderna. -
Erotismo eversione merce. Nuova ediz.
""Nessun potere ha avuto infatti tanta possibilità e capacità di creare modelli umani e di imporli come questo che non ha volto e nome. Nel campo del sesso, per esempio, il modello che tale potere crea e impone consiste in una moderata libertà sessuale che includa il consumo di tutto il superfluo considerato necessario a una coppia moderna. Venuti in possesso della libertà sessuale per concessione, e non per essersela guadagnata, i giovani - borghesi, e soprattutto proletari e sottoproletari - se tali distinzioni sono ancora possibili - l'hanno ben presto e fatalmente trasformata in obbligo. L'obbligo di adoperare la libertà concessa: anzi, d'approfittare fino in fondo della libertà concessa, per non parere degli 'incapaci' o dei 'diversi': il più tremendo degli obblighi. L'ansia conformistica di essere sessualmente liberi trasforma i giovani in miseri erotomani nevrotici, eternamente insoddisfatti (appunto perché la loro libertà sessuale è ricevuta, non conquistata) e perciò infelici."" (Pier Paolo Pasolini) -
La logica della libertà
Cos'è la libertà del volere e dell'agire? In quali condizioni essa è possibile - se è possibile - e come può conciliarsi con la legalità del mondo naturale? Gli esseri umani sono liberi? Quale nesso intercorre tra libertà e responsabilità morale? Sono queste alcune delle domande attorno alle quali ruota, da secoli, la discussione sul libero arbitrio o, come spesso si preferisce dire oggi, sulla ""libertà metafisica"". Questo libro, introdotto da un ampio saggio e da un'introduzione di Mario De Caro, raccoglie alcuni tra i più significativi contributi offerti a questo dibattito dalla filosofia anglosassone contemporanea: da Alfred J. Ayer a Peter F. Strawson, da Harry Frankfurt a Peter van Inwagen. -
Da Chaplin a Loach. Scenari e prospettive della psicologia del la...
Dall'uomo massa di ""Tempi moderni"" (1936) all'uomo flessibile di ""Paul, Mick e gli altri"" (2001), passando per ""La classe operaia va in paradiso"" (1971) e tracciando una storia del cinema e della psicologia dell'individuo coinvolto nella società industriale, il primo saggio che analizza la condizione dell'uomo contemporaneo attraverso gli schermi del lavoro. Le nevrosi, lo stress, le fughe, le reazioni e gli spazi di liberazione attraverso una trattazione accattivante e puntuale. -
Quaderni per una morale
Muovendo da un'analisi del senso della storia e dell'ambivalenza di cui sono portatrici le azioni umane, Sartre ricerca le origini della violenza e dell'oppressione come momenti strutturali della storia, descrivendo - nel corso di questo studio ontologico, antropologico e fenomenologico - una serie di ""figure"" della libertà e dell'oppressione che richiamano l'andamento della fenomenologia dello spirito hegeliana. L'analisi, complessa e ricchissima, porta il lettore alle soglie di una ""conversione morale"", il cui compito sarebbe quello di superare l'inferno delle relazioni interpersonali descritto ne ""L'essere e il nulla"", la figura della ""generosità"" rappresenta un nuovo, fragile paradigma di relazione umana e azione storica. -
Geometrie non euclidee e problema della conoscenza
Il volume raccoglie, in edizione critica, il testo integrale della tesi di laurea in Filosofia dello psicologo e psicoanalista italiano Cesare L. Musatti (1897-1989), discussa il 3 novembre 1921 presso l'Università di Padova. Sulla traccia dei ""Fondamenti della geometria"" di Bertrand Russell, Musatti difende l'attualità della problematica kantiana dello spazio come condizione di possibilità dell'esperienza spaziale e delinea i fondamenti di una teoria generale del sapere geometrico attraverso un dialogo appassionato con la tradizione matematico-filosofica di Saccheri, Gauss, Lobacevskij, Riemann, Helmholtz, Lotze, Poincaré e Hilbert. Nella sua ricchezza argomentativa, questo scritto non rappresenta soltanto la testimonianza di una specifica fase del percorso di formazione di uno dei massimi psicologi italiani del Novecento, ma anche la cifra tematica essenziale dell'intera vicenda intellettuale di Musatti, nella quale armonicamente si intrecciano matematica, filosofia e psicologia. Già da queste pagine, infatti, è possibile scorgere il filo conduttore delle molteplici direttrici dell'opera musattiana più matura: da un lato, l'affermazione del valore e dell'autonomia del sapere scientifico, compreso quello psicologico, a partire da una rigorosa fondazione e giustificazione storico-epistemologica della sua validità; dall'altro, l'assunzione di una sua concezione in larga misura convenzionalista e costruttivista come risultato di un'interazione dinamica fra soggetto e realtà. Prefazione di Mauro Antonelli. -
L' ultima poesia. Scritture anomale e mutazioni di genere dal sec...
È il 2003 quando Edoardo Sanguineti, nel quarantennale della Neoavanguardia, pronuncia la battuta: ""Dopo di noi, il diluvio"". Questo libro vuole rimettere in circolo (e in discussione) quella provocazione-profezia, per interrogarsi sull'eredità della Neoavanguardia tra i poeti nati a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta, in relazione a modelli, forme, strumenti del ""fare"" poesia. E come si fa poesia nel nuovo millennio? Con le emozioni, i paesaggi, la rima fiore-amore, anche se il poeta non va più in carrozza ma in car2go? Nel 1961 Nanni Balestrini, antesignano del cut-up, inventa un algoritmo per ricombinare stringhe di testo al calcolatore. Un'eredità raccolta, oggi, soprattutto da poeti che ripensano alla poesia (anzi, alla scrittura o alle scritture) come un campo aperto di verifica e di possibilità. Non come ambito separato, quindi, ma fertilmente contaminato da linguaggi e contesti del presente, andando dalla videoarte a Instagram. Ne deriva un'adesione (o una resistenza) delle parole alla realtà, tanto più autentica quanto più (appare) sofisticata e schermata, anche per effetto di un confronto incessante con altri modelli, fuori dai nostri confini: l'arbasiniana ""gita a Chiasso"" si fa ormai su Google Maps. -
Filosofia delle arti marziali. Percorsi tra forme e discipline de...
Il lemma ""arti marziali"" può evocare luoghi esotici, tecniche di combattimento più o meno raffinate di provenienza cinese, coreana, thailandese o giapponese, insegnamenti elargiti da vecchi maestri che dispensano massime di saggezza. All'estremo opposto veicola immagini, talvolta brutali, di volti insanguinati e atleti muscolosi che si affrontano senza esclusione di colpi. In realtà parlare di arti marziali o di discipline di combattimento oggi coinvolge una pluralità di dimensioni e di ambiti, più numerosi e variegati rispetto alla visione oleografica di alcuni decenni fa. Una filosofia delle arti marziali andrà quindi intesa in un duplice senso: è una riflessione che pone come suo oggetto tali forme di pratica, cioè che viene condotta su di esse e le analizza; ed è al contempo una riflessione che lascia emergere il pensiero intrinseco veicolato dalle discipline stesse, come se fossero le arti marziali a essere dotate di una propria filosofia implicita. -
Sentire e scrivere la natura
Abbiamo un legame di fiducia con la terra che ci sostiene nella vita quotidiana e ci permette di conoscerla. Possiamo parlare autenticamente della terra solo dall'interno di questa relazione reciproca, sottraendoci al dispositivo soggetto-oggetto. L'intenzione del libro è di dare spazio ad alcune questioni del dibattito ecologico attraverso il ragionamento filosofico che ci aiuta a trovare strade non convenzionali per esprimere il legame con la natura. Sentire ed esprimere la natura: questo è un circolo che coinvolge esperienza, trasformazione soggettiva sessuata, linguaggio storico-politico. Nel sentire gioca il lato inconscio della nostra relazione con il mondo naturale. Un inconscio non rimosso che orienta l'esperienza. Quando vivere il mondo si intensifica nel sentire, allora avvertiamo che la natura, che ci avvolge e avvolgiamo, è eccedente il patto storico linguistico che rinnoviamo parlando. La scommessa filosofica e politica è di trasformare la lingua per dare spazio a tale esperienza. Ingeborg Bachmann, Anna Maria Ortese, María Zambrano, Maurice Merleau-Ponty fanno da guida in questo percorso. -
Questione di carattere. Quanto siamo realmente buoni?
Come diventare persone migliori? Cosa possiamo fare - noi stessi, i nostri figli e i nostri amici - per diventare gradualmente più virtuosi di quel che siamo? Come, in altre parole, possiamo colmare il divario del carattere? La prima parte dell'opera discute cosa significa avere un carattere buono evirtuoso e difende l'idea che è importante svilupparlo. La seconda parte mostra che molti di noi non hanno un buon carattere (e nemmeno uno cattivo), permettendoci così di riconoscere il grave divario che sussiste tra come siamo realmente e le persone che dovremmo essere. La terza parte del volume propone alcune strategie in questo senso. Sebbene molte di esse siano laiche, il libro si conclude rivendicando la legittimità di prendere in considerazione anche approcci religiosi allo sviluppo del carattere.